View Full Version : Persecuzioni anticristiane attuali
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2 Gennaio 2006
LAOS
Ucciso un pastore evangelico
Il governo parla di omicidio a scopo di rapina o per motivi personali, ma l’opposizione avanza sospetti di motivi religiosi: il pastore aveva trascorso un anno in prigione per la sua attività.
Vientiane (AsiaNews/Agenzie) – Un pastore protestante, Aroun Voraphom, è stato ucciso il 22 dicembre nella regione centrale del Laos, ma solo oggi le autorità hanno confermato l’accaduto. I motivi del suo assassinio, che era stato denunciato da una organizzazione della diaspora, non sono chiari.
Secondo il portavoce del ministero degli Esteri di Vientiane, Yong Chantalangsy, “il profilo del crimine appare chiara: è accaduto per impadronirsi del suo denaro: L’inchiesta della polizia – ha agiunto – è orientata verso un delitto per motivi di denaro o per ragioni personali. Non credo – ha concluso - che sia legato alla religione”.
Sospetti di possibili motivazioni religiose per l’uccisione del pastore, assassinato a Pakading, nella provincia di Bolikhamsai, sono avanzati invece dal Movimento laotiano per i diritti dell’uomo, che si oppone al regime comunista. Nella ricostruzione del Movimento, resa nota in un comunicato, “il pastore è stato ucciso a coltellate infertegli in petto e gli è stata tagliata la gola”, dopo che aveva finito il servizio religioso con i cristiani del luogo. “Il suo viso era tumefatto e portava tracce di colpi”.
Il Movimento chiede che sia messa fine “alla campagna di repressione contro le minoranze religiose ed etniche” e chiede un’inchiesta “imparziale e indipendente”. Il comunicato ricorda, in proposito, che il pastore Aroun Voraphom era stato arrestato già nel 1996 ed aveva scontato un anno di prigione a Vientiane, a causa della sua attività religiosa. L’informazione non è stata commentata dal portavoce del governo.
Vietnam, espulso Paul Ai
31/12/2005
HO CHI MINH CITY - Il 27 dicembre, mentre rientrava nel suo paese natale per visitare l'anziana madre, il reverendo Paul Ai è stato fermato all'aeroporto della capitale vietnamita e successivamente espulso dal paese. Paul Ai, che ha trascorso oltre dieci anni nei campi di prigionia a motivo della sua fede prima di poter riparare negli Stati Uniti, è stato fermato al suo arrivo dalla polizia che gli ha rifiutato l'ingresso per non meglio specificati «motivi di sicurezza».
Il reverendo Ai è noto per aver aperto centinaia di chiese familiari in tutta l'Asia ed il timore delle autorità vietnamite era certamente quello che Ai contattasse la chiesa sotterranea che, nonostante le durissime persecuzioni, continua a crescere di giorno in giorno. Forse troppo occupata dalla vicenda la polizia ha lasciato entrare la moglie e la figlia del reverendo Ai che stanno ora visitando la loro famiglia e i leader cristiani del paese. (ASSIST Ministries)
2 Gennaio 2006
INDONESIA
Strage nel mercato cristiano: la polizia interroga un sospetto
di Benteng Reges
L’attentato avvenuto a Palu il 31 dicembre ha ucciso 7 persone. Alte le misure di sicurezza nella provincia, teatro negli ultimi mesi di un’escalation di violenze contro i cristiani. La polizia esclude la mano del gruppo terrorista islamico Jemaah Islamiyah.
Palu (AsiaNews) – La polizia nelle Sulawesi centrali sta interrogando un uomo sospettato di essere coinvolto nell’attentato di sabato scorso a un mercato cristiano di Palu. Nella città, capoluogo della provincia indonesiana, lo stato d’allerta è alto: la pubblica sicurezza ha aumentato i posti di blocco e ieri ha compiuto numerose ispezioni in diversi quartieri.
I servizi di sicurezza avevano avvertito di possibili violenze durante le feste di Natale e di fine anno. Nonostante ciò il 31 dicembre una bomba imbottita di chiodi è scoppiata intorno alle 7.30 (ore locali) in mezzo alla folla, facendo strage di clienti e venditori, per la maggioranza cristiani. Il bilancio è di 7 morti e 54 feriti. Tra quest’ultimi molti hanno perso ambedue le gambe a causa della potente onda d'urto. Fonti della polizia locale hanno spiegato che se l’esplosione fosse avvenuta nell’ora di punta (alle 8.30), avrebbe provocato conseguenze anche peggiori.
L’uomo, arrestato sabato nei pressi del mercato, ha 40 anni. Non vi sono, però, informazioni ufficiali sulla sua identità. La polizia di Jakarta ha emesso un comunicato secondo il quale la bomba di Palu nulla ha a che vedere con il terrorista islamico ricercato Noordin Top, il più importante tra i capi della Jemaah Islamiyah (JI). L’alto ufficiale ha spiegato che i materiali impiegati per l'attentato non sono quelli usati di isolito dalla JI; inoltre, ha ricordato che il gruppo terrorista “in genere prende di mira cittadini stranieri”.
Diverse circostanze fanno pensare che l’attacco era diretto specificamente contro la comunità cristiana dell’isola. Il mercato preso di mira è abitualmente frequentato da cristiani. Stando ai primi rilievi, l’ordigno è esploso all'interno di un chiosco che vendeva carne di maiale, proibita dall’Islam in quanto considerata impura. La gente stava facendo gli ultimi acquisti per celebrare la fine dell’anno. Inoltre la bomba, di fabbricazione rudimentale, è scoppiata a non più di una centinaio di metri da una chiesa protestante.
Secondo il capo della polizia centrale, capo brigadiere generale Oegroseno, la bomba doveva colpire proprio una delle chiese della zona, ma l’alto livello di sicurezza intorno ad esse ha costretto gli attentatori a cambiare obiettivo. Il giorno precedente l’attentato leader religiosi di diverse fedi si erano incontrati a Donggala, vicino Palu, per rinnovare il loro impegno a favore di una pacifica convivenza interreligiosa.
Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono ha condannato in prima persona la strage del mercato e ha ordinato l'immediata apertura di un’inchiesta. Egli ha inoltre ingiunto al ministro per la Sicurezza, Widodo Adisucipto, di accertare se vi siano “eventuali collegamenti con altri attacchi precedenti” nella zona.
Le Sulawesi centrali sono state teatro tra il 1998 e il 2001 di un sanguinoso conflitto religioso tra cristiani e musulmani, che ha provocato migliaia di vittime. Nonostante un accordo di pace, firmato nel 2002, la violenza continua sporadicamente a colpire la zona: come ad ottobre scorso quando tre ragazze cristiane sono state decapitate vicino a Poso.
SPAGNA
Cristofobia
di VITTORIO MESSORI 1-1-2006
Una notizia su una delle più diffuse agenzie cattoliche spagnole:
Zapatero presenterà una legge per tassare la celebrazione delle messe
e lo svolgimento delle processioni. Un decreto, spiega l’agenzia, che
classifica questi riti come «spettacoli pubblici» e, dunque,
sottoposti a tributo. L’imposta, si aggiunge, è volta anche a
indennizzare lo Stato delle somme versate alla Chiesa in base a un
Concordato che Zapatero si propone di abolire.
Ieri l’agenzia ha però rivelato che questa notizia era infondata: un ballon d’essai , per
saggiare le reazioni. Le quali sono state immediate: proteste da parte
cattolica, compiacimento da parte socialista e comunista. È
allarmante, si commentava, che un simile proposito fosse giudicato
come del tutto verosimile. Si inquadrava senza fatica un simile
provvedimento in una strategia «zapatera» in cui è difficile scorgere
dove finisca l’anticlericalismo e inizi una sorta di «cristofobia».
Dietro quel sorriso da Bambi, come lo chiamano, sta un’ostilità
antireligiosa che suscita allarme anche in non credenti. C’è una
Spagna (12 milioni di praticanti) che resiste con energia alla
secolarizzazione, che è sfilata di recente per avvertire che i
cattolici ci sono e vigilano, che manifesta un’ostilità radicale a
questo governo. La storia iberica è inquietante: las dos Espanas , la
cristiana e l’anticristiana, si sono spesso affrontate con le armi in
pugno. La politica alla Zapatero sta insidiando una pace religiosa
che, da noi, Togliatti definì «il bene più grande», facendo inserire
il Concordato nella Costituzione italiana. Non si tratta solo di
affari spagnoli: quella che molti vescovi cominciano a definire «una
ossessione persecutoria» può risvegliare fantasmi pericolosi, di cui
l’Europa non ha certo bisogno.
CINA 2 Gennaio 2006
Sacerdoti tornano nello Shanxi; il governo promette di difendere le proprietà della Chiesa
I sacerdoti, picchiati in precedenza, hanno ricevuto la chiave dell’edificio occupato come segno di buona volontà del governo a voler risolvere la questione.
Taiyuan (AsiaNews/Ucan) – Il governo di Tianjin ha promesso di riconoscere i diritti di proprietà della Chiesa per alcuni edifici della città. Nelle scorse settimane un gruppo di sacerdoti, suore e laici delle diocesi di Taiyuan e Yuci avevano occupato uno degli edifici e avevano subito pestaggi violenti da parte di “teppisti” che volevano espellerli.
P. Antonio Han Huide, procuratore della diocesi di Taiyuan ha detto che il vicesindaco di Tianjin ha verificato la validità dei reclami presentati dai sacerdoti e ha promesso di risolvere la disputa seguendo le direttive sulla politica religiosa del governo centrale. Come segno di buona volontà il vicesindaco ha consegnato ai sacerdoti la chiave dell’edificio che si trova nella via Jinbu, vicino alla stazione ferroviaria di Tianjin. Egli ha invitato i sacerdoti a usarla tutte le volte che giungono in città, ma ha chiesto loro di terminare l’occupazione e ritornare nello Shanxi, aspettando che il governo prepari i documenti per la cessione delle proprietà.
I fedeli di Taiyuan e Yuci temono però che anche queste nuove promesse finiscano in nulla. Negli anni scorsi due petizioni inviate dalle diocesi per reclamare il diritto sulle proprietà sono rimaste inascoltate.
Nei primi decenni del ‘900 diverse diocesi dell’interno avevano proprietà nella città di Tianjin. I proventi degli affitti servivano a finanziare le missioni più povere. Con l’avvento di Mao tutte le proprietà vengono confiscate. Ma con la nuova apertura di Deng Xiaoping il governo cinese vara alcune direttive per restituire le proprietà ai legittimi proprietari.
A Tianjin tutto questo non è mai avvenuto e le proprietà della chiesa sono state vendute, restaurate e affittate dal governo locale, intascandone i proventi.
Lo scorso 15 dicembre un gruppo di 50 fra sacerdoti, suore e laici di Taiyuan e Yuci hanno manifestato davanti al comune di Tianjin esigendo una risposta ufficiale. Il 16 un gruppo di 30 teppisti ha picchiato alcuni sacerdoti con sbarre di ferro, mattoni e bastoni. La polizia, giunta tardi sul luogo, ha lasciato fuggire i teppisti e invece di soccorrere i sacerdoti feriti, li ha portati alla stazione di polizia per interrogarli. I sacerdoti hanno deciso poi di occupare uno degli edifici contestati finché non ci fosse una risposta chiara del governo di Tianjin.
[China aid]
03/01/06
CINA - Natale in carcere per 12 pastori, fra loro anche 4 donne
Foto: l'imprenditore cristiano Tong Qimiao, arrestato, torturato, ricoverato in ospedale, poi liberato, ora rischia di finire sul lastrico per multe pesanti da pagare
http://www.icn-news.com/~foto/1136280427.jpg
A Xinjiang, Cina, il giorno di Natale, sono stati arrestati 12 pastori delle chiese che si riuniscono in casa. Secondo alcuni testimoni oculari, domenica 25 dicembre, alle 10:30 (ora di Pechino), 200 poliziotti e funzionari dell'Ufficio degli Affari Religiosi in 17 veicoli hanno compiuto un raid ai danni di una chiesa cosiddetta "domestica" durante il culto natalizio, in un centro commerciale preso in affitto nel centro di Ma Na Si County, nella regione autonoma dello Xinjiang.210 credenti stavano celebrando il Natale insieme con i loro pastori. Confiscati, senza il rilascio di ricevuta, diversi beni: un pulmino preso in affitto, una Buick, un pianoforte, una video-camera, 80 bibbie, 230 asciugamani. La polizia ha pure portato via il pranzo di Natale. Stando a quanto riferito da una pastora che era al culto, i poliziotti hanno esibito un ordine di perquisizione ed hanno dichiarato che quella in corso era "una riunione religiosa illegale".
A mezzanotte del giorno dopo sono stati rilasciati 7 dei dodici pastori arrestati. I cinque che rimangono in carcere sono: il pastore Guo Xianyao (54), e quattro donne: Lu Jianzhen ( 47), Wu Haifang (28), Wang Ximei (54) e Zhou Bin (50). Testimoni oculari riferiscono di maltrattamenti fisici subiti dal pastore Guo Xianyao ad opera della polizia. Tutti gli arrestati hanno dovuto pagare una multa e sono stati schedati.
Nella stessa regione, nella città di Korla, la vigilia di Natale, sei poliziotti avevano fatto irruzione in un culto al quale partecipavano 100 cristiani.Le forze dell'ordine hanno interrotto la funzione religiosa ed hanno ordinato di trasferirsi in una chiesa approvata dal governo. A China Aid i cristiani perseguitati hanno assicurato che le loro riunioni settimanali non subiranno alcun cambiamento, anche se dovranno essere svolte in un altro luogo.
ITALIA
ALLARME A PALERMO
Il cappellano militare ha trovato le gomme dell’auto tagliate, alcuni proiettili e sangue sul finestrino. L’avvertimento potrebbe essere opera di ragazzacci o un «messaggio» della mafia
Palermo, intimidazione a un prete di periferia
Don Terranova preso di mira per il suo lavoro a Borgo Molara territorio ad alta densità criminale «Predico l'onestà»
Da Palermo Alessandra Buscemi
Da un anno cerca di dare un'identità a una borgata di Palermo che si inerpica sulle colline del monrealese, senza essere paese e neppure città. Un lavoro svolto col piglio battagliero del prete abituato a vivere tra i militari. Ma a qualcuno l'opera di rinnovamento di don Giuseppe Terranova, 44 anni, non è andata giù. Così il sacerdote originario di Montelepre, cappellano militare e amministratore parrocchiale della chiesa di Maria Santissima Addolorata a Borgo Molara, il giorno di Capodanno ha trovato le ruote della sua Alfa 156 tagliate, alcuni bossoli di pistola attorno all'auto e tracce di sangue su un finestrino. Un'intimidazione sulla quale indagano i carabinieri e che colpisce tutta la comunità religiosa, che ricade nella diocesi di Monreale.
Non è ancora chiaro se l'avvertimento sia opera di un gruppo di ragazzacci che non avrebbero digerito alcuni comportamenti del sacerdote o possa addirittura nascondere la mano della mafia. Di certo don Beppe Terranova non si lascia intimidire e racconta le condizioni di un territorio «ad alta densità criminale e con notevoli problemi sociali», dove non esiste un cinema, un teatro, un centro sociale, dove l'unico punto di aggregazione rimane la parrocchia. Così, da un anno, don Beppe organizza feste per i bambini, corsi di ricamo e uncinetto per le donne, incontra i ragazzi. Fa il sacerdote, come egli stesso sottolinea. Non ama affatto l'etichetta di "prete antimafia", né quella di parroco di frontiera: «Sono soltanto un prete e sono fiero di esserlo. Devo predicare il Vangelo e gli insegnamenti di Nostro Signore: la correttezza e l'onestà. I valori che, purtroppo, in zone come Borgo Molara, non sono una realtà e per i quali bisogna lottare. Qui è terra di nessuno - denuncia -. C'è chi non gradisce che qualcuno si riappropri del territorio. Qui il vero desiderio è che tutto resti com'è. Mummificato. Ho trovato difficoltà e musi lunghi persino se dovevo spostare un quadro in chiesa. Ho scoperto che moltissimi be ni della chiesa si trovavano in case private. C'è un passato che non vuole passare e, se tu vuoi fare qualcosa per smuovere la situazione, ti tagliano le gambe». Infine, il forte appello alle istituzioni: «Palermo non è solo il Politeama e via Libertà. Qui la sera non si vede neanche l'ombra di un poliziotto, di un carabiniere, di un finanziere, di un vigile. Siamo dimenticati, abbandonati».
Ieri pomeriggio l'arcivescovo Cataldo Naro ha espresso la propria solidarietà al sacerdote, «la vicinanza alla comunità in questo momento difficile e dopo un atto così vile - afferma -. E ho invitato don Terranova a continuare sulla strada dell'impegno concreto per il territorio». Quello che è successo «non ci fa demordere»,aggiunge il presule. Per l'arcivescovo non è un caso che l'intimidazione sia avvenuta la notte di San Silvestro. «Sapevano - aggiunge - che padre Terranova, contrariamente alle sue abitudini, non tornava nella caserma Turba, dove vive e fa il cappellano, e gli hanno voluto "consigliare" di cambiare atteggiamento con il nuovo anno».
A questo grido d'aiuto risponde l'amministrazione comunale, con la solidarietà espressa dall'assessore alle Attività sociali del Comune di Palermo, Cettina Bonomolo: «Proprio a Borgo Molara l'amministrazione è intervenuta con un progetto, prevedendo la presenza di educatori di strada che hanno svolto un importante compito. E il sindaco Diego Cammarata, alla fine dello scorso anno, ha consegnato a don Beppe Terranova una villetta confiscata alla mafia da utilizzare per finalità sociali».
E in un altro punto della Sicilia, a Niscemi (Caltanissetta), proprio ieri si è verificato un altro attentato ai danni di un sacerdote. Alcuni sconosciuti hanno dato alle fiamme la Rover 200 intestata a don Pasquale Scicolone, di 47 anni. Non è affatto chiaro, però, se quest'intimidazione fosse diretta al parroco o piuttosto alla cugina di 34 anni, che aveva in uso la macchina.(Avvenire)
Encounter
03-01-2006, 18:52
Ewigen vorrei avere la tua opinione in questo thread
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1101455
grazie
ITALIA
ALLARME A PALERMO
Il cappellano militare ha trovato le gomme dell’auto tagliate, alcuni proiettili e sangue sul finestrino. L’avvertimento potrebbe essere opera di ragazzacci o un «messaggio» della mafia
ITALIA
Si moltiplicano gli attestati di solidarietà al cappellano militare minacciato. Per fine anno aveva organizzato una mostra di artigianato allo scopo di animare il centro del quartiere
Don Pino non s'arrende «Vendetta di spacciatori»
L'intimidazione potrebbe essere stata organizzata dai venditori di droga che non riescono più a usare la piazzetta di Borgo Molara per i loro traffici. I collaboratori: speriamo almeno che adesso qualcuno venga a proteggerci
Da Palermo Alessandra Buscemi
Una piazzetta con poche panchine, una chiesetta, un bar e due case diroccate. Un budello che dalla circonvallazione di Palermo si inerpica verso la zona di Monreale, in cui un bus e un'auto che si incrociano non riescono a passare, conduce al cuore di Borgo Molara, rione della periferia agricola della Conca d'Oro, cresciuto in modo spropositato fino a contare 5mila anime. Eppure non c'è un ufficio postale, né un cinema, né una palestra o un luogo di ritrovo per i ragazzi. Tutto ruota attorno alla piazzetta, le amicizie, le ore di svago e, purtroppo, anche la criminalità. Lo spaccio di droga avviene alla luce del sole. «E noi abbiamo dichiarato guerra aperta agli spacciatori, facendo vivere la parrocchia, aprendola nelle ore serali. Questo non è piaciuto a qualcuno, che si è voluto vendicare», racconta don Pino Terranova, l'amministratore parrocchiale di Maria Santissima Addolorata, che la notte di Capodanno ha subito un'intimidazione con il danneggiamento della sua auto a cui sono state tagliate le gomme mentre un finestrino è stato imbrattato di sangue.
Proprio il 30 dicembre scorso, infatti, una mostra di artigianato installata in piazza aveva creato un certo movimento fino a tarda sera. «I proprietari degli stand hanno poi deciso di dormire qui, per sorvegliare la merce - aggiunge don Terranova - e questo ha impedito il normale svolgimento delle attività illegali. Così, appena hanno avuto l'occasione, coloro che si sono sentiti disturbati, mi hanno colpito. Lo hanno visto probabilmente come l'ennesimo segno di cambiamento, dato che da più di un anno cerco di dare una svolta alla vita parrocchiale, rinnovando la catechesi, coinvolgendo le famiglie. Sto semplicemente cercando di portare il Vangelo in questo territorio».
In molti, negli ultimi due giorni, hanno accostato il suo nome a quello di un altro don Pino (Puglisi), il parroco di Brancaccio prima vittima di attentati e poi ucciso nel 1993 per ordine della mafia. Un collegamento naturale da parte d ei siciliani, da quando la Chiesa venne colpita in maniera così violenta per il suo impegno di evangelizzazione e promozione umana. Da Capodanno don Pino Terranova, che è cappellano militare e vive e opera alla caserma Turba, non fa altro che ricevere telefonate e attestati di solidarietà. L'arcivescovo di Monreale, Cataldo Naro, ha celebrato messa con lui, l'ordinario militare Angelo Bagnasco e il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo di Palermo, gli hanno manifestato la propria amicizia e l'incoraggiamento a non arrendersi. Ieri pomeriggio il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, ha fatto visita alla parrocchia.
I primi a non fargli mancare il proprio appoggio sono stati i suoi collaboratori. Il giorno di Capodanno gli hanno prestato una macchina, non lo hanno mai lasciato solo. «Siamo profondamente addolorati per quello che è accaduto - ammette Rosa Marino, una casalinga che dedica gran parte del suo tempo alla parrocchia -. Chiediamo scusa a don Pino a nome di tutta la comunità, che è composta per lo più da persone oneste». L'unica speranza «è che il rumore creato da questa vicenda - commentano Sebastiano D'Amico e Salvatore Marano, componenti della confraternita di Maria Ss. Addolorata - si trasformi in un'attenzione concreta delle istituzioni nei confronti dei problemi di questa borgata. Le mamme devono percorrere chilometri per accompagnare i propri figli in palestra e raramente si vede la presenza di poliziotti o carabinieri».
Conseguenze nell'assetto di quel territorio, dove fu arrestato il boss Giuseppe Balsano e dove per anni si nascose Giovanni Brusca, ci saranno certamente. Secondo don Pino, «si è trattato di un'azione compiuta da delinquenti di piccolo cabotaggio, che però hanno fatto accendere i riflettori sulla borgata. Un errore che non verrà perdonato dalle famiglie mafiose che si spartiscono il territorio e che hanno un unico interesse, ossia che tutto resti com'è».(Avvenire)
3 Gennaio 2006
INDIA: partito propone una casta per i dalit cristiani
di Nirmala Carvalho
Il Partito progressista delle minoranze ha organizzato una campagna per riconoscere i dalit cristiani come “Scheduled Caste”. Ma Dayal non condivide il progetto.
Pondicherry (AsiaNews) - Il Partito progressista delle minoranze indiane (Ppmi), formazione politica nata di recente, ha intenzione di organizzare una campagna per far ottenere ai dalit cristiani del Tamil Nadu il riconoscimento di “Scheduled Caste” e diventare così una casta riconosciuta e confessionale. Lo ha dichiarato oggi Ambedkar Priyan, fondatore e presidente del Ppmi.
Priyan ha detto che il partito inizierà una campagna che mira a raccogliere almeno 10 milioni di firme che saranno presentate alla Corte suprema dell’India e alla Commissione per le minoranze. Ha inoltre dichiarato che il partito intende promuovere iniziative analoghe nei confronti delle minoranze musulmane.
John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union, ha dichiarato ad AsiaNews di sostenere ogni proposta che garantisca diritti ai dalit, ma di non condividere progetti di divisioni su base confessionale. “Sostengo con forza ogni iniziativa per riconoscere i diritti dei dalit di tutte le religioni”, ha dichiarato. “Tuttavia, sono contrario alla formazione di organizzazioni politiche su base religiosa, anche se cristiane. Inoltre la nostra distribuzione demografica non potrebbe neanche permette a noi cristiani di avere un unico partito politico come l’Akali Dal dei Sikhs, o come il partito musulmano di Hyderabad”.
“La formazione di partiti o gruppi politici cristiani – continua - è a mio avviso controproducente dal punti di vista politico, e non ritengo sia in grado neanche di difendere i diritti dei cristiani ed influenzare le scelte politiche. Al contrario sarebbe più importante un maggior impegno dei cristiani nei vari gruppi della società civile. Per combattere la discriminazione nei confronti dei dalit cristiani è più efficace l’appoggio dei dalit non cristiani o di altri gruppi appartenenti alle altre classi arretrate”.
Ewigen vorrei avere la tua opinione in questo thread
http://www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1101455
grazie
Vedi sign.
Alister McGrath,Cardini,Cammilleri,Emidio Campi,Madden,Gastaldi,Bainton,Lortz,Leonard,O' Connell e pure Introvigne,Messori,... questo è fare storiografia sul cristianesimo.E sul fare storiografia in questo campo vuol dire anche smontare le leggendine nere che certe persone tanto piace tirar fuori.
La spazzatura spacciata per storia insieme all'ignoranza e falsità che la creano (in special modo quella proveniente da una certa direzione) è utile al massimo per pulirsi il....
ecco, si tratta di una questione davvero spinosa, che sento particolarmente in questi giorni, dopo alcune (per fortuna molto amichevoli) discussioni che ho avuto nei giorni scorsi con degli amici musulmani che tentavano di convincermi a riflettere sul convertirmi all'Islam...mi sono chiesto anche cosa sarebbe successo se le parti fossero state invertite: io a casa loro a cercare di convincere dei musulmani a riflettere sulla possibilità di lasciare l'Islam e convertirsi al cristianesimo...
Posto una notizia della pubblicazione di un libro uscito di recente (edizioni Piemme).Già i nomi dicono tutto sulla loro competenza sia riagurdo al cristianesimo che per l'Islam:
http://www.libreriauniversitaria.it/data/images/BIT/499/8838484996g.jpg
Sono ormai migliaia i musulmani che in molti Paesi del mondo - attraverso incontri a volte cercati, a volte casuali - s'imbattono nella fede cristiana e nei suoi testimoni, restandone colpiti e attratti. Le storie più significative di alcuni di loro - libanesi, siriani, marocchini residenti nei luoghi di nascita o naturalizzati in Europa - sono raccontate in questo libro. Con particolare attenzione all'Italia, esse documentano la portata di un fenomeno che si attua in particolar modo in quei paesi liberi e tolleranti, dove è possibile una pacifica convivenza fra cristiani e musulmani. Camille Eid è giornalista maronita libanese residente in Italia. Giorgio Paolucci è collaboratore del mensile "Tracce" e caporedattore del quotidiano "Avvenire"
I cristiani convertiti e il loro triste Natale
[ICN-News 04/01/06]
Ci sono in Occidente, anche in Italia, cristiani che stanno celebrando segretamente le feste natalizie. Sono quella gran parte dei cristiani venuti dall'Islam che, se rivelassero la loro scelta di vita, verrebbero rifiutati dai parenti, potrebbero essere abbandonati dal coniuge e preclusi dal rapporto con i figli. Inoltre perderebbero il diritto di fare ritorno nel Paese d'origine. E non solo: anche se infatti ciò non si ritrova nel testo del Corano, nel mondo islamico persiste una solida tradizione secondo cui chi lascia l'Islam per un'altra fede va perciò punito con la morte, e qualunque fedele musulmano è ipso facto autorizzato a eseguire la condanna.
I convertiti all'Islam nati e cresciuti in ambiente cristiano fanno notizia, e alcuni di loro sono anche divenuti ospiti abituali delle grandi ribalte televisive. I cristiani venuti dall'Islam invece non fanno notizia e, come si vede, se la fanno rischiano molto. Questo aiuta a capire perché il primo dei due fenomeni sia noto e il secondo invece sia quasi sconosciuto. Ne I cristiani venuti dall'Islam, un libro appena edito da Piemme, due esperti di problemi islamici, l'italiano Giorgio Paolucci e il libanese Camille Eid, hanno raccolto più di dieci storie appunto di convertiti dall'Islam al cristianesimo, che riferiscono in modo anonimo. E sono sempre, in una forma o nell'altra, storie difficili, segnate da incomprensioni e spesso da esodi. Nella sua prefazione l'egiziano Samir Khalil Samir, altro esperto della materia, fa una presentazione critica dettagliata della suddetta dottrina secondo cui ogni fedele musulmano ha il dovere di uccidere chi lasci l'Islam per un'altra fede.
Proposta di ingerenza:
Birmania - 12 marzo 2006, Giornata Mondiale di Preghiera
[ICN-News 02/03/06]
La Birmania è devastata da una guerra civile che dura da 55 anni. Per questa ragione anche quest'anno, i "Christians Concerned for Burma" hanno programmato una giornata di preghiera. L'appuntamento è fissato per il 12 marzo.
Si pregherà perchè:
- La luce della verità e dell'amore di Dio possa penetrare in ogni angolo della Birmania
- L'intera nazione possa sperimentare libertà e pace duratura
- Negli amministratori ci siano un senso di giustizia ed il desiderio di operare per il bene di quelli che rappresentano.
- Siano formate squadre di soccorso fra tutti i gruppi etnici e siano mandate dagli oppressi che hanno bisogno di aiuto, speranza ed amore, la loro opera sia efficace nella distribuzione degli aiuti al popolo birmano che soffre e siano, questi team, in grado di avviare un processo di comprensione, riconciliazione e di unità fra tutti i gruppi.
- In tutto il mondo ci siano amici disposti a prendere una posizione a favore del popolo della Birmania
- Ritorni la democrazia, siano rispettati i diritti dei gruppi etnici e siano liberati tutti i prigionieri politici.Amen
5 Gennaio 2006
INDONESIA
Sale a 8 il numero dei morti al mercato
[ICN]E' salito a 8 morti e 56 feriti il numero delle vittime dell'esplosione avvenuta a Palu, Indonesia, il 31 dicembre scorso.
Come si ricorderà il grave fatto di sangue è stato compiuto in un mercato dove si vende carne di maiale e quindi prevalentemente frequentato da cristiani. La convinzione generale è che l'attentato sia opera di militanti islamici.
Si prepara l’esecuzione dei tre cattolici
Fonti ufficiali annunciano che il plotone si sta addestrando, ma non forniscono dettagli sul giorno e il luogo dell’esecuzione.
Jakarta (AsiaNews) - Si prepara l’esecuzione dei tre cattolici indonesiani condannati alla pena di morte in relazione agli scontri interreligiosi di Poso - Sulawesi centrali - del 2000. Le rivelazioni dei tre detenuti circa l’implicazione di 16 persone, tra cui funzionari e forze di sicurezza governativi, in quei violenti episodi non hanno avuto seguito giudiziario. Molte organizzazioni per i diritti umani e gruppi interreligiosi hanno chiesto che si facesse luce sui reali responsabili degli scontri di Poso, per cui invece stanno pagando solo i tre cattolici.
Ieri l’Ufficio del procuratore generale (Ago) ha emesso un comunicato secondo il quale l’Ago delle Sulawesi centrali ha iniziato le preparazioni per portare a termine l’esecuzione di Fabianus Tibo, 60 anni, Dominggus da Silva, 42 e Marinus Riwu, 48 anni. “Le preparazioni sono di carattere logistico - ha specificato Prasetyo, vice procuratore generale per i crimini generici a Jakarta - una delle cose ancora da fare è stabilire il luogo dell’esecuzione”. Egli ha però rifiutato di dare ulteriori dettagli.
Prasetyo ha spiegato che i tiratori della brigata mobile della polizia, dottori, membri dell’Ago locale e funzionari della prigione di Poso si stanno preparando “in modo serio”. “Abbiamo preso molte decisioni – ha concluso – ma non il giorno dell’esecuzione”.
Riguardo alle richieste di Ong e leader religiosi perché fosse riaperto il caso dopo le rivelazioni di Tibo e compagni, il vice procuratore generale ha detto: “Il caso non può essere rivisto, i tre hanno usufruito di tutti i diritti legali di cui disponevano”.
Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu sono stati condannati a morte nel 2002. Lo scorso novembre il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono aveva respinto la loro richiesta di grazia; subito dopo l’Ago ha annunciato che i tre sarebbero stati giustiziati “presto”. Da allora esponenti della Chiesa locale e attivisti per i diritti umani chiedono l’annullamento di una sentenza ritenuta “iniqua” anche a causa delle pressioni esercitate dai fondamentalisti islamici sulla corte.
Nella foto Fabianus Tibo
http://www.asianews.it/files/img/5042_tibo.jpg
5 Gennaio 2006
CINA
Scomparso mons. Han Dingxian, vescovo sotterraneo dell’Hebei
Con lui salgono a 3 i vescovi “desaparecidos”. Intanto il più anziano sacerdote della diocesi di Yongnian è stato arrestato in dicembre.
Roma (AsiaNews) – Mons. Han Dingxian, vescovo non ufficiale di Yongnian (Hebei) è scomparso. Dal 1999 era stato arrestato e tenuto in isolamento in un hotel di proprietà del governo. Non poteva avere nessun contatto con i suoi fedeli o coi parenti, ma ogni tanto alcuni di loro potevano vederlo dalla finestra. Ora da diverso tempo non si hanno notizie di lui, né si riesce ad intravederlo attraverso i vetri delle finestre.
Mons. Han Dingxian, 66 anni, è uno dei vescovi per cui AsiaNews ha lanciato una campagna di sensibilizzazione lo scorso marzo. In passato è stato in prigione per 20 anni.
Con mons. Han, sono 3 i vescovi scomparsi, tutti dell’Hebei: mons. Giacomo Su Zhimin, 72 anni, ordinario della diocesi di Baoding, scomparso dal 1996; mons. Francesco An Shuxin, 54 anni, ausiliare di Baoding, arrestato e scomparso nel 1997.
Sebbene sollecitato da personalità religiose e politiche internazionali, il governo cinese non ha mai dato alcuna indicazione sulla loro situazione.
La notizia della scomparsa del vescovo è stata diffusa oggi dalla Kung Foundation, che riporta anche un’altra notizia: il p. Wang Wenzhi, 50 anni, della diocesi di mons. Han Dingxian, è stato arrestato l’11 dicembre a Fengfeng, vicino ad Handan (Hebei). Fonti di AsiaNews affermano che egli si trova in isolamento in un hotel ed è sottoposto a lavaggio di cervello e sessioni politiche per convincerlo ad iscriversi all’Associazione Patriottica.
P. Wang è il più anziano sacerdote della diocesi di Yognian, che in tutto ha 30 preti. Da diversi mesi, per frenare possibili avvicinamenti fra Pechino e il Vaticano, l’Associazione Patriottica ha lanciato una campagna violenta per sottomettere vescovi, sacerdoti e fedeli e costringerli ad aderire all’organizzazione, spesso anche con la minaccia delle armi.
FRONTIERE DELLA FEDE
«Sono sceso in piazza un mese fa insieme con i dimostranti che vogliono la piena democrazia per la città: c’è in gioco la questione fondamentale del suffragio universale»
Il «giogo cinese»
Il vescovo di Hong Kong: schiacciati, ma vinceremo Monsignor Joseph Zen: il Partito comunista vuole controllare tutto, anche la mente e il cuore dei cittadini.Eppure i cattolici, con pazienza e tenacia, stanno conquistando spazi di libertà
Dal Nostro Inviato A Hong Kong Luigi Geninazzi
È la voce indipendente della Chiesa cattolica cinese. Monsignor Joseph Zen, vescovo di Hong Kong, ha la lingua sciolta e non teme di dire le cose con grande chiarezza. Il fatto di risiedere nell'ex colonia britannica, oggi Repubblica popolare cinese ma protetta da uno statuto speciale, gli consente di parlare e agire in libertà. Spina nel fianco del regime di Pechino, questo salesiano è divenuto un leader autorevole non solo per i 300mila cattolici di Hong Kong ma per tutti i democratici. Temperamento energico e combattivo, si accalora e gesticola animatamente. «Ho imparato da studente in Italia ad esprimermi con le mani», scherza durante la lunga intervista che ha concesso ad Avvenire.
Eccellenza, c'è chi ammira la Cina per il suo impetuoso sviluppo economico e chi la ritiene una minaccia per il mondo. Dal suo punto d'osservazione come la giudica?
Al di là di tante analisi, s'impone una constatazione: in Cina continua ad esistere un giogo molto pesante. Il Partito comunista vuole controllare tutto, non solo le strutture ma anche la mente e il cuore dei cittadini. Oggi i metodi sono un po' cambiati ma la realtà di fondo è rimasta la stessa. Nessuno osa dire davvero quello che pensa. Prenda il caso di Hong Kong: il governo di Pechino ne garantisce formalmente l'autonomia, siamo ancora liberi di fare sentire la nostra voce. Ma giorno dopo giorno sta estendendo il suo controllo in modo molto netto e deciso. Non vorrei però sembrarle troppo pessimista. Da questo giogo ci si può anche liberare.
A che cosa si riferisce?
Alla Chiesa, evidentemente! La mia convinzione, che cerco di esprimere in modo sommesso perché potrebbe provocare la dura reazione di Pechino, è che i cattolici stanno vincendo. Con pazienza e tenacia stanno conquistando significativi spazi di libertà. Il governo comunista controlla le strutture, non più i cuori e le menti dei fedeli. Dopo tanti anni di separazione forzata in Cina la Chiesa cattolica di fatto è ormai una sola, tutti vogliono stare uniti al Papa.
Chiesa ufficiale e Chiesa sotterranea rimangono però ancora distinte. Che cosa manca alla piena riconciliazione?
L'ostacolo è, come sempre, il controllo esercitato dal Partito. Mi spiego. La Chiesa ufficiale cinese fa capo a due grandi strutture, la Conferenza episcopale e l'Associazione patriottica dei cattolici, che in realtà è la longa manus del Partito comunista per controllare la Chiesa. La Conferenza episcopale da due anni è senza presidente, dopo la morte del titolare non riescono a trovarne uno che sia "affidabile". Il capo dell'Associazione patriottica, il vescovo di Pechino Michele Fu, è malato e soprattutto è molto screditato agli occhi dei fedeli. Insomma, le due strutture sono senza vertice. Chi comanda è il signor Liu Bai Nie, il segretario esecutivo dell'Associazione patriottica. Ma è un padrone che rischia di rimanere senza seguito.
Che cosa è successo?
Molti vescovi, nominati dal governo di Pechino, non avevano pace nel loro cuore e desideravano essere riconosciuti dalla Santa Sede. A partire dagli anni Ottanta Giovanni Paolo II, con grande generosità, ha accolto tali richieste. Attualmente l'85% dell'episcopato della Chiesa ufficiale cinese ha ottenuto la legittimazione dal Vaticano. Ormai i vescovi che non sono approvati da Roma si sentono emarginati, sono rifiutati dal clero e dai fedeli. La cosa nuova è che, mentre in passato erano i vescovi già nominati dal governo a chiedere l'approvazione pontificia, adesso sono i candidati all'episcopato della Chiesa ufficiale che si preoccupano d'avere la nomina della Santa Sede. È una situazione interessante ma non priva di rischi in quanto non sempre il candidato scelto dal governo è il nome ideale per il Vaticano.
La Santa Sede ha ribadito recentemente la disponibilità ad allacciare rapporti diplomatici con la Cina comunista, rompendo con Taiwan e trasferendo il nunzio da Taipei a Pechino. Siamo vicini ad una storico a ccordo?
La Chiesa universale è attenta ai milioni di fedeli della Cina comunista ed è pronta a compiere un passo molto doloroso. Dobbiamo spiegare bene ai fedeli di Taiwan che non è un tradimento ma una necessità imposta dalle cose. Insomma, non è una decisione da sbandierare a cuor leggero. E poi, cosa ci viene dato in cambio? Il governo di Pechino è pronto a concedere la libertà religiosa? Questo è il punto.
Qual è la sua impressione?
Io noto che, mentre il Vaticano spinge per un accordo, i comunisti cinesi non hanno alcuna fretta. Prima vogliono sistemare alcuni problemi, ad esempio le nomine episcopali in molte diocesi che sono vacanti. Ed ho l'impressione che l'Associazione patriottica tenterà di piazzare i suoi uomini per contrastare le nomine che ha dovuto subire negli ultimi tempi, come quella del vescovo ausiliare di Shanghai. Non vedo un'intesa dietro l'angolo, ci vuole ancora tempo.
È vero che Papa Wojtyla le chiese aiuto per compiere un suo grande desiderio, quello di visitare la Cina?
Era l'inizio del 1997, conversammo a lungo ed il Santo Padre non faceva altro che ripetere: voglio andare in Cina! Ma io, risposi, non posso fare nulla! Si parlò di un possibile viaggio a Hong Kong per la conclusione del Sinodo asiatico. Ma il governo di Pechino disse subito di no.
La Cina ha sempre più peso e prestigio sulla scena internazionale, è entrata nella Wto ed ospiterà le Olimpiadi nel 2008. Tutto questo può influenzare positivamente i rapporti con il Vaticano?
Non c'è una risposta univoca. La Cina non dev'essere isolata, d'accordo. Ma dobbiamo valutare attentamente gli effetti delle aperture internazionali. Ad esempio, quando Pechino organizzò i Giochi asiatici non ci fu una ventata di libertà. Anzi, ci furono vescovi e preti incarcerati. Ed ancora oggi le repressioni continuano contro i cattolici e i dissidenti.
Eccellenza, lei è sceso in piazza un mese fa insieme con i dimostranti che vogliono la piena d emocrazia per Hong Kong. Non teme l'accusa di coinvolgere la Chiesa in questioni strettamente politiche?
Mi ascolti bene: la Chiesa cattolica di Hong Kong ha preso parte alle manifestazioni di due anni fa contro il famoso articolo 23, il progetto di misure anti-sovversive che limitavano fortemente la libertà dei cittadini e delle associazioni e che alla fine fu ritirato. Adesso c'è in gioco la questione del suffragio universale. Secondo la Legge fondamentale (la mini-Costituzione di Hong Kong, ndr) poteva essere introdotto in modo graduale entro il 2008. Ma le autorità hanno bloccato tutto proponendo un pacchetto di riforme che non ha alcun nesso con il suffragio universale. Io ho voluto semplicemente porre una domanda e l'ho fatto pubblicamente: quando potremo arrivare a questo obiettivo? Avete detto: non ora. Va bene, accettiamo. Ma vogliamo sapere quando. È un diritto dei cittadini, un diritto che la Chiesa non può non difendere.
LAOS Oltre la persecuzione, segnali di rinascita cristiana
«La nostra speranza sono i giovani»
di Gabriele Ripamonti
[PIME]Piccoli, timidi segni di rinascita in un contesto politico che rimane difficile: è questa la fotografia della situazione ecclesiale in Laos, Paese «lontano» non solo geograficamente, ma anche dalla ribalta mediatica. E così le uniche notizie che arrivano dal Laos spesso riportano fatti di persecuzione anti-cristiana e di restrizione della libertà religiosa. L’ultimo caso è di qualche settimana fa: l’8 dicembre scorso il governo ha inaspettatamente ritirato il permesso di celebrare quella che sarebbe stata la prima ordinazione sacerdotale negli ultimi trent’anni (dopo quella di monsignor Jean Kham* sé Vithavong, missionario oblato di Maria Immacolata, oggi vicario apostolico di Vientiane, avvenuta il 25 gennaio 1975). Sopho* ne Vilavongsy, 32 anni, laotiano, anch’egli missionario oblato, dovrà aspettare ancora. E con lui un’intera Chiesa, numericamente esigua ma vivace, nono* stante trent’anni di regime comunista e di ostilità all’attività missionaria.
Il recente Rapporto sulla libertà religiosa nel mondo, pubblicato a novembre dal Dipartimento di Stato Usa, indica che il Laos soffre di una persistente dicotomia in termini di politica religiosa: se la Costituzione garantisce libertà di religione, nella pratica non mancano fatti e prese di posizioni delle autorità che - con arresti, condanne, imprigionamenti e blocchi all’azione evangelizzatrice - smentiscono la libera attività di culto. Ad oggi - denuncia il Rapporto Usa - sono cinque le persone detenute per motivi religiosi: si tratta di esponenti della Lao Evangelical Church (Lec), una denominazione protestante non riconosciuta dal governo. Anche due cristiani locali condannati lo scorso luglio - come riferito dal Mo*vi*mento laotiano per i diritti umani (Mldu) - sono stati condannati a tre anni di carcere per non aver rinunciato alla loro fede. E non è stata questa l’ultima discriminazione perpetrata contro la minoranza cristiana (poco più di 100 mila fedeli, di cui 45 mila cattolici): come riportato in agosto dall’agenzia BosNewsLife, Phou* thone Chansombat, un protestante del villaggio di Tao Tan ha dovuto rinunciare pubblicamente alla sua fede per diventare capo-comunità.
Questi fatti non devono però indurre a pensare a uno stato continuo di violente o esplicite persecuzioni: come spiega anche il Rapporto sulla libertà religiosa 2005 di Aiuto alla Chiesa che soffre, «le restrizioni variano secondo la religione e le zone del Paese. Nelle città maggiori i cittadini sono liberi di praticare la loro religione e non si registrano episodi di violenza».
Per questo, probabilmente, la vita dei cattolici scorre relativamente tranquilla a fianco del grande fiume Mekong, che bagna da nord a sud il Laos: infatti, essi abitano prevalentemente nei grandi centri urbani lungo il corso d’acqua, in particolare al centro (nel vicariato di Vientiane, la capitale, e in quello di Savan* nakhet) e al sud (Paksé). In queste tre città è attiva quella che è una delle ultime creature della Chiesa laotiana: il Gruppo dei servi, un’associazione giovanile nata nel 1999 nella capitale, su iniziativa di un gruppo di ragazzi che frequentavano la Messa festiva alla cattedrale di Vientiane. Preghiera, canti nello stile di Taizè, servizio ai poveri e aiuto agli anziani più disagiati sono - lo racconta l’agenzia Eglises d’Asie dei Mep - i tratti di questo gruppo, che da Vantiane si è espanso anche a Paksé e a Savannakhet. Tanto da far dire a monsignor Vithavong che i «giovani sono la nuova fonte di energia che ridarà vita alla Chiesa del Laos: il nostro futuro dipende da loro».
Sempre opera dei giovani è l’apertura e l’inculturazione nei confronti delle minoranze etniche, ad esempio, i hmong e i khum. Infatti, sebbene la maggioranza dei fedeli sia di origine vietnamita, tra le etnie minoritarie (nel Paese sono in tutto 47) non mancano i cattolici. È il caso di quel gruppo di giovani khum che gravita attorno alla cattedrale di Vientiane: nato nell’agosto del 2004, oggi - secondo quanto riferisce AsiaNews - conta una quarantina di membri, impegnati nel declinare in lingua khum i contenuti della fede cristiana. Hanno già tradotto le preghiere tradizionali, composto alcuni inni sacri in lingua locale, e stanno per tradurre alcuni brani del Vangelo.
La situazione più difficile per la Chiesa del Laos è quella nel vicariato di Luang Prabang, nel nord: qui, su 1 milione 248 mila abitanti, i cattolici sono solo 3.500 distribuiti in 6 parrocchie e assistiti dall’unico sacerdote, mons. Tito Bachong Tho* pahong. Il quale riassume in sé molti tratti della Chiesa laotiana, visti i sei anni e mezzo trascorsi in carcere, l’ultima volta (5 mesi) nel 1998. Ancora oggi mons. Thopahong non può svolgere liberamente il suo ministero, dato che gli è impedito di risiedere stabilmente a Luang Prabang, dove può solo recarsi di tanto in tanto.
Da questo si può ben capire la grande novità che ha impreziosito la celebrazione della Pasqua dello scorso anno, quando le autorità locali hanno concesso a mons. Thopahong di erigere una chiesa a Ban Pong Vang, nella provincia settentrionale di Xayaburi, per le 86 famiglie cattoliche del villaggio. Un fatto storico, visto che questa è stata la prima chiesa cattolica costruita dal 1975, da quando cioè il partito comunista Pathet Lao ha preso il potere in Laos, espellendo tutti i missionari e perseguitando le religioni. Stagione in parte conclusasi nel 1991, quando il su* bentrante Partito rivoluzionario del popolo laotiano ha avviato un’operazione di «democrazia centralizzata», che è poi la situazione nella quale opera attualmente la Chiesa. Oggi la Chiesa cattolica conta 123 parrocchie, suddivise in 4 vicariati guidati da 3 vescovi; vi prestano servizio 14 sacerdoti e 76 religiose. Gli istituti religiosi stranieri sono off limits: esistono case di formazione (suore Amanti della Croce, vietnamite, e suore della carità di santa Giovanna Antida Thouret, francesi), ma accolgono soltanto ragazze locali.
Parlando di Laos e di missione, comunque, non è possibile dimenticare la figura di un grande evangelizzatore, quale mons. Marcello Zago, degli oblati di Maria Im* ma* colata. Nativo della provincia di Treviso, classe 1932, nel 1959 partì per il Laos, dove - con un intermezzo di studi a Roma - rimase fino al 1975. Durante la sua esperienza laotiana Zago - che in seguito assumerà un ruolo centrale nell’azione di dialogo interreligioso promossa da Giovanni Paolo II, organizzando lo storico incontro di preghiera ad Assisi nel 1986 - diventa un profondo conoscitore del buddhismo, sul quale scriverà decine di articoli specialistici, e un instancabile animatore dell’impegno missionario ad gentes. Tanto che negli ultimi tre anni di vita (è morto nel 2001) padre Zago, che dal 1986 al 1998 ha pure ricoperto l’incarico di superiore generale della sua congregazione, divenne arcivescovo e segretario della Congre* gazione per l’evangelizzazione dei popoli.
Sulla sua vita e il suo operato padre Piero Gheddo ha scritto un appassionato volume, Marcello Zago. Una vita per la Missione, Edizioni Omi). Da quelle pagine emerge la statura culturale, la delicatezza umana e l’impegno a tutto campo del missionario, la sua profonda spiritualità mista a una grande capacità dialogica. In una parola, il profilo di un «gigante» della missione dei nostri tempi.
Venerdì 6 Gennaio 2006
IRANLa testimonianza di un evangelista dall'Iran
(MNN) - Proprio mentre il governo iraniano sta ponendo restrizioni sulle attività cristiane, è accaduto qualcosa di incredibile. L'evangelista Sammy Tippit dice che sono stati informati che la più prestigiosa università iraniana ha pubblicato la sua biografia. Ancor più sorprendente è il fatto che l'articolo è stato tratto dal sito del loro ministero. "Hanno lasciato l'articolo tutto per intero, la mia conversione, come Cristo ha cambiato la mia vita e tutto quello che ha fatto, e l'hanno inserito in questa rivista e poi messo in rete e distribuito legalmente nella repubblica islamica dell'Iran." Il seme del Vangelo è stato seminato. Tippit richiama alla preghiera. "Il Presidente dell'Iran ha posto restrizioni su tutto ciò che è occidentale. E' un integralista, eppure, in qualche modo Dio ha aperto la porta della più prestigiosa università della nazione, e ci ha peesso di portare il Vangelo nel paese.
Eritrea: Ancora arresti tra i protestanti
[ICN-News/CD 07/01/06]
Nelle ultime due settimane la polizia di Asmara ha arrestato almeno 40 cristiani evangelici, alcuni dei quali pastori, anziani di chiesa e membri influenti, che sono stati prelevati dalle loro abitazioni e uffici. L'azione repressiva è iniziata la mattina del 22 dicembre quando le forze dell'ordine hanno arrestato alcuni leader della Chiesa del Dio Vivente, insieme con alcuni pastori ed anziani delle chiese Pieno Vangelo, Rema, Alleluia e Filadelfia.
il vero scandalo è che di queste cose alla tv non si sente nulla :muro:
7 Gennaio 2006
INDONESIA
Identificato uno dei terroristi della strage al mercato di Poso
di Benteng Reges
La persona sospettata si chiama Mulyana. Polemica sulla task force creata dal governo per risolvere il problema delle violenze nelle Sulawesi Centrali. "Schegge impazzite" dell'esercito accusate di coinvolgimento negli scontri interreligiosi.
Jakarta (AsiaNews) - La polizia ha identificato uno dei possibili esecutori dell’attentato in un mercato che la scorsa settimana ha provocato 8 morti e 50 feriti. La persona sospettata si chiama Mulyana, ed è in possesso di una carta di identità di Palu, ma non è residente nella città. La polizia è sulle tracce anche di un altro uomo, responsabile dell'attacco.
L'ispettore generale Paul Purwoko ha dichiarato che la polizia ha costruito l’identikit grazie alla collaborazione di almeno 59 testimoni oculari. Purwoko non ha però chiarito ulteriori dettagli né circa i 2 sospettati né sulle ragioni che hanno portato all’attentato nel mercato frequentato da cristiani. Per risolvere il problema delle violenze, il governo indonesiano ha formato un “Comando per le operazioni di sicurezza nelle Sulawesi Centrali” agli ordini di Purvoko. Questa speciale task force condurrà operazioni di intelligence e sicurezza a Palu e Poso, con un mandato rinnovabile di tre mesi. A breve giungeranno nelle Sulawesi 1100 poliziotti, che si aggiungeranno ai già presenti 5 mila forze di sicurezza, compresi 2 mila soldati.
La scelta è stata accolta con scetticismo da molti politici, leader religiosi e civili. Esponenti di spicco, fra cui l’influente musulmano (ex presidente) Gus Dur, ritengono che la nuova task force sarà inutile senza un intervento diretto del presidente Susilo Bambang Yudhoyono per garantire l'indipendenza della commissione che deve far luce sui veri responsabili del conflitto.
Attivisti , leader religiosi e abitanti della zona denunciano da tempo le mancanze delle autorità politiche e poliziesche a condurre profonde indagini sui fatti delle Sulawesi Centrali. Si sospetta che la mancanza di risultati serve a coprire responsabilità dell'esercito nel conflitto. Alcune “schegge impazzite”, agendo di propria iniziativa, hanno soffiato sul fuoco sopito delle violenze interreligiose di quegli anni. Uno dei tre cattolici condannati a morte per quegli scontri ha di recente fatto il nome di 16 persone responsabili, ma la polizia non ne ha ancora resi pubblici i nomi.
In un’intervista pubblicata sul quotidiano indonesiano, Jakarta Post, Muspani, membro del Consiglio di rappresentanti regionali delle Sulawesi Centrali, è convinto del contributo di alcuni militari nel provocare il conflitto. Muspani, anche a capo di un gruppo per raccogliere prove dirette su quei fatti, ribadisce che le ultime violenze nelle Sulawesi non hanno nulla a che fare con l’odio religioso.
“Il presidente - continua – deve valutare attentamente la trasparenza di esercito, polizia e intelligence”. Muspani spiega che nella zona “sembra che certo personale della sicurezza stia portando a termine una missione”. Circolano voci che un gruppo del gen. Wiranto, ex comandante dell’esercito indonesiano (Tni) stia giocando un ruolo importante nei disordini. “Perché - si chiede Muspani - l’attuale comandante del Tni generale Sutarto - conosciuto come un fedele di Wiranto -non ha fatto nulla per aiutare la polizia ad identificare i nomi di chi è dietro le violenze?”.
Tra le Organizzazioni non governative che hanno espresso la loro preoccupazione ci sono l’Associazione indonesiana per l’assistenza legale (Aial) e l’Associazione per i diritti umani (Adu). Henry Simarmata, attivista dell’Adu, ha dichiarato che i processi devono essere fatti da procuratori e giudici civili. “Il governo ha dato grandi poteri al Comando per la sicurezza nelle Sulawesi Centrali – ha detto - ma il comando non ha l’autorità di processare i sospetti”.
Widoto Adi Sutjioto, ministro della sicurezza e degli affari legali e politici, ha dichiarato il 5 gennaio in una conferenza stampa a Jakarta che la situazione a Poso e Palu è complessa e “non è possibile risolvere il problema con l’utilizzo delle strutture ordinarie”. “Speriamo che il Comando per la sicurezza nelle Sulawesi Centrali – continua - riuscirà a risolvere i casi di violenza in questa area”. Widoto ha rilasciato queste dichiarazioni dopo un incontro speciale con il generale Endriartono Sutarto, capo della polizia, il generale Syamsir Siregar, capo dell’intelligence e il generale Mohamad Maruf, ministro dell’interno.
il vero scandalo è che di queste cose alla tv non si sente nulla :muro:
beh,spesso a su A sua immagine,negli angelus del papa e su protestantesimo (quando non parlano dei valdesi) saltano fuori.Sui tg (dx e sx,rai,mediaset e la7) meglio invece calare un velo pietoso,ma vabbè sono giustificati perchè già se fanno vedere il papa è considerato da una certa parte un attentato allo stato laico (naturalmente escluso quando il papa dice ciò che a loro fa comodo).
:mbe:
ma fammi il favore....:muro:
mi pare che gli antichi greci o i romani o gli egizi erano MOLTO più avanzati sotto TANTISSIMI aspetti rispetto all'europa medioevale...
vuoi dunque attribuire la responsabilità di questo periodo oscuro TOTALMENTE al cristianesimo???
Ah certo,infatti non fosse stato per i monasteri (posti proprio laicisti e anticlericali :asd: ) la cultura occidentale antica si sarebbe proprio salvata e oggi la si studierebbe eccome :asd:
E cmq caro il tuo bel luogo comune che il medioevo "laico" (nel senso di non religioso,non laiscita!) fosse totalmente oscuro è tranquillamente stata smentita da studiosi di storia medioevale e non smontando molti luoghi comuni inventati dall'Illuminismo (o meglio,da una parte di esso).
Il prosciutto è fatto per essere mangiato,non per essere usato come occhiali!
a bhe ricordiamoci anche del periodo dell'inquisizione, per non parlare di galileo galilei, il potere temporale dei papi, imbrogli e intrighi sviluppati con mezza europa...
non per questo il medioevo era dove la chiesa aveva molto potere e sono stati definiti gli anni bui, da notare questo solo in europa chissa perche'.
E poi mi vuoi affermare che la religione cristiana non e' ipocrita? perche non accettare un amore gay? quanti esempi vuoi che ti faccia? vogliamo parlare delle ultime dichiarazioni del papa? oppure di quando la chiesa sapeva tutto sugli ebrei e non ha mosso un dito? oppure quando i preti dicevano alla gente che i comunisti mangiavano i bambini?
quanti esempi vuoi?
Non sono contro la religione, se qualcuno ha voglia di credere in qualcosa perche' non riesce a trovare spiegazioni, e' libero di farlo... ma dirmi che la religione parla di cose buone o predica cose buone ce ne vuole partendo dal fatto che parla di fare beneficenza invece le chiese sono piene di sfarzi, i monaci buddisti parlano di beneficenza e vivono di quella... infatti non possono possedere niente a parte il loro vestito particolare!
La religione e' qualcosa che serve alla maggior parte degli uomi per avere una direzione nella vita, per le persone insicure che non sanno cosa sia giusto o sbagliato, e a dare una spiegazione a tutto cio' che e' ancora inspiegabile, ecco cosa abbraccia la religione ne piu' ne meno. 3000 anni fa c'era il culto del dio fuoco, del dio fulmine, del dio sole... semplicemente perche' tutte queste cose facevano parte della sfera del paranormale. tanto piu' tu che sei esperto di chiesa mi spieghi perche' la chiesa e' stata fondata dall'apostolo PIETRO, e non da gesucristo in persona? gesu non mi sebra di aver parlato di un organizzazione gerarchica... ma parlato solo di portare la sua parola nel mondo
Compliementi,oltre per la solita dimostrazone di cultura (:asd: ) religiosa,pure per la corenza e per il rispetto che provi per oltre un miliardo e mezzo di persone.
Il vostro problema non è la mancanza di conoscenza religiosa,bensì la maleducazione.Come da sign non mi sprecherò a continuare a rispondere a certe dimostrazione d'ignoranza.
Filippine, comunità cristiane chiedono indagini su esecuzioni sommarie
[Agenzie 09/01/06]
Una delegazione internazionale della Chiesa metodista unita chiede giustizia per garantire le “minacciate libertà civili”.
Manila – Una delegazione internazionale di esponenti della Chiesa metodista unita ha chiesto al governo filippino di fare luce sulle numerose esecuzioni sommarie di operatori religiosi, attivisti per i diritti umani e giornalisti nel paese.
Il 6 gennaio scorso, i membri della delegazione - da Stati Uniti, Europa, Africa, Russia e Filippine - hanno incontrato i rappresentanti dell’ambasciata Usa, quelli di governo, esercito, Ong e le persone vittime dirette di violenze. Gli intervenuti hanno sottolineato l’urgenza che il presidente, Gloria Macapagal-Arroyo, si impegni in modo deciso nel preservare le libertà civili nel paese. All’incontro erano presenti anche alcuni membri delle Chiese metodiste locali, che hanno accusato esercito e polizia di essere responsabili della morte dei loro cari. I militari - secondo quanto si legge nel comunicato stampa emesso dalla delegazione - hanno respinto le accuse.
Lo stesso comunicato ricorda, comunque, che “a causa dell’alto livello di paura e intimidazioni tra le vittime, risulta difficile identificare i responsabili, i quali rimangono per lo più impuniti”. “Questo - continua - è una minaccia alla qualità della vita civile nelle Filippine”.
Nel suo rapporto annuale sulla libertà di stampa nel 2005, Reporter senza frontiere (Rsf), ha inserito le Filippine al secondo posto, dopo l’Iraq, come paese più pericoloso per i giornalisti. L’anno scorso il bilancio dei morti è stato 7. Rsf aggiunge poi che i rischi non vengono più da gruppi armati ma da uomini politici, uomini d'affari e trafficanti “pronti a tutto per far tacere i giornalisti che indagano sulle loro pratiche illegali”.
9 Gennaio 2006
PAKISTAN
“Il governo deve intervenire, le leggi sulla blasfemia spaccano il Paese”
di Peter Jacob
La Commissione giustizia e pace chiede “l’abrogazione delle leggi discriminatorie” ed “un intervento deciso del governo”. “Ogni ritardo incoraggia gli estremisti a dividere il Paese in nome della religione”.
Lahore (AsiaNews) – La Commissione nazionale giustizia e pace, organo della Conferenza episcopale, ha organizzato una manifestazione “contro l’apatia del governo nel trattare i problemi sociali collegati alla legge sulla blasfemia ed alle ordinanze Hudood”.
La manifestazione si è svolta il 7 gennaio a Lahore, davanti al Circolo della stampa estera. I relatori hanno sottolineato “la riluttanza governativa a risolvere casi come quello di Sangla Hill [dove una folla di musulmani, in base ad un presunto caso di blasfemia, ha distrutto diverse proprietà di cristiani locali ndr] in accordo alle leggi vigenti”, che ha creato malcontento “in tutta la nazione”.
Le leggi e le ordinanze “sono discriminatorie” e “riducono la libertà religiosa dei cittadini pakistani, perché incitano gli estremisti alla distruzione ed alla violenza”. “Nonostante le ripetute promesse – hanno aggiunto – il governo non è venuto incontro alle richieste delle persone comuni”.
Molteplici le richieste al governo Musharraf: abrogare tutte le leggi discriminatorie ‘strumento di disarmonia sociale’; rendere pubblici i risultati delle inchieste sull’attacco a Sangla Hill ed a Shantinaghar [dove nel febbraio 1997 sono state distrutte circa 800 case e 13 chiese e feriti oltre 35 cittadini cristiani ndr]; punire i colpevoli dei 2 incidenti perché ‘ogni ritardo incoraggia i criminali a dividere la nazione in nome della religione’; promuovere l’armonia interreligiosa nel Paese con un reale intervento del governo nelle aree a rischio.
La cosiddetta legge sulla blasfemia corrisponde all’articolo 295, comma b e c, del Codice penale pakistano. Il primo riguarda le offese al Corano, punibili con l’ergastolo, mentre il secondo stabilisce la morte o il carcere a vita per diffamazioni contro il profeta Maometto. Dal 1996, anno in cui è entrata in vigore, decine di cristiani sono stati uccisi per aver diffamato l’islam, 560 persone sono state accusate, 30 sono ancora in attesa di giudizio. Molto spesso la legge viene utilizzata per eliminare avversari e nemici.
Le ordinanze “Hudood” si ispirano al Corano e puniscono i comportamenti incompatibili con l’Islam (quale l’ adulterio, il gioco d’azzardo, l’uso di alcol) anche con la flagellazione e la lapidazione.
Gli emendamenti approvati nell’ottobre 2004 prevedono solo pene più severe per i casi di omicidio d’onore (carcere a vita o pena di morte), ma spesso non vengono applicati.
04 gennaio 2006 - (ve) In Egitto, i Fratelli Musulmani - che rappresentano un vero e proprio spauracchio per i cristiani copti - hanno rafforzato la loro presenza nel governo in occasione delle recenti legislative. Essi hanno ora un rilevante numero di seggi in parlamento. La loro avanzata costituisce un chiaro rafforzamento del fronte islamico radicale. I cristiani, che costituiscono il 6-10% circa della popolazione egiziana (l'incertezza è data dall'assenza di statistiche precise), sono spesso emarginati, sono confrontati con numerose difficoltà e subiscono non di rado delle aggressioni. Nella valle del Nilo alcuni cristiani sono stati uccisi nel corso di recenti sommosse.
Quale sarà la situazione dei cristiani nell'Egitto di domani? Non si può tuttavia tacere il fatto che per la prima volta, dopo trent'anni, un cristiano è stato nominato governatore di una regione egiziana.
In Iraq sono i cristiani assiri a subire vessazioni. Cittadini iracheni, sono tra i più antichi abitanti del paese. L'arrivo degli americani ha avviato il difficile dialogo tra sciiti, sunniti e curdi. Ma i cristiani sono abbandonati a se stessi. E sono presi di mira da attentati e saccheggi. Sono sorte delle associazioni che cercano di difendere i loro diritti. Tra queste, si segnala l'Associazione per la salvezza degli Assiri (http://www.savetheassyrians.org/), di origine anglosassone, che cerca di far conoscere la situazione di pericolo in cui versano molte comunità cristiane e chiedono l'intervento della comunità internazionale
BIELORUSSIA. DUE PRETI CATTOLICI ESPULSI ALLA FINE DELL'ANNO
[ICN 10/01/06]
A due preti cattolici che hanno prestato servizio in Bielorussia per più di dieci anni è stato ordinato di lasciare il paese per la fine dell'anno 2005 perchè i loro visti religiosi non sono stati rinnovati.
Fr. Robert Krzywicki, prete della chiesa della Discesa dello Spirito Santo di Borisov a nord est della capitale Minsk, insiste che non ha commesso alcun crimine. Attribuisce la sua espulsione al suo lavoro fra i giovani, Cattolici e non, ed al ruolo attivo che ha avuto negli eventi ecumenici ed assistenziali nella città. Dice che con tali espulsioni sarà difficile alla Chiesa Cattolica mandare preti che comprendano i parrocchiani. "Ci vogliono circa cinque anni prima che un prete straniero impari la lingua, la cultura e la situazione", ha detto Krzywicki. "Quando un nuovo prete arriva dall'estero non può comprendere tutto ciò".
10 Gennaio 2006
PAKISTAN
Nella capitale del Kashmir “non c’è posto per i cristiani”
di Qaiser Felix
La denuncia viene dalla comunità cattolica di Muzafarabad, capitale della zona montuosa. Nonostante le promesse del governo non vi sono chiese né cimiteri. I morti “vengono gettati nel fiume”.
Muzafarabad (AsiaNews) – Nella capitale del Kashmir la comunità cattolica "non ha la possibilità di comprare case né terre, non può seppellire i suoi morti, non può neanche celebrare la messa di Natale perché non vi sono preti". Bahadar Masih, 65 anni, è un cattolico residente in questa zona montuosa, dove se fa freddo "non si può arrivare a piedi né ci si può spostare”.
“Nel pomeriggio del 25 dicembre – racconta – il parroco è riuscito a raggiungerci da Abottabad, il punto più vicino con un prete residente. Abbiamo celebrato la messa di Natale nella casa di uno di noi”. “Alcuni evangelici che vivono in zone vicine – racconta Liaqat Masih, 28 anni – ogni tanto vengono a trovarci, sia per le messe domenicali che in altre occasioni, ma questo è tutto”.
Il problema non si limita a questo. “Ci siamo trasferiti qui nel 1979 – sottolinea la signora Khurseed, impiegata municipale di 58 anni – perché il governo aveva promesso ogni agevolazione per noi. La promessa non è mai stata mantenuta”.
Padre Inayat Patras, parroco della chiesa cattolica di Abottabad, racconta ad AsiaNews come la promessa del governo sia arrivata “dopo una tragedia”. “L’ultima settimana di luglio – racconta - è morta una bambina cristiana in città, ma i genitori hanno dovuto affittare un camion per seppellirla in un villaggio del Punjub: qui non era loro permesso. Sul camion vi erano 12 familiari della piccola defunta ma, a causa di uno smottamento, il veicolo è precipitato in un fiume. Dei parenti, 6 sono morti nell’incidente, 2 sono morti affogati e gli altri sono tutti feriti”.
“Viviamo in case in affitto – riprende Khurseed – e non abbiamo chiese né cimiteri. La comunità musulmana non ci permette nemmeno di seppellire i nostri morti nei loro cimiteri”. “Per seppellire i nostri morti – conclude – dobbiamo viaggiare lontano, ma muoversi da qui comporta molti pericoli”. “Siamo costretti a gettare i cadaveri nei fiumi – ammette con dolore Perveen Riasat, 36 anni – perché non abbiamo alternative”.
“Abbiamo deciso di mettere in pratica un altro piano – continua il parroco – perché così non possiamo andare avanti. Troveremo dei buoni avvocati per ottenere il permesso di comprare terra e case. Troveremo anche dei finanziatori che possano donare i soldi necessari per fare tutto questo”. “Sono più di 30 anni – conclude p. Patras - che i cattolici vivono qui, ma il mondo deve sapere in che condizioni miserevoli”.
Un altro grave lutto sui campi di missione
BANGLADESH: BRUTALMENTE ASSASSINATO UN GIOVANE MISSIONARIO, LASCIA MOGLIE E BAMBINO DI CINQUE MESI
[ICN]Venerdì 6 gennaio, Laxman Das, di 25 anni, missionario della Gospel for Asia è stato brutalmente assassinato. La polizia ha trovato il corpo senza vita a 100 km da Dacca, ai bordi della superstrada che da Dangil porta alla capitale.
L'autopsia ha rivelato che lo sventurato giovane è morto in seguito ad una grave ferita alla testa. Laxman si era diplomato in teologia nel 2001 presso una delle scuole bibliche di Gospel for Asia e lavorava a tempo pieno per la missione. Aveva fondato una chiesa nel suo paese d'origine, nel nord del Bangladesh. Lascia la moglie ed un bambino di appena cinque mesi. Secondo un rapporto della missione, Laxman stava tornando a casa in corriera, quando fu costretto a scendere e ucciso. "In questo momento si sta celebrando l'Eid Festival [il tempo in cui i Musulmani celebrano quella che loro ritengono fosse la volontà di Abraham di uccidere il figlio Ismaele], ha commentato un funzionario della missione. "Questo è un posto dove non ci sono nè legge nè ordine, ed è qui che incidenti del genere di solito si verificano". Il Bangladesh è un paese a prevalenza musulmana (85%). Meno dell'1 % è cristiano. [ICN]
11 Gennaio 2006
PAKISTAN
Ritirata l’accusa di blasfemia contro il cristiano di Sangla Hill
di Peter Jacob
Il principale accusatore ammette di averlo denunciato sulla base “di un mero sospetto”. Firmato un documento di riconciliazione fra cristiani e musulmani.
Sangla Hill (AsiaNews) – Mohammad Saleem Kalu, l’uomo che aveva denunciato per blasfemia Yousaf Masih, cristiano di Sangla Hill, ha ritirato le accuse ed ha firmato un documento in cui dichiara l’uomo innocente. Saleem ha aggiunto di aver accusato il cristiano sulla base di “un mero sospetto”.
Era stata l’accusa di blasfemia lanciata contro Masih, un bracciante semi-analfabeta, a scatenare l'orda di circa 2 mila musulmani che il 12 novembre scorso ha attaccato, distrutto e bruciato 3 chiese cristiane, un convento, 2 scuole cattoliche, la casa di un pastore protestante e quella del parroco cattolico, un ostello per ragazze e alcune case di cristiani.
Il 2 dicembre i leader di alcuni gruppi religiosi islamici, riuniti per la preghiera del venerdì, avevano ribadito la condanna al cristiano e chiesto l’impiccagione pubblica dell’uomo.
Dopo il ritiro delle accuse i membri della comunità cristiana e quelli della comunità musulmana hanno firmato un “documento di pace e riconciliazione”. Entrambi i documenti sono stati preparati il 5 e firmati il 7 gennaio da 20 membri della comunità, 10 cristiani e 10 musulmani.
Il valore legale dei documenti deve essere ancora valutato, ma senza alcun dubbio stabilisce l’innocenza di Masih ed aiuta a chiarire alcuni dubbi nell’inchiesta ancora in corso sulle violenze del 12 novembre.
11 Gennaio 2006
INDONESIA
Incendiati a Poso cinque edifici pubblici
di Benteng Reges
Il grande incendio ha fatto seguito ad una esplosione davanti alla chiesa di Sion ed allo scontro a fuoco tra soldati e poliziotti.
Jakarta (AsiaNews) – Un incendio, di natura con ogni probabilità dolosa, ha distrutto la notte scorsa a Poso 5 edifici pubblici. Il fuoco, divampato intorno all’una di notte, è stato preceduto da un’esplosione, non grande, di fronte alla chiesa di Sion, al centro di Poso.
Gli incendi, che hanno colpito edifici che si trovano nel quartiere degli uffici pubblici, hanno distrutto gli uffici di Previdenza sociale, Tesoreria, Affari interni, Marittimo e della pesca.
Poche ore prima Poso era stato teatro anche di uno scambio di colpi d’arma da fuoco fra soldati e poliziotti, provocato, secondo le locali autorità di sicurezza, da una “incomprensione” fra ufficiali di basso grado.
Il comandante della sicurezza delle Sulawesi centrali, generale Paul Purwoko, che è cattolico ed è anche il portavoce della polizia nazionale, ha detto stanotte che si sta investigando sugli incendi, per i quali non si vede al momento quale possa essere la causa che ha innescato il fuoco, che è stato spento con difficoltà solo tre ore dopo. “Non abbiamo – ha aggiunto – indizi per capire se gli edifici sono stati incendiati intenzionalmente”.
Varie ipotesi vengono avanzate a Poso sull’incendio, divampato dopo lo scontro tra soldati e poliziotti e l’esplosione alla chiesa di Sion.
Sospetti vengono avanzati da residenti e non, dopo un’altra esplosione avvenuta stamattina davanti all’Ufficio per la risoluzione del conflitto di Poso. A proposito del quale la polizia si è limitata a far sapere che lo scoppio è avvenuto alle 8.30 locali (le 9.30 a Jakarta). Un testimone ha raccontato di aver visto due sconosciuti gettare qualcosa contro l’edificio. Anche se alcuni artificieri dicono che si è trattato solo di un mortaretto, il fatto ha sollevato domande tra gli abitanti.
Una buona notizia
ITALIA
CROCIFISSO: GETTO' SIMBOLO CRISTIANO DALLA FINESTRA, ADEL SMITH CONDANNATO A 8 MESI
PER TRIBUNALE DELL'AQUILA COLPEVOLE DI VILIPENDIO AL CATTOLICESIMO
Roma, 12 gen. - (Adnkronos) - Otto mesi di reclusione per vilipendio al cattolicesimo. E' la condanna inflitta dal giudice del tribunale dell'Aquila, Giuseppe Romano Gargarella, ad Adel Smith, presidente dell'Unione musulmani d'Italia, per aver lanciato dalla finestra il crocifisso della stanza dell'ospedale dove nel 23 novembre 2004 era ricoverata la madre con altri tre pazienti.
:yeah:
Sweet,Spirti,Bet,Gianpaolo...,scusate la mia gioia ma il crocifisso è anche un mio simbolo (insieme agli anglicani siamo l'unica denominazione protestante ad utilizzarlo):)
Il link dice tutto, kattoliko.it è uguale a disinformazione.it
Purtroppo castità prematrimoniale, discriminazione degli omosessuali e cose simili sono INVENZIONI della chiesa cattolica moderna. Le sacre scritture non ne parlano.
sentite una volta per tutte,che studi avete fatto?No perchè almeno noi poveri creduloni,bigotti,puritani,pietisti,missionari,... ci possiamo regolare con la vostre subblime "cultura" (a)teologica.
Cmq cari nelle facoltà di teologia,in special modo di corso esegetico e storico dalle costre uscite morirebbero d ardere ovunque e nemmeno vi penderebebro in considerazione perchè a parlare non è solo la scrittura (che cmq non è un libro piovuto dal cielo) bensì una lunga tradizione/i (certe espressioni ,simbologie e mdoid di descrivere sia nellabibbia,confessioni di fede e da personalità religiose non sono messe lì in modo casuale e/o per puro virtuosismo estetico!) di testimonianze (pagate anche con la vita) dalle sue origini fino ai giorni nostri.
Se non credete sono affari vostri e nessuno ha da ridire,ma almeno abbiate la decenza di finirla con il solito patetico autoerotismo teo-analfabetico.Poi non lamentatevi se nessun credente vuole dialogare con voi perchè sulle falsità e sugli attacchi all'altra parte non si crea e mai si potrà creare un vero dialogo edificante...
CUBA
Only ninety miles off the Florida Straits lies an island that stands as one of the last champions of communism. In 1959, Fidel Castro came to power threatening Cubans with socialism or death. In the 1960's, Castro labeled Catholics and Protestants "social scum" and forced both laypeople and clergy into labor camps under inhumane conditions.
Originally, Cuba was set up as an atheist state. In 1992 the constitution was changed to call it a "secular" state that guaranteed freedom of religion. However, that did not necessarily mean full freedom in actual practice. In 1999 evangelistic crusades were held for the first time since 1959. However, there were also reports of thousands of Bibles being burned that same year.
In 1998 the Pope was allowed to visit and in 2000 religious holidays were reinstated; actions which produced a certain amount of optimism. However, observers report a return to Communist orthodoxy.
In June 2003, the Cuban Parliament approved amendments to the constitution, making communism "irrevocable." According to Zenit, the Communist Party released a document in April 2003 calling on its members to work against the influence of the Catholic Church, specifically calling for "depapalization."
In its Spring 2005 report, the United States Commission on International Religious Freedom states that crackdowns on religious freedoms had increased in 2004. While religious restrictions in Cuba do not warrant the designation as a "CPC" (Country of Particular Concern), the country remains on the Commission’s Watch List because of violations of religious freedoms either tolerated or instigated by the government.
Church registration and state approval are required to build or renovate church buildings. Those organizations which do not maintain close ties with the governement do not receive the necessary approval. As a result, house churches are common; most of which are unregistered and therefore illegal. If there is a complaint against them, eviction or imprisonment could result.(The Voice of the Martyrs)
jumpermax
14-01-2006, 00:14
Ewigen 00:49:"sulle falsità e sugli attacchi all'altra parte non si crea e mai si potrà creare un vero dialogo edificante..."
Ewigen 01:05:"ALLA SALUTE DELL'ANTICLERICALISMO E DELLA SUO SOLITA INFAME INTOLLERANZA"
perchè qualche volta non ascolti i buoni consigli che dai al prossimo? :mbe:
Ewigen 00:49:"sulle falsità e sugli attacchi all'altra parte non si crea e mai si potrà creare un vero dialogo edificante..."
Ewigen 01:05:"ALLA SALUTE DELL'ANTICLERICALISMO E DELLA SUO SOLITA INFAME INTOLLERANZA"
perchè qualche volta non ascolti i buoni consigli che dai al prossimo? :mbe:
Con ideologie che parte dal presupposto di colpirci (dal fischio,rimozione di nostri simboli,diffamazioni ,fino a gravi episodi qui riportati) ovvio che il dialogo non ci potrà mai essere.Poi magari con queste persone su altri (campi (sport,auto,musica,tecnologia,...) si può dialogare e anche andare daccordo ma questo è un altro discorso.
Group Fears Massive Attacks against Christians in Western India
January 12, 2006, 11:49:03 AM
Country:[b] INDIA[7B]
BosNewsLife (01/12/06) - A group investigating religious persecution in India warned Thursday, January 12, that "extremist propaganda being used to promote a Hindu religious festival" has raised fears of attacks on Christians and Muslims in western India.
Christian Solidarity Worldwide said the slogan "Hindu Jago, Christi Bhagao" ("Arise Hindus, throw out the Christians") has been used by festival organisers to "stir up religious tensions" in the Dangs, a remote district of Gujarat state.
The Shabri Kumbh, a new religious festival that is due to be held February 11-13, has therefore caused "grave concerns" to Muslims and Christians in the area, CSW said. It said two separate fact-finding teams from a cross-section of civil society travelled to the Dangs to investigate the alleged intimidation.
"We could see the fear writ on the face of most of the Christians we met," the investigators were quoted as saying.
Next month's event reportedly aims to attract up to 500,000 people and is held to commemorate the mythological story of Shabri and Ram in which the latter kills the demon Ravana. The Hindu nationalist organisers of the festival have called for the same treatment for Christians, "describing it as a dangerous foreign faith," CSW added.
"The motives of this [festival] reek of rabid communalism and antipathy and physical hostility towards Christians. This area has been targeted by the Sangh Parivar for many years," added the Secretary General of the All India Christian Council and member of the Indian Government's National Integration Council in remarks published by CSW.
"The motives of this [festival] reek of rabid communalism and antipathy and physical hostility towards Christians. This area has been targeted by the Sangh Parivar for many years," he added.
The Dangs area is inhabited by tribal peoples, a small minority of whom are Christians and Muslims. Christianity has however been spreading among tribals and native missionaries are among those active there, BosNewsLife monitored.
Although most tribals in the region still practise animism, next month's festival will encourage them to "re-convert" to Hinduism, reports said. "A slogan on the main Hindu temple in the district is translated, 'Our resolve is to free the world from the ideologies of conversions and jihad'," CSW noted.
CSW partner, the All India Christian Council, has urged the Indians government and the State Government in Gujarat "to ensure that the festival takes place peacefully and without any harassment of Christians."
Coptic Christian deportations underway
January 14, 2006, 05:42:41 PM
Coptic Christian deportations underway
Canadian Christianity
By David F. Dawes
THE DEPORTATION of 20 Egyptians from Canada has begun, and advocates for the group insist that they will be placed in severe danger if they are returned to Egypt.
The deportees, all of whom are Coptic Christians affiliated with the Church of Virgin Mary and St. Athanasius in Mississauga, tried unsuccessfully to obtain refugee status in this country.
Meanwhile, some Canadians have taken up their cause. They insist that the claimants will be subjected to discrimination by Egyptian authorities, and will be targeted by some of the country's Islamic extremists.
The case has drawn some prominent media coverage. According to the January 4 National Post, the claimants maintain they are facing a perilous future: "Mina, a refused claimant who asked that his real name not be used, said he was stabbed multiple times in a 1998 confrontation with a group who later burned his welding shop in Alexandria."
A group of Muslims, Mina told the Post, "called me at home, and they said: 'We're going to kill you.'" Further, "[They] told my brother-in-law, 'We know he's coming back soon, and we're ready for him.' I don't know what's going to happen to me, but I know I'm not going back to my home.'"
Such fears are confirmed by Majed El Shafie, who heads the Toronto-based One Free World International. A one-time Muslim, he maintains that he was tortured by Egyptian government authorities some years ago for advocacy on behalf of persecuted Christians.
In a report issued to immigration authorities, El Shafie declared: "I have no previous or direct personal knowledge of any of the Claimants. The facts as provided to me are credible and consistent with the treatment of Coptic Christians in Egypt and indicate a well-founded fear that the Claimants' return to Egypt will result in the possibility of torture, risk to life, or risk of cruel and unusual treatment or punishment.
"In all of these cases, the threats and violence against the Claimants was instigated or perpetrated by various Islamic fundamentalist individuals or groups and, with the exception of one case implicating the State Security Intelligence of Egypt (SSI), do not involve violence perpetrated directly by government agencies.
January 13, 2006, 11:52:34 AM
Country:VIETNAM
Prisoners of faith
By CINDY OTT
Thetandd
We should be grateful every day that we live in a nation that allows Christians to worship freely. This is not the case in many countries, where Christians are being persecuted for worshipping.
This may be difficult for many Americans to understand, but it is a truth and one that we should not ignore, thinking that it does not affect us. We are told in Hebrews 13:3: “Remember those in bonds and those who are ill-treated as though you were there with them.”
Some of “those in bonds” are Dr. Rebekka Zakaria, Eti Pangesti, and Ratna Bangun, Sunday school teachers sentenced to prison for five years in 2005 for teaching Indonesian children about Jesus.
As a wife and mother, I think of how it must be for them. I think they would have liked very much to spend Christmas with their families. That did not happen. Although I do not know the specific conditions of their internment, I know it is probably much worse than any prison in the United States. Are they getting enough food? Probably not.
Are they getting medical care? Probably not. Are they being hurt? I hope not.
Yet, despite their circumstances, I believe that they are being faithful to the Lord who has called them.
Then, there is a 64-year-old pastor, Moon Seong Jeun, an underground church leader in North Korea who was recently arrested, along with family members and church members. In North Korea, entire families including children can be arrested and sent to prison camps if one family member worships Christ.
No one worships openly in North Korea or they would be immediately arrested, so worshippers attend home churches.
It is so sad to me that in North Korea, no distinction is made regarding the elderly and the young. It is much more difficult for the frail bodies of the old and the undeveloped bodies of the young to withstand the extremely harsh conditions in prison camps. A former prisoner in North Korea said that some prisoners were starved until their joints separated. He said that when they were buried, they were very light and easy to carry.
As we reflect on our blessings and look forward to what will happen in 2006, let’s keep in mind those who are enduring in prisons throughout the world, suffering for their religious beliefs.
ARABIA SAUDITA
Saudi Professor of Islamic Law on Saudi TV Exhorts Muslims to "Positive Hatred" of Christians
By: Memri TV
Sheikh Abd Al-Aziz Fawzan Al-Fawzan, a professor of Islamic law at Al-ImamUniversity, who frequently appears on Saudi TV recently made anti-Christian comments on Saudi Al-Majd TV.
He told his audience to hate anyone "who worships Christ, son of Mary" and added that "whoever says 'I don't hate him [i.e. a Christian]' is not a Muslim..." He went on to explain that such an attitude "is not racism" since the Christian is not hated "because of his color, gender, blood, country, or because he is American, European, Chinese, or Asian," and stipulated that this hatred should be "positive hatred" that guides and reforms.
TO VIEW THIS CLIP, VISIT: MEMRI TV
Following these statements are excerpts from other interviews from the past year, including Al-Fawzan's views on the tsunami which he says was Allah's punishment for homosexuality and fornication at Christmas; a call by Al-Fawzan to Iraqis to do their individual duty and wage Jihad; and his views on a woman's ability to drive and lead prayers:
Muslims Must Hate Christians With "Positive Hatred" - December 16, 2005, Al-Majd TV
Al-Fawzan: "Someone who denies Allah, worships Christ, son of Mary, and claims that God is one third of a trinity - do you like these things he says and does? Don’t you hate the faith of such a polytheist who says God is one third of a trinity, or who worships Christ, son of Mary?
. . ."This is not racism, my brother. We don't hate a polytheist because of his color, gender, blood, country, or because he is American, European, Chinese, or Asian. They are our partners in humanity. An American Muslim may be better in Allah's view than all the Arabs."
. . ."But if this person is an infidel - even if this person is my mother or father, God forbid, or my son or daughter - I must hate him, his heresy, and his defiance of Allah and His prophet. I must hate his abominable deeds. Moreover, this hatred must be positive hatred. It should make me feel compassion for him, and should make me guide and reform him."
alcune considerazioni.
- il precedente al mio è il 160° reply della persona che ha aperto il 3d.
- il mio è il 128° reply di TUTTI GLI ALTRI messi insieme.
- la seconda persona a postare di più nel 3d ha scritto meno di UN DECIMO dei messaggi di chi ha aperto il 3d.
adesso due domande:
- che senso ha un 3d in cui posta praticamente una persona sola?
- posso tenere anche io su questo forum un mio piccolo blog in cui, parlando di storia politica e attualità, "me la suono e me la canto" ?
nb: faccio notare che non ho minimamente menzionato l'argomento specifico del 3d, nel merito del quale ovviamente non mi pronuncio.
alcune considerazioni.
- il precedente al mio è il 160° reply della persona che ha aperto il 3d.
- il mio è il 128° reply di TUTTI GLI ALTRI messi insieme.
- la seconda persona a postare di più nel 3d ha scritto meno di UN DECIMO dei messaggi di chi ha aperto il 3d.
adesso due domande:
- che senso ha un 3d in cui posta praticamente una persona sola?
- posso tenere anche io su questo forum un mio piccolo blog in cui, parlando di storia politica e attualità, "me la suono e me la canto" ?
nb: faccio notare che non ho minimamente menzionato l'argomento specifico del 3d, nel merito del quale ovviamente non mi pronuncio.
[OT]alcune considerazioni:
-quelli sulle manifestazione e vescovi della tanzania sono gli ennesimi thread a per attaccare una cosa cui sta sui cosidetti ai soliti
-chi li apre sono le solite persone
adesso alcune domande
-che senso ha aprire un miriade di thread per dire le stesse cose
-possiamo noi poveri cristi(ani) postare ciò che ci succede e grazie all'amore e rispetto che dimostra la contropparte senza per forza aprire centinaia di thread?
ps:conta in questa sezione (ma anche la piazzetta) il numero di thread aperti teofobici e i thread aperti da noi e trai le conclusioni....
quindi tu crei questo 3d per fare da "contrappeso" (anzi meglio inquesto caso "contraltare" :D ) dei 3d che tu ritieni "anticristiani"?
è evidente che siamo davanti a un malinteso, un grosso equivoco.
Pensavo che il forum fosse un luogo di confronto, non di propaganda.
Un posto per confrontarsi, non un megafono delle opinioni di Tizio e di Caio (e anche di kaioh :asd: )
poco male, vorrà dire che anche io mi metterò ad aprire 3d in cui riporto notizie significative per me anche se forse totalmente indifferenti per altri.
sognavo tanto un mio piccolo blog personale a spese del Corsini :p
i Caio (e anche di kaioh :asd: )
ehm....questo è il mio primo post in questo thread, gli altri sono stati fatti da Ewigen :D
jumpermax
15-01-2006, 10:39
Con ideologie che parte dal presupposto di colpirci (dal fischio,rimozione di nostri simboli,diffamazioni ,fino a gravi episodi qui riportati) ovvio che il dialogo non ci potrà mai essere.Poi magari con queste persone su altri (campi (sport,auto,musica,tecnologia,...) si può dialogare e anche andare daccordo ma questo è un altro discorso.
Questa è completamente falso. Primo l'anticlericalismo non nasce col "presupposto di colpire" ma di difendersi da chi vuole trasformare la propria etica in legge di stato, eliminando, in nome delle propria fede, una serie di diritti civili. Secondo molti di questi movimenti, come ad esempio i Radicali, sono schierati da anni in difesa di quelle comunità cristiane che vengono perseguitate in giro per il mondo, quindi non si capisce come una persona possa anche solo accumunare delle persecuzioni vere, con un movimento di pensiero che ha come principio ispiratore la tutela delle minoranze e il diritto di scelta. Per cui vediamo: accomuni in modo diffamatorio, movimenti politici laici e liberali di casa nostra con regimi sparsi per il mondo che in comune possono avere solo il non far parte della chiesa (classico ragionamento dei gruppi chiusi, o siete con noi o siete quelli contro, capacità di confronto nulla)
li tacci di intolleranza senza nessun fondamento logico e poi sualla base di questo sostieni che sia cosa buona è giusta essere intollerante verso di loro.
I casi sono due: o non sai distinguere tra chi rivendica la laicità dello stato e la tutela dei propri diritti e chi invece reprime e persegue le minoranze religiose, o per te chiunque si opponga alla chiesa è un nemico e quindi non ha alcun diritto. Questo non solo stravolge il concetto di tolleranza (che implica l'accettazione di posizioni DIVERSE dalla propria, si da per scontato che quelle simili uno le sopporti) ma stravolge completamente il messaggio del vangelo che mi sembra abbastanza esplicito su questo punto...
quindi tu crei questo 3d per fare da "contrappeso" (anzi meglio inquesto caso "contraltare" :D ) dei 3d che tu ritieni "anticristiani"?
Per niente.
è evidente che siamo davanti a un malinteso, un grosso equivoco.
Pensavo che il forum fosse un luogo di confronto, non di propaganda.
Un posto per confrontarsi, non un megafono delle opinioni di Tizio e di Caio (e anche di kaioh :asd: )
Non mi risulta che vi siano state conversioni calcistiche,religiose,politiche,... grazie al forum.
Questa è completamente falso. Primo l'anticlericalismo non nasce col "presupposto di colpire" ma di difendersi da chi vuole trasformare la propria etica in legge di stato, eliminando, in nome delle propria fede, una serie di diritti civili.
Secondo molti di questi movimenti, come ad esempio i Radicali, sono schierati da anni in difesa di quelle comunità cristiane che vengono perseguitate in giro per il mondo, quindi non si capisce come una persona possa anche solo accumunare delle persecuzioni vere, con un movimento di pensiero che ha come principio ispiratore la tutela delle minoranze e il diritto di scelta. Per cui vediamo: accomuni in modo diffamatorio, movimenti politici laici e liberali di casa nostra con regimi sparsi per il mondo che in comune possono avere solo il non far parte della chiesa (classico ragionamento dei gruppi chiusi, o siete con noi o siete quelli contro, capacità di confronto nulla)
li tacci di intolleranza senza nessun fondamento logico e poi sualla base di questo sostieni che sia cosa buona è giusta essere intollerante verso di loro.
I casi sono due: o non sai distinguere tra chi rivendica la laicità dello stato e la tutela dei propri diritti e chi invece reprime e persegue le minoranze religiose, o per te chiunque si opponga alla chiesa è un nemico e quindi non ha alcun diritto.
ancora con l'equazione
pensiero laico =per l'abortista,per i matrimoni omo,eutanasia,niente crocifissi in aule,.... :doh:
Questo non solo stravolge il concetto di tolleranza (che implica l'accettazione di posizioni DIVERSE dalla propria, si da per scontato che quelle simili uno le sopporti) ma stravolge completamente il messaggio del vangelo che mi sembra abbastanza esplicito su questo punto...
Non mi risulta che chi in Italia radicali,UAAR,satanisti,No Gods,... siano stati incriminati perchè dicono di essere per l'eutanasia,droga,aborto,coppie omo,...
Tollerare l'esistenza di una parte opposta non vuol dire che con essa si deve per forza dialogare
jumpermax
15-01-2006, 11:34
ancora con l'equazione
pensiero laico =per l'abortista,per i matrimoni omo,eutanasia,niente crocifissi in aule,.... :doh:
Pensiero laico=lo stato non è confessionale e si rispettano i principi etici delle minoranze. Il bello è che tu ti vieni a lamentare di come nel mondo i cristiani non hanno libertà di vivere secondo la propria fede ed in casa nostra, dove i cristiani sono la maggioranza, ti sembra perfettamente normale che i principi etici cristiani siano legge per tutti. Quello che conta per noi è la tutela delle minoranze, a prescindere dalla loro fede. Per te invece le minoranze hanno diritti solo se cristiane...
Non mi risulta che chi in Italia radicali,UAAR,satanisti,No Gods,... siano stati incriminati perchè dicono di essere per l'eutanasia,droga,aborto,coppie omo,...
Stai ciurlando nel manico...nessuno è stao incriminato però la pesante intromissione del Vaticano nel nostro sistema politico per ottenere l'abrogazione della legge sull'aborto, per impedire il riconoscimento delle coppie di fatto, per impedire un alegge sull'eutanasia, non si può negare.
La presenza del Vaticano condiziona di fatto politicamente l'Italia e lede i miei diritti di persona laica (non atea, laica).
Torniamo it
January 15, 2006, 05:32:39 PM
Duncan Campbell
For the full article go to The Guardian
The Islamic cleric charged with soliciting murder and incitement to racial hatred told his followers that they had to train in order to "bleed the enemy", an Old Bailey jury heard yesterday. In videos shown to the court, he also described England as a "toilet" and suggested the Christian church was riddled with homosexuality, iniquity and black magic.
Sheikh Abu Hamza, the former cleric at the Finsbury Park mosque in north London, is pleading not guilty to nine charges of soliciting murder, four charges of inciting racial hatred and one of owning a document useful to a person committing or preparing acts of terrorism. He is pleading not guilty to all charges.
Yesterday the jury was shown two videos of Abu Hamza addressing an audience in the late 1990s.
"The first thing to do is be trained ... Every court is a target, ... You have to bleed the enemy whether you work alone or work with a group or you work with your family. Work has to be done. Then after you have done that, obviously you will be on the run."
On "bleeding the enemy," he told his audience: "Like you imagine you have only one small knife and you have a big animal in front of you, the size of the knife you can't slaughter him with this. You have to stab him here and there until he bleeds to death, until he dies ... This is the first needle, this is what the brothers in Algeria now are doing, they are bleeding them. This is the first stage of the jihad."
The trial continues.
BIELORUSSIA
Why Were Catholic Priests Expelled?
January 13, 2006, 09:26:05 AM
Forum18 (01/13/06) - The vice-chairman of the State Committee for Religious and Ethnic Affairs has told Forum 18 News Service that he is unaware of the recent expulsion of Polish Catholic priest Fr Robert Krzywicki (see F18News 22 December 2005 http://www.forum18.org/Archive.php?article_id=710 and 6 January 2006 http://www.forum18.org/Archive.php?article_id=713). Speaking from Belarus' capital Minsk on 12 January, Vladimir Lameko sounded surprised, asked for details and expressed doubt that the action could be politically motivated. He pointed out that since the Committee's new chairman, former Culture Minister Leonid Gulyako, was appointed only on 29 December 2005 and his own brief focuses upon nationalities issues, Forum 18 would do better turning to the Committee's legal expert, Aleksandr Kalinov.
Contacted the same day, however, Aleksandr Kalinov requested that any enquiry be sent by fax, which Forum 18 duly sent.
Prior to leaving Belarus on 27 December, Fr Robert Krzywicki told Forum 18 that, although he learnt of the decision to expel him from the deputy head of the Religious Affairs Committee for Minsk region, he believes it to have been taken by the central Religious Affairs Committee in the capital. There was no answer at the office of the Minsk regional Religious Affairs Committee when Forum 18 rang on 12 January 2006.
Until his departure, Fr Robert Krzywicki headed the Descent of the Holy Spirit Roman Catholic parish in Borisov [Barysaw], a small town approximately 60 km (37 miles) north-east of Minsk. Asked why Fr Robert had had to leave Borisov, Forum 18 was advised by a spokesman at Borisov District Executive Committee to contact the main specialist on religious organisations within the Ideology Department of Borisov Municipal Executive Committee, Aleksandr Myadeltsov, but he was unavailable for comment on 13 January.
Another Catholic priest was expelled along with Fr Robert, who Forum 18 has learnt also worked in the Minsk-Mogilev [Minsk-Mahilyow] Diocese, in a village parish near Minsk, and had served in Belarus for the past decade. Neither he nor the diocese is contesting the decision. The Minsk-Mogilev Diocese declined to comment to Forum 18 on 22 December 2005 about the expulsions, while the Apostolic Nunciature in Minsk said it had no information.
Speaking to Forum 18 on a poor line from Poland on 11 January 2006, Fr Robert Krzywicki said that he did not know if there had been any state reaction to the local petition for his return to Borisov and surmised that his parishioners were still collecting signatures. Asked whether his expulsion was connected with political activity, Fr Robert said that he had criticised state ideology. "In my sermons I spoke about Christ and the authorities saw it as being political." He also noted that there were political activists among his parishioners.
For 15 years the priest at the Church of the Nativity of the Virgin Mary, Borisov's second Catholic parish, Fr Jozef Petushko told Forum 18 on 11 January that Fr Robert "wasn't guilty of anything." Also a Polish citizen, Fr Jozef said that, as a guest in Belarus, he had not taken part in organising the petition in Fr Robert's defence, signed it or "ever said anything political." Nevertheless, he continued, local officials had since criticised him because his parishioners were among the signatories: "How could I allow it? As if I were responsible."
Fr Jozef also told Forum 18 that the replacement priest for Fr Robert, Fr Zbigniew Grigorcewicz, who is likewise from Poland, arrived in Borisov on 28 December and is now operating "with full rights – except that he has no involvement in either politics or elections."
Of the 250 or so Catholic priests in Belarus, more than half are foreign citizens. The Catholic Church faces tight restrictions on priests it invites, being subject to an annual quota and unable to transfer priests from one parish to another without their religious visa being cancelled and reissued.
According to Fr Jozef Petushko, Fr Robert was assigned to a group of village parishes at the start of his five-year spell in Belarus and was transferred with great difficulty to Borisov, where the Descent of the Holy Spirit parish is currently building a new church. "We are still building everything up," he told Forum 18, "the only Catholic church in Borisov – the church where I now serve – was closed between 1935 and 1990." Suggesting that some progress is being made, however, Fr Jozef estimated that there are now over 100 Belarusian Catholic priests. According to the State Committee for Religious and Ethnic Affairs, 428 Roman Catholic parishes have been re-registered under the 2002 religion law
In November 2002 a Catholic layman and opposition activist from Borisov, Igor Zakrevsky, was detained for picketing in Minsk against the adoption of the 2002 religion law, which breaks Belarus' international human rights commitments. Zakrevsky has since left the country.
Per te invece le minoranze hanno diritti solo se cristiane...
certo,infatti il dialogo interreligioso e pure quello tra credenti e gli atei-agnostici (ah scusa,dimenticavo che l'ateismo-agnosticismo "moderati" non sono veri ateismo-agnosticiso perchè non laicisti (non laici,laicisti!) e anticlericali,bensì un'altra forma di teodipendenza :asd: ) non esistono.:asd:
UCRAINA
Political Instability Concerns Christians
[VOICES OF THE MARTYRS](01/13/06) - Last year's Orange Revolution winner and current Ukrainian President Viktor Yushchenko has demanded parliament rescind its vote to dismiss the government. Lawmakers voted Tuesday to fire Prime Minister Yuri Yekhanurov's government over its agreement to pay sharply higher prices for gas imports from Russia. Top government officials say parliament's move was illegal. Yushchenko blamed the vote on opposition lawmakers he said are trying to create instability in Ukraine.
1
Barry Gardner with Russian Ministries is concerned about the political instability because Yushechenko was a friend of religious freedom. The instability could cause Yushchenko his job. Gardner says while he's concerned, he's not as concerned as he would be if it were happening in Russia. "Ukrainian Christians are really on the move there. So, there's a lot more religious activity in that country. And, that means that it's unlikely that even a new person coming in who would not be as friendly to missions would be able to cause a really harsh repression that we might fear in Russia."
While the political problems haven't affected their work in Ukraine, Russian/Ukrainian bickering could impact their work in Moscow as many of Russian Ministries Moscow staff members are Ukrainian.
Gardner is asking Christians to pray. "Pray that religious liberty continues to be free in Ukraine so that we can continue to preach the Gospel, that's number one. Number two, of course, we're concerned that the Ukrainian people don't suffer in this winter season from the gas price dispute."
The issue has been sent on to Ukraine's Supreme Court and the political future of Yushchenko's and his cabinet is uncertain.
jumpermax
16-01-2006, 09:18
certo,infatti il dialogo interreligioso e pure quello tra credenti e gli atei-agnostici (ah scusa,dimenticavo che l'ateismo-agnosticismo "moderati" non sono veri ateismo-agnosticiso perchè non laicisti (non laici,laicisti!) e anticlericali,bensì un'altra forma di teodipendenza :asd: ) non esistono.:asd:
Ancora con questa confusione? Anche un cattolico può essere anticlericale, l'anticlericalismo è una posizione politica e non religiosa, non ha niente a che vedere con la fede, come non è fede il clericalismo a cui si oppone. E' inutile che insisti con questo giochino, ti ho già corretto 4 o 5 volte non ho problemi a farlo altre 6 7 10 o 200 fintanto che non ti sarà chiaro il concetto. Quanto all'esistenza del dialogo se esiste non è certo per atteggiamenti di chiusura a priori come quelli che hai mostrato in questo thread ed è tanto più autentico quanto riesce ad affrontare i temi su cui non c'è convergenza. Sul discorso che hai quotato un thread dove si elencano le persecuzioni delle minoranze cristiane per il mondo per giustificare le imposizioni della maggioranza cristiana di casa nostra sa molto di strumentalizzazione.
giannola
16-01-2006, 17:28
sentite una volta per tutte,che studi avete fatto?No perchè almeno noi poveri creduloni,bigotti,puritani,pietisti,missionari,... ci possiamo regolare con la vostre subblime "cultura" (a)teologica.
Cmq cari nelle facoltà di teologia,in special modo di corso esegetico e storico dalle costre uscite morirebbero d ardere ovunque e nemmeno vi penderebebro in considerazione perchè a parlare non è solo la scrittura (che cmq non è un libro piovuto dal cielo) bensì una lunga tradizione/i (certe espressioni ,simbologie e mdoid di descrivere sia nellabibbia,confessioni di fede e da personalità religiose non sono messe lì in modo casuale e/o per puro virtuosismo estetico!) di testimonianze (pagate anche con la vita) dalle sue origini fino ai giorni nostri.
Se non credete sono affari vostri e nessuno ha da ridire,ma almeno abbiate la decenza di finirla con il solito patetico autoerotismo teo-analfabetico.Poi non lamentatevi se nessun credente vuole dialogare con voi perchè sulle falsità e sugli attacchi all'altra parte non si crea e mai si potrà creare un vero dialogo edificante...
debbo essere onesto, ma con te nn si può dialogare perchè, o nn dai conto oppure se qualcuno dice qualcosa che nn ti garba gli dai del pseudo-teologino.
Non c'è dialogo dove si vuole imporre una cosa come verità assoluta.
Nell'essere cristiano c'è una sola verità assoluta, ovvero che Dio esiste, che Gesù è venuto sulla terra e che esiste il male.
Su questo ovviamente o lo si dà per fede o non si crede, ma tutto il contorno, cioè i comportamenti della chiesa e via dicendo, nn sono coperti da verità assoluta.
Tranne Dio e la sua "parola" biblica, tutto quello che riguarda gli uomini può essere messo in discussione, poichè sono tutti fallaci e peccatori.
Persino il più grande santo di tuta la storia può essere considerato un nulla da questo punto di vista.
Anzi è proprio questo un punto che confonde la gente ("chi si esalta sarà umiliato").
Io nn ce l'ho mai avuta con te , però ti dico: il livore con cui tratti gli altri può solo attirarti lo scherno e rendere antipatici i cristiani.
La gente si conquista, nn si domina.
Spero che ti ricordi che stiamo dalla stessa parte pur avendo ruoli diversi, entrambi concorriamo allo stesso scopo.
India: chiesa ed orfanotrofio demoliti per costruire una strada
[16/01/06]
di Nirmala Carvalho
La missione cristiana di Ashram è stata demolita per costruire un collegamento con l’aeroporto. “Il problema – dice il vescovo - è che non ci è stata offerta un'alternativa. Non sappiamo dove spostarci, dove andremo?”
Calcutta (AsiaNews) - La missione cristiana "Ashram" a sud di Calcutta è stata demolita ieri per permettere la costruzione di una nuova strada. Oltre alla chiesa protestante la missione comprendeva vari edifici fra cui un orfanotrofio che ospitava 50 persone, 30 bambini e 20 donne. La demolizione è stata autorizzata dalla corte di giustizia per completare un collegamento che era stato cominciato 10 anni fa e che dimezzerà il tempo di percorrenza dall’aeroporto alla parte sud della città.
Centinaia di fedeli della chiesa protestante hanno tentato di opporsi alla demolizione e si sono scontrati con gli operai dell’Ente per lo sviluppo metropolitano di Calcutta (Esmc). Gli scontri hanno provocato 10 feriti fra cui alcuni bambini. Gli operai dell’Esmc sono entrati nella missione alle 6 di mattina attraverso un cancello posteriore ed hanno iniziato a demolire la struttura. Nel sentire il rumore, tutte le persone sono uscite dalle loro case ed in pochi minuti un gruppo di 100 operai ha cominciato a demolire gli edifici dove viveva la gente. L’orfanotrofio è stato demolito alle 10 di mattina.
A causa delle proteste gli operai sono stati costretti a sospendere i lavori, ma in pochi minuti la polizia ha placato le rivolte. Anche il responsabile dell’Ashram, pastore Sukrit Roy, ha tentato di opporsi alla demolizione ma gli operai lo hanno immobilizzato ed hanno continuato il loro lavoro. “Il problema è che non ci è stata offerta nessuna alternativa”, ha dichiarato Roy. “Non sappiamo dove spostarci, dove andremo?” L’Esmc ha invece dichiarato di aver preparato un piano di sostituzione, che però sarà assegnato ai proprietari del lotto. I funzionari dell’Ente contestano infatti il diritto di proprietà dell’Ashram.
Anche la Federazioni giovani Trinamool (Fgt), che hanno una sede vicino alla missione, hanno provato ad intervenire, ma non sono stati in grado di evitare la demolizione a causa dell’intervento della polizia. Pankaj Banerjee, capo del Fgt, ha dichiarato che presenterà il caso al governatore Gopal Krishna Gandhi. Le autorità ecclesiastiche si erano comunque già appellate al governatore, oltre che al premier Buddhadeb Bhattacharjee e alla Consiglio per le minoranze. “Il consiglio per le minoranze aveva risposto che avrebbero preso in considerazione il problema”, ha dichiarato Herod Mullick, segretario generale del Bangiya Krishtiya Parisheba, l’organizzazione per la difesa dei cristiani nello Stato. “Ora però hanno fatto questa demolizione: come è possibile?”
“La demolizione non è stata una novità improvvisa per le autorità ecclesiastiche”, dichiara invece Debdas Bhattacharya, capo ingegnere, del traffico e dei trasporti dell’Esmc. “Al contrario, i colloqui durano da moto tempo”. “L’anno scorso – continua - hanno fatto diversi appelli per guadagnare tempo. Poi è arrivato Natale. Dopo che venerdì l’Alta corte ha emesso la sentenza, abbiamo deciso di risolvere il problema il prima possibile. Dopo tutto la strada deve essere completata”.
ITALIA Il triste festival dell'anticlericalismo urlato e scritto
Fantasia? Ben poca. Senso dell'humor? Di basso profilo. Erano tutti a senso unico, cioè pesantemente anticlericali, e quindi vecchi e polverosi, gli slogan sentiti ieri durante la marcia abortista di Milano. Bersagli preferiti? Il Papa, Ruini e i preti. Ecco una rassegna del peggio visto e ascoltato ieri tra la stazione Centrale e il Duomo. Cartellone: «Siamo ruinati», con la lettera T disegnata a forma di croce. Coro: «Ratzinger-Ruini chiudete la bocca, il nostro corpo non si tocca». Cartellone: «Donne alla riscossa, l'autoderminazione non si tocca». Coro: «Tremate, tremate, le donne son tornate». Striscione: «Preti, fuori dalle mutande». Striscione: «Sesso e figli come, quando e con chi vogliamo». Coro: «Nazi-Ratzinger». Coro: «Ruini-Storace, lasciateci in pace». Cartellone: «Libera nos a clero». Striscione della Cgil nazionale: «La libertà delle donne all'origine della vita». Striscione: «Lotta per godere di più». Cartellone: «Il mio corpo non è in vendita». Cartellone: «Ratzinger benedetto, sì ma non da noi». Cartellone: «Libere di decidere». Commenti? Ci sembrano assolutamente superflui. (Avvenire)
ITALIA
Menzogne contro i francescani d’Assisi, denuncia il Ministro Generale conventuale
Dopo le misure stabilite da Benedetto XVI per l’organizzazione dei luoghi santi
ROMA.- Il Ministro Generale dell'Ordine di Frati Minori Conventuali ha denunciato le menzogne dette e scritte contro i frati francescani d’Assisi dopo le misure stabilite da Benedetto XVI per l’organizzazione dei luoghi santi di Assisi.
La risposta ad alcuni articoli di stampa è stata resa nota da un editoriale del bollettino d'informazione internazionale dei frati francescani conventuali, “Fraternus Nuntius”, pubblicato dalla Curia Generale dell'Ordine di Frati Minori Conventuali.
Nel testo, il Ministro Generale fra Joachim Giermek afferma: “Si è detto un po’ dappertutto che l’intenzione dell’attuale Santo Padre espressa nel motu proprio fosse quella di disciplinare i Francescani a circa diciannove anni dall’incontro interreligioso tenutosi ad Assisi nel 1986, che fu caldeggiato da Giovanni Paolo II ma, almeno secondo quanto qualcuno sostiene, osteggiato da Benedetto XVI, allora cardinale Ratzinger”.
“Sono state riportate vere e proprie menzogne da parte di alcuni individui che pur conoscevano bene la verità e, ciononostante, hanno (solo per fare un esempio) biasimato i frati per aver autorizzato o permesso abusi rituali durante le cerimonie religiose dell’una o dell’altra delegazione”, si legge di seguito.
Assisi è stata al centro dell’attenzione mediatica dopo che il Santo Padre, lo scorso 9 novembre, ha emanato una sua personale direttiva con la quale affidava la cura pastorale delle attività delle Basiliche assisane al Vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.
“Questa era, in realtà, l’unica cosa da rilevare circa il contenuto del documento – constata il Superiore francescano –: (...) tale documento si è tramutato in un’occasione di cui diverse persone si sono servite per rivangare antichi rancori o per azzardare le prime (velate) critiche a papa Giovanni Paolo II e/o a papa Benedetto XVI”.
Fra Giermek afferma: “Prima di tutto, non ebbe luogo alcuna dissacrazione di luoghi sacri, come è stato falsamente denunciato da alcuni”.
Secondo, aggiunge, la Santa Sede organizza questi avvenimenti “in casa propria”, “Protocolli di tal genere sono attentamente ed accuratamente vagliati dal Vaticano persino nei minimi dettagli”.
“Scaricare la responsabilità sui frati non è che un bieco stratagemma utilizzato da qualcuno per smaltire vecchi rancori ed esprimere il proprio apprezzamento o disprezzo nei confronti della passata politica della Chiesa, e per tentare di influenzarne la politica futura”, sottolinea.
Ritornando al merito del documento, il Superiore rivela che “è stato oggetto di dibattito per un periodo abbastanza lungo prima della firma del motu proprio. Perciò tale provvedimento papale non è stato proprio una sorpresa”.
In conclusione, fra Joachim Giermek, così come tutto l’Ordine, porge un caloroso benvenuto al nuovo Arcivescovo, monsignor Domenico Sorrentino, che prenderà possesso canonico della diocesi il prossimo 11 febbraio e celebrerà la sua prima Eucaristia in San Francesco il giorno seguente.
VIETNAM
UN Offers Protection to Vietnamese Montagnards in Cambodia
January 16, 2006, 02:32:25 PM
ABC Asia Pacific TV / Radio Australia
The United Nations refugee agency has taken 75 Vietnamese Montagnards seeking asylum into its care in Cambodia.
UNHCR spokeswoman Deborah Backus says the 75 are at a site in northeastern Ratanakkiri province under the agency's protection.
The mostly Christian Montagnards began fleeing to Cambodia after security forces crushed demonstrations in the Central Highlands in 2001 over land rights issues and religious persecution.
About 1,000 have been resettled in the United States, while an unknown number of others were sent back to Vietnam, where rights groups say they faced arrest and harassment for fleeing the country.
In April 2004, thousands again took to the streets, triggering another crackdown, and a second exodus that has seen hundreds of asylum seekers arrive in Cambodia.
Ms Backus says the most recent arrivals are healthy and will be flown to the capital Phnom Penh later in the week.
Last year, 598 Montagnard refugees from Vietnam were resettled, mainly in the United States, as well as Finland and Canada.
ETIOPIA
Evangelist nearly beaten to death by militant mob
January 15, 2006, 08:31:31 PM
ICC NOTE: Ethiopian Christians endured terrible suffering in the 1970's and 1980's when the communist regime took over the government. Presently, militant Muslim groups and even tension with Orthodox churches have brought attacks and harassment. Pray for these Christians as their country is bracing for a potential military conflict with neighboring Eritrea.
Ethiopia Evangelist Seriously Injured After Attack, Persecution Spreads
Sunday, 15 January 2006
By BosNewsLife News Center
A Catholic, mission oriented church in Ethiopia. ADDIS ABABA, ETHIOPIA (BosNewsLife) -- There was concern Sunday, January 15, over the health situation of an evangelist in Ethiopia, who was nearly killed by an angry mob in the latest of a series of Muslim militant attacks against the African nation's evangelical Christians, a religious rights group said.
The Voice Of the Martyrs Canada said its sources have established that the evangelist, identified as Aman, was harassed by a group of Muslims when he returned this month from a church service in the town of Meki, 134 kilometers south of the capital Addis Ababa.
According to VOMC sources in Ethiopia, one member of the group began hitting Aman with a large stick and continued to pound on his body until people passing by intervened," the group said in a statement to BosNewsLife.
Aman was taken to a hospital in nearby Shashemene, where he allegedly remained unconscious for two days. "At last report, Aman was still in intensive care," added VOMC, which investigates persecution of Christians.
It said the attack was not an isolated incident as Evangelicals in Ethiopia, who it claimed account for as much as twenty percent of the population, "face severe persecution from both side, particularly Pentecostal and charismatic believers."
Last year in September 2005, a bus was stopped by Islamic militants who demanded that all Christians recite the Islamic creed, VOMC and other sources said. When one man refused, he was reportedly assassinated.
In addition, VOMC said, that youngsters who convert to Christianity are often "expelled from their homes and forced to live on the streets or work as house servants. Evangelical meetings are regularly broken up by mobs who beat and occasionally kill, those gathered."
YOUNG PEOPLE KILLED
"Young people have been killed for their faith in Christ. When VOM personnel spoke with the younger brother of one such student, the boy and his friends readily testified that they were prepared to pay any cost to follow Christ."
Church buildings and homes of evangelicals have been destroyed in recent years, human rights watchers say. In July 2002, the Merawi Full Gospel Church began fencing in their new property against them, when a mob reportedly attacked and killed the pastor.
EUROPA
17 gennaio 2006 14.08
MAURO: EUROPARLAMENTO CONDANNA CHIESA PIU' DI CINA E CUBA
(Avvenire) La violazione della libertà relgiosa è "un fatto documentato" nel mondo e "il fatto di equiparare il fondamentalismo tout court all'avere un credo religioso rischia di portare le istituzioni, anche quelle europee, fuori della percezione della realtà". È quanto ha affermato Mario Mauro, europarlamentare di Forza Italia e vicepresidente del Parlamento europeo, in una conferenza stampa a Strasburgo alla quale hanno partecipato padre Bernardo
Cervellera, direttore di Asia News, e Attilio Tamburrini, Direttore di "Aiuto alla Chiesa che soffre", che ogni anno produce il rapporto sulla libertà religiosa nel mondo.
Mauro ha sottolineato che il Parlamento europeo, fra il 1994 e il 2004, ha "attaccato" una trentina di volte in varie forme, da interrogazioni scritte a relazioni a proposte di risoluzione, il Vaticano o le posizioni della Chiesa. In questi dieci anni, ha rilevato l'eurodeputato, all'Europarlamento Cuba è stata oggetto di 16 risoluzioni riguardanti in particolare i diritti umani nelle due passate legislature, mentre la Cina di quindici. "Cito questi dati per far capire il clima", ha osservato Mauro, secondo il quale "si sacrifica sull'altare della correttezza politica la vicenda di migliaia di persone ogni anno". Mauro ha osservato, fra l'altro, di muovere "il rimprovero" di una attenzione non sufficientemente forte a questo tema a tutte le forze, incluso il suo schieramento politico e cioè il Ppe. "Il punto - ha sottolineato - è che la violazione della libertà religiosa è la cartina di tornasole per tutti i diritti fondamentali e l'incremento degli attacchi comporta un venir meno di tutte le libertà", ha affermato Mauro, rilevando che "il numero di decessi di vescovi cristiani nell'ultimo anno è raddoppiato".
CUBA
Blind Christian Dissident in Cuba Surrounded By Violent Crowds, Trapped in House
January 17, 2006, 09:44:08 AM
BosNewsLife (01/16/06) - Cuba's influential blind Christian dissident, Juan Carlos Gonzalez Leiva, was facing another tense night Monday, January 16, after government backed crowds, armed with loudspeakers, reportedly threatened to storm his house and kill everyone inside.
Gonzalez Leiva, a lawyer and president of the Cuban Foundation of Human Rights, said the crowds began arriving Thursday, January 12, to carry out "psychological torture" to pressure him "by force to go into exile from Cuba" after his house arrest sentence ends March 4, 2006.
"They prevent me from leaving my house, and I am without food, drinking water, and electricity. We are suffocating from the heat," he said in an e-mail message obtained by BosNewsLife. "Those surrounding my home pound on my windows and my doors, and they have placed loudspeakers outside with blaring music 24 hours a day that prevents us from sleeping or resting," Gonzalez Leiva added.
He estimated that up to 400 people "begin these vandalistic acts at dawn and continue until 11:00 at night. At that time, police and State Security agents surround my house. This is repeated daily to the rhythm of deafening music."
Gonzales Leiva said the mobs that surround his home in the city of Ciego de Avila, 460 kilometers (287.5 miles) east of Havana, "range from criminals to university students that are brought [by local military officials and the national government] to shout governmental slogans in aggressive language and obscene words through microphones."
They were allegedly threatening "to enter the house with military tanks, that they are going to burn all of us up, and that we are antisocial persons at the service of imperialism, among other things."
Among others trapped in his house in the city of Ciego de Avila, 460 kilometers (287.5 miles) east of Havana, were Tania Maseda Guerra, an activist of the Cuban Foundation of Human Rights, and Tania Maseda Guerra, an independent journalist, he said.
Several family members and friends trying to enter his home were apparently beaten. Gonzales Leiva accused the Cuban government of keeping his father, Agustin Gonzalez, as a "hostage" as they refuse to let him leave the Communist island although he has a visa to travel to the United States. "This is a tactic used to pressure me so that I leave the country as well," he said.
As the stand-off continued, Gonzalez, a Baptist Christian, said he found strength in his faith. "Jesus Christ is with us. He is accompanying us, and He gives us victory and peace. We are not going to lift a finger against anyone nor are we going to commit any crime," he stressed. "Whatever happens here is the responsibility of State Security, Cuban military officials, and the Cuban government."
The 41-year old dissident has been living under house arrest following his release from prison where he served over two years on what human rights groups described as "trumped up charges" of "disorderly conduct, disrespect for authority, disobedience and resisting arrest."
Gonzales Leiva and nine others were arrested on March 4, 2002, after staging a protest at the Antonio Luaces Iraola provincial hospital, about 250 miles (400 kilometers) east of Havana, where independent journalist Jesus Alvarez Castillo was reportedly being treated for injuries from a confrontation with police.
However "I am not afraid at all. These people threaten that they are going to enter my home, but they will have to take me by force. If I withstood 26 months in prison under daily torture by Cuban military officials, harassed, beaten up, and poisoned by chemical substances from which I still suffer, then I will withstand inside my house for 26 months more," he said.
He thanked international media and human rights groups for having an impact, saying the violence shows that the government of President Fidel Castro was falling apart. Castro has denied the existence of dissidents in his country. He described them as "mercenaries" of the United States who oppose his revolution.
The reported stand-off comes amid fresh concern among human rights groups over reports of persecution of dissidents and Christians, including controversial legislation that effectively restricts house churches and led to the closure of several congregations.
20 Gennaio 2006
CAMBOGIA - ONU
L’Onu offre protezione a 75 montagnard in Cambogia
Qui le tribù degli altopiani vietnamiti, a maggioranza cristiana, cercano asilo per fuggire alla repressione di Hanoi; ma Phnom Penh non riserva trattamenti migliori.
Phnom Pehn (AsiaNews) – L’agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) ha preso in custodia 75 montagnard vietnamiti in cerca di asilo in Cambogia. La portavoce dell’Unhcr, Deborah Backus, ha reso noto, questa settimana, che i 75 si trovano in un luogo non precisato nella provincia nordorientale di Ratanakkiri e sono sotto la protezione dell’Agenzia.
Quella dei montagnard è una minoranza etnica stanziata sugli Altopiani centrali del Vietnam; è a larga maggioranza cristiana. In questi ultimi anni, molte tribù dei monti si sono rifugiate in Cambogia per sfuggire alla repressione di Hanoi, che oltre ad accusarli di “secessione” e “disordine pubblico”, ne espropria le terre e li perseguita per la loro religione. Durante la guerra del Vietnam, nel tentativo di creare uno Stato autonomo, i montagnard si schierarono al fianco degli Stati Uniti.
Phnom Penh ha più volte rispedito i fuggiaschi in Vietnam, dove rischiano ritorsioni della polizia.
Ad aprile 2004, durante la Settimana santa, in alcune manifestazioni pacifiche 10 montagnard erano stati uccisi dalle forze dell’ordine nella provincia di Daklak. L’episodio ha provocato un nuovo esodo.
Nel gennaio scorso il Commissariato Onu per i rifugiati è intervento a favore dei montagnard ottenendo che i profughi potessero recarsi in un Paese terzo o tornare in patria. Secondo l’accordo stipulato in quell’occasione tra Onu, Vietnam e Cambogia, la Unhcr deve lavorare con entrambi i governi per rimpatriare, in modo “ordinato e sicuro” e “in conformità con la legge nazionale e internazionale”, i profughi che non avevano scelto né di recarsi in un Paese terzo, né di tornare in patria in modo volontario. Attivisti per i diritti umani denunciano che per “convincere” al rimpatrio o al trasferimento i montagnard, il governo del premier Hun Sen utilizza metodi quali scosse elettriche e manganelli.
PAKISTAN Cade la denuncia di blasfemia contro Masih
20/1/2006
ISLAMABAD- Un musulmano pakistano della città di Sangla Hill, nel Punjab, la settimana scorsa ha ritirato la sua denuncia contro Yousaf Masih, un cristiano che aveva precedentemente accusato di aver bruciato alcune pagine del Corano. L’accusa di Mohamed Saleem era stata annunciata dagli altoparlanti della moschea lo scorso novembre. Alla denuncia erano seguite violente rappresaglie da parte dei musulmani locali; durante i tumulti quattro chiese sono state distrutte e Masih è stato arrestato per la presunta profanazione del Corano.
Allo scopo di ristabilire una riconciliazione fra i responsabili cristiani e musulmani, l'accusatore ha firmato una dichiarazione attestante l'innocenza di Masih. I cristiani invece hanno rinunciato ad accusare i musulmani che hanno attaccato la comunità cristiana.
Dopo l'attacco la polizia aveva fermato 88 agitatori musulmani.
Il seguito della procedura legale non è ancora definito, soprattutto quanto riguarda la riparazione delle chiese, delle scuole e delle case danneggiate. La liberazione su cauzione dei detenuti non è stata concessa e anche Masih non è ancora stato liberato.
ETIOPIA 20/1/2006 19.27
ESERCITO SPARA PER DISPERDERE PROCESSIONE ORTODOSSA, UN MORTO E 20 FERITI
[PIME] È di almeno un morto e 22 feriti il bilancio provvisorio dei disordini avvenuti ieri durante la processione religiosa per la festa del Tikmak, battesimo in aramaico, quando, per motivi ancora ignoti, la polizia ha aperto il fuoco contro le decine di migliaia di cristiani ortodossi che attraversavano Addis Abeba diretti alla principale Basilica ortodossa della capitale etiope quella di San Michele Arcangelo. Secondo le informazioni raccolte incrociando i resoconti forniti da fonti ospedaliere, il bilancio potrebbe crescere ulteriormente, visto che tra i feriti ricoverati almeno 3 versano in condizioni gravi.
BIELORUSSIA. DUE PRETI CATTOLICI ESPULSI ALLA FINE DELL'ANNO
2006-01-20
BIELORUSSIA:Sacerdote cattolico espulso dalla Bielorussia senza spiegazioni
Preoccupazione nelle comunità cattoliche bielorusse e russe
MOSCA, venerdì, 20 gennaio 2006 (ZENIT.org).- La notizia dell’espulsione di un sacerdote cattolico polacco dalla Bielorussia per motivi “politici” ha suscitato preoccupazione nelle comunità cattoliche russe e bielorusse, i cui sacerdoti sono in buona parte stranieri.
Secondo un servizio informativo di “Forum 18” (13 gennaio), organizzazione che vigila sui diritti in materia di libertà religiosa, le autorità non hanno fornito spiegazioni per l’espulsione di padre Robert Krzywicki, che guidava la parrocchia cattolica della Discesa dello Spirito Santo a Borisov [Barysaw], una cittadina a circa 60 chilometri a nord-est di Minsk.
“Nelle mie omelie parlo di Cristo e le autorità l’hanno considerata una cosa politica”, ha spiegato il sacerdote chiarendo i motivi della sua espulsione.
Poco dopo la creazione, da parte di Giovanni Paolo II, di quattro diocesi cattoliche in territorio russo nel febbraio 2002, le autorità hanno espulso un Vescovo e vari sacerdoti cattolici.
In Russia tutte le persone straniere che si dedicano ad attività religiose nel Paese devono ottenere un visto speciale, che non dura più di tre mesi.
Al termine di questo periodo, si deve uscire dal Paese e sbrigare nuovamente tutte le formalità per entrare in territorio russo ed ottenere la registrazione legale della residenza, sempre per lo stesso lasso di tempo.
In base ad un articolo pubblicato l’11 gennaio dal portale russo di informazione religiosa “Credo.Ru”, l’Arcivescovo dell’Arcidiocesi cattolica della Madre di Dio a Mosca, monsignor Tadeusz Kondrusiewicz, ha affermato che “le interminabili uscite alle quali si vedono costretti i sacerdoti e i religiosi stranieri in Russia ostacolano le attività pastorali”.
“Anche nella regione di Kaliningrad (un piccolo territorio tra Polonia e Lituania) il registro o permesso legale di residenza, che viene concesso ai sacerdoti stranieri dal Ministero dell’Interno, non dura più di dieci giorni”.
Secondo “Credo.Ru” le comunità cattoliche di quella regione, a differenza di quelle luterane, attirano molto l’attenzione del Governo e della Chiesa ortodossa, anche se le comunità luterane hanno maggiore influenza di quelle cattoliche.(Zenit)
Anche se "privilegiato" esprimo la mia solidarietà a tutti i cattolici per questo ennesimo vile attacco.
23 Gennaio 2006
PAKISTAN: arrestato religioso islamico, assassino di un giovane cattolico
di Qaiser Felix
E' membro di una madrassah dove 2 anni fa hanno torturato fino alla morte Javed Anjum, nel tentativo di convertirlo all’Islam. Pericolo per il legale e il padre del ragazzo: estremisti islamici armati affollano le udienze del processo.
Lahore (AsiaNews) – A quasi due anni dall’omicidio del giovane cattolico Javed Anjum la polizia ha arrestato un altro dei suoi torturatori: l’insegnante di scuola islamica, Umar Hayat. AsiaNews ha parlato con l’avvocato della famiglia del 19enne ucciso. Khalil Tahir Sindhu racconta la pericolosa battaglia legale segnata dalle minacce dell’estremismo islamico e lancia un appello perchè si preghi per tutte le vittime di leggi discriminatorie nel paese.
Umar Hayat, religioso islamico, è stato arrestato a metà gennaio con l’accusa di aver torturato Javed Anjum, insieme ad altri 2 insegnanti islamici della madrassah di Jamia Hassan Bin Murtaza, a Toba Tek Singh, provincia del Punjab. Per 5 giorni, nell’aprile del 2004, i tre avevano cercato con la forza di convertire il cristiano all’Islam. Dopo le violenze hanno consegnato Javed alla polizia con false accuse; le sue ferite erano così gravi che le cure mediche non sono servite a nulla. Il ragazzo è morto il 2 maggio in un ospedale statale di Faisalabad.
Sul letto di morte Javed aveva fatto il nome di uno degli aguzzini, Ghulam Rasool, subito arrestato. Durante l’interrogatorio il detenuto ha indicato Tayyab e Umar Hayat come suoi complici. Tayyab – riferisce l’avvocato Sindhu – ha poi confessato la sua colpa e testimoniato contro Rasool e Hayat.
“Per il nostro caso – commenta l’avvocato Sindhu - è veramente un buon risultato che questo insegnante religioso, in libertà da 22 mesi, sia finalmente dietro le sbarre”. “Ma - aggiunge - non siamo soddisfatti di quella che giudico un’indagine difettosa”. Il legale spiega che la polizia ha trasferito Hayat in un carcere distrettuale a Jhangh senza le adeguate indagini e senza rinvenire gli strumenti di tortura”.
Sindhu riferisce poi che il 15 gennaio scorso il padre di Javed, Pervez Masih, ha deciso di appellarsi all’Alta Corte di Lahore contro il rifiuto del giudice distrettuale ad annettere tra le prove ufficiali la registrazione video con la testimonianza del giovane in fin di vita. “È un nostro diritto – spiega – previsto dalla legge pakistana”.
Tutto il processo, inoltre, è stato segnato dalla presenza di numerosi estremisti islamici armati. L’avvocato Sindhu racconta che partecipano ad ogni udienza, alcuni entrano in aula altri aspettano all’uscita. “Vogliono intimorirci – dichiara – portarci al punto di ritirare la denuncia e abbandonare il caso”. Sindhu ha chiesto e ottenuto una scorta per lui e Pervez Masih. Nella petizione presentata al giudice distrettuale l’avvocato lamenta che i religiosi e gli studenti di madrassah arrivati al processo, non sono mai stati controllati all’entrata.
A conclusione della sua intervista, il legale lancia un appello: “Pregate per me, per tutti gli avvocati che si battono per questo genere di casi e per tutte le vittime di leggi discriminatorie in Pakistan”.
A tutt'oggi la polizia detiene Hayat e Rasool nel carcere di Jhang Sudr, vicino a Toba Tek Singhm. Tayyab è stato scarcerato su cauzione nel dicembre 2004.
Fonti anonime in Punjub parlano di legami informali della madrassah Jamia Hassan Bin Murtaza con il gruppo fondamentalista Sipah-e-Sahaba, dichiarato illegale dal governo già nel 2002.
Turchia:Pastore protestante aggredito e minacciato di morte
Ancora violenza ai danni di cristiani. Cinque uomini hanno aggredito e minacciato di uccidere un pastore protestante nella quarta città più grande della Turchia. Il fatto è successo domenica 8 gennaio, dopo il culto. La vittima Kamil Kiroglu, 29 anni, è stata lasciata incosciente per strada. "Hanno tentato di forzarmi a rinnegare Gesù e diventare musulmano, ma ogni volta ho risposto "Gesù è il Signore". Ma più dicevo così, più loro mi percotevano". Uno degli assalitori brandiva un coltello da macellaio".(Compass Direct)
27 Gennaio 2006
INDIA:Megaraduno indù in chiave anticristiana
Lo Shabri Kumbh prevede bagni sacri e distribuzione a tappeto di libri e CD con lo slogan “Innalza l’induismo, getta via i cristiani”. Il progetto è di eliminare le missioni cristiane per impossessarsi delle terre dei tribali.
[Porte Aperte] Almeno 500'000 indù sono attesi dall'11 al 13 febbraio nello stato del Gujarat. Questo gigantesco raduno è stato organizzato da estremisti indù che sperano di suscitare, in migliaia di cristiani, il desiderio di tornare all'induismo.
I pastori della zona, temendo un'escalation di violenza contro i cristiani e gli animisti, hanno fatto appello al governo per vietare, o perlomeno tenere sotto stretto controllo la manifestazione. Gli organizzatori hanno già fatto stampare del materiale che incita alla distruzione della fede cristiana, esattamente come, secondo quanto scritto nel libro sacro indù, il dio Ram ha distrutto il demone Ravana.
Ahmedabad (AsiaNews) – I fondamentalisti dell’hindutva hanno lanciato una campagna per convertire i cristiani tribali del Gujarat alla religione indù. Lo strumento più importante a questo scopo è il festival indù che si svolgerà nel distretto di Dangs (Gujarat) dall’11 al 13 febbraio. È previsto l’arrivo di 500 mila persone, col rischio di distruggere l’equilibrio ambientale della zona.
Il distretto di Dangs, in una zona di foreste, è abitato per il 92% da tribali Bhils e Warlis. Su 186 mila persone, solo il 5% è cristiano. Ma la percentuale è alta rispetto al Gujarat, dove i cristiani sono lo 0,05%.
Il Gujarat, nella zona occidentale dell’India, è famoso per essere uno delle roccaforti del Bharatiya Janata Party (Bjp), il partito nazionalista indù ora all’opposizione.
In passato i gruppi fondamentalisti hanno combattuto contro i musulmani. Nel ’92 hanno distrutto la la moschea di Babri, rivendicandola come il luogo dove è nato il dio Rama e esigendo la costruzione di un tempio indù. A causa di questo, le tensioni sono cresciute di continuo e nel 2002 sono scoppiati scontri fra musulmani e indù, con l’uccisione di oltre 1000 persone.
Nel 1998 nel distretto di Dangs vi sono stati 38 atti di violenze contro un gruppo di 3 mila cristiani e i loro pastori. Ora i cristiani del luogo temono che le violenze si ripetano nel prossimo febbraio, dato che a Dangs è in programma uno Shabri Kumbh.
Secondo la tradizione indù vi sono 4 Kumbh ogni anno in alcune zone dell’Uttar Pradesh, del Madhya Pradesh e del Maharashtra. I gruppi fondamentalisti riuniti nell’organizzazione Sangh Parivar sono riusciti ad inventare di fresco un mito per giustificare la festa in quella zona. Secondo loro proprio nel distretto di Dangs la dea Shabri ha incontrato Rama. Il festival vorrebbe celebrare questo incontro e questa sottomissione di Shabri a Rama, simbolo della sottomissione degli adivasi (tribali) alle divinità indù.
La preparazione del festival avviene in loco con la distribuzione di medaglie, statuette di divinità indù e una campagna di discredito verso il cristianesimo con lo slogan “Hindu jago, Christo bhagao (innalza l’induismo, getta via i cristiani”. Libretti e CD inneggianti all’odio anti-cristiano vengono diffusi porta a porta. Secondo i cristiani locali, l’ideologo di tutto ciò è un attivista fondamentalista, Swami Aseemanand. Alla stampa egli ha dichiarato che d’ora in poi vi sarà uno Shabri Kumbh ogni anno per “eliminare ogni attività missionaria a Dangs”. Alcuni anni fa lo stesso ha giurato che “non vi sarà pace a Dangs finché vi sarà anche un solo tribale cristiano” (The Times of India, 11 febbraio 1999).
Gli organizzatori del Shabri Kumbh attendono almeno 500 mila persone che invaderanno la foresta di Dangs per partecipare al grande bagno sacro. Per l’occasione si sta costruendo una grande piscina e 40 villaggi temporanei che ospiteranno 5 mila persone ognuno. Tutti questi progetti vengono sostenuti con denaro pubblico dal governo del Gujarat – strettamente Bjp – che lo preleva dai fondi destinati allo sviluppo. I tribali fanno notare che in questi decenni gli adivasi di Dangs hanno subito depredazione delle terre, mancanza di scuole e di servizi per la salute.
Una delle cerimonie previste è il “ritorno a casa” degli adivasi, la riconversione sotto il mantello dell’induismo. Ma gli adivasi cristiani fanno notare che essi non sono mai stati indù e che la religione tradizionale dei tribali è sempre stata l’animismo. Un rapporto prodotto dal Citizen’s Inquiry Committee, un’organizzazione locale, afferma che il problema centrale temuto dagli indù è “l’avanzamento degli adivasi”, che rischia di essere un ostacolo alla requisizione delle terre dei tribali da parte di gruppi economici: “il processo educativo messo in atto dai missionari cristiani è una minaccia ai disegni delle caste alte. Per questo bisogna mandare via le missioni cristiane da questi luoghi”.
26 Gennaio 2006
India, attivista cristiano: “I nazionalisti indù offrono solo odio”
di Nirmala Carvalho
John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union, parla di pregiudizio anti-cristiano radicato da tempo. “Continuano ad accusarci, ma non dicono quanti preti o suore sono stati riconosciuti colpevoli di aver effettuato conversioni forzate”.
New Delhi (AsiaNews) – L’accusa di effettuare conversione forzate che i fondamentalisti indù lanciano contro la Chiesa cattolica indiana “è un enorme pregiudizio che dura da quasi 50 anni, dall’epoca della pubblicazione del rapporto della Commissione Neoygi”.
John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union, commenta così i dati sull’educazione presentati il 21 gennaio dalla Conferenza episcopale indiana in vista del prossimo incontro plenario, previsto a Bangalore dall’8 al 15 febbraio, con cui i presuli cercano di dimostrare l’infondatezza delle accuse.
In occasione della conferenza stampa del 21 gennaio, il Segretario esecutivo delle Comunicazioni sociali della Cbci, p. D’Souza, si era detto “convinto” che analizzare l’impegno della Chiesa in campo educativo “possa sfatare alcuni falsi miti che circolano nella maggioranza della popolazione. Secondo i dati forniti da p. D’Souza, la Chiesa indiana dirige 20 mila istituti scolastici, di cui il 66% si trova in zone rurali e il restante nelle città. Su oltre 6 milioni di alunni solo il 23% è cattolico e il 55% è rappresentato da ragazze, destinate altrimenti a non raggiungere nemmeno l’educazione elementare.
“E’ interessante – commenta Dayal - notare che molti governi diversi fra loro hanno approvato delle leggi anti-conversione, continuando ad accusare di questo fenomeno la minoranza cristiana, ma nei decenni passati dall’approvazione della prima, nessuno di loro ha mai voluto dire quanti preti o suore sono stati riconosciuti colpevoli di aver effettuato conversioni forzate”.
“Queste conversioni – spiega poi l’attivista per i diritti umani - non sono possibili in India: la polizia e le varie amministrazioni distrettuali, organi composti per la maggior parte da indù, sono presenti sul territorio in maniera capillare e tengono il loro sguardo fisso sulle Chiese. Molto spesso, tra l’altro, questo atteggiamento li porta a violare le garanzie costituzionali che difendono la libertà di fede”.
“L’RSS ed il BJP (maggiori partiti politici nazionalisti indù) – attacca Dayal - non hanno nulla di positivo da offrire alla popolazione indiana: vivono in un mondo chiuso che non ha alcuna relazione con la democrazia e con le regole internazionali di condotta civica e dignità umana. L’arma più potente che hanno è l’odio, a cui sono state sacrificate migliaia di persone appartenenti alle minoranze”.
“E’ arrivato il momento – conclude - che la società chieda la fine di questa diatriba. Se il BJP vuole dichiararsi parte di una società civilizzata, il minimo che deve fare è concedere la libertà religiose alle minoranze indiane”.
Papua Nuova Guinea:Missionari costretti a lasciare la tribù Hewa
[NTM 25/01/06]
Wewak: E’ riuscita l'operazione d'evacuazione dei Missionari Jonathan e Susan Kopf dalla Tribù Hewa. La decisione si era resa indispensabile dopo l'assassinio di Thomas, un uomo Paielano.
Thomas è stato ucciso proprio davanti alla casa dei Kopf, colpito
violentemente dal suo assassino con un grande coltello da giungla. Il
delitto si è consumato durante una lite violenta all'interno di una capanna che funge da aula di tribunale del villaggio. Il giovane omicida è riuscito a scappare mentre alcuni dei suoi famigliari lo coprivano lanciando frecce contro il villaggio degli Hewa.
Per circa un'ora c'è stata una vera e propria pioggia di frecce, da una parte all'altra e della quale ha approfittato il killer per far perdere le sue tracce. Anche la sua famiglia, con l'aiuto dell'oscurità, è scomparsa nella fitta giungla fluviale.
Grazie a Dio non ci sono stati altri morti; un giovane del villaggio è rimasto ferito per via di una freccia che gli si era conficcata nella gamba. Jonathan e Susan Kopf hanno passato tutta la notte piangendo la morte del loro caro amico Thomas e parlando con altri membri amici della tribù Hewa, per preparare la loro evacuazione. I Kopf sono ora al sicuro insieme con i loro figli, che al momento
dell’incidente si trovavano nella scuola di New Tribes Mission per figli di Missionari, a Lapilo. Per Jonathan e Susan, abbandonare il villaggio è stata una decisione molto difficile, anche perché negli ultimi tempi c'è stata un’epidemia che ha ucciso diversi abitanti della tribù Hewa. Preghiamo affinché le persone coinvolte nei conflitti tribali possano trovare una soluzione pacifica, senza causare altri morti o incidenti. Nella cultura dei Paielano e degi Hewa è normale praticare la cosiddetta vendetta. Preghia affinchè gli Hewa che hanno bisogno di cure mediche possano trovarle, nonostante l'evacuazione dei missionari.
EGITTO
Giovani musulmani bruciano una chiesa in Egitto
27/1/2006
(Religion and spirituality forum) IL CAIRO - I giovani musulmani di un villaggio egiziano situato 500 chilometri a sud della capitale Il Cairo hanno dato fuoco a materiali che la comunità cristiana coptastava usando per adattare un'abitazione a edificio di culto.
Quando le autorità di Udayssat sono arrivate sul posto erano in corso scontri tra i musulmani e i cristiani, e quattro agenti di polizia sono stati feriti. Secondo la Integrated Regional Information Networks delle Nazioni unite un cristiano e' morto e un altro è in condizioni critiche.
«Questo incidente non è assolutamente il primo del suo genere - ha dichiarato Samir Morcos, direttore del Centro copto per gli studi sociali del Cairo -; i dettagli cambiano, ma il cuore del problema è lo stesso».
INDONESIA:ancora ordini di chiusura per le chiese
27/1/2006
[Compass] BANDUNG – Le autorità di Bandung, nella parte occidentale dell'isola di Giava, hanno ordinato l'interruzione delle riunioni per otto chiese familiari del complesso abitativo di Rancaekek Kencana. Il divieto ha avuto effetto a partire da domenica 15 gennaio; ogni chiesa ha ricevuto l'ordine per posta in seguito a una riunione del 12 gennaio tra i rappresentanti del governo, la polizia, il comandante militare locale e il leader di un forum musulmano locale.
Diverse chiese di questo complesso residenziale si sono comunque riunite per i servizi domenicali, dicendo di non avere locali alternativi. Le chiese hanno fatto domanda per i permessi già nel 1993 ma hanno ricevuto un rifiuto. Con un decreto ministeriale emesso nel 1969, tutti i gruppi religiosi devono ottenere un'autorizzazione, che viene rilasciato solo in seguito all'approvazione dei vicini: per questa sua clausola, il decreto diventa un enorme ostacolo per le chiese che si trovano in comunità a maggioranza musulmana.
REGNO UNITO
AFFERMAZIONI CHE INDIGNANO
"Di tutti gli elementi del cristianesimo, quello più ripugnante è rappresentato dalla nozione secondo la quale Cristo si è caricato dei nostri peccati ed ha sacrificato se stesso in agonia per salvare le nostre anime. E chi di noi glielo aveva chiesto?".
Polly Toynbee, columnist de The Guardian, in una recensione dell'adattamento cinematografico di Il leone, la strega e l'armadio, di C.S.Lewis
31 Gennaio 2006
IRAQ
Bombe, ma anche persecuzione nascosta per cacciare i cristiani dall’Iraq
Esponenti della locale chiesa caldea spiegano ad AsiaNews i possibili moventi degli attentati di domenica a Kirkuk e Baghdad e raccontano quotidiane discriminazioni e minacce contro la comunità.
Mosul (AsiaNews) – C’è una “persecuzione nascosta” contro i cristiani in Iraq, fatta di quotidiane minacce, rapimenti, discriminazioni, che accompagna le azioni eclatanti come la serie di autobomba di domenica scorsa contro edifici cristiani a Kirkuk e Baghdad. Lo scopo: alimentare le divisioni interne e l’instabilità politica, ma anche “spingere la comunità cristiana fuori dal Paese”.
Così voci dalla locale Chiesa caldea spiegano ad AsiaNews gli attentati, che il 29 gennaio hanno fatto ricadere i cristiani iracheni nell’“incubo di rivivere le stesse violenze del 2004”. Solo nell’agosto di quell’anno attacchi contro 4 chiese a Baghdad e una Mosul fecero 12 morti e diversi feriti. Domenica il bilancio è stato di 3 morti, un cattolico e due musulmani, e 9 feriti.
Nessuno ha finora rivendicato gli attentati. Tra la gente circola la voce che sia stata la risposta alle contestate caricature di Maometto apparse su un giornale danese. Ma secondo mons. Rabban Al Qas, vescovo caldeo di Amadiyah e di Erbil (Kurdistan), la spiegazione è ben diversa. “Era un piano studiato da settimane - dichiara - le autobomba non si preparano in pochi giorni”. Il presule ipotizza che dietro questi attentati ci siano “forze intenzionate a destabilizzare e dividere il Paese”. “Ma anche – aggiunge – il continuo tentativo di arabi fanatici di spingere i cristiani fuori dall’Iraq”. Il vescovo racconta che in un incontro svoltosi il 28 gennaio scorso tra vescovi ortodossi, siro-cattolici e caldei delle diocesi del nord si è ribadita la “generale situazione di pericolo per la comunità”.
La persecuzione non è attuata solo con azioni forti e simboliche ed assume anche le forme di una costante discriminazione nella vita di tutti i giorni. AsiaNews ne ha raccolto alcune testimonianze da Mosul. Dopo le elezioni legislative del 15 dicembre si sperava in un miglioramento, “ma ancora non è cambiato niente” racconta un giovane impegnato nelle attività della chiesa del Santo Spirito a Mosul. “Nella nostra parrocchia continuano i rapimenti dei cristiani, dobbiamo pagare ingenti riscatti, in molti scelgono di fuggire”. Sempre da Mosul riferiscono che “sul lavoro, nelle pratiche di amministrazione pubblica i cristiani vengono considerati cittadini di seconda classe: per ottenere un documento, ad esempio, impieghiamo sempre tempi più lunghi di un musulmano”.
Pur escludendo “in modo categorico” una deriva fondamentalista del futuro governo iracheno, alcuni seminaristi locali spiegano che i cristiani “sono ormai abituati alla discriminazione”. “Per strada, in città, echeggiano sempre le stesse accuse: ‘crociati infedeli’. Anche con musulmani, con i quali abbiamo buoni rapporti sentiamo sempre il peso di questa condanna”.
Un sacerdote caldeo riferisce che dopo le bombe di domenica “è stata aumentata la sicurezza davanti agli edifici religiosi e continuiamo a ripetere di tenere gli occhi aperti. Nessuno vuole rivivere l’incubo del 2004”. Mons. Al Qas dichiara che lo stesso nunzio e il patriarca caldeo Emmanuel III Delly hanno invitato a “vivere nella prudenza”.
Alla messa di domenica scorsa nella chiesa del Santo Spirito di Mosul hanno partecipato circa 850 persone. “Tutti sembravano tranquilli e soddisfatti – dice il parroco – ma domenica prossima non so quanto gente verrà”. “Spero che i fedeli non si facciano spaventare – conclude – dobbiamo ricostruire la nostra comunità”.
31 Gennaio 2006
INDIA
[i]Deus caritas est: l’aiuto dei cristiani sotto falso nome per evitare la persecuzione
Un commento all’enciclica di Benedetto XVI da parte di Mons. Barwa, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Ranchi,: “La lettera del papa spiega la molla che ci spinge al bene, nonostante le violenze dei nazionalisti indù”.
Ranchi (AsiaNews) – La carità a Ranchi “deve essere fatta sotto falso nome” perché la maggioranza della popolazione aderisce ai principi del nazionalismo hindutva e “non vuole essere aiutata, a volte neanche toccata, dai cristiani”. Monsignor Vincent Barwa, ausiliare dell’arcidiocesi di Ranchi, capitale dello stato nord-occidentale di Jharkhand (a maggioranza tribale), spiega ad AsiaNews l’impatto dell’enciclica papale Deus caritas est fra i cattolici indiani e di come “la carità qui debba vestire falsi nomi”.
“I nostri giovani – spiega – sono spinti alla carità, ma col tempo abbiamo capito che anche avere un nome cristiano rappresenta qui un problema ed un pericolo: per fare opere di carità, dobbiamo a volte usare i nomi indù”. Il problema non si risolve facilmente in altri campi: “I ragazzi – aggiunge il prelato – affrontano un tasso di disoccupazione altissimo a causa di una campagna costante di discriminazione contro i cristiani. In questo caso non si può ignorare il problema o aggirarlo, ma si deve prenderne atto e cercare di fare qualcosa per migliorare la situazione”.
In questo contesto, la lettera papale è “un documento universale e molti fra i cattolici indiani la apprezzano: allo stesso tempo, molti non ne comprendono la portata, che invece spiega proprio il modo in cui l’amore di Dio è la molla che ci spinge alla carità nonostante le violenze continue che subiamo”.
Il problema è anche educativo: “A parte coloro che hanno studiato fuori dall’India, molti non capiscono proprio i concetti espressi da Benedetto XVI perché sono molte le cose che non si accordano con le tradizioni indiani”. “Cerchiamo – continua il presule - di spiegare il messaggio papale, nella lingua e con gli esempi del luogo. Proviamo a farlo con dei corsi in diocesi, ma non è facile. Gli interessati non mancano, ma i nazionalisti ci osteggiano”.
La situazione dell’arcidiocesi di Ranchi e dello stato in generale, infatti, “non è buona; la nostra missione è un bersaglio continuo e la Chiesa, e lo stesso cardinale, molto criticati”. E’ proprio qui che, il 12 settembre scorso, è morto “per mano degli estremisti della destra nazionalista” padre Agnos Bara, assistente del parroco di Baba Bira, accoltellato mentre cercava di difendere alcuni manifestanti tribali dall’attacco di un gruppo di integralisti.
Il giorno dopo il cardinale Telesphore Toppo, presidente della Conferenza episcopale indiana e arcivescovo di Ranchi, aveva definito ad AsiaNews p. Agnos “un martire della pace”. Questo omicidio è “solo l’ultimo, eclatante caso di violenza contro la comunità cattolica. Qui siamo tutti guardati con sospetto”.
Una violenza “forse ancora più profonda” è quella che il governo muove contro le opere educative della zona. Lo scorso ottobre l’amministrazione statale ha approvato un decreto con cui si ordina alle scuole cristiane riconosciute dallo Stato di assumere come dirigenti scolastici i funzionari governativi. “E’ una cosa incredibile – commenta il presule – perché il nostro operato in campo educativo è apprezzato ed è spesso l’unica occasione per i poveri o per le donne di emergere dalla loro condizione”. L’arcidiocesi gestisce, solo nel suo territorio, 135 scuole di cui molte a carattere professionale.
Attacco contro Vescovo e religiosi all’inaugurazione di un convitto per giovani tribali.Si sospetta che gli autori siano fondamentalisti induisti
BOMBAY, martedì, 31 gennaio 2006 (ZENIT).- “Profondamente colpito” dal “barbaro” attacco subito domenica dal Vescovo e da alcuni sacerdoti di Vasai (nello Stato indiano del Maharashtra), il Cardinale Ivan Dias – Arcivescovo di Bombay, circoscrizione della quale la diocesi è suffraganea – ha condannato lo scoppio della violenza reclamando l’intervento delle autorità.
Lo esprime in una dichiarazione ufficiale, diffusa questo martedì dalla Conferenza Episcopale Indiana.
“Siamo profondamente colpiti per il violento attacco perpetrato” “da parte di certi elementi contro il Vescovo Thomas Dabre, di Vasai, e i sacerdoti che lo accompagnavano in una missione umanitaria decisamente degna di lode”, ha affermato il porporato.
Si trattava dell’inaugurazione, quel pomeriggio, di un convitto per giovani tribali nel villaggio Gosali di Mukada Taluka, nel distretto di Thane.
L’Arcivescovo Dias denuncia che sono state lanciate pietre, ferendo uno dei sacerdoti e provocando danni alla proprietà della scuola.
L’incidente si è verificato quando il Vescovo Dabre (che ha 60 anni), insieme a dieci sacerdoti, religiose e lavoratori sociali, si è diretto al villaggio per inaugurare “Suryodaya Ashram”, il convitto per 60 ragazzi e ragazze tribali, come ha riferito questo martedì “SAR News”.
Appena prima della cerimonia di inaugurazione, più di cinquanta persone (si sospetta che siano attivisti di “Bajrang Dal” e “Vanvasi Kalyan Parishad”, organizzazioni di “Rashtriya Seva Sangh”, gruppo fondamentalista induista, ndr), brandendo pali e basandosi su false voci per cui il presule era andato a convertire alcuni studenti, hanno iniziato a lanciare pietre. Secondo altre fonti, gli assalitori erano molti di più.
Il sacerdote ferito – all’orecchio – è padre Brendon Furtado.
Il Vescovo Dabre, commosso, ha definito “l’esperienza più orribile” “quando si lanciavano pietre in tutte le direzioni dentro e fuori l’edificio”, ha citato l’agenzia dell’Asia del Sud.
“Nell’edificio e fuori c’erano circa 200 fedeli, che si erano riuniti per l’inaugurazione di Ashram”, ha rivelato. Hanno temuto per la loro vita.
Monsignor Dabre ha riconosciuto che è la prima volta che subisce un attacco di questo tipo e che si sta ancora riprendendo dallo shock.
“I fondamentalisti che ci hanno attaccato non sanno che siamo venuti a servire i poveri tribali e che ci opponiamo alle conversioni forzate”, ha sottolineato.
Nella sua dichiarazione, l’Arcivescovo di Bombay ha aggiunto: “Questo scoppio di violenza barbaro e ingiustificato è anche una disgrazia per la nostra cultura indiana di rispetto e tolleranza, e rivela tristemente la grave perdita di senso della democrazia civile nei gruppi politico-religiosi che l’hanno istigato”.
“E’ particolarmente doloroso – ammette il porporato – che l’incidente sia avvenuto alla vigilia dell’anniversario dell’omicidio del nostro amato padre della Nazione, il Mahatma Gandhi, apostolo dell’‘ahimsa’ [la non violenza, ndr.] , che è stata l’arma con la quale ha lottato e ha ottenuto l’indipendenza” per l’India.
Come metropolita della provincia ecclesiastica di Bombay, alla quale appartiene la diocesi di Vasai, l’Arcivescovo Dias “deplora con forza” l’incidente ed esprime “la sua solidarietà fraterna” nei confronti del Vescovo e di tutti gli aggrediti.
“Confido nel fatto che le autorità competenti adottino azioni immediate contro coloro che hanno perpetrato l’atto criminale”, così come “misure correttive che dissuadano dalla ripetizione di episodi simili che mettono gravemente in pericolo l’armonia comune e deteriorano la secolare struttura sociale della nostra amata terra”, ha concluso.
L’educazione cattolica e la preoccupazione per gli emarginati sono temi importanti per la Chiesa dell’India, tanto che la prossima Assemblea Plenaria dell’episcopato del Paese, il mese prossimo, verterà su questi argomenti.
1 Febbraio 2006
INDONESIA
Ancora carcere per tre insegnanti cristiane acccusate di proselitismo in Indonesia
Un pastore protestante aveva chiesto la verifica di costituzionalità della legge che le accusa, perché contraria alla libertà religiosa. L'appello è stato respinto.
Jakarta (AsiaNews/Compass) – Rimarranno in carcere le tre insegnanti cristiane accusate di proselitismo in Indonesia . La Corte costituzionale ha infatti respinto una proposta di revisione della legge per cui esse sono accusate. Secondo i giudici le donne avrebbero violato la Legge di tutela dell’infanzia, e tale legge non ha bisogno di essere emendata. A chiederne la verifica sulla costituzionalità era stato il reverendo Ruyandi Hutasoit, della Church of Shining Christian.
Secondo Hutasoit, la Legge - che proibisce l'uso di “inganno, bugie e istigazione” per convertire un bambino - non rispetta la libertà di pratica religiosa, garantita invece dalla Costituzione.
Rebbeca Loanita, Etty Pangesti e Ratna Mala Bangun tenevano una scuola domenicale nella loro comunità a Indramayu, West Java. Il 1 settembre 2005 sono state condannate a tre anni di reclusione per aver violato la Legge di tutela dell’infanzia del 2002. Il Consiglio indonesiano dei Mullah ha infatti accusato le tre donne di aver cercato di convertire bambini musulmani al cristianesimo. Nessuno dei bambini che frequentavano la scuola, però, si è mai convertito. Tutti, inoltre, avevano il permesso dei genitori a parteciparvi. Secondo attivisti per i diritti umani, il verdetto dei giudici è stato influenzato dalla continua presenza in aula di estremisti islamici.
Lo scorso settembre l’avvocato delle insegnanti ha fatto appello all’Alta corte di Bandung, che l’ha respinto due mesi dopo.
A questo punto si inserisce l’iniziativa del reverendo Hutasoit, il cui legale ha chiesto emendamenti alla Legge, perché non in linea con la Costituzione. Il 17 gennaio i giudici hanno stabilito che non vi è nessun aspetto anticostituzionale in quanto la Legge vieta in modo chiaro l’uso di “inganno o forza” per le conversioni.
Per le tre insegnanti rimane ora la speranza di un appello della loro difesa ad un tribunale di grado maggiore.
se fossero martiri di altre confessioni probabilmente gridereste allo scandalo...non parliamo poi se fossero martiri per mano di cristiani...
Ecco un articolo di Avvenire a riguardo:
EUROPA
Sghiribizzi della vecchia Europa: due metri, due misure
Con i santi non si scherza a meno che non siano cristiani
Luigi Geninazzi
Con la religione non si scherza. Al Jyllands-Posten, il giornale danese che ha pubblicato dodici caricature di Maometto, sono sotto choc. «Non volevamo offendere nessuno, pensavamo solo di fare della satira», dicono costernati gli autori delle vignette, una delle quali raffigura il Profeta con una bomba nel turbante. Vignette satiriche o blasfeme? Provate a chiederlo ai musulmani infuriati, la cui collera ha raggiunto le dimensioni di una vera e propria sollevazione popolare che coinvolge Stati e governi e mette in crisi rapporti diplomatici e scambi commerciali. La rabbia e l'indignazione della "umma", la nazione islamica sparsa per il mondo, sono ormai un'onda in piena: boicottaggi, proteste, azioni dimostrative contro le sedi dell'Unione Europea, minacce di attacchi terroristici. A nulla sono servite le scuse di chi ha pubblicato le vignette dello scandalo. Il mondo islamico esige che siano puniti e la Lega araba ha annunciato di voler ricorrere alle Nazioni Unite per chiedere una risoluzione che «proibisca d'offendere i sentimenti religiosi e preveda sanzioni contro quei Paesi che la dovessero violare». Dunque, con la religione non si scherza. Con quella degli altri, beninteso. Con la cristiana invece tutto sarebbe permesso. Meglio starci attenti quando si tratta dell'islam. Quando invece si parla in particolare del cristianesimo non c'è limite alla parodia desacralizzante e blasfema. Un esempio? In questi giorni a Madrid va in scena "la Revelacion", uno spettacolo teatrale del comico italiano Leo Bassi che, vestendo i panni di Benedetto XVI, lancia al pubblico preservativi «per espiare le colpe della Chiesa». Prima di uscire dalla sala gli spettatori sono invitati a riempire il "formulario per l'apostasia", mentre il comico predica la «tolleranza zero contro i cristianii». Sempre in Spagna c'è un cantautore, Javier Krahe, che si esibisce in un video clip dove insegna a «cucinare un crocifisso, ungendolo di lardo, lasciandolo in forno per tre giorni e aspettando che risorga ben cotto». Il videoclip di Krahe lo vedono in tanti su Canal Plus. Il monologo di Leo Bassi va avanti da settimane al teatro "Alfil", acclamato come «felice esempio di satira e provocazione mordace nei riguardi della religione» (recensione apparsa sul diario digital di Madrid, bollettino d'informazione sugli eventi culturali della città). I cristiani spagnoli sono a disagio ma preferiscono non sporgere denuncia (anche se l'articolo 525 del codice penale prevede il reato di vilipendio della religione). Il loro timore è che una simile iniziativa potrebbe risolversi in un boomerang per la Chiesa. Insomma, meglio non parlarne, evitando di fare pubblicità (negativa certo, ma pur sempre pubblicità) ai nuovi buffoni anti-clericali. E così, mentre in tutto il mondo fa notizia il caso di un piccolo e finora sconosciuto giornale danese che ha scherzato sulla religione di Maometto, possiamo tranquillamente continuare ad ignorare l'auto-denigrazione che l'Europa fa della propria tradizione cristiana. Ci disturba il frastuono, indubbiamente eccessivo, che si alza in questi giorni dal mondo islamico. Ma la nostra pavida acquiescenza, la nostra silenziosa rassegnazione ad ogni orrendo sberleffo nei riguardi di Cristo e della Chiesa è davvero il segno di una civiltà superiore? È solo un dubbio, sia chiaro. Ma è un dubbio che non sembra tormentare le "anime belle" della vecchia Europa. Quelle che non devono mai chiedere scusa, se non ai musulmani.
VENEZUELA
New Tribes Mission lascia le tribù del Venezuela
[New Tribes Mission]In ottemperanza all'ordine di espulsione del presidente venezuelano Hugo Chavez, che dava alla New Tribes Mission 90 giorni di tempo per "fare le valigie", ieiri i missionari hanno avviato il piano di evacuazione dalle tribà. Marg Jank lascerà la tribù degli Yanomamo. Due membri indigeni del suo team di traduzione se ne andranno con lei per completare il lavoro di traduzione di alcuni libri del Nuovo. La società missionaria chiede ora di pregate affinché il loro lavoro continui nonostante le difficoltà.
"PARIMA – Venezuela: Non avendo ricevuto alcuna risposta dalla Corte Suprema venezuelana alla petizione di NTM, avrà iniziò l'evacuazione obbligata dei nostri missionari come previsto dalla risoluzione del governo Venezuelano. La missionaria Marg Jank che lavora oramai da anni nella tribù dei Yanomamo, ha invaito una lettera: "Pregate affinché il trasferimento avvenga ‘civilmente’ ovvero con calma e ordine”. Il Presidente ci ha concesso 3 mesi, spero che avremo veramente a disposizione l’intero tempo previsto. In ogni caso,pensiamo di lasciare la zona nei prossimi giorni.I miei due amici Yanomamo, Pepito e Bello verranno con me, per aiutarmi a finire di tradurre il nuovo testamento”.
Marg ed i suoi amici Yanomamo continueranno il lavoro di traduzione nella città di Puerto Ordaz. Pepito purtroppo non potrà rimanere a lungo, avendo la necessità di tornare dalla moglie e dai suoi bambini, mentre Bello, lavorerà con Marg sino a quando riusciranno a finire di tradurre gli ultimi 6 libri rimasti del Nuovo Testamento. Pepito troverà difficile stare fuori città e lontano dalla sua famiglia, ma nonostante ciò vuole assolutamente dare il suo contributo per l’importante progetto di traduzione fino al suo completamento. Inoltre vuole cogliere l’occasione per rivedere e salutare alcuni suoi amici missionari in Puerto Ordaz. Pepito sa che se il Signore non cambierà qualcosa, compiendo un miracolo, probabilmente non li rivedrà mai più.
Marg chiede di pregare per Pepito e Bello affinché il Signore dia loro la forza di fare un buon lavoro, nonostante il loro cuore sia rattristato per l’imminente partenza dei loro amici missionari.
Allo stesso tempo, altri collaboratori indigeni della tribù Yanomami avranno l’incarico di portare avanti il progetto di alfabetizzazione iniziato dai Missionari di NTM. Marg ha confessato di non essere riuscita a trattenere le lacrime al pensiero che questi amici volenterosi volessero insegnare ad altri a leggere e scrivere, nonostante loro stessi lo sapessero fare appena.
Comunque sia il Signore sta utilizzando tutti per portare avanti la sua opera. Pregate affinché il piano di traduzioni e d’alfabetizzazione voluto dal Signore per gli Yanomami in Venezuela fiorisca nonostante le difficoltà e i cambiamenti che stanno avvenendo.
D4rkAng3l
02-02-2006, 16:21
beh non sò se il 3d è adatto...voglio comunque andare contro corrente...il cristianesimo in effetti non perseguita più nessuno come invece fece in passato.
Tuttavia vi invito a leggere un libro molto interessante intitolato: "Un altro giro di Giostra" di Tiziano Terzani....ora il libro tratta tanti argomenti assolutamente non contrari al cristianesimo ma cmq viene fatto notare come la religione cristiana si stia mostruosamente espandendo in paesi asiatici coma l'India e la Cina...il motivo? facilissimo perchè religioni come il Buddismo e l'Induismo (specialmente questa seconda che non ha una vera organizzazione centralizzata) sono religioni che non fanno proselitimo, non cercano di convertire nessuno, non fanno discorsi e apelli alla conversione...mentre i cristiani giunti in questi paesi fanno di tutto per aumentare il loro numero di seguaci...vanno e si moltiplicano secondo i dettami del loro Dio....vi sembra giusto?a me pare un neocolonialismo della spiritalità....
Con questo non voglio accendere polemiche ma semplicemente far notare che i vecchi persecutori ora a volte perseguitati a volte farebbero bene a non cercare di andare e di moltiplicarsi troppo in là
Mi autoquoto:
sentite una volta per tutte,che studi avete fatto?No perchè almeno noi poveri creduloni,bigotti,puritani,pietisti,missionari,... ci possiamo regolare con la vostre subblime "cultura" (a)teologica.
Cmq cari nelle facoltà di teologia,dalle vostre uscite morirebbero di ridere ovunque e nemmeno vi prenderebebro in considerazione perchè a parlare non è solo la scrittura (che cmq non è un libro piovuto dal cielo) bensì una lunga tradizione/i (certe espressioni ,simbologie e mdoid di descrivere sia nellabibbia,confessioni di fede e da personalità religiose non sono messe lì in modo casuale e/o per puro virtuosismo estetico!) di testimonianze (pagate anche con la vita) dalle sue origini fino ai giorni nostri.
Se non credete sono affari vostri e nessuno ha da ridire,ma almeno abbiate la decenza di finirla con il solito patetico autoerotismo teo-analfabetico.Poi non lamentatevi se nessun credente vuole dialogare con voi perchè sulle vostre falsità e e attacchi non si crea e mai si potrà creare un vero dialogo edificante...
D4rkAng3l
02-02-2006, 21:04
Mi autoquoto:
infatti a mio avviso la teologia è una sorta di cosa mostruosa e perversa inventata dall'uomo per giustificare una quantità immane di bugie e mistificazioni...poi vedila come ti pare ma non dò nessun peso a quello che viene detto in una facoltà di teologia dove a mio avviso non si fà altro che peretuare una sorta di psicosi collettiva chiamata religione
ah per il fatto di dialogare non è nel mio interesse, cioè se uno crede non è un problema mio, se uno si eccita usando calze a rete usate non è un problema mio...finchè non si va nell'illegale o nel pericoloso non sono problemi che mi riguardino...ognuno ha le sue perversioni (io mi vorrei fare una quarantenne per esempio...magari ho problemi...cazzi miei...a te non credo dispiaccia o ti infastidisca :D )
Senza rompere le palle a nessuno sono dell'opinione che il tempo della religione finirà e mi auspico un mondo ateo...e se non sei d'accordo puoi sempre dire: "cazzi suoi" :)
Hakuna Matata
02-02-2006, 21:04
beh non sò se il 3d è adatto...voglio comunque andare contro corrente...il cristianesimo in effetti non perseguita più nessuno come invece fece in passato.
Tuttavia vi invito a leggere un libro molto interessante intitolato: "Un altro giro di Giostra" di Tiziano Terzani....ora il libro tratta tanti argomenti assolutamente non contrari al cristianesimo ma cmq viene fatto notare come la religione cristiana si stia mostruosamente espandendo in paesi asiatici coma l'India e la Cina...il motivo? facilissimo perchè religioni come il Buddismo e l'Induismo (specialmente questa seconda che non ha una vera organizzazione centralizzata) sono religioni che non fanno proselitimo, non cercano di convertire nessuno, non fanno discorsi e apelli alla conversione...mentre i cristiani giunti in questi paesi fanno di tutto per aumentare il loro numero di seguaci...vanno e si moltiplicano secondo i dettami del loro Dio....vi sembra giusto?a me pare un neocolonialismo della spiritalità....
Con questo non voglio accendere polemiche ma semplicemente far notare che i vecchi persecutori ora a volte perseguitati a volte farebbero bene a non cercare di andare e di moltiplicarsi troppo in là
Non tutti i Cristiani sono stati perseguitori e non tutti sono stati perseguitati.
Sulla chiamata a predicare il Vangelo è un comandamento per i Cristiani quindi non ci vedo niente di male visto che crediamo che solo Gesù salva.
D4rkAng3l
02-02-2006, 21:13
Non tutti i Cristiani sono stati perseguitori e non tutti sono stati perseguitati.
Sulla chiamata a predicare il Vangelo è un comandamento per i Cristiani quindi non ci vedo niente di male visto che crediamo che solo Gesù salva.
ma certo...ho tanti amici molto credenti che stimo come persone....però per me la fede rimane sempre qualcosa di negativo, un'invenzione della propria testa...e nulla mi farà cambiare idea, mi auguro un mondo ateo...mica è vietato sperare che le cose vadano così !!!
Poi ripeto anche io avrò i miei casini psicologici che mi voglio tenere...problemi miei nel caso...quindi...
Hakuna Matata
02-02-2006, 21:17
infatti a mio avviso la teologia è una sorta di cosa mostruosa e perversa inventata dall'uomo per giustificare una quantità immane di bugie e mistificazioni...poi vedila come ti pare ma non dò nessun peso a quello che viene detto in una facoltà di teologia dove a mio avviso non si fà altro che peretuare una sorta di psicosi collettiva chiamata religione
Scusa se ti rispondo io ma volevo concludere l'intervento di prima.
Io vedo che gli atei si battono di più contro i credenti che non il contrario, ora mi spiegate ,prendendo a modello la "libertà" che tanto andate predicando , per quale motivo un Cristiano NON avrebbe il diritto di parlare del proprio Dio?
Abuso della credibilità popolare non credo, visto che un vero Cristiano non dovrebbe guadagnarci niente ( e tralasciamo il discorso sulla Chiesa ma parliamo solo dell'Evangelizzazione).
Fa male? Credo di no visto che anche per la scienza ha effetti benefici ( e tralascio quelli spirituali che sarebbero quelli reali)
Vi da fastidio? Problemi vostri visto che siamo in democrazia e liberi.
Credete che siamo tonti? A parte che non capisco come si faccia a non credere in Dio, ma a me sembrate motlo più tonti "voi" che credete che il mondo vi da quello che avete bisogno.
Invadiamo altre culture? Embè , la globalizzazione porta a questo.
Spiegami un solo motivo valido per il quale io, Cristiano, non ho il diritto di andarmente in giro a parlare di Gesù.
dantes76
03-02-2006, 01:27
Mi autoquoto:
Semplice curiosita':
Conosci il sito holywar?
dantes76
03-02-2006, 01:30
Scusa se ti rispondo io ma volevo concludere l'intervento di prima.
Io vedo che gli atei si battono di più contro i credenti che non il contrario, ora mi spiegate ,prendendo a modello la "libertà" che tanto andate predicando , per quale motivo un Cristiano NON avrebbe il diritto di parlare del proprio Dio?
Abuso della credibilità popolare non credo, visto che un vero Cristiano non dovrebbe guadagnarci niente ( e tralasciamo il discorso sulla Chiesa ma parliamo solo dell'Evangelizzazione).
Fa male? Credo di no visto che anche per la scienza ha effetti benefici ( e tralascio quelli spirituali che sarebbero quelli reali)
Vi da fastidio? Problemi vostri visto che siamo in democrazia e liberi.
Credete che siamo tonti? A parte che non capisco come si faccia a non credere in Dio, ma a me sembrate motlo più tonti "voi" che credete che il mondo vi da quello che avete bisogno.
Invadiamo altre culture? Embè , la globalizzazione porta a questo.
Spiegami un solo motivo valido per il quale io, Cristiano, non ho il diritto di andarmente in giro a parlare di Gesù.
mha, non mi sembra,(riferendomi al punto evidenziato). Ma vai a parlare di Gesu' per evangelizzare(cioe' il contrario del punto segnalato) o propio solo per il piacere di farlo?
Hakuna Matata
03-02-2006, 01:37
mha, non mi sembra,(riferendomi al punto evidenziato). Ma vai a parlare di Gesu' per evangelizzare(cioe' il contrario del punto segnalato) o propio solo per il piacere di farlo?
Per tutti e 2 i motivi, ho piacere a parlare di Gesù per evangelizzare :)
......Io vedo che gli atei si battono di più contro i credenti che non il contrario, ora mi spiegate ,prendendo a modello la "libertà" che tanto andate predicando , per quale motivo un Cristiano NON avrebbe il diritto di parlare del proprio Dio ?...............................................................................................................
Spiegami un solo motivo valido per il quale io, Cristiano, non ho il diritto di andarmente in giro a parlare di Gesù.
Non è questo che ci dà fastidio. Ci dà fastidio la volontà di mescolare religione e politica, obbligare tramite legge a far fare cose da "credenti " a "non credenti" vedi legge sulla fecondazione assistita ecc.ecc. invece di lasciare libera scelta al cittadino.
Lo stesso impegno politico lo vorrei vedere da parte dei vescovi americani per debellare quella cosa incivile che si chiama pena di morte, invece di impedire l'eutanasia , cioè la dignità di una morte indolore ad un malato terminale che soffre le pene dell'inferno.
Tieni presente che per un ateo (= razionale) certe cose sono incomprensibili, degne della sagra del signore degli anelli con tanto di hobbit ed orchetti.
D4rkAng3l
03-02-2006, 09:09
Scusa se ti rispondo io ma volevo concludere l'intervento di prima.
Io vedo che gli atei si battono di più contro i credenti che non il contrario, ora mi spiegate ,prendendo a modello la "libertà" che tanto andate predicando , per quale motivo un Cristiano NON avrebbe il diritto di parlare del proprio Dio?
Abuso della credibilità popolare non credo, visto che un vero Cristiano non dovrebbe guadagnarci niente ( e tralasciamo il discorso sulla Chiesa ma parliamo solo dell'Evangelizzazione).
Fa male? Credo di no visto che anche per la scienza ha effetti benefici ( e tralascio quelli spirituali che sarebbero quelli reali)
Vi da fastidio? Problemi vostri visto che siamo in democrazia e liberi.
Credete che siamo tonti? A parte che non capisco come si faccia a non credere in Dio, ma a me sembrate motlo più tonti "voi" che credete che il mondo vi da quello che avete bisogno.
Invadiamo altre culture? Embè , la globalizzazione porta a questo.
Spiegami un solo motivo valido per il quale io, Cristiano, non ho il diritto di andarmente in giro a parlare di Gesù.
ma infatti il mio è solamente un giudizio filosofico (a cui credo fermamente e che ritengo l'unica reale soluzione ma rimane pu sempre mio e non imponibile con la forza...e manco mi interessa imporlo) sulla vita, poi a me non interessa nulla dei motivi per cui uno crede, bada bene che quando ho fatto riferimento alla fede come "psicosi collettivva" o "problema psicologico" non voglio offendere nessuno...se andassi a fare il conto dei miei problemi psicologici facciamo notte (e sono solo le 10 del mattino) :D Certamente non è quello il metro per valutare la statura "morale" di una persona (nel senso che se devo dire se uno è una bella persona o no guardo tutto fuorchè a che fede appartiene, credo sia irrilevante)
LightIntoDarkness
03-02-2006, 09:30
<cut>bada bene che quando ho fatto riferimento alla fede come "psicosi collettivva" o "problema psicologico" non voglio offendere nessuno...<cut> Ci credo ma è un po' dura da digerire ;)
LightIntoDarkness
03-02-2006, 09:33
Non è questo che ci dà fastidio. Ci dà fastidio la volontà di mescolare religione e politica, obbligare tramite legge a far fare cose da "credenti " a "non credenti" vedi legge sulla fecondazione assistita ecc.ecc. invece di lasciare libera scelta al cittadino.Vedi, il punto è stabilire cos'è una legge. Se una legge è l'espressione di un valore, per tutelare ciò che è "giusto", allora ognuno è chiamato ad agire secondo coscienza, per esprimere questo "bene". Un cristiano determina i suoi valori in larga parte per mezzo della sua fede.
Il tutto espresso attraverso gli strumenti democratici, chiaramente.
D4rkAng3l
03-02-2006, 09:38
Ci credo ma è un po' dura da digerire ;)
ah questo lo capisco, tante cose però sono dure da digerire, sono molto Wildiano su certe cose e spesso mi viene da dire: "quando i più mi danno ragione inizio a pensare di essere in torto" (la citazione non è perfetta ma il succo del discorso è quello).
Francamente non mi interessa essere ben visto per aver rinunciato a dire la mia...mi pare squallido fare demagogia e dire le cose come gli altri vorrebbero sentirle, venire a patti con le mie idee per farle accettare ai più...non è da me..
Ti posso assicuirare che non volevo offendere nessuno ma quella è la mia idea e non intendo cambiarla o esporla in modo diverso perchè credo nel fatto di dire le cose così come stanno senza fare giochetti da politici riggira frittata :)
Come ho già detto ho tanti amici credenti, quelli che si sono offesi e non hanno accettato la mia idea si sono allontanati ben prima di poter essere considerati amici...ripeto dfficilmente tendo ad offendermi per le idee altrui e difficilmente me ne frega qualcosa se qualcuno si sente offeso...il mio intento non era quello...la mia coscienza è a posto
D4rkAng3l
03-02-2006, 09:48
Vedi, il punto è stabilire cos'è una legge. Se una legge è l'espressione di un valore, per tutelare ciò che è "giusto", allora ognuno è chiamato ad agire secondo coscienza, per esprimere questo "bene". Un cristiano determina i suoi valori in larga parte per mezzo della sua fede.
Il tutto espresso attraverso gli strumenti democratici, chiaramente.
certo e questo è giusto, in finale qualsiasi valore dipende da un condizionamento, religioso, sociale, culturale, familiare...io sonoa teo, la mia famiglia agnostica...i miei valori sono stati fortemente influenzati dall'ambiente nel quale sono cresciuto...probabilmente al referendum non avrei votato quei 3 SI se fossi cresciuto in un altra famiglia, se avessi frequentato un altra scuola (e se non avessi avuto una certa proff di filosofia e unc erto proff di religione che alla fine paradossalmente è la persona che stimo di più di quei 5 anni...però vabbè diciamo che era moltooo particolare :-) )
la cosa che ho contestato durante il referndum (tanto per fare un esempio) è che la chiesa ha influenzato l'opinione pubblica e in Italia non può farlo perchèp esiste una legge che dice specificamente che i superiori in ambito militare o MINISTRI DI QUALSIASI CULTO RELIGIOSO non possono ne obbligare ne tantomeno convincere i propri sottomessi (nel caso di militari) o fedeli-aderenti al culto (in caso di ministri di culto religioso) ad astenersi dal voto. La legge è chiara...se vivi in italia non puoi farlo
Per me è giusta, magari per te è sbagliata come legge...puoi benissimo pensarlo...nessuno te lo vieta...moralmente parlando arrivo anche a dirti che se la reputi sbagliata puoi anche andare contro la legge ma nel caso ne dovresti pagare le conseguenze (c'erano sansioni varie ed arresti..dipendeva dai casi...ora non ricordo....)
Io mi faccio le canne, non sono per la legalizzazione ma neanche per questa legge che ritengo fortemente ingiusta, farmi uno spinellino ogni tanto non và contro la mia morale ma se mi beccasse la polizia che cosa potrei dirgli?NIENTE !!! è la stessa cosa in finale...se vai contro una legge (approvata democraticamente in parlamento) e se vieni colto con le mani nella marmellata ne dovresti pagare le conseguenze...se no facciamo come la tizia delle brigate rosse che dopo essere stata arrestata dice di non riconoscere lo stato italiano e per lei il processo non è valido...se ciccia...mica stiamo nel paese della cuccagna (oddio per certi aspetti si ma si finirebbe a parlare di altre cose adesso...nani pelati inclusi :D )....
Tranne che per me povero cannarolo spetta l'inculatio analis in caso venissi sgamato e nel caso del Cardinal Ruini...beh credo che continuierà a parlare in tv....è questo che non reputo giusto...non è una questione di chiesa o non chiesa ma di potenti in generale credo...
Vedi, il punto è stabilire cos'è una legge. Se una legge è l'espressione di un valore, per tutelare ciò che è "giusto", allora ognuno è chiamato ad agire secondo coscienza, per esprimere questo "bene". Un cristiano determina i suoi valori in larga parte per mezzo della sua fede.
Il tutto espresso attraverso gli strumenti democratici, chiaramente.
Certo, ma se una legge è "cattolica" è cattolica e basta.
Un embrione è persona solo per la chiesa cattolica (ma non completamente , dato che embrioni e feti non si possono battezzare) ma non per la scienza, per i musulmani, per i buddisti ecc.ecc.
Ti ho fatto un esempio, ce ne sono altri.
I testimoni di geova non ammettono la trasfusione di sangue anche se in pericolo di vita. te lo immagini estendere tale pratica, tramite legge , a tutti i cittadini? Io al momento vedo la mia libertà limitata dal "potere temporale" della chiesa in italia e questo non mi sta bene.
Se vi va di polemizzare con i soliti discorsetti uaar-style almeno fatelo su uno dei tanti vostri ad aperti thread,grazie.
Ritorniamo it:
3 Febbraio 2006
FILIPPINE
Jolo, il massacro dei cristiani “un colpo durissimo alle speranze di pace”
Un gruppo composto da presunti membri di Abu Sayyaf ha bussato questa mattina alle porte del villaggio di Patikul, a Mindanao, ed ha sparato agli abitanti dopo aver chiesto se erano cristiani. Sei morti, fra cui una bambina di nove mesi, e cinque feriti gravi.
Jolo (AsiaNews) – Il massacro dei cristiani di Jolo “dà un colpo durissimo alle speranze di pace nella zona” ed è molto pericoloso perché “oramai ogni incidente può accendere la scintilla di una guerra di religione”. Commenta così ad AsiaNews una fonte cattolica locale – anonima per motivi di sicurezza - l’attacco di questa mattina ai danni dei cristiani di Patikul, un piccolo villaggio dell’arcipelago di Sulu, nei pressi di Jolo, a Mindanao. Gli autori, secondo un missionario esperto delle Filippine, potrebbero essere estremisti infiltrati dall'estero.
Un gruppo di estremisti islamici è entrato nelle prime ore del giorno nel villaggio ed ha ucciso almeno sei persone di fede cristiana, fra cui una bambina di nove mesi. Lo ha confermato un portavoce delle Forze armate filippine, il generale Alexander Aleo, secondo cui almeno altre cinque persone – fra cui un bambino di 3 anni - sono state ferite in maniera grave.
Gli assalitori sembrano essere membri dell’organizzazione islamica Abu Sayyaf ('Portatore delle Spade' in lingua locale ndr) ), gruppo integralista considerato vicino ad al-Qaeda: l’attacco, secondo un testimone oculare scampato al massacro, ha “una chiara connotazione confessionale”.
“Prima di sparare – dice il generale Aleo – hanno bussato alle porte delle case ed hanno chiesto di che religione fossero gli abitanti. Ottenute le risposte, sono tornati dopo poco tempo, armati, ed hanno aperto il fuoco contro i cristiani”. Il maggiore Gamal Hayudini, portavoce della sezione meridionale dell’esercito, ha identificato cinque delle sei vittime: Itting Pontilla, 45 anni; Emma Casipong, 16; Melanie Patinga, 9 mesi; Selma Patinga e Pedro Casipong.
Jolo è nota per essere una roccaforte dell’estremismo islamico, ma la situazione nella zona “stava migliorando – dice ad AsiaNews la fonte locale – e si poteva sentire la volontà di pace e dialogo”. “Dopo questo incidente – spiega ancora – si riaprono le vecchie ferite. Sono avvenuti infatti molti omicidi di stampo confessionale a danno dei cattolici: questi gruppi hanno come obiettivo la popolazione cristiana, che nella zona sta rapidamente diminuendo. E’ una situazione pericolosa, in cui ogni incidente può accendere la scintilla che scatena la guerra di religione”.
“Dopo un attacco, alcuni mesi fa – continua - la risposta militare ai danni della popolazione è stata durissima. Sembrava che la situazione si fosse calmata, che gli estremisti fossero disposti al dialogo, ma questa notizia smentisce tutto. Eppure mi sembra strano, perché i militanti islamici di nazionalità filippina hanno imparato a convivere con la popolazione”.
La risposta può forse trovarsi “nell’infiltrazione di cellule estremiste dall’estero. Il governo lo sa – dice un missionario, esperto delle Filippine – ed è per questo che cambia così spesso le regole per l’ingresso dei missionari nel Paese”. “Si sono verificati molti casi – spiega – in cui estremisti islamici, travestiti da missionari musulmani, sono riusciti ad entrare nel Paese. Non si può escludere che il fenomeno si stia ripetendo nella zona di Jolo”.
India, attaccata chiesa pentecostale
MUMBAI- Nuovi attacchi contro il personale cristiano in India da parte di fondamentalisti indù.
Un altro episodio è accaduto il 28 gennaio a Bhopal, nello stato del Madhya Pradesh, dove un'assemblea di cristiani pentecostali, è stata attaccata da 20 militanti armati di bastoni e coltelli durante un incontro di preghiera. Molti dei partecipanti sono stati feriti gravemente, altri in modo più lieve. I leader cristiani dello stato, di tutte le confessioni, hanno condannato con forza l'attacco, chiedendo alle autorità un'indagine sul caso che porti alla cattura dei colpevoli.(Fides)
2 Febbraio 2006
MEDIO ORIENTE
Rispetto per i cristiani iracheni e di tutto il Medio oriente
di Jihad Issa
Lo chiede da Damasco un gruppo di sacerdoti cattolici ed ortodossi.
Damasco (AsiaNews) – Rispetto per i cristiani iracheni ed in genere per quelli del Medio oriente, che sono “una ricchezza per il mondo arabo” del quale sono parte. E’ la richiesta che viene da una riunione di sacerdoti cattolici ed ortodossi, convocati a Damasco dal segretario della Federazione delle minoranze cristiane, Habib Hephrem, all’indomani degli attentati compiuti a Baghdad e Kirkuk contro alcune chiese.
Dopo la presa di posizione del patriarca maronita il cardinale Nasrallah Sfeir, che ha rivolto un appello forte alle coscienze di tutti i responsabili, perché proteggano le minoranze cristiane, “una ricchezza per il mondo arabo”, e dopo la denuncia del patriarca caldeo Emmanuel Delly, che ha definito questi atti “lontani dall'Islam” e “causa di odio e di vendetta”, oggi c’è stata una dichiarazione a Damasco da parte di un gruppo di sacerdoti cattolici e ortodossi. Convocati dal segretario della Federazione delle minoranze cristiane, Habib Ephrem, essi hanno denunciato questi atti terroristici e disumani, che macchiano il volto del mondo arabo, terra delle religioni e delle civiltà e vogliono cacciare i cristiani dalla terra dei loro padri. I sacerdoti hanno rivolto un appello alle forze americane e occidentali presenti in Iraq, perché assumano le loro responsabilità e difendano la presenza cristiana nell'Iraq, dove migliaia di cristiani lascino il loro paese verso la Siria e la Giordania ed hanno espresso il loro desiderio per il rispetto dei diritti della minoranza cristiana. Sottolineata la necessità di trovare il modo per evitare le pressioni esercitate contro i cristiani, come nel caso del matrimonio e del chador, che alcuni dirigenti cercano di imporre alle ragazze cristiane, per non parlare del divieto di bevande alcoliche...
Saadi El Maleh, giornalista e professore universitario, parlando con AsiaNews ha sostenuto che gli attacchi contro i cristiani dell'Iraq sono una risposta contro la presenza delle forze occidentali nel Paese. C’è, a suo avviso, il “pericolo di un probabile esodo collettivo dei cristiani, che sono minacciati perché sono considerati protetti dall'Occidente, il che non è vero e perché sono cristiani"
D4rkAng3l
03-02-2006, 11:47
Certo, ma se una legge è "cattolica" è cattolica e basta.
Un embrione è persona solo per la chiesa cattolica (ma non completamente , dato che embrioni e feti non si possono battezzare) ma non per la scienza, per i musulmani, per i buddisti ecc.ecc.
Ti ho fatto un esempio, ce ne sono altri.
I testimoni di geova non ammettono la trasfusione di sangue anche se in pericolo di vita. te lo immagini estendere tale pratica, tramite legge , a tutti i cittadini? Io al momento vedo la mia libertà limitata dal "potere temporale" della chiesa in italia e questo non mi sta bene.
infatti è una cosa che democraticissimamente và combattuta...ovvero...sproloquio della chiesa...mica li possiamo bruciare...semplicemente si fà un referendum e si prova a far passare determinate leggi...quando in italia saranno passate varie leggi come quella votata l'anno scorso col referendum alla fine anche l'influenza della chiesa sulle persone dimiuirà...
Se vuoi un blog personale te lo fai, questo è un thread aperto e ci possono postare tutti. Sta ai moderatori decidere se i nostri post non sono consoni.
Grazie
D4rkAng3l
03-02-2006, 11:51
Se vuoi un blog personale te lo fai, questo è un thread aperto e ci possono postare tutti. Sta ai moderatori decidere se i nostri post non sono consoni.
Grazie
mmm non ho capitoa chi ti riferisci
dantes76
03-02-2006, 11:52
Ritorniamo it:
non hai risposto a una domnda cortese.
Ps: se non vuoi essere disturbato, ti apri un forum Tuo...
altrimenti eviti appelli, e vai avanti...
che non siamo in un forum stile Holywarr
D4rkAng3l
03-02-2006, 11:53
Se vuoi un blog personale te lo fai, questo è un thread aperto e ci possono postare tutti. Sta ai moderatori decidere se i nostri post non sono consoni.
Grazie
ahh ad Ewigen...
per Ewigen: beh effettivamente nei 3d dei forum la gente dovrebbe poter postare opinioni e commenti...questo non mi pare spammare ma solo dire la propria su un argomento...per il tuo scopo esistono i blog ome ti è stato già detto..se posti quà aspettati delle risposte....
mmm non ho capito a chi ti riferisci
All'incipit del post #330
Amu_rg550
03-02-2006, 13:14
i rilievi mossi hanno una base fondata: queste pagine sono aperte a tutti e quindi tutti possono commentare ciò che ritengono opportuno.
detto questo, senza riferirmi a particolari reply vorrei ricordare che questo è un thread che per scelta dell'autore verte su persecuzioni cristiane nel mondo: per parlare di chiesa o cristianesimo in generale ci sono altri thread o vi è la possibilità di aprirne di nuovi senza deviare questo dalle intenzioni per le quali è stato aperto.
in sintesi quindi: è perfettamente lecito replicare ma con attinenza all'argomento specifico e con criterio ;)
Hakuna Matata
03-02-2006, 13:26
Non è questo che ci dà fastidio. Ci dà fastidio la volontà di mescolare religione e politica, obbligare tramite legge a far fare cose da "credenti " a "non credenti" vedi legge sulla fecondazione assistita ecc.ecc. invece di lasciare libera scelta al cittadino.
Lo stesso impegno politico lo vorrei vedere da parte dei vescovi americani per debellare quella cosa incivile che si chiama pena di morte, invece di impedire l'eutanasia , cioè la dignità di una morte indolore ad un malato terminale che soffre le pene dell'inferno.
Tieni presente che per un ateo (= razionale) certe cose sono incomprensibili, degne della sagra del signore degli anelli con tanto di hobbit ed orchetti.
Siamo in democrazia o no? Io Cristiano mi sento in dovere di dire di non votare per alcune leggi che reputo antimorali, ma mica metto la pistola alla tempia dei credenti o non credenti. Oppure non posso nemmeno dire quello che non volete che dica?
Tieni presente che per un credente che gli atei sono incomprensibili tanto quanto per te lo è un credente ;)
Hakuna Matata
03-02-2006, 13:28
ma infatti il mio è solamente un giudizio filosofico (a cui credo fermamente e che ritengo l'unica reale soluzione ma rimane pu sempre mio e non imponibile con la forza...e manco mi interessa imporlo) sulla vita, poi a me non interessa nulla dei motivi per cui uno crede, bada bene che quando ho fatto riferimento alla fede come "psicosi collettivva" o "problema psicologico" non voglio offendere nessuno...se andassi a fare il conto dei miei problemi psicologici facciamo notte (e sono solo le 10 del mattino) :D Certamente non è quello il metro per valutare la statura "morale" di una persona (nel senso che se devo dire se uno è una bella persona o no guardo tutto fuorchè a che fede appartiene, credo sia irrilevante)
Lo so che non volevi offendere ed in ogni caso non ci saresti riuscito visto che di solito si usano insulti più pesanti :D E poi giustamente come dici te se ci mettiamo a fare il conto non credo che un Cristiano sia psicologicamente peggiore di qualcuno che assiste il grande fratello (che nessuno vede a quanto dicono :rolleyes: ) o che va a comprarsi la maglietta che tutti hanno per non stare fuori dalla "moda".
Hakuna Matata
03-02-2006, 13:31
infatti è una cosa che democraticissimamente và combattuta...ovvero...sproloquio della chiesa...mica li possiamo bruciare...semplicemente si fà un referendum e si prova a far passare determinate leggi...quando in italia saranno passate varie leggi come quella votata l'anno scorso col referendum alla fine anche l'influenza della chiesa sulle persone dimiuirà...
Facciamo i referendum poi tanto dopo qualche anno arriva un pdc e cambia le leggi che democraticamente i cittadini hanno votato, e vi state a preoccupare se il Vaticano dice qualcosa che a voi non piace...
Fine OT per me , ma possiamo continuare su altro 3d.
Facciamo i referendum poi tanto dopo qualche anno arriva un pdc e cambia le leggi che democraticamente i cittadini hanno votato, e vi state a preoccupare se il Vaticano dice qualcosa che a voi non piace...
Fine OT per me , ma possiamo continuare su altro 3d.
Se hai voglia aprine uno che su certe cose discuterei volentieri ,così ci togliamo dal blog personale
Hakuna Matata
03-02-2006, 13:40
Se hai voglia aprine uno che su certe cose discuterei volentieri ,così ci togliamo dal blog personale
Si parla di persecuzioni, anche se in effetti pure l'ateismo è una persecuzione :D
dantes76
03-02-2006, 13:55
Si parla di persecuzioni, anche se in effetti pure l'ateismo è una persecuzione :D
parliamo di holywar:D
Hakuna Matata
03-02-2006, 14:50
parliamo di holywar:D
Ma quale? .org .it .com o .net? I risultati dei vai .qualcosa sono ben differenti :eek:
dantes76
03-02-2006, 15:03
Ma quale? .org .it .com o .net? I risultati dei vai .qualcosa sono ben differenti :eek:
.org---> scendendo un po trovi l icona dell italia-->una volta dentro a sinistra in basso: propaganda,o qualcosa a scelta tua, fai te'
Hakuna Matata
03-02-2006, 15:06
.org---> scendendo un po trovi l icona dell italia-->una volta dentro a sinistra in basso: propaganda, qualcosa a scelta tua, fai te'
Immagginavo fosse il peggiore, bom fine dell OT ;)
dantes76
03-02-2006, 15:07
Immagginavo fosse il peggiore, bom fine dell OT ;)
il mio stesso pensiero :)
Volevo fare un appunto: la cosa che rabbrividisce, e che quelle persone leggono le stesse cose che leggi tu o altri;
allora viene un dubbio, che ci sia qualcosa che non vada o in chi legge, o in chi ha scritto?
Potrai notare le varie sezioni....
mi fa piacere che non hai letto niente ...
Ps: forse mi e' sfuggito qualcosa? ma l Ot sarebbe parlare di patate...
Hakuna Matata
03-02-2006, 15:24
il mio stesso pensiero :)
Volevo fare un appunto: la cosa che rabbrividisce, e che quelle persone leggono le stesse cose che leggi tu o altri;
allora viene un dubbio, che ci sia qualcosa che non vada o in chi legge, o in chi ha scritto?
Potrai notare le varie sezioni....
mi fa piacere che non hai letto niente ...
Ps: forse mi e' sfuggito qualcosa? ma l Ot sarebbe parlare di patate...
Ho letto qualcosa a casaccio.
Il discorso dell'interpretazione è difficile da inetrpretare :stordita:
Ma di certo Dio non vuole sterminare gli ebrei visto che sono il Suo popolo ;)
3 Febbraio 2006
INDIA
Goa: croce dissacrata da fondamentalisti indù
di Nirmala Carvalho
L’atto vandalico è stato compiuto nella città turistica di Aldona. Su una parte della croce è stato scritto ‘sig. Straniero". Padre Babu Joseph: “La croce è il cuore della nostra fede cristiana. Questo atto urta a fondo i nostri sentimenti religiosi”.
Aldona (AsiaNews) - Fondamentalisti indù hanno fatto a pezzi una croce nella nota città turistica di Aldona, nella zona nord di Goa. Il dissacrante atto vandalico è stato compiuto nella notte di lunedì 30 gennaio.
“La croce si trovava su una strada”, dichiara ad AsiaNews padre Loiola Pereira, direttore del Centro diocesano per le comunicazioni sociali e portavoce ufficiale dell’arcivescovo Filipe Neri Ferrao. “Alcune persone – continua - hanno spezzato la croce in 4 parti ed hanno scritto a grandi lettere su un pezzo ‘Shri Pardesi’, sig. Straniero”. “Siamo di fronti ad un vero e proprio caso di dissacrazione. È un atto gravissimo, più grave delle rapine che dal febbraio 2005 rappresentano una vera e propria piaga per l’arcidiocesi di Goa”. Dal febbraio dello scorso anno, spiega padre Loiola, si sono registrati 11 casi di furti di statue antiche e preziose dalle chiese di Goa. “Ma questo atto è molto più grave – denuncia il consacrato - offende la sensibilità religiosa della comunità cristiana, e la scritta Shri Pardesi chiarisce quali siano i loro veri intenti”.
“In questa zona la comunità è pacifica”, dichiara ad AsiaNews padre Mathew Rodrigues, sacerdote della “Cappella Santa Rita” di Carona, la zona dove si trovava la croce. “Carona è una comunità pacifica, ci sono 280 famiglie cattoliche e 50 famiglie indù e abbiamo sempre coesistito in pace ed armonia”. “Indù e cattolici – continua - parlano persino lo stesso dialetto, ed entrambe le comunità sono scosse e sorprese dal triste avvenimento. Per fortuna, anche se non è disposta a fornire ulteriori elementi, la polizia ha arrestato una persona”.
“Condanniamo con fermezza il caso di dissacrazione della croce a Goa”, aggiunge in una dichiarazione ad AsiaNews padre Babu Joseph, portavoce della Conferenza episcopale indiana. “La croce è santa e rappresenta il vero cuore della nostra fede cristiana. Questo atto di dissacrazione urta a fondo i nostri sentimenti religiosi. La scritta Shri Pardesi – aggiunge - non può essere ignorata, è la prova che ci sono ragioni fondamentaliste nell’atto vandalico. Questo episodio non va sottovalutato, è un segnale che ora i fondamentalisti indù vogliono prendere di mira regioni che sono tradizionalmente cristiane e provano tattiche di intimidazione. Chiediamo con forza e serietà – continua - che coloro che stanno dietro questi atti di violenza e dissacrazione si fermino, per poter mantenere armonia sociale e relazioni amichevoli nelle nostre città, e facciamo appello alle autorità dello stato affinché prendano tutti provvedimenti e le misure necessarie a controllare la situazione e ad assicurarsi che queste tensioni non siano alimentate”.
3 Febbraio 2006
PAKISTAN
Ancora violenze contro una chiesa cattolica ed i suoi fedeli
Nel distretto di Sialkot un gruppo di sconosciuti assalitori ha spaccato le gambe ad una donna cattolica di 70 anni e ne ha ferito in maniera grave un’altra, forse per una questione di terre. Arcivescovo di Lahore: “Succede perché il governo non prende misure adeguate”.
Kawanlit (AsiaNews) – Un gruppo composto da circa 20 donne e uomini ha attaccato alle 9.45 (ora locale) di oggi la chiesa cattolica di Kawanlit - nel distretto di Sialkot - ed i fedeli che si trovavano nei pressi, spaccando le gambe ad una donna di 70 anni e ferendone in maniera grave un’altra, di 50. Gli assalitori si sono poi scagliati contro l’edificio: hanno spaccato le finestre, violato l’altare principale ed i libri sacri che si trovavano dentro.
Mentre si allontanava, il gruppo ha minacciato tutta la comunità di altri attacchi in caso di denuncia alle autorità. Alla base dell’attacco vi sarebbe un terreno occupato con la forza da un musulmano locale, Mohammad Iqbal, nonostante sia di proprietà della chiesa.
“La violenza contro una debole comunità – si legge in un comunicato stampa rilasciato dalla Commissione episcopale Giustizia e pace – continua ad avvenire perché il governo non è riuscito a prendere le decisioni giuste dopo gli incidenti simili avvenuti in passato”.
“L’esempio più recente – si legge ancora nel documento, firmato dall’arcivescovo di Lahore mons. Saldanha e da Peter Jacob, segretario della Commissione – è quello di Sangla Hill dove, ad 80 giorni dalla dissacrazione e distruzione di chiese e proprietà cristiane ancora si attende un processo legale”.
“La discriminazione sociale – concludono – rimane incontrollata nonostante questo attacco sia il segnale di un nuovo impeto della violenza contro le minoranze più deboli. I luoghi di culto di questa parte della popolazione vengono attaccati impunemente”.
Sperando che non siano solo parole,una buona notizia:
3 Febbraio 2006
PALESTINA
Hamas: niente sharia, i “fratelli cristiani” cittadini a pieno titolo
di Abou Mahmud
Il movimento fondamentalista, vincitore delle elezioni palestinesi, dice ad AsiaNews di voler costituire un “governo civile”, fa grandi offerte di fratellanza verso i cristiani, programma un incontro con i patriarchi e cerca contatti col Vaticano.
Betlemme (AsiaNews) - Niente sharia, perché ”non si forza alla fede”, ma un governo civile che renda giustizia a tutti coloro che hanno sofferto o sono stati vessati, anche a causa della corruzione, siano essi musulmani o i “fratelli cristiani”, che Hamas considera “cittadini con tutti i diritti e doveri”, “con la loro libertà di pensiero e di religione”. I vincitori delle elezioni palestinesi, pressati dalle richieste della comunità internazionale di abbandonare la violenza e riconoscere Israele, vogliono evidentemente tranquillizzare il mondo cristiano preoccupato per i possibili risvolti integralisti della loro affermazione e in un’intervista ad AsiaNews lanciano offerte di amicizia e fratellanza. Una “campagna” che si manifesta anche nell’aver programmato un incontro con i patriarchi e i capi di istituzioni religiose di Terra Santa, martedì 7, e nella ricerca di contatti col Vaticano.
Alle domande di AsiaNews ha risposto Anwar Zbouan, eletto nelle liste di Hamas a Betlemme, che “ha portato le risposte della leadership del movimento”.
Hamas è conosciuto come un movimento fondamentalista ed alcuni cristiani hanno espresso preoccupazione verso il suo futuro governo. Quale sarà la politica del movimento verso i cristiani?
I fratelli cristiani sono nostri compagni nelle sofferenze e sono vicini ed amici. L’occupazione israeliana nella sua brutalità non ha fatto differenze tra cristiani e musulmani e fra loro come fra noi ci sono martiri, feriti, prigionieri e vi assicuro che i cristiani sono cittadini con tutti i diritti e doveri e con la loro libertà di pensiero e di religione nella vita quotidiana.
State pensando di introdurre la sharia?
Il movimento islamico di Hamas mira a stabilire un governo civile e non uno religioso. Un governo civile basato sulla libertà; come dice l’Altissimo: “non si forza alla fede” e dunque noi non forzeremo nessuno ad aderire ai principi religiosi, perché questo è legato all’appagamento della persona e al mantenimento delle convinzioni religiose, specialmente per i fratelli cristiani.
In anni recenti, nei Territori Palestinesi i cristiani sono stati ingiustamente depredati dei loro terreni, delle loro case, fatti oggetto di violenze…Come vuole Hamas trattare queste ingiustizie?
La ragione per la quale Hamas fa parte del parlamento è combattere la corruzione e i corrotti e rendere giustizia a tutti delle ingiustizie, senza distinzioni per la loro religione o le loro convinzioni intellettuali o politiche. Siamo tutti cittadini e nessuno è al di sopra della legge; così noi vogliamo la separazione del potere giudiziario da quello legislativo e esecutivo e vogliamo batterci per gli oppressi fino a eliminare l’ingiustizia. Tutti possono testimoniare che i figli del Movimento islamico hanno le mani pulite e che non sono mai stati coinvolti in ingiustizie nei confronti di altri o in appropriazione di proprietà. I fratelli cristiani di Betlemme lo possono testimoniare.
La comunità internazionale chiede ad Hamas di riconoscere l’esistenza di Israele e minaccia di isolarlo se non lo farà. Come pensa Hamas di comportarsi verso Israele e le pressioni internazionali? Avete un piano di coesistenza con Israele?
La presenza dello Stato di Israele è un fatto, ma è uno Stato occupante, che ha usurpato la nostra terra, rubato i nostri beni, imposto ogni tipo di umiliazioni e atti inumani verso il nostro popolo; tutte le leggi internazionali e divine ci garantiscono il diritto di resistere all’occupazione e la resistenza finirà quando l’occupazione finirà. Vogliamo dire a tutti che il nostro conflitto con gli ebrei non ha fondamento teologico o religioso, ma è a causa dell’occupazione della nostra terra e noi resistiamo agli occupanti senza riguardo alla loro fede o alle loro convinzioni.
Quanto alla comunità internazionale, noi assicuriamo che gli aiuti per il popolo palestinese sono per i figli del popolo palestinese e che sono utilizzati per costruire il loro benessere nei diversi settori e non per un partito e riteniamo che sospendere gli aiuti è una punizione verso tutto il popolo palestinese e la sua democrazia e che questo non ha giustificazioni.
D4rkAng3l
03-02-2006, 18:32
3 Febbraio 2006
INDIA
Goa: croce dissacrata da fondamentalisti indù
di Nirmala Carvalho
L’atto vandalico è stato compiuto nella città turistica di Aldona. Su una parte della croce è stato scritto ‘sig. Straniero". Padre Babu Joseph: “La croce è il cuore della nostra fede cristiana. Questo atto urta a fondo i nostri sentimenti religiosi”.
Aldona (AsiaNews) - Fondamentalisti indù hanno fatto a pezzi una croce nella nota città turistica di Aldona, nella zona nord di Goa. Il dissacrante atto vandalico è stato compiuto nella notte di lunedì 30 gennaio.
“La croce si trovava su una strada”, dichiara ad AsiaNews padre Loiola Pereira, direttore del Centro diocesano per le comunicazioni sociali e portavoce ufficiale dell’arcivescovo Filipe Neri Ferrao. “Alcune persone – continua - hanno spezzato la croce in 4 parti ed hanno scritto a grandi lettere su un pezzo ‘Shri Pardesi’, sig. Straniero”. “Siamo di fronti ad un vero e proprio caso di dissacrazione. È un atto gravissimo, più grave delle rapine che dal febbraio 2005 rappresentano una vera e propria piaga per l’arcidiocesi di Goa”. Dal febbraio dello scorso anno, spiega padre Loiola, si sono registrati 11 casi di furti di statue antiche e preziose dalle chiese di Goa. “Ma questo atto è molto più grave – denuncia il consacrato - offende la sensibilità religiosa della comunità cristiana, e la scritta Shri Pardesi chiarisce quali siano i loro veri intenti”.
“In questa zona la comunità è pacifica”, dichiara ad AsiaNews padre Mathew Rodrigues, sacerdote della “Cappella Santa Rita” di Carona, la zona dove si trovava la croce. “Carona è una comunità pacifica, ci sono 280 famiglie cattoliche e 50 famiglie indù e abbiamo sempre coesistito in pace ed armonia”. “Indù e cattolici – continua - parlano persino lo stesso dialetto, ed entrambe le comunità sono scosse e sorprese dal triste avvenimento. Per fortuna, anche se non è disposta a fornire ulteriori elementi, la polizia ha arrestato una persona”.
“Condanniamo con fermezza il caso di dissacrazione della croce a Goa”, aggiunge in una dichiarazione ad AsiaNews padre Babu Joseph, portavoce della Conferenza episcopale indiana. “La croce è santa e rappresenta il vero cuore della nostra fede cristiana. Questo atto di dissacrazione urta a fondo i nostri sentimenti religiosi. La scritta Shri Pardesi – aggiunge - non può essere ignorata, è la prova che ci sono ragioni fondamentaliste nell’atto vandalico. Questo episodio non va sottovalutato, è un segnale che ora i fondamentalisti indù vogliono prendere di mira regioni che sono tradizionalmente cristiane e provano tattiche di intimidazione. Chiediamo con forza e serietà – continua - che coloro che stanno dietro questi atti di violenza e dissacrazione si fermino, per poter mantenere armonia sociale e relazioni amichevoli nelle nostre città, e facciamo appello alle autorità dello stato affinché prendano tutti provvedimenti e le misure necessarie a controllare la situazione e ad assicurarsi che queste tensioni non siano alimentate”.
3 Febbraio 2006
PAKISTAN
Ancora violenze contro una chiesa cattolica ed i suoi fedeli
Nel distretto di Sialkot un gruppo di sconosciuti assalitori ha spaccato le gambe ad una donna cattolica di 70 anni e ne ha ferito in maniera grave un’altra, forse per una questione di terre. Arcivescovo di Lahore: “Succede perché il governo non prende misure adeguate”.
Kawanlit (AsiaNews) – Un gruppo composto da circa 20 donne e uomini ha attaccato alle 9.45 (ora locale) di oggi la chiesa cattolica di Kawanlit - nel distretto di Sialkot - ed i fedeli che si trovavano nei pressi, spaccando le gambe ad una donna di 70 anni e ferendone in maniera grave un’altra, di 50. Gli assalitori si sono poi scagliati contro l’edificio: hanno spaccato le finestre, violato l’altare principale ed i libri sacri che si trovavano dentro.
Mentre si allontanava, il gruppo ha minacciato tutta la comunità di altri attacchi in caso di denuncia alle autorità. Alla base dell’attacco vi sarebbe un terreno occupato con la forza da un musulmano locale, Mohammad Iqbal, nonostante sia di proprietà della chiesa.
“La violenza contro una debole comunità – si legge in un comunicato stampa rilasciato dalla Commissione episcopale Giustizia e pace – continua ad avvenire perché il governo non è riuscito a prendere le decisioni giuste dopo gli incidenti simili avvenuti in passato”.
“L’esempio più recente – si legge ancora nel documento, firmato dall’arcivescovo di Lahore mons. Saldanha e da Peter Jacob, segretario della Commissione – è quello di Sangla Hill dove, ad 80 giorni dalla dissacrazione e distruzione di chiese e proprietà cristiane ancora si attende un processo legale”.
“La discriminazione sociale – concludono – rimane incontrollata nonostante questo attacco sia il segnale di un nuovo impeto della violenza contro le minoranze più deboli. I luoghi di culto di questa parte della popolazione vengono attaccati impunemente”.
Sperando che non siano solo parole,una buona notizia:
3 Febbraio 2006
PALESTINA
Hamas: niente sharia, i “fratelli cristiani” cittadini a pieno titolo
di Abou Mahmud
Il movimento fondamentalista, vincitore delle elezioni palestinesi, dice ad AsiaNews di voler costituire un “governo civile”, fa grandi offerte di fratellanza verso i cristiani, programma un incontro con i patriarchi e cerca contatti col Vaticano.
Betlemme (AsiaNews) - Niente sharia, perché ”non si forza alla fede”, ma un governo civile che renda giustizia a tutti coloro che hanno sofferto o sono stati vessati, anche a causa della corruzione, siano essi musulmani o i “fratelli cristiani”, che Hamas considera “cittadini con tutti i diritti e doveri”, “con la loro libertà di pensiero e di religione”. I vincitori delle elezioni palestinesi, pressati dalle richieste della comunità internazionale di abbandonare la violenza e riconoscere Israele, vogliono evidentemente tranquillizzare il mondo cristiano preoccupato per i possibili risvolti integralisti della loro affermazione e in un’intervista ad AsiaNews lanciano offerte di amicizia e fratellanza. Una “campagna” che si manifesta anche nell’aver programmato un incontro con i patriarchi e i capi di istituzioni religiose di Terra Santa, martedì 7, e nella ricerca di contatti col Vaticano.
Alle domande di AsiaNews ha risposto Anwar Zbouan, eletto nelle liste di Hamas a Betlemme, che “ha portato le risposte della leadership del movimento”.
Hamas è conosciuto come un movimento fondamentalista ed alcuni cristiani hanno espresso preoccupazione verso il suo futuro governo. Quale sarà la politica del movimento verso i cristiani?
I fratelli cristiani sono nostri compagni nelle sofferenze e sono vicini ed amici. L’occupazione israeliana nella sua brutalità non ha fatto differenze tra cristiani e musulmani e fra loro come fra noi ci sono martiri, feriti, prigionieri e vi assicuro che i cristiani sono cittadini con tutti i diritti e doveri e con la loro libertà di pensiero e di religione nella vita quotidiana.
State pensando di introdurre la sharia?
Il movimento islamico di Hamas mira a stabilire un governo civile e non uno religioso. Un governo civile basato sulla libertà; come dice l’Altissimo: “non si forza alla fede” e dunque noi non forzeremo nessuno ad aderire ai principi religiosi, perché questo è legato all’appagamento della persona e al mantenimento delle convinzioni religiose, specialmente per i fratelli cristiani.
In anni recenti, nei Territori Palestinesi i cristiani sono stati ingiustamente depredati dei loro terreni, delle loro case, fatti oggetto di violenze…Come vuole Hamas trattare queste ingiustizie?
La ragione per la quale Hamas fa parte del parlamento è combattere la corruzione e i corrotti e rendere giustizia a tutti delle ingiustizie, senza distinzioni per la loro religione o le loro convinzioni intellettuali o politiche. Siamo tutti cittadini e nessuno è al di sopra della legge; così noi vogliamo la separazione del potere giudiziario da quello legislativo e esecutivo e vogliamo batterci per gli oppressi fino a eliminare l’ingiustizia. Tutti possono testimoniare che i figli del Movimento islamico hanno le mani pulite e che non sono mai stati coinvolti in ingiustizie nei confronti di altri o in appropriazione di proprietà. I fratelli cristiani di Betlemme lo possono testimoniare.
La comunità internazionale chiede ad Hamas di riconoscere l’esistenza di Israele e minaccia di isolarlo se non lo farà. Come pensa Hamas di comportarsi verso Israele e le pressioni internazionali? Avete un piano di coesistenza con Israele?
La presenza dello Stato di Israele è un fatto, ma è uno Stato occupante, che ha usurpato la nostra terra, rubato i nostri beni, imposto ogni tipo di umiliazioni e atti inumani verso il nostro popolo; tutte le leggi internazionali e divine ci garantiscono il diritto di resistere all’occupazione e la resistenza finirà quando l’occupazione finirà. Vogliamo dire a tutti che il nostro conflitto con gli ebrei non ha fondamento teologico o religioso, ma è a causa dell’occupazione della nostra terra e noi resistiamo agli occupanti senza riguardo alla loro fede o alle loro convinzioni.
Quanto alla comunità internazionale, noi assicuriamo che gli aiuti per il popolo palestinese sono per i figli del popolo palestinese e che sono utilizzati per costruire il loro benessere nei diversi settori e non per un partito e riteniamo che sospendere gli aiuti è una punizione verso tutto il popolo palestinese e la sua democrazia e che questo non ha giustificazioni.
ribadisxco il discorso che ho fatto prima: "Ma che ce sò andati a fà i cristiani in India?!" l'induismo è una fede non organizzata secondo una gerarchia e sopratutto come il budismo non fà proselitismo...non cerca di convertire nessuno alla propria fede...se ti ci avvicini è di tua spontanea volontà, non perchè ti danno opuscoli, ti bussano alla porta....il cristianesimo è arrivato in India con la colonizzazione inglese...gran bella cosa....purtroppo la vedo come una cosa molto animale inc erti casi...vai e moltiplicatoi, spargi il verbo e cattura più fedeli possibili....non dico la nostra fede ma la nostra cultura in generale non ha il diritto di intrommettersi troppo il altre...coem è stato fato in giappone...uno schifo
Hakuna Matata
03-02-2006, 18:44
ribadisxco il discorso che ho fatto prima: "Ma che ce sò andati a fà i cristiani in India?!" l'induismo è una fede non organizzata secondo una gerarchia e sopratutto come il budismo non fà proselitismo...non cerca di convertire nessuno alla propria fede...se ti ci avvicini è di tua spontanea volontà, non perchè ti danno opuscoli, ti bussano alla porta....il cristianesimo è arrivato in India con la colonizzazione inglese...gran bella cosa....purtroppo la vedo come una cosa molto animale inc erti casi...vai e moltiplicatoi, spargi il verbo e cattura più fedeli possibili....non dico la nostra fede ma la nostra cultura in generale non ha il diritto di intrommettersi troppo il altre...coem è stato fato in giappone...uno schifo
E' un discorso stupido, a me fa schifo la tv semplicemente non la guardo mica vado imprecando contro chi l'ha creata. I cristiani non puntano la pistola in testa a nessuno per convertirsi e viviamo in un mondo dove ognuno dovrebbe essere libero di professare la propria fede, come qui trovi anche gli hare krishna per strada e nessuno gli mena perché i cristiani vi danno tanto fastidio?
D4rkAng3l
03-02-2006, 18:50
E' un discorso stupido, a me fa schifo la tv semplicemente non la guardo mica vado imprecando contro chi l'ha creata. I cristiani non puntano la pistola in testa a nessuno per convertirsi e viviamo in un mondo dove ognuno dovrebbe essere libero di professare la propria fede, come qui trovi anche gli hare krishna per strada e nessuno gli mena perché i cristiani vi danno tanto fastidio?
perchè gli hara krishna non bussano alle porte e nn vanno a fare missioni umanitarie in paesi stranieri tentando di convertire i locali.
Nella scuola dove insegna mia amdre fecero un progetto multiculturale con ragazzi aricani e le hanno detto che cmq i missionari europei portano si aiuti ma tendono a "ridicolizzare" le loro credenze e a tentare la conversione...bellissimo
Hakuna Matata
03-02-2006, 18:53
perchè gli hara krishna non bussano alle porte e nn vanno a fare missioni umanitarie in paesi stranieri tentando di convertire i locali.
Nella scuola dove insegna mia amdre fecero un progetto multiculturale con ragazzi aricani e le hanno detto che cmq i missionari europei portano si aiuti ma tendono a "ridicolizzare" le loro credenze e a tentare la conversione...bellissimo
Dovrebbero ringraziare le missioni umanitarie almeno, Madre Teresa di Calcutta avrebbe meritato il pestaggio?
Poi quando ero in Italia gli hare krishna venivano a vendere la bababababb gita o come si chiama :D Se un Cristiano da una Bibbia aggredisce la cultura, se loro vendono quel libro invece non fanno proselitismo...bah.
riquoto ancora una volta per tutte (non riferito a te hakuna)
sentite una volta per tutte,che studi avete fatto?No perchè almeno noi poveri creduloni,bigotti,puritani,pietisti,missionari,... ci possiamo regolare con la vostre subblime "cultura" (a)teologica..
Se non credete sono affari vostri e nessuno ha da ridire,ma almeno abbiate la decenza di finirla con il solito patetico autoerotismo teo-analfabetico.Poi non lamentatevi se nessun credente vuole dialogare con voi perchè sulle vostre falsità e attacchi non si crea e mai si potrà creare un vero dialogo edificante dato che non c'è un bel niente da imparare...
D4rkAng3l
04-02-2006, 10:43
riquoto ancora una volta per tutte (non riferito a te hakuna)
ciccio tutti hanno il diritto di espimere la propria opinione, ribadisco il concetto, se vuoi fare l'isterico in stile Paolo di Tarso della situazione che evangelizzerà il mondo per farlo somigliare a se stesso e non vedere i propri problemi apriti un cavolo di blog...molto probabilmente non andrei neanche a leggerlo...
Amu_rg550
04-02-2006, 10:49
i rilievi mossi hanno una base fondata: queste pagine sono aperte a tutti e quindi tutti possono commentare ciò che ritengono opportuno.
detto questo, senza riferirmi a particolari reply vorrei ricordare che questo è un thread che per scelta dell'autore verte su persecuzioni cristiane nel mondo: per parlare di chiesa o cristianesimo in generale ci sono altri thread o vi è la possibilità di aprirne di nuovi senza deviare questo dalle intenzioni per le quali è stato aperto.
in sintesi quindi: è perfettamente lecito replicare ma con attinenza all'argomento specifico e con criterio ;)aggiungo: evitare certi toni mi sembrava scontato, evidentemente è il caso di sottolineare anche questo.
D4rkAng3l
04-02-2006, 11:54
aggiungo: evitare certi toni mi sembrava scontato, evidentemente è il caso di sottolineare anche questo.
giusto e mi scuso se ho esagerato, cmq anche Ewi la piantasse di ostentare la sua catto-cultura superiore :)
La strage nelle Filippine interroga tutti i credenti
Facciamo «nostri» quei cristiani massacrati
Fulvio Scaglione
[Avvenire]Non c'è nessuna modernità nel farsi beffe della fede altrui. E non c'è segno d'intelligenza nel gettare benzina sul fuoco di anni tormentati e cruciali: ci sono state le Torri gemelle, due guerre, centinaia di attentati e di civili uccisi dagli Usa alla Spagna all'Iraq, nessuna campagna per la democrazia è finora riuscita a ricostruire i ponti ch'erano stati in quel modo bruciati. E la benzina resta benzina anche se la chiamiamo satira. Dunque non illudiamoci: è misera la battaglia, se la combattiamo solo per concederci il «lusso» di pubblicare vignette su Maometto. O per «svilire e umiliare la religione», in questa occasione quella islamica, come ha detto Joseph Sitruk, gran rabbino di Francia.
Ben altro è il compito che ci aspetta. Pochi giorni fa, una nuova serie di bombe ha colpito le chiese e i cristiani dell'Iraq. Ieri sei cristiani, tra i quali anche un bambino di pochi mesi, sono stati uccisi sull'isola di Jolo, nelle Filippine, nell'assalto al loro villaggio. E nessun Governo delle nazioni dove il cristianesimo è prevalente ha protestato, nessun Paese europeo ha alzato la voce a difendere quelle povere vittime. Neppure laddove la tolleranza verso l'islam e i musulmani è ampiamente dimostrata, dove le grandi moschee sono sorte senza incidenti. Neppure tra quegli uomini politici che hanno a lungo discusso, or non è molto, sulle radici cristiane dell'Europa, e su come siano da esse germogliati tutti i valori di rispetto per la vita e per l'uomo che incarnano il meglio della nostra cultura e della nostra civiltà.
Tra l'icona di Dio bloccata sulla carta di un disegno o sulla tela di un dipinto e l'immagine di Dio vivente incarnata in un essere umano, c'è uno spazio infinito dove potremmo e dovremmo agire con molta più prontezza e intelligenza. Questa polemica sulle vignette, dalla Danimarca passata in Norvegia e poi in Francia, dilagata in tutta Europa e ormai diventata una questione mondiale, è densa di pericoli per tutti ma per noi è anche ricca di opport unità. È per esempio l'occasione per chiarire quali siano i rapporti con i Paesi islamici che chiamiamo «moderati» e che consideriamo alleati nella lotta all'estremismo armato. In prima linea a proporre embarghi e rappresaglie ci sono Arabia Saudita, Kuwait, Giordania. Gli Stati, i Governi prima ancora che le comunità islamiche del Medio Oriente o quelle che vivono in Europa. Che fine ha fatto la moderazione? Viene il sospetto che fosse un mito nostro, che avessimo scambiato dei soci in affari per compagni di strada uniti nell'adesione ad alcuni valori fondamentali.
La mobilitazione del mondo islamico per le vignette danesi è un duro monito, ma paradossalmente indica una strada. Le campagne militari servono a poco, e portano a successi assai provvisori, se il rispetto per la vita non diventa il faro morale della società. Per ottenere questo, anche in mondi geograficamente e culturalmente assai lontani dal nostro, dovremmo prima di tutto sentire come «nostri» anche i cristiani che lì vivono e che sempre più spesso rischiano la vita a causa della fede. Sono figli delle stesse radici che hanno prodotto noi, non possiamo disconoscerli. Facciamoli nostri davvero e gridiamolo sui tetti. Ricordiamoci di loro. Mobilitiamoci per loro. E difendendo il loro diritto alla vita, difenderemo i diritti civili di tutti, la libertà di culto, di pensiero, di movimento. Questo, assai più che gli eserciti, contribuirà a diffondere i valori che hanno reso tollerante e democratica la nostra civiltà e che così spesso conquistano anche coloro che, per volontà o per bisogno, lasciano il proprio Paese per venire a vivere con noi.
4 Febbraio 2006
INDONESIA
Nuovo no alla cancellazione della pena di morte per i tre cattolici indonesiani
di Benteng Reges
Il procuratore generale definisce un “trucco” la presenza di nuovi testimoni disposti a deporre a favore dei tre detenuti e ribadisce: “la sentenza capitale non si può annullare”.
Jakarta (AsiaNews) – Il procuratore generale Abdul Rahman Saleh ha confermato ancora una volta che non cancellerà la sentenza capitale per i tre cattolici indonesiani accusati di essere coinvolti negli scontri interreligiosi di Poso del 2000-2001. “Non possiamo cancellare la pena di morte – ha dichiarato ieri da Jakarta – decisa dalla Corte suprema e ribadita dal rifiuto del presidente a concedere la grazia”.
Saleh ha poi spiegato che l’iniziativa legale intrapresa dal gruppo di avvocati Padma non servirà a cancellare la condanna, che è “chiara e legale”. Pochi giorni fa i membri di Padma, convinti che i tre cattolici siano vittime di un complotto politico, hanno chiesto la cancellazione della pena capitale e che i giudici ascoltino nuovi testimoni, disposti a deporre a favore dei detenuti. Egli ha poi minimizzato sulle dichiarazioni di Tibo relative al coinvolgimento di 16 persone negli scontri a Poso, tra cui alcuni uomini delle forze di sicurezza.
Secondo Saleh, “quello dei nuovi testimoni è solo un trucco per cercare di sospendere l’esecuzione”. “Perché - sottolinea – non hanno rivelato i nomi di questi responsabili durante il processo?”. Il procuratore ha comunque disposto che le nuove prove vengano consegnate alla polizia che indagherà.
Fabianus Tibo, Dominggus da Silva e Marinus Riwu sono stati condannati a morte nel 2002. Lo scorso novembre il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono aveva respinto la loro richiesta di grazia; subito dopo l’Ufficio del procuratore generale ha annunciato che i tre sarebbero stati giustiziati “presto”. Da allora esponenti della Chiesa locale e attivisti per i diritti umani chiedono l’annullamento di una sentenza ritenuta “iniqua” anche a causa delle pressioni esercitate sulla corte dai fondamentalisti islamici.
L’Ufficio del procuratore generale (Ago) è autorizzato a eseguire le sentenze capitali. Tibo e compagni saranno giustiziati dall’Ago delle Sulawesi centrali.
quindi tu crei questo 3d per fare da "contrappeso" (anzi meglio inquesto caso "contraltare" :D ) dei 3d che tu ritieni "anticristiani"?
è evidente che siamo davanti a un malinteso, un grosso equivoco.
Pensavo che il forum fosse un luogo di confronto, non di propaganda.
Un posto per confrontarsi, non un megafono delle opinioni di Tizio e di Caio (e anche di kaioh :asd: )
poco male, vorrà dire che anche io mi metterò ad aprire 3d in cui riporto notizie significative per me anche se forse totalmente indifferenti per altri.
sognavo tanto un mio piccolo blog personale a spese del Corsini :p
io l'ho già detto 2 settimane fa (2 settimane) ma come spesso succede sono figurato come "il solito rompicoglioni".
D4rkAng3l
04-02-2006, 12:58
io l'ho già detto 2 settimane fa (2 settimane) ma come spesso succede sono figurato come "il solito rompicoglioni".
:D
:D
cosa ridi? :stordita:
:asd:
D4rkAng3l
04-02-2006, 15:38
cosa ridi? :stordita:
:asd:
non rido ma sogghigno e sghignazzo :O
USA
Alabama: cinque chiese date alle fiamme
04 febbraio 2006 - (ve/nyt) Tre chiese sono state distrutte da altrettanti incendi e due altre chiese sono state danneggiate dalle fiamme, giovedì 2 e venerdì 3 febbraio, nello stato americano dell’Alabama. Quattro degli edifici – luoghi di culto della Southern Baptist Convention – si trovano nella contea di Bibb, nella regione centrale dello stato. Non si registrano feriti. La polizia ritiene che almeno tre dei cinque incendi siano di natura dolosa. Intorno alla metà degli anni 1990 in Alabama una serie impressionante di incendi dolosi aveva preso di mira chiese frequentate da afroamericani. In questo caso il motivo razziale non pare essere all’origine degli atti criminali. Lo scorso giovedì una chiesa è stata data alle fiamme nella contea di Chilton, pure nell’Alabama
Estremamente impressionato dalla mole di soprusi che accadono in tutto il mondo
Egypt
February 4, 2006
Egyptian Sisters Win Christian Identity Battle
by Barbara G. Baker
Compass Direct News
Two young Coptic Christian women whose father had converted to Islam when they were infants have won a court battle in Egypt to retain their official religious identity as Christians.
Now 18 and 19 years old, Iman and Olfat Malak Ayet will be issued national identity cards matching their Christian birth certificates tomorrow.
In the final verdict, presiding Judge Farouk Ali Abdel Kader of Cairo’s District No. 1 Administrative Court declared that the civil authorities had conducted a “non-justified intervention” by imposing upon the two plaintiffs a belief they had not chosen.
“It is not in any way acceptable that the civil authorities take advantage of their authority to force the plaintiffs to embrace Islam,” the ruling specified
The court also ordered the government’s Civil Affairs Department, which had refused to issue Christian ID cards to the Ayet sisters, to pay all legal fees in the lawsuit.
Although the verdict was handed down more than eight months ago, on May 31, 2005, civil authorities refused to implement the decision. “They were pretending that they were waiting for the approval of the State Security Investigation,” attorney Naguib Gibrael told Compass.
Finally, Gibrael served notice to the interior minister, warning that Article 23 of the penal code required that any government employee who refused to obey a court verdict be jailed for six months or fired. The minister sent written approval of the verdict, and on January 26 the Civil Affairs Department accepted the Ayet sisters’ ID applications, issuing official receipts to pick up their new identity cards on Saturday (February 4).
“This has been a long struggle with the security authorities,” said Gibrael, legal counsel on the sisters’ case. “We really ask for a guarantee, to stop the postponement in executing these verdicts.”
Marrying Christians Prohibited
Under Egyptian civil law, every citizen is required within six months of their 16th birthday to obtain a personal identity card.
Nearly three years ago, the Ayet sisters were surprised to learn that, before his death, their father had changed their identities from Christian to Muslim on government records. The change also left them with new Muslim names.
Although the father had divorced their mother and married a Muslim wife, he had never interfered with his daughters being baptized and raised as Coptic Orthodox Christians by their mother.
When Olfat Ayet turned 16, she had applied for her national ID card in order to qualify for her school’s final examinations and to apply for university acceptance. But the Civil Affairs Department refused to accept her Christian birth certificate, insisting she was legally a Muslim and would be committing apostasy to leave Islam and “convert” to Christianity.
Once issued, Egypt’s bar-coded national ID cards are difficult to change. Government-recognized authorities must issue documented certificates to alter the details of marital status, religion or profession.
If the Ayet sisters had been issued Muslim identities, they would have been prohibited under the statutes of Islamic law enshrined in Egypt’s legal codes from marrying Christians.
So in May 2003, the two minor girls filed a case through a maternal relative against the Interior Ministry and the Civil Affairs Department, requesting the right to change their identities back to their original Christian names and religion.
Key documentation for the girls’ case included official certificates from the Coptic Orthodox Patriarchate confirming their Christian identity at birth, as well as the Christian marriage certificate of their parents. They also had proof that their father had falsified his own birth certificate when he altered their records, claiming that his new Muslim name taken in 1986 was the one given him when he was born in 1955.
The sisters’ legal counsel, Gibrael, is a well-known Coptic lawyer who had won a previous landmark case reinstating Christian identity to a Coptic woman who came back to her Christian faith after converting to Islam.
In that April 2004 verdict, an Egyptian administrative court validated the return of Mira Makram Gobran Hanna to the Coptic Orthodox Church 13 months after her conversion to Islam. A certificate issued by the church and approved by the State Security Directorate had confirmed this change in Hanna’s religious status, but years later civil authorities intervened and demanded she return to Islam.
Under the dual standards of Egyptian law, Christian citizens are free to convert legally to Islam, but Muslims are prohibited from changing their religion. At least 10 percent of Egypt’s population is Coptic Christian
:eek: :eek: :(
e TU Ewigen, che studi hai fatto?
dicci dicci, così ci sappiamo regolare (quando ti leggiamo).
[OT]
non so che interesse possa avere a un ateo e anticlericale il camminino di fede di un credente,ma visto che lo chiedi ti risponderò.
sono nato in un ambiente dove la religiosità era di casa:tre mie zie erano suore e un miuo parente è è oltre che arcivescovo è pure elemosiniere di sua Santità.Quindi prestaiper anni serviio grauito presso un convento di francescani dove,grazie a molti amici ora preti e missisonari mi dettero importanti insegnamenti rigurdo all'intero panorama spirituale non solo cristiano.
In seguio ad una crisi spirituale (avevo pure pensato al suicidio) mi "covertii" al protestantesimo.Una "nuova" vita mi ritrovavo davati,nuove esperenze di fede,nuovi maestri che mi avrebbero guidato (e ancora mi guidano) in un cammino che ancora non so dove mi porterà.E per mia fortuna i pastori della mia nuova parocchia (di cui sono diventato il lettore) oltre che delle istituzioni di cultura hanno pure importanti incarichi nei dialoghi ecumenici e interreligiosi in ambito locale e internazionale su cui grazie a loro mi tengo sempre informato di come le cose stanno realmente (e alla faccia dei luoghi comuni un certo uomo in bianco da molti definito come persona chiusa e non dialogante gode invece di grande stima).
Mi sono poi iscritto nel Movimento per Vita ("fondato" da Madre Teresa) con cui ho avuto la possibilità di frequentae e fare amiciia con vari movimenti cattolici (RnS,Focolari,CL,Militia dell'Immacolata e anche l'Opus Dei) e con i quali ho persino l'occasione di ritrovarmi a pregare insieme,alla faccia di chi li descrive come oltranzisti.
avre molto da scrivere ma preferisco fermarmi qui.
ps:no ti segnalo ma...maleducato lo dici ad altri,grazie.
SRI LANKA
Manifestazioni anticristiane nello Sri Lanka
[The Voice of the Martyrs]COLOMBO - Resta alta la tensione dopo che domenica 22 gennaio a Bolaththa, a nord della capitale Colombo, circa cinquecento persone fra cui venti monaci buddisti hanno sfilato con cartelli scandendo minacce davanti a una chiesa delle Assemblee di Dio. Hanno promesso di ripetere la manifestazione se la chiesa non cesserà le sue attività. Il giorno successivo un gruppo è tornato ed ha lanciato pietre contro la casa del pastore adiacente alla chiesa.
Lo Sri Lanka conta 20 milioni di abitanti, dei quali l'otto per cento sono cristiani. Negli ultimi anni 250 chiese sono state attaccate.
ehi capo, segnala pure, continuo a pensare che tu sia stato un bel maleducato a chiedere "che studi hai fatto" come se ci volesse il patentino per parlare con te e dei tuoi argomenti.
io mi confronto con tutti anche sui lati più "tecnici" del mio lavoro, quando capita, senza permettermi di dare dell'ignorante a chicchessia.
continuo a pensare che tu stia male interpretando lo spirito del forum.
quanto ai tuoi "studi" ( :rolleyes: ) se sono ridotti ad aver pregato con quelli di CL e dell'Opus Dei capisco su cosa si fondi il piedistallo dal quale ti ostini a non voler scendere quando discuti (non sono l'unico a pensarlo, amico).
fa' quel che ti pare ma non smetterò di sbatterti in faccia la mia opinione, in modo garbato ma schietto e fermo, anch se i miei "studi" religiosi si fermano al catechismo della seconda media.
credimi, senza rancore... ...hasta la vista! :D
giannola
05-02-2006, 15:15
SRI LANKA
Manifestazioni anticristiane nello Sri Lanka
[The Voice of the Martyrs]COLOMBO - Resta alta la tensione dopo che domenica 22 gennaio a Bolaththa, a nord della capitale Colombo, circa cinquecento persone fra cui venti monaci buddisti hanno sfilato con cartelli scandendo minacce davanti a una chiesa delle Assemblee di Dio. Hanno promesso di ripetere la manifestazione se la chiesa non cesserà le sue attività. Il giorno successivo un gruppo è tornato ed ha lanciato pietre contro la casa del pastore adiacente alla chiesa.
Lo Sri Lanka conta 20 milioni di abitanti, dei quali l'otto per cento sono cristiani. Negli ultimi anni 250 chiese sono state attaccate.
vabbè si dai restiamo in tema e confrontiamoci alla tua maniera, ovvero io parlo e tu nn mi rispondi :D
Tu scrivi un mucchio di cose sulle persecuzioni dei cristiani nel mondo (delle quali è difficile fare una verifica oggettiva).
Anzi direi quasi, da quello che racconti, che in tutto il mondo le persone ogni giorno si alzino e dicano "bene, vediamo quanti cristiani possiamo eliminare oggi".
Questa sorta di "diario di bordo" in definitiva a cosa dovrebbe portare?
Dovrebbe alimentare dell'astio da parte dei cristiani verso i loro persecutori?
Dovrebbe invece far capire quanto sia pericolosa l'attività evangelica, invitando implicitamente a demordere ?
Dovrei dire che in questo forum ho avuto, da cristiano, il piacere di parlare con alcuni utenti atei o pseudo-tali i quali hanno mi riconosciuto una piacevole apertura mentale ed una disponibilità al dialogo che probabilmente li spingerà, pur restando atei, a riflettere sul fatto che la religione nn è quel guazzabuglio dottrinale cui un uomo si deve ciecamente sottomettere.
A farmi un' idea di te sulla base dei tuoi argomenti e delle tue affermazioni, posso trovare una sola parola: intransigente.
Aggiungo che è questa parvenza di superiorità, questa intransigenza, che tiene lontana la gente dalla chiesa cattolica e che le procura tanti oppositori.
Mi viene in mente quanto letto su una biografia di Giovanni Bosco, in riferimento ad un altro prete della sua chiesa che aveva mandato via un ragazzino malvestito, mentre Don Bosco lo è andato a riprendere per fargli capire che la chiesa accoglieva tutti.
Se posso umilmente permettermi ti dico che non hai lasciato abbastanza spazio nel tuo cuore per accogliere anche chi nn la pensa nel tuo stesso modo e chi nn si veste della fede alla tua stessa maniera.
Come sempre, e come nel tuo stile, sei libero di nn rispondermi.
D4rkAng3l
05-02-2006, 15:48
[OT]
non so che interesse possa avere a un ateo e anticlericale il camminino di fede di un credente,ma visto che lo chiedi ti risponderò.
sono nato in un ambiente dove la religiosità era di casa:tre mie zie erano suore e un miuo parente è è oltre che arcivescovo è pure elemosiniere di sua Santità.Quindi prestaiper anni serviio grauito presso un convento di francescani dove,grazie a molti amici ora preti e missisonari mi dettero importanti insegnamenti rigurdo all'intero panorama spirituale non solo cristiano.
In seguio ad una crisi spirituale (avevo pure pensato al suicidio) mi "covertii" al protestantesimo.Una "nuova" vita mi ritrovavo davati,nuove esperenze di fede,nuovi maestri che mi avrebbero guidato (e ancora mi guidano) in un cammino che ancora non so dove mi porterà.E per mia fortuna i pastori della mia nuova parocchia (di cui sono diventato il lettore) oltre che delle istituzioni di cultura hanno pure importanti incarichi nei dialoghi ecumenici e interreligiosi in ambito locale e internazionale su cui grazie a loro mi tengo sempre informato di come le cose stanno realmente (e alla faccia dei luoghi comuni un certo uomo in bianco da molti definito come persona chiusa e non dialogante gode invece di grande stima).
Mi sono poi iscritto nel Movimento per Vita ("fondato" da Madre Teresa) con cui ho avuto la possibilità di frequentae e fare amiciia con vari movimenti cattolici (RnS,Focolari,CL,Militia dell'Immacolata e anche l'Opus Dei) e con i quali ho persino l'occasione di ritrovarmi a pregare insieme,alla faccia di chi li descrive come oltranzisti.
avre molto da scrivere ma preferisco fermarmi qui.
ps:no ti segnalo ma...maleducato lo dici ad altri,grazie.
la curiosità e il voler sdapere infatti è tipico degli atei demoniaci che hanno colto il frutto della conoscenza dall'alberello heheh cmq grazie per averci informati...bada bene che non esiste IL cammino spirituale unico e non ti sentire superiore per il TUO cammino, quantomeno se poi non vuoi sentirti dire che è fatt di debolezze :-P
Ritornando In Topic , direi che la notizia del prete ucciso un turchia sia un ennesima dimostrazione di cosa stia accadendo nel mondo.
Turchia: ucciso un prete cattolico italiano La polizia cerca il presunto omicida, un ragazzo adolescente. Non si conoscono ancora i moventi dell'omicidio STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
TREBISONDA - Don Antonio Santoro, un prete cattolico oiginario di Roma, è stato ucciso a Trabzon, l'antica Trebisonda, in Turchia sul mar Nero. La polizia è alla ricerca del presunto omicida, un ragazzo adolescente. Non si conoscono ancora i moventi dell'omicidio. Il sacerdote è stato freddato a colpi di pistola nella chiesa di Santa Maria.
STAVA PREGANDO IN CHIESA - Monsignor Luigi Padovese, vescovo titolare del vicariato di Anatolia, ha detto che don Santoro si trovava «in chiesa intento a pregare, quando qualcuno è entrato e lo ha freddato», ha dichiarato il prelato, che ha espresso la convinzione che si sia trattato di un «omicidio premeditato».
05 febbraio 2006
cut
:zzz:
Ritornando In Topic , direi che la notizia del prete ucciso un turchia sia un ennesima dimostrazione di cosa stia accadendo nel mondo.
Turchia: ucciso un prete cattolico italiano La polizia cerca il presunto omicida, un ragazzo adolescente. Non si conoscono ancora i moventi dell'omicidio STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
TREBISONDA - Don Antonio Santoro, un prete cattolico oiginario di Roma, è stato ucciso a Trabzon, l'antica Trebisonda, in Turchia sul mar Nero. La polizia è alla ricerca del presunto omicida, un ragazzo adolescente. Non si conoscono ancora i moventi dell'omicidio. Il sacerdote è stato freddato a colpi di pistola nella chiesa di Santa Maria.
STAVA PREGANDO IN CHIESA - Monsignor Luigi Padovese, vescovo titolare del vicariato di Anatolia, ha detto che don Santoro si trovava «in chiesa intento a pregare, quando qualcuno è entrato e lo ha freddato», ha dichiarato il prelato, che ha espresso la convinzione che si sia trattato di un «omicidio premeditato».
05 febbraio 2006
Meglio (non per la notizia riportata).
Turchia: assassinato prete cattolico
05 febbraio 2006 - (ve/agenzie) Andrea Santoro, sacerdote romano di 60 anni, missionario della congregazione di Charles de Foucauld, è stato ucciso a colpi di pistola questo pomeriggio a Trebisonda, una città turca sul mar Nero.
Secondo la rete televisiva CNN-Turk la polizia sarebbe sulle tracce di un ventenne che avrebbe atteso il sacerdote e lo avrebbe ucciso davanti alla chiesa di Santa Maria a Trebisonda.
Non è chiaro se l'episodio si debba in qualche modo collegare all'ondata di proteste seguita alla pubblicazione delle vignette satiriche raffiguranti Maometto.
Il sacerdote italiano era conosciuto come sostenitore del dialogo con le altre religioni ed era curatore del progetto interculturale "Finestra per il Medio Oriente" i cui fini sono quelli di favorire "un dialogo rispettoso tra il patrimonio cristiano e il patrimonio musulmano".
5 Febbraio 2006
TURCHIA - VATICANO
Nunzio ad Ankara: Don Andrea Santoro, un martire del terzo millennio
di Bernardo Cervellera
Fra i moventi dell’assassinio, quello fondamentalista: l’uccisore ha gridato “Allah akhbar, Allah è grande!”. Ma è anche possibile una vendetta della mafia della prostituzione.
Ankara (AsiaNews) – Dolore, ma anche “riconoscenza” esprime il nunzio vaticano ad Ankara per il sacrificio di don Andrea Santoro, il sacerdote fidei donum ucciso oggi pomeriggio nella sua chiesa di santa Maria a Trebisonda (Trabzon in turco), nel nord della Turchia. Raggiunto per telefono, mons. Antonio Lucibello, da poco più di un mese nunzio vaticano ad Ankara, ha detto ad AsiaNews: “ Vivo un grande dolore, ma anche una grande riconoscenza per questo sacerdote della diocesi di Roma, che ha voluto impegnarsi in missione. Durante il Grande Giubileo abbiamo spesso il martirio come la nota costitutiva della Chiesa. Don Andrea è un nuovo martire di questo millennio. Speriamo che il suo sangue sia fecondo per nuovi cristiani. Don Andrea è stato un missionario proprio come san Paolo che dice: Per me evangelizzare è un dovere”.
Mons. Libello ha ricevuto notizia dell’uccisione di don Andrea dal vescovo Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, pochi minuti dopo l’accaduto.
Secondo le prime ricostruzioni, come ogni pomeriggio il padre aveva aperto la chiesa. Un giovane è entrato e gli ha sparato due colpi alle spalle. Uscendo il giovane ha gridato qualcosa. Secondo un giovane turco lì presente vicino al sacerdote l’assassino ha gridato “Allah Akbar, Allah è grande”. Vi è un elemento fondamentalista
Per ora si sospetta che il movente sia legato al fondamentalismo, allo sdegno per le vignette di Maometto che in Turchia ha creato molto malumore e dimostrazioni. Il vescovo Padovese ha anche detto che il sacerdote era impegnato nella redenzione delle ragazze di strada. Forse è possibile che la sua uccisione sia dovuta anche a una vendetta della mafia della prostituzione.
Mons. Lucibello ha detto che la Santa Sede è stata avvertita, come pure il governo italiano. L’Unità di crisi del Ministero degli esteri e la questura di Roma sono già in azione.
5 Febbraio 2006
TURCHIA - ITALIA
Il card. Ruini ricorda don Andrea, “voleva essere testimone di Cristo”
Con la sua morte, afferma il cardinale vicario e presidente della Conferenza episcopale italiana,”si aggiunge si aggiunge un nuovo anello alla lunga catena dei sacerdoti romani che hanno versato il proprio sangue per il Signore”.
Roma (AsiaNews) - Era stato parroca a Roma, don Andrea Santoro, prima di recarsi in Anatolia “per essere in quella terra testimone silenzioso e orante di Gesù Cristo”: ora “con questo tragico evento si aggiunge si aggiunge un nuovo anello alla lunga catena dei sacerdoti romani che hanno versato il proprio sangue per il Signore”. Lo ricorda così il cardinale vicario di Roma, cardinale Camillo Ruini, in una sua dichiarazione, firmata anche come presidente della Cei, a significare il dolore dell’intera Chiesa italiana.
“Don Andrea – scrive il cardinale - aveva intensamente desiderato e insistentemente chiesto di poter lasciare Roma per l’Anatolia”. “Tutta la Diocesi di Roma, e in particolare i sacerdoti, che amavano e stimavano profondamente d. Andrea, già parroco delle parrocchie romane di Gesù di Nazareth e poi dei SS. Fabiano e Venanzio, profondamente colpiti da questa tristissima notizia, elevano al Signore intense preghiere per don Andrea, per la sua anziana madre, per le sorelle e i familiari tutti”.
La diocesi, “pur nel grande dolore, è orgogliosa di lui e ringrazia il Signore per questa fulgida testimonianza nell’umile certezza che da essa nascerà nuova vita cristiana”.
Malaysia
February 5, 2006, 05:31:24 PM
The radical Muslim group, Jemaah Islamiah operates around the world to destroy anything associated with the West it hates so much – including Christians.
By Eddie Chua
[Malaysia Star]KUALA LUMPUR: Jemaah Islamiah (JI) has a house in Pakistan where students from Malaysia and Singapore are indoctrinated and prepared for militant activities.
Gungun Rusman Gunawan, a brother of Ridwan Ishamuddin (better known as Hambali, a key man in al-Qaeda's operations in South-East Asia who was captured in Thailand in August 2003) revealed this in his confession to the Indonesian police last year.
A source disclosed the contents of the confession to The Star recently.
Gungun and 18 others, including 13 Malaysians, were picked up by the Pakistan Federal Agency and the United States Central Intelligence Agency in Karachi in September 2003 for suspected militant activities.
The arrests were based on information gleaned from US interrogations of Hambali, who had been under US custody at a secret location after his capture.
The Malaysians, pursuing religious courses in Karachi universities, were arrested under the Internal Security Act after they were deported. Eight were released after being questioned by police.
Gungun, who was deported to Indonesia after his arrest, is now serving a four-year jail sentence in his homeland for helping to finance the Jakarta J.W. Marriott hotel bombing.
In his confession, Gungun said Malaysians who made frequent visits to the house after completing their studies in Pakistan would be persuaded to undergo a military stint in Afghanistan.
He told police that he was ordered to set up the house by Abdul Rahim, the youngest son of jailed Indonesian Muslim leader Abubakar Ba'asyir - who has been accused of heading the JI network in Indonesia.
The house was set up at Johar Square, Karachi, in 2000. Kompak (an Indonesian militant group allegedly involved in a series of bomb blasts in the Poso region as well as in the Muslim-Christian conflicts in the Moluccas) paid for its rental.
The confession did not specify if the house still exists or how many Malaysians had gone to Afghanistan after the Pakistani authorities and the CIA arrested Gungun and the 18 others.
Gungun revealed that recruits for the Afghan military stint had to undergo a 40-day tadrib (military training) before they were introduced to light weaponry for 20 days.
“They were exposed to the theory and handling of AK-47 assault rifles and Pulemyot Kalashnikov general purpose machine guns.
“They were also introduced to RPG (rocket propelled grenade) guns, M-16 rifles and a wide range of pistols.”
Gungun, a former student of the Abu Bakar Islamic University, said the recruits were also taught how to read the compass and maps and use explosives like Molotov bombs, grenades, anti-tank mines and TNT.
indonesia
February 5, 2006, 05:48:45 PM
Christians in Indonesia are often persecuted for their faith, and recently in Papua there has been an influx of militant Muslims, putting many Christians in danger.
Mainichi Daily News, Japan
SYDNEY -- Refugees who landed in Australia after a five-day sea voyage had been jailed and tortured in Indonesia, an Australian lawmaker said Friday, as Jakarta's ambassador warned of strained relations if they are granted asylum.
Barnaby Joyce, a high profile lawmaker from the ruling coalition who met with the 43 people from the restive Indonesian province of Papua, said the group appeared to have a genuine asylum claim and had been persecuted because of their Christian beliefs.
"There are documented cases of members within their families being shot," he told reporters after meeting with the refugees at an immigration processing facility on Australia's Indian Ocean territory Christmas Island, where they were transferred after landing on the northern coast of Queensland state on Jan. 18.
"There's certainly on the record experiences of them being jailed and tortured so I think they would be under risk if they went back," he said, noting that he had only met with them briefly.
But Indonesia's Ambassador to Canberra, Teuku Mohammad Hamzah Thayeb, repeated earlier warnings by Indonesian officials that granting the group asylum could strain relations between the two countries.
"It certainly would have an effect. That's why we have to manage this together and find a solution," Thayeb told the Australian Broadcasting Corp. radio on Friday.
The group, which includes seven children, arrived carrying a banner accusing Indonesia of terrorism and genocide in the province, where a poorly armed separatist movement has battled Jakarta's rule for decades.
Immigration Minister Amanda Vanstone said the group had not yet officially applied for refugee status, but would be given "a fair hearing" if they file an asylum claim.
6 febbraio 2006 11.53
PRETE UCCISO IN TURCHIA,
TESTIMONE: NON E' STATO UN RAGAZZO
[Avvenire]Non è stato un ragazzo a sparare a don Andrea Santoro, ucciso ieri in una chiesa di Trebisonda, nella Turchia settentrionale. Lo ha detto all'agenzia
missionaria Misna Loredana Palmieri, la volontaria laica italiana, assistente del sacerdote, che si trovava all'interno della chiesa quando l'assassino ha fatto fuoco contro don Andrea.
"Io e l'assassino siamo entrati in chiesa contemporaneamente" ha racconto la volontaria, ancora sconvolta, "erano le 15,45, io sono dalla parte laterale di sinistra e l'uomo dal portone centrale. Don Andrea era a soli due metri di distanza da noi. Non ci ha neanche visti entrare, stava pregando e ci dava le spalle. L'uomo alla mia destra ha tirato fuori la pistola, ha gridato in arabo 'Allah è grande' e ha sparato due volte prima di fuggire".
Fino ad ora le testimonianze degli abitanti della zona in cui si trova la chiesa di Santa Maria concordavano nel sostenere si trattasse di un giovane di circa 16 anni. Loredana Palmieri è convinta del contrario. "L'ho visto bene: era un adulto" ha detto alla Misna, "anche la voce che continua a risuonarmi in testa non era quella di un ragazzo".
Padre George Marovitch, portavoce della Conferenza Episcopale della Turchia, raggiunto a Istanbul dall'agenzia vaticana Fides, racconta il dolore e l'amarezza della comunità cattolica in Turchia dopo l'assassinio del missionario italiano don Andrea Santoro.
"Siamo molto tristi e turbati per l'uccisione di don Andrea, nella chiesa di Trebisonda. La città si trova nel Vicariato Apostolico dell'Anatolia, guidato da Mons. Luigi Padovese, Vescovo dell'Ordine dei Frati Minori Cappuccini. Il Vicario è ora sul posto ed è in costante contatto con le autorità locali e la polizia. Stiamo ricevendo continui messaggi di condoglianze e solidarietà da autorità civili, da leader di altre confessioni cristiane e da religiosi musulmani".
Padre George racconta la preoccupazione della Chiesa locale: "Siamo in attesa degli accertamenti e delle indagini. Si seguono diverse piste per capire il movente. Potrebbe essere stato il gesto isolato di un folle, di uno squilibrato. Potrebbe essere una reazione all'interno dell'ondata di odio e di fondamentalismo, scatenatosi nei paesi arabi con la pubblicazione delle vignette satiriche sul Profeta Maometto in Danimarca. Ma la pista per l'assassinio potrebbe anche esser quella della malavita organizzata: don Andrea, infatti, aiutava spesso ragazze cadute nel giro della prostituzione. Questo potrebbe aver attratto l'ostilità delle bande criminali che gestiscono la rete dello sfruttamento"
PER GOVERNO E' UN INCIDENTE
Siamo sicuri che l'uccisione di Andrea Santoro sia un incidente isolato. Lo afferma un comunicato del ministro degli esteri turco.'Siamo persuasi che questo brutale omicidio sia un incidente isolato. Speriamo che non si ripeta e che non crei danno al clima di tolleranza che regna nel nostro paese', ha detto il ministro degli esteri Abdullah Gul. E intanto la procura di Roma ha aperto un fascicolo e non e' escluso che, dopo il rimpatrio della salma, possa disporre l'esame autoptico.
INDIA 6 Febbraio 2006
COMUNISTI RAPISCONO UN GIOVANE PASTORE DELLA GOSPEL FOR ASIA
(The Voice of the Martyrs)Il pastore Subhash stava tornando a casa in taxi con altri cinque passeggeri quando l'auto a bordo della quale stava viaggiando è scomparsa.
Il giorno dopo i genitori del giovane pastore, non coniugato, hanno ricevuto una lettera nella quale si affermava che il loro congiunto era stato rapito da un gruppo di estremisti marxisti noti come “Naxalites”. Non si chiedeva alcun riscatto, ma solo che i genitori facessero il possibile “per assicurare il suo rilascio senza conseguenze”.
K.P. Yohannan, presidente di Gospel for Asia, ha fatto notare che il fatto si è verificato al culmine di una settimana di violenze ai danni di oltre venti fra missionari indigeni e studenti della scuola biblica della missione a Bihar e Madhya Pradesh. Allo stesso tempo, centinaia di migliaia di indù si stanno preparando ad invadere una regione tribale di Gujarat con l'obiettivo dichiarato di perseguitare i cristiani che vi si trovano.
Yohannan ha lanciato un appello perché i cristiani di ogni nazione preghino per il rilascio del giovane pastore e per il conforto dei suoi genitori.
Madhya Pradesh, piano anti-cristiano dei fondamentalisti indù
Ieri attivisti del Rss hanno aggredito due giovani cristiani: distribuivano materiale religioso davanti a una chiesa. Dal 25 gennaio è già il quinto attacco nello stato.
Indore (AsiaNews) – Il Madhya Pradesh, sembra essere al centro del disegno anti-cristiano studiato dai fondamentalisti indù. In poco più di 10 giorni questo stato dell’India centro-settentrionale ha visto cinque attacchi alla comunità cristiana. L’ultima aggressione si è verificata ieri sera a Pardeshipura, nei pressi di Indore, grande città commerciale. Attivisti del Rashtriya Swayamsewak Sangh (Rss, braccio armato del partito fondamentalista Bjp) hanno picchiato due giovani cristiani che distribuivano del materiale religioso. Un testimone oculare, Raju Sambal, racconta che “i ragazzi distribuivano pacificamente volantini, quando alcune persone da lontano hanno minacciato di picchiarli gridando slogan anti-cristiani”. I due sono scappati dentro la chiesa spaventati, ma gli aggressori li hanno raggiunti e feriti. La polizia sta investigando sull’incidente; il portavoce della Conferenza episcopale indiana, p. Babu Joseph, chiede che le autorità prendano in seria considerazione l’accaduto e garantiscano la sicurezza della minoranza cristiana”.
La zona, però, è nel mirino dei fondamentalisti già da fine gennaio. Solo nella notte tra il 30 e il 31 del mese scorso si sono verificati 4 attacchi. Il primo si è registrato a Betul, dove militanti indù hanno prima dissacrato e poi cercato di bruciare una chiesa pentecostale.
Il secondo episodio è avvenuto a Banapura, nel distretto di Hoshangabad. Di notte uomini non identificati si sono introdotti nella locale chiesa cristiana, appartenente alla Friend’s Church, e ne hanno bruciato il portone d’ingresso. La polizia, il cui comando è di fronte all’edificio religioso, è subito accorsa e gli aggressori sono fuggiti.
Il terzo attacco ha colpito sempre una chiesa della Friend’s Church, ma questa volta a Itarsi. L’allarme, lanciato prontamente, ha evitato danni.
Infine, fonti locali riportano che anche nel distretto di Mandla un gruppo di persone non identificate ha cercato di bruciare una chiesa, ma la polizia è intervenuta in tempo.
Mons. Fernandez: ci attaccano perché ignorano l'essenza del Cristianesimo
di Nirmala Carvalho
Il segretario della Conferenza episcopale commenta la recente ondata di violenze contro i cristiani in India: gli estremisti non sanno che Dio è amore, ne rimarrebbero stupiti. Per portare avanti il loro piano indottrinano con falsità la povera gente. Attivista cattolico: una "pista pericolosa” passa anche per Maharashtra e Rajasthan. Accuse al Bjp.
Mumbai (AsiaNews) – I fondamentalisti indù attaccano i cristiani, perché ignorano cosa sia il Cristianesimo e per farlo indottrinano gente innocente con falsità. Così il segretario della Conferenza episcopale indiana (Cbci), mons. Percival Fernandez, spiega ad AsiaNews le crescenti violenze di cui i cristiani in India continuano ad essere oggetto. L’ultima aggressione si è verificata ieri sera a Pardeshipura, Indore in Madhya Pradesh contro due giovani che distribuivano materiale religioso.
“I fondamentalisti ci attaccano solo perché sono ignoranti sull’essenza del Cristianesimo – dichiara mon. Fernandez – la cosa peggiore è che spesso si servono di gente innocente, avvelenando le loro menti con falsità”. Secondo il presule, “questi fondamentalisti sarebbero sorpresi dal sapere che il Cristianesimo predica l‘amore: quello di Dio per l’uomo e dell’uomo verso il prossimo”.
Il Segretario della Cbci assicura: “Non siamo in collera con gli estremisti o con la gente che essi usano per esprimere la loro infondata animosità”. “Abbiamo solo compassione e amore per loro – conclude – come ci insegna Gesù, continueremo a pregare per chi ci perseguita e ad amare chi ci odia!”.
L’attacco di ieri è solo l’ultima realizzazione di quello che esponenti cattolici nel paese ritengono un vero e proprio piano dei fondamentalisti indù contro i cristiani in Madhya Pradesh. Secondo John Dayal presidente dell’All India Catholic Union, il pianocomprende anche altri stati. Egli nota che “sta emergendo una pista molto pericolosa, che passa per Maharashtra e Rajasthan e molto più spesso in Madhya Pradesh”. Qui, ricorda l’attivista, si sono verificati dozzine di incidenti tra Jabalpur, Indore e Bhopal: “La cospirazione è evidente”.
Dayal punta il dito contro il Bjp, che “deve delle risposte al mondo”. “Non ha imparato niente? – incalza il leader cattolico – vuole (il Bjp) essere considerato una forza politica civile? Oppure preferisce rimanere schiavo di una rabbiosa entità chiamata Sangh Parivar?”. L’attivista lancia poi un appello: “La nazione intera, dimenticando le divisioni religiose, deve unirsi nel denunciare il gioco del Rss in Gujarat, Madhya Pradesh e Rajasthan”. “Se i singoli stati non rispondono, il governo centrale deve trovare le vie legali per prendere le azioni necessarie”.
6 Febbraio 2006
TURCHIA
Papa: don Santoro “diventi seme di speranza per costruire un’autentica fraternità”
Telegrammi di cordoglio di Benedetto XVI al cardinale vicario Camillo Ruini ed al vicario apostolico in Anatolia mons. Luigi Padovese.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il sangue versato da don Andrea Santoro, “coraggioso testimone del vangelo della carità”, “diventi seme di speranza per costruire un’autentica fraternità tra i popoli”: è l’auspicio espresso da Benedetto XVI in un telegramma di cordoglio al cardinale Camillo Ruini, vicario per Roma. Il Papa ha anche espresso “ferma deplorazione per ogni forma di violenza” in un altro messaggio, indirizzato al vicario apostolico dell’Anatolia, mons. Luigi Padovese.
“Profondamente colpito” dalla morte di don Santoro “ucciso a Trabzon in Turchia mentre era raccolto in preghiera”, Benedetto XVI esprime al cardinale vicario la sua “sentita partecipazione al dolore dell’intera chiesa di Roma per la grave perdita di così stimato e zelante sacerdote Fidei donum e mentre - prosegue il Papa - auspico che il suo sangue versato diventi seme di speranza per costruire un’autentica fraternità tra i popoli, elevo fervide preghiere di suffragio per il coraggioso testimone del vangelo della carità e di cuore imparto la confortatrice benedizione apostolica ai familiari in particolare all’anziana mamma tanto provata e a quanti ne piangono la violenta dipartita”.
Nel telegramma a mons. Padovese, Benedetto XVI scrive che don Andrea Santoro “svolgeva in Turchia con generosità e zelo apostolico il ministero in favore del Vangelo e a servizio delle persone bisognose ed emarginate” e che desidera far giungere “in questo doloroso momento l’espressione della mia particolare vicinanza a codesta comunità cristiana, riaffermando la mia ferma deplorazione per ogni forma di violenza”.
Don Andrea Santoro nel ricordo di una volontaria in Turchia
di Mariagrazia Zambon
Voleva aprire una finestra che permettesse uno scambio di doni tra la Chiesa cristiana occidentale e quella orientale, riscoprire il flusso di linfa che unisce la radice ebraica e il tronco cristiano, incoraggiare un dialogo sincero e rispettoso tra il patrimonio cristiano e il patrimonio musulmano, una testimonianza del proprio vivere e sentire.
Antiochia (AsiaNews) - E’ domenica. Ho appena terminato l’ora di catechismo con i 12 bambini della nostra parrocchia qui ad Antiochia, nel sud della Turchia .
P. Domenico mi blocca in giardino.“Ha appena telefonato il vescovo. Hanno sparato a don Andrea neanche un’ora fa. Morto sul colpo”. Don Andrea Santoro, il parroco di Trabzon. Non ci posso credere.
Di lui mi ha sempre colpito la tenacia e la serietà. Incontri rapidi, fugaci, i nostri. Ma sempre intensi e con al centro Dio, la sua Parola, il suo Verbo, Gesù Cristo, senza mezzi termini.
Mi raccontano che già nel 1993 era venuto in visita in Turchia e qui ad Antiochia (nella foto) si era fermato una ventina di giorni: era il suo primo pellegrinaggio in questa che lui definiva la “grande terra santa dove Dio ha deciso di comunicarsi in maniera speciale all’uomo”. E proprio nella città dove per la prima volta i discepoli di Gesù furono chiamati cristiani ci tenne a svolgere gli esercizi spirituali in solitudine.
Volle incontrarsi anche con l’abuna ortodosso della città ed egli, quasi segno promonitore, cogliendo in lui la passione per i cristiani di questa terra di Turchia, gli regalò un piccolo frammento di ferro gelosamente custodito nel basamento del tabernacolo dell’antica chiesa greco-ortodossa di Antiochia. Frammento che la tradizione vuole essere stata una scheggia di uno dei chiodi di Gesù. Era il 30 novembre, festa di sant’Andrea e il sacerdote, onorato di tale prezioso dono nel giorno del suo onomastico, lo portò con sé di ritorno a Roma.
Fu come un chiodo che rimase nella sua carne.
Da subito il fascino per questa terra lo ammaliò, in essa riconobbe “le sue ricchezze e la sua capacità – grazie alla luce che Dio vi ha immesso da sempre – di illuminare il nostro mondo occidentale. Ma – diceva – il Medio Oriente ha le sue oscurità, i suoi problemi spesso tragici, i suoi vuoti. Ha bisogno quindi a sua volta che quel Vangelo che di lì è partito vi sia di nuovo riseminato e quella presenza che Cristo vi realizzò vi sia di nuovo proposta”.
Da allora con insistenza aveva chiesto di poter venire quaggiù come fidei donum.
E io lo conobbi ad Istanbul, alla fine del 2001 mentre insieme ci cimentavamo nello studio del turco.
Vent’anni più grande di me, lo studio per lui fu veramente faticoso, ma non mollava: era troppo importante per lui l’uso della lingua locale per poter comunicare direttamente con la gente ed entrare in sintonia con loro. Diceva: “Il turco è una lingua molto difficile e io sono l’ultimo della classe. Non so come andrà a finire, ma “essere l’ultimo” è comunque utile: aiuta a sentirsi davvero ultimi, con un’umiltà reale e quotidiana”. Anche a distanza di tempo ammetteva: “La lingua continua ad essere un’esperienza di povertà: dover sempre imparare, poter dire solo un’infinitesima parte di quello che si vorrebbe dire, riparare i malintesi dovuti proprio alla lingua e subito risanarli, oltre che con le dovute scuse, anche con squisiti cioccolatini italiani”, confessava con il suo sorriso ironico. E poi proseguiva: “Nel preparare le mie omelie ho scoperto che la povertà della lingua mi spinge all’essenzialità, la sua novità mi fa cogliere meglio la novità del Vangelo, la diversità degli uditori (quasi tutti ex musulmani) mi costringe ad andare al cuore dell’annuncio e me ne mostra le insospettabili ricchezze”.
Volle andare ad Urfa, nel sud est della Turchia, ai confini con la Siria, dove rimase tre anni come presenza orante e silenziosa, in quella città – patria di Abramo – dove non si conta neppure un cristiano. Eppure anche lì era riuscito a farsi benvolere da tutti, persino dall’imam della moschea vicina.
E così motivava il senso della sua presenza lì: “Urfa (con Harran, il villaggio di Abramo a circa 45 chilometri dalla città) è per me sempre l’eco delle parole dette da Dio ad Abramo: “Lascia la tua terra, la tua patria, la casa di tuo padre verso una terra che ti indicherò… io ti benedirò e tu sarai una benedizione per tutti i popoli della terra”. Urfa – ci diceva – è la “partenza” di ogni giorno. Urfa è Dio che con una intelligenza, un potere e un amore più grande del nostro ha i suoi disegni su di noi e ci chiede disponibilità. Urfa è la potenza di una benedizione, di una gioia e di una fecondità senza fine, di cui Dio si rende garante. Urfa rimane la radice e la bussola del nostro muoverci in Turchia e in Medio Oriente”.
Continuerà a portarsi nel cuore questa città, anche quando gli sarà chiesto di spostarsi al nord, sul mar Nero, a Trabzon, per essere parroco della chiesa di santa Maria (fondata da tempi antichi dai cappuccini), rimasta “sprovvista” di un prete da più di tre anni.
Duecentomila abitanti, molte mosche, una chiesa, una piccola comunità cattolica di circa 15 persone, una più folta comunità ortodossa sparsa per la città, un’emigrazione femminile dall’Est dell’Europa, preda spesso della prostituzione e dello sfruttamento, un fiume di giovani musulmani che visitano la chiesa. “Qui c’è un mondo caro a Dio”, scriveva don Andrea appena approdato a Trabzon, sulla sua “Finestra per il Medio Oriente” lettera di collegamento (che poi è diventata anche un sito) da lui fondata “per raccogliere da questa terra le grandi ricchezze che Dio vi ha deposto e per spedire da lì a qui le ricchezze che Dio ha fatto maturare nei secoli. Un vero e proprio scambio di doni umani, spirituali, culturali e religiosi che possono arricchire entrambi e contrastare quello scambio di odio, di minacce e di guerra che troppo spesso è all’orizzonte”. Questo il suo obiettivo da sempre: “Aprire una finestra che permettesse uno scambio di doni tra la Chiesa cristiana occidentale e quella orientale, riscoprire il flusso di linfa che unisce la radice ebraica e il tronco cristiano, incoraggiare un dialogo sincero e rispettoso tra il patrimonio cristiano e il patrimonio musulmano, una testimonianza del proprio vivere e sentire. Attraverso anzitutto la preghiera, l'approfondimento delle Sacre Scritture, l'Eucaristia, la fraternità, l'amicizia fatta di ascolto, di accoglienza, di dialogo, di semplicità, la testimonianza sincera del proprio credere e del proprio vivere”.
Ormai la distanza geografica tra noi si era fatta notevole – più di mille chilometri tra l’estremo nord dove si trovava lui e l’estremo sud della Turchia dove mi trovo io – eppure, appena poteva, continuava a partecipare ai ritiri mensili organizzati dal Vicariato dell’Anatolia per noi, sparuto gruppetto di religiosi, religiose e laici impegnati, sparpagliati in tutta l’Anatolia, a servizio della Chiesa locale.
Il Natale di due anni fa cominciò a confidarci la sua preoccupazione per le prostitute e il suo desiderio di fare qualcosa per loro a Trabzon. “La prima volta che passai davanti ad un locale dove conosciamo bene le ragazze (quasi tutte cristiane dell’Armenia) ci invitarono ad entrare e a prendere un tè. Con me c’era suor Maria con la croce al collo. Dico che è una monaca. Si parla dei loro figli, dei monasteri che ci sono da loro, della vita difficile nella loro terra… una di loro è pediatra. Qualche giorno dopo, sempre pregando, passeggiamo nella via principale dello stesso quartiere. Una signora che invitava i suoi clienti da un vicolo laterale vede la croce al collo di suor Maria e sbracciandosi ci viene incontro. Bacia la croce e la mano della suora, si fa il segno della croce e l’abbraccia, chiedendole se ha bisogno di qualcosa. Il protettore si avvicina un po’ infastidito, gli dico che la donna è cristiana e che anche noi lo siamo. I locali sono pieni di donne, spesso giovanissime. Che fare? Lo chiedo ogni giorno al Signore: che ci apra una porta, chiami qualcuna di esse a cambiare vita e ad aiutare le altre, tocchi il cuore di qualche protettore, mandi qualcun altro a collaborare con noi”.
Ho saputo dal vescovo che tempo addietro don Andrea è stato persino in Georgia per prendere contatti con la Chiesa locale in aiuto a queste donne. Una pista d’indagini sul suo omicidio sospetta che il delitto sia legato alla mafia implicata nel traffico di prostitute cristiane provenienti da paesi dell'ex Unione Sovietica.
Un’altra pista, invece, punta sulla provocazione politico-religiosa, sostenendo che l’intento degli istigatori del delitto è stato quello di provocare un conflitto tra la religione islamica e quella cristiana, conflitto attualmente immotivato e inesistente in Turchia, ma esasperato un po’ in tutti gli Stati islamici in seguito alle vignette blasfeme pubblicate in Danimarca
Eppure, penso, una persona più innocua e mansueta di don Andrea, dove trovarla?
Ricordo ancora chiaramente le sue parole l’ultima volta – due mesi fa - che l’ho visto ad Iskenderun, nella sede del Vicariato Apostolico dell’Anatolia.
Durante il nostro ritiro mensile si parlava di Croce e lui non esitava a dire: “Spesso mi chiedo perché sono qui e allora mi viene in mente la frase di Giovanni Battista: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne. In Medio Oriente Satana si accanisce per distruggere, con la memoria delle origini, la fedeltà ad esse. Il Medio Oriente deve essere riabitato come fu abitato ieri da Gesù: con lunghi silenzi, con umiltà e semplicità di vita, con opere di fede, con miracoli di carità, con la limpidezza inerme della testimonianza, con il dono consapevole della vita". Poi fece una lunga pausa. Si tolse gli occhiali a mezza luna tenuti sulla punta del naso, lasciandoli penzolare al collo e con ancor più serietà e pacatezza continuò parlando quasi tra sé: “Mi convinco alla fine che non si hanno due vie: c’è solo quella che porta alla luce passando per il buio, che porta alla vita facendo assaporare l’amaro della morte. Si diventa capaci di salvezza solo offrendo la propria carne. Il male del mondo va portato e il dolore va condiviso, assorbendolo nella propria carne fino in fondo come ha fatto Gesù”. Scese il silenzio nella sala.
Non una parola di più, non una di meno. Poi guardò l’orologio. Si alzò di fretta, si scusò e prendendo la sua piccola valigia uscì di corsa dalla stanza. Non voleva rischiare di perdere l’aereo per tornare il più in fretta possibile nella “sua Trabzon”.
Era inginocchiato a pregare in chiesa quando ieri un proiettile l’ha colpito al cuore.
Ha un volto il killer di don Andrea Santoro
di Mavi Zambak
Una telecamera nelle vicinanze lo ha ripreso. Questa sera messa di suffragio per il sacerdote nella chiesa di santa Maria, dove è stato ucciso. Un giornale turco: rischio di un conflitto fra religioni.
Trabzon (AsiaNews) – La polizia che indaga sull’assassinio di don Andrea Santoro afferma che il killer ha un volto e un nome: una telecamera posta al di fuori di una gioielleria nei paraggi della chiesa santa Maria ha ripreso il passaggio dell’uomo, con pantaloni e cappotto nero che ieri, con mano precisa ha freddato con due colpi, al cuore e alla testa, il sacerdote che pregava in uno degli ultimi banchi della chiesa di cui era parroco.
Mons Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, è giunto nella notte a Trabzon e in mattinata si è recato in obitorio per vedere un’ultima volta il sacerdote prima dell’autopsia. Intanto si svolgono le pratiche per il trasporto della salma in Italia, a Roma, dove con ogni probabilità mercoledì si svolgerà il funerale nella basilica di San Giovanni. Questa sera, alle 17.00 – ora locale - don Andrea sarà ricordato a Trabzon durante una solenne Messa di suffragio proprio nella chiesa dove è avvenuto l’omicidio.
Vicini e conoscenti di don Andrea, cristiani e musulmani, si chiedono ancora scioccati quale sia stato il movente per uccidere una persona affabile e senza nemici.
La polizia turca sta indagando in due direzioni. Quella più comune parla del gesto di un fanatico, senza legami con gruppi religioso-politici. L’ambasciatore d'Italia ad Ankara, Carlo Marsili, afferma che l'omicidio, "secondo le prime ricostruzioni, potrebbe essere stato il gesto di uno squilibrato isolato". Anche Abdullah Gul, ministro turco degli esteri, parla di “un incidente isolato”, e si augura che “gesti simili non si ripetano e non creino danni al clima di tolleranza che regna nel nostro paese". Ma l’atmosfera è tesa e intanto tutti i luoghi sacri di culto (cristiani, ma anche ebrei e musulmani)sono stati messi sotto protezione.
Il premier turco Tayyip Erdogan ha manifestato sdegno e disapprovazione verso l’omicidio: "Uccidere un sacerdote, per di più in un luogo di preghiera, è inaccettabile e lo condanniamo senza riserve. Questo episodio dopo i recenti sviluppi in Danimarca e Francia è estremamente sconfortante".
La seconda pista di indagini muove dal sospetto che questo delitto sia legato al traffico di prostitute cristiane provenienti da paesi dell'ex Unione Sovietica. Fin dal suo arrivo a Trabzon due anni fa, don Andrea, era impegnato nel recupero di queste ragazze. Ultimamente si era recato in Georgia per prendere contatti con la Chiesa locale, e trovare un aiuto a queste donne.
Secondo questa seconda ipotesi, alcuni trafficanti potrebbero avere commissionato il delitto al killer, suggerendogli di gridare l'invocazione religiosa "Allah Akhbar" per nascondere il vero movente e depistare la polizia.
Huseyin Yavuzdemir, prefetto di Trabson, ha dichiarato al quotidiano turco Vatan che il sacerdote italiano in passato aveva ricevuto telefonate con minacce di morte.
Quest’oggi, tutti i quotidiani turchi riportano in prima pagina e a caratteri cubitali la notizia del delitto, esprimendo all’unanimità sconcerto e disappunto. Persino il quotidiano islamico Yeni Shafak, titola "Vigliacca provocazione".
Il giornale Milliyet riprende il tema della provocazione politico-religiosa, sostenendo che l’intento degli istigatori del delitto è certamente quello di provocare un conflitto tra la religione islamica e quella cristiana, conflitto attualmente immotivato e inesistente in Turchia.
MESSA DI SUFFRAGIO A TREBISONDA
[Avvenire]Una messa in suffragio di don Andrea Santoro è stata celebrata oggi pomeriggio nella stessa chiesa di Santa Maria di Trebisonda dove ieri il sacerdote è stato freddato con due colpi da un giovane ora ricercato attivamente dalla polizia.
La messa è stata celebrata da monsignor Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia, alla presenza di una quarantina di fedeli turchi commossi.
La salma dovrebbe rientrare a Roma, secondo i programmi, domattina verso le 13:30 con un volo di linea della Turkish Airlines in partenza da Istanbul alle 10:55 (ora turca), tempo permettendo, dato che Istanbul è sotto una bufera di neve, che oggi ha obbligato alla cancellazione di diversi voli.
I funerali di don Santoro si svolgeranno - secondo i programmi- a Roma mercoledì prossimo, probabilmente nella Chiesa di San Giovanni.
AVVENIRE:
7 febbraio 2006 11.28
TURCHIA: OMICIDIO DON ANDREA,
HA CONFESSATO GIOVANE ARRESTATO
Ha confessato il giovane di 16 anni, O.A. arrestato questa notte perchè sospetto di avere ucciso domenica scorsa il sacerdote cattolico, don Andrea Santoro nella chiesa di Santa Maria della stessa Trabzon. Lo hanno riferito fonti giudiziarie.
Più che scontro, vuoto di civiltà
Un martire per cancellare le vignette
Luigi Geninazzi
Adesso cercheranno di farlo passare per il gesto isolato di un folle o magari anche per un delitto di racket, dunque un episodio di criminalità che avrebbe un legame del tutto strumentale con il fondamentalismo, maschera grottesca di un povero squilibrato o di un killer spietato. Purtroppo si fa fatica a credere a una simile ipotesi. Temiamo piuttosto di dover vedere il marchio dell'odio e del fanatismo nel barbaro assassinio di don Andrea Santoro, compiuto al culmine di una giornata di proteste e di violenze nel mondo islamico per le caricature di Maometto apparse su alcuni giornali occidentali. Lo stesso giorno in cui il sacerdote cattolico di Trebisonda veniva ucciso a sangue freddo, a Beirut una folla inferocita metteva a ferro e fuoco il quartiere cristiano ed assaltava una chiesa.
Evidentemente c'è chi vorrebbe cancellare l'inchiostro irridente se non blasfemo di alcune vignette addirittura con il sangue dei cristiani. Il che è orribile, anche perché sfugge ad ogni logica. Quel che sta avvenendo sotto i nostri occhi, per dirla con la famosa frase di Talleyrand, «è peggio di un crimine, è un errore».
Che nesso esiste infatti fra il giornale di Copenaghen che ha disegnato le caricature del Profeta ed i libanesi del quartiere cristiano Ashrafieh che domenica scorsa si recavano a messa? Chi mai può sospettare la minima complicità tra un vignettista scandinavo, laico e ultra-secolarizzato, ed un sacerdote cattolico? C'è una distanza abissale fra loro, non meno grande forse di quella che esiste tra un cristiano ed un musulmano. Coloro che teorizzano lo scontro di civiltà dovrebbero riflettere su questo paradosso e chiedersi come mai la lotta tra il fondamentalismo islamico e l'Occidente laico e secolarizzato faccia sempre più vittime tra i cristiani, colpiti a morte sul fronte della libertà religiosa. < BR>Le "anime belle" della vecchia Europa scherzano sulla religione, rivendicano il diritto a «fare la caricatura di Dio» e parlano di libertà d'espressione. È in nome di questi principi di laicità che "la satira su Maometto" è dilagata negli ultimi giorni su quotidiani piccoli e grandi di mezza Europa. Una provocazione culturale, l'hanno definita orgogliosamente. In realtà una provocazione assai poco responsabile, che è servita solo a buttare olio sul fuoco della rabbia islamica. E in quest'incendio che divampa da giorni gli oltranzisti della laicità e del libero pensiero non si scottano neanche un dito, mentre a bruciare sono le vite di quei cristiani che vivono in posti di frontiera, divenuti ancora una volta segni di contraddizione.
Chi dà prova di coraggio, chi testimonia il valore infinito della libertà? Il religioso che, in spirito di dialogo, vive ogni giorno la propria fede in un Paese musulmano o l'intellettuale che scherza su Maometto vantandosi di appartenere ad una cultura superiore? Forse, più che ad uno scontro, stiamo assistendo ad un vuoto di civiltà.
L'Occidente, se davvero vuole reggere il durissimo confronto con l'islam, deve tornare alle sue radici, deve riscoprire parole come sacrificio e martirio senza le quali la libertà è solo una vuota pretesa. Don Andrea Santoro era andato in Turchia per essere presente in una terra che ha visto le origini del cristianesimo. Voleva bere a questa sorgente di civiltà, l'unica in grado di vincere l'odio e il fanatismo.
7 Febbraio 2006
INDIA
Missionari cristiani espulsi dal Kerala
di Nirmala Carvalho
I tre evangelici americani avevano un permesso di soggiorno turistico, ma secondo estremisti indù conducevano opere di proselitismo. Presidente dell’All India Catholic Council: il cambio di governo non ha comportato un cambiamento anche di queste procedure burocratiche, che spesso si ritorcono sugli indiani stessi.
Thrivananthapuram (AsiaNews) – Tre missionari americani di gruppi protestanti sono stati espulsi da Thrivananthapuram – Kerala, India sud occidentale - per aver violato le norme relative ai permessi di soggiorno. Attivisti cristiani nel Paese intanto denunciano che la regolamentazioni sulle entrate degli stranieri crea diverse difficoltà anche agli indiani stessi.
Secondo le accuse mosse dal Rashtriya Swayamsewak Sangh (Rss, braccio armato del partito fondamentalista Bjp) e dal Neyyattinkara Taluk Committee of the Hindu Aikya Vedi, Terrel Davis Heze, Van Meter Carl Micheal e Taylor David Lee, in India con permessi d’affari e turistici, conducevano invece azioni di proselitismo. Le loro iniziative, interrotte dalla polizia, avrebbero interessato due zone al confine con il Tamil Nadu.
Il 3 febbraio le autorità locali hanno annunciato: “Abbiamo espulso tre persone per violazione delle norme sui permessi di soggiorno”. I missionari, da parte loro, dichiarano di essere tornati negli Usa di loro iniziativa.
Commentando l’accaduto il presidente dell’All India Catholic Council, John Dayal, fa notare che “nonostante il cambio di governo in India non si è verificato nessun cambiamento nelle procedure burocratiche e le norme sui permessi di soggiorno ne sono un esempio”. L’attivista cattolico denuncia come l’ossessione del proselitismo di cristiani stranieri crei non poche difficoltà anche agli stessi indiani. “Durante le feste di Natale – racconta Dayal – molti miei amici sposati con donne australiane, americane o europee, hanno avuto esperienze tragiche”. “Le autorità per l’immigrazione - continua - hanno negato i permessi alle mogli, che erano in regola, con l’accusa che le donne erano missionarie. Ma la maggior parte di loro sono solo giovani madri, che desideravano stare con la loro famiglia”.
Sembra esserci una sorta di discriminazione con la quale le autorità concedono permessi. Dayal sottolinea che alcuni predicatori europei e americani sono autorizzati ad entrare nel Paese e persino a partecipare a incontri religiosi organizzati da indù. “Perchè altri cristiani che hanno lo stesso scopo - si chiede l’attivista - vengono invece fermati? Nessuno è in grado di rispondere”.
Dalla metà degli anni ’60 le autorità indiane rifiutano di accogliere missionari stranieri che vogliano risiedere stabilmente nel Paese. Coloro che arrivano oggi possono usufruire solo di permessi turistici e rimanere quindi nel paese per periodi brevi. Solitamente i missionari ottenevano il rinnovo dei loro permessi di soggiorno, ma nel marzo del 1999, con il Bjp al governo, alcuni missionari dichiaravano una restrizione di tali concessioni.
7 febbraio 2006 12.44
BURUNDI
LUTTO NELLA CHIESA:ASSASSINATO UN GESUITA
[Avvenire]Nuovo lutto nella Chiesa. Padre Elie Koma, un gesuita burundese è stato assassinato sabato scorso sulla sua auto mentre stava tornando a Bujumbura. La notizia della sua morte è stata data dalla Curia dei Gesuiti, l'Ordine al quale apparteneva e dal nunzio apostolico monsignor Paul Gallagher. "Non si conoscono i motivi di questo assassinio - ha detto il rappresentante
diplomatico della Santa Sede - Si hanno pochissimi elementi.
Si sa solo che il religioso quel giorno si era recato a Kaniosha, che è un quartiere di Bujumbura per accompagnare alcune persone e che tornando, per una fatale coincidenza, di fronte ad un bar di quel quartiere è stato testimone dell'uccisione di un membro dell'esercito. Si ipotizza, ma non ci sono certezze, che questo potrebbe essere il motivo della sua morte".
Dalla Curia dei Gesuiti aggiungono qualche particolare alla dinamica di quello che potrebbe essere un agguato. L'auto sulla quale viaggiava il religioso assieme ad altre due persone è stata avvicinata da una vettura. Prima hanno sparato ai pneumatici e poi al vetro posteriore. I proiettili hanno ucciso padre Koma assieme ad altre due persone. I funerali del gesuita, classe 1946, si terranno domani.
7 Febbraio 2006
TURCHIA
Il nunzio in Turchia: “c’è un regista dietro tutto questo”
Confessa l’assassino di don Santoro, che dice di essere stato mosso dalla rabbia per le vignette su Maometto.
Roma (AsiaNews) – L’assassinio di don Andrea Santoro è maturato nel clima provocato dalla pubblicazione delle vignette su Maometto, ma “c’è un regista dietro tutto questo”. Se ne dice convinto anche il nunzio in Turchia, mons. Antonio Lucibello che, raggiunto telefonicamente da AsiaNews commenta: “in questo clima surriscaldato che si è creato in seguito alla pubblicazione delle vignette è chiaro che può succedere anche un omicidio. Sono comunque convinto che c’è un regista dietro tutto questo”.
Mentre, secondo fonti della stampa turca, il giovane arrestato per l’uccisione di don Andrea ha confessato di essere stato mosso dalla rabbia per le vignette contro Maometto, il nunzio racconta di essere rimasto “colpito dalla reazione degli ambienti ufficiali”. Egli cita la dichiarazione del vice ministro degli Affari religiosi turchi, Mehmet Gormez, che ha condannato l’uccisione di don Andrea “un uomo di Dio”. Numerose, aggiunge mons. Lucibello, le espressioni di condoglianze che gli sono state fatte giungere. Significativo anche il fatto che alcuni giovani musulmani “hanno detto di essere umiliati per quello che è successo”.
Nel mondo islamico proseguono intanto le manifestazioni di protesta. A dare conforto all’opinione di mons. Lucibello, il fatto che alcune delle più violente accadono o sono imputate a Paesi nei quali il controllo della polizia è strettissimo, come la Siria o l’Iran. Domenica a Damasco ed a Beirut manifestazioni “spontanee” hanno colpito le rappresentanze diplomatiche danesi (e nella capitale libanese dove la maggior parte degli arrestati è siriana) , così come ieri a Teheran, dove la protesta c’è stata anche oggi. E sono sciiti gli iracheni che hanno chiesto ai loro capi religiosi una fatwa che permetta l’uccisione degli autori delle vignette.
ITALIA
L'ORA DI RELIGIONE
la polemica. Fa discutere l’ordinanza del Tar del Lazio che esclude la valutazione dell’Irc dalla pagella
Tosoni (Cei): «La riforma introduce a tutti gli effetti la materia nel Portfolio delle competenze individuali»
Vincenzo Grienti
[AVVENIRE]Fa discutere l'ordinanza del Tar del Lazio secondo cui la valutazione dell'insegnamento della religione cattolica (Irc) non va effettuata "nell'ambito delle materie curriculari". Al centro dei riflettori la circolare ministeriale numero 84 del 10 novembre 2005 sui documenti di valutazione scolastica cui tutte le scuole dovrebbero uniformarsi.
«Come è noto, la riforma prevede l'introduzione del Portfolio delle competenze individuali quale ulteriore documento di valutazione, in cui registrare la crescita dell'alunno nel corso della sua carriera scolastica, cui tutte le discipline messe in campo concorrono. E l'Irc figura tra le discipline elencate nel documento di valutazione che fa parte del Portfolio, benché in una categoria "nuova", come insegnamento "obbligatorio opzionale" - sottolinea don Giosuè Tosoni, responsabile del Servizio Irc della Cei -. Le accuse mosse da varie parti, cui (almeno per alcune) ha dato risposta il Tar del Lazio, sono essenzialmente riconducibili a tre tipi: finora la valutazione dell'Irc è stata redatta su una scheda separata; si violerebbe la legislazione sulla privacy con la pubblicazione di un dato sensibile; si ripristinerebbe una sorta di obbligatorietà dell'Irc, tradendo il dettato neoconcordatario». Il Portfolio, quindi, andrebbe oltre la delibera riportata nel Testo unico della legislazione scolastica (DLgs 297/94), che all'articolo 309 dispone così: «Per l'Irc, in luogo di voti e di esami, viene redatta a cura del docente e comunicata alla famiglia, per gli alunni che di esso si sono avvalsi, una speciale nota, da consegnare unitamente alla scheda o alla pagella scolastica, riguardante l'interesse con il quale l'alunno segue l'insegnamento e il profitto che ne ritrae».
Per Sergio Cicatelli, dirigente scolastico del liceo scientifico "Benedetto Croce" di Roma, bisognerebbe allargare la riflessione e «trovare il coraggio di una coerenza, anche con la riforma scolastica in atto. Ci si deve misurare, oltre che sul valore n ormativo effettivo della disposizione riposata nel Testo Unico, sul fatto che una disciplina curriculare a tutti gli effetti, (perché tale è L'Irc, facoltativo solo per coloro che non se ne avvalgono), rischi di non essere presa in considerazione per una valutazione ormai interdisciplinare. Ci può essere una sorta di discriminazione, di solito invocata per chi non si avvale dell'Irc, anche nei confronti di chi si avvale dell'Irc - prosegue Cicatelli -. Se c'è diversità fra chi si avvale e chi invece non si avvale, da rispettare, non si dovrebbe però trasformare questa diversità in alcuna forma di discriminazione. Se poi aggiungiamo un malinteso ancora diffuso, per cui la scheda separata di valutazione è una specie di difesa della privacy, considerando la scelta dell'Irc come espressione di un dato sensibile in quanto riconducibile all'appartenenza religiosa, e dunque da non divulgare, allora si crea confusione. Inoltre bisogna anche ricordare che la legislazione sulla privacy classifica come dato sensibile la sola appartenenza religiosa, insieme a quella politica, sindacale o alle condizioni di salute, e non le valutazioni scolastiche, che il garante per la privacy ha classificato come dato di interesse collettivo».
La presenza dell'Irc tra le discipline curricolari, inoltre, era stata da tempo convalidata dalla Corte costituzionale ed era contemplata anche nella bozza di decreto attuativo della riforma Berlinguer-De Mauro del febbraio 2001, testo mai entrato in vigore ma che non aveva suscitato alcuna riserva al proposito. «Si tratta di assicurare che anche l'Irc, come tutti gli insegnamenti curriculari, opzionali e facoltativi, abbiano a concorrere in maniera unitaria nella valutazione degli alunni - aggiunge Cicatelli -. Perché in fondo quello che conta o dovrebbe contare è la crescita personale, culturale e professionale dei ragazzi, cui l'Irc dà un contributo per certi versi insostituibile».
A questo punto, spiega Nicola Incampo, curatore del sito www.cult uracattolica.it, «tenendo conto che molte scuole stanno completando gli scrutini, gli istituti scolastici nell'ambito della loro autonomia, in attesa della risoluzione definitiva del contenzioso, possono scegliere se inserire la valutazione dell'irc nell'unica pagella o riprendere il pagellino. Le scuole quindi che hanno già inserito la valutazione dell'Irc nel documento di valutazione in un'unica scheda, insieme a tutte le altre discipline non sono obbligate a compilare per gli alunni avvalentesi anche il pagellino».
http://www.icn-news.com/~foto/olocausto.jpg
:rolleyes:
8 Febbraio 2006
TURCHIA
Quando sul Mar Nero si insegna ai ragazzi ad odiare i preti
di Mavi Zambak
“Avvistato un sacerdote”, scrisse un giornale quando don Andrea andò in visita nella zona. In un reportage per AsiaNews, la denuncia del clima anticristiano nel quale è maturato l'assassinio di don Andrea Santoro.
Ankara (AsiaNews) - “L’estate scorsa sono stato a Rize, cittadina non distante da Trabzon per preparare un articolo sul mar Nero, attirato da un titolo di un giornale locale: 'Sulla via del mare è stato avvistato un sacerdote'. Notizia riportata con sgomento come se avessero visto un UFO nei cieli del Mar Nero”.
Can Dundar – giornalista del Milliyet - così inizia il suo pezzo del 6 febbraio su questo quotidiano nazionale turco, di destra. E prosegue: “le persone con le quali ho poi parlato mi hanno fatto vedere il luogo dove è stato avvistato il sacerdote dicendo: 'scappato verso la montagna, i giovani gli sono corsi dietro per prenderlo'. Da parte sua il capo religioso di Rize non ha esitato a dichiarare 'sono in aumento i religiosi cristiani che vengono a visitare la nostra città, hanno un intento diverso, contro di loro dobbiamo mantenere la nostra unità nazionale'. E il capo del partito rappresentante i Lupi Grigi (MHP) ha commentato: 'I sacerdoti che vengono nella nostra regione vogliono rifondare lo Stato cristiano greco-ortodosso che c’era prima, tra i sacerdoti ci sono delle spie che lavorano per i paesi occidentali, stanno rovinando la nostra pace, l’uomo del Mar Nero è un conservatore'. Non erano forse queste dichiarazioni - continua il giornalista di Milliyet - segnali del pericolo che si stava avvicinando? E alla fine l’uccisione del sacerdote”. Can Dundar così conclude: “Se la Turchia laica chiede al mondo il rispetto di tutte le religioni, è lei per prima che deve proteggere gli appartenenti a tutte le religioni che si trovano nel suo territorio”.
Allora non è più tempo di tacere.
Ora la polizia ha acciuffato il sedicenne che ha ammazzato don Andrea e si è schierata a difendere chiese e sinagoghe. Ma la vera protezione è porre fine a tutta la propaganda anti-cristiana diffusa attraverso i mass-media. Per non fomentare altri assassini.
Inutile celare ancora i sentimenti anti-occidentale e anti-cristiani diffusi nelle regioni del mar Nero e non soltanto. Sentimenti incoraggiati anche da diverse autorità dello Stato.
Ultimamente è stato girato un film intitolato “La Valle dei Lupi – Iraq”, un film volutamente anti-americano e anti-cristiano, proiettato in tutte le sale cinematografiche della Turchia e pubblicizzato al massimo. Tutte le bruttezze che vediamo nel mondo arabo fatte a nome della religione e di Allah sono riflesse sugli Americani cristiani. Cristiani che massacrano bambini musulmani in Iraq, distruggono tutto, fanno saltare in aria moschee e musulmani in preghiere che muoiono dentro le moschee, religiosi musulmani che perdonano e liberano gli ostaggi cristiani dai guerrieri... Un eroe turco combatte contro l’esercito americano e la religione che rappresentano e fa vedere la sublimità della fede islamica.
Come se non bastasse da mesi sui canali televisivi e sui giornali assistiamo a programmi e discussioni contro i cristiani. Talk show e articoli che mettono in ridicolo la religione cristiana e il credo cristiano. Fanno vedere come il cristianesimo e l’ebraismo unito cercano di distruggere la religione islamica e per questo motivo attaccano l’Afghanistan, l’Iraq, la Palestina...
E questo accanimento è aumentato dopo che Rahsan Ecevit, la moglie del ex primo ministro Bulent Ecevit (socialista e difensore dello stato laico!), ha dichiarato in televisione che “la religione islamica sta scivolando dalle nostre mani, l’islam sta perdendo vitalità e ci sono molti musulmani che si convertono al cristianesimo”.
Che dire dei testi scolastici che presentano un cristianesimo falsato e ridicolo?
Ai bambini e ai giovani viene insegnato che il Vangelo dei cristiani non è quello vero, perché è stato cambiato e manomesso dai papi… e che prima della fine del mondo tornerà Gesù sulla terra a riportare i cristiani sulla retta via dell’Islam…
Perchè nessuno cerca di arginare questi fenomeni sovversivi e di dire la verità? Un vero incontro tra le civiltà, tanto auspicato dalle stesse autorità civili turche, non può più rimanere un monologo.
Il Papa commosso ricorda il sacrificio di don Andrea Santoro
Benedetto XVI prega perché il sacrificio di questo “silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo”, “contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – Il sacrificio di don Andrea Santoro, “silenzioso e coraggioso servitore del Vangelo”, impegnato "a portare Cristo e il Vangelo" in Turchia “contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli”. E’ la preghiera levata oggi da Benedetto XVI che, al termine dell’udienza generale, è tornato a ricordare il sacerdote ucciso in Turchia,. il nome del quale è stato accolto dal lungo applauso dei presenti all'udienza generale, alzatisi in piedi.
Il Papa ha rivelato, parlando anche a braccio, di aver letto "con molta commozione" “una sua bella lettera, specchio della sua anima sacerdotale" e del suo "amore a Cristo e alla sua Chiesa". La lettera, scritta il 31 gennaio scorso "insieme alla piccola comunità cristiana della parrocchia Sancta Maria in Trebisonda. E’ una commovente testimonianza di amore e di adesione a Cristo e alla sua Chiesa”. Alla lettera, che oggi sarà pubblicata dall'Osservatore romano, ne era unita, ha detto ancora Benedetto XVI, un'altra scritta dalle donne della parrcchia, ulteriore testimonianza dello "zelo di fede e di amore" messo da don Andrea nella sua opera.
Già due giorni fa, nei telegrammi di condoglianze, Benedetto XVI aveva espresso l’auspicio che il sangue versato da don Andrea Santoro “diventi seme di speranza per costruire un’autentica fraternità tra i popoli”. In tali messaggi aveva definito il sacerdote ucciso “coraggioso testimone del vangelo della carità”, che “svolgeva in Turchia con generosità e zelo apostolico il ministero in favore del Vangelo e a servizio delle persone bisognose ed emarginate”.
Nel discorso rivolto alle 8mila persone presenti nell’aula Paolo VI per l’udienza generale, il Papa è tornato ad illustrare il Salmo 144,14-21 - Il tuo regno è un regno eterno, che ha definito “un mirabile canto in onore del Signore, re amoroso e attento alle sue creature”. Se nella prima parte del salmo, esaminata la settimana scorsa “si esaltavano la pietà, la tenerezza, la fedeltà e la bontà divina che si estendono a tutta l’umanità, coinvolgendo ogni creatura”, nella seconda “il Salmista punta la sua attenzione sull’amore che il Signore riserva in modo particolare al povero e al debole”. “Egli è prima di tutto un padre che «sostiene quelli che vacillano» e fa rialzare coloro che sono caduti nella polvere dell’umiliazione (cfr v. 14). Gli esseri viventi sono, in conseguenza, tesi verso il Signore quasi come mendicanti affamati ed Egli offre, come un genitore premuroso, il cibo a loro necessario per vivere (cfr v. 15). Fiorisce a questo punto sulle labbra dell’orante la professione di fede nelle due qualità divine per eccellenza: la giustizia e la santità. «Giusto è il Signore in tutte le sue vie, santo in tutte le sue opere» (v. 17)”.
E’ attraverso la descrizione di tali qualità che il salmo offre “una rappresentazione” del vero credente.
“Costui «invoca» il Signore nella preghiera fiduciosa, lo «cerca» nella vita «con cuore sincero» (cfr v. 18), «teme» il suo Dio, rispettandone la volontà e obbedendo alla sua parola (cfr v. 19), ma soprattutto lo «ama», certo di essere accolto sotto il manto della sua protezione e della sua intimità (cfr v. 20).
L’ultima parola del Salmista è, allora, quella con cui aveva aperto il suo inno: è un invito a lodare e a benedire il Signore e il suo «nome», ossia la sua persona vivente e santa che opera e salva nel mondo e nella storia. Anzi, il suo è un appello a far sì che alla lode orante del fedele si associ ogni creatura segnata dal dono della vita: «Ogni vivente benedica il suo nome santo, in eterno e sempre» (v. 21). È una sorta di canto perenne che si deve levare dalla terra al cielo, è la celebrazione comunitaria dell’amore universale di Dio, sorgente di pace, gioia e salvezza”.
Per non uccidere don Andrea una seconda volta
di Bernardo Cervellera
La morte di don Andrea Santoro, il sacerdote della diocesi di Roma ucciso alle spalle, mentre pregava nella sua chiesa a Trebisonda, era quasi da prevedere. Come era quasi sicura la violenza contro la chiesa di san Marone a Beirut e gli attacchi alle chiese in Iraq. Tutte le volte che si crea tensione fra il mondo islamico e il mondo occidentale, chi ne fa le spese sono sempre i cristiani. Essi – sebbene appartengano a una comunità più antica dell’Islam - sono sempre presentati come una longa manus dell’occidente. In più, offrono una caratteristica importante per chi voglia colpirli: sono indifesi, disarmati, perfino amorosi verso i loro persecutori. Sono la vittima giusta.
Era perciò quasi prevedibile che nella tempesta islamica causata dalla pubblicazione delle vignette su Maometto, qualche cristiano ne facesse le spese.
Chi ha ucciso don Andrea? Ankara ha già fatto arrestato un giovane. Ma dietro la mano assassina vi è una connivenza più grande. C’è anzitutto quella dei governi che soffiano sul fuoco dello scandalo islamico. Le violenze in Siria, Libano, Iran, Iraq, Afghanistan è difficile pensare siano avvenute senza il sostegno, il pagamento, la soddisfazione di Damasco e Teheran.
Il nostro timore adesso è che Don Andrea rischia di essere ucciso una seconda volta, diluendo o vanificando il senso del suo martirio.
Il primo passo l’ha fatto il governo turco e tutti coloro che hanno voluto minimizzare la sua morte, dicendo che è causata solo da un giovane squilibrato e che l’elemento religioso non è importante.
Tant’è: proprio ieri il giovane killer ha confessato di essere stato spinto all’odio dallo scandalo in lui suscitato dalle vignette blasfeme su Maometto, pubblicate nella stampa occidentale. Pur continuando a dire che la pista del conflitto religioso non vale, Ankara ha messo guardie e vigilanza a tutte le chiese e gli obiettivi religiosi del paese. Anche personalità del governo italiano hanno dichiarato ai media che “la Turchia è un paese molto secolarizzato e non bisogna vedere nell’uccisione del sacerdote un gesto anti-cristiano”.
Un altro passo verso la vanificazione è compiuto dal parlamento europeo che desideroso di inglobare la Turchia nella comunità economica, fa richieste sulla libertà di mercato, ma si dimentica di domandare piena libertà religiosa ad un paese che - “molto secolarizzato” – non permette alle chiese cristiane di avere seminari, scuole, possedere case o chiese, senza garantire stabilità a persone e comunità che vivevano in Turchia molti secoli prima dell’Islam.
Un passo ulteriore per uccidere la testimonianza di don Andrea è fatto da coloro che lo trasformano in un profeta del multiculturalismo e del dialogo a priori, paurosi nell’affermare la chiara e bella identità cristiana di questo sacerdote. Benedetto XVI, ha ricordato oggi nell’udienza, “l’anima sacerdotale” di don Andrea, la sua “commovente testimonianza di amore a Cristo e alla sua Chiesa”. A leggere infatti le riflessioni del sacerdote ci si accorge che egli è andato in Turchia non spinto dal “dialogo” slavato, o dalla voglia di fare del bene a poveri e derelitti, ma dal desiderio di far rivivere la Chiesa, corpo di Cristo. È da questo che nasce anche tutto il suo impegno verso i poveri e le prostitute, il suo dialogo con l’Islam, ma anche con l’ebraismo. In un brano da lui scritto, pervenuto ad AsiaNews, egli dice cos’è il dialogo: “Europa e Medio Oriente (Turchia compresa…), Cristianesimo e Islam devono parlare di se stessi, della propria storia passata e recente, del modo di concepire l'uomo e di pensare la donna, della propria fede. Devono confrontarsi sull'immagine che hanno di Dio, della religione, del singolo individuo, della società, su come coniugano il potere di Dio e i poteri dello Stato, i doveri dell'uomo davanti a Dio e i diritti che Dio, per grazia, ha conferito alla coscienza umana”.
A leggere queste parole si resta stupiti per la loro attualità. La mancanza di dialogo e i tentativi di guerra fra oriente e occidente vengono proprio dalla mancanza degli elementi dettati da don Andrea: da una parte, un’Europa dimentica di sé, della propria tradizione religiosa, irrispettosa della propria storia e superficiale nello sguardo alle altre religioni; dall’altra un Islam che non sa parlare di sé, né guarda a sé, all’individuo, alla donna, ai poteri di Dio e dello stato e continua a buttare sull’altro, sugli altri, sui nemici, le colpe della propria arretratezza. E così diventa strumento in mano al dittatore di turno.
Se l’occidente vuole davvero sconfiggere il fondamentalismo, deve lavorare per esigere dai paesi islamici piena libertà di agire e di parlare ai cristiani e alle altre religioni. Lo stesso devono attuare i paesi dell’oriente, se vogliono davvero testimoniare che l’Islam è una religione della pace e della tolleranza. Don Andrea Santoro aveva offerto la sua carne perché “Cristo abitasse in Turchia”, come ha detto una volta. Nella sua morte, Cristo ha abitato in Turchia fino al sacrificio della croce. Per questo, come ha detto ancora il papa, il martirio di don Andrea contribuirà “alla causa del dialogo fra le religioni e della pace fra i popoli”.
Voleva svegliare l'aurora
I PRETI SANNO MORIRE PER AMORE
Andrea Riccardi
[AVVENIRE]Parlare di don Andrea Santoro dopo questa morte non è facile. Il suo martirio infatti getta certo nuova luce sulla sua vita, ma ne rivela anche il mistero. Don Andrea non è un caduto nello scontro di civiltà, né è l'eroe di una lotta, quasi fosse l'avanguardia dell'aborrito Occidente. È morto da cristiano. Perché là? Perché scegliere una vita povera e priva di mondani successi, in una terra che doveva apparire già a lui ingrata? Aveva detto qualche giorno fa a Roma: "Io mi sento prete per tutti, perché questi sono i figli che Dio ama: musulmani, ebrei, cristiani…".
Era un prete di Roma. Anche i preti romani (talvolta rappresentati come diplomatici o indolenti) sanno morire per amore. E il suo era un ministero d'amore tra Eucarestia e simpatia per tutti gli umani figli di Dio. "Noi siamo quelli della croce - aveva detto - non quelli della spada. A noi il Signore ha detto: metti la spada nel fodero… E tutto questo passa attraverso la croce. Se vuoi tenere la spada in mano, non farai mai l'unità. La croce è farsi agnello". Voleva fare unità e far comunicare quelli che erano tanto divisi.
A Trebisonda, dov'è stato ucciso, c'era fin all'inizio del Novecento una grande comunità cristiana: chiese, monasteri, liturgie, dove il canto degli armeni si intrecciava con quello dei greci. È un mondo finito tra massacri e spostamenti di popolazione con la prima guerra mondiale. Tanti cristiani morirono, assassinati, in viaggi estenuanti, affogati in mare. La moderna città turca non ricorda questa storia comune all'Anatolia, già terra di Paolo, delle Chiese dell'Apocalisse, dunque di un cristianesimo vivo. Oggi in Turchia restano pochissimi cristiani autoctoni, fantasmi di una storia smarrita. Sembra la terra del tramonto senza fine del cristianesimo. Eppure qualcuno si sente chiamato a tornare, come don Andrea.
L'amore lo chiamava in un deserto di vita cristiana. Terra inutile da coltivare perché sterile di frutti cristiani? Lui amava quella terra: vi vedeva l'aurora antica del cristianesimo, spaziava con il pensiero in Medio Oriente, simpatizzava per gente estranea alla sua fede. Con tenerezza per loro, con una pietà romana, con tanta preghiera e pazienza, aspettava l'aurora di un nuovo giorno.
Domenica è venuta la morte. Una morte inflitta da un giovane che ha gridato "Allah u akbar" come grido di guerra. No, in quell'ora di morte, Dio più che grande, era umiliato dal sangue sparso da uno dei suoi figli, mentre l'aggressore pronunciava il nome dell'Eterno. L'assassino non ha cercato di guardare in volto la sua vittima, preso dall'attuale clima infuocato del mondo musulmano, o almeno di una sua parte, ma ha colpito alle spalle. "Il fratello darà a morte il fratello". Perché don Andrea era un fratello anche per i musulmani. Come Charles de Foucauld, ucciso stupidamente nel deserto del Sahara (e beatificato di recente da Benedetto XVI). L'assassino è sempre uno stupido.
Povero don Andrea: se n'è andato con i suoi sogni apostolici, con la sua bontà, tutta romana, con il suo sito sul Medio Oriente, la sua passione per il cristianesimo orientale, per quel grande passato e per le briciole del presente.
La sua vita di prete esprime una nota forte che sorprende e interroga, specie quando incliniamo verso la mediocrità nell'amore. Il suo sangue chiede: fin quando i fratelli uccideranno i fratelli? Il colore martiriale della sua morte allontana la vendetta e rifugge ogni interpretazione politica: esige e implora che l'odio sia seppellito con lui nella tomba.
Illusione? Noi la chiamiamo fede. C'è un valore misterioso di una vita caduta a terra, anche se non è dato di conoscere i tempi del germ oglio. Per chi crede è il caso di riflettere in profondità su questa vita e di ricordare il detto dei primi secoli cristiani: "Io vi do una grande eredità che il mondo non ha".
USA
Alabama: altre chiese incendiate
08 febbraio 2006 - (ve) Il fuoco ha distrutto ieri due chiese nelle campagne dell'Alabama e ne ha danneggiate altre due. Gli incendi seguono di pochi giorni i roghi di cinque chiese, nella contea di Bibb, sempre in Alabama. Anche le quattro chiese bruciate ieri sono edifici della denominazione evangelica battista.
Gli investigatori ritengono che dietro i roghi delle chiese si nasconda la mano criminale di uno o più piromani. "Non riesco a immaginare come sia possibile che qualcuno porti dentro di sé tanto odio da girare per questa regione e appiccare il fuoco a questi edifici sacri", ha detto lo sceriffo Johnny Isaac della contea di Greene.
9 Febbraio 2006
INDONESIA
Cade l’ultima speranza per le tre cristiane accusate di proselitismo
La Corte suprema respinge l’appello delle insegnanti condannate per aver convertito bambini musulmani. Organizzazione cristiana denuncia: contro di loro usate prove e testimoni falsi.
Jakarta (AsiaNews/Icc) – La Corte suprema dell’Indonesia ha respinto l’appello delle tre insegnanti cristiane accusate di proselitismo. Era l’ultima speranza per le donne dopo che già a novembre scorso l’Alta corte di Bandung ha rifiutato un altro appello del loro legale.
I giudici della Corte hanno confermato così per Rebbeca Loanita, Etty Pangesti e Ratna Mala Bangun la condanna a tre anni di detenzione. Lo riferisce l’organizzazione International Christian Concern (Icc), secondo la quale il verdetto è stato emesso il 7 febbraio.
Le tre insegnanti tenevano una scuola domenicale nella loro comunità a Indramayu, West Java. Il primo settembre 2005 sono state condannate per aver violato la Legge di tutela dell’infanzia del 2002. Il Consiglio indonesiano dei Mullah (Mui) le aveva accusate di aver cercato di convertire bambini musulmani al cristianesimo. Nessuno dei bambini che frequentavano la scuola, però, si è mai convertito. Tutti, inoltre, avevano il permesso dei genitori di parteciparvi.
Secondo attivisti per i diritti umani, i giudizio è stato influenzato dalla continua presenza in aula di estremisti islamici. L’Icc, inoltre, denuncia che durante il processo l’accusa si è servita di prove false e che alcuni testimoni chiave non hanno potuto deporre di persona a causa delle minacce del Mui. A loro però sono state attribuite affermazioni manipolate ad arte, usate come prove contro le tre donne.
9 Febbraio 2006
AFGHANISTAN
Le vignette, viste dall'Afghanistan: a rischio il lavoro della Chiesa
Il responsabile della missio sui iuris in Afghanistan commenta la guerra delle vignette: l’occidente si liberi dalla sudditanza verso l’Islam, impari il rispetto della religione e approfondisca la conoscenza di sé. Don Santoro, esempio di come queste iniziative vanifichino l’umile lavoro della Chiesa nei paesi islamici.
Kabul (AsiaNews) -Le vignette “blasfeme” sono iniziativa di un mondo laicista, che non solo non consoce l’Islam, ma neppure se stesso, e rischia di far fallire l’impegno di chi in terra musulmana lavora invece per la pace e la conoscenza reciproca. È questa la preoccupazione di p. Giuseppe Moretti, parroco dell’unica chiesa cattolica in Afghanistan, dove, nelle violente proteste islamiche contro le caricature di Maometto, in due giorni sono morte 8 persone.
Dopo l’assassinio in Turchia di don Santoro, p. Moretti - unico sacerdote cattolico in un Paese al 99% musulmano - sente reale il rischio che la situazione creatasi vanifichi gli sforzi di chi, come la Chiesa, cerca ogni giorno le vie del dialogo nel mondo islamico. “Perché questo non accada – si augura il responsabile della missio sui iuris dell’Afghanistan – l’occidente deve trasformare questo episodio in una lezione: imparare cosa significa il rispetto della religione”.
P. Moretti racconta che “la situazione nel Paese, ad oggi è molta tesa: le ambasciate ogni giorno diffondono comunicati che invitano alla prudenza, ma non si sono verificati finora minacce alla comunità dei credenti, tutti occidentali”. “Penso che le manifestazioni si esauriranno a breve, ma questa volta non dobbiamo dimenticare”.
Il sacerdote invita l’occidente a “liberarsi dalla sudditanza psicologica nei confronti dell’Islam, conservando una posizione di sana critica che si basa sulla conoscenza ed il rispetto”. “L’Europa – continua – deve imparare che il suo concetto di libertà è diverso da quello del mondo islamico, prendere atto che l’Islam è anche una religione di Stato. Ci sono canoni che l’occidente, pur mantenendo la sua identità, deve rispettare nei rapporti con i musulmani”. “Questo – ed è il nodo cruciale - richiede una più approfondita conoscenza dell’Islam, che a sua volta non è possibile se prima non conosciamo noi stessi”.
P. Moretti spiega che “i musulmani hanno grande rispetto per i cristiani che si fanno reali testimoni della loro fede”. “Quando vedono che una persona interrompe il suo lavoro per andare a pregare rimangono ammirati – racconta sulla base dell’esperienza afghana – al contrario se sentono che un cristiano non va a messa non solo ne rimangono stupiti, ma è difficile per loro poterlo addirittura stimare”.
E proprio il fallimento di un possibile dialogo tra le due religioni sembra il pericolo più grande: “Ne è esempio il sacrificio di don Andrea Santoro”. “Questa polemica delle vignette - commenta il parroco di Kabul - mina il lavoro che la Chiesa cattolica fa ogni giorno in terra d’Islam con umiltà, fatica e grandi rischi: cercare i presupposti per far comprendere ai musulmani che il cristiano è un uomo che tende la mano, che apprezza l’amicizia, la testimonianza di fede e il dialogo”. P. Moretti ricorda poi il “luminoso esempio” di don Andrea. “Non lo conoscevo, ma lo sento molto vicino anche se faceva un lavoro differente dal mio. Posso solo ammirare la sua scelta per il rischio della missione. Quello che lascia è un grande messaggio d’amore e dedizione agli altri”.
giannola
09-02-2006, 11:54
9 Febbraio 2006
INDONESIA
Cade l’ultima speranza per le tre cristiane accusate di proselitismo
La Corte suprema respinge l’appello delle insegnanti condannate per aver convertito bambini musulmani. Organizzazione cristiana denuncia: contro di loro usate prove e testimoni falsi.
Jakarta (AsiaNews/Icc) – La Corte suprema dell’Indonesia ha respinto l’appello delle tre insegnanti cristiane accusate di proselitismo. Era l’ultima speranza per le donne dopo che già a novembre scorso l’Alta corte di Bandung ha rifiutato un altro appello del loro legale.
I giudici della Corte hanno confermato così per Rebbeca Loanita, Etty Pangesti e Ratna Mala Bangun la condanna a tre anni di detenzione. Lo riferisce l’organizzazione International Christian Concern (Icc), secondo la quale il verdetto è stato emesso il 7 febbraio.
Le tre insegnanti tenevano una scuola domenicale nella loro comunità a Indramayu, West Java. Il primo settembre 2005 sono state condannate per aver violato la Legge di tutela dell’infanzia del 2002. Il Consiglio indonesiano dei Mullah (Mui) le aveva accusate di aver cercato di convertire bambini musulmani al cristianesimo. Nessuno dei bambini che frequentavano la scuola, però, si è mai convertito. Tutti, inoltre, avevano il permesso dei genitori di parteciparvi.
Secondo attivisti per i diritti umani, i giudizio è stato influenzato dalla continua presenza in aula di estremisti islamici. L’Icc, inoltre, denuncia che durante il processo l’accusa si è servita di prove false e che alcuni testimoni chiave non hanno potuto deporre di persona a causa delle minacce del Mui. A loro però sono state attribuite affermazioni manipolate ad arte, usate come prove contro le tre donne.
finalmente un pò di giustizia.
Sono contento per la sentenza, anche perchè mi da fastidio si lamentino della validità del processo solo perchè hanno perso, certo volevo vedere se vincevano se avrebbero avuto qualcosa da ridire.
P.S. Ovviamente dato che è stata emessa una sentenza regolare in un tribunale, questo articolo è OT, visto che nn si può parlare di persecuzione.
giannola
09-02-2006, 11:57
9 Febbraio 2006
AFGHANISTAN
Kabul (AsiaNews) -Le vignette “blasfeme” sono iniziativa di un mondo laicista, che non solo non consoce l’Islam, ma neppure se stesso, e rischia di far fallire l’impegno di chi in terra musulmana lavora invece per la pace e la conoscenza reciproca. È questa la preoccupazione di p. Giuseppe Moretti, parroco dell’unica chiesa cattolica in Afghanistan, dove, nelle violente proteste islamiche contro le caricature di Maometto, in due giorni sono morte 8 persone.
certo chiudiamo la bocca alla satira e così stiamo tutti in pace. :D
giannola
09-02-2006, 12:02
7 Febbraio 2006
ITALIA
L'ORA DI RELIGIONE
la polemica. Fa discutere l’ordinanza del Tar del Lazio che esclude la valutazione dell’Irc dalla pagella
Tosoni (Cei): «La riforma introduce a tutti gli effetti la materia nel Portfolio delle competenze individuali»
Vincenzo Grienti
La religione nn può, ne deve essere insegnata a scuola, al massimo vi può essere lo studio delle religioni (che può essere istruttivo).
finalmente un pò di giustizia.
Sono contento per la sentenza, anche perchè mi da fastidio si lamentino della validità del processo solo perchè hanno perso, certo volevo vedere se vincevano se avrebbero avuto qualcosa da ridire.
P.S. Ovviamente dato che è stata emessa una sentenza regolare in un tribunale, questo articolo è OT, visto che nn si può parlare di persecuzione.
http://www.hwupgrade.it/forum/images_hwu/smilies/icon_climb2.gif
invece rientra a pieno diritto visto che di pura persecuione si tratta.
D4rkAng3l
09-02-2006, 15:16
finalmente un pò di giustizia.
Sono contento per la sentenza, anche perchè mi da fastidio si lamentino della validità del processo solo perchè hanno perso, certo volevo vedere se vincevano se avrebbero avuto qualcosa da ridire.
P.S. Ovviamente dato che è stata emessa una sentenza regolare in un tribunale, questo articolo è OT, visto che nn si può parlare di persecuzione.
una buona notizia :) Hanno rotto le scatole...vanno, trombano, si moltiplicano come conigli e convertono....se ne stessero a casa loro....poi ci sconvolgiamo se una mussulmana porta il fazzoletto in testa in italia (sono contrario al fazzoletto perchè stai in un paese diverso dal tuo con regole sociali diverse ma mi pare molto più grave che una maestra tenti di convertire i suoi studenti tra l'altro piccoli e con poca consapevolezza....che faremo noi se centinaia o migliaia di islamici iniziassero a fare proselitismo o se un'insegnate islamica provasse a convinvere bambini piccoli?!?! ma noi siamo la cultura superiore come disse qualcuno un po' di temo fà :rolleyes: )
Hakuna Matata
09-02-2006, 16:34
una buona notizia :) Hanno rotto le scatole...vanno, trombano, si moltiplicano come conigli e convertono....se ne stessero a casa loro....poi ci sconvolgiamo se una mussulmana porta il fazzoletto in testa in italia (sono contrario al fazzoletto perchè stai in un paese diverso dal tuo con regole sociali diverse ma mi pare molto più grave che una maestra tenti di convertire i suoi studenti tra l'altro piccoli e con poca consapevolezza....che faremo noi se centinaia o migliaia di islamici iniziassero a fare proselitismo o se un'insegnate islamica provasse a convinvere bambini piccoli?!?! ma noi siamo la cultura superiore come disse qualcuno un po' di temo fà :rolleyes: )
Come dicevo sono i presunti atei che hanno problemi con il Cristianesimo e non il contrario come cercate di convincervi.
D4rkAng3l
09-02-2006, 17:17
Come dicevo sono i presunti atei che hanno problemi con il Cristianesimo e non il contrario come cercate di convincervi.
ma chi ti vuole convincere scusa?! guarda come già detto spero che il mondo iventi ateo e faccio di tutto nel mio piccolo per farlo andare in quella direzione ma mica mi metto a fare proseliti, a bussare alle porte o provare a convincere gli amici credenti...anzi tendo a non far uscire neanche il discorso perchè non mi và di discutere....ho molto di meglio da fare che pensare ai casini degli altri...già c'ho i miei poi se proprio devo pensa ai casini di qualcuno !!! :D
Semplicemente voi che direste se l'insegnate islamica di vostro figlio provasse a convertirlo alla sua religione? e non dite che non ve la prendereste a male perchè se ce la prendiamo (giustamente secondo me) di simboli come il velo in classe,etcetc figuraiamoci se provan a convertie i nostri figli all'islamismo :D
Dallo stessa ottica fanno bene gli islamici a prendersela con chi prova a CONVERTIRE i LORO FIGLI al CRISTIANESIMO....non facciamo gli ipocriti suvvia....
Cmq poi non vedo neanche cosa c'entri il tuo discorso sugli atei che provano a convincerti...scusa ma ora mi sento proprio chiamato in causa e devo esprimere un cocnerto un po' forte: l'ateo non vuole convincere un fedele a non credere, sà che è impossibile farlo perchè la fede, in qunto tale, presuppone di superare la pura logica materialista e appunto CREDERE per cui è impossibile "convertire" un fedele all'ateismo con la pura logica, dal nostro punto di vista è impossibilitato a capire, è dentro matrix...quindi non intendiamo minimamente fare proselitismo...paradossalmente non sono i credenti il bersaglio della nostra battaglia...preferiamo agire democraticamente e lentamente cambiando dall'interno delle cose che della società non ci piacciono a partire dall'influenza della chiesa, fino ad arrivare a promuovere certe leggi...facendo così speriamo di "laicizzare" sempre di più lo stato, diminuire il potere del vaticano e confidiamo che piano piano (nel giro di varie generazioni) la gente si allontani smepre di più da certe forme di superstizione
Hakuna Matata
09-02-2006, 17:26
Guarda che ho scritto convincerVi e non convincerCi :D
D4rkAng3l
09-02-2006, 17:31
Guarda che ho scritto convincerVi e non convincerCi :D
vabbè p da questa mattina che studio matematica discreta e ora stò in pausa per qualche minuto...anche un ateo può sbagliare dopo una giornata così hauhau :D
9 Febbraio 2006
PAKISTAN
Capo protestante di Lahore: la legge sulla blasfemia strumento di proselitismo
di Qaiser Felix
In una trasmissione televisiva Alexander Malik, responsabile nazionale della chiesa protestante e capo della comunità di Lahore, ha dichiarato che molte accuse di blasfemia sono in realtà false. “Parecchi casi sono montati”, ha detto. “Molte persone minacciano: o ti converti all’islam oppure sarai giudicato secondo le leggi sulla blasfemia”.
Lahore (AsiaNews) - “Non c’è bisogno di leggi sulla blasfemia in Pakistan” ed oggi è usata dai fondamentalisti islamici per proselitismo verso i cristiani. L'ha sostenuto Alexander Jon Malik, responsabile nazionale della Chiesa protestante del Pakistan e capo della comunità di Lahore, durante una trasmissione di una televisione nazionale privata. Per sostenere la sua tesi il rev. Malik ha spiegato che dal 1986 al 1990 la pena prevista per questo reato era la detenzione, e in questi anni si sono registrati pochi casi di blasfemia. Al contrario, da quando il reato è punito con la pena di morte, il numero di casi è cresciuto, ed inoltre ci sono stati episodi tragici come l’incendio del villaggio cristiano di Shanti Nagar nel 1997 o il caso Sangla Hill dello scorso novembre.
“Molte persone utilizzano questa legge per eliminare avversari ed oppositori”, ha denunciato Malik. “Parecchi casi sono stati montati, e molte persone mi hanno confidato di essere state vittime di minacce da parte di musulmani che gli dicevano: o ti converti all’islam oppure sarai giudicato secondo le leggi sulla blasfemia”. Il leader protestante ha detto che è semplice anche trovare falsi testimoni, basta una piccola somma di denaro. Inoltre il rischio che si corre a denunciare il falso è minimo dato che nessuno fa delle indagini approfondite.
Muhammad Farooq, uno studioso musulmano, ha dichiarato che se le corti provano che una accusa è falsa dovrebbero scagionare l’imputato e dare la punizione prevista a chi ha fatto la falsa denuncia. “Abbiamo utilizzato questo sistema nel passato – ha dichiarato - ma oggi le corti non ne fanno più uso. Inoltre l’alto costo dei processi fa si che molte persone non possono permettersi di tornare in giudizio per accusare la falsa testimonianza”.
Farooq ha comunque invitato a rivolgersi alla Federal Shariat Court per denunciare le false denunce, ma il rev. Malik ha risposto che addirittura un giudice è stato ucciso perché aveva accertato che una accusa di blasfemia era falsa. Inoltre ha citato il caso del vescovo John Joseph di Faisalabad, che si era tolto la vita solo perché nessun avvocato era disponibile ad assumersi il caso di Ayub Masih, accusato di blasfemia. “Le leggi sulla blasfemia provocano insicurezza, e molti cristiano vogliono lasciare il Paese perché temono che prima o poi saranno accusati. Ma posso dire con certezza che nessun cristiano in Pakistan pensa di compiere atti di blasfemia. Queste leggi – ha concluso - non solo colpiscono i più deboli, ma rovinano la reputazione del Pakistan”.
A favore della legge si sono invece schierati Muhammad Ismail Quraishi, un avvocato musulmano, e Farid Ahmad Paracha, un deputato, i quali sostengono che le leggi sulla blasfemia rispondono ai bisogni del Paese.
ANGOLA
Sacerdote missionario portoghese assassinato in Angola
Padre José Afonso Moreira aveva 80 anni; la polizia ignora il movente del crimine
LUANDA, giovedì, 9 febbraio 2006 (ZENIT.org).- Mercoledì sera è stato assassinato in Angola, nella missione di Bailundo (diocesi di Huambo), il sacerdote missionario portoghese José Afonso Moreira, di 80 anni, appartenente alla Congregazione dello Spirito Santo (spiritani).
Il sacerdote, originario della diocesi di Vila Real, era in Angola da circa 40 anni.
La missione di Bailundo è emblematica perché l’ex leader dell’UNITA (Unione Nazionale per l’Indipendenza Totale dell’Angola), Jonas Savimbi, vi aveva stabilito il suo quartier generale.
L’UNITA, guidata per più di 30 anni da Savimbi, è stata inizialmente un partito armato che ha lottato contro il colonialismo portoghese in Angola. Dopo l’indipendenza del Paese, nel 1975, è passata all’opposizione armata al MPLA (Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola), che ha assunto il governo.
Dopo la morte di Savimbi, nel 2002, l’UNITA è diventata un partito civile e ha abbandonato la lotta armata.
Secondo il sacerdote spiritano Tony Neves, come ha riferito l’agenzia portoghese Ecclesia, padre Afonso Moreira era un “simbolo di quella terra, perché è sempre rimasto lì”, nonostante le difficoltà.
La polizia non conosce ancora il movente del crimine, ma le indagini sono già state avviate. Secondo informazioni ancora non confermate, il sacerdote sarebbe stato ucciso a colpi di arma da fuoco.
Padre Moreira aveva celebrato i cinquant’anni di ordinazione sacerdotale in Portogallo nel 2001, occasione in cui il Comune di Vila Real gli aveva concesso un riconoscimento.
Nonostante avesse 80 anni, padre Neves afferma che “era molto dinamico e guardava sempre avanti”.
Il missionario assassinato era cugino dell’attuale Vescovo di Bragança-Miranda, monsignor António Montes.
Mercoledì prossimo sarà celebrata la Messa del settimo giorno nella chiesa parrocchiale di Fortunhos, Vila Real.
9 Febbraio 2006
TURCHIA
Al grido “riusciremo ad ammazzarvi tutti”, sacerdote aggredito a Smirne
L’attacco al frate sloveno avviene nello stesso giorno nel quale il Vaticano conferma che Benedetto XVI si recherà in Turchia a fine novembre.
Ankara (AsiaNews) – Al grido di “riusciremo ad ammazzarvi tutti” un gruppo di giovani ha aggredito un francescano a Izmir (Smirne) in Turchia. L'aggressione è avvenuta all'interno della parrocchia di Sant'Elena.
“I ragazzi – racconta con evidente emozione mons. Luigi Padovese, vicario apostolico dell'Anatolia - lo hanno preso per la gola e gli hanno urlato: 'riusciremo ad ammazzarvi tutti'”. L’aggressione, per il vescovo è “frutto evidente di fanatismo", è avvenuta nella parrocchia dei frati conventuali. Il sacerdote aggredito si chiama Martin Kmetec ed è sloveno.
Il religioso, racconta ancora mons. Padovese, ha presentato denuncia alla polizia che “non ha prestato molta attenzione alla notizia dell'aggressione”.
Proprio oggi il Vaticano aveva confermato ufficialmente, con una dichiarazione del portavoce vaticano Joaquin Navarro, che “il Presidente della Turchia Ahmet Necdet Sezer ha invitato Sua Santità Benedetto XVI a compiere una visita ufficiale in quella Nazione nei giorni 28-30 novembre 2006. Il Santo Padre ha accettato l'invito. Sono in corso di definizione le modalità della visita”
L’invito a Papa a recarsi in Turchia per la festa di Sant’Andrea (il 30 novembre) era stato rivolto a Benedetto XVI dal patriarca ecumenico Bartolomeo già lo scorso anno e il Papa aveva già risposto positivamente. Ma perché il viaggio potesse compiersi occorreva anche l’invito del governo turco, che allora aveva posticipato al 2006 la visita.
Appare significativo ed indicativo della volontà di dimostrare la prosecuzione di un dialogo il fatto che l’annuncio ufficiale sia venuto all’indomani del’uccisione in Turchia del sacerdote italiano don Andrea Santoro. I giornali turchi oggi hanno pubblicato la lettera di don Andrea al Papa, con commenti contrariati per il fatto che, dopo il patriarca ecumenico, un sacerdote, insieme a tre donne georgiane, si permetteva di invitare il Papa in Turchia.
FILIPPINE
Terroristi fanno fuoco su contadini cristiani
9/2/2006
MANILA - Almeno cinque persone sono state uccise nell'isola di Sulu, quando alcuni uomini armati sospetti hanno effettuato un raid in una fattoria.
Il Manila Times riporta tra le vittime anche un bambino; altre quattro persone sono rimaste ferite.
«I sopravvissuti alla carneficina hanno riferito agli investigatori che gli attaccanti hanno domandato se erano cristiani, e alla risposta affermativa hanno aperto il fuoco», racconta il generale Alexander Aleo.
Un rappresentante del comando ha detto che almeno venti persone hanno partecipato all'attacco e usavano armi automatiche.
I rapporti riportano che i terroristi erano già sospettati di essere membri del gruppo Abu-Sayyaf, affiliato ad Al Qaida, che opera nelle zone musulmane del sud delle Filippine.
(UPI)
una figura che è stata creata da papa Pio XII con la sua enciclica del 1957. In cinquant'anni sono stati 1900 i preti diocesani che hanno prestato il loro servizio all'estero. Oggi sono oltre 550. Tra loro anche alcuni martiri. Da lunedì un convegno
Fidei donum
I sacerdoti «offerti» ai Sud del mondo come don Santoro
Di Vincenzo Grienti
[Avvenire]Danno la vita per il Vangelo e nel servizio delle Chiese, costruiscono ponti di umanità e condividono la condizione umana di tutti, specialmente degli ultimi della Terra. I sacerdoti «fidei donum» come don Andrea Santoro, ucciso domenica in Turchia, sono il "dono di fede" che le diocesi italiane offrono alle Chiese del Sud del mondo, dove c'è bisogno di piantare un seme di speranza in nome di Cristo. Sono 1900 questi preti "speciali" al servizio delle 160 diocesi italiane che nell'ultimo mezzo secolo hanno contribuito alla missione universale attraverso la cooperazione missionaria tra le Chiese. Sono "frutto" dell'enciclica di Pio XII Fidei Donum sull'evangelizzazione dei popoli, pubblicata nel 1957. Al censimento del 2005, erano oltre 550 i preti attivi all'estero, provenienti da 114 diocesi. Dal 1944 ad oggi sono invece più di un centinaio i missionari italiani scomparsi in modo violento. Dal 2000 al 2005 ne sono stati uccisi diciotto, mentre solo l'anno scorso sono tragicamente caduti "sul campo" tre sacerdoti, tutti a settembre. Sono storie scritte con l'alfabeto della fede e dell'amore, come quelle degli ultimi missionari italiani assassinati nel 2005: don Giuseppe Bessone, in Brasile; padre Angelo Redaelli in Congo; don Ignazio Bara in India. Ma gli ultimi vent'anni sono stati costellati dalla morte di sacerdoti impegnati in servizio pastorale a favore di comunità povere. È il caso di don Sandro Dordi, di Bergamo, che nel 1980 partì come «fidei donum» per il Perù, nella diocesi di Chimbote, e venne ucciso da esponenti di Sendero Luminoso nell'agosto del 1991 mentre stava tornando a casa sulla sua jeep dopo la celebrazione eucaristica nella comunità campesina di Vinzos. Il suo processo di beatificazione è iniziato il 27 aprile 1997 come «martire della carità e della fede». Il "papà dei poveri", come chiamavano in Brasile don Luis Lintner, di Bolzano, comincia il servizio missionario in America Latina nel 1980. È parroco a Tabocas do BrejoVelho, diocesi di Barr eiras, nel Sertao. Nel 1992 si trasferisce a Salvador Bahia, nel quartiere popolare di Cajazeiras. Gli sparano un colpo di pistola al cuore il 16 maggio 2002. Non si conoscono ancora i mandanti dell'assassinio. Tra i «fidei donum» che hanno donato la vita fino all'effusione del sangue vi sono anche vescovi, come monsignor Luigi Locati, sacerdote di Vercelli e vicario apostolico di Isolo. Nel 1963 parte per il Kenya: è il primo missionario inviato nel territorio di Isolo. Nel 1995 nasce il vicariato apostolico e diventa vescovo. Il 14 luglio 2005 viene assassinato all'interno della missione. Il suo motto episcopale era «Siate miei testimoni». E proprio «Dalle feconde memorie alle coraggiose prospettive» è il tema del convegno Convegno nazionale dei direttori dei Centri missionari delle diocesi con esperienza di «fidei donum» che si aprirà lunedì prossimo, presso il Centro unitario missionario di Verona, promosso dall'Ufficio nazionale per la cooperazione tra le Chiese della Conferenza episcopale. L'obiettivo è di «raccogliere le ricchezze ecclesiali suscitate dall'esperienza di scambio tra Chiese locali avviata dall'Enciclica "Fidei Donum" a cinquant'anni dalla sua promulgazione»
«Quando un prete viene assassinato mentre prega in chiesa da un giovane che grida Allah Akbar, per di più un prete romano che ha dedicato anni della sua vita a cercare dialogo, comprensione tra cristiani e musulmani, non ci sono vignette che tengano. L'uccisione di un uomo è la vera bestemmia, il vero delitto di blasfemia». Lo ha scritto don Elio Bromuri, docente di ecumenismo all'Istituto teologico di Assisi e direttore dell'Ufficio diocesano per l'ecumenismo e il dialogo in una nota per Sir Italia, dedicata alle manifestazioni di violenza nel mondo musulmano contro le vignette satiriche sul profeta Maometto. «È indubbio - ha scritto l'esperto - che non si dovrebbero coprire di sarcasmo e disprezzo simboli sacri di nessuna religione, per i quali i credenti sono disposti persino a sacrificare la vita. Si dovrebbe però soprattutto evitare di offendere l'immagine suprema di Dio che è la persona umana». Bromuri ha concluso la sua nota dicendo: «Dell'attuale situazione chi soffre in modo acuto sono i cultori del dialogo tra le religioni e le culture, i timorati di Dio che pregano con cuore libero da odio e rancore, i veri credenti che sanno discernere la parola di Dio che chiama alla verità e all'amore, e comanda di non uccidere».
ISRAELE
I cristiani chiedono solidarietà mentre si avvicina l’anniversario del massacro di Maghar
GERUSALEMME, giovedì, 9 febbraio 2006 (ZENIT).- La comunità cattolica melkita di Maghar, nella Bassa Galilea, ha esortato alla “solidarietà con i cristiani in Terra Santa e soprattutto a Maghar” mentre si avvicina il primo anniversario del massacro contro i cristiani locali (10-12 febbraio 2005).
In un messaggio inviato ad Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) si legge: “Per commemorare l’occasione, il parroco, padre Abud Maher, organizzerà un’ora di preghiera per la riconciliazione e il perdono a Maghar il 10 febbraio alle 17.00”.
P. Maher ha anche invitato tutti i suoi parrocchiani ad accendere candele in quel giorno e a porle sul davanzale delle finestre delle loro case, come segno visibile “di perdono e di una nuova vita nella riconciliazione”.
Anche se il sindaco di Maghar ha scoraggiato il sacerdote dall’organizzare la preghiera perché “non può proteggere quanti vi prenderanno parte da possibili attacchi”, p. Maher è stato irremovibile e ha affermato che la preghiera si terrà “anche se mi dovesse costare la vita”.
Maghar è una città di 20.000 abitanti, situata a 15 chilometri dal Mare di Galilea e a 40 da Nazareth. Più della metà della popolazione è composta da drusi, i musulmani sono circa il 20% e i cattolici melkiti il 22%. Un anno fa, la violenza si è scatenata in seguito alla voce per la quale uno studente cristiano aveva messo su Internet fotografie di ragazze druse nude.
I giovani drusi sono insorti per due giorni nel quartiere cristiano, con la polizia israeliana che non è riuscita a far nulla per proteggere i cristiani fino a che un appello del nunzio apostolico, l’Arcivescovo Pietro Sambi, li ha portati a ristabilire il controllo sul villaggio.
Secondo p. Maher, la violenza ha provocato “il ferimento di sette persone – due per colpi di arma da fuoco – e 70 negozi e case sono stati saccheggiati e bruciati. La facciata della chiesa è stata danneggiata da colpi di pietra, 155 automobili sono state date alle fiamme e 2.000 cristiani si sono trasferiti nei villaggi vicini”.
Nel suo approfondito rapporto, p. Maher ha aggiunto: “L’attacco, ben pianificato, è durato parecchi giorni, i semi della distruzione sono stati sparsi in tutto il quartiere cristiano e nelle case cristiane, un’umiliazione profonda è penetrata nell’animo di ogni cristiano. Le immagini dell’odio e della paura perseguiteranno i nostri bambini fino alla fine della loro vita, le immagini dei rifugiati che cercano di salvarsi la vita saranno impresse nella nostra memoria, gli eventi di Maghar saranno ricordati per sempre, per l’odio ingiustificato – un attacco contro gli impotenti e la negligenza della polizia”.
Fino ad oggi nessuno degli assalitori è stato arrestato, né alle vittime è stato garantito alcun compenso per i danni subiti. Marie-Ange Siebrecht, guida di ACS per la Sezione Medio Oriente, ha affermato: “E’ nostro dovere parlare contro questa discriminazione di cristiani ed esortiamo tutta la gente di buona volontà ad unirsi alla parrocchia di Maghar nella sua preghiera e nei suoi sforzi di riconciliazione”.
[Avvenire]Assisi «Quando un prete viene assassinato mentre prega in chiesa da un giovane che grida Allah Akbar, per di più un prete romano che ha dedicato anni della sua vita a cercare dialogo, comprensione tra cristiani e musulmani, non ci sono vignette che tengano. L'uccisione di un uomo è la vera bestemmia, il vero delitto di blasfemia». Lo ha scritto don Elio Bromuri, docente di ecumenismo all'Istituto teologico di Assisi e direttore dell'Ufficio diocesano per l'ecumenismo e il dialogo in una nota per Sir Italia, dedicata alle manifestazioni di violenza nel mondo musulmano contro le vignette satiriche sul profeta Maometto. «È indubbio - ha scritto l'esperto - che non si dovrebbero coprire di sarcasmo e disprezzo simboli sacri di nessuna religione, per i quali i credenti sono disposti persino a sacrificare la vita. Si dovrebbe però soprattutto evitare di offendere l'immagine suprema di Dio che è la persona umana». Bromuri ha concluso la sua nota dicendo: «Dell'attuale situazione chi soffre in modo acuto sono i cultori del dialogo tra le religioni e le culture, i timorati di Dio che pregano con cuore libero da odio e rancore, i veri credenti che sanno discernere la parola di Dio che chiama alla verità e all'amore, e comanda di non uccidere».
giannola
10-02-2006, 08:16
http://www.hwupgrade.it/forum/images_hwu/smilies/icon_climb2.gif
invece rientra a pieno diritto visto che di pura persecuione si tratta.
bum!
Sei Berlusconi ? :D
mica sono stati giudicati a furor di popolo e senza regolare processo.
Erano in un tribunale che ha applicato la legge emettendo una sentenza, che va rispettata anche quando nn va a nostro comodo, altrimenti è troppo facile.
Le persecuzioni proprio per loro natura nn ti lasciano alcuna difesa e nn è questo il caso.
giannola
10-02-2006, 08:28
9 Febbraio 2006
PAKISTAN
In una trasmissione televisiva Alexander Malik, responsabile nazionale della chiesa protestante e capo della comunità di Lahore, ha dichiarato che molte accuse di blasfemia sono in realtà false. “Parecchi casi sono montati”, ha detto. “Molte persone minacciano: o ti converti all’islam oppure sarai giudicato secondo le leggi sulla blasfemia”.
“Molte persone utilizzano questa legge per eliminare avversari ed oppositori”, ha denunciato Malik.
Dura lex, sed lex
Si sfruttano spesso le leggi a proprio vantaggio anche nei paesi democratici
ANGOLA
Sacerdote missionario portoghese assassinato in Angola
Padre José Afonso Moreira aveva 80 anni; la polizia ignora il movente del crimine
Un sacerdote ucciso è una persecuzione, solo perchè è avvenuto in angola ?
Anche in italia vengono uccisi ma non se ne fa propaganda a tale scopo.
Magari si è semplicemente immischiato in cose che nn lo riguardavano.
FILIPPINE
Terroristi fanno fuoco su contadini cristiani
9/2/2006
MANILA - Almeno cinque persone sono state uccise nell'isola di Sulu, quando alcuni uomini armati sospetti hanno effettuato un raid in una fattoria.
Il Manila Times riporta tra le vittime anche un bambino; altre quattro persone sono rimaste ferite.
«I sopravvissuti alla carneficina hanno riferito agli investigatori che gli attaccanti hanno domandato se erano cristiani, e alla risposta affermativa hanno aperto il fuoco», racconta il generale Alexander Aleo.
Un rappresentante del comando ha detto che almeno venti persone hanno partecipato all'attacco e usavano armi automatiche.
I rapporti riportano che i terroristi erano già sospettati di essere membri del gruppo Abu-Sayyaf, affiliato ad Al Qaida, che opera nelle zone musulmane del sud delle Filippine.
(UPI)
no, guarda che c'è qualcosa che nn quadra.
Un commando di 20 professionisti dotati di armi automatiche contro un branco (9, di cui un bambino) di contadini indifesi (ovvero un rapporto di 2:1), e nonostante tutto quasi la metà dei contadini si salva ?
Ma chi erano agenti segreti ?
giannola
10-02-2006, 08:33
[Avvenire]«Quando un prete viene assassinato mentre prega in chiesa da un giovane che grida Allah Akbar, per di più un prete romano che ha dedicato anni della sua vita a cercare dialogo, comprensione tra cristiani e musulmani, non ci sono vignette che tengano. L'uccisione di un uomo è la vera bestemmia, il vero delitto di blasfemia».
1. hai scritto 2 volte la stessa cosa nel tuo post.
2.Quanto alla blasfemia è questione di punti di vista, se avessi letto il corano sapresti che dal punto di vista del fedele è contemplata l'uccisione del nemico di Allah.
3."per di più un prete romano" ... allora se nn era romano era più comprensibile ? :mbe:
ma chi ti vuole convincere scusa?! guarda come già detto spero che il mondo iventi ateo e faccio di tutto nel mio piccolo per farlo andare in quella direzione ma mica mi metto a fare proseliti, a bussare alle porte o provare a convincere gli amici credenti...anzi tendo a non far uscire neanche il discorso perchè non mi và di discutere....ho molto di meglio da fare che pensare ai casini degli altri...già c'ho i miei poi se proprio devo pensa ai casini di qualcuno !!! :D
Semplicemente voi che direste se l'insegnate islamica di vostro figlio provasse a convertirlo alla sua religione? e non dite che non ve la prendereste a male perchè se ce la prendiamo (giustamente secondo me) di simboli come il velo in classe,etcetc figuraiamoci se provan a convertie i nostri figli all'islamismo :D
Dallo stessa ottica fanno bene gli islamici a prendersela con chi prova a CONVERTIRE i LORO FIGLI al CRISTIANESIMO....non facciamo gli ipocriti suvvia....
Cmq poi non vedo neanche cosa c'entri il tuo discorso sugli atei che provano a convincerti...scusa ma ora mi sento proprio chiamato in causa e devo esprimere un cocnerto un po' forte: l'ateo non vuole convincere un fedele a non credere, sà che è impossibile farlo perchè la fede, in qunto tale, presuppone di superare la pura logica materialista e appunto CREDERE per cui è impossibile "convertire" un fedele all'ateismo con la pura logica, dal nostro punto di vista è impossibilitato a capire, è dentro matrix...quindi non intendiamo minimamente fare proselitismo...paradossalmente non sono i credenti il bersaglio della nostra battaglia...preferiamo agire democraticamente e lentamente cambiando dall'interno delle cose che della società non ci piacciono a partire dall'influenza della chiesa, fino ad arrivare a promuovere certe leggi...facendo così speriamo di "laicizzare" sempre di più lo stato, diminuire il potere del vaticano e confidiamo che piano piano (nel giro di varie generazioni) la gente si allontani smepre di più da certe forme di superstizione
La logica con cui definite un credente ...
impossibile "convertire" un fedele all'ateismo con la pura logica, dal nostro punto di vista è impossibilitato a capire, è dentro matrix...
un essere senza cogito ne intelletto, risulta peralto solo un modo per dimostrare una presunta superiorita' che, permettimi, vorrei ora tu dimostrassi
D4rkAng3l
10-02-2006, 09:03
La logica con cui definite un credente ...
un essere senza cogito ne intelletto, risulta peralto solo un modo per dimostrare una presunta superiorita' che, permettimi, vorrei potesse essere dimostrata.
Guarda che io non ho mai negato che secondo me la fede è solamente una psicosi collettiva, non ho mai negato neanche il fatto che non vi veda nulla di positivo e non intendo certo negarlo ora
D4rkAng3l
10-02-2006, 09:05
Dura lex, sed lex
Si sfruttano spesso le leggi a proprio vantaggio anche nei paesi democratici
Un sacerdote ucciso è una persecuzione, solo perchè è avvenuto in angola ?
Anche in italia vengono uccisi ma non se ne fa propaganda a tale scopo.
Magari si è semplicemente immischiato in cose che nn lo riguardavano.
no, guarda che c'è qualcosa che nn quadra.
Un commando di 20 professionisti dotati di armi automatiche contro un branco (9, di cui un bambino) di contadini indifesi (ovvero un rapporto di 2:1), e nonostante tutto quasi la metà dei contadini si salva ?
Ma chi erano agenti segreti ?
filippiniiii...magari praticavano Kali e con 2 mosse n hanno stecchiti la metà...considerando che erano invasati dallo spirito santo i loro colpi saranno arrivati precisi e potenti sul bersaglio :O
Guarda che io non ho mai negato che secondo me la fede è solamente una psicosi collettiva, non ho mai negato neanche il fatto che non vi veda nulla di positivo e non intendo certo negarlo ora
Non hai risposto alla mia domanda.
D4rkAng3l
10-02-2006, 09:16
Non hai risposto alla mia domanda.
forse non l'ho capita...che cosa intendevi chiedermi?
bum!
Sei Berlusconi ? :D
mica sono stati giudicati a furor di popolo e senza regolare processo.
Erano in un tribunale che ha applicato la legge emettendo una sentenza, che va rispettata anche quando nn va a nostro comodo, altrimenti è troppo facile.
Le persecuzioni proprio per loro natura nn ti lasciano alcuna difesa e nn è questo il caso.quindi secondo te l'olocausto non è una cosa deprecabile ma solo un atto come un altro eseguito da uno stato sovrano?
Quindi assecondi tutte le cose fatte nel rispetto delle leggi razziali?
La risposta che hai dato è SI .
D4rkAng3l
10-02-2006, 11:19
quindi secondo te l'olocausto non è una cosa deprecabile ma solo un atto come un altro eseguito da uno stato sovrano?
Quindi assecondi tutte le cose fatte nel rispetto delle leggi razziali?
La risposta che hai dato è SI .
allora nell'olocausto le leggi sono state cambiate si può dire da un giorno all'altro...se di leggi si può parlare...gli ebrei che viveano là sono stati deportati in massa per non aver fatto nulla....se in Malesia è prevista una pena per il proselitismo ma che cavolo vai a tentare di convertire i bambini in una scuola?!?!
ltre al fatto che non ti conviene, non credo sia moralmente accettabile !!!
Ah poi un cristiano che parla di olocausto mi fà quasi ridere...se è vero che la chiesa cattolica salvò tanti ebrei nella seconda guerra mondiale è anche vero che i vertici della chiesa erano a dir poco MARCI.
Pio XII diede una gran mano a Hitler....è storicamente provato...escluso il fatto che non si pronunciò mai contro (mentre invece sono famose le sparate contro il comunismo bolscevico) passiamo a parlare dei FATTI STORICI:
per prima cosa fornì ai nazisti la lista dei cristiani anche nota come archivio genealogico(il che vuol dire avergli passato di fatto la lista dei non appartenenti alla religione cristiana...rapida sottrazione e confronto e gli ebrei e testimoni di geova, zingari e quan'taltro sono stati venduti)
Qualche furbacchione dotato di retorica potrebbe dire che la cosa è stata fatta in buona fede per: "proteggere i propri fedeli, tanto gli ebrei sarebbero stati trovati lo stesso"....ops e quì casca l'asino il vaticano (sotto preciso ordine di Pio XII) diedi ai nazisti l'elenco dei battezzati cristiani ma in compenso rivendica il "segreto pastorale" per non comunicare i nomi degli ebbrei convertitisi al cristianesimo o sposati con uno di loro...
Altre cose fatte dal Pio XII?....mmm per esempià appoggiò il riarmo della germania andando contro il trattato di Versailes e la cronaca del tempo è abbastanza ricca di polemiche rispetto all'atteggiamento vaticano...
è anche PROVATO che se da una parte moltissimi uomini di fede salvarono ebbrei, una volta eliminato Hitler fu attivata una vera e propria rete di aiuti verso moltisimi criminali di guerra nazisti che furono ospitati in monasteri e fatti scappare all'estero....
Nel 1949 Pio XII scomunica in massa i comunisti di tutto il mondo...ma mai fu pronunciata dalla sua bocca una parola contro i campi di sterminio, i carnai, le camere a gas e gli esperimenti "scientifici" che usavano gli ebrei come cavie umane !!!
Se a qualcuno del forum venisse l'idea di dire che sono cose passate rispondo che tutto ciò non è successo poi tanto tempo fà e che il compianto Giovanni Paolo II nel 1982 pronunciò tale frase: "La bomba atomica permette di andare verso la pace" !!!
Quest non sono leggende metropolitane ma STORIA...se poi vogliamo fare come nel medioevo che i fatti non contano e la storia viene reinventata da ognuno a modo suo...beh facciamo pure...tanto c'è Berlusconi che dice che in Italia tutti hanno lavoro e tutti vivono bene.... :rolleyes:
10 Febbraio 2006
TURCHIA
Il card. Ruini annuncia la causa di beatificazione di don Andrea Santoro
Celebrando la messa per i funerali del sacerdote ucciso, il cardinale vicario parla della necessità di “affermare il diritto alla libertà religiosa”.
Roma (AsiaNews) – Un martire: don Andrea Santoro ha avuto e mostrato il coraggio dei martiri e la diocesi di Roma promuoverà il processo per la sua beatificazione. Nel commosso applauso dei fedeli l’ha annunciato il cardinale vicario Camillo Ruini, che nel corso della messa per i funerali del sacerdote ucciso si è detto “interiormente persuaso che nel sacrificio di Don Andrea ricorrono tutti gli elementi costitutivi del martirio cristiano”.
In una basilica di San Giovanni in Laterano nella quale erano presenti autorità politiche e tanti fedeli, concelebrata con i parroci romani, il cardinale ha definito don Andrea “inseparabilmente, uomo di fede e testimone dell’amore cristiano”. Al tempo stesso, però, il cardinale ha sottolineato che questo è un tempo nel quale è necessario affermare “il diritto alla libertà di religione, madre di ogni libertà, come valido in concreto ovunque nel mondo, davvero senza discriminazioni”.
Quanto al sacerdote ucciso, nelle parole del cardinale, “al centro dei suoi comportamenti stava una semplice convinzione: Gesù Cristo ha dato per tutti la sua vita sulla croce e quindi un discepolo di Cristo, e massimamente un sacerdote, deve a sua volta voler bene a tutti e spendersi per tutti, senza distinzioni”. “Così, forse – ha detto ancora - possiamo comprendere più profondamente la sua scelta di andare a vivere e a svolgere il ministero in Turchia, anzi, nella parte per noi più remota della Turchia. Don Andrea era un uomo di intelligenza penetrante, e all’occorrenza anche molto concreto. Sapeva bene che in quella terra e tra quelle popolazioni il suo slancio apostolico avrebbe dovuto accettare moltissime limitazioni e di fatto, serenamente, le aveva accettate e interiorizzate. Era convinto infatti che una presenza di preghiera e di testimonianza di vita avrebbe parlato da sé, sarebbe stata segno efficace di Gesù Cristo e fermento di amore e riconciliazione.
La sua fine violenta potrebbe portare a concludere che si illudeva. Ma egli una simile fine l’aveva sicuramente messa nel conto, considerata una possibilità concreta: molte sue parole, e forse ancor più alcuni suoi silenzi, ci rendono certi di questo; anch’io ne sono testimone”.
“Mandato da Roma a rendere presente Cristo in quelle terre dove la fede cristiana aveva messo agli inizi robuste e feconde radici”, “intendeva essere una presenza credente e amica, favorire uno scambio di doni, anzitutto spirituali, tra l’Oriente e Roma, tra cristiani, ebrei e musulmani”.
Il cardinale ha ricordato lo svolgimento della missione a Trabzon “con gioia e con fiducia”. “Lì continuava a pregare e a cercare di fare del bene, nel rispetto delle leggi locali, fino a domenica scorsa, a quella fine improvvisa che tutto il mondo conosce ma di cui, nell’ottica di don Andrea, non è importante approfondire i particolari. Dobbiamo soltanto respingere con sdegno le accuse e insinuazioni assurde e calunniose riguardo a mezzi non leciti per ottenere conversioni, escluse in radice dalla sua rigorosa coscienza di cristiano e di sacerdote”.
Don Andrea invece “era un uomo a cui il coraggio non mancava, un uomo abbastanza lucido e animoso da affrontare giorno dopo giorno, inerme, il rischio della vita. Il suo, infatti, era un coraggio cristiano, quel tipico coraggio di cui i martiri hanno dato prova, attraverso i secoli, in innumerevoli occasioni: un coraggio cioè che ha la sua radice nell’unione con Gesù Cristo, nella forza che viene da lui, in maniera tanto misteriosa quanto vera e concreta. Un coraggio, ha sottolineato poi, che “non è per colpire ed uccidere, ma per amare e per costruire, in concreto per costruire la comprensione, l’amicizia e la pace là dove troppo spesso regnano l’intolleranza, il disprezzo e l’odio”.
Il cardinale ha infine ricordato “con commozione le parole pronunciate da sua madre, Maria Polselli vedova Santoro: ‘La mamma di Don Andrea perdona con tutto il cuore la persona che si è armata per uccidere il figlio e prova una grande pena per lui essendo anche lui un figlio dell’unico Dio che è amore’”
[AVVENIRE]Dopo il no dello scorso anno la Turchia accoglie il Papa
La porta si spalanca grazie al sangue sparso
Luigi Geninazzi
Forse neppure Benedetto XVI s’aspet-tava che la sua accorata supplica affinché il sacrificio di don Andrea Santoro contribuisse alla «causa del dialogo», trovasse un riscontro così immediato e di forte impatto simbolico. Nel giorno in cui arriva a Roma la salma del prete italiano ucciso a Trebisonda, giunge anche l’invito delle autorità di Ankara al Papa per una visita ufficiale in Turchia il prossimo mese di novembre. È la chiave interpretativa offerta dallo stesso portavoce del presidente turco che ha voluto sottolineare la stretta connessione fra questa iniziativa diplomatica e l’omicidio del sacerdote. E’ il primo straordinario frutto del martirio di don Andrea, l’ennesima conferma del «semen est sanguis christianorum» pronunciato da Tertulliano davanti all’infuriare delle persecuzioni. C’è voluto lo choc di un assassinio dal chiaro segno anti-cristiano per spazzare via resistenze e perplessità nutrite dal governo turco a proposito di un viaggio papale che già l’anno scorso sembrava cosa fatta. Invitato da Bartolomeo I, il patriarca ortodosso di Costantinopoli, per celebrare insieme la festa di Sant’Andrea il 30 novembre del 2005, Benedetto XVI si era visto imporre un rinvio dalle autorità politiche della Turchia. Diciamo la verità: non fu uno spettacolo dignitoso quello offerto dagli eredi di Ataturk. Nel tentativo di giustificare un comportamento che provocò sorpresa e disappunto nell’ambiente cattolico, si tirò in ballo «il senso dello Stato ed il rispetto delle sue prerogative», un giro di parole per accusare il patriarca Bartolomeo d’aver voluto invitare il Papa mettendo il governo di fronte al fatto compiuto. In realtà, secondo molti osservatori, il rinvio della visita era un chiaro segnale di freddezza e contrarietà nei riguardi del nuovo Pontefice che da cardinale, nell’intervista ad un giornale francese, aveva ricordato che «la Turchia ha sempre rappresentato un continente diverso, in permanente contrasto con l’Europa».
Notazioni, più che pertinenti, di un uomo di cultura, che non hanno cambiato la tradizionale politica vaticana. Sull’eventuale ingresso della Turchia nell’Unione Europea infatti la Santa Sede non ha mai posto veti (e come potrebbe?) ma si è sempre limitata a richiamare il rispetto della libertà religiosa e dei diritti umani come condizioni fondamentali per la crescita democratica. Quel che sta a cuore a Papa Ratzinger è la libertà della Chiesa e la tutela delle minoranze religiose che la Turchia non garantisce ancora pienamente. Il barbaro assassinio di un sacerdote italiano, compiuto da un emulo dei "Lupi grigi", la formazione terrorista cui apparteneva Ali Agca, ha portato alla luce una situazione drammatica di contrapposizioni e di fanatismo che rende ancor più urgente una testimonianza di amore e di dialogo. Questo sarà il significato principale della visita di Benedetto XVI in Turchia: una difesa appassionata della libertà religiosa e dell’amore cristiano. Non avrebbe mai immaginato Papa Ratzinger che, pochi giorni dopo la pubblicazione dell’enciclica dedicata a Dio che è amore ed alla Chiesa che si spende per il prossimo, un prete umile e coraggioso avrebbe testimoniato quelle parole fino al martirio. Don Andrea ha aperto la strada al Papa che finalmente potrà recarsi in Turchia, ad Istanbul, ad Ankara e forse anche a Trebisonda, per rendere omaggio ad un piccolo e inerme gregge che rappresenta la ragione di vita del Pastore universale.
Un umile gigante
Quel prete ci sta scuotendo
Saverio Simonelli
Accade a tutti di imbattersi con la vita di qualcuno solo dopo la sua morte, quando a raccontarcela sono le tracce che questi ha lasciato.
Ecco, quella di don Andrea Santoro è una vita che a molti lascia il rimpianto di averne condiviso semplicemente il tratto conclusivo, e di fare oggi esperienza di quella voce e di quel volto "solo" nelle immagini che lo incastonano nel paesaggio più recente della sua traversata terrena: il Mar Nero, le pendici innevate dell'Ararat, il variopinto andirivieni di una città come Trebisonda, il cui nome è già scrigno di storie lontane. Con che trepidazione infatti a Sat2000 si sono estratte dagli archivi le cassette di un reportage datato 2004 sulle antiche Chiese della Turchia, dove lui, il mite e schivo don Andrea, inevitabilmente c'era. Fotogrammi fortunosi, anzi provvidenziali, che in questi giorni hanno doverosamente fatto il giro delle televisioni, restituendoci l'emozione di un incontro dal vivo, come non l'avevamo avuto. E che scoperta, che privilegio, che emozione sentire lui che racconta, sereno e lucido, mansueto e forte, a momenti quasi presago.
Ecco allora che la traccia di quella vita comincia a dipanarsi, che il filo si fa sempre più spesso, e miracolosamente, tenendolo tra le nostre mani ci accorgiamo che non di un solo filo si tratta, ma di tanti e che ciascuno ci porta da qualche parte ed è legato ad altre mani: ci raccontano della sua parrocchia romana, che prima era un condominio - stanze fredde da riscaldare - e subito vediamo l'opera di tanti amici che aiutano Don Andrea: e così nasce la chiesa, la chiesa che però è un capannone, perché lui la vuole «la più umile possibile». Ogni cosa della vita di quest'uomo si trasforma, ogni momento ne genera un altro e i fili diventano rete, e la rete si allarga. Così nei racconti degli amici c'è un pri mo viaggio in Terra Santa, ma quel viaggio diventa subito una porta, un transito verso un mondo diverso che ne calamita l'anima e lo porta a vivere in quell'Oriente, in quei Paesi sedimentati di storia e arroventati dalle tensioni, dove però la Parola era stata pronunciata per la prima volta.
E qui un altro aspetto di quest'uomo: l'amore per la Chiesa delle origini si lega all'urgenza di un annuncio da rinverdire, da rinnovare ma nelle forme disadorne, essenziali che lì sono ammesse.
In Oriente don Andrea aveva però trovato il «singolare privilegio di vivere della memoria biblica» e quando guardava le falde dell'Ararat gli piaceva pensare a quell'arca posatasi come una colomba a 5.000 metri sul livello del mare «che testimoniano l'altezza della misericordia di Dio».
E infine, a Trebisonda, la sua vita terrena si spezza senza che sia intaccato (come potrebbe, oramai?) quell'intreccio di amore e condivisione che lui ha minuziosamente tessuto. Tant'è che il pomeriggio di domenica, proprio prima di morire, pregava per un incontro di dialogo interreligioso: ancora la parola che unisce, genera, che crea qualcosa d'altro. Ancora una rete, appunto. Pur se piccola ai nostri occhi. Ma per quelli di Dio?
Ora che abbiamo provato a conoscerlo, don Andrea ci lascia nella memoria anzitutto un segno, un segno che è un invito e una direzione. Fare spazio, lasciare posto alla realtà che ci viene a visitare, accogliere nella vita le vite, moltiplicare le esperienze in un reticolo che non si esaurisce mai. Chissà perché a qualcuno è parso che dell'assassinio di don Andrea finora si sia fatta "una gestione distratta, prevedibile, automatica". No, no. Prima di giudicare, cercate di apprendere l'alfabeto semplice e nudo che questa vita pretende da tutti, a partire da chi ne riceve l'eredità. Guai a sgualcirla. La sua non è ; una delle tante vite anonime che acquistano un attimo di notorietà e poi spariscono. La sua continua ad essere la vita di un padre, un padre che ha generato come gli è stato insegnato a fare, perché nelle tante cose che ci sono in cielo e in terra ha saputo vedere il disegno di Dio. Senza pretendere di piegarlo, semplicemente lasciandogli spazio, lasciandogli la propria vita.
USA
Indagine sui roghi di chiese
09 febbraio 2006 - (ve) Lo US Federal Bureau of Investigation (FBI) e un'altra agenzia federale statunitense hanno inviato ciascuno 50 agenti nello stato dell'Alabama per indagare sull'incendio di nove chiese, date alle fiamme tra il 3 e il 7 febbraio nella parte occidentale e centrale dello stato. Gli incendi ricordano da vicino l'ondata di distruzioni compiute da estremisti bianchi del Ku Klux Klan nei primi decenni del Novecento ai danni delle comunità afroamericane. Il fenomeno dell'incendio doloso di chiese, nel sud degli Stati Uniti, si è ripetuto anche in anni recenti: nei primi anni 1990 molte chiese nelle aree rurali del sud degli Stati Uniti sono state bruciate.
giannola
10-02-2006, 12:24
quindi secondo te l'olocausto non è una cosa deprecabile ma solo un atto come un altro eseguito da uno stato sovrano?
Quindi assecondi tutte le cose fatte nel rispetto delle leggi razziali?
La risposta che hai dato è SI .
Non puoi permetterti di mettermi in bocca una cosa che nn ho detto.
Parliamo di 2 situazioni differenti, le leggi razziali sono state studiate e approvate a tavolino per ottenere l'effetto voluto.
In una dittatura, se io sono il dittatore, oggi faccio una legge per cui chi nn condivide le mie parole viene giustiziato o incarcerato e me ne frego di perdere tempo a fare un processo che garantisca i diritti della persona.
Questa nn è giustizia, ovvio, perchè nn c' è alcuna libertà.
In malesia è diverso, a parte che nn è una dittatura, ma c'era già una legge che condanna il proselitismo, quindi chi è andato lì sapeva di infrangere la legge.
Rimane ugualmente la libertà di praticare la propria religione.
Cmq sai che ti dico?
hai ragione, dovevano per forza dargli ragione, dire che la legge è sbagliata e lasciarli liberi di infrangerla, così ci sarebbe stata giustizia. :mc:
D4rkAng3l
10-02-2006, 12:28
A difesa di giannola (a proposito per curiosità sei uomo o donna? :-P )mi auotquoto...tanto per qualcuno è una moda l'autoquotarsi...per una volta non mi sentirò in colpa di averlo fatto anche io.
Cmq effettivamente non mettere le cose in bocca alla gente
allora nell'olocausto le leggi sono state cambiate si può dire da un giorno all'altro...se di leggi si può parlare...gli ebrei che viveano là sono stati deportati in massa per non aver fatto nulla....se in Malesia è prevista una pena per il proselitismo ma che cavolo vai a tentare di convertire i bambini in una scuola?!?!
ltre al fatto che non ti conviene, non credo sia moralmente accettabile !!!
Ah poi un cristiano che parla di olocausto mi fà quasi ridere...se è vero che la chiesa cattolica salvò tanti ebrei nella seconda guerra mondiale è anche vero che i vertici della chiesa erano a dir poco MARCI.
Pio XII diede una gran mano a Hitler....è storicamente provato...escluso il fatto che non si pronunciò mai contro (mentre invece sono famose le sparate contro il comunismo bolscevico) passiamo a parlare dei FATTI STORICI:
per prima cosa fornì ai nazisti la lista dei cristiani anche nota come archivio genealogico(il che vuol dire avergli passato di fatto la lista dei non appartenenti alla religione cristiana...rapida sottrazione e confronto e gli ebrei e testimoni di geova, zingari e quan'taltro sono stati venduti)
Qualche furbacchione dotato di retorica potrebbe dire che la cosa è stata fatta in buona fede per: "proteggere i propri fedeli, tanto gli ebrei sarebbero stati trovati lo stesso"....ops e quì casca l'asino il vaticano (sotto preciso ordine di Pio XII) diedi ai nazisti l'elenco dei battezzati cristiani ma in compenso rivendica il "segreto pastorale" per non comunicare i nomi degli ebbrei convertitisi al cristianesimo o sposati con uno di loro...
Altre cose fatte dal Pio XII?....mmm per esempià appoggiò il riarmo della germania andando contro il trattato di Versailes e la cronaca del tempo è abbastanza ricca di polemiche rispetto all'atteggiamento vaticano...
è anche PROVATO che se da una parte moltissimi uomini di fede salvarono ebbrei, una volta eliminato Hitler fu attivata una vera e propria rete di aiuti verso moltisimi criminali di guerra nazisti che furono ospitati in monasteri e fatti scappare all'estero....
Nel 1949 Pio XII scomunica in massa i comunisti di tutto il mondo...ma mai fu pronunciata dalla sua bocca una parola contro i campi di sterminio, i carnai, le camere a gas e gli esperimenti "scientifici" che usavano gli ebrei come cavie umane !!!
Se a qualcuno del forum venisse l'idea di dire che sono cose passate rispondo che tutto ciò non è successo poi tanto tempo fà e che il compianto Giovanni Paolo II nel 1982 pronunciò tale frase: "La bomba atomica permette di andare verso la pace" !!!
Quest non sono leggende metropolitane ma STORIA...se poi vogliamo fare come nel medioevo che i fatti non contano e la storia viene reinventata da ognuno a modo suo...beh facciamo pure...tanto c'è Berlusconi che dice che in Italia tutti hanno lavoro e tutti vivono bene.... :rolleyes:
giannola
10-02-2006, 12:37
10 Febbraio 2006
TURCHIA
Il card. Ruini annuncia la causa di beatificazione di don Andrea Santoro
Celebrando la messa per i funerali del sacerdote ucciso, il cardinale vicario parla della necessità di “affermare il diritto alla libertà religiosa”.
la notizia è sbagliata, il card. Ruini ha detto "Santo subito".
Che bello ormai tutti santi in men che nn si dica.
Sul beato sono in massima parte d'accordo, ma sulla santificazione mi sembra che si stia correndo troppo, ma nn c'è di che preoccuparsi tanto i miracoli necessari per la santificazione verranno documentati entro pochi giorni.
Dico quello che ho detto in occasione del primo "santo subito", relativo a Giovanni Paolo II.
Non è a colpi di santificazione che si vince questa guerra per la supremazia dei cristiani.
Chi crede, lo fa già di suo, nn ha bisogno di altri santi a cui votarsi.
Chi non crede aumenterà il proprio livore verso una chiesa che santifica con faciloneria.
Come sempre a Roma preferiscono l'esteriorità, d'altrone è più facile fare un santo, che trovare le parole per un messaggio profondo che sia universale.
La chiesa di oggi si autoglorifica, si assurge a giudice e pianta dei paletti.
Ma i paletti sono fatti per essere rimossi.
Da cristiano ho un solo giudice e nn è di questa terra.
Quanto ai paletti mi sovviene il rimpovero fatto da Gesù ai sacerdoti riguardo "ai pesi oppressivi, di cui caricano i fedeli"
giannola
10-02-2006, 12:38
A difesa di giannola (a proposito per curiosità sei uomo o donna? :-P )mi auotquoto...tanto per qualcuno è una moda l'autoquotarsi...per una volta non mi sentirò in colpa di averlo fatto anche io.
Cmq effettivamente non mettere le cose in bocca alla gente
perchè che cambia ?
D4rkAng3l
10-02-2006, 13:24
perchè che cambia ?
che cambia se sei uomo o donna? niente...solo curiosità...dal nick mi sembra femminile ma potrei sbagliarmi.
L'unica cosa che ho in comune con Ewigen è che nessuno dei due ha mai tacchinato pulselle sul forum :D
giannola
10-02-2006, 13:29
che cambia se sei uomo o donna? niente...solo curiosità...dal nick mi sembra femminile ma potrei sbagliarmi.
L'unica cosa che ho in comune con Ewigen è che nessuno dei due ha mai tacchinato pulselle sul forum :D
Quindi tu sei maschio ?
Anch'io, Giannola è il mio cognome (il mio nome è Giorgio), d'altronde nn credo che D4rkAng3l e Ewigen siano i vostri.
cmq avresti capito il mio sesso se avessi seguito alcuni 3d a sfondo religioso (visto che parlavo di farmi prete).
D4rkAng3l
10-02-2006, 15:05
Quindi tu sei maschio ?
Anch'io, Giannola è il mio cognome (il mio nome è Giorgio), d'altronde nn credo che D4rkAng3l e Ewigen siano i vostri.
cmq avresti capito il mio sesso se avessi seguito alcuni 3d a sfondo religioso (visto che parlavo di farmi prete).
mica posso leggere tutto, ho 3 esami da preparare e una vita sociale :D
giannola
10-02-2006, 16:09
mica posso leggere tutto, ho 3 esami da preparare e una vita sociale :D
che facoltà frequenti?
io ing. info.
Hakuna Matata
10-02-2006, 16:13
Continuare in privato no?
giannola
10-02-2006, 16:19
Continuare in privato no?
e lasciare un pò di spazio a Ewigen ? :D
vabbè nn te la prendere ci sono cose peggiori, al limite spenderà (come tu ne hai speso uno per dire una cosa che potevi dirmi in pvt) un'altro post a rispondermi e fine.
D4rkAng3l
10-02-2006, 16:30
mmm Ewi già ne ha tanto di spazio...è la superstar del forum :-)
cmq entro domani posto anche io una simpatica storiellina successa in africa (mi pare Ruanda) nel 1994...mi devo documentare meglio e devo ritirare fuori un libro, non mi andrebbe dis crvere fesserie o comunque dati sbagliati
giannola
10-02-2006, 16:34
mmm Ewi già ne ha tanto di spazio...è la superstar del forum :-)
cmq entro domani posto anche io una simpatica storiellina successa in africa (mi pare Ruanda) nel 1994...mi devo documentare meglio e devo ritirare fuori un libro, non mi andrebbe dis crvere fesserie o comunque dati sbagliati
soprattutto perchè poi arriva Ewigen e ti mette in riga :D
P.S. what's university ?
UNA SCELTA DI FAMIGLIA
Marietta Polselli aveva scritto poche righe per la preghiera dei fedeli,ma non ha avuto la forza di leggerle. Il ricordo e le testimonianze dei sacerdoti che l’hanno conosciuto
La madre: il perdono è frutto dell’amore
Da Roma Danilo Paolini
L' amore gliel'aveva portato lontano, in Turchia. L'odio gliel'ha portato via da questa terra. Ma nel giorno dell'ultimo saluto, Marietta Polselli ha voluto confermare pubblicamente la scelta del suo Andrea. Ha voluto dire amore come antidoto all'odio. Quelle righe lette con voce commossa dal cardinale Ruini durante l'omelia le ha scritte lei, di suo pugno. Parola per parola. Le aveva pensate per la preghiera dei fedeli. «Ecco, voglio dire questo... Però non lo leggo io, pensateci voi», aveva detto alle figlie Maddalena e Imelda porgendo loro il foglietto. La prima stesura terminava così: «... essendo anche lui un figlio dell'unico Dio che è amore e non odio». Dopo un breve consulto familiare ha deciso di togliere quelle ultime tre parole, convenendo che non fosse necessario rafforzare il concetto. Ma di getto le era venuto fuori proprio così: l'amore contrapposto all'odio. Si legge «perdono», termine quanto mai abusato ovunque, ma che ieri nella Basilica di San Giovanni è uscito improvvisamente dal vocabolario e dalla banalità del quotidiano per mostrarsi in tutta la sua grandezza: quella di una madre che prova compassione per l'assassino di suo figlio. È la grande lezione di una signora di 87 anni colpita nel più caro degli affetti. Meglio, è la lezione di un'intera famiglia, perché il perdono di mamma Marietta è anche quello delle due sorelle di don Andrea. «Sì, ne abbiamo parlato e subito abbiamo condiviso quanto nostra madre voleva esprimere - racconta Maddalena, laica consacrata, la minore dei fratelli Santoro -. Ma devo dire che nemmeno per un momento, nemmeno quando mi hanno comunicato la notizia, ho provato sentimenti di avversione verso questa persona». Dice «persona», ma poi lo chiama «bambino». Ha perfino qualche dubbio che sia stato proprio lui a sparare, o comunque ad avere l'idea di farlo, pensa all'esistenza di mandanti, ma preferisce non soffermarsi su questo punto. Riprende: «Verso quel bambino provo compassione, dentro di me non è scattato il ris entimento. Solo un grande dolore per la perdita di mio fratello». Una sofferenza certo lenita dall'imponente testimonianza di affetto e di ammirazione tributata da tutto il Paese a don Andrea e, soprattutto, dal processo di beatificazione e canonizzazione annunciato dal cardinale vicario. Le sensazioni di ieri a San Giovanni sono un misto di dolore, lacrime, conforto, fede, speranza. «Mio fratello sentiva e affermava con grande convinzione di essere prete della Chiesa di Roma - dice ancora Maddalena -. Ed è una dimensione di appartenenza che abbiamo anche noi della famiglia. Ecco, posso dire che durante il funerale quell'appartenenza è diventata anche una sensazione fisica, proprio di accoglienza e vicinanza di tutta la Chiesa». Una Chiesa di cui Andrea è già martire e di cui è avviato a diventare beato e poi santo. Quando ci pensa Maddalena si scioglie nel ricordo di quel fratello così semplice e diretto, tanto da sembrare talvolta brusco, di quel modo tutto suo di credere e di testimoniare. «Ha sempre vissuto la sua fede in maniera umile - sottolinea - pur essendo lui un uomo così grande di cuore e di mente. Da sorella posso affermare che era questa la sua caratteristica principale. Così, quando ho sentito parlare di canonizzazione ho pensato tra me: "è proprio vero che il Signore sceglie gli umili". Questo ci dà una grande serenità, nella nostra enorme sofferenza». In particolare, una frase del cardinale Ruini le ha fatto bene al cuore: «Don Andrea ha preso tremendamente sul serio Gesù Cristo». Maddalena resta qualche istante in silenzio prima di commentare: «È proprio così». Poi torna, insieme alla sorella Imelda, a confortare mamma Marietta, che perde lo sguardo stanco nel vuoto, ogni tanto scuote la testa e sussurra: «No, non può essere vero...». Loro, senza stancarsi, le ripetono che sì, Andrea è morto, lo hanno visto e accarezzato nella bara. «È vero - le dicono - ma è vero anche che lì dentro c'era soltanto il suo corpo». È il momento del lutto e del silen zio, in una casa normale di un normale quartiere di periferia, dove tre donne hanno vissuto l'amore in maniera così intensa da non sapere che cosa è l'odio.
[b]Eritrea[7b]: L'esercito arresta 75 protestanti
[MNN 10/02/06]
Il 1° febbraio, le autorità militari eritree hanno rinchiuso 75 cristiani, fra i quali 37 donne, nella caserma di Sawa per aver letto la Bibbia e pregato durante il tempo libero. La maggior parte di questi nuovi detenuti sono studenti che prestano il servizio militare obbliogatorio a Sawa, una regione montuosa vicino al confine con il Sudan.
Le 75 giovani reclute detenute, e sottoposte a sanzioni militari, non avevano organizzato incontri cristiani e neppure trasgredito la legge militare. "A Sawa non è permesso possedere una Bibbia né pregare" ha dichiarato un cristiano eritreo. Queste cose sono considerate "atti cristiani estremisti". Nello stesso contesto però, le reclute musulmane sono autorizzate a tenere il corano e a pregare cinque volte al giorno.
Da maggio del 2002, il regime repressivo del presidente Isaias Afwerki ha ordinato la chiusura delle chiese evangeliche e rifiuta di concedere ai credenti altri luoghi per le riunioni. Preghiamo per i circa 1.800 cristiani detenuti in Eritrea e che la libertà religiosa, prevista dalla costituzione, venga garantita a tutti
Il ritorno dei martiri
«Occorre fare di tutto per scongiurare lo scontro di civiltà, ma è in atto una vera persecuzione. E l’odio cresce anche in Cina e Corea del Nord»
Da New York Elena Molinari
Forse non tutti lo sanno, ma ci sono stati più martiri cristiani nel ‘900 che in qualunque altro secolo dell'era cristiana. Quello che preoccupa Robert Royal, autore nel 2002 del libro I martiri cattolici del XX secolo (in Italia edito da Ancora) e presidente dell'associazione americana indipendente "Fede e ragione", è che lo spargimento di sangue cristiano nei primi anni del 2000 non fa presagire un'inversione di tendenza. Sia perché in alcune parti del mondo resistono le ideologie che hanno mietuto centinaia di migliaia di vittime nel secolo scorso, ma soprattutto perché il crescente fondamentalismo islamico fornisce nuove armi ai nemici dei cristiani. E può trasformare in un attimo un ragazzo di 16 anni nell'assassino di un prete indifeso come Andrea Santoro.
Professor Royal, che reazioni provoca quando parla di "martiri" a un pubblico contemporaneo?
«È un concetto difficile da afferrare, anche per i cattolici. Si pensa che sia qualcosa che poteva accadere solo ai tempi dei primi cristiani, all'interno del Colosseo e che non succede più. Ma nei numeri il martirio non è mai stato così attuale».
Cosa lo rende possibile oggi?
«Nel mio libro puntavo il dito alla natura ideologica del secolo appena conclusasi. Ma ultimamente ho notato una tendenza preoccupante che forse fra qualche anno sarà chiara in tutta la sua gravità. È il risentimento di molti fondamentalisti musulmani nei confronti degli occidentali e la facilità con cui viene strumentalizzato da leader e regimi radicali».
Può fare un esempio?
«Si guardi alla stessa Turchia. È sempre stata pericolosa per i sacerdoti cattolici. Anche se viene definito un regime secolare, infatti, la tolleranza nei confronti dei cristiani è molto bassa. Non sono dunque sorpreso che la Turchia sia stata teatro dell'uccisione di padre Santoro. Ma questo caso mostra il tipo di degenerazione di eventi che potremmo continuare a vedere nel prossimo futuro, a causa della crescente tensione fra Oriente e Occidente. Rivela che s ono molti i fanatici, in questo caso musulmani,pronti a ricorrere alla violenza alla minima provocazione».
A cosa risale questa tensione? Precede l'11 settembre e l'invasione dell'Iraq?
«Secondo me sì. Un esempio chiaro è l'uccisione di John Joseph, vescovo di Faisalabad, in Pakistan, morto in circostanze misteriose nel maggio 1997, che riflette una modalità che si sta ripresentando con frequenza. Vale a dire un regime che rende quasi impossibile per i non-musulmani trovare lavoro o partecipare alla vita pubblica e di fatto crea un clima in cui la loro persecuzione è legittima. È una forma di islamizzazione forzata, di campagna per la "purezza religiosa" comune ormai in molti Paesi musulmani. Non tutti gli studiosi del Corano o i religiosi musulmani la giustificano, ma la pressione dei fondamentalisti si fa sempre più forte. Pensi che alcuni Paesi musulmani hanno persino chiesto formalmente alle Nazioni Unite di proibire l'uso stesso della parola "islamizzazione" da parte di gruppi per la difesa dei diritti umani».
Quali sono i Paesi in cui i cristiani sono più a rischio?
«Uno è certamente l'Arabia Saudita, che è ancora più rigida del Pakistan. Qui ogni espressione pubblica di fede cristiana è proibita e in teoria si può essere arrestati per pregare a casa propria. Quando gli americani erano di stanza in Arabia Saudita durante la prima guerra del Golfo, ad esempio, venne loro ingiunto di non pregare prima delle battaglie. E qui, come quasi ovunque nel mondo musulmano, un musulmano che si converte al cristianesimo è punibile con la morte. Ma i diritti dei cristiani vengono violati regolamente e per legge in Kuwait, Qatar, Oman, Emirati Arabi e Turchia. E le cose stanno peggiorando. Vedo ad esempio esplosioni di violenza anticristiana anche in Egitto, oltre che, naturalmente, in Iraq».
Dunque crede che nei prossimi anni il martirio di cristiani avverrà prevalentemente nel mondo arabo-musulmano?
«C'è sempre la Cina, la Corea del Nord e ci sono minacce negli s tessi Paesi occidentali. In molti Paesi europei assistiamo infatti alla nascita di movimenti anticristiani e antireligiosi che possono essere molto violenti. E non ci si può dimenticare che nel mondo islamico sorgono continuamente anche opportunità di dialogo. Ma è un dialogo molto difficile, che si scontra costantemente con la volontà dei regimi di sfruttare ogni occasione per spingere le masse alla violenza anti-occidentale».
Crede che l'odio in questi Paesi sia diretto ai cristiani in quanto tali o in quanto occidentali?
«In molti Paesi del mondo islamico questa distinzione non esiste. Il sentimento anti-occidentale si estende ad americani ed europei, ebrei e cristiani. I religiosi come padre Santoro vengono visti come rappresentanti dei governi occidentali, allo stesso modo in cui nel mondo islamico religione e politica sono la stessa cosa. È un odio che nasce da un senso di profonda umiliazione e che affonda le sue radici nella storia del secolo scorso, a partire dalla prima guerra mondiale. Ma ora il risentimento è cocente. Naturalmente ci sono molte ragioni per riflettere sul comportamento dell'Occidente nei confronti del Medio Oriente, ma la differenza è che i cristiani sono pronti al dialogo, mentre in molti Paesi islamici il clima è troppo avvelenato per permettere un confronto onesto e alla pari. Basti dire che se è vero che le vignette su Maometto sono blasfeme per un musulmano, le caricature e gli articoli anti-cristiani e anti-ebraici sono all'ordine del giorno sui giornali arabi, ma ben pochi sono disposti a riconoscerlo».
giannola
11-02-2006, 13:47
[b]Eritrea[7b]: L'esercito arresta 75 protestanti
[MNN 10/02/06]
Il 1° febbraio, le autorità militari eritree hanno rinchiuso 75 cristiani, fra i quali 37 donne, nella caserma di Sawa per aver letto la Bibbia e pregato durante il tempo libero. La maggior parte di questi nuovi detenuti sono studenti che prestano il servizio militare obbliogatorio a Sawa, una regione montuosa vicino al confine con il Sudan.
Le 75 giovani reclute detenute, e sottoposte a sanzioni militari, non avevano organizzato incontri cristiani e neppure trasgredito la legge militare. "A Sawa non è permesso possedere una Bibbia né pregare" ha dichiarato un cristiano eritreo. Queste cose sono considerate "atti cristiani estremisti". Nello stesso contesto però, le reclute musulmane sono autorizzate a tenere il corano e a pregare cinque volte al giorno.
Da maggio del 2002, il regime repressivo del presidente Isaias Afwerki ha ordinato la chiusura delle chiese evangeliche e rifiuta di concedere ai credenti altri luoghi per le riunioni. Preghiamo per i circa 1.800 cristiani detenuti in Eritrea e che la libertà religiosa, prevista dalla costituzione, venga garantita a tutti
sono in un regime cosa pretendi ?
Li vuoi incitare alla rivolta ?
Forse è meglio se ti aggiungi alla preghiera :D
Il ritorno dei martiri
«Occorre fare di tutto per scongiurare lo scontro di civiltà, ma è in atto una vera persecuzione. E l’odio cresce anche in Cina e Corea del Nord»
Da New York Elena Molinari
Forse non tutti lo sanno, ma ci sono stati più martiri cristiani nel ‘900 che in qualunque altro secolo dell'era cristiana.
Forse perchè la popolazione mondiale va aumentando notevolmente ? :D
Come citato sopra "occorre fare di tutto per scongiurare lo scontro di civiltà",
magari anche mettere fine a queste tue notizie che portano ad una visione distorta ed antimusulmana in chi ti legge.
[AVVENIRE]«Il suo coraggio quello tipico dei martiri»
Card. Camillo Ruini
Pubblichiamo il testo integrale dell'omelia pronunciata ieri dal cardinale vicario Camillo Ruini
Celebriamo la Messa di suffragio per un sacerdote romano, don Andrea Santoro. Uno dei tanti, perché questa diocesi ha circa 900 sacerdoti e ogni anno alcuni di loro fanno ritorno al Signore. Eppure questa Basilica è straordinariamente affollata, e tutti sappiamo il perché. Don Andrea aveva 60 anni, era originario di Priverno ma come sacerdote era totalmente romano: nato in una famiglia profondamente cristiana, si era formato nel Seminario Romano Minore e poi in quello Maggiore. Era diventato sacerdote 35 anni fa, il 18 ottobre 1970. Poi aveva percorso le tappe consuete della vita e del ministero di un sacerdote romano: vicario parrocchiale nella parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro al Casilino e poi in quella della Trasfigurazione. In seguito parroco della parrocchia di Gesù di Nazareth e finalmente di quella dei Santi Fabiano e Venanzio, fino all'Anno Santo del 2000. E tuttavia già da molti anni don Andrea manifestava una strana inquietudine, che poteva sembrare un'instabilità di carattere. Ha chiesto infatti a più riprese e con forte insistenza, prima al cardinale Poletti e poi a me, di poter lasciare Roma per dedicarsi a esperienze nuove e diverse, sempre però incentrate sulla ricerca della prossimità a Cristo e sulla preghiera. Così già nel 1980 ha passato un periodo a Gerusalemme e anche nel 1993-94 ha trascorso un anno sabbatico, guidando vari pellegrinaggi dell'Opera Romana con meta la Terra Santa e in genere il Medio Oriente. Ma la sua propria strada, la sua chiamata specifica e definitiva don Andrea l'ha individuata con certezza soltanto in età matura, attraverso le esperienze dei pellegrinaggi che continuava a guidare in Medio Oriente e l'affettuosa insistenza dell'allora Vicario Apostolico dell'Anatolia, la parte orientale della Turchia, monsignor Ruggero Franceschini, che lo voleva con sé, come sacerdote "fidei donum", dono della fede, mandato da Roma a rendere presente Cristo in quelle terre dove la fede cristiana aveva messo agli inizi robuste e feconde radici, giungendo da lì ben presto fino a Roma. Proprio questo era l'animo e lo spirito con cui don Andrea chiese di andare in Anatolia: intendeva essere una presenza credente e amica, favorire uno scambio di doni, anzitutto spirituali, tra l'Oriente e Roma, tra cristiani, ebrei e musulmani.
All'inizio la sua richiesta di partire per l'Anatolia mi ha lasciato perplesso e ha trovato in me una certa resistenza: mi rincresceva privare Roma di un ottimo parroco e temevo che don Andrea, uomo pieno di iniziative, non reggesse a lungo in una situazione che non consentiva, invece, molti margini di azione e nemmeno una ricchezza di relazioni. Tra l'altro don Andrea ignorava del tutto la lingua turca. Egli però era un uomo tenace nel domandare, quando riteneva di dover corrispondere a una chiamata del Signore. Così è partito e ricordo l'insistenza con la quale, allora, e tante volte in seguito, mi chiedeva conferma che però egli non andava di propria volontà e nel proprio nome, ma nel nome e per mandato della Chiesa di Roma. Sì, perché don Andrea era, istintivamente, un uomo della Chiesa; nemmeno concepiva di poter appartenere a Cristo senza appartenere alla Chiesa. È cominciato così, nel 2000, il suo soggiorno in Anatolia, dapprima ad Urfa, vicino alla località biblica di Harran, la terra di origine del patriarca Abramo: ad Urfa don Andrea era intimamente felice, pur nella solitudine in cui viveva e nelle grandi difficoltà dell'apprendimento della nuova lingua. Sentiva infatti compiersi misteriosamente in se stesso le parole della chiamata di Abramo, che spesso ripeteva: "Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò" (Gen 12,1). Dopo tre anni però si apriva per lui una possibilità nuova, dove avrebbe potuto avere una sia pur piccola comunità cristiana e una chiesa da riaprire e restaurare. Andava dunque a Trebisonda - Trabzon in turco -, con gioia e con fiducia, e lì continuava a pregare e a cercare di fare del bene, nel rispetto delle leggi locali, fino a domenica scorsa, a quella fine improvvisa che tutto il mondo conosce ma di cui, nell'ottica di don Andrea, non è importante approfondire i particolari. Dobbiamo soltanto respingere con sdegno le accuse e insinuazioni assurde e calunniose riguardo a mezzi non leciti per ottenere conversioni, escluse in radice dalla sua rigorosa coscienza di cristiano e di sacerdote. Vorrei soffermarmi piuttosto sulla sostanza vera della sua vita e della sua missione, che è anche il significato e l'insegnamento della sua morte. Don Andrea ha preso tremendamente sul serio Gesù Cristo e, da quell'uomo tenace, rigoroso, addirittura testardo che era, ha cercato con tutte le sue forze di muoversi sempre e rigorosamente nella logica di Cristo, e ancor prima di affidarsi a Cristo nella preghiera, non presumendo certo delle proprie forze umane. Per lui dunque valgono davvero le parole che l'Apostolo Paolo ha detto di se stesso: "Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno" (Fil 1,21). Per questo don Andrea è stato, inseparabilmente, uomo di fede e testimone dell'amore cristiano. Uomo di fede, anzitutto: nei molti anni del suo ministero di sacerdote a Roma non si stancava di cercare persone da condurre, o ricondurre, all'incontro con il Signore. Lo spingeva la certezza profonda che Gesù Cristo è il Figlio unigenito di Dio e il nostro unico Salvatore: una certezza che sosteneva la sua vita e gli chiedeva imperiosamente di conformarsi a Cristo in tutte le scelte e i comportamenti quotidiani. Perciò Don Andrea viveva poveramente, era esigente con se stesso, e non di rado anche con gli altri. Le sue richieste, però, erano dettate dall'amore, nascevano dalla carità di Cristo che ardeva in lui e che a volte sembrava fargli dimenticare un poco il senso della misura.
Al centro dei suoi comportamenti stava infatti una semplice convin zione: Gesù Cristo ha dato per tutti la sua vita sulla croce e quindi un discepolo di Cristo, e massimamente un sacerdote, deve a sua volta voler bene a tutti e spendersi per tutti, senza distinzioni. Come scrive l'Apostolo Paolo, "l'amore di Cristo ci spinge al pensiero che uno è morto per tutti" (2Cor, 5,14). Così, forse, possiamo comprendere più profondamente la sua scelta di andare a vivere e a svolgere il ministero in Turchia, anzi, nella parte per noi più remota della Turchia. Don Andrea era un uomo di intelligenza penetrante, e all'occorrenza anche molto concreto. Sapeva bene che in quella terra e tra quelle popolazioni il suo slancio apostolico avrebbe dovuto accettare moltissime limitazioni e di fatto, serenamente, le aveva accettate e interiorizzate. Era convinto infatti che una presenza di preghiera e di testimonianza di vita avrebbe parlato da sé, sarebbe stata segno efficace di Gesù Cristo e fermento di amore e riconciliazione. La sua fine violenta potrebbe portare a concludere che si illudeva. Ma egli una simile fine l'aveva sicuramente messa nel conto, considerata una possibilità concreta: molte sue parole, e forse ancor più alcuni suoi silenzi, ci rendono certi di questo; anch'io ne sono testimone. Il fatto è che don Andrea credeva fino in fondo alle parole di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo di questa Messa: "se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto". In realtà don Andrea era un uomo a cui il coraggio non mancava, un uomo abbastanza lucido e animoso da affrontare giorno dopo giorno, inerme, il rischio della vita. Il suo, infatti, era un coraggio cristiano, quel tipico coraggio di cui i martiri hanno dato prova, attraverso i secoli, in innumerevoli occasioni: un coraggio cioè che ha la sua radice nell'unione con Gesù Cristo, nella forza che viene da lui, in maniera tanto misteriosa quanto vera e concreta.
Di un coraggio analogo ciascuno di noi ha bisogno, se vuole affrontare da cristi ano il cammino della vita. E ne abbiamo bisogno tutti insieme, se vogliamo, nell'attuale situazione storica, affermare il diritto alla libertà di religione, madre di ogni libertà, come valido in concreto ovunque nel mondo, davvero senza discriminazioni.
Noi siamo oggi, pur con tutti i nostri difetti, infedeltà e peccati, i cristiani di Roma, e don Andrea era certamente un autentico cristiano di Roma. Ci fa bene perciò ascoltare le parole della Lettera di San Paolo ai Romani che sono state lette nella seconda lettura: "Io sono infatti persuaso che né morte né vita … potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore". Così saremo aiutati anche noi a non cedere alla paura, ricordando l'ammonimento di Gesù: "non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima: temete piuttosto Colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna" (Mt 10,28).
Ho messo l'accento sul coraggio di Don Andrea e sul significato del coraggio cristiano. Questo coraggio, però, non è per colpire ed uccidere, ma per amare e per costruire, in concreto per costruire la comprensione, l'amicizia e la pace là dove troppo spesso regnano l'intolleranza, il disprezzo e l'odio. Ripeto qui le commosse parole pronunciate mercoledì da Papa Benedetto, dopo aver ricordato la lettera di Don Andrea che aveva appena ricevuto: "Il Signore … faccia sì che il sacrificio della sua vita contribuisca alla causa del dialogo fra le religioni e della pace tra i popoli". Questo era certamente l'animo con il quale don Andrea è andato a vivere in Turchia e questo è il senso che egli intendeva dare a una sua eventuale morte violenta e prematura. Spesso si pensa che per ogni singolo uomo, nel nostro caso per don Andrea, con la morte tutto sia terminato. Già la Sapienza dell'Antico Testamento, che abbiamo ascoltato nella prima lettura, è però di diverso avviso. Essa ci assicura che "le anime dei giusti sono nelle mani di Dio" e "nessun tormento le toc cherà. Agli occhi degli stolti … la loro fine fu ritenuta una sciagura", ma invece "la loro speranza è piena di immortalità". Don Andrea era nutrito di questa certezza; anzi, aveva una speranza ancora più grande: quella speranza e quella certezza che Gesù stesso attesta nel Vangelo di questa Messa, quando parla del chicco di grano che morendo produce molto frutto. Dice infatti Gesù, riferendosi alla propria morte ormai imminente: "È giunta l'ora che sia glorificato il Figlio dell'uomo". Anche don Andrea, in unione con Gesù, può dire queste parole: la sua tragica morte è infatti, in realtà, la sua glorificazione; non solo la glorificazione effimera che possiamo attribuirgli noi, ma la gloria eterna che solo Dio può dare. Permettetemi, a questo riguardo, di esprimere con franchezza la mia personale convinzione. Rispetteremo pienamente, nel processo di beatificazione e canonizzazione che ho in animo di aprire, tutte le leggi e i tempi della Chiesa, ma fin da adesso sono interiormente persuaso che nel sacrificio di don Andrea ricorrono tutti gli elementi costitutivi del martirio cristiano.
Termino ricordando con commozione le parole pronunciate da sua madre, Maria Polselli vedova Santoro: «La mamma di don Andrea perdona con tutto il cuore la persona che si è armata per uccidere il figlio e prova una grande pena per lui essendo anche lui un figlio dell'unico Dio che è amore». Alla mamma e alle sorelle di don Andrea siamo tutti vicini con l'affetto, la gratitudine e la preghiera. Esse condividono fino in fondo la fede del loro figlio e fratello e perciò sanno che egli, adesso, è a loro ancora più vicino, nel mistero del Dio che è amore. Allo stesso modo, don Andrea rimane nel cuore della Chiesa di Roma e questa Chiesa confida nella sua intercessione, come in quella di tanti altri propri figli che prima di don Andrea hanno versato il sangue per il Signore.
giannola
12-02-2006, 06:47
stai estrapolando lo stesso arcomento in tutte le salse.
Ora pure l'omelia....perchè nn aggiungi pure un sondaggio e le interviste ai passanti ?
Ti ricordo che il 3d verte sulle persecuzioni, nn sulla persona di Don Santoro (che Dio l'abbia in gloria).
Cosa bisognerebbe fare, dunque, oltre che denunciare la situazione?
Lo chiedo a Ewingen come a tutti gli altri.
giannola
12-02-2006, 17:43
Cosa bisognerebbe fare, dunque, oltre che denunciare la situazione?
Lo chiedo a Ewingen come a tutti gli altri.
Denunciare la situazione serve solo a surriscaldare gli animi, aumentare le tensioni, quando uno ha sentito qualcosa non ha bisogno di sentire il resto per farsi un idea.
Ho detto altre volte che nn è una questione di Cristiani contro Mussulmani ma di lotte intestine all'islam (tra modernisti e conservatori) che finiscono per coinvolgere i cristiani.
Il farsi coinvolgere per ricambiare con la stessa moneta, nn farebbe altro che favorire i mussulmani più oltranzisti e i modernizzatori verrebbero schiacciati tra i fronti opposti.
D4rkAng3l
12-02-2006, 17:47
Denunciare la situazione serve solo a surriscaldare gli animi, aumentare le tensioni, quando uno ha sentito qualcosa non ha bisogno di sentire il resto per farsi un idea.
Ho detto altre volte che nn è una questione di Cristiani contro Mussulmani ma di lotte intestine all'islam (tra modernisti e conservatori) che finiscono per coinvolgere i cristiani.
Il farsi coinvolgere per ricambiare con la stessa moneta, nn farebbe altro che favorire i mussulmani più oltranzisti e i modernizzatori verrebbero schiacciati tra i fronti opposti.
concordo pienamente
COLOMBIA: LEGALE ACCUSA CARDINALI, PRESERO SOLDI DA BOSS DROGA
Gustavo Salazar, ex legale di alcuni boss del narcotraffico, accusa in un libro due cardinali colombiani di essersi serviti del denaro della droga per acquisire posizioni autorevoli nella gerarchia vaticana. I prelati chiamati in causa sono Alfonso Lopez Trujillo, capo del Consiglio Vaticano per la famiglia e stretto collaboratore di Benedetto XVI, e Pedro Rubiano.
Nel libro intitolato "Una confessione confidenziale sulla mafia", Salazar accusa i due cardinali di avere mantenuto contatti con i signori della droga dal tempo in cui erano vescovi, a Cali e a Medellin. Secondo l'ex legale dei boss, ingenti somme di denaro sarebbero state consegnate ai prelati che poi le avrebbero donate al papa. Il cardinale Trujillo, inoltre, avrebbe incontrato diverse volte i boss Gustavo Gaviria e Pablo Escobar.
poveri Cardinali... li accusano anche di aver preso i soldi dai narcos....
che persecuzione :cry:
giannola
13-02-2006, 22:57
COLOMBIA: LEGALE ACCUSA CARDINALI, PRESERO SOLDI DA BOSS DROGA
Gustavo Salazar, ex legale di alcuni boss del narcotraffico, accusa in un libro due cardinali colombiani di essersi serviti del denaro della droga per acquisire posizioni autorevoli nella gerarchia vaticana. I prelati chiamati in causa sono Alfonso Lopez Trujillo, capo del Consiglio Vaticano per la famiglia e stretto collaboratore di Benedetto XVI, e Pedro Rubiano.
Nel libro intitolato "Una confessione confidenziale sulla mafia", Salazar accusa i due cardinali di avere mantenuto contatti con i signori della droga dal tempo in cui erano vescovi, a Cali e a Medellin. Secondo l'ex legale dei boss, ingenti somme di denaro sarebbero state consegnate ai prelati che poi le avrebbero donate al papa. Il cardinale Trujillo, inoltre, avrebbe incontrato diverse volte i boss Gustavo Gaviria e Pablo Escobar.
poveri Cardinali... li accusano anche di aver preso i soldi dai narcos....
che persecuzione :cry:
fosse la prima volta che il clero si trova coinvolto in faccende poco pulite.
Non mi esprimo su questi, ma se penso a certi cardinali...
Ancora una volta e spero che sia l'ultima:
Se vi va di polemizzare con i soliti discorsetti uaar-antilclerical style almeno fatelo su uno dei tanti vostri thread aperti,grazie.
giannola
14-02-2006, 11:16
Ancora una volta e spero che sia l'ultima:
Originariamente inviato da Ewigen
Se vi va di polemizzare con i soliti discorsetti uaar-antilclerical style almeno fatelo su uno dei tanti vostri thread aperti,grazie.
Non sarà di certo l'ultima, spero invece che anzichè metterti al di sopra di ogni essere umano tu ti ricordi di non avere alcun particolare merito o dote rispetto agli altri per poterlo fare. :O
Messico
Dopo le profanazioni, una diocesi messicana chiude 200 chiese alla visita e alla preghiera dei fedeli
Non si sospende il culto
LA PAZ, lunedì, 13 febbraio 2006 (ZENIT.org).- La diocesi di La Paz, nello Stato messicano della Bassa California, ha deciso di chiudere circa 200 chiese fino al prossimo mese di marzo.
La decisione è stata comunicata questo fine settimana dal Vescovo diocesano, monsignor Miguel Ángel Alba Díaz, come protesta contro le profanazioni della Cattedrale di La Paz, del Santuario di Guadalupe e di due parrocchie della città di Comondú.
Secondo il comunicato del Vescovo Alba Díaz – che ha partecipato da poco al Sinodo dei Vescovi sull’Eucaristia –, la diocesi di Nostra Signora di La Paz ha deciso di chiudere alla preghiera e alla visita dei fedeli circa 200 cappelle e chiese nel territorio della Bassa California (nel nord-ovest del Paese) e di far tacere le campane per un mese.
Questa azione senza precedenti nello Stato della Bassa California non prevede la sospensione dei culti. Il 3 marzo prossimo riapriranno alla preghiera e alla visita dei fedeli le chiese e le cappelle diocesane, secondo quanto reso noto da monsignor Alba Díaz e riportato dal quotidiano “Milenio”.
“Decretiamo che ogni venerdì, fino al 3 marzo, si celebrino nella Cattedrale una Messa e un’Ora Santa per tutti i peccati commessi nella diocesi contro la Santa Eucaristia, solo il venerdì si celebreranno Messe nelle chiese alle 7 di sera e le attività del decanato saranno sospese fino alle 19.00 di giovedì 2 marzo, quando si svolgerà una Veglia di Preghiera per tutta la notte come culmine del primo venerdì di Quaresima”, ha affermato il Vescovo nel suo comunicato.
Come in buona parte del Messico, il furto di oggetti sacri e di culto, così come di arte sacra, sta avendo luogo a La Paz alla luce del giorno. Una settimana fa è stato rubato il Tabernacolo della Cattedrale, insieme al Calice e al Santissimo Sacramento dall’altare. Quest’ultimo è stato rubato tra le due e le quattro di pomeriggio di domenica scorsa.
“Questo sacrilegio – ha sottolineato monsignor Alba Díaz – è un peccato grave, che se è stato commesso da cattolici il Diritto Canonico sanziona con pene riservate alla Sede Apostolica, se commesso da persone non cattoliche, al di là del fatto che si tratta di un crimine grave, rappresenta un forte e doloroso affronto a quanto di più sacro c’è nel nostro credo”.
Il Messico è uno dei primi tre Paesi dell’America Latina per furti in chiese e cappelle. Finora le forze di polizia non sono state in grado di porre un freno a questo gravissimo fenomeno.
INDIA[7b]
Ancora “riconversioni” nell’Orissa
di Nirmala Carvalho
Celebrata una nuova cerimonia che “ha permesso a 25 tribali cristiani di riabbracciare la vera fede”. John Dayal: “La legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma quando a convertire sono gli indù nessuno apre bocca”.
Rourkela (AsiaNews) – Il Viswa Hindu Parishad (Vhp, formazione paramilitare giovanile di nazionalisti indù) ha organizzato ieri una cerimonia di “riconversione” nel villaggio di Rourkela, nell’Orissa, durante la quale sono “ritornati all’induismo” almeno 25 tribali di fede cristiana. Alla funzione hanno partecipato circa 500 abitanti del distretto di Sundargarh: erano presenti anche Mitrabhanu Panda, presidente del Vhp per il distretto, e Gadadhar Sahu, segretario nazionale.
“Tutto questo – commenta ad AsiaNews John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union – va contro ogni logica. Il Vhp ed il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, organizzazione paramilitare nazionalista) vogliono un bando nazionale sulle conversioni, ma quando si tratta di ‘riconvertire’ all’induismo non aprono bocca”.
Per l’attivista “è evidente il disprezzo che queste organizzazioni hanno per la legge: se credessero in una normativa valida per tutti, oltre ai preti ed ai pastori che vengono regolarmente arrestati o molestati per la loro opera dovrebbero chiedere l’arresto anche per gli attivisti indù”.
Per padre Babu Joseph, portavoce della Conferenza episcopale cattolica dell’India, “queste cerimonie sono quanto meno sospette: spesso i tribali vengono intimiditi con varie forme di violenza e non hanno né la preparazione né i mezzi per chiedere aiuto”.
“Le autorità –conclude - dovrebbero in qualche modo aiutarli”.
13 Febbraio 2006
[b]TURCHIA
Dopo l’uccisione di don Andrea è tempo di riflessione per la Chiesa in Turchia
di Mavi Zambak
Mons. Padovese: “Chi ha voluto cancellare la sua presenza fisica non sa che ora la sua testimonianza è più forte”.
Ankara (AsiaNews) - Passato il momento di sconcerto e di sgomento dopo il barbaro assassinio di don Andrea Santoro, è tempo di riflessione, ora, per la Chiesa di Turchia.
Già giovedì scorso a Istanbul si è celebrata una solenne Messa di suffragio nella cattedrale di Santo Spirito a Istanbul, in memoria di don Andrea Santoro. Alla celebrazione, presieduta dal nunzio mons. Antonio Lucibello, hanno preso parte tutti i sacerdoti presenti in città di ogni nazionalità e confessione cristiana. Presente il metropolita armeno, Mesrob II, il vescovo siro-ortodosso Yusuf Cetin e il vicario del patriarca Bartolomeo I, che in questi giorni era in visita pastorale in Brasile, e tutti i maggiori leader religiosi di altre professioni, ebrea e musulmana. Presenti anche le autorità civili e politiche, che hanno condannato pubblicamente l’assassinio di don Andrea e hanno dimostrato vicinanza e solidarietà ai fedeli cristiani.
Ora le diverse comunità cattoliche presenti nel vicariato dell’Anatolia, si raccolgono intorno al proprio vescovo, mons. Luigi Padovese, per pregare con e per don Andrea.
Accorate le parole del Pastore di questo piccolo gregge a Iskenderun e a Mersin, durante la messa di suffragio in queste due parrocchie del Vicariato, nel sud della Turchia. “Con la morte di don Andrea la nostra Chiesa di Anatolia è divenuta più povera: abbiamo perso un amico, un fratello, un ministro di Dio, ma abbiamo guadagnato un esemplare testimone ed abbiamo ora un aiuto dal Cielo che prega per noi. Potrei dirvi tante cose su questi giorni: quanto ho visto e sentito a Trabzon e poi tutte le manifestazioni di lutto a Roma. Vi dico soltanto che la salma di don Andrea è stata accolta nella sua città in modo trionfale. La chiesa di san Giovanni a Roma, dove sono stati celebrati i funerali, era stracolma di sacerdoti e di persone. Vorrei dire che più che un funerale ho avuto l’impressione che si trattasse di un trionfo. E veramente don Andrea con la sua morte ha trionfato sul male e su chi l’ha compiuto. Chi ha voluto cancellare la sua presenza fisica non sa che ora la sua testimonianza è più forte. Si è ucciso il sacerdote don Andrea ma si è creato un martire la cui testimonianza non è più limitata alla piccola chiesa di santa Maria a Trabzon, ma in questi giorni è arrivata in tutto il mondo. Cosa hanno guadagnato quanti l’hanno ucciso? L’effetto contrario di quanto speravano. Come la mamma di don Andrea ha detto e come io a nome di don Andrea ripeto, noi perdoniamo chi ha compiuto questo gesto. Non è annientando chi la pensa in modo diverso che si risolvono i conflitti. L’unica strada che si deve percorrere è quella del dialogo, della conoscenza reciproca, della vicinanza e della simpatia. Ma fintanto che sui canali televisivi e sui giornali assistiamo a programmi che mettono in cattiva luce il cristianesimo e lo mostrano nemico dell’Islam (e viceversa), come possiamo pensare ad un clima di pace? Gli organi di stampa devono servire alla verità, ma anche alla pace. Chi scrive o dichiara cose false o non fondate è responsabile anche del male che produce. Occorre documentare quello che si dichiara e non lanciare frasi ad effetto che non trovano conferma nella realtà ed alimentano un clima di odio”.
L’augurio è che anche i giornali italiani ed esteri, alla ricerca del sensazionale, pur di scrivere qualcosa di originale e di sorprendente, non arrivino ad infangare la persona di questo martire.
Lo sappiamo bene. Don Andrea non era un santo come quelli che spesso ci dipingiamo noi sulle immaginette: languidi, sdolcinati, sempre accondiscendenti e sorridenti. Aveva un carattere energico, deciso, a volte persino brusco, il volto risoluto, non ammetteva compromessi nella fatica di amare l’altro e nell’onestà della fede. Per questo continuamente chiedeva che si pregasse per lui, per la sua umanità, perché fosse docile alla volontà di Dio e fosse sempre più trasparenza di quel Gesù Cristo che voleva continuare ad abitare in terra di Turchia.
E Dio ha ascoltato la sua invocazione, l’ha purificato come l’oro nella fucina. Il sangue del martirio lava ogni errore, ogni peccato, ogni debolezza umana e assimila al dono totale del Crocifisso.
Con mons. Padovese, allora, possiamo chiedere a don Andrea che interceda ora presso il Padre: “Ti preghiamo di pregare per tutti i cristiani di Turchia, perché non abbiano paura a testimoniare la loro fede. La tua morte diventi strumento di unità tra musulmani e cristiani. La tua morte produca frutto e realizzi quanto tu cercavi in vita: l’amore reciproco nel nome dell’unico Dio”.
VENEZUELA
New Tribes Obeys Order to Leave Tribal Lands in Venezuela
by Deann Alford
Compass Direct News
Complying with President Hugo Chavez’s order to leave Venezuela’s indigenous lands by today, the last two New Tribes Mission (NTM) workers left the area late last week.
They joined other NTM staff members at Puerto Ordaz, even as Venezuela’s courts considered New Tribes’ appeal of the expulsion order, which may take months, sources report.
Chavez’ edict, published in the Official Gazette last November 14, expelled NTM from indigenous lands – not from Venezuela.
“We do not know if the court or the Supreme Court will rule and say they’ll have to leave the country completely,” said Samuel Olson, a prominent Caracas pastor and head of the Evangelical Council of Venezuela.
Much remains unanswered, Olson said; Chavez’ government hasn’t informed the evangelical council whether it will block all future missionary visas. Meanwhile, missions that utilize special workers are in limbo. “They are treading water to see what’s going to happen,” Olson said.
While he said Venezuela’s church could go on without missionaries, they would be helpful in specialized situations such as in seminaries.
The tiny churches among Venezuela’s indigenous peoples, however, will be immediately affected, with indigenous leaders forced to step up quickly. Leadership in some areas is underdeveloped, though missionaries have trained indigenous pastors and lay people in the almost 60 years that NTM ministered to Venezuelan people groups. Some tribal persons have become trained professionals, Olson said, and many are capable leaders.
“I think in the long run they’ll get their own act together and continue the work,” Olson said. “What we need to pray about is for these people who will take the leadership of their own people. They have to run their own ship.”
‘Imperialist Infiltration’
The missionaries’ departure is the latest in a chain of events involving the church-planting and Bible-translating mission agency. The events unfolded after U.S. evangelical broadcaster Pat Robertson said on his August 22 television broadcast of The 700 Club that the U.S. government should assassinate Chavez to protect U.S. oil interests, and because Chavez “has destroyed the Venezuelan economy, and he’s going to make that a launching pad for communist infiltration and Muslim extremism all over the continent.”
Although Robertson later apologized, Chavez’ government ceased granting missionary visas. Venezuela’s religious affairs chief told Reuters that the government had already been working on the move, “but these declarations have made us speed things up.”
At a nationally televised October 12 Columbus Day gathering in an indigenous zone, Chavez said he would expel NTM from Venezuela, claiming the ministry is linked to Robertson – it is not – and that NTM is a “true imperialist infiltration” and an expression of “colonialism.” He also accused NTM of links to the CIA, spying on Venezuela, and exploiting indigenous people.
Later, the country’s vice president claimed to have intelligence reports that some NTM workers were CIA spies. New Tribes dismissed all the accusations as absurd.
Soldiers and Anthropologists
As the missionaries pulled out of tribal lands, the government sent in the military. But absent now are the missionaries who spoke both Spanish and the tribal languages.
“They [the military] are there, but they don’t know how to talk to those people, which the missionaries did.” Olson said. “It’s very odd situation.”
Presumably, he added, now educators and anthropologists “will go in to take the place of the missionaries.”
Missiologists and mission anthropologists have noted that false myths of CIA-missionary collusion have persisted for decades in Latin America, especially among pioneering evangelical groups such as the Summer Institute of Linguistics and Wycliffe Bible Translators. Many, if not most, mission agencies forbid their workers from cooperation with governments seeking information.
Nita Zelenak, NTM’s spokesperson, said that the mission’s offices and air fleet were based in the major city of Puerto Ordaz. NTM’s airplanes ferried supplies to the remote workers and carried out both sick missionaries and indigenous people needing advanced medical help. Some NTM workers had lived and ministered for four decades among remote tribal peoples in Venezuela’s rain forest, such as the Yanomami, the Yuana and the Maquiritare.
Much remains unknown about NTM’s permission to continue ministering in Venezuela. Zelenak said the mission hasn’t heard whether restrictions will be in place for visiting the tribal zones, or whether all access to these areas will be off limits even for Venezuelan missionaries, whatever their affiliation.
Nor do the missionaries know what will become of their homes. “We aren’t sure how many of the NTM missionaries will leave [Venezuela] altogether,” she said.
Since 1946, NTM has served 12 of Venezuela’s indigenous peoples through translation, literacy, church planting, humanitarian aid, and community development projects, mostly in Amazonas state bordering Colombia, but also in the states of Delta Amacuro and Bolivar. Nine of the indigenous groups have established churches.
NTM has completed five Bible translations; four others are in progress. Thirty of the 160 NTM missionaries in the country are Venezuelan nationals. Others are Danish, Colombian, Canadian, Australian and British, but most are from the United States
Since the early 1990s, several kidnapped NTM missionaries have made international headlines. Abu Sayyaf fundamentalist Islamic guerrillas linked to Al Qaeda held Martin and Gracia Burnham for more than a year in the Philippines, where Martin piloted NTM aircraft, bringing supplies to remote missionaries. Martin died in a botched Philippine army rescue attempt June 7, 2002, in which his wife was injured but freed.
In 1993, Revolutionary Armed Forces of Colombia (FARC) guerrillas kidnapped NTM’s Dave Mankins, Rick Tenenoff and Mark Rich in Panama. NTM concluded in 2001 that the three had been killed in captivity in 1996. Worldwide, 3,200 NTM workers minister to indigenous peoples in Latin America, West Africa, and Southeast Asia.
[Avvenire]
TESTIMONE DELLA FEDE
«Ho visto luci e ombre dell’islam: il senso istintivo della provvidenza, la sacralità della famiglia, insieme con la paura di vera libertà e un atteggiamento troppo timoroso nel dialogo»
«La mia Turchia»
L'amore di don Santoro per il Paese e la sua gente «Cercavo un luogo in cui "abitare con Dio" e avere il tempo per ascoltarlo, per capirlo, per farmi prendere in custodia da lui L’ho trovato» «Ho conosciuto una Chiesa dispersa, con grandi radici ma spesso ripiegata su se stessa, chiamata a ritrovare l’anima evangelica» «Il mondo orientale ha bisogno di dialogo e conoscenza Arrivederci in Turchia dove, se Dio vuole, sarò ad accogliervi»
Di Andrea Santoro
Don Andrea Santoro, ucciso domenica a Trebisonda, collaborava con l’Opera Romana Pellegrinaggi curando l’accoglienza dei visitatori. In questo ampio scritto spiegava il senso del viaggio nel Paese alla scoperta delle radici del cristianesimo antico. Ne ripubblichiamo i passaggi principali.
Perché andare in Turchia? Vorrei rispondere partendo dalla mia esperienza personale e passando per l’area geografica di cui la Turchia fa parte: il Medio Oriente. Sono venuto in contatto la prima volta con il Medio Oriente (Palestina, Giordania, Siria, Egitto, Libano, Turchia) circa 20 anni fa. Vi trascorsi sei mesi di seguito. Era un tempo in cui cercavo di fare chiarezza nella mia vita. Cercavo un luogo dove scendere alle radici del mio cuore e delle ragioni della vita. Cercavo una vicinanza con Dio e pensavo di poterla trovare dove Dio aveva cercato una vicinanza con noi, nella terra, come dice l’apostolo Giovanni, dove la Vita si è fatta «visibile» e dove il verbo si è fatto carne ed è venuto ad «abitare» in mezzo a noi. Ecco, questa è la parola giusta: cercavo un luogo in cui «abitare con Dio» e avere il tempo per ascoltarlo, per parlargli, per capirlo, per farmi prendere in custodia da lui. L’ho trovato e questo mi ha lasciato un segno indelebile, che ritrovo intatto ogni volta che mi guardo dentro.
Una vita «nuova» in luoghi nuovi
La mia vita è modificata, grazie a una terra dove la «grazia di Dio» ha lasciato le sue impronte stampate sulle zolle, sui paesaggi, sui luoghi, oltre che su un Libro sacro e su una comunità di uomini, dove si prolunga visibilmente l’umanità di Gesù. Il luogo e le presenza cristiane che in esso ho incontrato hanno reso più chiaro il Libro della Bibbia e me lo ha fatto penetrare in tutta la sua profondità. A contatto con la concretezza di questa terra e con la concretezza della Parola, che in essa è risuonata, ho revisionato concretamente la mia vita. Non io, veramente, ho fatto questo ma la grazia di Dio che entrava in me, attraverso la Parola, la Terra e le persone provvidenziali che mi hanno aiutato a leggere e l’una e l’altra. Sono convinto che l’amore di Dio, come tutti i nostri amori – si dice spesso: «ci siamo incontrati lì in quel giorno» – ha della coordinate storiche e geografiche. Lì Dio mi aspettava. Ognuno naturalmente ha i suoi appuntamenti con la grazia: per me questo è stato uno dei più importanti.
Il Medio Oriente, terra di Dio
È proprio questa una delle caratteristiche più peculiari del Medio Oriente (e in esso anche della Turchia): essere il luogo dove Dio storicamente ha deciso di posarsi, di parlare, di agire in modo speciale, di entrare a fondo nella storia degli uomini. Non soltanto la Palestina ed Israele, quindi, è Terra Santa ma, almeno per noi cristiani, anche la Turchia, per i motivi che vedremo più avanti. Il pellegrinaggio geografico ai Luoghi Santi perciò (come quello agli uomini santi) e, secondo me, una delle componenti della fede: il pensiero, la filosofia, l’interiorità, la lettura non bastano. Dio si è fatto visibile e tangibile, in un certo senso documentabile: nei luoghi, nelle persone, nei segni che dissemina sul nostro cammino. Questo andare «fuori» ci permette poi di entrare «dentro» di noi. È ciò che ho visto in tanti pellegrini. E anche la natura va guardata così.
La culla della civiltà
Ci sono altre caratteristiche che rendono importante il Medio Oriente e la Turchia: il luogo dove l’uomo si è affacciato alla civiltà (la cultura, l’arte, la religione, la scienza...); un luogo dove i popoli si sono incontrati o scontrati, dove le religioni hanno convissuto o si sono sfidate; un luogo dove gli imperi e il potere umano hanno mostrato la loro grandezza e la loro bassezza, dove si possono raccogliere i frutti e le conquiste più alte ma anche gli inganni e le illusorietà più perverse. Una buona scuola, insomma, per discernere il nostro tempo e sfatare i nostri inganni. Ma dove maggiore è la luce maggiori sono anche le tenebre: odi, divisioni, sopraffazioni, guerre religiose, spirito di conquista, egoismi, uso violento del nome di Dio, scontro di interessi, ambizioni. È come se il Medio Oriente fosse il segno di un contrasto che attanaglia il cuore dell’uomo e la storia dei popoli.
Ecco la «mia» Turchia
Veniamo ora alla Turchia. La mia Turchia. Desiderai per la prima volta andarvi per capire il seguito della vicenda di Gesù, dal momento che molti dei suo apostoli, partendo dalla Palestina, si mossero verso l’Asia minore (la Turchia di allora). Mi incuriosiva rendermi conto di quello che fu il loro viaggiare in mondi per essi sconosciuti, misurarsi con mentalità totalmente differenti, affrontare fatiche immani. Così cominciai a trascorre il mio mese di ferie estivo in Turchia, muovendomi, Bibbia alla mano, nelle varie località da essi toccate. Per me fu un’autentica scoperta: mi resi conto delle distanze enormi da loro affrontate (se la Palestina è grande come una regione italiana, la Turchia è grande quasi tre volte l’Italia), delle differenze climatiche, delle differenti realtà di vita e di pensiero con cui dovettero fare i conti.
Mi resi conto che la Turchia è una autentica Terra Santa: in essa predicarono e soggiornarono a lungo gli apostoli (almeno otto di essi); in essa nacque e si sviluppò il cristianesimo primitivo; in essa furono celebrati i primi sette Concili della Chiesa; in essa vissero grandi personaggi della nuova Chiesa che usciva fortificata dalla prova delle persecuzioni; in essa soggiornò anche Maria insieme a Giovanni; in essa nacquero scritti come il Vangelo e l’Apocalisse; in essa vissero le comunità cristiane degli efesini, dei galati, dei colossesi, a cui sono indirizzate le lettere di Paolo o le lettere di Pietro e di Giovanni. Scoprii città che sembravano rivivere sotto i miei occhi, come Efeso, Antiochia, Bergama, Mileto, Nicea, Tarso o intere regioni come la Cappadocia, la Cilicia, la Lidia, la Panfilia. Scoprii la piccola e umile casa di Maria sulle colline di Efeso.
L’intreccio di religioni
Cominciai a capire l’intreccio e il confronto tra cristianesimo e paganesimo, visitando il grande santuario del Dio della salute e della medicina ai piedi di Bergama (l’Asclepeion), il santuario per consultare il parere e la volontà degli dèi (il tempio di Apollo a Didima), i santuari della dea-madre della vita (l’Artemision) e della dea della bellezza e dell’amore (Afrodisias). Mi resi conto di come il cristianesimo dovette misurarsi, proprio qui in Turchia (in tutta la costa del mar Egeo), con le più importanti scuole filosofiche, morali e scientifiche di allora e con un potere politico che reclamava spesso un culto assoluto ed esercitava, contemporaneamente, paura e fascino.
Nello stesso tempo, dopo aver frequentato un corso specialistico di islamologia, scoprivo nella pratica il volto dell’Islam: il senso istintivo di Dio e della sua provvidenza; l’accoglienza spontanea della sua parola e della sua volontà; l’abbandono fiducioso alla sua guida; la preghiera quotidiana nel pieno della propria attività; la certezza dell’aldilà e della risurrezione; la sacralità della famiglia; il valore della semplicità, dell’essenzialità, dell’accoglienza, della solidarietà. Accanto alle luci anche le ombre: la paura di una vera libertà; il limite posto a un rapporto più interpersonale e intimo con Dio, ritenuto troppo in alto per poter scendere tra gli uomini; una figura di donna ancora molto da scoprire e da valorizzare; una pratica individuale e pubblica di fede da coniugare maggiormente con l’interiorità; un atteggiamento troppo timoroso nel dialogo tra culture e religioni.
Un Paese giovane
Della Turchia ho potuto intravedere i vari e numerosi strati delle ricchezze antiche in essa depositate: le civiltà di Roma, la civilizzazione greca, romana e bizantina, la civilizzazione turca nella sua componente più antica (quella selgiuchida), e quella più recente (ottomana). C’è poi la Turchia di oggi, quella nata negli anni 20 dall’intelligenza, dal coraggio e dalla iniziativa audace di Ataturk: una Turchia molto fiera, tutta tesa – con slancio e con fatica – verso il progresso economico, sociale e culturale. Una Turchia molto giovane che si è lasciata alle spalle (ma ancora in parte ne risente) lotte, odi e guerre d’inizio secolo; che cerca al suo interno una sempre migliore convivenza tra etnie, culture, sensibilità e fedi diverse, con l’obiettivo non facile di un equilibrio tra unità nazionale, autonomie locali e libertà personali. Una nazione che ha capacità e risorse per farcela, evitando i pericoli di un progresso solo economico e tecnico (senz’anima) e il rischio opposto di una concezione accentratrice e/o confessionale dello Stato. L’Europa è la sponda a cui guarda la Turchia e in cui è favorevolmente attesa.
Una Chiesa piccola e ricca
Ho conosciuto poi la Chiesa turca di oggi: piccola, dispersa, ricca di radici e di storia ma spesso ripiegata su se stessa e timorosa, bisognosa di ritrovare più la propria anima evangelica che una semplice identità confessionale. Infine, ho visto in parte la Turchia dell’Est e del Nord (la meno conosciuta in Occidente), con le sue bellezze naturali, le sue realtà popolari, le sue bellezze artistiche, le sue tradizioni culturali e religiose (sia cristiane che musulmane). Ho visto la Mesopotamia, sede dei racconti biblici della creazione, del peccato originale, della dispersione dei popoli, del diluvio universale, della presenza di Abramo e di tutti i patriarchi ebrei, luogo di passaggio del cristianesimo antico verso l’estremo oriente. Città come Urfa-Edessa, Harran, Mardin, Midiai, Malatia, Trabzon, Van, Dijarbachir o luoghi come le valli del Tigri e dell’Eufrate e il Nemrut Dag meritano di essere visti.
Così un anno fa, dopo quattro anni di preparazione, è nata la «finestra per il medio oriente»: l’idea di aprire uno spazio di comunicazione, di conoscenza e di scambio tra il nostro mondo occidentale: e il mondo medio orientale...
Pellegrini
non turisti
Io per primo con la mia comunità, in mezzo alla quale ho maturato questo progetto, mi son messo alla «finestra» per cominciare a dischiuderla. Sono partito per risiedere nella città di Abramo (Harran) e vivere un amore pieno di gratitudine e rispetto per questa terra; per studiare e assorbire il meglio del patrimonio antico e contemporaneo qui presente; per accendere una piccolissima e umilissima scintilla di dialogo, di buone relazioni e scambio di doni spirituali tra ebraismo, cristianesimo e Islam. Amici lettori, venite a visitare questa terra! Venite a scavare nel suo cuore, venite ad assorbire la sua antica linfa biblica-storica-culturale, capace di rivitalizzarci ancora oggi. Il mondo ha bisogno più di pellegrini che di turisti. Questo mondo orientale, in particolare, ha bisogno che si allaccino fili di dialogo, di conoscenza, di stima reciproca, di riconciliazione; fili attraverso cui ci si possa parlare, capire e comunicare le reciproche ricchezze facendosi testimoni della propria fede, dei propri cammini di ricerca.
Arrivederci in Turchia dove, se Dio vuole, sarò ad accogliervi.
Encounter
14-02-2006, 11:49
Aggiungiamo anche l'odissea di questo Cristiano ingiustamente perseguitato
Ma quando lo lasceranno in pace?
Ma lui si difende: «Erano dialoghi scherzosi» «Dormi nuda?» Le telefonate di padre Fedele Allusioni, volgarità, corteggiamenti nelle carte sul frate di Cosenza accusato di aver stuprato una suora
Padre Fedele Bisceglia (Cufari)
COSENZA - La prima volta, «mi fece entrare nella sua stanza con la forza. Erano poche ore prima che padre Fedele partisse per l’Africa». La seconda, «il giorno successivo al suo rientro». La terza, «ricordo che era il giorno prima del suo onomastico». La quarta «era il compleanno di mia madre». Per un paio di volte i violentatori «pagarono dei soldi», 160 mila e 100 mila euro.
È come se lei, la suora che ha fatto arrestare il frate francescano, si ostinasse a ricordare solo i contorni della sua angoscia. Come se i dettagli di quei giorni avessero preso il sopravvento per scacciare via le cose importanti, le violenze subite. Dalle 75 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare contro padre Fedele Bisceglia quasi la vedi, la suora. Minuta e spaventata. E la vedi mentre racconta la sua tragedia ai magistrati.
Il giorno della seconda violenza «nella stanza erano in tre». La suora fu picchiata e sulla violenza fu girato un video, scattate foto. Del terzo episodio la donna ricorda: «Padre Fedele mi legò i polsi alla sponda di ferro del letto con dei lacci emostatici perché così non mi sarebbero rimasti i segni. Sono stata bendata. Non ho visto la persona che mi ha violentata». Poi l’ultima offesa: «È stato sul lettino ginecologico dello studio medico».
La suora si è confidata con la madre superiora quasi per caso. «Ho partecipato a degli esercizi spirituali e il padre che li conduceva ci ha proposto una riflessione su come liberarci delle nostre ferite. Ci ha detto di scriverle su dei foglietti e bruciarle in un braciere». La suora decide che quello è l’attimo da cogliere. Con i suoi fogliettini fra le mani scrive parole che fino a quel momento non aveva saputo dire. È la storia nera dei suoi giorni all’Oasi francescana di padre Fedele. Scrive di essere stata violentata dal missionario e da altri, di aver provato vergogna e paura, di essere stata minacciata. Poi brucia tutto. L’esercizio spirituale è perfetto. Mentre la sua «ferita» brucia lei si alza e va a parlare con la madre superiora. Racconterà poi al pm che «una delle volte c’era con uno sconosciuto. Mi fecero prendere una pastiglia e a quel punto io non potei più fare resistenza. Mi legarono al letto».
LE DONNE E LE PASSIONI - Stefano Dodaro, capo della squadra mobile di Cosenza, capisce dalle intercettazioni che, nella migliore delle ipotesi, padre Fedele non si comporta come ci si aspetterebbe da un francescano.
Il missionario dei diseredati, l’uomo che ha costruito la sua immagine a metà strada fra la dedizione per il prossimo e quella per il calcio, ha sempre avuto una passione inconfessata, le donne. Dagli atti risulta che abbia costretto almeno una decina di loro a soddisfare le sue manie sessuali. E pare che in tanti sapessero. Non soltanto della sua passione nuda e cruda ma del fatto che non tutte le sue avventure sessuali fossero consenzienti o, quantomeno, che fossero «estorte» in cambio di favori. Virginia (romena), Anna (bulgara), Cristina (russa) rivelano di aver dovuto cedere alle avances del francescano in cambio del permesso di soggiorno. Cosmina, anche lei rumena, racconta: «Siamo entrati in una stanza e padre Fedele ha subito chiuso a chiave la porta. Si è tolto il saio. Si è avvicinato a me, mi ha detto che avevo un bel seno e me lo ha toccato con entrambe le mani. Io mi sono ritratta e lui mi ha detto che mi avrebbe potuto aiutare a restare in Italia facendomi avere i documenti. Io gli ho risposto che non volevo assolutamente alcun rapporto sessuale ed a quel punto lui, alzò la voce rosso dalla rabbia, "sei una p...., non lo sai che tutte le donne dell’Oasi sono state con me, sei arrivata tu e fai la preziosa"».
LE MINACCE E LA MAFIA - Dopo aver firmato la denuncia, il 24 ottobre, la suora si rifugia a casa di amici, a Roma. Ha paura che padre Fedele la faccia cercare per chissà quale ritorsione. Del resto era stato proprio lui a dirle che «se parli sei finita. Guarda che io conosco giornalisti, magistrati, poliziotti, carabinieri, la tua parola contro la mia non varrebbe niente». E se questo non le fosse bastato che ricordasse anche un’altra cosa, «sono un amico del mafioso Carmelo De Pasquale». Così aveva pensato di tenerla in scacco. Inutilmente. E quattro giorni dopo la prima deposizione a verbale, sul cellulare di lei è comparso un messaggino chiaro: «Ritira la denuncia, siamo sempre più vicini». Anche altre delle donne che hanno avuto rapporti sessuali con il frate descrivono i suoi modi spicci per convincerle a non parlare: «Qui conto solo io», oppure «non dirai niente sennò ti caccio via dal centro». Le cacciava anche se per caso si rifiutavano di accontentarlo nelle sue richieste sessuali. Ma la suora che ha denunciato il fatto, più delle altre, è stata a un passo dalla tragedia. «Il 29 giugno, prima di partire per Roma, il monaco e il segretario hanno tentato di farmi ingoiare una pillola il cui effetto avrebbe dovuto essere quello di spingermi a buttarmi dall’ultimo piano dell’Oasi». Non l’ha fatto e chissà adesso quante volte ha ripensato a momenti duri come quello e alla sua voglia di farla finita. Raccontano le consorelle: «Ebbe un profondo cambiamento comportamentale. Era nervosa, irascibile, piangeva e diceva spesso "voi non capite"». Adesso tutte capiscono. La suora vuole dimenticare quella che loro definivano «la strana paura di ritrovarsi da sola con padre Fedele».
giannola
14-02-2006, 12:00
Messico
Dopo le profanazioni, una diocesi messicana chiude 200 chiese alla visita e alla preghiera dei fedeli
Non si sospende il culto
Basterebbe mettere un paio di fedeli a guardia di ogni chiesa, per individuare i ladri e segnalarlo alle autorita.
Diciamo che di questi tempi il vittimismo paga meglio. :D
INDIA[7b]
Ancora “riconversioni” nell’Orissa
di Nirmala Carvalho
Celebrata una nuova cerimonia che “ha permesso a 25 tribali cristiani di riabbracciare la vera fede”. John Dayal: “La legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma quando a convertire sono gli indù nessuno apre bocca”.
“Le autorità –conclude - dovrebbero in qualche modo aiutarli”.
La legge ? Quale legge ?
La legge di Dio o quella dello stato ?
Eppoi insegnano che il cristiano deve solo sottomettersi alla legge dello stato, ma fare affidamento solo a quella di Dio, per la serie predica bene e razzola male :D
13 Febbraio 2006
[b]TURCHIA
Dopo l’uccisione di don Andrea è tempo di riflessione per la Chiesa in Turchia
di Mavi Zambak
La Chiesa avrebbe dovuto riflettere già da parecchio, non solo in Turchia, e senza bisogno di aspettare altri martiri.
La supponenza non genera mai stima e affetto, infatti Gesù era considerato un beone ed un mangione, amico di pubblicani e prostitute, pur non essendolo realmente.
Caro Ewigen i peccatori si avvicinano con l'amore e la comprensione e si allontanano con la supponenza e la prevaricazione.
Hakuna Matata
15-02-2006, 01:22
La legge ? Quale legge ?
La legge di Dio o quella dello stato ?
Eppoi insegnano che il cristiano deve solo sottomettersi alla legge dello stato, ma fare affidamento solo a quella di Dio, per la serie predica bene e razzola male :D
Non si capisce quello che vuoi dire se deve solo sottometersi a quale legge comunque un Cristiano è tenuto a rispettare le leggi del paese dove vive a meno che non vadano contro i suoi principi Cristiani.
Anni '60.
Particolarmente atroce fu la persecuzione in Romania, nelle cui carceri il regime sperimentava metodi di tortura bestiali, specialmente sui giovani studenti cattolici e sui seminaristi rinchiusi in prigione per la loro fede. Nel carcere di Potesti, 130 km ad Ovest di Bucarest, i ragazzi venivano percossi a sangue, poi costretti a pulire i pavimenti imbrattati di sangue e di sporcizia con uno straccio tenuto tra i denti; il cibo era loro servito nello stesso vaso usato per defecare. Chi vomitava era costretto a ingurgitare il proprio vomito. I giovani erano spesso privati del sonno: chi si addormentava veniva svegliato a colpi di tubo di gomma assestati sulle piante dei piedi e, per punizione, veniva costretto a camminare per ore ed ore nel cortile del carcere senza potersi fermare un istante. Questa tortura giungeva quasi sempre a togliere la conoscenza e in qualche caso portava alla morte.
Un seminarista sopravvissuto, Roman Braga, descrisse così la sua esperienza a Pitesti: «Penso che non ci sia nessuna mente al di fuori di quella di Lucifero capace di inventare il "Sistema Pitesti" che teneva sospesi tra la follia e la realtà, tra l'essere e il non essere». Ridotti come robot, i ragazzi erano costretti a rinnegare la loro fede con atti esterni sacrileghi, a cui non potevano più sottrarsi. Tra la gente della cittadina correva questo detto: «Meglio dieci anni a Buchenwald che uno a Pitesti».
giannola
15-02-2006, 10:44
Non si capisce quello che vuoi dire se deve solo sottometersi a quale legge comunque un Cristiano è tenuto a rispettare le leggi del paese dove vive a meno che non vadano contro i suoi principi Cristiani.
No quello che voglio dire è che il cristiano è tenuto a rispettare e sottomettersi alla legge del proprio paese:"date a cesare quell che è di cesare".
Il concetto di sottomissione è qui molto utile, perchè il cristiano deve ugualmente obbedire alla legge civica, anche se questa contrasta coi suoi ideali, poichè si parte dal presupposto dell' A.T. che l'autorità sia messa al suo posto da Dio per i suoi progetti.
Gli stessi cristiani non hanno fatto una rivolta civile contro l'impero romano che vietava il cristianesimo e ne perseguitava gli adepti, ma continuavano a pregare nelle catacombe.
Detto questo è utile aggiungere che ovviamente "non si può servire Dio e mammona", ovvero fatta salva la minima obbedienza dovuta alle leggi terrene, bisogna invece adoperarsi per il rispetto di quelle divine.
Ecco perchè non mi torna che il clero si rivolga alle leggi di uno stato per ottenere giustizia.
Mi sono spiegato?
No quello che voglio dire è che il cristiano è tenuto a rispettare e sottomettersi alla legge del proprio paese:"date a cesare quell che è di cesare".
Il concetto di sottomissione è qui molto utile, perchè il cristiano deve ugualmente obbedire alla legge civica, anche se questa contrasta coi suoi ideali, poichè si parte dal presupposto dell' A.T. che l'autorità sia messa al suo posto da Dio per i suoi progetti.
Gli stessi cristiani non hanno fatto una rivolta civile contro l'impero romano che vietava il cristianesimo e ne perseguitava gli adepti, ma continuavano a pregare nelle catacombe.
Detto questo è utile aggiungere che ovviamente "non si può servire Dio e mammona", ovvero fatta salva la minima obbedienza dovuta alle leggi terrene, bisogna invece adoperarsi per il rispetto di quelle divine.
Ecco perchè non mi torna che il clero si rivolga alle leggi di uno stato per ottenere giustizia.
Mi sono spiegato?
Ma almeno ti sei reso conto che la notizia riporta tutt'altra verita' da quanto esponi?
Il Vhp ed il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, organizzazione paramilitare nazionalista) vogliono un bando nazionale sulle conversioni, ma quando si tratta di ‘riconvertire’ all’induismo non aprono bocca”.
Qui non si tratta di Cristiani che infrangono la legge, ma bensi dello stesso governo che interpreta la legge in differenti situazioni.
Va bene voler infangare i thread altrui quando qualcosa non ci va bene, pero' leggere ogni tanto per intero la notizia ci evita di scrivere cose a vanvera :)
giannola
15-02-2006, 11:13
Ma almeno ti sei reso conto che la notizia riporta tutt'altra verita' da quanto esponi?
Il Vhp ed il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, organizzazione paramilitare nazionalista) vogliono un bando nazionale sulle conversioni, ma quando si tratta di ‘riconvertire’ all’induismo non aprono bocca”.
Qui non si tratta di Cristiani che infrangono la legge, ma bensi dello stesso governo che interpreta la legge in differenti situazioni.
Va bene voler infangare i thread altrui quando qualcosa non ci va bene, pero' leggere ogni tanto per intero la notizia ci evita di scrivere cose a vanvera :)
Cito:
John Dayal (presidente dei cattolici indiani): “La legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma quando a convertire sono gli indù nessuno apre bocca”.
non mi sono sbagliato, dovresti leggere tutto. :D
Cito:
John Dayal (presidente dei cattolici indiani): “La legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma quando a convertire sono gli indù nessuno apre bocca”.
non mi sono sbagliato, dovresti leggere tutto. :D
Celebrata una nuova cerimonia che “ha permesso a 25 tribali cristiani di riabbracciare la vera fede”. John Dayal: “La legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma quando a convertire sono gli indù nessuno apre bocca”.
Rourkela (AsiaNews) – Il Viswa Hindu Parishad (Vhp, formazione paramilitare giovanile di nazionalisti indù) ha organizzato ieri una cerimonia di “riconversione” nel villaggio di Rourkela, nell’Orissa, durante la quale sono “ritornati all’induismo” almeno 25 tribali di fede cristiana. Alla funzione hanno partecipato circa 500 abitanti del distretto di Sundargarh: erano presenti anche Mitrabhanu Panda, presidente del Vhp per il distretto, e Gadadhar Sahu, segretario nazionale.
“Tutto questo – commenta ad AsiaNews John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union – va contro ogni logica. Il Vhp ed il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, organizzazione paramilitare nazionalista) vogliono un bando nazionale sulle conversioni, ma quando si tratta di ‘riconvertire’ all’induismo non aprono bocca”.
Per l’attivista “è evidente il disprezzo che queste organizzazioni hanno per la legge: se credessero in una normativa valida per tutti, oltre ai preti ed ai pastori che vengono regolarmente arrestati o molestati per la loro opera dovrebbero chiedere l’arresto anche per gli attivisti indù”.
La legge ? Quale legge ?
La legge di Dio o quella dello stato ?
Eppoi insegnano che il cristiano deve solo sottomettersi alla legge dello stato, ma fare affidamento solo a quella di Dio, per la serie predica bene e razzola male
Qui innanzitutto non vi e' alcuna legge presunta o tale che sia, infranta dai cristiani.
infatti non esiste nemmeno la legge (!!!)
Il Vhp ed il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, organizzazione paramilitare nazionalista) vogliono un bando nazionale sulle conversioni
E' un bando, o un referendum come dir si voglia non ancora passato come legge vera e propria.
La vicenda che tu citi si e' svolta in tal frangente :
- il Rashtriya Swayamsevak Sangh (organizzazione paramiltare nazionalista) vuole un bando o referendum contro le conversioni.
- Nel frattempo partecipano loro stessi alla conversione di 25 indiani di fede cristiana ,"riconvertiti" all'induismo.
Ora, mi dici dove qualsiasi presunto cristiano in india avrebbe infranto la legge (se effettivamente vi e' una legge a riguardo (?))
Hakuna Matata
15-02-2006, 11:35
No quello che voglio dire è che il cristiano è tenuto a rispettare e sottomettersi alla legge del proprio paese:"date a cesare quell che è di cesare".
Il concetto di sottomissione è qui molto utile, perchè il cristiano deve ugualmente obbedire alla legge civica, anche se questa contrasta coi suoi ideali, poichè si parte dal presupposto dell' A.T. che l'autorità sia messa al suo posto da Dio per i suoi progetti.
Gli stessi cristiani non hanno fatto una rivolta civile contro l'impero romano che vietava il cristianesimo e ne perseguitava gli adepti, ma continuavano a pregare nelle catacombe.
Detto questo è utile aggiungere che ovviamente "non si può servire Dio e mammona", ovvero fatta salva la minima obbedienza dovuta alle leggi terrene, bisogna invece adoperarsi per il rispetto di quelle divine.
Ecco perchè non mi torna che il clero si rivolga alle leggi di uno stato per ottenere giustizia.
Mi sono spiegato?
Adesso è + chiaro ;)
Comunque come devono essere rispettate le leggi , si può e deve usare le leggi di quel paese per difendersi o per portare avanti un progetto.
Adesso è + chiaro ;)
Comunque come devono essere rispettate le leggi , si può e deve usare le leggi di quel paese per difendersi o per portare avanti un progetto.
Correttissimo :
Articolo 18 della Carta dei Diritti dell'Uomo, sottoscritta da tutte le nazioni facenti parte dell'OUN
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento,nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti
giannola
15-02-2006, 12:10
Celebrata una nuova cerimonia che “ha permesso a 25 tribali cristiani di riabbracciare la vera fede”. John Dayal: “La legge dovrebbe essere uguale per tutti, ma quando a convertire sono gli indù nessuno apre bocca”.
Rourkela (AsiaNews) – Il Viswa Hindu Parishad (Vhp, formazione paramilitare giovanile di nazionalisti indù) ha organizzato ieri una cerimonia di “riconversione” nel villaggio di Rourkela, nell’Orissa, durante la quale sono “ritornati all’induismo” almeno 25 tribali di fede cristiana. Alla funzione hanno partecipato circa 500 abitanti del distretto di Sundargarh: erano presenti anche Mitrabhanu Panda, presidente del Vhp per il distretto, e Gadadhar Sahu, segretario nazionale.
“Tutto questo – commenta ad AsiaNews John Dayal, presidente dell’All India Catholic Union – va contro ogni logica. Il Vhp ed il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, organizzazione paramilitare nazionalista) vogliono un bando nazionale sulle conversioni, ma quando si tratta di ‘riconvertire’ all’induismo non aprono bocca”.
Per l’attivista “è evidente il disprezzo che queste organizzazioni hanno per la legge: se credessero in una normativa valida per tutti, oltre ai preti ed ai pastori che vengono regolarmente arrestati o molestati per la loro opera dovrebbero chiedere l’arresto anche per gli attivisti indù”.
Qui innanzitutto non vi e' alcuna legge presunta o tale che sia, infranta dai cristiani.
infatti non esiste nemmeno la legge (!!!)
Il Vhp ed il Rashtriya Swayamsevak Sangh (Rss, organizzazione paramilitare nazionalista) vogliono un bando nazionale sulle conversioni
E' un bando, o un referendum come dir si voglia non ancora passato come legge vera e propria.
La vicenda che tu citi si e' svolta in tal frangente :
- il Rashtriya Swayamsevak Sangh (organizzazione paramiltare nazionalista) vuole un bando o referendum contro le conversioni.
- Nel frattempo partecipano loro stessi alla conversione di 25 indiani di fede cristiana ,"riconvertiti" all'induismo.
Ora, mi dici dove qualsiasi presunto cristiano in india avrebbe infranto la legge (se effettivamente vi e' una legge a riguardo (?))
non mi risulta che tale atteggiamento sia dissimile a quanto accadeva nell'impero romano, dove tutte le altre credenze erano pemesse fuorchè quella cristiana.
Però loro (i cristiani dei primi secoli) sapevano sopportare le ingustizie senza andarsi a lamentare in giro, sapevano perchè Gesù glielo aveva detto che sarebbe successo.
Bisogna avere l'umiltà di ricordarsi cosa significa sacrificio, accetandolo con gioia, non con fastidio, avendo la speranza che Dio prima o poi ci solleva dalla nostra croce.
Mi sembra invece di vedere dei cristiani lamentosi della propria condizione, nessuno li ha obbligati ad imbarcarsi in questa missione, l'hanno fatto volontariamente adesso dovrebbero avere lo spirito di sopportarne le difficoltà.
Pensa alla risposta di Dio al lamento di Paolo nei suoi confronti.
giannola
15-02-2006, 12:15
Correttissimo :
Articolo 18 della Carta dei Diritti dell'Uomo, sottoscritta da tutte le nazioni facenti parte dell'OUN
Ogni individuo ha il diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare religione o credo, e la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo nell'insegnamento,nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti
appunto facenti parte, il che significa che gli altri non sono obbligati ad aderirvi.
Per quanto riguarda l'osservanza di tale carta nel suo insieme rimane lettera morta, poichè anche gli stessi stati sottoscrittori in più occasioni hanno violato i diritti dell'uomo senza che il tribunale dell'aia fosse intervenuto.
non mi risulta che tale atteggiamento sia dissimile a quanto accadeva nell'impero romano, dove tutte le altre credenze erano pemesse fuorchè quella cristiana.
Però loro (i cristiani dei primi secoli) sapevano sopportare le ingustizie senza andarsi a lamentare in giro, sapevano perchè Gesù glielo aveva detto che sarebbe successo.
Bisogna avere l'umiltà di ricordarsi cosa significa sacrificio, accetandolo con gioia, non con fastidio, avendo la speranza che Dio prima o poi ci solleva dalla nostra croce.
Mi sembra invece di vedere dei cristiani lamentosi della propria condizione, nessuno li ha obbligati ad imbarcarsi in questa missione, l'hanno fatto volontariamente adesso dovrebbero avere lo spirito di sopportarne le difficoltà.
Pensa alla risposta di Dio al lamento di Paolo nei suoi confronti.
Ma infatti : dove in questo topic vi compaiono lamentele o lagnanze da parte degli utenti?
Questo topic nelle sue 23 pagine e' diretta testimonianza di come i cristiani sopportino le persecuzioni attuali con lo stesso spirito di sacrificio di 2000 anni fa.
Nei post riportati vi sono solo testimonianze degli accaduti : infatti l'autore del topic si limita semplicemente a riportare i fatti e non apporre nessun commento a riguardo.
Sbaglio forse?
appunto facenti parte, il che significa che gli altri non sono obbligati ad aderirvi.
Per quanto riguarda l'osservanza di tale carta nel suo insieme rimane lettera morta, poichè anche gli stessi stati sottoscrittori in più occasioni hanno violato i diritti dell'uomo senza che il tribunale dell'aia fosse intervenuto.
Addendum : L'india e' facente parte dell'onu.
giannola
15-02-2006, 12:32
Ma infatti.
Questo topic nelle sue 23 pagine e' testimone di come i cristiani sopportano le persecuzioni attuali con lo stesso spirito di sacrificio di 2000 anni fa.
Nei post riportati vi sono solo testimonianze degli accaduti : infatti l'autore del topic si limita semplicemente a riportare i fatti e non apporre nessun commento a riguardo.
Sbaglio forse?
a parte che io mi riferifo alle lamentele contenute nell'articolo.
Quanto a Ewigen, ho già ribadito che questo postare su sofferenze e discriminazioni dei cristiani porta al 99% la firma dei mussulmani.
In un momento storico delicato come questo, certa propaganda incompleta (perchè pur portando fatti reali non parla dei presupposti che li hanno generati), porta come ho già detto ad inasprire le tensioni.
Se vi è la necessità di portare la guerra tra Cristiani e Mussulmani ad uno stato di fatto, se è utile seminare zizania allora questi post assolvono totalmente al loro compito.
Se invece si vogliono trovare delle soluzioni per entrambi in spirito di pace, occorre approfondire i contrasti e chiarire i motivi di disagio, in questo caso il 3d è perfettamente inutile basandosi sul principio monolitico identico a quello di Benedetto 16° che ai cristiani viene ingiustamente fatto del male.
giannola
15-02-2006, 12:34
Addendum : L'india e' facente parte dell'onu.
addendum bis: gli stati uniti sono facenti parte dell'onu ma non rispettano il diritto di vivere sancito dalla carta dei eccetera... avendo la pena di morte in alcuni stati.
a parte che io mi riferifo alle lamentele contenute nell'articolo.
Le lamentele dell'articolo sono espresse verso una coerenza dubbia, protratta da una fazione Induista, nel richiedere un emendamento contro le conversioni e contemporaneamente essere partecipi loro stessi ad una conversione nei rispetti del proprio credo.
Sono una critica e non un atto di autocompatimento verso se stessi.
Cosa non ti e' chiaro in questo?
Quanto a Ewigen, ho già ribadito che questo postare su sofferenze e discriminazioni dei cristiani porta al 99% la firma dei mussulmani.
In un momento storico delicato come questo, certa propaganda incompleta (perchè pur portando fatti reali non parla dei presupposti che li hanno generati), porta come ho già detto ad inasprire le tensioni.
Se vi è la necessità di portare la guerra tra Cristiani e Mussulmani ad uno stato di fatto, se è utile seminare zizania allora questi post assolvono totalmente al loro compito.
Se invece si vogliono trovare delle soluzioni per entrambi in spirito di pace, occorre approfondire i contrasti e chiarire i motivi di disagio, in questo caso il 3d è perfettamente inutile basandosi sul principio monolitico identico a quello di Benedetto 16° che ai cristiani viene ingiustamente fatto del male.
Se una persona muore e tale atto e' perpretato contro le leggi, e' un ingiustizia in qualsiasi frangente la si voglia girare.
Direi a questo punto che se un post che abbia una ripercussione indiretta verso la situazione mussulmana a maggior ragione dei post forgiati direttamente su fatti riguardanti la sfera mussulmana rivestano un ruolo ben piu critico e distruttivo.
Ergo la tua osservazione porta a riflettere sulla lecita' di qualsiasi post riguardante situazioni in cui e' presente la religione mussulmana
Concordi?
giannola
15-02-2006, 12:57
1. Cosa non ti e' chiaro in questo?
2.Concordi?
1. che le lamente mosse da tizio cristiano mi sono sembrate contro l'uso parziale che si fa della legge attuale.
2. No
Hakuna Matata
15-02-2006, 13:39
a parte che io mi riferifo alle lamentele contenute nell'articolo.
Quanto a Ewigen, ho già ribadito che questo postare su sofferenze e discriminazioni dei cristiani porta al 99% la firma dei mussulmani.
In un momento storico delicato come questo, certa propaganda incompleta (perchè pur portando fatti reali non parla dei presupposti che li hanno generati), porta come ho già detto ad inasprire le tensioni.
Se vi è la necessità di portare la guerra tra Cristiani e Mussulmani ad uno stato di fatto, se è utile seminare zizania allora questi post assolvono totalmente al loro compito.
Se invece si vogliono trovare delle soluzioni per entrambi in spirito di pace, occorre approfondire i contrasti e chiarire i motivi di disagio, in questo caso il 3d è perfettamente inutile basandosi sul principio monolitico identico a quello di Benedetto 16° che ai cristiani viene ingiustamente fatto del male.
Ma quale zizzania? Cristo ha insegnato ad amare il proprio nemico , cosa che i Cristiani tutti DEVONO fare , su queste basi dove starebbe la zizzania? Il problema è che i Mussulmani, in questo caso, devono cominciare a capire che perseguire, uccidere, distruggere, bruciare in nome di Maometto porta a quella guerra che tu stai dicendo, non mi pare che i Cristiani stiano rendendo occhio per occhio , dente per dente..anzi.
giannola
15-02-2006, 13:44
Ma quale zizzania? Cristo ha insegnato ad amare il proprio nemico , cosa che i Cristiani tutti DEVONO fare , su queste basi dove starebbe la zizzania? Il problema è che i Mussulmani, in questo caso, devono cominciare a capire che perseguire, uccidere, distruggere, bruciare in nome di Maometto porta a quella guerra che tu stai dicendo, non mi pare che i Cristiani stiano rendendo occhio per occhio , dente per dente..anzi.
beh, si vede che tu frequenti parrocchie di santi, molti altri cristiani, non la pensano come te, chiusi nella loro bigotteria di essere giusti e superiori.
Quando sento le esternazioni, tipo "sono bestie, dovrebbero morire loro", di certi cristiani nel leggere notizie come quelle che scrive Ewigen, mi rendo conto che ci vuole poco a cadere nel baratro, camminiamo tutti su una pozza di benzina e basta accendere un fiammifero.
Hakuna Matata
15-02-2006, 13:48
beh, si vede che tu frequenti parrocchie di santi, molti altri cristiani, non la pensano come te, chiusi nella loro bigotteria di essere giusti e superiori.
Quando sento le esternazioni, tipo "sono bestie, dovrebbero morire loro", di certi cristiani nel leggere notizie come quelle che scrive Ewigen, mi rendo conto che ci vuole poco a cadere nel baratro, camminiamo tutti su una pozza di benzina e basta accendere un fiammifero.
Vedi, se un Cristiano dice quelle cose non è Cristiano , questo è semplice.
I Mussulmani piuttosto hanno il dovere di combattere violentemente il nemico.
Queste sono le differenze, e fino ad adesso non mi pare che i Cristiani stiano maltrattando i Mussulmani, anzi purtroppo gli abbiamo dato una libertà di culto che loro non ricambiano affatto.
giannola
15-02-2006, 13:57
Vedi, se un Cristiano dice quelle cose non è Cristiano , questo è semplice.
I Mussulmani piuttosto hanno il dovere di combattere violentemente il nemico.
Queste sono le differenze, e fino ad adesso non mi pare che i Cristiani stiano maltrattando i Mussulmani, anzi purtroppo gli abbiamo dato una libertà di culto che loro non ricambiano affatto.
allora fai conto che ci sono il 95% ( voglio essere generoso) di non cristiani fra la popolazione cristiana.
Sul fatto che i cristiani non stiano maltrattando i Mussulmani nn condivido, nn è che se una cosa non si vede allora nn accade.
Si chiama propaganda e tende a mostrare solo ciò che serve a consolidare una certa cultura e nascondere quello che la confuta.
Ecco vedi una parte del tuo ragionamento (e di quello di molti altri cristiani) che non mi piace è "purtroppo gli abbiamo dato una libertà di culto che loro non ricambiano affatto".
Noi non siamo distributori di libertà a nostro piacimento.
La libertà è (dovrebbe essere) un diritto inalienabile di tutti, se si ragiona in termini "che loro dovrebbero esserci grati perchè gli abbiamo permesso di avere una libertà di culto", ci comportiamo come dei despoti e di certo non possiamo insegnare loro un valido concetto di libertà.
Hakuna Matata
15-02-2006, 14:05
Eh no, si parla di persecuzioni e morti, dimmi dove sono quelle che i Cristiani stanno facendo in questo momento, propaganda è quella che fai te scrivendo in quel modo.
Il purtroppo è tutto mio, io non avrei mai permesso di costruire moschee a meno che non ci facciano costruire chiese nei loro paesi, la reciprocità è per me fondamentale, ma di certo non mi passa neanche per la testa di bruciare le moschee , visto che la giustizia è di Dio.
un po' di buone notizie (Gianpaolo,permettimi un gemellaggio tra i nostri thread :yeah: ):
15 Febbraio 2006
INDONESIA
Preso un uomo sospettato di essere coinvolto nelle decapitazioni di cristiane
di Benteng Reges
Sahal Alamry è sotto interrogatorio per i suoi legami con il super ricercato Noordin Top; il giovane è tra gli insegnanti di una scuola sospettata di essere coinvolta nella decapitazione delle tre cristiane a Poso.
Poso (AsiaNews) – La polizia indonesiana sta interrogando un presunto terrorista di Poso, Sulawesi centrali, sospettato di essere vicino al super ricercato Noordin Top e agli ambienti responsabili della decapitazione delle tre ragazze cristiane dello scorso ottobre. Sahal Alamry, alias Narto, 31 anni, è al momento in custodia presso il quartier generale della polizia a Jakarta.
Alarmy è stato catturato dalla squadra speciale anti-terrorismo della polizia a Poso lo scorso 9 febbraio. L’arresto è avvenuto sulla base di “valide informazioni” fornite agli agenti da Subur Sugiarto, sospettato di essere coinvolto nell’ultimo attentato a Bali e incaricato di reclutare i militanti.
Secondo il commissario Bambang Kuncoko, Sahal Alamry potrebbe essere legato al super ricercato terrorista malaysiano Noordin Moh Top. “Stiamo ancora indagando” ha specificato.
Il capo della polizia delle Sulawesi centrali, brigadiere generale Oegroseno, ha reso noto che Sahal è conosciuto a Poso come un guru islamico nel complesso scolastico di Alamanah, presieduto da Adnan Arsal. Mesi fa lo stesso Jusuf Kalla, vicepresidente indonesiano, aveva avanzato l’ipotesi che proprio qualche insegnante di questa poteva essere tra i responsabili della decapitazione delle tre ragazze cristiane a Poso il 29 ottobre.
Arsal, che aveva protestato contro le “insinuazioni” di Kalla, ha alzato la voce anche contro l’arresto di Sahal Alamry: “La polizia sta orchestrando un piano per far apparire il mio insegnante come un seguace di Noordin Moh Top”.
ITALIA
15 febbraio 2006 16.13
SENTENZA CONSIGLIO DI STATO: IL CROCIFISSO NON SI TOCCA
Il Consiglio di Stato ha emesso una sentenza in cui viene respinto il ricorso di una cittadina finlandese che aveva chiesto che il crocifisso affisso nella scuola media che frequentavano i suoi figli fosse rimosso. La sentenza, la numero 556 è stata pubblicata oggi. La mamma finlandese, Soile Lauti, non
condivideva la presenza del simbolo religioso nella scuola media di Abano Terme, in provincia di Padova. "È evidente che il crocifisso - si legge nella
sentenza - è esso stesso un simbolo che può assumere diversi significati e servire per intenti diversi innanzitutto per il luogo in cui è posto". "In un luogo di culto il crocifisso è propriamente ed esclusivamente 'un simbolo religioso', in quanto mira a sollecitare l'adesione riverente verso il fondatore della religione cristiana", mentre in una sede non religiosa, come la scuola, destinata all'educazione dei giovani, continua la sentenza, "il crocifisso assumerà un significato non discriminatorio sotto il profilo religioso".[Avvenire]
USA
I reality anticristiani dividono l'America
NEW YORK - Per anni le serie televisive americane si erano limitate a far da specchio dei costumi americani. Poi avevano cominciato a far politica, mettendo in bocca alle star battute militanti. Adesso il nuovo trend dei serial è attaccare il mondo cristiano. Negli Stati Uniti si è aperta la stagione di caccia al tradizionalismo religioso sulle maggiori reti televisive; reti che hanno deciso di farcire di opinioni e politica le sceneggiature dei serial e dei reality che hanno cominciato a sbertucciare cultura e simboli religiosi. Ma l'offensiva non sta portando i risultati desiderati, soprattutto per l'opposizione dei cittadini comuni. All'avanguardia di questa «crociata» televisiva contro il mondo religioso è la Nbc, il vecchio network liberal che di recente ha ispirato il film Good night, and Good luck, e che in questi giorni si è visto sopraffare dalle proteste. Un mese fa la Nbc aveva lanciato una serie intitolata The Book of David, nella quale un pastore protestante (interpretato da Aidan Quinn) s'impasticcava di anti depressivi, parlava con un Gesù che simile a un hippie che al Messia, e doveva convivere con una famiglia disgregata. Sua moglie e i suoi figli incarnavano tutto il campionario delle degenerazioni psicologiche delle famiglie di oggi, dalle droghe all'infedeltà all'omosessualità. Dopo tre puntate The book of David è stato cancellato, in seguito alla decisione di molte reti locali di non trasmetterlo ed alla valanga di proteste inviata via mail dai membri dell'Afa, la American family association. Una nuova lobby che, a forza di messaggi via Internet, sta diventando particolarmente efficace nell'influenzare il futuro della televisione. Proprio le proteste dell'Afa sono infatti riuscite a bloccare un'altra puntata demenziale: quella in cui, nello show ad alto contenuto omosessuale Will and Grace Britney Spears avrebbe dovuto interpretare la parte di una cristiana che presentava su un canale via cavo una trasmissione di cucina dai toni blasfemi da mandare in onda nel venerdì santo. Dal titolo Cruci-fixions fino al contenuto, quel suo cameo sarebbe stato una presa in giro della passione di Gesù. Comunque milioni di mail piovute sulle scrivanie dei dirigenti della Nbc l'hanno fortunatamente cancellata. Un po' com'era avvenuto un anno fa, quando l'ondata di proteste che aveva intasato il computer del direttore programmi della Fox aveva costretto il network a annullare Who's your daddy, il reality in cui una ragazza abbandonata alla nascita doveva riconoscere tra otto concorrenti il vero padre naturale.
PAKISTAN
Eco vaticana dello scoppio di violenza anticattolica a Sialkot (Pakistan)
L’Arcivescovo di Lahore denuncia la passività del Governo
LAHORE, martedì, 14 febbraio 2006 (ZENIT.org).- Il dicastero missionario si è fatto eco lunedì della condanna emessa dall’episcopato cattolico del Pakistan per l’aggressione subita da una comunità cattolica del distretto di Sialkot.
L’agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere (PIME), “AsiaNews”, aveva già anticipato la notizia della violenza il giorno stesso in cui si è verificata, il 3 febbraio.
La mattina di quel giorno, una ventina di uomini e donne ha attaccato la chiesa cattolica di Kawanlit, nel distretto pakistano di Sialkot, e i fedeli che si trovavano lì vicino, fratturando la gamba ad una donna di 70 anni e ferendone gravemente un’altra di 50.
Gli assalitori hanno quindi attaccato il luogo di culto, rompendo le finestre e profanando l’altare maggiore e i libri sacri.
Mentre si allontanava, il gruppo ha minacciato tutta la comunità di altri attacchi se avesse denunciato l’accaduto alle autorità.
Sembra che all’origine dell’aggressione ci sia un terreno occupato con la forza da un musulmano locale, Mohammad Iqbal, anche se si tratta di una proprietà della Chiesa, ha sottolineato l’agenzia del PIME.
L’attacco è stato immediatamente condannato dal presidente della Conferenza Episcopale Pakistana, l’Arcivescovo Lawrence Saldanha – di Lahore –, e dal segretario della Commissione Episcopale Giustizia e Pace, Peter Jacob, in un comunicato congiunto del quale si è fatta eco la Congregazione vaticana per l’Evangelizzazione dei Popoli attraverso il suo organo informativo “Fides”.
“La violenza contro una debole comunità continua ad avvenire perché il Governo non è riuscito a prendere le decisioni giuste dopo gli incidenti simili avvenuti in passato”, affermano.
“L’esempio più recente – ricordano – è quello di Sangla Hill dove, ad 80 giorni dalla dissacrazione e distruzione di chiese e proprietà cristiane, ancora si attende un processo legale” (cfr. ZENIT, 13 gennaio 2006).
“La discriminazione sociale rimane incontrollata nonostante questo attacco sia il segnale di un nuovo impeto della violenza contro le minoranze più deboli. I luoghi di culto di questa parte della popolazione vengono attaccati impunemente”, denunciano.
I cristiani rappresentano circa il 2,5% della popolazione del Pakistan, che ha 155 milioni di abitanti, il 97% dei quali è musulmano (per la maggior parte sunnita, per un 20% sciita).
giannola
16-02-2006, 10:22
Eh no, si parla di persecuzioni e morti, dimmi dove sono quelle che i Cristiani stanno facendo in questo momento, propaganda è quella che fai te scrivendo in quel modo.
Mi ripeto la propaganda è anche quella che nasconde le cose che nn piacciono.
Il purtroppo è tutto mio, io non avrei mai permesso di costruire moschee a meno che non ci facciano costruire chiese nei loro paesi.
Ecco un esempio di democrazia.
Hakuna Matata
16-02-2006, 13:05
Mi ripeto la propaganda è anche quella che nasconde le cose che nn piacciono.
Quali sarebbero le cose nascoste?
Ecco un esempio di democrazia.
La democrazia non esiste .
giannola
16-02-2006, 15:08
Quali sarebbero le cose nascoste?
pensa alla propaganda nazista che nn faceva vedere ai tedeschi i campi di sterminio oppure che faceva vedere solo gli scontri in cui l'esercito del reich usciva vincitore e nn quelli in cui gli alleati guadagnavano il campo per dare l'idea che la Germania stava vincendo mentre invece nn era vero, se una cosa nn la vedi nn è detto che nn esiste.
La democrazia non esiste .
evviva. :muro:
Hakuna Matata
16-02-2006, 15:12
pensa alla propaganda nazista che nn faceva vedere ai tedeschi i campi di sterminio oppure che faceva vedere solo gli scontri in cui l'esercito del reich usciva vincitore e nn quelli in cui gli alleati guadagnavano il campo per dare l'idea che la Germania stava vincendo mentre invece nn era vero, se una cosa nn la vedi nn è detto che nn esiste.
Sì ma che c'entra con la presunta propaganda Cristiana che te dici che stiamo facendo?
evviva. :muro:
Qui andiamo totalmente OT, ma secondo me non c'è differenza tra dittatura e democrazia, una ti toglie la libertà con la forza, l'altra con la televisione :D
giannola
16-02-2006, 15:23
1.Sì ma che c'entra con la presunta propaganda Cristiana che te dici che stiamo facendo?
2.Qui andiamo totalmente OT, ma secondo me non c'è differenza tra dittatura e democrazia, una ti toglie la libertà con la forza, l'altra con la televisione :D
1.Basti pensare alle lotte tra cristiani e musulmani in nigeria.
Quelle (finalmente finite) tra cristiani (sempre loro) e protestanti in Irlanda.
Non è che i cristiani sono dei poveri santi indifesi
Ecco, volendo se si cerca bene, sicuramente si trovano dei soprusi da parte di cristiani verso altri ordini religiosi.
2.Te mi sa che sei confuso, parti dal presupposto che la democrazia cominci dall'invenzione della tv (mah).
Ti consiglio di leggerti la definizione di democrazia da un qualunque libro di educazione civica.
Un altro paio di maniche è se questa nn viene applicata....
Hakuna Matata
16-02-2006, 16:18
1.Basti pensare alle lotte tra cristiani e musulmani in nigeria.
Quelle (finalmente finite) tra cristiani (sempre loro) e protestanti in Irlanda.
Non è che i cristiani sono dei poveri santi indifesi
Ecco, volendo se si cerca bene, sicuramente si trovano dei soprusi da parte di cristiani verso altri ordini religiosi.
2.Te mi sa che sei confuso, parti dal presupposto che la democrazia cominci dall'invenzione della tv (mah).
Ti consiglio di leggerti la definizione di democrazia da un qualunque libro di educazione civica.
Un altro paio di maniche è se questa nn viene applicata....
1. Mai detto che i Cristiani non hanno fatto i propri errori , anzi la storia ne è piena purtroppo, ma comunque adesso sono sicuramente tra i più perseguitati e tra i più pacifici.
2. Il tuo finale spiega tutto il mio pensiero ;)
giannola
16-02-2006, 17:30
1. Mai detto che i Cristiani non hanno fatto i propri errori , anzi la storia ne è piena purtroppo, ma comunque adesso sono sicuramente tra i più perseguitati e tra i più pacifici.
2. Il tuo finale spiega tutto il mio pensiero ;)
1. nn è una caccia al più persecutore, nn vuol dire che se uno combina meno danni è esente da colpe.
Vi sono situazioni di revanscismo generate dal comportamento tenuto in precedenza dai cristiani.
In fondo, per fare un esempio, una parte dei problemi non risolti nel congresso di crimea del 1852 ha finito col protrarsi fino al secolo successivo ed aggiungersi alle cause scatenanti della prima guerra mondiale.
Hakuna Matata
16-02-2006, 18:00
1. nn è una caccia al più persecutore, nn vuol dire che se uno combina meno danni è esente da colpe.
Vi sono situazioni di revanscismo generate dal comportamento tenuto in precedenza dai cristiani.
In fondo, per fare un esempio, una parte dei problemi non risolti nel congresso di crimea del 1852 ha finito col protrarsi fino al secolo successivo ed aggiungersi alle cause scatenanti della prima guerra mondiale.
E cosa dovrebbero fare i Cristiani secondo te?
giannola
16-02-2006, 19:21
E cosa dovrebbero fare i Cristiani secondo te?
da cristiano non posso dire cosa devono fare gli altri miei fratelli, ti posso dire cosa cerco di fare io nel mio piccolo.
Cerco di stemperare gli animi quando serve, cerco di nn farmi prendere dal vittimismo e cerco soprattutto di trovare argomenti razionale che aiutino a sbrogliare questa matassa.
L'opinione sull'Islam l'ho già espressa, ma questa volta dirò una cosa in più frutto di riflessioni scevre da risentimento.
I mussulmani modernisti dovrebbero rielaborare la dottrina coranica (nn ho detto cambiare il corano, ma la sua interpretazione), per escluderci dal novero dei nemici.
Filosoficamente parlando l'idea è questa : essendo figli (creature è più vicino al concetto islamico) dello stesso Dio (quello di Abramo e Isacco), pur con le nostre divergenze, poichè proprio Allah che è giusto e misericordioso ci lascia in vita e nn ci punisce, nn può spettare al mussulmano porre fine ad una creatura seguace di Allah, questo equivarrebbe a creare una contraddizione.
E' abbastanza contorto ma spero che, con un po di buona volontà si comprenda.
Il debito della religione mussulmana è di tipo filosofico-culturale, noi abbiamo avuto una prima evoluzione della filosofia cristiana con la patristica, loro hanno avuto lo stesso sistema monolitico da sempre.
Quello che serve è che i cristiani si adoperino per condurre ad una profonda speculazione filosofica dell'islam i modernisti.
Che è esattamente il contrario del lavoro che Ewigen sta compiendo su questo post.
Se pace ci deve essere i monoteismi devo tornare ad essere uno. :D
Hakuna Matata
16-02-2006, 19:55
I Mussulmani cambieranno idea solo quando si scorderanno di Dio in nome di un altro dio che il mondo offre, quello che i Cristiani stanno facendo adesso , comunque prova a dire ad un Mussulmano che in fondo siamo figli dello stesso Dio e vedrai i risultati che ottieni ;)
Allah non è il nostro Dio ricerca un pò e vedrai che in realtà è un idolo che Maometto ha scelto arbitrariamente tra molti.
Tacere sulle persecuzioni non aiuta a niente , anzi serve solo che in nome di allah si continui ad uccidere altre persone, forse di fronte a tanti morti cambieranno idea, almeno i + moderati.
PALESTINA
STRISCIA DI GAZA: LA SOCIETA' BIBLICA SOTTO MINACCIA
15/02/06
A Gaza, la vittoria di Hamas comincia a far sentire il suo peso
La Società Biblica a Gaza ha ricevuto una lettera di minacce: 1) Deve chiudere per sempre il negozio e non riaprirlo in nessun'altra parte della Striscia. 2) Il titolare dell'immobile deve dare loro lo sfratto che deve diventare esecutivo entro il 28 febbraio.
3) Tutti gli altri inquilini dovranno uscire dall'edificio nel quale si trova il negozio. Se alla data del primo marzo la Società Biblica non avrà chiuso le sue attività, l'intero l'edificio sarà fatto saltare.
Per indicare che si farà sul serio, la settimana scorsa è stata trovata una bomba nei pressi del negozio della Società Biblica. Il proprietario ha chiesto di chiudere il negozio almeno per il momento. I vicini, tutti musulmani, sono in preda al panico.[Middle East Concern]
6 Febbraio 2006
PAKISTAN
Chiesa in Pakistan: l'intolleranza religiosa si insegna tutti i giorni
In un suo comunciato la Commissione di Giustizia e Pace condanna come "provocatorie" le vignette danesi, ma avverte: l'intolleranza è nel linguaggio di politici, mass media e libri scolastici. Da qui bisogna partire per cercare di sviluppare una cultura di pace in Pakistan. Oggi ancora proteste a Karachi
Lahore (AsiaNews) – La Chiesa cattolica in Pakistan condanna come “provocatorie” le vignette danesi su Maometto, ma allo stesso tempo denuncia che l’intolleranza nel Paese è frutto del linguaggio usato da politici, media e libri di testo come pure dall’esistenza di legge discriminatorie. Intanto continuano le proteste contro la pubblicazione delle vignette di Maometto. Oggi a Karachi sono scese in piazza 50 mila persone. Le violente manifestazioni pakistane hanno causato finora la morte di 5 persone e ingenti danni a numerose proprietà pubbliche e private, tra cui alcuni edifici cristiani.
Un comunicato emesso oggi dalla Commissione di Giustizia e Pace (Ncjp) sottolinea il bisogno che “i media internazionali siano più sensibili al sentimento religioso dei vari gruppi, inoltre è diritto di tutte le popolazioni vivere in un’atmosfera libera dal pregiudizio religioso, cosa che pone una responsabilità nella libertà d’espressione”.
Nell’esprimere solidarietà ai musulmani offesi, la Ncjp deplora le violente proteste di questi giorni che hanno distrutto proprietà pubbliche e private. Esse – si legge – “sono opera di gente che coltiva l’intolleranza, senza rispetto per la religione”.
Oltre a sedi diplomatiche, cinema e catene di ristoranti, i manifestanti hanno preso di mira anche edifici appartenenti a comunità cristiane: il 13 febbraio studenti universitari hanno attaccato l’Edward College gestito da missionari cristiani a Peshawar distruggendo vetri e finestre. Il 15 febbraio, sempre a Peshawar, sono stati colpiti il St. Michael Convent School, del St Elizabath Girls College e del Mission Hospital, tutti diretti dalla Chiesa del Pakistan.
Nel comunicato, firmato da mons. Lawrence John Saldanha e Peter Jacob, presidente e segretario generale della Ncjp, si chiede al governo pakistano di sensibilizzare la gente “sulle conseguenze di un concetto deviato di blasfemia”. “Il linguaggio usato dai funzionari governativi è esso stesso incitazione all'estremismo religioso”. Inoltre, denuncia la Commissione “non ci si può aspettare che la gente non metta in pratica ciò che impara: l’intolleranza nel Paese si insegna attraverso i manuali scolastici, i mezzi di informazione e politiche condotte sulla base di leggi discriminatorie” (la legge sulla blasfemia, ndr). “Bisogna affrontare tutto questo – sottolinea la dichiarazione – affinchè la società sviluppi una cultura di pace”.
L’appello finale è rivolto al governo: “I ministeri competenti adottino sforzi comuni per eliminare l’intolleranza e diffondere l’armonia sociale e il rispetto interreligioso”.
Intanto, i partiti islamici hanno proposto una manifestazione nazionale per il 3 marzo, in occasione della visita a Islamabad di Bush, per il momento confermata.
Turchia,
spari contro una chiesa
Al grido di «Allah è grande» colpita la comunità armena a Kayseri: nessun ferito
Da Ankara
[AVVENIRE]Al grido di «Allah è il più grande!» e inneggiando slogan anti cristiani, un gruppo di persone ha esploso tre giorni fa colpi di arma da fuoco contro una chiesa armena nella Turchia centrale: nessun ferito.
Lo ha denunciato ieri il locale patriarcato armeno, secondo il quale si è trattato del terzo attacco contro i cristiani in questo Paese, dopo l'assassinio a sangue freddo di don Andrea Santoro e le minacce rivolte ad un altro religioso cattolico.
L'attacco contro il luogo di culto armeno è avvenuto nella città di Kayseri (l'antica Cesarea di Antiochia), dove si tramanda che il fondatore della chiesa attaccata, San Gregorio, fu battezzato. Nella chiesa si svolgono riti religiosi solo due-tre volte l'anno per la dozzina di armeni che vive in quella città.
«A quanto hanno riferito membri della sparuta comunità di Kayseri, sconosciuti hanno esploso dieci colpi di arma da fuoco contro la porta della chiesa gridando "Allah è il più grande!" ed intonando slogan anticristiani», ha annunciato a Istanbul il patriarcato armeno con un comunicato.
Aggiungendo che le autorità locali turche hanno attuato misure di sicurezza a protezione della chiesa, piazzandovi anche agenti di polizia nel giardino.
Il patriarca armeno di Istanbul Mesrob II ha rilevato che « i fedeli musulmani hanno il pieno diritto di esprimere il proprio sdegno per le caricature di Maometto» ma ha aggiunto che di non comprendere gli «atti di violenza contro i luoghi di culto frequentati dai cittadini cristiani» in Turchia.
Don Andrea Santoro era stato assassinato con un colpo di pistola, mentre era intento a pregare in chiesa a Trebisonda, sul Mar Nero. Quattro giorni dopo, un gruppo di giovani aveva minacciato un altro sacerdote cattolico a Smirne, sull'Egeo.
Il Pontificio consiglio giustizia e pace:
[AVVENIRE]«La celebrazione delle esequie di don Andrea Santoro è occasione di cristiana pietà e orante meditazione». È quanto ha sottolineato ieri il Pontificio consiglio della Giustizia e della Pace, in un comunicato diramato a margine delle esequie del sacerdote ucciso in Turchia domenica scorsa. «Mentre non si arrestano le ingiustificabili reazioni violente per l'oltraggio recato al sentimento religioso musulmano dalle ormai tristemente famose vignette satiriche su Maometto - si legge nel comunicato - non si può non rilevare che laicisti irrispettosi sbeffeggiano gratuitamente sentimenti sacri e intangibili ma chi paga con la vita sono religiosi dediti al dialogo e alla pace».Il comunicato di «Giustizia e Pace» ribadisce dunque che «restano certamente da condannare le violenze di massa dell'altrui sentimento religioso oltraggiato, tuttavia non è certo elogiabile l'indifferenza, men che mai talvolta il compiacimento per le offese recate ai nostri simboli religiosi, in particolare al Crocefisso, simbolo universale di riconciliazione».
giannola
16-02-2006, 20:19
1. comunque prova a dire ad un Mussulmano che in fondo siamo figli dello stesso Dio e vedrai i risultati che ottieni ;)
2.Allah non è il nostro Dio ricerca un pò e vedrai che in realtà è un idolo che Maometto ha scelto arbitrariamente tra molti.
3.Tacere sulle persecuzioni non aiuta a niente , anzi serve solo che in nome di allah si continui ad uccidere altre persone, forse di fronte a tanti morti cambieranno idea, almeno i + moderati.
1.ci sono islamici moderati che sperano invece che i cristiani che la pensano come me e li vogliano aiutare siano di più.
2.Ho letto il corano, nn ho bisogno di fare ricerche, è lo stesso Dio degli ebrei e ovviamente lo stesso nostro, Maometto lo vede semplicemente da una prospettiva diversa.
3. Tacere nn aiuta su questo sono d'accordo, ma c'è modo e modo di affrontare i problemi e questo è il più facile e il più sbagliato.
Hakuna Matata
16-02-2006, 21:08
1.ci sono islamici moderati che sperano invece che i cristiani che la pensano come me e li vogliano aiutare siano di più.
2.Ho letto il corano, nn ho bisogno di fare ricerche, è lo stesso Dio degli ebrei e ovviamente lo stesso nostro, Maometto lo vede semplicemente da una prospettiva diversa.
3. Tacere nn aiuta su questo sono d'accordo, ma c'è modo e modo di affrontare i problemi e questo è il più facile e il più sbagliato.
1. Come aiutarli? Per me Gesù è il Salvatore promesso da Dio nel VT, loro credono che sia un profeta qualsiasi e non è nemmeno morto in croce, posso aiutarli solo ad essere salvi per mezzo di Cristo :)
2. Non è lo stesso nostro Dio, Maometto aveva bisogno di creare un creatore e scelse Allah.
3. Visto che aiuta e non offende , qual'è allora il problema in riportare queste notizie? Quale sarebbe il vantaggio nel non riportarle?
joshua82
16-02-2006, 21:33
ringrazio pubblicamente l'autore del topic per presentare molte realtà a me totalmente sconosciute...
grazie di cuore
:)
ringrazio pubblicamente l'autore del topic per presentare molte realtà a me totalmente sconosciute...
grazie di cuore
:)
Purtroppo per motivi che al grandissima parte delle notizie di discrimianzioni riportate dai media (seri!) parlano dei cristiani il thread da inzialmente rivolto a tutte le religioni è diventato a quello che vedi.Fermo cmq restando che non esistono discriminazioni e offese antireligiose di serie A o di serie B o di serie Z,ma solo la solita dimostrazione di involuzione umana,senza se e senza ma.
giannola
17-02-2006, 08:25
1. Come aiutarli? Per me Gesù è il Salvatore promesso da Dio nel VT, loro credono che sia un profeta qualsiasi e non è nemmeno morto in croce, posso aiutarli solo ad essere salvi per mezzo di Cristo :)
2. Non è lo stesso nostro Dio, Maometto aveva bisogno di creare un creatore e scelse Allah.
3. Visto che aiuta e non offende , qual'è allora il problema in riportare queste notizie? Quale sarebbe il vantaggio nel non riportarle?
1. appunto aiutandoli nelle loro elucubrazioni filosofiche.
Da quello che so non esiste una sorta di "Patristica" o "teologia" islamica.
Riguardo a Gesù, io ho detto che i due monoteismi sono sostanzialmente diversi in alcuni punti.
Soprattutto nel confronto tra NT e Islam (poichè quest'ultimo è un'aderenza rispetto al VT), ciò nn toglie che una radice comune esiste ed anche i cristiani debbono essere considerati agli occhi degli islamici dei seguaci di Allah (pur se con modalità diverse).
Se questo tipo di elaborazioni vengono adottate universalmente dall'Islam, nn solo è possibile mettere fine alle guerre cristiane-mussulmane che imperversano nel mondo (soprattutto in africa), ma è possibile pensare ad una sorta di confederazione dei monoteismi, che probabilmente era l'idea di GP2.
E' un percorso difficile, ma nn per questo nn deve essere tentato, altrimenti con che lo sostituisci ?
2.Possiamo andare avanti fino a notte fonda, ci mettiamo a fare i distinguo ?
Nel corano abramo nn aveva forse per Dio, Allah.
Quest'ultimo nn ha forse mandato il profeta Gesù ?
Allora la differenza dove sta se nn nell'interpretazione fatta del VT da Maometto, con la semplice aggiunta di ritualità che ricalcano quelle ebraiche.
3. appunto a parlare di tutti questi "cattivi" mussulmani che se la prendono coi "poveri ed indifesi" cristiani, si finisce col guardarli tutti, indistintamente come esseri infidi, mentre invece sono uomini come noi.
Io penso che Ewigen nn lo faccia per male, ma questo atteggiamento ci spinge solo verso l'odio contro i mussulmani.
Penso che Gesù, se fosse vivo oggi, tenderebbe ancora la mano ai suoi malfattori, questo è ciò che dimentichiamo spesso
3. appunto a parlare di tutti questi "cattivi" mussulmani che se la prendono coi "poveri ed indifesi" cristiani, si finisce col guardarli tutti, indistintamente come esseri infidi, mentre invece sono uomini come noi.
Io penso che Ewigen nn lo faccia per male, ma questo atteggiamento ci spinge solo verso l'odio contro i mussulmani.
Penso che Gesù, se fosse vivo oggi, tenderebbe ancora la mano ai suoi malfattori, questo è ciò che dimentichiamo spesso
Dei mussulmani effettivamente compiono degli atti criticabili e condannabili.
Non dovremmo assolutamente parlarne, anzi, e' meglio, per una presunta sensibilizzazione , creare un muro di silenzio, perche' altrimenti si rischia di deteriorare la situazione.
Quindi dal ragionamento di giannola, non solo se una persona ha effettivamente commesso un crimine non puo essere citata , ma addirittura bisogna creare un muro di silenzio su tutto, per alimentare un presunto quieto vivere.
Questa si chiama Omerta'. :)
Un conto e' formentare l'odio, l'altro e' il voler nascondere sotto una presunta maschera di buonismo i fatti.
Il fatto che un numero imprecisato di morti avvenga effettivamente sotto l'insegna della religione islamica (attenzione, non critico la religione islamica ma chi ne abusa, snatuandone il significato dal suo contesto) non porta effettivamente a pensare?
giannola
17-02-2006, 10:49
Dei mussulmani effettivamente compiono degli atti criticabili e condannabili.
Non dovremmo assolutamente parlarne, anzi, e' meglio, per una presunta sensibilizzazione , creare un muro di silenzio, perche' altrimenti si rischia di deteriorare la situazione.
Quindi dal ragionamento di giannola, non solo se una persona ha effettivamente commesso un crimine non puo essere citata , ma addirittura bisogna creare un muro di silenzio su tutto, per alimentare un presunto quieto vivere.
Questa si chiama Omerta'. :)
Un conto e' formentare l'odio, l'altro e' il voler nascondere sotto una presunta maschera di buonismo i fatti.
Il fatto che un numero imprecisato di morti avvenga effettivamente sotto l'insegna della religione islamica (attenzione, non critico la religione islamica ma chi ne abusa, snatuandone il significato dal suo contesto) non porta effettivamente a pensare?
e tu cos'hai pensato ? :D
Hakuna Matata
17-02-2006, 11:29
1. appunto aiutandoli nelle loro elucubrazioni filosofiche.
Da quello che so non esiste una sorta di "Patristica" o "teologia" islamica.
Riguardo a Gesù, io ho detto che i due monoteismi sono sostanzialmente diversi in alcuni punti.
Soprattutto nel confronto tra NT e Islam (poichè quest'ultimo è un'aderenza rispetto al VT), ciò nn toglie che una radice comune esiste ed anche i cristiani debbono essere considerati agli occhi degli islamici dei seguaci di Allah (pur se con modalità diverse).
Se questo tipo di elaborazioni vengono adottate universalmente dall'Islam, nn solo è possibile mettere fine alle guerre cristiane-mussulmane che imperversano nel mondo (soprattutto in africa), ma è possibile pensare ad una sorta di confederazione dei monoteismi, che probabilmente era l'idea di GP2.
E' un percorso difficile, ma nn per questo nn deve essere tentato, altrimenti con che lo sostituisci ?
2.Possiamo andare avanti fino a notte fonda, ci mettiamo a fare i distinguo ?
Nel corano abramo nn aveva forse per Dio, Allah.
Quest'ultimo nn ha forse mandato il profeta Gesù ?
Allora la differenza dove sta se nn nell'interpretazione fatta del VT da Maometto, con la semplice aggiunta di ritualità che ricalcano quelle ebraiche.
3. appunto a parlare di tutti questi "cattivi" mussulmani che se la prendono coi "poveri ed indifesi" cristiani, si finisce col guardarli tutti, indistintamente come esseri infidi, mentre invece sono uomini come noi.
Io penso che Ewigen nn lo faccia per male, ma questo atteggiamento ci spinge solo verso l'odio contro i mussulmani.
Penso che Gesù, se fosse vivo oggi, tenderebbe ancora la mano ai suoi malfattori, questo è ciò che dimentichiamo spesso
Allah è una creazione moderna * rispetto a Dio di Genesi, non ha niente a che vedere con il Dio di Abramo, credono che sia lo stesso ma in realtà Allah era una divinità antica http://it.wikipedia.org/wiki/Allah Già in epoca preislamica (jahiliyya) il nome Allah era impiegato per indicare un'importante divinità ma, per qualche ragione, essa non era venerata in modo così evidente come Essere Supremo. Se anche Allah non ha niente a che vedere con Dio come puoi instaurare un dialogo? Te diresti ad un Mussulmano "Guarda che state adorando una divinità che non è il creatore della Terra"? E torniamo al punto di partenza.
*Allah come creatore dell'Universo è stato letteralmente eletto successivamente, prima era un idolo qualsiasi.
giannola
17-02-2006, 17:53
Allah è una creazione moderna * rispetto a Dio di Genesi, non ha niente a che vedere con il Dio di Abramo, credono che sia lo stesso ma in realtà Allah era una divinità antica http://it.wikipedia.org/wiki/Allah Già in epoca preislamica (jahiliyya) il nome Allah era impiegato per indicare un'importante divinità ma, per qualche ragione, essa non era venerata in modo così evidente come Essere Supremo. Se anche Allah non ha niente a che vedere con Dio come puoi instaurare un dialogo? Te diresti ad un Mussulmano "Guarda che state adorando una divinità che non è il creatore della Terra"? E torniamo al punto di partenza.
*Allah come creatore dell'Universo è stato letteralmente eletto successivamente, prima era un idolo qualsiasi.
l'allah coranico è lo stesso Dio ebraico, ma poichè tu preferisci wikipedia al posto di un libro sacro, ti dò ragione e te la fai salata. :D
India
Ancora violenza contro i cristiani
INDORE: CHIESA PENTECOSTALE NEL MIRINO DEGLI ESTREMISTI INDU'
Nelle ultime settimane, militanti indù hanno preso di mira le attività della Chiesa del Vangelo di Dio. Il 30 gennaio scorso, l'assistente pastore Jojin stava distribuendo opuscoli nei bassifondi della città di Indore quando è stato avvicinato da membri del Rashtriya Swayamsevak Sangh (RSS) che lo hanno percosso ed allontanato dalla zona.
Il 5 febbraio, le aggressioni sono proseguite quando una quarantina di persone è entrata nel complesso della chiesa mentre il pastore si stava preparando per la preghiera del mattino. Gli assalitori hanno divelto le porte della chiesa ed hanno aggredito il pastore Jojin ed un tirocinante. Alcune bibbie sono andate distrutte. Rimossi libri religiosi. I due pastori sono stati poi portati in giro per le strade dove hanno subito gli insulti della gente. Come era già successo altre volte in India, i pastori feriti sono stati dapprima arrestati e soltanto più tardi sono stati portati in ospedale. Gli assalitori, che avevano accusato i pastori di fuorviare la gente e di prepararla alla conversione al cristianesimo, sono stati arrestati. (VoM]
ITALIA
Il crocifisso è laico e i laicisti paiono smarriti
Davide Rondoni
[AVVENIRE] Fa quasi tenerezza. Come se vedi un bimbo che gli si è rotto un giochino in mano. E non si raccapezza. Non sa più come funziona quel che prima filava così liscio. Sì, fa quasi tenerezza veder lo smarrimento che ha invaso i delicati sensi di taluni commentatori alla sentenza con cui il Consiglio di Stato ha stabilito che ci sono motivi sufficienti poiché il crocefisso resti esposto nelle aule e nei luoghi pubblici. Quella sentenza li ha gettati in confusione. Si erano costruiti un bello schemino: da una parte stavano gli oscuri difensori di macabri simboli religiosi e dall'altro gli uomini liberi, laici, illuminati e pure un poco luminosi. Era chiaro dove stava il bene e il male, il moderno e l'antimoderno, il religioso e il laico. Avevano messo a punto e ben smerciato sui loro media e strumenti di persuasione questo semplice marchingegno ideologico per cui il crocefisso è fardello di un'epoca oscura da cui dobbiamo affrancarci e un bel muro vuoto è segno di libertà e di rispetto.
E adesso gli Altotogati - che non sono certo degli oscuri monaci alla Eco - affermano addirittura che il crocefisso ha valore educativo perché richiama "valori civilmente rilevanti, che ispirano e soggiacciono il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile". Come dire: serve a richiamare i fondamenti dello Stato laico. Ai nostri commentatori, vedi Merlo ieri su Repubblica, è venuto quel che in Romagna chiamiamo uno "stranguglione". Come quando ti va di traverso qualcosa e strabuzzi gli occhi. Improvvisamente le parole si sono spostate di posto davanti ai loro occhi. E si son confusi loro i pensieri. Gesù non faceva più coppia con religione, divisione e oscurità, ma con laicità e convivenza. E il crocefisso non faceva più coppia con i simboli di una religione come un'altra, ma è richiamo alle cose più importanti che ci tengono insieme. Ma come, il crocefisso non è un simbolo religioso e perciò da tener nascosto? O non lo si dovrebbe esibire in compagnia di tutti i simboli a parimerito? Che so, portando in aula pure dei menhir, dei cilindri girevoli, dei totem, delle mucche sacre o fulmini o quant'altro, in un caravanserraglio religioso "democratico" e folkloristico?
Non saranno certo queste poche righe a distogliere quei ragazzoni dalla faccia imbronciata che non si raccapezzano più. Già vediamo che alcuni, pur di non fermarsi a riflettere veramente su cosa vuol dire laico e cosa vuol dire cristiano, preferiscono tornare ad accomodarsi nei loro pregiudizi.
Ai rintronati da una sentenza piena di semplice buon senso e di quasi ovvio senso della storia, noi umilmente suggeriamo due pensierini per uscire dalla paralisi. Il primo: forse non è un caso che il cristianesimo abbia sempre affermato di non essere una religione. A un autentico laico dovrebbe interessare che il cristianesimo sia un movimento di uomini e una grandiosa avventura di individui, di popoli, di istituzioni, di arte, che si fonda non su un tentativo religioso, ma su un avvenimento storico. Gesù, appunto. Il quale non è né un santone, né un profeta, né un re, ed ebbe anzi i capi religiosi contro. Il secondo: potrebbe essere, questa diatriba, un'occasione per mettere a tema chi è Gesù detto il Cristo, al di là di quel che già tutti presumiamo di sapere di Lui. Non dovrebbe dispiacere ai cosiddetti laicisti il fatto che si possa discutere di un fatto storico e delle sue caratteristiche. Perché l'ignoranza e la censura, specie l'autocensura, sono anticamera della confusione e della guerra. Ci state?
Messico: la risposta della Chiesa di fronte alle profanazioni dell’Eucaristia
Intervista al Vescovo di La Paz, monsignor Miguel Ángel Alba Díaz
LA PAZ (Messico), giovedì, 16 febbraio 2006 (ZENIT.org).- La diocesi messicana di La Paz, nello Stato nord-occidentale della Bassa California, è stata oggetto di notizie in questi giorni per la decisione del Vescovo Miguel Ángel Alba Díaz di celebrare atti di riparazione per la profanazione dell’Eucaristia.
Per ascoltare in viva voce le motivazioni di questa decisione e gli atti che sono stati commessi nella diocesi di La Paz, abbiamo intervistato il Vescovo Alba Díaz su temi dolorosi per l’intera Chiesa in Messico e nel mondo.
Come ha avuto inizio questa serie di furti?
Monsignor Alba: Il mio ministero episcopale a La Paz ha avuto inizio nell’agosto del 2001 e poco tempo dopo, nel 2002, si è consumato il primo sacrilegio nella Parrocchia di Guadalupe a Ciudad Constitución. All’inizio del 2004 si è verificato poi un altro sacrilegio, nello stesso paese, ma nella Parrocchia di Lourdes. In entrambi i casi è ormai accertato che l’oggetto del furto non era la Santa Eucaristia, ma i calici sacri, poiché le specie consacrate sono state abbandonate in luoghi disabitati.
I rispettivi parroci hanno organizzato atti di riparazione, ma nella popolazione locale e nei mezzi di comunicazione, questi atti sono stati trascurati, come se l’importante fossero gli oggetti rubati, presumibilmente di valore, e non la profanazione dell’Eucaristia.
Vi sono state profanazioni che hanno avuto come oggetto specificamente il Santissimo Sacramento?
Monsignor Alba: Nell’ottobre del 2005, mentre ero al Sinodo dei Vescovi che si è svolto nell’ambito delle celebrazioni dell’Anno dell’Eucaristia, si è consumato un nuovo sacrilegio, questa volta nella Parrocchia di Guadalupe della città di La Paz. Di questo caso ho avuto notizia quando sono rientrato e mi ha preoccupato di più perché questa volta l’oggetto del furto era proprio l’Ostia consacrata che è stata rubata rompendo il cristallo che la custodiva. Anche in questo caso gli atti di riparazione sono rimasti a livello parrocchiale.
Il 3 febbraio di quest’anno si è verificata la quarta profanazione, nella Cattedrale. Questa volta ho voluto che i fatti non fossero sminuiti, come se si trattasse di un furto di oggetti preziosi o di valore artistico, ma che si percepisse quale fosse la natura e la portata dell’atto, così come la vera preoccupazione della Chiesa. Per questo, il 5 febbraio, ho emanato il primo messaggio alla comunità, informando del fatto e della sua gravità, e annunciando la celebrazione di atti di riparazione a livello di città e di diocesi.
Qual è stata la riposta della Chiesa?
Monsignor Alba: Gli atti di riparazione sono stati descritti nel decreto del 7 febbraio. Si è cercato di combinare la preghiera di riparazione con atti esterni di dolore e di penitenza ecclesiale, perché “lo Sposo ci è stato tolto”. Entrambi i documenti sono stati letti e commentati in chiesa e sono stati riportati dalla stampa locale in modo ampio, diffuso e fedele. Di conseguenza, i fatti sono stati percepiti dalla società nella loro vera dimensione ed hanno provocato un’ondata di costernazione e di indignazione nella popolazione cattolica. La Cattedrale stracolma e l’ambiente che vi regnava, durante la prima Messa di riparazione, sono stati una chiara testimonianza di questo.
La polizia ha arrestato qualcuno in relazione a questi fatti?
Monsignor Alba: Lo stesso venerdì 10 febbraio, qualche ora prima della celebrazione in Cattedrale della prima Messa di riparazione, la polizia ha trovato il giovane che aveva rubato il Santissimo e mi ha chiamato per andare con lui sul luogo in cui teneva nascosta la refurtiva: una costruzione abbandonata, in mezzo ai detriti, alla polvere e ai rifiuti.
Lì, insieme al Vicario Generale, abbiamo proceduto al recupero sia della pisside con le forme ancora contenute, sia delle Ostie che erano state disseminate intorno, per riportarle nuovamente alla Cattedrale.
Che riflessione si può fare su questi eventi?
Monsignor Alba: I sentimenti vissuti e le riflessioni che questi fatti hanno suscitato in me li ho esposti in un terzo documento che è stato letto di fronte alla moltitudine di fedeli riuniti, all’inizio della Messa di riparazione, e che ha ricevuto anche ampia diffusione e risonanza nelle chiese e nei mezzi di comunicazione.
Al termine della Messa, il Vicario Generale ha portato solennemente le Ostie profanate all’altare per celebrare l’Ora Santa di riparazione al Signore. Credo che questa profanazione, che il Signore nella sua mirabile provvidenza ha voluto permettere, ha creato nei sacerdoti e nei fedeli una coscienza più viva del dono eucaristico e della presenza del Signore. Da ogni parte sorgono iniziative per dare maggiore sicurezza ai nostri tabernacoli e alle nostre chiese, e si organizzano gruppi di fedeli per vegliare continuamente il Santissimo e non lasciarlo mai abbandonato.
Al contempo, questi fatti compiuti da un giovane indigeno, la cui mente è divorata dall’alcol e dalla droga, hanno innescato una riflessione sulla cultura della morte e sulla perdita del vero significato e della trascendenza del corpo e della vita dell’essere umano.
Cosa c’è sotto questa serie così infausta di avvenimenti nella sua diocesi?
Monsignor Alba: Sono certo che, sempre, dietro ogni peccato c’è l’opera del maligno. In questi casi e in particolare nella profanazione dell’Eucaristia del Santuario di Guadalupe dell’ottobre scorso, temo fortemente, molto fortemente, che il furto sia stato commesso con finalità nettamente sacrileghe, per atti di superstizione, stregoneria e anche culti di tipo satanico. Il mondo della droga, del degrado morale e del crimine organizzato è normalmente il contesto privilegiato per il culto a Satana in tutte le sue forme, dai tatuaggi ai riti selvaggi.
ITALIA
Il crocifisso è laico e i laici paiono smarriti
Davide Rondoni
Fa quasi tenerezza. Come se vedi un bimbo che gli si è rotto un giochino in mano. E non si raccapezza. Non sa più come funziona quel che prima filava così liscio. Sì, fa quasi tenerezza veder lo smarrimento che ha invaso i delicati sensi di taluni commentatori alla sentenza con cui il Consiglio di Stato ha stabilito che ci sono motivi sufficienti poiché il crocefisso resti esposto nelle aule e nei luoghi pubblici. Quella sentenza li ha gettati in confusione. Si erano costruiti un bello schemino: da una parte stavano gli oscuri difensori di macabri simboli religiosi e dall'altro gli uomini liberi, laici, illuminati e pure un poco luminosi. Era chiaro dove stava il bene e il male, il moderno e l'antimoderno, il religioso e il laico. Avevano messo a punto e ben smerciato sui loro media e strumenti di persuasione questo semplice marchingegno ideologico per cui il crocefisso è fardello di un'epoca oscura da cui dobbiamo affrancarci e un bel muro vuoto è segno di libertà e di rispetto.
E adesso gli Altotogati - che non sono certo degli oscuri monaci alla Eco - affermano addirittura che il crocefisso ha valore educativo perché richiama "valori civilmente rilevanti, che ispirano e soggiacciono il nostro ordine costituzionale, fondamento del nostro convivere civile". Come dire: serve a richiamare i fondamenti dello Stato laico. Ai nostri commentatori, vedi Merlo ieri su Repubblica, è venuto quel che in Romagna chiamiamo uno "stranguglione". Come quando ti va di traverso qualcosa e strabuzzi gli occhi. Improvvisamente le parole si sono spostate di posto davanti ai loro occhi. E si son confusi loro i pensieri. Gesù non faceva più coppia con religione, divisione e oscurità, ma con laicità e convivenza. E il crocefisso non faceva più coppia con i simboli di una religione come un'altra, ma è richiamo alle cose più importanti che ci tengono insieme. Ma come, il crocefisso non è un simbolo religioso e perciò da tener nascosto? O non lo si dovrebbe esibire in compagnia di tutti i simboli a parimerito? Che so, portando in aula pure dei menhir, dei cilindri girevoli, dei totem, delle mucche sacre o fulmini o quant'altro, in un caravanserraglio religioso "democratico" e folkloristico?
Non saranno certo queste poche righe a distogliere quei ragazzoni dalla faccia imbronciata che non si raccapezzano più. Già vediamo che alcuni, pur di non fermarsi a riflettere veramente su cosa vuol dire laico e cosa vuol dire cristiano, preferiscono tornare ad accomodarsi nei loro pregiudizi. Magari - come l'infastidito Cacciari - dicendo che la faccenda non importa e che Gesù Cristo, il quale si sa ha coi filosofi un filo diretto, sarebbe lui il primo a togliersi dai muri.
Ai rintronati da una sentenza piena di semplice buon senso e di quasi ovvio senso della storia, noi umilmente suggeriamo due pensierini per uscire dalla paralisi. Il primo: forse non è un caso che il cristianesimo abbia sempre affermato di non essere una religione. A un autentico laico dovrebbe interessare che il cristianesimo sia un movimento di uomini e una grandiosa avventura di individui, di popoli, di istituzioni, di arte, che si fonda non su un tentativo religioso, ma su un avvenimento storico. Gesù, appunto. Il quale non è né un santone, né un profeta, né un re, ed ebbe anzi i capi religiosi contro. Il secondo: potrebbe essere, questa diatriba, un'occasione per mettere a tema chi è Gesù detto il Cristo, al di là di quel che già tutti presumiamo di sapere di Lui. Non dovrebbe dispiacere ai cosiddetti laici il fatto che si possa discutere di un fatto storico e delle sue caratteristiche. Perché l'ignoranza e la censura, specie l'autocensura, sono anticamera della confusione e della guerra. Ci state?
Precisazione:
*Allah come creatore dell'Universo è stato letteralmente eletto successivamente, prima era un idolo qualsiasi.
Questa è una tua interpretazione: le parentele dei due nomi sono solo etimologiche. "Allah" significa semplicemente "Dio" in arabo. Ci sono prove (http://www.faithfreedom.org/Articles/skm30804.htm) che il culto sia stato derivato da una divinità precedente, ma i riferimenti sono stati ripuliti dal Corano (i famosi "versetti satanici") già nelle prime fasi di diffusione dell'islam, e il vecchio culto ridotto a "idolatria".
Infatti (da Allat (http://en.wikipedia.org/wiki/Allat) ):
Allāt continued to be venerated until the Thaqīf embraced Islam, when the Apostle of God dispatched al-Mughīrah ibn-Shuˤbah, who destroyed her and burnt her temple to the ground.
Cioè è più simile agli dei cananei della Bibbia.
Inoltre, nella voce Allah (http://en.wikipedia.org/wiki/Allah) :
It is the same God worshipped by Adam, Noah, Abraham, Moses, Jesus, Muhammad and other prophets of Islam. In Islam, there is only one God and Muhammad is the last messenger.
Vale a dire che il Dio venerato dalle tre religioni monoteiste è lo stesso; d'altra parte se non fosse così non si capirebbe come possano i musulmani venerare Gesù come profeta.
Continuate pure a discutere ;)
IRAN
Vignette su Maometto: crocifisso bruciato a Teheran
Brucia la croce davanti all'ambasciata danese a Teheran. I dimostranti gridano 'morte alla Danimarca!', mostrano il Corano e inneggiano alla grandezza di Allah. La sede diplomatica è vuota, abbandonata ormai dal personale di Copenhagen. E mentre sulle inferriate la croce è in fiamme, anche le tipiche brioshes danesi vengono ribattezzate 'rose di Maometto', e distribuite fra i manifestanti.[TG5]
:Puke: :Puke: :Puke: :Puke:
giannola
18-02-2006, 11:31
IRAN
Vignette su Maometto: crocifisso bruciato a Teheran
Brucia la croce davanti all'ambasciata danese a Teheran. I dimostranti gridano 'morte alla Danimarca!', mostrano il Corano e inneggiano alla grandezza di Allah. La sede diplomatica è vuota, abbandonata ormai dal personale di Copenhagen. E mentre sulle inferriate la croce è in fiamme, anche le tipiche brioshes danesi vengono ribattezzate 'rose di Maometto', e distribuite fra i manifestanti.[TG5]
:Puke: :Puke: :Puke: :Puke:
Ewigen com'è che stavolta nn parli degli assalti a benghazi ?
Sarà che stavolta è fin troppo evidente la nostra deliberata provocazione ? :D
Appunto.
Tuttavia bella cosa che se fai villipendio all'Islam come in questo caso tutto è in prima pagina con tanto pure di decisione se espellere o no anche dal parlamento europeo (non sono elettore della Lega (e da un poco pure della destra),ma se deve essere messa al bando per certi comportamenti incivili di alcune singole persone allora che valga anche per altri partiti la cui coscienza in quanto di villipendii non la hanno per niente pulita.ndewigen) mentre se lo fai nei nostri confronti (vedi crocifisso,Manifesto,Politikon,UAAR,toni di alcuni del fronte del sì alll'ultimo referendum,...) puoi rispondere agli offesi che (giustamente) ti danno dell'incivile definendoli talebani,fondamentalisti,intolleranti,patetici,maleducati,inquisitori,...
Sia chiaro,come già detto in questo thread:non esistono discriminazioni e offese antireligiose di serie A o di serie B o di serie Z,ma solo la solita dimostrazione di involuzione umana,senza se e senza ma.
PS:il tu non è riferito a te,sia chiaro
giannola
18-02-2006, 19:11
Appunto.
Tuttavia bella cosa che se fai villipendio all'Islam come in questo caso tutto è in prima pagina con tanto pure di decisione se espellere o no anche dal parlamento europeo mentre se lo fai nei nostri confronti (vedi crocifisso,Manifesto,Politikon,UAAR,toni del fonte del sì alll'ultimo referendum,...) puoi rispondere agli offesi che (giustamente) ti danno dell'incivile definendoli talebani,fondamentalisti,intolleranti,maleducati,inquisitori,...
Sia chiaro,come già detto in questo:non esistono discriminazioni e offese antireligiose di serie A o di serie B o di serie Z,ma solo la solita dimostrazione di involuzione umana,senza se e senza ma.
PS:il tu non è riferito a te,sia chiaro
ecco è questo l'atteggiamento che Ewigen porta per cercare di sedare gli animi, per fornire una via d'uscita a questo muro contro muro.
Bene, continua così, magari fino a quando grazie ai tuoi continui inviti a prendere atto che i cristiani sono succubi dei mussulmani qualcuno non decida di fare vendetta e di rendergli pan per focaccia, spero che dopo sarai soddisfatto.
Ti è mai passato per la testa che se l'approccio ( il vilipendio come dici tu) coi cristiani è diverso è perchè si suppone che in virtù di una loro maggiore abilità di discernimento e di profondere riflessioni?
Li si ritiene capaci "digerire" le stupidaggini e ci si stupisce che si arrocchino su posizioni bigotte.
Questa maturità non la supponiamo invece nell'Islam, quindi ci si regola di conseguenza.
E' come con le persone, con uno permaloso si evita, con uno gioviale si scherza senza timore.
ma per fortuna voi siete rimasti in pochi in Europa
e spero che in Italia qualcuno incomcia a svegliarsi
__________________
www.uaar.it
:zzz:
NIGERIA
45 persone uccise
Violenze nel Paese africano: negozi e chiese dati alle fiamme, molti arresti
Ancora violenze e polemiche nel mondo in seguito alle proteste contro la pubblicazione da parte di alcuni giornali europei delle vignette sul profeta Maometto. È di 45 morti, la maggior parte dei quali cristiani o non musulmani, il bilancio degli scontri scoppiati durante una protesta contro le vignette raffiguranti il profeta Maometto nella cittá nigeriana di Maiduguri, nel nord del Paese. La polizia locale riferisce di 42 arresti effettuati nei disordini, scoppiati ieri, e di 18 chiese prese d'assalto dalla folla. Il governo nigeriano è stato costretto a dispiegare l'esercito per fermare le violenza. I dimostranti hanno preso di mira la comunità cristiana dopo che la polizia era riuscita bloccare la manifestazione contro le vignette e aveva disperso la folla usando gas lacrimogeno.[Corriere delal Sera]
giannola
19-02-2006, 18:23
NIGERIA
45 cristiani uccisi
Violenze nel Paese africano: negozi e chiese dati alle fiamme, molti arresti
Ancora violenze e polemiche nel mondo in seguito alle proteste contro la pubblicazione da parte di alcuni giornali europei delle vignette sul profeta Maometto. È di 45 morti, la maggior parte dei quali cristiani o non musulmani, il bilancio degli scontri scoppiati durante una protesta contro le vignette raffiguranti il profeta Maometto nella cittá nigeriana di Maiduguri, nel nord del Paese. La polizia locale riferisce di 42 arresti effettuati nei disordini, scoppiati ieri, e di 18 chiese prese d'assalto dalla folla. Il governo nigeriano è stato costretto a dispiegare l'esercito per fermare le violenza. I dimostranti hanno preso di mira la comunità cristiana dopo che la polizia era riuscita bloccare la manifestazione contro le vignette e aveva disperso la folla usando gas lacrimogeno.
ma se nn tutti i morti sono cristiani perchè nel titolo hai messo come se lo fossero ?
Perchè fa più scalpore ?
19 Febbraio 2006
PAKISTAN
Ancora violenze per la blasfemia, assaltate due chiese nel Sud
Centinaia di musulmani inferociti cercano di appiccare il fuoco agli edifici di culto ma vengono fermati dalla polizia. “Situazione sotto controllo anche se tesa”.
Sukkur (AsiaNews) – Una folla composta da alcune centinaia di musulmani inferociti ha assaltato e saccheggiato oggi due chiese di Sukkur, città della provincia meridionale del Sindh, ed è stata fermata dalla polizia pochi minuti prima di appiccare il fuoco agli edifici.
La violenza – secondo alcune fonti locali – è nata da un presunto caso di blasfemia: un ragazzo cristiano avrebbe gettato delle pagine del Corano in una pattumiera. In diverse occasioni la Chiesa cattolica locale, in accordo con le confessioni protestanti, ha definito le leggi sulla blasfemia “discriminatorie ed inutili”.
Secondo Salahuddin Haider, il portavoce del governo provinciale, durante le violenze non vi sono stati feriti. “Hanno tentato di incendiare le chiese – ha aggiunto - ma la polizia li ha dispersi. Sembra chiaro che i disordini sono scoppiati in reazione a delle voci secondo cui un adolescente cristiano ha gettato pagine del Corano in una pattumiera”. “La folla – ha concluso - ha bloccato alcune strade ma ora la situazione è sotto controllo, anche se tesa”.
Dopo l’attacco a Sangla Hill [dove una folla di musulmani, in base ad un presunto caso di blasfemia, ha distrutto diverse proprietà di cristiani locali ndr], la Commissione nazionale Giustizia e Pace ha organizzato una grande manifestazione a Lahore per chiedere l’abrogazione di questa e delle famigerate Ordinanze Hudood.
La cosiddetta legge sulla blasfemia corrisponde all’articolo 295, comma b e c, del Codice penale pakistano. Il primo riguarda le offese al Corano, punibili con l’ergastolo, mentre il secondo stabilisce la morte o il carcere a vita per diffamazioni contro il profeta Maometto. Dal 1996, anno in cui è entrata in vigore, decine di cristiani sono stati uccisi per aver diffamato l’islam, 560 persone sono state accusate, 30 sono ancora in attesa di giudizio. Molto spesso la legge viene utilizzata per eliminare avversari e nemici.
Le ordinanze Hudood si ispirano al Corano e puniscono i comportamenti incompatibili con l’Islam (quale l’adulterio, il gioco d’azzardo, l’uso di alcol) anche con la flagellazione e la lapidazione.
Gli emendamenti approvati nell’ottobre 2004 – su richiesta della Chiesa cattolica - prevedono solo pene più severe per i casi di omicidio d’onore (carcere a vita o pena di morte), ma spesso non vengono applicati.
Sembra invece essere tornata la calma a Maiduguri, la capitale dello stato di Borno (in Nigeria), dove ieri 16 persone sono state trucidate da una folla inferocita di migliaia di integralisti islamici scesi in piazza per condannare la pubblicazione delle caricature del profeta Maometto. Le autorità hanno confermato infatti il coprifuoco e, secondo Usman Chioma – portavoce del governo locale – “la città è calma e chi si e' voluto recare nei luoghi di culto ha potuto farlo senza essere aggredito o intimorito da nessuno”.
February 17, 2006, 10:03:38 AM
Kyrgyzstan
INTOLERANCE AGAINST CHRISTIANS HIGHLIGHTED BY MURDER
By Igor Rotar
The late December murder of a Protestant in a village in eastern Kyrgyzstan has highlighted the difficulties for ethnic Kyrgyz of Muslim backgrounds in rural areas who convert to Christianity, the widespread social exclusion that allows attacks to go unpunished and the difficulties finding somewhere to bury Christians who die in areas without non-Muslim graveyards.
Saktinbai Usmanov, who became a Protestant Christian in 1990, was murdered on 29 December 2005 in Zhety-Oguz village in Zhety-Oguz region on the southern bank of Lake Isyk-kul [Lake Ysyk-Köl], Aleksandr Klyushev, head of the Association for Religious Organisations in Kazakhstan told Forum 18 News Service. Saktinbai Usmanov's son, Ruslan Usmanov, a Protestant pastor who lives in Kemin district in central Kyrgyzstan, came to visit his father after Christmas 2005 and stayed with him until late evening. On 3 January 2006, Saktinbai Usmanov's neighbours discovered his body. A number of knife-wounds were found on his body, and his head had been smashed in.
As soon as news spread of Usmanov's death, a large crowd of villagers blocked off the road to make it impossible to bury his body in the village cemetery. The villagers explained that a non-Muslim could not be buried in a Muslim cemetery. It was only several days later that the Zhety-Oguz district authorities allocated a patch of land for Usmanov's burial, outside the area occupied by the Zhety-Oguz cemetery.
Ruslan Usmanov told Forum 18 on 12 February in the village of Zhety-Oguz that he himself had not lived in the village for several years.
"Naturally, I don't know who killed my father. There's an investigation under way, and I hope my father's murderers will be found. The only thing I can say at present is that my father came from a Muslim background and when he adopted Christianity, he angered many Muslims."
There had been previous attacks on Saktinbai Usmanov. Some four years ago, some masked intruders burst into his home, held a knife to his throat and threatened to kill him if he did not return to the "faith of his ancestors". There were also what his son called "loutish escapades", including an occasion when some villagers on a tractor pulled down the fence around Saktinbai Usmanov's house.
Deliberate ostracism also took place, because of Saktinbai Usmanov's faith. "The village mullah, Nurlan Asangojaev, told the villagers that my father, as one who had rejected his faith, could not attend weddings or funerals, and from then on my father was stopped from attending these events. The Kyrgyz traditionally celebrate all the important events in life together. Therefore the fact that my father was not allowed to attend community events was a painful ordeal for him," his son told Forum 18.
Mullah Asangojaev, after Saktinbai Usmanov's death, also started to spread rumours that he had actually been murdered by Protestants because he was apparently intending to return to Islam. "Even Agym, the republic's newspaper, seized on this ridiculous rumour. I am absolutely outraged by this monstrous slander, and I intend to demand that the newspaper print a retraction," Ruslan Usmanov told Forum 18.
Saktinbai Usmanov's neighbours Erkin Bekcheraeva and Gulbush Isaeva confirmed to Forum 18 in the village that the villagers wanted nothing to do with Saktinbai Usmanov, because they felt he was "a traitor to the faith of his ancestors". "Saktinbai was always trying to preach his religious beliefs to his fellow-villagers and distribute Christian literature. That used to make people very angry," Isaeva told Forum 18.
"Saktinbai was a good, kind man. He used to help the poor. But people could not forgive him for rejecting the faith of his ancestors. Even before the tragedy, his home was burgled several times. Prior to his death, he was virtually destitute - there was nothing left in his house,"
Bekcheraeva told Forum 18.
"I can't offer any convincing proof, but I am sure that Saktinbai was killed by Protestants because he wanted to return to Islam," Asangojaev, imam-hatyb for Zhety-Oguz village, told Forum 18 on 12 February. He admitted that he had prevented Usmanov's burial in the village cemetery.
"Our village is purely Kyrgyz. Its entire population is Muslim. It may be that many of them don't say their prayers five times a day, and even drink vodka. But none of them has rejected the faith of their ancestors
Therefore our cemetery is Muslim. Under Shariah law, only Muslims may be buried in a Muslim cemetery."
Zamir Turdukeev, acting head of the Zhety-Oguz district administration, explained that the local authorities "found a solution" and assigned a special plot for Usmanov's burial. "If there is a registered Protestant community in a particular village, the state is happy to provide it with land for the burial of fellow-believers," he told Forum 18 in Kyzyl-Su (the administrative centre for Zhety-Oguz district) on 13 February. "But the problem was that Saktinbai Usmanov was the only Protestant in the village."
He explained that the land occupied by the cemetery belongs to the state.
"But ever since Soviet times the state has offered land separately for burials of Muslims, Orthodox and Protestants."
The issue of hostility to Muslims who convert to Christianity is a widespread problem in all the Central Asian republics.
In 1990, there was a terrorist attack (in which no-one was injured) on the Korean Protestant church in Dushanbe in Tajikistan, which was engaged in preaching among ethnic Tajiks. An investigation found that two students from an Islamic school were responsible for the attack.
According to the Tajik authorities, on 12 January 2004 Protestant pastor Sergei Besarab, who was doing missionary work among Tajiks, was killed in the Tajik town of Isfara. According to the Tajik authorities, members of a radical Islamic organisation Baiyat (Oath) murdered Besarab. In May 2005 12 members of Baiyat were convicted at the Sogd regional court (north
Tajikistan) of murdering the Baptist pastor and carrying out arson attacks on mosques and were sentenced to 25 years' imprisonment.
In 2001 a group of ethnic Uzbeks from south Kyrgyzstan set up a kangaroo court which tried to convict fellow Uzbeks who had converted to Christianity.
Uzbekistan and Kazakhstan have also seen cases where Muslim converts to Christianity have been the victims of kangarro courts, with official connivance. "When we adopted a law banning missionary activity, western countries accused us, saying this restriction was an infringement of human rights. But the problem is that in our particular circumstances, unfettered Christian propaganda among Muslims can result in bloody conflicts," Shoazim Minovarov, head of the Uzbek government's Religious Affairs Committee, told Forum 18 in 2005.
Officials in Turkmanistan are openly intolerant towards converts to Christianity, especially ethnic Turkmens.
A related issue is intolerance - including death threats - by Muslims towards other Muslims who espouse what are seen as non-traditional approaches to Islam. In 2005 in Azerbaijan, west of Central Asia across the Caspian Sea, the respected Islamic scholar Nariman Gasimoglu was the victim of Iranian-inspired death threats for his Islamic religious views, and the police were reluctant to take action to counter this.
There are at least two factors underlying the intolerant attitude of Muslims towards Muslims who have converted to Christianity. Under Islamic law, Muslims who reject their faith have to be punished. Tajiks and Uzbeks are particularly devout Muslims, and representatives of these two nationalities see those who have converted to Christianity as apostates.
However, among the Kazakhs and Kyrgyz, who used to be nomads not so long ago, Islam is practised on an everyday superficial level and is closely linked with pagan beliefs. Interestingly, only a negligible minority of people from these nationalities perform namaz or observe fasts, and almost all the men drink alcohol - which is forbidden under Islam. Interestingly, villagers in Zhety-Oguz told Forum 18 that Usmanov was most often abused by drunks.
It is also possible that Kazakhs and Kyrgyz people see their fellow-tribesmen who have converted to Christianity as having lost their national identity. "Most of my fellow-tribesmen drink alcohol and don't observe Muslims rituals, but they nominally they consider themselves Muslims. They see those who have converted to Christianity as traitors who have rejected national customs."This is a sentiment expressed by several times by Kyrgyz and Kazakh converts to Christianity when speaking to Forum 18. [Forum 18 News Service]
Libano: I cristiani attendono con apprensione lo sviluppo degli eventi
[ICN-News 17/02/06]
Libano -Un anno fà moriva assassinato il Primo
Ministro del Libano, Rafik Hairi.
Il suo assassinio ha cambiato il panorama politico
della regione, spianando la strada al primo governo
anti-Siriano in decenni. Nella sua assenza, gli
Hezbollah hanno occupato seggi nel governo Libanese.
Di conseguenza, la Siria e l'Iran hanno rafforzato i
loro legami.
Se aggiungiamo a questo la reazione indignata dei
Musulmani alle vignette offensive pubblicate da un
giornale Danese, la situazione diventa esplosiva.
I credenti stanno osservando la situazione
incandescente con grande apprensione. David Harder
della SAT-7 dice che il suo personale nel Medio
Oriente non è ancora incorso nell'ira islamica.
Nondimeno c'è stato un effetto secondario
significativo. "Non siamo stati un target diretto, ma
indirettamente il morale del nostro personale ne ha
sofferto, particolarmente nel Libano. C'è
preoccupazione per il futuro, perchè in questo momento
nel Libano c'è un clima di grande incertezza."
Alla luce di quello che sta accadendo nella zona,
questo è compresibile. Harder aggiunge comunque che
quando ricevono lettere, telefonate ed email dai
telespettatori le cui vite sono state toccate, si
sentono rincuorati.
Harder dice che SAT-7 è un ministero che serve ad
unire i credenti nella regione, che normalmente si
sentono isolati, e che dà la possibilità alle comunità
cristiane di parlare di Gesu' e di quello in cui
credono attraverso la televisione. Le persone sono
libere di guardare, e lo fanno e stanno imparando a
conoscere Gesu'.
[Fonte:Repubblica :eek:]
[size=1]vabbeh,vera fonte:Mission Network News[/b]:)
Hakuna Matata
20-02-2006, 00:25
Precisazione:
Questa è una tua interpretazione: le parentele dei due nomi sono solo etimologiche. "Allah" significa semplicemente "Dio" in arabo. Ci sono prove (http://www.faithfreedom.org/Articles/skm30804.htm) che il culto sia stato derivato da una divinità precedente, ma i riferimenti sono stati ripuliti dal Corano (i famosi "versetti satanici") già nelle prime fasi di diffusione dell'islam, e il vecchio culto ridotto a "idolatria".
Infatti (da Allat (http://en.wikipedia.org/wiki/Allat) ):
Allāt continued to be venerated until the Thaqīf embraced Islam, when the Apostle of God dispatched al-Mughīrah ibn-Shuˤbah, who destroyed her and burnt her temple to the ground.
Cioè è più simile agli dei cananei della Bibbia.
Inoltre, nella voce Allah (http://en.wikipedia.org/wiki/Allah) :
It is the same God worshipped by Adam, Noah, Abraham, Moses, Jesus, Muhammad and other prophets of Islam. In Islam, there is only one God and Muhammad is the last messenger.
Vale a dire che il Dio venerato dalle tre religioni monoteiste è lo stesso; d'altra parte se non fosse così non si capirebbe come possano i musulmani venerare Gesù come profeta.
Continuate pure a discutere ;)
Grazie per la spiegazione :)
giannola
20-02-2006, 08:32
19 Febbraio 2006
PAKISTAN
Ancora violenze per la blasfemia, assaltate due chiese nel Sud
Centinaia di musulmani inferociti cercano di appiccare il fuoco agli edifici di culto ma vengono fermati dalla polizia. “Situazione sotto controllo anche se tesa”.
Sukkur (AsiaNews) – Una folla composta da alcune centinaia di musulmani inferociti ha assaltato e saccheggiato oggi due chiese di Sukkur, città della provincia meridionale del Sindh, ed è stata fermata dalla polizia pochi minuti prima di appiccare il fuoco agli edifici.
La violenza – secondo alcune fonti locali – è nata da un presunto caso di blasfemia: un ragazzo cristiano avrebbe gettato delle pagine del Corano in una pattumiera. In diverse occasioni la Chiesa cattolica locale, in accordo con le confessioni protestanti, ha definito le leggi sulla blasfemia “discriminatorie ed inutili”.
Secondo Salahuddin Haider, il portavoce del governo provinciale, durante le violenze non vi sono stati feriti. “Hanno tentato di incendiare le chiese – ha aggiunto - ma la polizia li ha dispersi. Sembra chiaro che i disordini sono scoppiati in reazione a delle voci secondo cui un adolescente cristiano ha gettato pagine del Corano in una pattumiera”. “La folla – ha concluso - ha bloccato alcune strade ma ora la situazione è sotto controllo, anche se tesa”.
Dopo l’attacco a Sangla Hill [dove una folla di musulmani, in base ad un presunto caso di blasfemia, ha distrutto diverse proprietà di cristiani locali ndr], la Commissione nazionale Giustizia e Pace ha organizzato una grande manifestazione a Lahore per chiedere l’abrogazione di questa e delle famigerate Ordinanze Hudood.
La cosiddetta legge sulla blasfemia corrisponde all’articolo 295, comma b e c, del Codice penale pakistano. Il primo riguarda le offese al Corano, punibili con l’ergastolo, mentre il secondo stabilisce la morte o il carcere a vita per diffamazioni contro il profeta Maometto. Dal 1996, anno in cui è entrata in vigore, decine di cristiani sono stati uccisi per aver diffamato l’islam, 560 persone sono state accusate, 30 sono ancora in attesa di giudizio. Molto spesso la legge viene utilizzata per eliminare avversari e nemici.
Le ordinanze Hudood si ispirano al Corano e puniscono i comportamenti incompatibili con l’Islam (quale l’adulterio, il gioco d’azzardo, l’uso di alcol) anche con la flagellazione e la lapidazione.
Gli emendamenti approvati nell’ottobre 2004 – su richiesta della Chiesa cattolica - prevedono solo pene più severe per i casi di omicidio d’onore (carcere a vita o pena di morte), ma spesso non vengono applicati.
Sembra invece essere tornata la calma a Maiduguri, la capitale dello stato di Borno (in Nigeria), dove ieri 16 persone sono state trucidate da una folla inferocita di migliaia di integralisti islamici scesi in piazza per condannare la pubblicazione delle caricature del profeta Maometto. Le autorità hanno confermato infatti il coprifuoco e, secondo Usman Chioma – portavoce del governo locale – “la città è calma e chi si e' voluto recare nei luoghi di culto ha potuto farlo senza essere aggredito o intimorito da nessuno”.
:nonsifa: non si butta il corano nella spazzatura, voglio vedere se Adel Simth buttava una bibbia nella spazzatura e lo scoprivano.
giannola
20-02-2006, 08:43
beh se questo è un 3d sulle persecuzioni non vedo cosa c'entra polemizzare sui cardinali... che siano santi o no...
guarda che te ne stai andando per i campi.
Io dico che Ewigen pontifica sulle fedi altrui come se rispetto alla sua non valessero niente.
Spesso il suo tono è volutamente sarcastico nei confronti di chi nn la pensa come lei.
Ha invitato più volte chi sollevava qualche obiezione a levarsi dai piedi in questo 3d.
Non risponde nemmeno a chi le domanda di discutere ragionevolmente.
Ma che fa scherziamo ?
Se non fossi cristiano, anzi se nn ne avessi mai conosciuto uno e lo conoscessi adesso attraverso le parole di Ewigen, credo che li odierei tutti.
Ewigen è supponente e la cosa non mi sta bene, il mondo non è in bianco e nero, non ci sono vittime da un lato e carnefici dall'altro, tutto è mescolato.
E non aiuta la fede dire in continuazione i mussulmani ci fanno questo, ci fanno quello.
Ewigen tende a far apparire tutti i mussulmani come delle bestie assetate di sangue, e su tali considerazioni nn ci può essere un dialogo.
Adesso ho reso l'idea ?
giannola
20-02-2006, 10:27
x ivanao:
vedi nella storia i problemi si presentano anche dopo molto tempo, ad esempio certe storture lasciate in piedi al congresso di Crimea (1852) hanno finito per imporsi come motivi scatenanti della 1a guerra mondiale (1914).
Vi sono persone che ancora odiano i tedeschi e non puoi dir loro che è passato troppo tempo e che la finiscano, perchè l'odio, il risentimento fanno parte della sfera emozionale.
L'astio per un torto nn riparato può durare per tutto l'arco di vita di una persona e ne può condizionare l'intera esistenza.
Mai nessuno che scende in profondità e si domanda "ma perchè ci odiano così tanto ?"
Ci si ferma al semplice, quanto drammatico fatto, mai si va alla ricerca delle motivazioni.
Se qualcuno fa qualcosa, c'è sempre un motivo e nn è mai banale.
detto questo la frase di Ewigen "Il miglior modo per usare compassione a persone con luoghi comuni e spirito polemico su ciò in cui di fatto non credono e non conoscono per niente è ignorarli" è un modo stupido per dire che se una cosa non mi conviene nemmeno rispondo.
Dimmi chi diamine è lui per sapere cosa è vero e giusto rispetto ad altri ?
In questo ha già ricevuto il mio rimprovero, non è certamente migliore di alcun altro utente, nè detentore di una suprema verità per dire che noi non meritiamo una sua risposta.
Ripeto già quest'atteggiamento arrogante può suscitare fastidio e disprezzo in chi conosce il cristianesimo solo attraverso persone come Ewigen.
Come tu dimostri attraverso l'uso della parola "demente" di non essere certo un modello di cristiano mite e benevolo, amante del suo nemico.
giannola
20-02-2006, 10:28
Ci manca che parli male di Ruini e completiamo l'opera...
l'unico che si è esposto a parlare male di qualcuno sei tu.
Ma vedo che fate uso della religione per come vi aggrada. :D
oscuroviandante
20-02-2006, 10:40
Inaccettabile il silenzio
E' in gioco la libertà di tutti»
Il vescovo Fisichella: cosa fanno Lega Araba, Unione Europea e Onu? «Oggi è in gioco la libertà di tutti»
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/02_Febbraio/20/accattoli.shtml
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