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View Full Version : [Dall'Estero]La stampa estera su Berlusconi,la sua politica ed il suo governo


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atinvidia284
11-09-2009, 17:02
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Gli spot di “Videocracy” non possono andare in onda sulla TV di stato italiana
Agosto 2009 http://italiadallestero.info/archives/7402 Gran Bretagna
[Associated Press]

Milano – La RAI, televisione di stato italiana, ha rifiutato di mandare in onda gli spot che pubblicizzano “Videocracy”, un documentario svedese che esamina l’influenza della televisione sulla cultura italiana negli ultimi 30 anni, perché gli spot sono considerati offensivi nei confronti del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Entrambi gli spot della durata di 30 secondi mostrano un Berlusconi sorridente, il settantaduenne magnate dei media e tre volte Presidente del Consiglio. Uno inizia con una serie di immagini di donne poco vestite apparse in TV nel corso degli anni, l’altro mostra statistiche che illustrano la bassa posizione dell’Italia nelle classifiche per le pari opportunità e per la libertà di stampa e fa notare che la TV è la fonte primaria di informazione per l’80 percento degli italiani.

La lettera di rifiuto della RAI, ricevuta dall’Associated Press, definiva gli spot “offensivi per l’onore e per la reputazione personale del Presidente del Consiglio”, facendo notare che le foto di donne svestite alludevano ai recenti scandali sulla vita personale di Berlusconi.

Il regista italo-svedese Eric Gandini ha respinto l’accusa che il film fosse contro Berlusconi, affermando che il film non fa assolutamente allusione agli scandali, poiché è stato finito il mese prima che questi scoppiassero.

Le rivelazioni della partecipazione di Berlusconi alla festa per il 18° compleanno di una modella a Napoli in aprile avevano portato sua moglie ad annunciare pubblicamente il divorzio. Da allora è stato collegato ad altre donne, compresa una prostituta. Berlusconi ha negato di aver avuto relazioni improprie con la modella o con qualsiasi altra donna.

“È un film sul presente. È un film che parla di come è diventata l’Italia dopo tutti questi anni. Certamente, c’è anche Belusconi. Ma è molto di più un film sulla cultura italiana” ha dichiarato Gandini in un’intervista a Stoccolma, dove “Videocracy” è uscito giovedì sera.

Sarà proiettato la prossima settimana al Festival del cinema di Venezia e in seguito al Toronto Film Festival.

Berlusconi ha fatto fortuna con Mediaset, il suo impero dei media, che ha costruito negli anni ’80 e che include i tre maggiori canali televisivi privati italiani. Mediaset e i tre canali della televisione di stato, la RAI costituiscono il 90 percento dei canali in chiaro visti in Italia.

Anche Mediaset ha rifiutato di mandare in onda gli spot.

“È uno di quei casi in cui c’è un eccesso di zelo”, dichiara in un’intervista al sito di La Repubblica Domenico Procacci, della casa produttrice italiana Fandango.

Procacci ha detto che gli spot erano stati proposti alla RAI in slot pensati per la promozione del cinema.

Nella lettera di rifiuto, la RAI ha inoltre obiettato che gli spot alludono anche al conflitto di interessi relativo alle vaste proprietà di mezzi di comunicazione di Berlusconi e “suggeriscono che il Governo, attraverso la televisione, sarebbe in grado di influenzare in maniera subliminale le idee dei cittadini a favore delle sue stesse scelte assicurandosi così il consenso della gente”.

La RAI ha dichiarato che gli spot potrebbero essere trasmessi solo se accompagnati da un altro che offrisse un punto di vista alternativo. Gandini ha risposto che la RAI e Mediaset di Berlusconi, per loro stessa natura, raccontano già l’altro lato della storia.

“L’altro lato possiede sei canali, ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette, che raccontano l’altra storia”, ha risposto Gandini. “Penso che si possano certamente permettere una discussione su questi temi perché non gli mancano di certo i mezzi per raccontare l’altro punto di vista, per mostrare quanto tutto sia bello e divertente. Divertirsi è come un mantra degli ultimi anni. Dire qualcosa di diverso diventa ovviamente molto, molto controverso.

Il regista quarantaduenne, che è cresciuto in Italia ma vive in Svezia da vent’anni, ha dichiarato che per lui il film era destinato a un pubblico straniero e che ciò era motivato dall’immagine dell’Italia come paese zimbello.

“I miei amici svedesi, ridono molto dell’Italia. È una specie di farsa per loro. Questo è il motivo per cui ho fatto questo film. Volevo mostrare ai miei amici quanto forte è stata questa evoluzione culturale e che non c’è nulla da ridere” ha dichiarato Gandini.

[Articolo originale "'Videocracy' ads can't air on Italy state TV" di COLLEEN BARRY] (http://www.google.com/hostednews/ap/article/ALeqM5gJFGPyEcFHzHcv6EvRdJfjF3I9OwD9ABD99G1)

atinvidia284
13-09-2009, 10:05
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif Professori: zitti per favore!
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7399 Olanda
[het financieele dagblad]

Il coraggio non gli manca. Il Ministro delle Finanze Giulio Tremonti si é avventurato questo lunedì nella tana del leone. La tana di un predatore arrabbiato, che lui stesso ha fatto arrabbiare. Tremonti lunedì è stato ospite dell’Università Bocconi di Milano, il più importante centro di conoscenza per economisti ed esperti di amministrazione in Italia.

Tremonti aveva fatto sapere l’estate scorsa che i signori (e signore) professori di economia farebbero meglio a tenere la bocca temporaneamente chiusa a proposito della crisi attuale. Con le loro previsioni sul futuro dell’economia creerebbero solo inquietudine e contribuirebbero in tal modo solo ad un peggioramento della crisi. Mentre il suo capo, Silvio Berlusconi, cerca di tappare la bocca ai media, Tremonti fa lo stesso con la scienza. Una reazione dei professori di economia non si é fatta attendere. La settimana scorsa e lunedì sono stati lanciati rimproveri a Tremonti sulle prime pagine di Repubblica e del Corriere della Sera.

Nell’aula magna, il Presidente della Bocconi Mario Monti ha perfino dato avvio al dibattito tra Tremonti ed Enrico Letta, del partito di opposizione PD, con l’affermazione che la sua università continuerà sempre a promuovere lo scambio di idee. “Come università non abbiamo opinioni politiche, ma ne hanno gli individui che la frequentano”. Il rettore dell’Università, Guido Tabellini, egli stesso professore di economia, ha proseguito a spiegare nei dettagli come nasce una crisi ed in che modo l’Italia intende affrontarla. Con il debito pubblico sempre in crescita ed il fatto che il problema dell’Italia non é congiunturale, ma strutturale. E Letta ha raccontato che l’Italia ha la più bassa tassazione su profitti ed investimenti e la più alta sul lavoro.

Il ministro ha ripetuto ancora i successi del suo governo in campo economico: abbiamo introdotto l’energia nucleare, una cosa fondamentale per questo Paese. Abbiamo innalzato l’età minima pensionabile. Abbiamo riformato la scuola. E tutto ciò in tempo di crisi.” Il fatto che la crisi sia il momento migliore per far passare le riforme più dolorose, al fine di rendere il Paese strutturalmente più forte, non gli é sembrata una buona idea.

In seguito il Ministro ha proseguito con una spiegazione della sua personale visione del mondo. “La globalizzazione é andata troppo velocemente. Avremmo dovuto procedervi con più lentezza ma adesso non si può più fermare. Molti Paesi in Europa optano per un innalzamento del debito pubblico per stimolare la propria economia. L’Europa si sta italianizzando. Il problema dell’Italia é il Sud del Paese. Nel Nord si lavora tanto e bene. Adesso dobbiamo metterci al lavoro per garantire che questo Paese rimanga unito.”

Alla fine si é rivelato un pomeriggio alquanto noioso. Ancor più perché il moderatore della discussione é un direttore del giornale finanziario Il Sole 24 Ore, nominato da Berlusconi, e che quindi ha passato il pomeriggio a ciarlare, senza una domanda critica. Anche i professori hanno iniziato ad annoiarsi ed una larga parte se ne é andata molto prima della fine dell’incontro. Senza dire nulla. Non vi era nemmeno la possibilità di fare domande. Tremonti é così riuscito ad averla vinta, perfino nella tana del leone.

[Articolo originale "Professoren: uw mond houden graag!" di Maarten Veeger] (http://blogs.fd.nl/italie/2009/09/-professoren-uw-mond-houden-graag-.html)

*MATRIX*
13-09-2009, 10:08
che poi mo il famoso Tarantini stava pure con D'alema ma non si dice ...Silvio tira di più

John Cage
13-09-2009, 10:12
che poi mo il famoso Tarantini stava pure con D'alema ma non si dice ...Silvio tira di più

Ecco, spiegaci tu i rapporti tra D'Alema e tarantini. Siamo qui in attesa. ;)

atinvidia284
13-09-2009, 10:14
.

atinvidia284
13-09-2009, 10:15
che poi mo il famoso Tarantini stava pure con D'alema ma non si dice ...Silvio tira di più

O hai sbagliato thread o non sei in grado di leggere (intendo il titolo della discussione se non ci fossi arrivato..)

*MATRIX*
13-09-2009, 10:15
Ecco, spiegaci tu i rapporti tra D'Alema e tarantini. Siamo qui in attesa. ;)

non ti preoccupare appena uscirà qualcosa di dettagliato posterò il tutto

*MATRIX*
13-09-2009, 10:18
O hai sbagliato thread o non sei in grado di leggere (intendo il titolo della discussione se non ci fossi arrivato..)

Affatto

la stampa estera parla dell'assenza TOTALE della sinistra? discutono discuto e non concludono?
Io non ho letto ancora articoli stranieri che parlano di rapportri fra Tarantini e D'alema (che evitano di approfondire) ma anche se esistessero ne parlerebbero in maniera soft perchè Berlusconi tira di più

Ja]{|e
13-09-2009, 10:23
Affatto

la stampa estera parla dell'assenza TOTALE della sinistra? discutono discuto e non concludono?
Io non ho letto ancora articoli stranieri che parlano di rapportri fra Tarantini e D'alema (che evitano di approfondire) ma anche se esistessero ne parlerebbero in maniera soft perchè Berlusconi tira di più

Ma D'Alema non è mica il premier :mbe:

*MATRIX*
13-09-2009, 10:32
{|e;28860703']Ma D'Alema non è mica il premier :mbe:

grazie tante però diciamo che è uno dei più influenti nel partito i sinistra :D ( io ho sempre sostenuto che comanda sempre lui)

charamente uno fa il premier l'altro no

serve solo a dire "però anche gli altri non stanno poi tanto lontano da certi personaggi come Tarantini" ,la stampa estra però non ne parla

John Cage
13-09-2009, 10:32
non ti preoccupare appena uscirà qualcosa di dettagliato posterò il tutto

http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-28/dalema-tarantini/dalema-tarantini.html

ti facilito il lavoro.
Quantomeno D'Alema fornisce delle spiegazioni. Oppure sai già che uscirà qualche faccenda che riguarda faccende ambigue tra i due?

Se questo ti basta.. :stordita:

Insomma, cosa dovrebbe dire la stampa che non dice?

atinvidia284
13-09-2009, 10:43
Affatto

la stampa estera parla dell'assenza TOTALE della sinistra? discutono discuto e non concludono?
Io non ho letto ancora articoli stranieri che parlano di rapportri fra Tarantini e D'alema (che evitano di approfondire) ma anche se esistessero ne parlerebbero in maniera soft perchè Berlusconi tira di più

Allora è la seconda ipotesi...
Quello di cui parli è presente anche in alcuni articoli attinenti l'argomento di questa discussione (ed ovviamente nel sito italiadall'estero),nei quali si mette proprio in discussione l'assenza della sinistra giustamente...
Ma per chi è un fan del tanto ammirato premier,tira di più ignorare la presenza di articoli critici su silvio e spostare l'attenzione su altre questioni.
Che poi prorpio di D'alema mi vieni a parlare,che non è così diverso dal tuo caro idolo,anzi.

atinvidia284
14-09-2009, 11:17
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/sweden.standard.gif Populismo tendente al fascismo
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7359 Svezia
[Dagens Nyheter]

Perché il resto del mondo dovrebbe interessarsi al modo in cui è governata l’Italia se nemmeno gli italiani lo fanno? Perché l’Italia fa parte dell’UE, e anche se i 27 membri non agiscono esattamente secondo il motto dei moschettieri “tutti per uno e uno per tutti”, ci sono alcuni denominatori comuni. Tra le altre cose, il rispetto per chi la pensa diversamente e per i diritti delle minoranze, per la libertà d’espressione e di stampa. E naturalmente anche le condizioni economiche per entrare nella zona dell’euro.

Silvio Berlusconi, il gigante del mondo degli affari che è diventato politico, per quanto riguarda la teoria professa forse i principi europei, ma nella pratica fatica parecchio a farlo.

La stampa estera ha segnalato a lungo quanto sia inopportuno che un capo di governo abbia il quasi totale monopolio dei media. Semplificando un po’, è stato affermato che l’elettorato italiano si sia fatto sedurre dagli sciocchi programmi dei media sotto il controllo di Berlusconi. I programmi potranno essere imbarazzanti, ma per molti italiani l’intera politica è un sistema vergognoso, che può essere gestito tanto da un intrattenitore come Berlusconi quanto da un personaggio noioso come Giulio Andreotti, il protagonista assoluto della politica italiana del dopoguerra. C’è un film recente su Andreotti, “Il divo”, in cui il potere appare duro, pericoloso e mortale.

L’era di Andreotti si è conclusa con la caduta del muro e adesso ha preso il suo posto Berlusconi. Questi ha lo stesso controllo ed esige la stessa fedeltà ma appare significativamente meno pericoloso. È proprio questa la cosa più sgradevole. Perché man mano che la situazione economica si fa più difficile, il governo Berlusconi
ricorre a mezzi sempre più ripugnanti. I critici vengono minacciati e ridotti al silenzio. Ultimo nell’ordine, si è dimesso il redattore di un giornale cattolico che ha espresso opinioni sulla vita privata del capo del governo. A Bruxelles, il governo cerca di fermare il portavoce della commissione europea che ha osato ricordare le regole
in vigore per chi chiede asilo nei paesi dell’UE.

Ad essere terribile non è la critica della politica di Berlusconi ma il suo contenuto. L’idea di stigmatizzare i rom, di respingere i rifugiati, di riversare la colpa su determinate minoranze.
Purtroppo, lo stesso modello è in uso anche presso altri membri dell’UE. In Ungheria e Slovacchia, solo per menzionarne un paio, il nazionalismo va a braccetto con la persecuzione delle minoranze. Quel pentolone in Europa l’abbiamo già visto bollire in passato.

[Articolo originale "Populism på gränsen till fascism" di Barbro Hedvall] (http://www.dn.se/opinion/signerat/italien-populism-pa-gransen-till-fascism-1.946025)

atinvidia284
15-09-2009, 14:35
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Lezioni da dongiovanni e libertini
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7343 Gran Bretagna
[The Independent]

La dichiarazione del biografo della moglie separata secondo secondo la quale Silvio Berlusconi sarebbe stato esortato a ricoverarsi presso una clinica per dipendenza da sesso da alcuni dei suoi consulenti più intimi è solo l’ultimo capitolo di una farsa continua dal titolo “Silvio Berlusconi: Presidente del Consiglio italiano”.

Ah, la leggendaria “clinica per dipendenza dal sesso”. Ho sempre pensato che se c’è un posto che andrebbe in cima alla lista se uno volesse avere più sesso di prima, quello sarebbe proprio un centro di trattamento per la dipendenza da sesso. Pensateci! Tutte quelle persone con una voglia matta di farlo. Tutti quegli incontri segreti e notturni. E pensate solo a tutti i numeri di telefono che si possono scambiare.

Faccio luce su questa questione perchè è una di quelle su cui è giusto che si faccia luce. L’unico problema che ho con il presunto stato di eccitazione perenne di Berlusconi è che abbassa il livello di attenzione sulla sua cinica e disonesta politica. Ma devo dire che quando nomina al governo ex modelle senza veli e poi flirta apertamente con loro, o quando fa capolino al compleanno di una diciottenne, mi faccio una risata e gioisco alla consapevolezza che il vecchio stupido caprone l’ha rifatto. E’ dura, naturalmente, per sua moglie sempre più esasperata e per gli oggetti sventurati del suo affetto, ma la prima può sempre divorziare da lui e le altre possono sempre schiaffeggiarlo… solo, strano a dirsi, queste cose non sembra siano ancora accadute.

Il fatto è che il dongiovanni e il libertino hanno sempre dato forti lezioni al resto della popolazione maschile, e un bel po’ di intrattenimento all’intera razza umana. Non solo lezioni di “Cosa Non” e “Come Non” in ambito di seduzione e soddisfazione del desiderio, ma anche di “Come…”. Le memorie di Casanova, tra le più grandi di tutti i tempi, mostrano uno spirito generoso e audace, di successo con le donne perché le amava davvero. Quanto più triste sarebbe il mondo, non solo il suo, ma quello delle future generazioni, se egli fosse stato forzato a tenere a freno i suoi istinti nel tetro e asfissiante linguaggio di un programma a 12 fasi? (Presumo che la “dipendenza da sesso” sia trattata allo stesso modo dell’alcolismo. Se non lo fosse, non vi prendete la briga di farmi sapere com’è).

A don Giovanni, che solo in Spagna ha sedotto, o violentato, 1003 donne, non sarebbe mai stato permesso di pavoneggiarsi sul palco; Byron, preso nella sua vita reale, sarebbe una nota a pie’ di pagina nella storia della letteratura, invece di uno dei suoi personaggi più colorati. E Berlusconi è certamente colorato. E’ come un personaggio di un’opera del Rinascimento, un personaggio divertente che non realizza di essere la caricatura di se stesso, impegnato com’è a seguire il suo uccello dovunque esso lo porti.

“Non riesco a impedirgli di apparire ridicolo agli occhi del mondo” dice la moglie Veronica Lario, e il mondo ama i pagliacci. Nel caso di Berlusconi, noi (e qui intendo noi uomini) usiamo l’esempio della sua lussuria per tenercelo nei pantaloni e agire con una certa dignità, per timore di finire come lui.

Nel frattempo me ne vado un po’ dagli allibratori, a vedere se qualcuno mi offre probabilità decenti su un’intuizione che mi ha divertito per lungo tempo; ovvero che Berlusconi sta protestando troppo. Non sarei così sorpreso se fosse effettivamente gay.

[Articolo originale "Lessons from lechers and libertines" di Nicholas Lezard] (http://www.independent.co.uk/opinion/commentators/nicholas-lezard-lessons-from-lechers-and-libertines-1780248.html)

atinvidia284
15-09-2009, 19:59
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Ira sventurata
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7303 Germania
[Sueddeutsche Zeitung]

Berlusconi sragiona: nessuno e’ piu’ al riparo dalla sua offensiva senza precedenti. Non i giornali, non l’Unione Europea – e neanche la Chiesa cattolica.

Era un’estate tranquilla in Italia. Le spiagge erano ben affollate nonostante la crisi economica, le calde citta’ abbandonate, come sempre in agosto. E ora che con la fine delle vacanze le strade si sono nuovamente riempite, i clacson sono ritornati a strombazzare e le solite maledizioni vengono lanciate nel traffico, anche il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sembra essere tornato in piena energia. Nessuno e’ piu’ al riparo dalla sua offensiva senza precedenti.

Non i giornali, non l’Unione Europea, e nemmeno la Chiesa Cattolica.

“Contrattacco”, cosi’ chiama lo stesso Berlusconi le sue cause intentate contro la stampa italiana e internazionale. Adesso e’ la volta del vecchio giornale di partito L’Unita’, fondato dal filosofo comunista Antonio Gramsci. L’Unita’ avrebbe diffuso “affermazioni fasulle” su Berlusconi e l’avrebbe tra le altre cose diffamato in quanto “soggetto a problemi di erezione”.

Origine della causa in tribunale, ora intentata dall’avvocato di Berlusconi, e’ la pubblicazione di notizie sulla vita privata del premier, in quanto riportavano sulle notti trascorse con la prostituta Patrizia D’Addario e altre bellezze. Ancora agli inizi dell’estate il premier aveva seguito una tattica diversiva piu’ tendente alla difesa, con il suo inciso che “non e’ un santo”. Adesso si lancia grintosamente all’attacco.

Berlusconi ha gia’ preteso il risarcimento dei danni al quotidiano romano La Repubblica, che anche dopo mesi non si stanca di ristampare sul quotidiano dieci domande, dove di chiedono spiegazioni al Presidente del Consiglio sulla sua vita privata e si richiede di conoscere il suo stato di salute. Berlusconi dice di percepire queste domande come lesive del suo onore. Anche la stampa straniera e’ da tempo caduta nel suo mirino. Il quotidiano spagnolo El Pais dovrebbe espiare per alcune foto pubblicate della villadi Berlusconi in Sardegna, e anche il francese Le Nouvel Observateur e’ stato citato in giudizio in tribunale. L’attacco dell’esercito di Berlusconi ha colpito in ultimo il giornale della Conferenza Episcopale Italiana, Avvenire.

Vittorio Feltri, uno dei vassalli mediatici del premier e direttore dell’organo di stampa berlusconiano Il Giornale, ha attaccato in un articolo Dino Boffo, caporedattore di Avvenire. Costui sarebbe omosessuale e avrebbe molestato la moglie di un suo amante, e farebbe meglio con tale doppia morale a evitare rimproveri al Presidente del Consiglio. Boffo era stato una delle poche voci ufficiali dell’Italia cattolica a criticare pubblicamente la vita privata di Berlusconi. Dino Boffo si e’ dimesso giovedi’ – “a causa di una campagna di stampa che ha violentato me e la mia famiglia”.

Da cio’ che si sente, perfino i piu’ stretti collaboratori di Berlusconi sarebbero sorpresi da questi attacchi, che non hanno colpito solo i media e la Chiesa, ma anche la UE; un portavoce della commissione aveva criticato le pratiche di espulsione italiane nel Mar Mediterraneo, a cui Berlusconi aveva risposto minacciando un blocco del processo decisionale europeo. I collaboratori si meravigliano anche del momento scelto per questi attacchi: le sue scappatelle risalgono a qualche tempo fa, l’opinione pubblica si era gia’ tranquillizzata.

Anche l’opposizione e le organizzazioni dei giornalisti, inorriditi, hanno replicato che la liberta’ di stampa in Italia e’ in pericolo. Di fatto Berlusconi, proprietario delle maggiori emittenti private, ha un rapporto particolare con i media. Solo in Italia sarebbe possibile, si e’ accalorato recentemente il settantaduenne, che la televisione di Stato finanziata con denaro pubblico critichi il governo eletto dal popolo.

[Articolo originale "Unselige Wut" di Julius Müller-Meiningen] (http://www.sueddeutsche.de/politik/4/486420/text/)

atinvidia284
16-09-2009, 11:28
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif La Lega Nord se la prende con i simboli dell’unità d’Italia
Agosto 2009 http://italiadallestero.info/archives/7362 Francia
[Le Monde]

Per la Lega Nord, partito populista e xenofobo alleato di Silvio Berlusconi, il mese d’agosto non rappresenta la stagione morta della politica. E Umberto Bossi, il suo presidente, fa di tutto per attirarsi i favori mediatici. Lunedì 17 agosto, il Ministro delle riforme se l’è presa con l’inno nazionale italiano nel quale vede il simbolo della preminenza di Roma, sostenendo che “nessuno ne conosce” le parole.

Quest’inno, Fratelli d’Italia, è regolarmente preso di mira dai simpatizzanti della Lega che gli preferiscono “Va Pensiero” tratto dal Nabucco di Verdi. Nel 2008, nella stessa stagione, Bossi era stato ancora più diretto mostrando il dito medio nel momento in cui il testo, dovuto al poeta Goffredo Mameli (1847), evoca l’Italia “schiava di Roma”. Questa offensiva d’agosto prende di mira anche la lingua italiana e la sua bandiera. Bossi ha sostenuto che lo studio dei “dialetti regionali” a scuola deve essere obbligatorio. Ha anche dichiarato di voler presentare una proposta di legge che permetta di aggiungere, durante le manifestazioni ufficiali, gonfaloni regionali alla bandiera tricolore. Un altro peso massimo della Lega, il ministro dell’agricoltura Luca Zaia, ha preteso che la RAI, televisione pubblica, producesse più “fiction regionali”.

In altri tempi apertamente autonomista, la Lega Nord milita oggi per una concezione federalista dell’Italia nella quale il Nord, ricco e potente, lascerebbe il Sud al suo sottosviluppo endemico. La riforma detta del “federalismo fiscale” (ogni regione non può spendere più di quanto guadagna) è una tappa su questo cammino.
La Lega vuol anche portare, al rientro, un progetto più radicale ancora. Roberto Calderoli, il ministro della semplificazione, ha evocato l’idea di “salari differenziati” secondo le regioni, in virtù del fatto che il costo della vita nell’Italia del Sud sarebbe minore rispetto all’Italia Settentrionale.

Per far passare questo messaggio, denunciato come “separatista” dall’opposizione e da una buona parte della destra e del centro, tutto va bene per rimettere in discussione l’unità d’Italia attraverso i suoi simboli (l’inno, la bandiera, la lingua), per meglio combattere il principio di solidarietà nazionale, come se il fossato tra il Nord e il Sud fosse un dato di fatto a cui sarebbe meglio adattarsi piuttosto che tentare di colmarlo. Ancora problematica, l’unità d’Italia festeggerà i suoi 150 anni nel 2011.

Politica sulla sicurezza

“Dobbiamo considerare le dichiarazioni di Bossi come messaggi d’amore ai suoi elettori”, ha voluto minimizzare Berlusconi. Secondo il Corriere della Sera, avrebbe tuttavia confidato la sua inquietudine: “Per guadagnare lo 0,2% in Lombardia, Bossi è pronto a far perdere il 2% a tutta la maggioranza.” L’analisi è giusta, ma il presidente del consiglio è nelle condizioni di ostacolare i progetti del suo alleato, che ha raddoppiato il suo risultato alle elezioni europee di giugno e che cresce nei sondaggi, in particolare fra l’elettorato popolare?

Il primo anno del suo terzo mandato da presidente del Consiglio è connotato da numerose concessioni alla Lega. Si ritrova il suo segno nell’inasprimento della politica sulla sicurezza, attraverso la creazione di “ronde cittadine” e l’istituzione del reato di immigrazione clandestina.

Soprattutto, ha saputo imporre l’agenda politica. Ponendo in anticipo, nel pieno mese d’agosto, i temi del dibattito del rientro, la Lega prende tempo. “L’inno non ci interessa, ha precisato in seguito Bossi. Quello che conta per noi, sono i salari territoriali”.

L’influenza crescente della Lega provoca malessere nei ranghi del Partito della Libertà (PDL, destra), presieduto da Berlusconi. “Dobbiamo essere la forza trainante della coalizione”, insiste il ministro della difesa, Ignazio La Russa, uno dei coordinatori del PDL. Il pericolo per questo partito-mastodonte nato dalla fusione di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, si trova in Lombardia e in Veneto dove, con le sue parole d’ordine praticamente separatiste, la Lega spera di diventare il primo partito alle elezioni regionali del 2011.

[Articolo originale " La Ligue du Nord s'en prend aux symboles de l'unité italienne " di Philippe Ridet] (http://www.lemonde.fr/archives/article/2009/08/19/la-ligue-du-nord-s-en-prend-aux-symboles-de-l-unite-italienne_1229835_0.html)

atinvidia284
16-09-2009, 11:36
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif Quotidiani italiani: fonti inaffidabili
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7413 USA
[Time]

Qualsiasi discussione su cosa ci sia di sbagliato nella politica italiana conduce inevitabilmente a chiedersi cosa ci sia di sbagliato nel sistema di informazione del Paese. In uno stato in cui il Presidente del Consiglio controlla l’etere, secondo la World Association of Newspapers, solo 1 persona su 10 acquista regolarmente i quotidiani, rispetto ad 1 su 5 negli Stati Uniti e 3 su 5 in Giappone. Gli italiani, a quanto pare, non sono interessati a leggere le notizie.

Ma se il problema non stesse nell’appetito per le notizie, ma nel menù? Lo scorso mese, ad un festival letterario in Sardegna, ho avuto l’opportunità di tastare il malcontento del pubblico riguardo cosa viene offerto dai giornali. Durante un dibattito pubblico sui mezzi di informazione, una mia osservazione riguardo come i giornalisti italiani scrivano principalmente l’uno per l’altro, per i politici o per il piacere di leggere la loro prosa, ha ricevuto infatti l’approvazione da parte dei presenti. Per quasi tutta l’ora successiva, quindi, il pubblico ha fatto domande sui motivi per i quali le notizie non vengono scritte per loro.

E loro si meritano una risposta. Non è cambiato molto da quando, 50 anni fa, il giornalista Enzo Forcella dichiarò che i giornali italiani venivano scritti solo per 1.500 lettori: ministri, parlamentari, industriali, leader di partito e leader sindacali. Le notizie venivano riportate, sempre secondo Forcella, in “un’atmosfera di discussione familiare, con protagonisti che si conoscono da sempre, scambiandosi scherzi e facendo allusioni tra di loro”.

Secondo Paolo Mancini, professore di Sociologia della Comunicazione all’Università di Perugia, la stampa italiana è sempre stata scritta da e per l’élite degli intellettuali. Le pagine dedicate alla cultura dei principali quotidiani hanno infatti l’aria di pubblicazioni accademiche, con grafica ed un’impaginazione complicate e poco chiare, e con foto che sono solitamente ritratti delle solite facce annoiate. Quando viene rilasciata una notizia politica poi, si trovano in prima pagina anche cinque editoriali di grandi nomi che commentano l’accaduto, ma raramente vengono forniti al lettore il contesto o gli antefatti della notizia. “Il lettore della carta stampata sa già quello che succede”. Prosegue Mancini: “Hanno le notizie. Quello che in realtà vogliono è il gossip”.

Benché molto sia stato detto sulla presa che il Presidente del Consiglio ha sulla TV italiana – proprietario di tre delle principali reti commerciali del paese e, come capo del governo, con capacità di influenzare anche le emittenti di stato RAI – anche la carta stampata nazionale ha al suo interno il proprio conflitto d’interessi. Il gruppo Fiat ha partecipazioni nel quotidiano milanese Corriere della Sera ed in quello torinese La Stampa, mentre il giornale La Repubblica appartiene a Carlo De Benedetti, rivale d’affari di Berlusconi con interessi nell’energia, nelle automobili e nella sanità. Il Sole 24 Ore, il più importante quotidiano finanziario del Paese, appartiene inoltre alla principale lobby industriale italiana. “Gli imprenditori italiani tendono a dipendere largamente dalla politica italiana” dice Ricardo Franco Levi, parlamentare dell’opposizione ed ex-caporedattore de L’Indipendente, breve esperimento di un quotidiano completamente autonomo. “Le possibilità di fare inchieste di tipo aggressivo in Italia sono molto, molto limitate”.

Ma neppure l’influenza diretta del governo sui media appare una cosa tanto strana nell’Italia dei nostri giorni. A giugno Berlusconi esortò le aziende a non comprare spazi pubblicitari su quei media “che seminano pessimismo e catastrofismo” – riferendosi a quei giornali che in quel periodo stavano riportando le salaci indiscrezioni sulla vita personale del Primo Ministro. “Sarebbe accettato in qualsiasi altra parte del mondo” si chiede ancora Levi “che un Primo Ministro indichi alle aziende dove acquistare spazi pubblicitari?”.

Non c’è da stupirsi se gli italiani si rivolgono sempre più a fonti di informazione alternativa. Gli ultimi anni hanno visto la crescita di diversi quotidiani gratuiti, distribuiti ai pendolari fuori dalle fermate della metropolitana. Con budget limitati che non rendono possibile assumere grandi firme, hanno dovuto offrire ai loro lettori qualcosa di nuovo: le notizie. Il giovedì che La Repubblica pubblicava tre articoli sull’ammissione di Berlusconi di non essere un santo, il quotidiano gratuito Metro riportava un titolo in prima pagina molto più rilevante: “H1N1: 15 milioni di giovani da vaccinare”. Su internet Beppe Grillo, il comico diventato blogger di politica, tiene un blog seguito da un pubblico numeroso e fedele. Così come Dagospia.com, la risposta di sinistra italiana al sito Drudge Report.

Con una crisi che sta mettendo a dura prova i media di tutto il mondo, l’Italia non ha fatto certo eccezione. In una nazione dove i licenziamenti sono tutt’altro che vietati, più di 500 giornalisti perderanno probabilmente il loro posto a settembre. Nonostante tutto, però, il bisogno di un tipo diverso di informazione è altissimo. Lo scorso autunno ho preso parte ad un festival di giornalismo organizzato da Internazionale, una rivista che raccoglie settimanalmente le notizie provenienti dall’estero. I partecipanti hanno affollato l’auditorium e hanno finito per sedersi nella piazza ad ascoltare i dibattiti dagli altoparlanti. In un periodo di cali vertiginosi delle vendite, lo scorso anno le vendite di Internazionale sono salite del 25%. “La gente che smette di comprare i giornali non è gente che non vuole più leggere alcun tipo di notizia” dice il caporedattore Giovanni De Mauro. “E’ gente che cerca un tipo di informazione differente”. In Italia quindi, gli editori che vogliono salvare i propri giornali dovrebbero iniziare a saziare anzitutto questo tipo di fame.

[Articolo originale "Italy's Newspapers: Untrusted Sources" di Stephan Faris] (http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1917663,00.html)

atinvidia284
17-09-2009, 10:33
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Le scappatelle di Berlusconi, segno del ritardo del femminismo italiano
Agosto 2009 http://italiadallestero.info/archives/7429 Francia
[Rue89]

Non si pensi assolutamente che le italiane non sono indignate dalle serate animate da Berlusconi, dove alcune ragazze devono vestirsi tutte uguali (vestito nero e trucco leggero), mentre altre, travestite da Babbo Natale sexy, si toccano tra loro. Così conciate e grottesche per cantare e ballare con il capo del Governo prima di passare nel suo lettone, ricevendo in cambio di questi incubi delle buste piene di banconote e ottenendo carriere politiche pagate dalla collettività.
La questione è che non c’è modo di dire e di agire per mostrare il disgusto delle donne italiane, e che è urgente trovare dei mezzi per riuscirci.
Fino ad ora, la mancanza d’azione e le difficoltà per le reazioni di trovare spazio nei media mostrano un’assenza di astuzia, di comunicazione e d’intelligenza politica.

Il ritardo della modernità in Italia

Eppure, il grande ritardo della modernità dell’Italia è dovuto alla condizione delle donne e ad un femminismo andato a male, che ha permesso di arrivare a questa orgia di Stato.
A ciò si aggiunge un’altra questione più importante, quella dell’egemonia culturale. Berlusconi non è un incidente o una disavventura italiana: egli è l’interprete principale di quello che i suoi media producono. Poco importa se ne è anche il proprietario, l’Italia attuale non è altro che il risultato della sua “Weltanschauung”, la sua visione del mondo.
Questo è il frutto da una parte di una lucida strategia, iniziata trent’anni fa, e dall’altra di un fenomeno incontrollato favorito dal silenzio degli intellettuali, che ha rosicchiato ogni forma di democrazia, trasformandola in “videocrazia” o “telecrazia”, come l’illuminatissimo filosofo francese, Bernand Stiegler, chiama questa pericolosa forma politica. Un’urgenza evidente in Italia, il paese di Gramsci, sebbene anche la Francia stia prendendo questa strada.
Per quanto possa sembrare incredibile, nessuno riesce a percepire e ad affrontare con determinazione questa connessione fatale tra la perdita di ogni coscienza civica, politica e morale, la conferma elettorale di Berlusconi, e trent’anni di stupidaggini versate sulla nazione da questo Leviatano mediatico che si nutre della propria spazzatura.
Le donne, il loro corpo e la loro perdita di dignità ne sono un segno fondamentale, e questi ultimi eventi non sono stato altro che una delle sue conseguenze più tangibili.
Sotto-rappresentate in Parlamento, quasi inesistenti nei consigli d’amministrazione delle grandi aziende, le italiane fanno sempre meno figli, in mancanza di qualsiasi sostegno, e di fronte alla constatazione che la maternità corrisponde anche alla perdita del loro posto [di lavoro, N.d.T.]

Una caricatura della mitica bellezza italiana

Invece, nei media (tutti i media, con l’eccezione delle isole di intelligenza e di informazione corretta su Rai3, ma non si sa fino a quando) [le donne, N.d.T.] si ritrovano iper-rappresentate ma ridotte, con il loro consenso e nella più totale incoscienza, ad una caricatura della mitica bellezza italiana sprovvista della sua ragione artistica e trasformata in simbolo d’oppressione.
Sempre ed inutilmente svestite, litigano come delle megere, sono incompetenti in tutto, ma hanno un’opinione molto confusa su tutto. E se la scambiano, per di più, su questo mezzo che contemporaneamente è discreditato e fa autorità, che è la televisione.
La selezione è stata fatta, come si dice, “democraticamente” dopo aver impedito ogni accesso alle legioni di donne professioniste di primo piano, competenti e affidabili, ma che evidentemente non sono né gestibili né disponibili.
In realtà, un’assenza totale di democrazia, a parte quella del narcisismo, e una profonda ferita al cuore della nazione. Ciò che evidentemente la moglie di Berlusconi, Veronica, colpita dagli effetti di questo inquinamento creato dai media di famiglia (che porta molti soldi), ha dovuto considerare pudico.
È anche attraverso questi corpi che i media captano “il tempo di cervello disponibile” degli spettatori da vendere alla pubblicità (e alla politica) come diceva Patrick le Lay, l’ex presidente di TF1, a proposito della televisione commerciale.
La stessa cantilena è ripetuta dagli onnipotenti autori-produttori italiani. Sicuri di aver capito il cinico ma così affascinante mondo degli affari e della comunicazione, ribadiscono gli stessi stereotipi.
Tuttavia, avendo perso e facendo perdere la percezione della realtà, si rivolgono essenzialmente a delle persone anziane e a “casalinghe”, che guardano la televisione più di due o tre ore al giorno. Sono più precisamente “donne disoccupate” (70% nel sud del paese), a costituire la maggior parte dell’elettorato di Berlusconi.

Scambio di cortesie con il Vaticano

Anche il Vaticano, come la politica e il marketing, è molto interessato al corpo delle donne. Ed è persino affascinante quando questi poteri si incontrano sul terreno comune del corpo delle fedeli.
Cardinali e vescovi, sebbene abbiano recentemente preso una netta distanza nei confronti del Presidente del Consiglio, hanno dovuto trovare del tutto tollerabile, visto l’insolito ritardo delle loro reazioni di fronte alle serate tenute nei palazzi della Repubblica, che questi corpi senza identità abbiano giaciuto sul grande letto presidenziale, pronti ai giochi erotici del capo.
Uomini di potere e di chiesa possono aiutarsi tra loro, ci sono molte cose di cui occuparsi, come il ruolo della religione, o la pillola RU486.
E che dire dell’eutanasia? E’ al centro delle dispute dopo la drammatica storia di Eluana Englaro, la ragazza che, dopo diciassette anni di coma, non poteva morire “perché ha ancora il ciclo e può avere dei figli”, come ha potuto dire Berlusconi in una delle sue sparate sulla vita e la sua importanza.
Mentre l’Italia mostra delle donne nude, svanisce come lo Stregatto, lasciando in cambio morire di sete e di fame gli immigrati in mare, in nome dell’ “identità” della nazione.

N.d.R: per completare le dichiarazioni di Sabina Ambogi, ecco il trailer del documentario “Videocracy”, dedicato al sistema Berlusconi, che è stato rifiutato da tutti i media audiovisivi italiani, pubblici e privati. Il film sarà presentato alla Mostra di Venezia.
http://www.youtube.com/watch?v=-9AXQGGkgK8&feature=player_embedded


[Articolo originale "Les frasques de Berlusconi, signe du retard féministe italien" di Sabina Ambrogi] (http://www.rue89.com/2009/08/29/les-frasques-de-berlusconi-signe-du-retard-feministe-italien)

atinvidia284
17-09-2009, 19:30
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Il ‘Braveheart’ italiano
Agosto 2009 http://italiadallestero.info/archives/7434 Spagna
[El Periódico de Aragón]

Alla metà del XII secolo (1167), Federico Barbarossa, imperatore del Sacro Romano Impero, fu sconfitto dalla Lega Lombarda, costituita da vari comuni del nord Italia, coalizzatisi con un giuramento fatto nell’aprile del 1167 a Pontida. La Lega Nord, attuale partito politico italiano alleato con i conservatori di Silvio Berlusconi, ha preso tale nome in ricordo di quelle battaglie contro l’imperatore e ogni anno rinnova quel giuramento nello stesso luogo.

Per ricordare le gesta della Compagnia della Morte e di Alberto da Giussano, l’eroe storico della Lega Lombarda e leader simbolico dell’attuale Lega Nord di Umberto Bossi, la televisione pubblica RAI trasmetterà il prossimo 9 ottobre Barbarossa, una miniserie di 200 minuti. “Il mio popolo avrà un simbolo nel quale riconoscersi” ha annunciato Bossi.

Una settimana prima dell’uscita, il film avrà un’anteprima nel Castello Sforzesco di Milano, occasione che promette di trasformarsi in una grande festa della Lega e forse del nord Italia, dove la Lega governa in maggioranza. I sostenitori di Bossi, che fino ad ora avevano dovuto glorificare le proprie ansie di piccola patria con la visione casalinga del DVD di Braveheart (1995) di Mel Gibson, sulla vita dell’eroe scozzese William Wallace, aspettano il film con particolare devozione.

“Barbarossa sarà il nostro Braveheart”, ha detto Bossi. Mentre aumentano le aspettative, il ministro per le riforme ha dichiarato ai media che lui non pensa alla bandiera italiana, ma “solo alla bandiera padana” e che nelle scuole si tornerà a parlare in dialetto.

La ‘Hollywood milanese’

Qualche settimana fa, Bossi e il viceministro della Lega Roberto Castelli, hanno partecipato all’inaugurazione a Milano di un centro di produzione cinematografica, che la regione Lombardia ha finanziato con 9 milioni di euro. “Sarà la nostra Hollywood”, ha detto Bossi, pensando probabilmente a Cinecittà, mentre Castelli ha criticato l’uso (eccessivo) del dialetto romano nel cinema del paese.

La cosiddetta guerra delle bandiere, dei dialetti e ora del cinema, probabilmente esprime l’ossessione della Lega Nord della difesa, dalla sua nascita negli anni ‘80, di un’identità territoriale che la televisione, la cultura omologata e la globalizzazione, stanno rendendo frammentaria da molto tempo.

La serie, prodotta da vari industriali del nord, Rai fiction e Rai Cinema, sotto pressione di Bossi, è stata girata in Romania perché i costi sono più contenuti ed è diretta da Renzo Martinelli. La Milano del 1158 è stata ricostruita a Bucarest, così come un set grande come due stadi di calcio, lungo il quale si muovono le 12.000 controfigure utilizzate per questa ambiziosa produzione.

Il paradosso

La serie, che verrà distribuita anche come film di 130 minuti, è costata 30 milioni di dollari. Alberto da Giussano è interpretato da Raz Degan e l’imperatore da Rutger Hauer. Tra le attrici non protagoniste c’è Angela Molina.

Paradosso della storia: le 12.000 controfigure rumene che interpretano i nordici milanesi del XII secolo, sono tutti zingari, come quelli maggiormente colpiti dalle attuali politiche migratorie che la Lega Nord ha imposto al Governo di Roma. Hanno guadagnato 500 euro a settimana per ricostruire la storica liberazione della Padania.

[Articolo originale "El ´Braveheart´ italiano" di Rossend Domènech] (http://www.elperiodicodearagon.com/noticias/noticia.asp?pkid=520248)

atinvidia284
18-09-2009, 11:52
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif Silvio Berlusconi e il bavaglio ai tori
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7499 USA
[The Wall Street Journal]

La serie di cause intentate contro i mezzi di comunicazione europei da Silvio Berlusconi sarebbe divertente se non ci fosse il pericolo che queste possano venir effettivamente portate a termine. Il premier italiano ha affermato che la libertà di stampa non comprende la libertà di insultare. Con tutto il dovuto rispetto, non siamo d’accordo: nessun giornalista ha mai avuto bisogno di un avvocato per descrivere le prodezze del proprio leader.

“Ci stanno attaccando come tori inferociti, ma qui c’è un torero che non ha paura di niente” ha affermato questa settimana Berlusconi ad un meeting a Milano. Ci risulta difficile però ricordare l’ultima volta che un torero ha sguinzagliato una squadra di avvocati per tenere a bada un toro.

Per la maggior parte di noi la storia tre volte Presidente del Consiglio riscopertosi pudico – esonerato dai procedimenti penali finché in carica grazie ad una legge approvata dal suo stesso governo e proprietario dei canali televisivi che dominano la comunicazione nel paese – che cita in giudizio istituzioni quali il settimanale francese Le Nouvel Observateur o il quotidiano La Repubblica per essersi permessi di riportare indiscrezioni circa le sue relazioni, suona come una simpatica farsa all’italiana.

Ma per le parti che Berlusconi ha citato in giudizio non suona molto divertente. Non è la prima volta che il premier italiano prova ad imporre il proprio punto di vista attraverso intimidazioni di tipo economico. Nel 2001 ha citato in causa The Economist per un articolo nel quale era considerato inadatto a governare. Lo scorso anno, il tribunale milanese ha sentenziato in favore del giornale, imponendo a Berlusconi di pagare le spese giudiziarie.

Anche con una legge che in Italia protegge l’onore personale, è difficile dare credito alle recenti affermazioni di Berlusconi. E’ comunque molto facile immaginare, considerata la difficile situazione economica in cui si versano molte testate, che lo spettro dei costi legali farà riflettere due volte qualunque direttore voglia raccontare quello che succede a Roma. Storie di accompagnatrici a pagamento e diciottenni a parte, i giornalisti potrebbero pubblicare articoli molto più importanti sull’operato del governo di Berlusconi – per esempio riguardo le sue relazioni con Tripoli e Tehran, gli effetti del suo nazionalismo economico, il trattamento che viene riservato agli immigrati o le sue promesse, non mantenute, di tagliare le tasse – che potrebbero danneggiare una reputazione, che solo ai suoi occhi risulta ancora senza macchia.

Se invece Berlusconi ama il proprio Paese così appassionatamente come dice, lascerà cadere le accuse e permetterà alla stampa di fare il proprio lavoro.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi and the Silencing of the Bulls"] (http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203440104574403223423584920.html)

atinvidia284
23-09-2009, 20:30
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Basta, Cavaliere !
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7505 Francia
[Le Monde]

Decidendo di querelare per “diffamazione” due quotidiani di centro sinistra – La Repubblica e l’Unità -, Silvio Berlusconi si rivela il peggior difensore della propria causa. Coinvolto da più di quattro mesi in una serie di rivelazioni scabrose sulla sua vita privata che non sono senza effetti sulla sua attività pubblica, il presidente del consiglio italiano, invece di spiegare e fare chiarezza, ha scelto di screditare e di intimidire i giornali che non controlla.

Proprietario di tre reti televisive private, di un gruppo editoriale e di stampa, l’imprenditore Berlusconi dispone di una gamma di media pronti a cantare le sue lodi quotidianamente; controllando gran parte dell’audiovisivo pubblico, il presidente del consiglio Berlusconi haanche i mezzi per far passare sotto silenzio la telenovela delle sue turpitudini – e ci riesce. Ma per il Cavaliere, questo non è abbastanza. Come se fosse sufficiente che qualche giornale esponga le sue contraddizioni, gli chieda spiegazioni o lo ridicolizzi per scuotere la realtà del potere.

Così facendo, il capo del governo italiano commette un duplice errore. In quanto uomo dei media, è nella giusta posizione per sapere che l’informazione non si controlla più. Il progetto di erigere una palizzata tra l’informazione ed i suoi concittadini è un’illusione, anche se fosse dettata, come egli dice, dalla preoccupazione di “proteggere la sua vita privata”. In quanto uomo politico – anche se fuori dagli schemi -, corre il rischio, in questa avventura giudiziaria, di ridurre ancora di più [il livello, N.d.T.] della sua funzione e di nuocere all’immagine del paese che dirige.

Il principio della libertà di stampa, anche se quest’ultima non è esente da errori o approssimazioni, non si discute e non può essere messo in discussione. Salvo per fare del suo paese una singolare anomalia in Europa. Il semplice fatto che una manifestazione sia prevista, sabato 19 settembre a Roma, per difendere questa libertà fondamentale la dice lunga sulla situazione che regna in Italia e l’inquietudine che questa suscita.

Se, per fortuna, Berlusconi – che è, da parte sua, immune da ogni procedimento giudiziario durante il suo mandato – rinunciasse alla sua offensiva giudiziaria e scegliesse di mantenere un basso profilo, eviterebbe il ridicolo di doverporre l’Italia in concorrenza con la Corea del Nord o con la Russia sul tema della libertà d’informazione. E lui che si definisce “il miglior presidente del Consiglio (italiano)” da cento cinquant’anni – cosa di cui la Storia sarà giudice – eviterebbe già da ora di passare agli occhi di una buona parte dell’opinione pubblica internazionale come il peggiore.

[Articolo originale " Basta, Cavaliere ! " di Le Monde (editoriale)] (http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/09/12/basta-cavaliere_1239501_3232.html#ens_id=1191686)

atinvidia284
23-09-2009, 20:40
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/sweden.standard.gif Il potere è meglio del sesso
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7493 Svezia
[Sydsvenskan]

La colazione romana è apparecchiata e ci accingiamo ad aprire i giornali di oggi.

La notizia principale è la morte improvvisa di Mike Bongiorno, presentatore di 85 anni. La sera prima, Bongiorno era stato acclamato in televisione come se fosse stato un papa a lasciare il mondo. In Italia, la notorietà televisiva è tutto.

Apparire sulla carta stampata è meno importante, dato che a leggere i giornali è solo un’élite. Bella fortuna per Silvio Berlusconi, infatti solo là sopra sono state pubblicate le informazioni più compromettenti sulla sua vita privata. Ciò vuol dire che gli intellettuali, la sinistra e i cattolici veraci si lagnano, mentre la grande massa sente solo la versione della verità di Berlusconi, naturalmente in TV: sono tutte menzogne, si tratta di una cospirazione internazionale ispirata dalla sinistra.

In alto sulla prima pagina si legge una notizia che in certa misura viene oscurata dalla grande foto della star della tivù appena scomparsa. Per la prima volta vengono pubblicati lunghi brani dell’interrogatorio all’imprenditore meridionale Giampaolo Tarantini, che negli ultimi mesi è stato uno dei protagonisti degli scandali sessuali intorno al presidente del consiglio.

Tarantini dice di aver procurato a Berlusconi una trentina di giovani donne in occasione di diciotto feste nella residenza privata del Presidente del Consiglio a Roma. Sapeva che parecchie di loro erano prostitute e ne ha pagate alcune 1000 euro per fare sesso con Berlusconi.

Tuttavia, della faccenda dei soldi il presidente del consiglio non ne era a conoscenza, dice l’imprenditore. Questi ricorda però con esattezza quali ragazze si fermavano a dormire. In alcuni casi metteva a disposizione anche della cocaina.

Mentre leggo queste cose, mio marito beve un altro espresso e sbadiglia. Gli italiani hanno una scorza incredibile e nutrono per i politici un incrollabile disprezzo. Il potere corrompe ed accieca. Il potere fa credere a 72enni di essere attraenti per le ventenni. Il potere dà l’inebriante sensazione di essere al di sopra di ogni legge. Non c’è niente che sia tanto desiderabile quanto il potere. Il potere è meglio del sesso, dicono in Sicilia.

E allora a chi importa?

Dal parco dietro al Colosseo si possono già sentire i rumori del montaggio del palco per ”la festa Atreju”, un’assemblea politica per giovani attivisti del Popolo della Libertà di Berlusconi. Il discorso inaugurale sarà tenuto dal presidente del consiglio in persona, davanti a giovani uomini e donne che aspirano a una carriera politica.

Quando ci vado la sera, ricevo risposte evasive quando chiedo ai partecipanti che immagine hanno del loro leader. La strada per il successo comporta compromessi. È il viaggiatore stesso a porre i limiti. Tutti sono sicuri che la bella ex ragazza della TV Mara Carfagna sia stata l’amante di Berlusconi. E adesso è ministro.

La battaglia tra i media italiani si è fatta più cruenta. Il Giornale, quotidiano posseduto dal fratello di Silvio Berlusconi, ha preso parte al gioco con rinnovata aggressività. Ogni giorno mette al muro gli oppositori del primo ministro, spesso con successo.

Il suono di una corda stonata penetra il baccano quotidiano di Roma e dell’Italia intera. Suona più o meno come le ultime parole di Tarantini all’interrogatorio: ”Voglio infine precisare che ho fatto ricorso alle prostitute ed alla cocaina perché ho pensato che fossero una chiave di accesso per il successo nella società”.

[Articolo originale "Makt är bättre än sex" di Kristina Kappelin] (http://sydsvenskan.se/kronikorer/kristinakappelin/article549657/Makt-ar-battre-an-sex.html)

atinvidia284
25-09-2009, 21:30
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Berlusconi si associa con Gheddafi e compra il 25% di una televisione tunisina
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7496 Spagna
[El País]

Lo scorso agosto il capo del governo italiano ha concesso un’intervista a Nessma TV in cui ha sottolineato l’importanza di fare “buoni ‘casting’ femminili”

L’oscuro trattato bilaterale di amicizia firmato a Bengasi (Libia) nell’agosto del 2008 da Silvio Berlusconi e Muammar Gheddafi è stato fino ad ora controverso a causa del chiaro baratto di gas e petrolio con gli immigrati clandestini, che l’Italia ora restituisce alla Libia non rispettando il diritto di richiedere d’asilo. Una piccola notizia secondaria, apparsa a giugno scorso, era passata quasi inosservata. Si tratta dell’acquisto, da parte della compagnia libica Lafitrade, del 10% di Quinta Communications. La Lafitrade, con sede olandese e controllo libico, porta alla famiglia Ghedddafi attraverso la Lafico.

Quinta Communications è un’azienda produttrice e distributrice fondata nel 1990 dal finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar, socio e amico intimo di Silvio Berlusconi. La principale società finanziaria del Cavaliere, Fininvest, possedeva alla fine del 2008, il 29,67% delle azioni di Quinta attraverso la sua struttura lussemburghese Trefinance. Dopo l’aumento del capitale, Berlusconi mantiene circa il 22%.

La notizia dell’accordo privato tra Berlusconi e Gheddafi è stata ora ripresa da The Guardian, che sottolinea lo “sconcertante conflitto di interessi” e “un interesse comune in affari altamente discutibile”. Durante la sua ultima visita a Tripoli, un giorno prima dei festeggiamenti per il quarantesimo anniversario della rivoluzione di Gheddafi, Berlusconi ha sondato, un po’ per scherzo, un po’ sul serio, la disponibilità del leader libico, su una possibile acquisizione del Milan con fondi controllati dal colonnello.

Tarak Ben Ammar che è stato consigliere di Mediaset e ora è consigliere di Mediobanca (con Marina Berlusconi, figlia maggiore del primo ministro italiano) e di Telecom (principale azionista della televisione privata La 7), è stato uno dei grandi promotori dell’accordo tra Libia e Italia. Il 10 giugno, Ben Ammar ha partecipato alla cena di gala offerta da Berlusconi a Gheddafi durante la sua visita a Roma. Mesi prima, a febbraio, Ben Ammar aveva partecipato insieme al presidente di Mediobanca Cesare Geronzi, ad un incontro ufficiale con una delegazione libica presieduto da Berlusconi.

Secondo The Guardian, Quinta Communications e Mediaset, l’impero televisivo di Berlusconi, hanno acquisito entrambe il 25% della nuova televisione satellitare maghrebina Nessma TV. Sabato Ben Ammar ha spiegato che Nessma TV è di proprietà sua e di Berlusconi al 25% e di due soci tunisini per il restante 50%. L’entrata di Gheddafi in Quinta Communications, ha spiegato, è avvenuta solo perché “è interessato a produrre film sul mondo arabo”.

Il 23 agosto, Berlusconi ha visitato Tunisi (dov’è stato girato Baaria, la superproduzione della casa di produzione Medusa, di sua proprietà, che ha debuttato ora a Venezia), e ha rilasciato una lunga intervista in francese a Nessma, in cui ha segnalato che il suo Governo “ha il cuore aperto verso gli immigrati, gli offre casa, lavoro, scuola e ospedali”. Ha definito la televisione come “il grande veicolo di democrazia per influire sulle masse” e ha sottolineato l’importanza di fare “buoni casting femminili”, materia su cui, ha spiegato, ha “grande competenza”. Prima di andare via, ha chiesto il numero di telefono alla presentatrice.

[Articolo originale "Berlusconi se asocia con Gaddafi y compra el 25% de una televisión tunecina" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/internacional/Berlusconi/asocia/Gaddafi/compra/25/television/tunecina/elpepuint/20090906elpepuint_8/Tes)

atinvidia284
25-09-2009, 21:32
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Silvio Berlusconi e la stampa: la “strategia della tensione”
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7511 Francia
[Le Monde]

Scegliendo di denunciare per “diffamazione” i quotidiani di sinistra La Repubblica (a cui chiede 1 milione di euro) e L’Unità (3 milioni di euro), Silvio Berlusconi, impelagato nella telenovela delle rivelazioni sulla sua vita privata, prosegue ed amplifica una strategia di intimidazione cominciata con il suo ritorno al potere, nel maggio 2008. Coincidendo il suo mandato con i primi effetti della crisi in Italia, aveva rimproverato alle televisioni e alle radio pubbliche di mancare di ottimismo e di “deprimere” gli italiani. Immediatamente dopo le prime rivelazioni de la Repubblica, in aprile, aveva invitato gli industriali italiani a non comprare più spazi pubblicitari su tali giornali.

Poiché queste minacce hanno avuto poco effetto, Berlusconi è passato ad una nuova fase della “strategia della tensione” con la stampa. La Repubblica (gruppo L’Espresso) il giornale più agguerrito sui guai del Presidente del Consiglio, pubblica ogni giorno da quasi tre mesi, dieci domande non tanto sulla vita privata del capo del governo quanto sui rischi che questafa correre alla sua attività pubblica ed alla sicurezza dello Stato. Domande alle quali Berlusconi non ha mai voluto rispondere e che non vuol più vedere stampare. L’Unità, fondata da Antonio Gramsci – ha pubblicato diversi articoli, tutti firmati da giornaliste, che mettevano in dubbio il vigore del presidente del consiglio che, apprestandosi a festeggiare i suoi 73 anni, si definisce “superman”.

Per il capo del governo questa battaglia potrebbe essere ben più pericolosa di quanto non creda. Il ridicolo non è lontano, almeno se si fa affidamento sulle interviste rilasciate dal suo avvocato, il deputato di destra Niccolò Ghedini. “Se dite a qualcuno’Lei è malato e dipendente dal sesso’ e gli chiedete come conta di curarsi, date per scontato che questa persona sia malata” ha argomentato. Ghedini ha ancora affermato che il presidente del consiglio ha subito “una campagna diffamatoria con gravi conseguenze internazionali poiché tutti i giornali stranieri hanno ripreso questi attacchi come se fossero veri”.

Decisamente chiacchierone, l’avvocato ha anche giustificato l’attacco contro l’Unità, sfidando il quotidiano a portare in tribunale la prova dei dubbi che nutre sulla virilità del “Cavaliere”. E Ghedini, in nome probabilmente della protezione dell’«onore» e della vita privata, ha insistito: “Berlusconi è pronto a spiegare che non solo non è un gran porco, ma nemmeno impotente”. “Perché mai Berlusconi non dovrebbe poter spiegare a venti milioni di italiani, suoi affezionati elettori, ha proseguito, che è perfettamente funzionante?”. Si trovano così confermate due paure del capo del governo: l’una riguarda la sua influenza sul piano internazionale, l’altra la sua reputazione di latin lover, considerando la seconda tre volte più importante della prima…

Se il risultato di queste processi rimane incerto, Berlusconi dispone di altre armi per intimidire la stampa: i giornali di sua proprietà. È un quotidiano del suo gruppo, Il Giornale, ad aver condotto una campagna di calunnie contro Dino Boffo, il direttore del quotidiano cattolico Avvenire, costringendolo alle dimissioni. È un altro giornale a lui vicino, Libero, che cerca di screditare La Repubblica accusando il suo direttore, Ezio Mauro, di “frode fiscale” e rimproverando al suo proprietario di essere “straniero” (il presidente del gruppo L’Espresso, è ebreo e possiede una doppia nazionalità svizzera e italiana).

Meno violento ma altrettanto efficace: le nomine in Rai, la televisione pubblica, veri e propri giochi di potere in Italia, permettono a Berlusconi, già proprietario di tre canali privati, di consolidare la sua autorità su quasi tutti i mezzi audiovisivi. Approfittando della regola – rimessa in discussione – secondo la quale la maggioranza controlla i due primi canali pubblici, lasciando all’opposizione l’usufrutto editoriale della terza, il capo del governo ha proceduto lui stesso a tutte le nomine nei posti chiave di Rai 1 e Rai 2.

Prima conseguenza: il direttore del telegiornale di Rai 1, Augusto Minzolini, è apparso sul proprio canale per dichiarare che non intendeva dire una parola sui problemi privati del Cavaliere né sulle ripercussioni politiche di questi stessi. Seconda conseguenza: il trailer del documentariosulla televisione italiana, Videocracy, e dunque su Berlusconi, non è stato trasmesso dalla Rai.

Intimidazione, pressione, controllo: le manovre del presidente del consiglio – che nel 2002 aveva già ottenuto il siluramento di tre giornalisti influenti della televisione nazionale – hanno scatenato una campagna di proteste in favore della libertà di stampa.Circa 260 000 persone hanno ad oggi firmato la petizione messa on line da La Repubblica, lanciata da tre eminenti giuristi che denunciano “un tentativo di ridurre al silenzio la stampa libera, di anestetizzare l’opinione pubblica, e (…) di fare del nostro paese un’eccezionealla democrazia”. Una manifestazione è prevista il 19 settembre a Roma su iniziativa dei sindacati dei giornalisti. Dalla mobilitazione dell’opinione pubblica italiana dipende anche l’avvenire dei suoi media.

[Articolo originale " Silvio Berlusconi et la presse : la "stratégie de la tension" " di Philippe Ridet] (http://www.lemonde.fr/archives/article/2009/09/09/silvio-berlusconi-et-la-presse-la-strategie-de-la-tension-par-philippe-ridet_1237920_0.html)

atinvidia284
27-09-2009, 11:27
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif Il rappresentante dell’OSCE per la Libertà di Stampa chiede al Presidente del Consiglio italiano di rinunciare alle cause per diffamazione intentate contro due quotidiani.
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7650 Austria
[OSCE]

VIENNA, 20 settembre 2009 - Miklos Haraszti, rappresentante OSCE per la Libertà di Stampa, ha esortato il Premier Silvio Berlusconi a rinunciare alle due azioni legali per diffamazione avviate contro i quotidiani La Repubblica e L’Unità.

In una lettera al Presidente del Consiglio, Haraszti ha espresso preoccupazione per i tre milioni di euro che Berlusconi pretende come risarcimento per i presunti danni morali causati dalla pubblicazione, tra luglio e agosto di quest’anno, di alcuni articoli che esortavano Berlusconi a dare spiegazioni sulla sua condotta in qualità di carica pubblica e suggerivano come il Premier stia calpestendo la libertà di stampa in Italia.

“Continuare a fare domande, anche se di parte, è uno strumento molto importante della funzione correttiva dei media,” ha scritto Harastzi a Berlusconi.
Harastzi ha anche sottolineato come la Corte Europea per i Diritti Umani abbia ricordato, in numerose occasioni, che le cariche pubbliche hanno il dovere di tollerare un livello di critica maggiore rispetto ai normali cittadini, proprio per la posizione che rivestono. Pertanto ha invitato il Presidente del Consiglio italiano ad abbandonare l’azione legale, permettendo così alla stampa di svolgere il proprio ruolo di guardia, fondamentale in una società democratica. “Il diritto del pubblico di sapere include inevitabilmente il diritto dei media di fare domande,” ha dichiarato Harastzi.

[Articolo originale "OSCE Representative on Freedom of the Media asks Italian prime minister to drop libel lawsuits against two Italian dailies" di Comunicato Stampa (non firmato)] (http://www.osce.org/item/39622.html)

atinvidia284
28-09-2009, 18:37
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Zapatero giustifica il suo silenzio di fronte a Berlusconi con la cortesia diplomatica
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7660 Spagna
[El País]

Il presidente del Governo spagnolo afferma di aver accettato l’invito a Villa Certosa per rispetto istituzionale a un padrone di casa. “C’è una sinistra che non ha paura di aprire il cancello”, dice la stampa Italiana

Il presidente del Governo, José Luis Rodríguez Zapatero, è ricorso alla prudenza diplomatica per giustificare il suo silenzio di fronte alle spiegazioni di giovedì scorso di Berlusconi sulle sue relazioni con prostitute e veline durante la conferenza stampa congiunta che hanno dato dopo il vertice bilaterale italo-spagnolo. “Rispondo solo alle domande che mi vengono fatte”, si è scusato il leader dell’Esecutivo spagnolo, che ha assicurato che sono ormai note le sue opinioni sui “diritti di uguaglianza”. Ma il rispetto istituzionale lo obbliga a mantenere una “politica di prudenza tra i governi”, secondo quanto ha spiegato dopo un incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy.

La cortesia diplomatica è stata inoltre la spiegazione della sua visita di questo giovedì alla lussosa Villa Certosa per prendere un caffé con Berlusconi che Il Giornale, quotidiano di proprietà della famiglia del presidente italiano, ha interpretato come un colpo alla sinistra italiana e una legittimazione della famosa villa. Secondo Zapatero, il rispetto lo obbliga a rispondere agli inviti di un paese ospite ed ha assicurato che “non esprime opinioni su quello che dicono altri mezzi di comunicazione, tanto meno italiani”.

Zapatero ha accettato l’invito del primo ministro italiano, Silvio Berlusconi, a prendere un caffé nella sua lussuosa tenuta di Villa Certosa. Dopo aver avuto un incontro nel vertice bilaterale tra Spagna e Italia, entrambi i leader si sono spostati in elicottero alla residenza del capo dell’Esecutivo italiano. Da quanto confermato dalle fonti della Moncloa, Zapatero ha accettato l’invito per cortesia e all’appuntamento non erano presenti gli altri membri della delagazione che lo accompagava al vertice.

Circondato dagli scandali per le sue feste con prostitute, Berlusconi è diventato il protagonista del vertice quando, durante la conferenza stampa, ha lanciato dure critiche contro i media, specialmente contro El País, che a giugno scorso ha pubblicato in esclusiva le immagini, censurate in Italia, dei suoi momenti di relax a Villa Certosa.

Senza complessi

Tra i media italiani che venerdì hanno riportato la notizia della visita di Zapatero a Villa Certosa c’è Il Giornale, diretto dalla famiglia di Berlusconi, che esalta la figura di un presidente che “non ha complessi” di fronte alla sinistra italiana. “C’è una sinistra che non ha paura di aprire il cancello, che parla un’altra lingua e non si vergogna di togliere i chiavistelli della censura alla villa del peccato. C’è una sinistra curiosa di visitare Villa Certosa e di vedere l’effetto che fa. È una sinistra capace di ridere alle battute di Berlusconi senza imbarazzo. È una sinistra che ha il volto divertente e curioso di Zapatero” , indica il giornale.

L’articolo fa leva sulla valutazione e l’entusiasmo che Zapatero risveglia nella sinistra europea, cosa che non gli ha impedito di recarsi a Villa Certosa. “Che colpo per la sinistra italiana, che da mesi dipinge Villa Certosa come uno studio del Satyricon di Fellini! Si sono fatti suggestionare a tal punto che ogni volta che immaginano la residenza del Cavaliere gli tornano in mente le scene di Eyes Wide Shut di Kubrick: donne nude e cori iniziatici. Che colpo scoprire che chi ha visitato questo luogo di perdizione sia il leader più amato della sinistra europea, uno dei più morigerati, uno che si è guadagnato il soprannome di Bambi e che come massima trasgressione sogna di poter andare ad ascoltare sua moglie che canta nel coro!”.

Dopo la conferenza stampa del Consiglio dei Ministri, il ministro dell’Economia Elena Salgado interpellata sulle dichiarazioni di Berlusconi, ha assicurato che non devono ribadire “qual è il modo di pensare e di agire dell’Esecutivo”. “Il nostro silenzio si può soltanto interpretare come cortesia nei confronti del nostro padrone di casa”, ha aggiunto. Sulla stessa linea, la vicepresidente del Governo María Teresa Fernández De la Vega che ha affermato che le dichiarazioni di Berlusconi “si potranno condividere del tutto o per nulla”, ma sono state fatte da un presidente. “non giudico dichiarazioni di alti rappresentanti di altri Stati” ha indicato.

[Articolo originale "Zapatero justifica su silencio ante Berlusconi por cortesía diplomática" di M. GONZÁLEZ / M. MORA] (http://www-org.elpais.com/articulo/espana/Zapatero/justifica/silencio/Berlusconi/cortesia/diplomatica/elpepiopi/20090911elpepunac_2/Tes)

atinvidia284
28-09-2009, 18:47
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Berlusconi, l’uomo che ha messo lo spettacolo al posto della politica
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7718 Francia
[Libération]

Ci manchi Pasolini. Ci mancano la tua capacità di diagnostica e di denuncia, il tuo senso di continuità e discontinuità, la tua forza d’attacco e il tuo genio poetico. Ci manchi perché ci manca la tua indignazione, perché l’Italia va male e non ci si indigna abbastanza.

Se è vero che la società capitalista contemporanea funziona più con la seduzione che con la repressione, e che la società dello spettacolo rappresenta la verità compiuta del liberalismo realmente esistente, Silvio Berlusconi incarna senza alcun dubbio il culmine di questo liberalismo, quel culmine in cui la seduzione vira rapidamente alla repressione come nei bei vecchi tempi del fascismo. “Fascismo”? La parola importa senza dubbio meno dei pericoli che denuncia, e non deve certo renderci indifferenti alle sue moderne trasformazioni. Berlusconi è la figura di questo regno autocratico dell’economia mercantile che ha avuto accesso ad uno statuto di sovranità irresponsabile e ha potuto sottomettere un paese intero con il dominio dello spettacolo. Lui governa lo spettacolo e lo spettacolo governa l’Italia.

Oggi la situazione italiana ha di che far ghiacciare il sangue nelle vene. È spaventosa, e solo l’immagine che la Francia si ostina a conservare dell’Italia spiega perché il pericolo non sia denunciato in modo più urgente e più sistematico. No, Berlusconi non è un simpatico clown con il senso della battuta, amante di serate libertine che incarna gli eccessi dell’ italian way of life (spaghetti e mandolino). No, Berlusconi non è un uomo politico stravagante. Berlusconi è un losco uomo d’affari, che si è arricchito con i soldi della mafia, ancora in stretti rapporti con ambienti criminali, che ha distrutto l’opinione pubblica italiana usando un oppio più forte di ogni droga, la televisione, e che fa esplodere la separazione dei poteri riformando la giustizia e intimidendo i giornalisti. Berlusconi è un pericolo per la democrazia, e se l’Europa non starà più attenta alle sue malefatte rimpiangerà in futuro che egli abbia fatto scuola. In cosa consiste la singolarità di Berlusconi? Molti fattori sembrano parteciparvi.

Prima di tutto la sua ricchezza. Le sue origini, come i suoi effetti, sono devastanti. Silvio Berlusconi è l’uomo più ricco d’Italia. Questo dovrebbe già essere inquietante di per sé, quando il potere economico e quello politico si confondono, la democrazia è in pericolo (Tocqueville: ” Quando solo i ricchi governano, l’interesse dei poveri è sempre in pericolo”). Ora, le origini della ricchezza di Berlusconi sono criminali. Berlusconi non ha nulla del self-made-man. Viene dagli ambienti più disonesti della politica italiana. La sua prodezza è stata nell’aver saputo emergere dall’operazione mani pulite – che aveva cercato di mettere fine alla corruzione della vita politica italiana- come un’alternativa, mentre ne era stato una delle cause e ne restava una delle migliori espressioni.

Gli effetti non sono meno gravi delle cause. Sono reali e simbolici. Reali quando Berlusconi compra una parte della classe politica italiana- si dice pure, in questo paese dove l’ironia è spesso un modo per nascondere la vigliaccheria: “Prima Berlusconi comprava le persone, ora alcuni sono pronti a pagare per vendersi”. Simbolici, quando Berlusconi distrugge il tessuto della società con una cultura del denaro facile.

Che una parte della popolazione possa avere come ideale il protettore organizzatore di “balli rosa”, che non abbia altri desideri che le ragazze facili e i grossi yacht, si può spiegare se questa popolazione si vede bombardare dalla rappresentazione permanente di questo stesso ideale (come per esempio i ritornelli alla radio, inizialmente insopportabili, poi la loro continua ripetizione li rende accettabili, poi piacevoli ed infine necessari). Che questo ideale sia l’unico è un dramma. Che esso sia incarnato dal capo di Stato [capo del Governo nella forma corretta, N.d.T.] è una tragedia. E che dire dell’immagine della femminilità che questo maniaco sessuale diffonde con le sue televisioni? Le italiane si rivoltano contro la società delle veline, queste soubrettes in abiti mini che accompagnano la televisione come un’”immagine di fondo”: e puttane e sottomesse.

Poi c’è il suo impero mediatico. Berlusconi non ha nulla di un liberale. Non è né un uomo di destra, né un uomo di diritto. Si riduce spesso l’opposizione a Berlusconi degli inglesi e della maggior parte dei giornalisti americani a dei conflitti d’interessi. Non lo è. Ricordiamo che Berlusconi è il re dell’accentramento e che ha tentato di raggruppare attorno a sé tutti i poteri della stampa e della televisione (prima di voler raggruppare tutti i poteri: legislativo, esecutivo e giudiziario). Oggi siamo arrivati alla seguente situazione, che i liberali di destra e di sinistra giudicheranno spaventosa: il presidente del Consiglio possiede le reti private più seguite (essezialmente reti di intrattenimento che rimpinguano l’ideologia capitalista: giochi, sfide tra poveri che si massacrano e danno al pubblico l’illusione di superiorità, compassione da due soldi, imbecillimenti organizzati, pornografia) e dirige, grazie alla sua posizione politica, le reti dette nazionali. Non contento di questo impero, arriva ad esigere di poter controllare le nomine dei direttori di rete, il contenuto delle trasmissioni e la scelta dei giornalisti nelle trasmissioni dette “politiche”.

Basterà un esempio. Le recenti faccende che intaccano l’immagine del presidente del Consiglio: le dichiarazioni stupefacenti di sua moglie, il suo divorzio, le relazioni che aveva con una minorenne, quelle che lo legano all’ambiente della prostituzione di Bari, il rodeo sessuale che ha portato una trentina di giovani donne nella sua dimora, il fatto che queste donne abbiano potuto fotografare la casa in tutta libertà; lo si vede, nababbo con la bandana di una repubblica della banane che mai si ammoscia vestito di bianco, mentre canta come un animatore di club vacanze. Questi fatti, dunque, non sono stati giudicati degni di essere diffusi dai direttori dell’informazione di Rai1. E la metà del paese non sa dunque quello che sta succedendo. La metà? L’80% degli Italiani si informa solo attraverso la televisione.

Il suo potere, non dimentichiamolo, arriva ai giornali. Perché egli ne possiede (ha appena nominato Vittorio Feltri alla direzione de Il Giornale – quotidiano che appartiene alla famiglia del presidente del Consiglio e di cui dire che è proberlusconiano sarebbe un eufemismo pericoloso- e la maggior parte della sua redazione è costituita da persone accusate in processi mafiosi); perché le sue società entrano nel capitale della magior parte delle grandi case editrici, ed infine perché i suoi poteri economici sono tali che può far chiudere dei giornali chiedendo alle grandi società di non fare pubblicità da coloro che nuocciono alla sua immagine.

Terzo, la sua relazione con il potere giudiziario. Poiché fa politica per poter sfuggire ai processi che non smettono di minacciarlo, Silvio Berlusconi ha fatto della giustizia la priorità delle sue riforme. Le leggi ad personam hanno avuto il loro effetto. È riuscito a far passare un decreto (la legge Alfano) che lo mette al di sopra della legge – intendiamo che ha fatto passare in Parlamento una legge che decreta la sua impunità. Ma c’è di più. Ha fatto ridurre il tempo di prescrizione e aumentare il tempo dei processi. Queste leggi cesoia gli permettono di sfuggire alle condanne; il tempo della cassazione è così lungo oramai che la prescrizione interviene sempre prima che giustizia sia fatta. Egli denigra i giudici (la cui aurea aveva permesso a mani pulite di diventare un vero e proprio movimento politico). Questo scandalo ha un effetto demoralizzante sul paese. Quando si vede un corrotto capace di corrompere le leggi che potrebbero sanzionare la sua corruzione, non restano più molte soluzioni. Ve le lasciamo immaginare. Esse vanno dalla disperazione alla violenza.

In ultimo, la sua relazione con la politica. Berlusconi non ama la politica. Non ama le idee, non ama i libri, non ama i discorsi. Egli incarna in questo senso una figura decisiva della società dello spettacolo. Quando tutto è stato trasformato in spettacolo, il discorso non serve più a niente. Il discorso svela senza mostrare, si avvicina alla realtà senza pretendere di superarla o di rimpiazzarla, ne denuncia le complessità, le contraddizioni, le sovrimpressioni, lo spessore storico. Sono quindi i discorsi che bisogna far tacere, rimpiazzandoli con delle immagini. È la logica che bisogna distruggere con la spettacolarizzazione del reale: mai una censura è stata così perfetta.

Il 6 agosto 1968, nel momento di presentare la cronaca intitolata “Il caos” che stava per pubblicare nel settimanale Il Tempo, Pasolini scriveva: “Ci sono più ragioni [per il mio contributo]. La prima è il mio bisogno di disobbedire al Buddha. Buddha insegna a staccarsi dalle cose (per dirla all’occidentale) e il disimpegno (per continuare con il grigiore di questo linguaggio occidentale): due cose che sono nella mia natura. Ma c’è in me un bisogno irresistibile di contraddire questa natura. ” E continuava: “Per giustificarmi, invoco la necessità “civile” di intervenire nella lotta di tutti i giorni, nella lotta quotidiana per urlare quello che secondo me è una forma di verità”. Con la poesia e i film di Pasolini, con i suoi romanzi incandescenti, e di cui si può pensare che l’ultimo, Petrolio, non è estraneo agli avvenimenti che hanno causato la sua morte, ricorderemo l’attività giornalistica di Pasolini: la sua collaborazione con quotidiani e settimanali che hanno dato vita ai volumi decisivi degli Scritti corsari, dell’Empirismo eretico e delle Lettere luterane.

I suoi interventi non si contentano di notare quello che è (tanta è la capacità di diagnostica che manca a molti dei nostri contemporanei). Essi prevedono quello che succederà (caratteristica, questa, delle «democratic vistas» dei poeti, secondo la formula di Walt Whitman). Meglio ancora: essi immaginano anche quello che è preferibile.

Ci manchi Pasolini.

[Articolo originale "Berlusconi, l’homme qui a mis le spectacle à la place de la politique" di Martin Rueff] (http://www.liberation.fr/monde/0101591424-berlusconi-l-homme-qui-a-mis-le-spectacle-a-la-place-de-la-politique)

atinvidia284
29-09-2009, 17:48
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Sesso, Berlusconi e una confessione
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7574 Germania
[Sueddeutsche Zeitung]

Sinora la vita privata di Berlusconi ha fornito materiale per la stampa scandalistica. Adesso per il premier italiano la situazione sta diventando politicamente scomoda.

Lentamente si compone l’immagine. E’ il quadro di una moderna terra della cuccagna dove il patriarca settantaduenne dalla sparuta chioma è contorniato da dozzine di belle donne, tra cui qualcuna liftata. Proprio vicino a lui c’è una diciottenne e sorride come un angelo. La moglie del patriarca scuote disgustata la testa verso il margine della foto, seguita da uno stuolo di preti cattolici. Intorno al banchetto si spargono adulatori e leccapiedi che di sottecchi allungano banconote alle ragazze. Questa immagine non corrisponderà di certo pienamente alla realtà dei fatti. Come è andata veramente, e ciò che lui stesso sapeva della storia, lo può dire solo il patriarca Silvio Berlusconi. Tuttavia il premier italiano, miliardario e guru dei media, non vuole. Per questo sono altri, da quattro mesi a questa parte, a ricostruire il puzzle pezzo per pezzo. A cominciare è stata Veronica Lario, la presunta moglie tradita. Quando suo marito le ha raccontato quella che secondo lei era l’ennesima balla – lui ha detto che sarebbe andato alla conferenza sui rifiuti a Napoli, invece si è recato al compleanno della bionda Noemi Letizia – lei non ce l’ha fatta più. Ha chiesto pubblicamente il divorzio fornendo più tardi i dettagli nella nuova edizione della sua biografia. Suo marito avrebbe un debole per le minorenni, sarebbe sesso-dipendente e necessiterebbe di una terapia, questa la sua conclusione. Ma se tra Noemi e Silvio la cosa sia andata davvero oltre la stretta di mano, non lo dice nemmeno lei. Dopo è arrivata Patrizia D’Addario e il sospetto che Silvio sia andato con delle prostitute. L’escort professionista non si è fermata alle accuse ma ha anche rivelato il suo metodo, la sua “assicurazione” contro le conoscenze maschili “riluttanti”. All’improvviso le trascrizioni delle registrazioni e le immagini erano sul mercato. Confermano l’immagine di un premier che gode pienamente dei frutti del suo presunto fascino (molto potere, molti soldi, pochi capelli).

Come prove per un reale abuso del suo mandato istituzionale gli scatti e gli stralci delle registrazioni non potevano essere utilizzati. Anche la supposizione che alcune candidate molto attraenti non abbiano avuto alle spalle una lunga carriera politica prima di approdare agli incarichi istituzionali, non trova sostegno giuridico. Le tante storie ed indiscrezioni dagli ambienti vicini al patriarca sono state comunque sufficienti a far scendere in campo la Chiesa, che ha etichettato pubblicamente come “depravata” la condotta del premier.

L’utilizzatore finale

Ma il patriarca non si fa mettere sotto. Fa annunciare dai suoi collaboratori che lui non ha bisogno di pagare le donne. Riceve le loro attenzioni in grandi quantità e gratuitamente, e comunque lui è stato solo “l’utilizzatore finale”. Tutti quelli che sono contro di lui – quotidiani, politici e anche la Chiesa – li ricopre di assurde minacce. Fino a questo punto Berlusconi si può ancora mostrare come vittima di una campagna di diffamazione dei media di sinistra e giocare la carta del diritto alla tutela della sua vita privata. Della sua simpatia per le belle donne, questo gli va riconosciuto, Berlusconi non ha mai fatto mistero. A nessuno più di lui può essere attribuito tale peccato di “galanteria”. A questo punto, però, appare una persona che potrebbe diventare pericolosa anche per Berlusconi, il detentore di denaro e potere. Giampaolo – detto “Giampi” – Tarantini vuota il sacco e racconta di avere messo a disposizione 30 donne per circa 18 festini nelle ville private di Berlusconi. Alcune di loro le ha pagate regolarmente, racconta, in modo che queste si tenessero pronte per la richiesta di eventuali prestazioni sessuali. Berlusconi, “l’utilizzatore finale”, dice tuttavia di non aver saputo nulla dei pagamenti.

Ignominiosi contatti

Il tutto potrebbe essere considerato semplicemente come una nuova storiella dalla vita privata di Berlusconi, se Tarantini queste dichiarazioni le avesse rilasciate spontaneamente. Ma non è questo il caso. Il giovane imprenditore, che deve attualmente rispondere alla guardia di finanza delle accuse di corruzione e di traffico di stupefacenti, ha fatto, a quanto pare, una dettagliata confessione. Confessione che è pervenuta praticamente subito alla stampa, ed è stata pubblicata dal quotidiano conservatore Corriere della Sera. Ad essere particolarmente indigeste per Berlusconi sono un paio di cose: la prima è che Giampi Tarantini ha spifferato per quale motivo lui volesse fare felice il premier. La presentazione delle ragazze compiacenti procurava a lui, secondo quando da lui stesso dichiarato, i contatti necessari per poter aver la sua fetta in appalti nella sanità in Puglia. Se dovessero essere provate tali affermazioni ci sarebbe il presupposto giuridico per un’inchiesta parlamentare.

Seconda cosa, con il Corriere della Sera, che appartiene alla famiglia Agnelli, anche il più grande quotidiano di stampo conservativo del Paese si è schierato contro Berlusconi. Dopo la Chiesa, in Italia molto influente, il premier perde anche la copertura dell’élite borghese più conservatrice che lo aveva tollerato sinora per mancanza di alternative. Per ritornare al quadro iniziale, ora Berlusconi corre il rischio che non solo le donne e la Chiesa gli volgano le spalle, ma anche tutto il paese.

[Articolo originale " Sex, Berlusconi und ein Geständnis " di Carsten Matthäus] (http://www.sueddeutsche.de/politik/735/487144/text/)

atinvidia284
29-09-2009, 17:53
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif Condono generoso per i titolari di fondi neri italiani
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7738 Olanda
[NRC Handelsblad]

Roma – Gli evasori fiscali italiani possono rilassarsi e prendere fiato. Il Senato approva oggi una legge che rende possibile riciclare il denaro sporco depositato all’estero a condizioni molto convenienti. Chi dichiara entro il 15 dicembre i propri fondi neri giacenti nei paradisi fiscali dovrà pagare solo il 5 per cento di tasse, contro il circa 40 per cento prelevato dalle entrate degli italiani onesti.

Chi fa la dichiarazione può contare sull’anonimato. Anche coloro che hanno ottenuto guadagni non dichiarati attraverso il falso in bilancio non saranno perseguiti. “Questo è riciclaggio di Stato”, ha detto il leader del partito Italia dei Valori, Antonio di Pietro. “Una vergogna”, sostiene Dario Franceschini, capo dell’opposizione di sinistra, il Partito Democratico. Gli Italiani onesti sono secondo lui svantaggiati dal provvedimento.

Il Ministro del Tesoro Giulio Tremonti prevede che circa 100 miliardi di euro in nero verranno dichiarati. Spera di incassare 5 miliardi di euro per le casse dello Stato. Secondo Tremonti il provvedimento rispetta le condizioni che l’OCSE pone alle legislazioni per il rientro dei capitali dall’estero.

Nessun altro Paese sta considerando un approccio così timido come quello italiano. In Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti gli evasori fiscali devono comunque pagare le tasse. Solo una parte della multa può essere condonata. Chi ha ottenuto il denaro da pratiche illegali o criminali rimane perseguibile.

Sei anni fa il governo Berlusconi di allora aveva già concesso agli evasori italiani una legge indulgente per il riciclaggio del denaro. Ai tempi l’operazione aveva fruttato 2 miliardi di euro al Tesoro ed era stato detto che si trattava dell’ultimo condono generale.

[Articolo originale "Soepel pardon voor zwartspaarders Italië" di Bas Mesters] (http://www.nrc.nl/economie/article2367319.ece/Soepel_pardon_voor_zwartspaarders_Italie)

toms
30-09-2009, 17:07
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Berlusconi, in odore di mafia, è ricevuto dal papa Benedetto XVI


Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato domenica 27 settembre 2009 in Brasile.

[Terra Magazine]

“Di cavalli non sapeva nulla” ha detto il procuratore generale nella sua requisitoria alla corte d’Appello di Palermo a proposito dello “stalliere” Vittorio Mangano, mafioso di spicco assunto dal 1973 al 1975 per occuparsi del prezioso allevamento di cavalli della scuderia di lusso di Silvio Berlusconi nella tenuta di Arcore.

Venerdì, la frase “Di cavalli non sapeva nulla”, è diventata il leit-motiv contro il premier Silvio Berlusconi subito dopo il suo rientro dagli Stati Uniti, dove aveva cercato di mettersi in mostra al palazzo di vetro delle Nazioni Unite, riuscendo solo ad avere qualche trafiletto per essere rimasto chiuso qualche minuto nell’ascensore del celebre hotel Waldorf Astoria, a causa di problemi tecnici.

Presso la Corte d’Appello di Palermo si sta svolgendo un processo per associazione mafiosa contro il senatore siciliano Marcello Dell’Utri, amico fraterno di Berlusconi, cofondatore di Forza Italia e suo unico referente in Sicilia. La sentenza di primo grado ha condannato il senatore berlusconiano Marcello Dell’Utri a 9 anni di reclusione per associazione mafiosa. Venerdì al Tribunale di Palermo il procuratore generale Antonino Gatto ha ricordato che fu Dell’Utri a indicare il mafioso Mangano affinché lavorasse per Berlusconi nella tenuta di Arcore.

Solo per ricordare, Mangano fu condannato all’ergastolo per appartenenza alla mafia e per due omicidi perpetrati su ordine di Cosa Nostra: morì nel 2000 di cancro al cervello.
Gatto ha ricordato che Dell’Utri era il braccio destro di Berlusconi per gli affari in Sicilia: “Mangano era il simbolo vivente della protezione da parte di Cosa Nostra a Silvio Berlusconi”. E ha aggiunto: “Mangano fu assunto per coltivare interessi diversi da quelli per i quali fu ufficialmente chiamato”.
Alla fine della requisitoria presso la Corte d’Appello di Palermo il Procuratore generale si è chiesto: “Ma che ci faceva un finto stalliere e mafioso nella tenuta di Berlusconi ad Arcore?”

In un’inchiesta del magistrato Paolo Borsellino – fatto saltare in aria dalla mafia nel 1992 – era coinvolto Vittorio Mangano. Secondo Borsellino era la “testa di ponte” che si occupava degli affari di Cosa Nostra nell’Italia del nord. Il giudizio di Borsellino è stato ricordato dal magistrato Gatto, nella sua funzione di rappresentante del Pubblico Ministero.

Nonostante i sospetti di mafia che ora gravano su di lui, Berlusconi è riuscito a mettere in agenda un incontro con papa Ratzinger prima che si imbarcasse per Praga. Non sapendo cosa dire, Berlusconi ieri se n’è uscito così: “Santità, le porto un affettuoso abbraccio da parte del presidente Barak Obama”.
Con un cinismo per niente cristiano, Ratzinger ha rincarato la dose: “Presidente, che gioia vederla”.

NOTIZIA FLASH. Poiché non è più tra noi, possiamo solo immaginare come il mafioso Mangano sarebbe rimasto ammirato dal dialogo tra Berlusconi e il papa Benedetto XVI.
Neanche Totò Riina, il capo dei capi della Mafia attualmente in carcere, potrebbe immaginare una tale abilità diplomatica.

[Articolo originale "Com odor de Máfia, Berlusconi é recebido pelo papa Bento XVI" di Wálter Fanganiello Maierovitch] (http://maierovitch.blog.terra.com.br/2009/09/27/com-odor-de-mafia-berlusconi-e-recebido-pelo-papa-bento-xvi/)

http://italiadallestero.info/archives/7755

atinvidia284
02-10-2009, 00:18
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Contro gli immigrati illegali l’Italia flirta col fascismo
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7684 Brasile

[O Estado de São Paulo]

Le leggi che fanno dell’immigrazione clandestina un reato e i discorsi xenofobi rivelano l’intolleranza della società italiana

Esattamente 90 anni dopo che Benito Mussolini lanciò il Manifesto Fascista, l’Italia è di nuovo di fronte al razzismo. La Giustizia italiana sta già condannando i primi stranieri per il nuovo “reato d’immigrazione” con l’obiettivo di combattere l’immigrazione clandestina e la criminalità. Gli episodi di intolleranza che hanno luogo in tutto il Paese alimentano la polemica sul governo di Silvio Berlusconi ma anche sulla società italiana, sempre più accusata di razzismo.

La controversia su quella che viene definita “deriva fascista” in Italia è iniziata tre settimane fa, quando un gommone con cinque immigrati eritrei è stato recuperato nelle acque dell’isola di Lampedusa, nel Mar Mediterraneo – la principale rotta usata dagli migranti illegali per entrare in Europa dall’Africa. Il gruppo si era lasciato alle spalle 73 morti, vittime dei 20 giorni di sete e fame alla deriva in acque territoriali europee. La tragedia si è trasformata in un dibattito nazionale dopo che i migranti hanno raccontato di essere stati avvistati durante la traversata da imbarcazioni che non li hanno soccorsi, contravvenendo a una storica legge del mare.

La polemica si è inasprita quando il Tribunale di Firenze ha condannato il primo straniero dopo l’approvazione della nuova legge sull’”immigrazione clandestina”. Accusato di aver rubato una bicicletta, Samer al-Shomaly, un palestinese di 28 anni, è stato condannato a pagare una multa di cinquemila euro, pena soggetta ad essere convertita in espulsione dal paese.

La condanna si è basata sul Pacchetto Sicurezza, approvato il 2 luglio dal governo di coalizione di Silvio Berlusconi col partito di estrema destra Lega Nord. La legge è diventata il simbolo del rigore dell’Italia contro gli stranieri irregolari. Il testo prevede, tra le altre condanne, l’esproprio di immobili affittati agli immigrati illegali e aumenta da 60 giorni a 6 mesi il tempo di detenzione dei clandestini – parola che è diventata sinonimo di “criminale” nel paese.

L’offensiva contro gli immigrati ha scatenato un’ondata di critiche da parte degli intellettuali, delle organizzazioni non governative (ONG), dei militanti per i diritti umani, della Chiesa e dei politici d’opposizione italiani e europei. Laura Boldrini, Alto commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, considera la legge illegittima. “In Italia c’è un incoraggiamento all’odio razziale che non può essere accetato in una società democratica. È come gettare benzina sul fuoco”, avverte. “L’opinione pubblica è l’obiettivo di una campagna che confonde gli immigrati con i criminali, ignorando che loro sono importanti per l’economia e per il benessere delle famiglie”.

Il direttore dell’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni per il Mediterraneo Peter Schatzer ha una posizione simile: “L’Italia non sa affrontare il fenomeno dell’immigrazione perché l’ha conosciuto relativamente tardi. Dieci o quindici anni fa ancora si considerava un paese di emigranti. Ancora non considero razzista la società italiana nal suo insieme, ma è vero che gruppi politici e settori minoritari della società portano avanti un discorso razzista, xenofobo e islamofobo.

Al centro delle critiche c’è Roberto Maroni, ministro dell’Interno, vice presidente del Consiglio e leader della Lega Nord, sostiene che il Pacchetto Sicurezza ha ridotto l’immigrazione illegale del 92% in un anno. Usando un discorso classico del suo partito, che è solito dare la responsabilità agli immigrati per la violenza, la povertà e perfino per la trasmissione di malattie nel paese, Maroni afferma che la criminalità è calata del 14% da quando è stato approvato il provvedimento: “L’unica risposta che continuo a dare è legata alla diminuzione dell’immigrazione clandestina. L’anno scorso sono sbarcati 14.200 clandestini, quest’anno 1.300″

Maroni afferma che la creazione del reato di immigrazione è una “misura di protezione” dell’Italia contro i clandestini. La Lega Nord, che ha l’8% dei voti in Parlamento, possiede una pagina su Facebook bloccata da dieci giorni. Creata dalla sezione del partito della città di Mirano, nel nord del paese, il profilo aveva come slogan la frase: “Torturare clandestini è legittima difesa!”

Uno degli oltre 400 “amici” della pagina era Umberto Bossi, fondatore della Lega Nord e ministro del governo Berlusconi. Quando è stato pressato dalla stampa italiana per il contenuto razzista del profilo, Bossi ha ricordato l’appoggio popolare alle sue cause: “Il peccato che la Lega porta è il voto”.

Uno sportello per le denunce

Nel 2008, una legge proposta dal Ministero degli Interni italiano ha autorizzato i sindaci ad accogliere denunce anonime per l’arresto degli immigrati clandestini in tutto il paese. Di questa “autorizzazione” ha approfittato Leonardo Ambrogio Carioni, sindaco di Turate, in Lombardia, nel nord Italia.

Dall’inizio dell’anno, un ufficio apre in città una volta a settimana per ricevere la “collaborazione” popolare contro gli stranieri che vivono senza documenti nel paese. L’Ufficio di Controllo della Polizia Giudiziaria di Turate è aperto in Comune il giovedì pomeriggio.

L’obiettivo è stimolare “il cittadino a tutelarsi” ha argomentato Carioni per telefono al nostro giornale. Il giorno in cui stavamo realizzando questo reportage, nessun abitante si è presentato per denunciare gli stranieri della zona, la maggior parte dei quali marocchini.

“La nostra amministrazione comunale ha adottato questo sistema per permettere alla popolazione di evitare che dei clandestini attentino alla sicurezza”, ha detto il sindaco, membro della Lega Nord. Interrogato su cosa risponde alle critiche di razzismo che la sua amministrazione riceve, ha chiesto di chiudere la comunicazione e non ci ha più risposto. Per Carioni il nuovo sportello è uno strumento di lotta alla violenza, non di persecuzione degli illegali.

Tra i 9 mila abitanti di Turate ci sono circa 800 stranieri, ma il numero di immigrati irregolari non si conosce.

Secondo gli impiegati del comune, le delazioni, di solito, vengono fatte per telefono e in seguito tramite appuntamento. Tra gli abitanti della regione le opinioni sull’Ufficio di Controllo sono divise.

“Mi sembra giusto. Ci sono molti immigrati che non lavorano e non studiano. Non fanno niente”, ha affermato una commerciante che non ha voluto rivelare il suo nome. “I marocchini danno problemi”

Per il pensionato Giancarlo Rimoldi, 75 anni, l’inizativa del sindaco ha un fine elettorale: “Sono apolitico, ma non è difficile capire che lui sta solo reggendo la bandiera delle Lega Nord”.

Contrario al provvedimento, Rimoldi ha detto di non avere nulla contro gli stranieri: “Non sono razzista verso gli extracomunitari perché i problemi dell’Italia non hanno niente a che fare con loro”. Ma subito dopo il pensionato rivela un pregiudizio più antico: “Sono razzista verso la gente del Sud. Il problema dell’Italia è sempre stato e continua ad essere il Sud, che dobbiamo mantenere noi”.

[Articolo originale "Contra ilegais, Itália flerta com o fascismo" di Andrei Netto] (http://www.estadao.com.br/noticias/internacional,contra-ilegais--italia-flerta-com-o-fascismo,433914,0.htm)

atinvidia284
02-10-2009, 00:20
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Una serata particolare
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7798 Francia
[Le Monde]

Martedì, in Italia, una trasmissione è stata cancellata su richiesta del presidente del consiglio Silvio Berlusconi, in modo da garantirgli un forte ascolto su un altro canale della televisione. Non ci credete? Leggetevi, in Le Monde del 17 settembre, l’articolo del nostro corrispondente a Roma, Philippe Ridet.

Perché il maggior numero di Italiani assistessero, su Rai Uno, all’inaugurazione, fatta da lui stesso, delle prime case antisismiche destinate ai senza tetto del terremoto dell’Aquila, l’uomo più ricco e più potente d’Italia ha convinto i responsabili di un canale concorrente, Rai Due [sic! era Rai Tre, N.d.T.], a rinunciare alla messa in onda di una trasmissione polemica molto seguita.

Cassette delle lettere, tende, dentifricio, olio d’oliva, televisione con schermo piatto, nelle 94 casette a quanto pare non mancava nulla. “Ecco le chiavi nella speranza che questa casa sia per voi un nido d’amore in vista di una nuova vita” ha dichiarato Silvio Berlusconi nei confronti di una giovane coppia.

Guardando queste immagini di propaganda, si provava un sentimento di tristezza. Per gli 11.000 sfollati che vivono ancora nelle tende, ai quali si aggiungono 25.000 persone alloggiate negli hotel della costa adriatica; ma anche per gli italiani, ammassati davanti alla televisione, ai quali è stata inflitta una simile messinscena.

Mercoledi 16, su La Repubblica, il quotidiano più agguerrito nella denuncia del sistema Berlusconi, non meno di otto pagine erano consacrate a questo show e ai tentativi di mettere in riga i media italiani. Almeno quelli che non sono ancora caduti sotto il colpo del presidente del consiglio.

Intanto, in Francia, noi guardavamo beatamente, su TF1, il Milan AC battere l’OM. I commentatori facevano il loro lavoro di commentatori di calcio. Normale. Resta il fatto che diventa impossibile oggi fare come se non sapessimo che un uomo, incidentalmente presidente del Milan AC, sta cercando di zittire la stampa del suo paese. Intervenendo nel maggio 1977 al Festival di Cannes in occasione di un dibattito sull’”impegno sociale ed economico del cinema”, il grande cineasta italiano Roberto Rossellini dichiarò: “Vorrei ora citare una frase di Marx, alla quale aggiungerò la mia. Karl Marx diceva: “L’ignoranza non è mai servita a nessuno”; ed io aggiungo: “L’ignoranza serve benissimo a coloro che vogliono tenerci al guinzaglio”. Ho 71 anni, ho la schiena dritta e continuo a rompere le scatole a tutti. Tuttavia potevo scegliere. Ho conosciuto il successo; sono diventato una star, avrei potuto approfittarne, vivere a partire da lì senza cercare guai poiché mi divertivo molto nella vita. Ma ho preferito tornare a rompere le scatole. Sono nato libero; fortunatamente. Sono libero, totalmente libero…”

Una dichiarazione che La Repubblica potrebbe interamente riprendere per sé.

[Articolo originale "Une soirée particulière" di Franck Nouchi] (http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/09/17/une-soiree-particuliere-par-franck-nouchi_1241811_3232.html#xtor=AL-32280184)

atinvidia284
02-10-2009, 11:27
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif È guerra tra Berlusconi e la stampa d’opposizione
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7801 Francia
[L'express]

Petizione per la libertà di stampa, manifestazione questo sabato, minacce di azioni legali… La tensione è al culmine tra il capo di governo italiano e gli organi di stampa che sfuggono al suo impero mediatico, come La Repubblica.

Martedi sera, Silvio Berlusconi regnava da signore sulla scena di RA1. Si è invitato in prima serata sulla rete, nella famosa trasmissione “Porta a Porta”, per evocare la consegna di case costruite per dare un alloggio [alle vittime] del terribile sisma de L’Aquila. E siccome nulla doveva offuscare il suo messaggio, i programmi concorrenti sono stati sconvolti: sparita la trasmissione politica di Canale 5 e quella di Rai 3.

Una dimostrazione, semmai ne occorresse una, del dominio del Cavaliere sul panorama televisivo transalpino. Come spiegava L’Express nel luglio scorso, “controlla quasi tutti i grandi canali nazionali: i tre di Mediaset e almeno due dei tre del servizio pubblico, la Rai. Al punto che, nello scandalo delle call-girls il direttore di Rai 1 fresco di nomina aveva pensato bene di ignorare l’affare…”

Non tutti i media danno prova di questa benevolenza nei confronti di Silvio Berlusconi. Impelagato da maggio in due scandali sessuali, “chiacchiere diffamatorie” che egli denuncia, si è lanciato in una controffensiva a colpi di azioni legali e attacchi personali, attraverso i media del suo impero editoriale, contro i suoi detrattori. Dei “farabutti”, secondo il Cavaliere.

Quando i giornali di opposizione come La Repubblica e L’Unità si impadroniscono dello scandalo Noemi Letizia, questa giovane Napoletana le cui relazioni con il Cavaliere sono poco chiare, li cita in tribunale. Il giornale dell’episcopato transalpino, L’Avvenire, ha visto il suo direttore costretto alle dimissioni dopo alcuni attacchi proferiti da Il Giornale, il quotidiano controllato dal… fratello di Silvio Berlusconi.

Questo vale anche per i media stranieri: ha minacciato di querelare il quotidiano spagnolo El Pais che ha pubblicato alcune fotobollenti scattate nella sua villa sarda, o anche il Nouvel Observateur in Francia.

Visibilmente poco impressionati da queste minacce, alcuni organi di stampa gli tengono testa. Come La Repubblica che pone ogni giorno dieci domande sulle sue relazioni con Noemi Letizia e la sua passione per le giovani donne. Questa campagna è valsa gli attacchi al direttore del quotidiano Ezio Mauro, nel giornale di destra, Libero. “La guerra è totale”, spiega Le Monde in un ritratto di questo imprenditore della stampa. Le dieci domande, sono rimaste senza risposta.

Non scoraggiati i giornalisti del quotidiano transalpino questa settimana hanno anzi ingranato la marcia con una nuova serie di dieci domande, tra le quali: “Sapeva che le donne con cui passava la notte erano delle call-girls?” (riferimento alla vicenda Patrizia D’Addario) o “Non c’è contraddizione tra il suo comportamento e la sua politica?”

Questo sabato, una grande manifestazione in favore di un’informazione libera e indipendente è prevista a Roma. “Berlusconi non ha esitato ad utilizzare il suo potere politico ed economico per cercare di zittire l’informazione in Italia e nell’Unione europea”, denunciano questo giovedì all’unisono Reporters senza Frontiere, la Federazione Europea dei Giornalisti ed il gruppo europeo della Federazione internazionale dei giornalisti.

E una petizione, “L’appello di tre giuristi” è stata lanciato da La Repubblica contro i tentativi di ridurre la stampa libera al silenzio”. Ha già raccolto quasi 390.000 firme. Nella lista spiccano alcuni nomi. Fra gli italiani: lo scrittore Umberto Eco, il giornalista Roberto Saviano, e nel mondo del cinema, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci o ancora Nanni Moretti… Ma anche firme internazionali come quella dello scrittore cileno impegnato Luis Sepulveda, del direttore della redazione di Novaïa Gazeta (al quale collaborava Anna Politkovskaïa) Dmitri Muratov, o ancora del presidente del partito socialista europeo Martin Schulz, e di quello del gruppo Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l’Europa (ADLE) al Parlamento Europeo Guy Verhofstadt.

Di fronte a quest’ondata di protesta che aumenta di giorno in giorno, Silvio Berlusconi afferma che l’Italia non è una “dittatura”. “Normalmente, un dittatore censura poi chiude i giornali. In questi giorni in Italia abbiamo potuto verificare che esiste la libertà di mistificare, di calunniare e di diffamare. Non è dunque una dittatura”.

Ai suoi occhi pretendere che la libertà di stampa sia minacciata in Italia è solo una “balla”… a differenza del rispetto della vita privata che è in pericolo, giustificando così le azioni giudiziarie intentate contro i giornali di opposizione.

Prendendosi così gioco dell’opposizione cerca soprattutto di limitare i danni nei suoi rapporti con la Chiesa cattolica e all’interno della sua maggioranza. Il capo di governo è infatti in rotta di collisione con il suo “erede”, il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, che deplora la mancanza di democrazia interna nella maggioranza.

E Silvio Berlusconi a dire che gli Italiani lo appoggiano in massa… “Sapete perché gli italiani credono in me? Non soltanto perché sono giovane e bello e perché sono un imprenditore e quindi non ho bisogno di rubare (allo Stato). Hanno fiducia perché sanno che i catto-comunisti non riusciranno a mettere in atto il loro programma”, ha dichiarato il Cavaliere.
Secondo lui, ha il 68,4% delle opinioni favorevoli tra gli italiani. Un cifra smentita da un sondaggio dell’istituto IPR pubblicato mercoledi dal quotidiano La Repubblica. Secondo quest’ultima la sua quota di fiducia continua a diminuire raggiungendo il 47% in settembre, lontano dal 60% ottenuto un anno prima.

Un’erosione che potrebbe accentuarsi, poiché i media d’opposizione sono ben decisi a non demordere.
Un nuovo quotidiano indipendente vedrà la luce la prossima settimana. Il Fatto, “sarà contemporaneamente un quotidiano ed una reazione civile da parte di un gruppo di giornalisti che credono alla libertà di stampa”, ha dichiarato il suo direttore, Antonio Padellaro, questo venerdi nel corso di una conferenza stampa organizzata dall’Associazione della Stampa Straniera a Roma.
Grazie ad alcune penne arrivate da giornali di sinistra come L’Espresso o L’Unità, o il sostengno di fondatori come Marco Travaglio, noto per le sue posizioni anti-Berlusconi, questa nuova pubblicazione in un primo tempo non avrà che uno scopo: contrastare i “colpi d’artiglieria di Silvio Berlusconi contro la stampa d’opposizione”.

[Articolo originale " Entre Berlusconi et la presse d'opposition, c'est la guerre " di Marie Simon] (http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/entre-berlusconi-et-la-presse-d-opposition-c-est-la-guerre_788638.html)

atinvidia284
04-10-2009, 00:05
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif Berlusconi respinge le critiche dei media
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7518 Olanda
[NRC Handelsblad]

Roma – Il premier italiano Silvio Berlusconi usa sempre più spesso il suo potere nei media per soffocare le voci critiche. Stasera due importanti programma di attualità sono stati cancellati per dare pieno spazio ad uno show nel programma Porta a Porta di Bruno Vespa su Rai Uno, bendisposto verso Berlusconi. Nel corso del programma Berlusconi annuncerà la consegna delle prime 94 case di legno alle vittime del terremoto in Abruzzo.

Stasera non sono ammesse voci critiche. La puntata del programma critico Ballarò su Rai Tre, ugualmente dedicata alle vittime del terremoto, è stata spostata a giovedì. Il presidente della commissione di controllo sulla Rai, Sergio Zavoli, ha definito la sospensione di Ballarò “grave”. La più importante rubrica di attualità dell’emittente di Berlusconi Canale 5, Matrix, stasera è stata sospesa “per motivi tecnici”. Matrix voleva fare una puntata sulla libertà di stampa in Italia.

Altri due programmi di inchiesta stanno avendo difficoltà con intralci burocratici. Report, che ha fatto luce su molti fatti, ancora non ha l’assicurazione di tutela legale da parte della Rai. Vari importanti giornalisti di Annozero di Michele Santoro, che con il suo programma si è affermato come il più importante critico di Berlusconi, aspettano ancora un nuovo contratto a nove giorni dalla prima puntata. Santoro: “Silvio Berlusconi decisamente influenza da dietro le quinte l’andamento delle cose all’interno della Rai.”

Anche Il Giornale, il quotidiano del fratello di Berlusconi, Paolo, viene usato per imporre il silenzio ai critici. Ieri il quotidiano ha lanciato un attacco frontale contro Gianfranco Fini, co-fondatore del partito di Berlusconi Popolo della Libertà e presidente della Camera dei Deputati. Fini lamenta già da tempo la mancanza di democrazia all’interno del partito.

Ieri il caporedattore Vittorio Feltri ha minacciato Fini nel suo giornale: “Per creare uno scandalo, basta far comparire un dossier del 2000 su fatti a luci rosse (con prostitute, ndr), che coinvolgono personalità di Alleanza Nazionale. Fini à stato segretario di Alleanza Nazionale fino alla fusione del suo partito con il Popolo della Libertà. Fini ha annunciato azioni legali contro Il Giornale.

[Articolo originale "Berlusconi weert kritiek uit media" di corrispondente] (http://www.nrc.nl/buitenland/article2360255.ece/Berlusconi_weert_kritiek_uit_media)

atinvidia284
04-10-2009, 00:08
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Berlusconi, quello piccolo
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7780 Francia
[L'express]

Quale ruolo gioca Paolo, il fratello minore di Silvio, a capo del quotidiano di famiglia? Anche a lui piacciono le belle donne e il suo nome è stato immischiato nella cronaca giudiziaria.

All’ombra del fratello maggiore, c’è sempre stato quello piccolo: Berluschino, come lo chiamano. Paolo B. non ha mai sopportato questo nomignolo, lui che è nato tredici anni dopo Silvio e non ha mai disdegnato di fungere, in tempi bui, da parafulmine.

In questi giorni all’estero si scopre questo fratello sconosciuto, da quando il quotidiano di famiglia Il Giornale ha scatenato, in maniera inedita e poco pulita, un attacco pungente alla Chiesa, indignata dopo la telenovela estiva dei piaceri carnali di Silvio. Paolo è, infatti, il proprietario de Il Giornale. Ma lo è davvero?

Non è stato lui, ma Silvio che ha nominato nel ruolo di direttore della redazione, quest’estate, il polemista Vittorio Feltri, per lanciare la sua guerra totale contro la stampa, contro la Chiesa, contro tutti. Silvio aveva venduto il giornale a suo fratello nel 1992, al fine di sfuggire alla legge Mammì, che vietava ad un proprietario di canali televisivi di controllare, oltre a quelli, dei giornali…

“Alla redazione, nessuno sapeva che l’editore era Paolo Berlusconi e nessuno si è mai reso conto della sua presenza!” testimoniava, prima della sua morte, il grande giornalista Indro Montanelli, che nel 1994, durante l’ingresso di Berlusconi in politica, preferì lasciare Il Giornale, che aveva diretto per vent’anni.

Ed è a Montanelli che Paolo aveva confessato un giorno l’impietosa trama del suo destino. Al ritorno da una visita a sua madre, malata, aveva incrociato la custode del palazzo, che gli aveva gridato:”Ah, signor Paolo! Come sta la madre di suo fratello?” E Paolo a confessare: “È stato lì che mi sono reso conto di non contare per niente!”

Alla soglia dei suoi sessant’anni dunque, Paolo, che non parla con la stampa e ha rifiutato di ricevere L’Express, non è mai stato alla ribalta. Si sa che ama le belle donne e il Milan. E che per anni ha preso i colpi al posto del fratello maggiore. Allora, Paolo lo spaventapasseri di Silvio? “Nemmeno, perché Silvio e Paolo sono, in qualche modo, la stessa persona”, osserva Peter Gomez, giornalista all’Espresso. “Più di una volta, quando il gruppo Fininvest di Sivlio si è trovato nel mirino dei giudici, Paolo era in prima linea. Indagato a più riprese, una volta assolto e altre tre condannato per corruzione e finanziamenti illeciti ai partiti, ha riconosciuto di aver corrotto alcuni membri della Democrazia Cristiana per l’equivalente di 75.000 euro in mazzette, nello scandalo della discarica di Cerro Maggiore”.

Un affare che gli costerà molto più caro: nel 2002, in seguito ad una transazione versa la somma di 50 milioni di euro per sfuggire alla prigione. Paolo ha anche fatto parlare di sè durante l’affare Solari: aveva comprato in Cina uno stock di decoder che successivamente ha fatto passare per prodotti italiani. Essendo Silvio il presidente del Consiglio, ottiene anche aiuti dallo Stato, che sovvenziona in quel momento il passaggio dalla televisione analogica al digitale terrestre. Un bel conflitto di interessi per i Berlusconi! Se ci fosse solo questo…

Perché Paolo sarebbe anche stato vittima di un’estorsione combinata dal suo socio, che è sfuggito ad un tentativo di rapimento di Cosa Nostra, ordinato da sua moglie. Con i fratelli Berlusconi, il rocambolesco non è mai lontano.

Biografia: Paolo Berlusconi

1949 Nasce a Milano.

1978 Amministratore delegato del gruppo Fininvest.

1992 Silvio gli vende Il Giornale. Paolo prende anche il controllo del settore immobiliare ed edile di Fininvest.

1994 Tenta di coprire il fratello in un affare di corruzione.

1998 Assolto in primo grado.

2002 Condannato per corruzione

[Articolo originale "Berlusconi, le petit" di Vanja Luksic, Delphine Saubaber] (http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/berlusconi-le-petit_787119.html)

atinvidia284
07-10-2009, 18:45
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif La Corte Italiana potrebbe togliere l’immunità a Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7900 Olanda
[NRC Handelsblad]

Roma, 6 ottobre – La Corte Costituzionale Italiana da oggi discuterà la legittimità dell’immunità penale del premier Silvio Berlusconi. La sentenza è attesa fra alcuni giorni e potrebbe avere gravi conseguenze per la stabilità del governo italiano e per il clima politico in Italia.

La questione centrale durante la seduta della Corte è se il premier Berlusconi e le tre altre alte cariche dello stato abbiano diritto all’immunità, mentre il resto degli italiani non può goderne. Nel 2004 la Corte ha respinto un primo tentativo di Berlusconi di disciplinare l’immunità per se stesso. Subito dopo la sua elezione nel 2008 il suo governo ha promulgato una legge adattata per raggiungere lo stesso obiettivo. Se la Corte deciderà che anche questa legge è incostituzionale, vari processi attenderanno Silvio Berlusconi.

Il più importante fra questi è un processo per corruzione, per aver corrotto un testimone. Si tratta dell’avvocato inglese David Mills, che a febbraio è stato condannato a 4,5 anni di reclusione per aver dichiarato il falso a favore del premier Berlusconi, in cambio di 600.000 dollari. Berlusconi stesso non è perseguito come corruttore, poichè è stato protetto dalla legge sull’immunità. Inoltre, altri processi attendono Berlusconi per evasione fiscale e corruzione di senatori.

Multa di 750 milioni di euro

Lo scorso fine settimana il tribunale di Milano ha condannato l’azienda di Berlusconi, Fininvest, in una causa civile – per la quale l’immunità non è valida – a pagare una multa di 750 milioni di euro all’imprenditore Carlo de Benedetti. Secondo il giudice, Berlusconi è “corresponsabile di corruzione” poichè negli anni ‘90 un suo collaboratore corruppe un giudice, in modo da permettere a Berlusconi di rilevare la più grande casa editrice del paese.

Ieri Berlusconi ha reagito infuriato, ed ha parlato di un “complotto sovversivo” contro di sè. “È meglio che l’opposizione accettï il fatto che il governo porterà a termine il suo mandato di cinque anni.” Se Berlusconi dovesse perdere la sua immunità, le aspettative sono che cercherà sostegno presso il popolo. Alleati di coalizione hanno suggerito di organizzare una grande manifestazione per dimostrare che la gente è con lui. Un confronto che causerà confusione tra il potere esecutivo, appoggiato dal popolo, ed il potere giudiziario sembra inevitabile. Secondo i sondaggi, oltre la metà degli italiani sostiene Berlusconi. Alcuni alleati della coalizione (di Berlusconi, ndt) e leaders dell’opposizione preannunziano elezioni anticipate. Ma sembra che Berlusconi voglia evitarle: una campagna elettorale metterebbe in pericolo la stabilità della sua coalizione.

[Articolo originale "Italiaans hof kan immuniteit Berlusconi afpakken" di corrispondente] (http://www.nrc.nl/buitenland/article2378826.ece/Italiaans_hof_kan_immuniteit_Berlusconi_afpakken_)

atinvidia284
07-10-2009, 23:18
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif Incomprensione italiana per Berlusconi nel ruolo di moralista
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7916 Olanda
[Het Parool]

Giusto in questi giorni Berlusconi si sta dando da fare per far approvare in parlamento una legge molto controversa che permetterà agli italiani di far rientrare il loro denaro (nero) dai paradisi fiscali.

Roma – Il premier italiano Silvio Berlusconi vuole che ‘il mondo’ punisca i paradisi fiscali. L’opposizione italiana non ci capisce niente e addita il passato di Berlusconi e l’ultimissima legge ‘mafiosa’.

Sulla scena internazionale, Silvio Berlusconi ha vestito i panni del moralista e condanna i paradisi fiscali. “L’evasione fiscale danneggia le finanze dello Stato ma anche il senso di giustizia dei cittadini”, ha affermato il premier italiano la scorsa settimana a Pittsburgh, nel ruolo di presidente del G8.

In patria, in Italia, molti sono rimasti a bocca aperta. Proprio questi giorni Berlusconi si sta dando da fare per far approvare dal parlamento una legge molto controversa che permetterà agli italiani di far rientrare il loro denaro (nero) dai paradisi fiscali. Ciò avverrà a condizioni tali da far parlare l’opposizione di ‘un regalo alla mafia’.

Questa sarà la terza amnistia per l’evasione fiscale in Italia in sette anni; tutte e tre sono firmate Berlusconi. Persino un impreditore di Perugia, che ha votato per Berlusconi, è perplesso: “Nel 2003 si è parlato di una pietra tombale, cioè dell’ultima opportunità, e ora ce n’è un’altra. Così si continua a stimolare la sensazione che l’evasione conviene.”

Fra tutte le ‘amnistie’, quella italiana è di gran lunga la più generosa. Chi fa rientrare i propri soldi paga una multa una tantum del cinque percento, ed è a posto. Inoltre rimane anonimo. In Inghilterra la percentuale arriva al 52 percento e in Germania le sanzioni sono ancora più dure. In nessun paese, eccetto l’Italia, viene garantito l’anonimato.

Il problema è, proprio come le altre volte, che il governo ha bisogno di soldi. Si suppone che 600 miliardi di euro siano ‘parcheggiati’ all’estero e che cento di questi miliardi verranno fatti rientrare nel corso dei prossimi mesi. Quindi: cinque miliardi per lo Stato. Il Wall Street Journal ha parlato di una ‘gigantesca amnistia per salvare il bilancio statale e per far felici le banche’.

Ma la scorsa settimana sono stati aggiunti velocemente un paio di paragrafi alla legge, nel frattempo approvata dalla Camera dei Deputati. Anche il denaro frutto di attività criminali, come la falsificazione di bilanci e fatture, è ora compreso nel provvedimento. Il governo con questo spera soprattutto di convincere le medie e piccole aziende.

Per Antonio di Pietro, ex cacciatore di corrotti e accusatore di Silvio Berlusconi, il governo fa regali ai mafiosi e agli evasori. Per Di Pietro, attualmente leader del partito Italia dei Valori, tutto questo rientra nella logica di Berlusconi, che ha fatto innumerevoli leggi ad personam per evitare di essere perseguito penalmente.

È vero che il premier non ne profitta personalmente – il provvedimento non è applicabile ai casi sui quali è già in corso un’inchiesta giudiziaria – ma il terreno non gli è sconosciuto.

Qualche mese fa l’avvocato inglese Mills è stato condannato a quattro anni e mezzo di detenzione per aver ricevuto 600 mila dollari da Berlusconi. In cambio ha nascosto alla corte l’esistenza di un network di compagnie offshore per il denaro nero dell’azienda Fininvest.

Giusto a giorni, i magistrati presenteranno il loro atto di accusa sulle fatture ‘gonfiate’ che un venditore americano di diritti cinematografici ha dichiarato per anni al ramo televisivo di Fininvest. Costui avrebbe accumulato in questo modo capitali in nero per conto di Berlusconi fino al 2005, tra l’altro in Svizzera, dove è stato trovato un conto bancario di 100 milioni di dollari.

Questa è una nuova bomba ad orologeria per Berlusconi, che sta già aspettando la conclusione di un’altra questione esplosiva: fra una settimana il premier saprà se la Corte Costituzionale accetterà la legge per mezzo della quale vuole proteggersi da accuse penali durante il suo mandato. Se verrà bocciata, il caos è garantito.

[Articolo originale "Italiaans onbegrip over Berlusconi als moralist" di corrispondente] (http://www.parool.nl/parool/nl/225/BUITENLAND/article/detail/262999/2009/09/28/Italiaans-onbegrip-over-Berlusconi-als-moralist.dhtml)

atinvidia284
07-10-2009, 23:28
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif “Reporters sans frontières” critica fortemente Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7920 Austria
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Il capo del governo rischia di essere inserito nella lista dei “nemici della liberta’ di stampa” – Un paragone con Bielorussia e Zimbabwe

Con parole taglienti l’organizzazione “Reporters sans frontières (RSF)” ha invitato il premier italiano Silvio Berlusconi a rispettare la libertà di stampa. Berlusconi rischia di essere inserito nella lista dei “nemici della libertà di stampa”, ha dichiarato il segretario generale dell’organizzazione, Jean-Francois Julliard, venerdì a Roma. Sarebbe la prima volta che il capo di un governo europeo sia incluso in questo elenco compilato da “Reporters sans frontières”. Berlusconi deve cessare immediatamente i suoi “attacchi alla stampa nazionale e internazionale”, ha richiesto Julliard.

Berlusconi ha querelato giornali italiani e stranieri per aver riferito degli scandali personali del presidente del Consiglio. In piu’ esercita “incessantemente” pressione sulla televisione pubblica in Italia. Ancora piu’ grave è stato l’invito di Berlusconi alle imprese ad interrompere le inserzioni su alcuni giornali critici verso il governo. Eventi similisi sono verificati sinora solo in Bielorussia e nello Zimbabwe. Sabato e’ prevista a Roma una manifestazione per la difesa della libertà di stampa.

[Articolo originale "Reporter ohne Grenzen kritisiert Berlusconi heftig"] (http://derstandard.at/fs/1254310496497/Reporter-ohne-Grenzen-kritisiert-Berlusconi-heftig)

atinvidia284
08-10-2009, 12:47
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Nell’arringa difensiva, gli avvocati di Berlusconi citano “La fattoria degli animali” per tenerlo al di sopra di legge
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7939 Gran Bretagna
[The Times]

Niccolò Ghedini e Gaetano Pecorella hanno dichiarato che Berlusconi dovrebbe essere trattato in modo diverso per legge.

Gli avvocati di Silvio Berlusconi hanno lottato ieri per salvare la sua carriera politica, sostenendo che la legge dovrebbe considerare il Presidente del Consiglio come “primus super partes” e continuare a proteggerlo dai procedimenti giudiziari.

Nel primo giorno di udienza che dovrà stabilire se il Presidente del Consiglio italiano potrà continuare a evitare una serie di processi che potrebbero far cadere il governo, il suo team legale ha provocato sdegno asserendo alla più importante corte del paese che Berlusconi dovrebbe essere trattato come un caso particolare.

Nel suo discorso davanti alla Corte Costituzionale, Gaetano Pecorella, uno dei quattro avvocati che rappresentano Berlusconi, ha affermato che il Presidente del Consiglio non può essere più considerato come gli altri politici.

“Non è più primus inter pares, ma deve essere considerato primus super partes, al di sopra delle parti” ha spiegato alla Corte.

Niccolò Ghedini, sempre rappresentando Berlusconi, ha dichiarato: “La legge è uguale per tutti, ma non sempre lo è la sua applicazione”.

La lungamente attesa udienza si è svolta il giorno dopo la sentenza di un altro giudice che ha definito Berlusconi “corresponsabile di corruzione” nella scalata ostile di una casa editrice da parte del suo impero mediatico negli anni ‘90. Circolano voci su un potenziale golpe o su elezioni anticipate, sebbene Berlusconi abbia giurato che continuerà a governare fino alla fine del suo mandato nel 2013.

I politici dell’opposizione hanno criticato le argomentazioni dei legali di Berlusconi, paragonandole al messaggio contenuto nel romanzo di George Orwell “La fattoria degli animali”: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri”. Massimo Donadi, dell’Italia dei Valori, ha dichiarato: “L’onorevole Ghedini si è ispirato a Orwell e, in particolare, ai maiali del romanzo satirico“La fattoria degli animali””.

Gli avvocati si sono pronunciati davanti a una Consulta di eminenti giudici che si è ritirata in camera di consiglio per valutare la legittimità della legge approvata da Berlusconi, come uno dei suoi primi atti di governo, che sospende i processi penali a suo carico.

Si dice che la Consulta formata da 15 giudici sia divisa sul Lodo Alfano che protegge le quattro più alte cariche dello Stato in Italia. La Corte deve decidere se il Lodo Alfano viola i principi della Costituzione Italiana, in particolare l’Articolo 3, che stabilisce che tutti gli italiani sono uguali davanti alla legge.

Se la Corte dichiarerà che la legge è incostituzionale significherebbe che Berlusconi, 73 anni, dovrà sostenere numerosi processi. È probabile che sia molto più dannoso di qualsiasi altro scandalo sessuale verificatosi nel corso del mandato.

La legge è entrata in vigore quando Berlusconi era co-imputato nel processo di David Mills, il suo ex consulente fiscale ed ex-marito della parlamentare inglese Tessa Jowell. È stato accusato di averlo corrotto per testimoniare il falso durante due precedenti processi.

Berlusconi è stato escluso dal procedimento e Mills è stato condannato a 4 anni e mezzo per falsa testimonianza. È questo uno dei casi di maggior rilevanza che potrebbe ripresentarsi qualora il Presidente del Consiglio fosse privato dell’immunità.

Un caso a Milano riguarda presunte irregolarità di Mediaset, società di Berlusconi, relativamente alla vendita di diritti cinematografici.

Un altro caso riguarda, invece, un’udienza a Roma, che potrebbe decidere se processare Berlusconi per la presunta corruzione di senatori per far cadere il precedente Governo di centro-sinistra.

Berlusconi è stato accusato di corruzione, frode fiscale, falso in bilancio e finanziamento illecito ai partiti. Non è mai stato condannato. La Corte Costituzionale dovrebbe pronunciarsi oggi.

Tuttavia, alcuni osservatori ritengono che la decisione possa essere rinviata alla prossima settimana a causa delle accuse da parte dei sostenitori di Berlusconi secondo cui la sentenza per corruzione è stata pronunciata proprio ora per influenzare i giudici della Corte costituzionale.

I giudici possono confermare o respingere la legge sull’immunità o semplicemente porre un veto ad alcune parti. La Corte ha ribadito che non prenderà “una decisione politica, bensì una decisione di natura tecnica”.

[Articolo originale "Berlusconi lawyers use ‘Animal Farm’ defence in plea to keep him above law" di Lucy Bannerman] (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6863882.ece)

atinvidia284
08-10-2009, 15:16
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif La Corte Costituzionale italiana dichiara illegittima la legge sull’immunità che protegge Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7941 Francia
[Le Monde]

La Corte Costituzionale italiana, mercoledì 7 ottobre, ha dichiarato illegittima la legge sull’immunità che proteggeva Silvio Berlusconi dopo il suo ritorno al potere, nel 2008. Questa decisione può far riavviare le procedure giudiziarie contro il capo del governo italiano.

Secondo i media italiani, la decisione sarebbe stata presa con una maggioranza di nove giudici su quindici. Secondo Philippe Ridet, corrispondente di Le Monde in Italia, l’invalidazione della legge Alfano, coerente sul piano costituzionale, costituisce quantomeno una sorpresa sul piano politico:

“La decisione della Corte Costituzionale non è una sorpresa sul piano giuridico perché una legge precedente che aveva cercato negli stessi termini di evitare alle più alte cariche dello Stato di essere perseguite sul piano giudiziario era stata respinta nel 2004. Quindi i giudici si sono basati sulla decisione presa nel 2004 per respingere la nuova legge, chiamata legge Alfano. Invece, ciò che è più sorprendente sul piano politico sono le forti pressioni che sono state esercitate sui giudici. Ancora oggi Umberto Bossi ha minacciato di portare la gente in piazza nel caso in cui la decisione non fosse stata quella che lui si aspettava. Tutte queste dichiarazioni per invitare alla prudenza, o meglio per portare la Corte Costituzionale verso la prudenza politica. Ma evidentemente la Corte non si è basata su giochi politici ma esclusivamente sul diritto.” [audio originale accessibile sul sito di Le Monde, N.d.T.]

“I magistrati hanno giudicato che sarebbe stato necessario fare ricorso ad una legge costituzionale e non a una legge ordinaria per concedere l’immunità penale alle quattro più alte cariche dello Stato italiano. La Corte Costituzionale ha allo stesso modo ritenuto che la legge Alfano, dal nome del ministro della Giustizia che l’aveva promulgata nel 2008, violi il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

La decisione della Corte Costituzionale ha come effetto immediato il riavvio di due processi contro Silvio Berlusconi. Il primo per corruzione di testimone nel caso Mills, dal nome di un avvocato inglese condannato nel 2008 a quattro anni e sei mesi di reclusione per falsa testimonianza. Mills aveva ricevuto 600 000 dollari (408 000 euro). In quel caso i giudici, nelle loro motivazioni, avevano individuato Berlusconi come il “corruttore”. Il secondo riguarda la sovrafatturazione dei diritti televisivi da parte del gruppo Mediaset, che gli appartiene.”

BERLUSCONI NON SI DIMETTERA’

Ma le conseguenze più immediate saranno di ordine politico. In Italia, i manovratori hanno già cominciato a ribaltare la sorte del presidente del Consiglio, racconta Philippe Ridet:

“E poi, le conseguenze politiche, che sono le più importanti per Italia perché ora si pone la questione se Berlusconi possa o meno continuare a governare l’Italia. Perché ne va dell’immagine dell’Italia, dello stato stesso dell’Italia come grande potenza democratica: può mantenere la sua carica e il suo ruolo quando sarà convocato ogni settimana per degli interrogatori? Vedremo. Lui non ha nessuna intenzione di dimettersi, ha già dichiarato che nonostante tutti andrà fino in fondo. Ci sono forti pressioni da parte dell’opposizione e forse anche a livello internazionale che potrebbero avere conseguenze. Sembra che la classe politica italiana stia già sognando il “dopo-Berlusconi”, tanto che questo pomeriggio a Roma, nel momento stesso in cui la Corte stava dibattendo per decidere quale sorte riservare a Berlusconi, ha avuto luogo un primo incontro che vedeva allo stesso tavolo Luca Cordero di Montezemolo, patron di Fiat e Ferrari, Gianfranco Fini, il presidente della Camera, un esponente del centrosinistra e uno della Chiesa. Dunque possiamo vedere come quelli che chiamano in Italia i poteri forti siano già alla ricerca di un’alternativa.” [audio originale accessibile sul sito di Le Monde, N.d.T.]

Immediatamente dopo la decisione della Corte Costituzionale, il portavoce del Cavaliere ha reagito denunciando una “sentenza politica”. “Il presidente Berlusconi, il Governo e la maggioranza continueranno a governare come hanno chiesto gli Italiani attraverso il loro voto in ogni occasione da aprile 2008″, ha aggiunto.

“Andremo avanti, non ci piegheremo” ha rincarato la dose Umberto Bossi, il leader della Lega Nord. Principale alleato di Berlusconi in seno alla sua coalizione di centro destra, ha affermato che il Cavaliere “non vuole assolutamente elezioni anticipate. L’ho visto deciso a combattere”. In effetti, Silvio Berlusconi ha rapidamente denunciato la decisione della Corte Costituzionale giudicando che sia “di sinistra”.

Pier Luigi Bersani, uno dei capofila dell’opposizione di sinistra, ha affermato che Berlusconi ora dovrà rimettersi alla giustizia “continuando a fare il suo mestiere”. La Corte ha, secondo lui, in sostanza ritenuto che “Berlusconi e gli altri alti funzionari sono cittadini come gli altri e devono sottomettersi alle decisioni della giustizia”. L’ex-giudice anticorruzione Antonio Di Pietro, bestia nera di Berlusconi, è andato oltre, dichiarando che il capo del governo deve “dimettersi dalla sua carica”.

[Articolo originale "La Cour constitutionnelle italienne invalide la loi d'immunité protégeant Berlusconi" di Le Monde & AFP & Reuters] (http://www.lemonde.fr/europe/article/2009/10/07/la-cour-constitutionnelle-italienne-invalide-la-loi-d-immunite-protegeant-berlusconi_1250797_3214.html)

atinvidia284
08-10-2009, 23:16
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Analisi: cosa ne sarà adesso di Silvio Berlusconi?
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7955 Gran Bretagna
[The Times]

Mentre attendeva la sentenza decisiva di ieri, Silvio Berlusconi si è comportato come se niente fosse. Ha discusso di Medio Oriente con Mahmoud Abbas, il Presidente palestinese, e secondo i collaboratori era di “ottimo umore”. Ma la situazione è ben lungi dall’essere normale e il verdetto precipita l’Italia nel caos politico. Per il Presidente del Consiglio italiano e i suoi nemici si aprono diversi scenari.

Berlusconi va avanti senza considerare la sentenza

Un’opzione difficile. Alcuni processi contro di lui sono stati congelati quando lo scorso anno ha varato la legge che gli concedeva l’immunità parlamentare e gli inquirenti senza dubbio li riapriranno.

Si accusa Berlusconi di aver versato a David Mills, ex consulente fiscale britannico ed ex marito di Tessa Jowell, una tangente di 600 000 dollari per testimoniare il falso nei processi per corruzione negli anni ‘90. Mills è stato condannato a 4 anni e mezzo a marzo per aver commesso il reato. L’appello inizierà a Milano venerdì prossimo e la difesa di Mills ha chiesto a Berlusconi di comparire come testimone. Ora è probabile, invece, che il Presidente del Consiglio italiano si ritrovi imputato nel processo.

Ci sono altre indagini che possono sfociare in processi, tra cui un presunto tentativo di convincere senatori di centro-sinistra a disertare lo scricchiolante governo di Romano Prodi due anni fa. Per non parlare delle accuse sui presunti legami con la mafia.

Il Presidente rassegna le dimissioni e chiede elezioni anticipate

Il suo portavoce ha dichiarato che non lo farà, ma può esserne tentato. La sua popolarità è scesa nel corso dell’ultimo anno dal 63% al 47% a causa degli scandali sessuali e del divorzio pubblico, ma la coalizione di centro-destra non ha perso il vantaggio nei sondaggi.

Berlusconi potrebbe dimettersi a favore di un governo tecnico e potrebbe indire le elezioni insieme alle regionali che si terranno a marzo. Se vincesse, potrebbe reintrodurre la legge sull’immunità.

Accade un golpe interno al partito, contro di lui

I nemici di Berlusconi all’interno della sua coalizione potrebbero sostenere che la sentenza della Consulta è l’ultima goccia dopo mesi di rivelazioni imbarazzanti e dannose. L’ovvio leader di una rivolta interna è Gianfranco Fini, l’ex neofascista, ora conservatore e co-fondatore del Popolo delle Libertà al governo.

Ieri Fini si è unito a Luca Cordero di Montezemolo, capo della FIAT, in occasione del lancio di un nuovo comitato di esperti. Ha negato le voci secondo cui potrebbe formare una grande coalizione o un governo di emergenza con imprenditori, come di Montezemolo, ed elementi di sinistra. Ma potrebbe arrivare il momento di Fini, se non immediatamente, nei prossimi mesi, mano a mano che si deteriora la posizione di Berlusconi.

Il premier si ritira

Improbabile, dato che si considera come l’ammirato, addirittura adorato, salvatore dell’Italia. Ma in passato ha minacciato di gettare la spugna per l’inarrestabile valanga di accuse e rivelazioni.

Se i problemi legali si accumulano o se gli si prospetta la prigione, potrebbe anche essere tentato di andare in esilio, come fece il suo mentore Bettino Craxi, un altro discreditato Presidente del Consiglio, nel 1994, l’anno in cui Berlusconi entrò in politica. Craxi morì in esilio in Tunisia.

[Articolo originale "Analysis: what now for Silvio Berlusconi?" di Richard Owen] (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6865094.ece#cid=OTC-RSS&attr=797093)

atinvidia284
08-10-2009, 23:20
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Berlusconi perde il suo scudo giudiziario
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7952 Francia
[Le Figaro]

La corte costituzionale, riportando il presidente del Consiglio al rango di semplice cittadino, lo espone a dei processi.

Grave risvolto per Silvio Berlusconi: mercoledì sera, al termine del secondo giono di delibera, la corte costituzionale, con nove voti contro sei, ha decretato incostituzionale lo scudo giudiziario di cui beneficiava durante il suo mandato. L’istanza suprema della magistratura dichiara che solo una legge costituzionale approvata con i due terzi del Parlamento avrebbe potuto esentare le quattro più alte cariche dello Stato (oltre al presidente del Consiglio, il presidente della Repubblica ed i presidenti delle due camere del Parlamento) da processi giudiziari nell’esercizio delle loro funzioni. (sic)

La legge di luglio 2008, denominata “lodo Alfano”, dal nome del Guardasigilli, Angelo Alfano, era stata approvata a maggioranza semplice, contro l’opposizione dichiarata della sinistra. I giudici hanno dichiarato che questa legge violava il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini davanti alla legge, frase scritta sui muri dei tribunali italiani.

Questa sentenza potrebbe modificare fortemente l’avvenire politico di Silvio Berlusconi ed il proseguio della legislatura. Prima che la sentenza venisse resa pubblica, il presidente del Consiglio ostentava la sua determinazione a governare anche in caso di giudizio sfavorevole della consulta.

dovrà ora trovare qualche espediente per non sottoporsi alla sequela di processi che non mancheranno di aprirsi. “Dovrò sottrarre del tempo al paese per difendermi nei tribunali”, aveva dichiarato.

Si sa che Silvio Berlusconi aborra l’idea di un ritorno alle urne, ritorno dal quale potrebbe tuttavia uscire nuovamente vincitore. “Il capo del governo non darà le dimissioni”, ha immediatamente dichiarato il portavoce di Silvio Berlusconi. Ha giudicato il verdetto come “politico”. “Riforme, non elezioni anticipate”, hanno detto nuovamente in coro i suoi alleati, Umberto Bossi e Gianfranco Fini. Secondo un sondaggio Ipsos pubblicato lunedì, il suo governo avrebbe perfino guadagnato due punti di gradimento in questi ultimi giorni: 55.9% invece del 54.1%.

[B]“Danni irreparabili”

Per il quotidiano La Stampa, quasi il 69% degli italiani hanno fiducia nelle capacità di Berlusconi e nella sua competenza al governo: “È l’unica persona che sia in grado di portare avanti dei progetti per l’Italia”, riporta il quotidiano torinese. Il Corriere della Sera dichiara che Silvio Berlusconi “può contare su di una maggiornaza ampia e coesa”.

La corte costituzionale, composta da quindici magistrati (quattordici uomini ed una donna), è rimasta riunita senza interruzione da martedì mattina. Non ha accettato l’argomentazione formulata il 16 settembre dall’avvocatura generale dello Stato, che aveva messo in guardia contro dei “danni irreparabili”, che potevano arrivare “fino alla dimissione del primo ministro”, in caso di abrogazione del lodo. [L'avvocatura, N.d.T.] giudicava tale legge “non soltanto legittima, ma necessaria” per proteggere un presidente del Consiglio da una “esposizione mediatica eccessiva”. Tesi ripresa ieri durante la seduta dagli avvocati di Silvio Berlusconi. Per Niccolò Ghedini “se la legge è uguale per tutti, la sua applicazione non lo è” di fronte ad un presidente del Consiglio “vittima” di ciò che lui chiama un “accanimento giudiziario”.

[Articolo originale "Berlusconi perd son bouclier judiciaire" di Richard Heuzé] (http://www.lefigaro.fr/international/2009/10/07/01003-20091007ARTFIG00635-berlusconi-perd-son-bouclier-judiciaire-.php)

atinvidia284
09-10-2009, 16:02
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Gotico italiano
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7962 Gran Bretagna
[The Times]

La sentenza della Corte Costituzionale italiana che cancella la legge che garantiva l’immunità giudiziaria a Silvio Berlusconi e alle principali cariche dello stato è un colpo mortale all’ormai assediato Presidente del Consiglio. La strada è ora sgombra per il Tribunale di Milano, che può riavanzare contro di lui l’accusa di aver corrotto David Mills, il suo ex avvocato fiscalista britannico, perché testimoniasse il falso in due processi negli anni ‘90. Berlusconi è ora un imputato che deve rispondere ad accuse di tipo penale, portando così disonore alla sua carica e al suo Paese.

Come suo solito, Berlusconi ha immediatamente annunciato che non si dimetterà, poichè la sentenza è stata motivata da ragioni politiche. Cercherà sicuramente di eludere la sentenza della corte, magari chiedendo nuove elezioni e cercando di far invalidare il suo processo.

In ogni caso non potrà più contare sulla legge che aveva fatto approvare dal parlamento lo scorso anno, poche settimane dopo essere salito al potere, che garantiva l’immunità giudiziaria ai detentori delle quattro più alte cariche dello stato (Presidente del Consiglio, Presidente della Repubblica e i presidenti delle due camere del Parlamento). Questa legge, così palesemente dettata da interessi personali, aveva fatto inorridire molti italiani. Il suo unico scopo era quello di districare il settantatreenne Presidente del Consiglio dalla miriade di accuse di corruzione che lo perseguitavano già dai tempi in cui era il più importante imperatore mediatico italiano. Le accuse includono evasione fiscale, falso in bilancio e finanziamenti illeciti ai partiti. Alcune sentenze erano state inizialmente a suo sfavore e questa legge sull’immunità era stato un tentativo di fermare ogni ulteriore azione giudiziaria.

Poche cose avrebbero potuto dimostrare il disprezzo che Berlusconi ha per la legge in modo più chiaro della dichiarazione orwelliana fatta alla Corte dal suo avvocato. Secondo costui, il Presidente del Consiglio non andrebbe considerato “primus inter pares” bensì “primus super pares”. In modo ancora più ridicolo, un altro dei suoi legali ha insistito che “la legge è uguale per tutti, ma non lo è necessariamente nella sua applicazione”. La Corte non ha però dato molto peso a tali argomentazioni, dichiarando che la legge sull’immunità viola il principio secondo il quale tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. È stata poi dichiarata illegittima poiché approvata come una legge ordinaria invece che come una modifica costituzionale.

Berlusconi potrà rimanere in carica solo se il suo partito e i suoi alleati lo sosterranno. Ma sarebbe assurdo da parte loro. La disgregazione e la litigiosità dell’attuale sinistra hanno convinto molti elettori che, data la necessità di un governo forte per uscire dall’attuale recessione, non esista alternativa a Berlusconi. Egli può quindi ritenere di essere ancora abbastanza popolare, ma questa è la classica illusione di un uomo che si è convinto con la sua stessa propaganda, in larga parte condotta dai giornali e dalle stazioni televisive che lui stesso possiede.

Quello che non è inoltre riuscito a capire è l’inquietudine crescente per la sua vicinanza a Vladimir Putin e Muammar Gheddafi ed il ridicolo che si è gettato addosso con le sue buffonate sessuali. Molti italiani hanno assistito alle rivelazioni sulle prostitute con un atteggiamento di divertita indulgenza, ma il danno inflitto alla reputazione del suo paese, ben rappresentato dal rifiuto da parte di Michelle Obama di accettare un suo abbraccio, ha un solo significato: la sua popolarità è in declino.

Berlusconi ha interpretato questo gesto esattamente come ha accolto il verdetto della Corte Costituzionale: un complotto contro di lui da parte dei suoi nemici politici. Ma le cose non stanno così. Questo gesto è stato infatti espressione di una grave preoccupazione sull’onestà di un uomo a capo del governo di un’importante democrazia occidentale.

Se il caso del tribunale di Milano verrà riaperto, Berlusconi dovrà, da cittadino comune, presentarsi in tribunale, dove potrà esercitare il diritto di ogni cittadino a difendersi dalle accuse, rimanendo innocente fino a prova contraria. Ad ogni modo, la causa sarà una grossa distrazione dal suo lavoro di Presidente del Consiglio. Ha cercato di vivere al di sopra della legge: sarà la legge, adesso, a consumarlo. È giunta l’ora che Berlusconi la smetta di anteporre i suoi interessi personali a quelli del paese. E’ giunta l’ora che si dimetta.

[Articolo originale "Italian Gothic"] (http://www.timesonline.co.uk/tol/comment/leading_article/article6865283.ece)

atinvidia284
10-10-2009, 16:58
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif La Corte Costituzionale cancella l’immunità di Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7969 Olanda
[De Volkskrant]

Roma – Il premier italiano Silvio Berlusconi non è immune di fronte alla legge. Questo ha deciso mercoledì la Corte Costituzionale italiana.

I quindici giudici si sono espressi su una legge che era stata approvata, lo scorso maggio, dal parlamento nel tentativo di evitare a Berlusconi la condanna in un caso di corruzione del 1991. Questa legge, il Lodo Alfano, garantiva l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato: il premier, il presidente e i due presidenti delle camere. Illegalmente; la sua introduzione non ha seguito la giusta procedura, così hanno deciso i giudici dopo due giorni di consiglio.

Duro colpo
La sentenza è un duro colpo per Berlusconi. Il premier di centro-destra ha definito la Corte, in una reazione di ieri sera, “uno strumento della sinistra”. Ad inizio settimana aveva dichiarato che avrebbe potuto occuparsi meno delle questioni di governo se la legge fosse stata cancellata. Avrebbe cioè perso troppo tempo in questioni processuali.

Berlusconi prova già da anni a sottrarsi ai tentativi di giudizio. Ora che il Lodo Alfano è stato eliminato Berlusconi può essere subito perseguito per il suo coinvolgimento nella corruzione di un giudice da parte della Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi. Inoltre il 73enne premier/imprenditore può essere di nuovo citato in giudizio in un processo per l’utilizzo di prestanome che dovevano garantirgli il controllo di canali televisivi in Spagna e in Italia.

Stabilità
La sentenza della corte può avere conseguenze per la stabilità del governo italiano e del clima politico in Italia. Alcuni politici di destra hanno minacciato, i giorni scorsi, di volere elezioni anticipate se la Corte avesse respinto la legge e hanno invocato manifestazioni di massa “in sostegno di Berlusconi”.

Secondo l’avvocato di Berlusconi, Gaetano Pecorella, la sentenza non ha conseguenze per la sua politica. “La sentenza non significa che Berlusconi verrà condannato. Si tratta solamente della riapertura dei processi”.
La Corte Costituzionale ha procurato a Berlusconi la seconda sconfitta nel giro di una settimana. Sabato scorso è stato deciso che il suo impero dovrà pagare 750 milioni di euro per il controllo del gruppo editoriale Mondadori.

[Articolo originale "Hof schrapt immuniteit Berlusconi" di Linda Otter] (http://www.volkskrant.nl/buitenland/article1300033.ece/Hof_schrapt_immuniteit_Berlusconi)

atinvidia284
11-10-2009, 12:37
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Berlusconi potra’ essere indagato
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7993 Germania
[Sueddeutsche Zeitung]

Pesante sconfitta per il Capo del Governo: La Corte Costituzionale italiana ha dichiarato non valida la controversa legge per l’immunità, con la quale finora Silvio Berlusconi è stato protetto dai processi. Ora deve fare i conti con la ripresa di diversi processi per corruzione.

Il Capo del Governo italiano Silvio Berlusconi adesso puo’ essere perseguito penalmente. Questa è la conseguenza della sentenza della Corte Costituzionale di mercoledi sera. I giudici, nove contro sei, hanno respinto la legge con cui veniva concessa l’immunità alle quattro più alte cariche politiche italiane, tra cui il Primo Ministro. Berlusconi si trova sotto la minaccia di due processi.

Rappresentanti del governo hanno criticato la sentenza come “politica”. L’opposizione ha accolto con favore il verdetto. La maggioranza dei giudici della Corte ha ritenuto incostituzionale in due punti la legge sull’immunità che prende il nome dal Ministro della Giustizia Agelino Alfano (”Lodo Alfano”) e adottata dal Parlamento l’anno passato.

In primo luogo il lodo, non è entrato in vigore attraverso una modifica della Costituzione, ma attraverso una semplice legge parlamentare. Inoltre attacca la norma sul principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Gli avvocati di Berlusconi hanno argomentato dicendo che il Premier è un “primus super pares”, cioè ‘primo al di sopra dei suoi pari’.

La sentenza era attesa con particolare trepidazione, visto che avrebbe potuto avere conseguenze politiche per Berlusconi. Così politici di governo avevano tiranto in gioco la possibilità di nuove elezioni, in caso che i giudici avessero emesso una sentenza contraria. Berlusconi, che gode di molta simpatia tra la popolazione, ha escluso questa possibilità: “La Corte Costituzionale sta a sinistra. Io andrò avanti” ha detto.
Berlusconi dovrà ora rispondere in due procedimenti giudiziari.

Il Premier è indagato a Milano perche’ avrebbe corrotto l’avvocato inglese David Mills. Mills per questo fatto è stato condannato in primo grado a quattro anni e mezzo di reclusione. Secondo i giudici milanesi Berlusconi avrebbe pagato all’ avvocato nel 1998 almeno 600.000 dollari (440.000 Euro), in modo che testimoniasse in diversi procedimenti a favore del politico. A seguito della sentenza della Corte Costituzionale, Berlusconi ora dovra’ rispondere di fronte ai giudici di Milano. In aggiunta c’è un processo contro il Premier per frode fiscale.

La procura di Milano aveva chiesto la verifica di costituzionalità della legge sull’immunità, con cui sono protetti dai processi il Presidente della Repubblica, i Presidenti delle due Camere cosi’ come il Presidente del Consiglio. Già nel 2004 Berlusconi aveva tentato di risolvere i suoi problemi con la giustizia con una legge sull’ immunità. Il provvedimento di allora fu dichiarato incostituzionale dalla Corte, in quanto non veniva indicato un limite temporale per l’immunità. Nel “Lodo Alfano” l’immunità è prevista per la durata della legislatura, e vengono rinviati i termini della prescrizione.

Il Governo aveva giustificato questo provvedimento col fatto che il Presidente del Consiglio a causa dei processi portati avanti da “giudici politicizzati”, non poteva dedicarsi sufficientemente al suo ufficio. I critici sostengono invece, che Berlusconi, con la legge sull’immunità vuole eludere la legge. “Si è chiarito che il Presidente del Consiglio è un cittadino come tutti gli altri” afferma dall’ opposizione Pierluigi Bersani del Partito Democratico.

[Articolo originale "Berlusconi kann angeklagt werden" di Julius Müller-Meiningen] (http://www.sueddeutsche.de/politik/872/490251/text/)

atinvidia284
11-10-2009, 12:45
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif “L’UE deve garantire la libertà di stampa in Italia”
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7981 Olanda
[Trouw]

L’europarlamentare Judith Sargentini (Verdi) è preoccupata per la libertà di stampa in Italia e vuole che intervenga l’Europa.

Perché il Parlamento europeo si occupa della libertà di stampa in Italia?
“In primo luogo, perché semplicemente abbiamo qualcosa da dire a riguardo. Si parla spesso delle norme e dei valori europei, e tra questi vi è anche la libertà di stampa, che è un prerequisito della democrazia “.

Il CDA (Partito Democratico-Cristiano Olandese, ndt), che fa parte della stessa frazione di Berlusconi al Parlamento Europeo, sostiene che si tratta di una questione nazionale.
“Naturalmente il dibattito deve svolgersi in Italia, sono gli italiani che attualmente non riescono ad accedere alle informazioni a cui hanno diritto. Ma noi, in quanto Europa, abbiamo il dovere di essere d’esempio: per i nuovi Stati membri, ai quali diciamo che devono provvedere ad avere mezzi di informazione liberi. Ma anche per i paesi candidati all’UE e per quelli lontani, ai quali presentiamo le nostre servere norme europee”.

Cosa può fare lei in pratica?
“Noi Verdi vogliamo che gli Stati membri, riuniti in seno al Consiglio, utilizzino l’articolo 7 del Trattato Europeo che permetterebbe loro, dopo un’inchiesta, di richiamare formalmente il primo ministro Berlusconi: Se non ti comporti bene, perderai temporaneamente il diritto di voto”.

Pensa veramente che questo accadrà?
“Il problema naturalmente è che tutti i capi di Stato ed i capi di governo devono fare insieme questo passo. Il fatto che molti di loro appartengano alla stessa famiglia cristiano-democratica di Berlusconi, compreso il primo ministro Balkenende, rende la questione ancora più difficile.

“Ma ci sono anche altre possibilità: la Commissione Europea deve una buona volta intervenire con una direttiva sulla concentrazione dei media, come ha già annunciato in precedenza. Berlusconi e suo fratello semplicemente possiedono troppi canali TV e giornali in Italia. Persino il magnate dei media Rupert Murdoch, che normalmente non è un nostro amico, considera ciò un problema”.

“Naturalmente ci aspettiamo che il Consiglio cercherà di sfuggire alle proprie responsabilità. Ma dobbiamo cercare di rendergli la cosa il più difficile possibile. Anche il CDA cerca di nascondersi, l’ho già fatto notare durante la campagna elettorale. Faremo molta attenzione in futuro a come si voterà sulla risoluzione. Il mio collega Wim van de Camp (CDA), su questo, non può davvero permettersi di essere contrario”.

Ma il CDA sulla questione non si dà per vinto. “Per prima cosa, questo è una questione interna italiana”, spiega Van de Camp. “Berlusconi non è nemmeno il mio preferito, ma mi chiedo se i Verdi in questo caso non si stiano occupando di politica interna”.

Come vi sentireste se PCM (grande casa editrice olandese, ndt) o RTL (Radio Télévision Luxembourg, il maggior gruppo radiotelevisivo commerciale europeo, ndt) fossero proprietà del primo ministro Balkenende?
“Naturalmente ci sono aspetti in questa faccenda che noi politici olandesi, da autentici calvinisti, non riconosciamo. Anch’io sento l’enorme bisogno di garantire la libertà di stampa in Europa, ma credo anche che non si può fornire delle linee guida su tutto. E quella storia sull’articolo 7 è molto esagerata ed opportunistica “.

La Sargentini nutre ancora buone speranze che il Parlamento Europeo interverrà presto. “Siamo sulla stessa linea con i liberali, i socialdemocratici e il gruppo di sinistra, del quale fa parte l’ SP (Partito Socialista Olandese, ndt). Forse addirittura con i conservatori, il nuovo gruppo che comprende anche l’Unione Cristiana. Perché questo è un problema trasversale.”

Qual è il suo personale coinvolgimento in questa faccenda?
“Il mio nome attira l’attenzione, anche da parte dei media italiani. Anche se la cosa crea un pò di confusione perché, in quanto olandese di sesta generazione, non parlo italiano.”

Il premier e magnate dei media è sempre più aggressivo
Il reparto “media” della Fininvest, la holding del primo ministro Silvio Berlusconi, consiste di tre televisioni commerciali e della maggiore casa editrice del paese, Mondadori.
Inoltre, Berlusconi ha interessi in altre nove case editrici e nel quotidiano Il Giornale.
Negli ultimi tempi Berlusconi va troppo oltre con la sua presa sui media, sostiene tra gli altri il sindacato dei giornalisti FNSI. Berlusconi sferra duri attacchi verbali o avanza richieste di risarcimento danni ai giornalisti, ai giornali ed ai programmi televisivi che non sono nella sua immediata sfera di influenza. Dai giornali La Repubblica e L’Unità vuole un totale di tre milioni di euro perché hanno pubblicato ‘pettegolezzi sulla sue feste private’.
All’interno dell’emittente pubblica RAI, ha fatto in modo che alcuni programmi di attualità a lui critici non andassero in onda.
La scorsa estate, Berlusconi ha sostituito il direttore de Il Giornale perchè non ha voluto andare in cerca di fatti compromettenti nelle vite di colleghi che criticano Berlusconi.

[Articolo originale "’EU moet persvrijheid in Italië garanderen’"] (http://www.trouw.nl/nieuws/europa/article2882526.ece/_rsquo_EU_moet_persvrijheid_in_Italie_garanderen_rsquo__.html)

atinvidia284
15-10-2009, 18:32
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif La Dolce Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8046 Usa
[The Washington Post]

Silvio Berlusconi è stato accusato di corruzione, evasione fiscale e sovversione della stampa . Sua moglie lo ha lasciato per via delle sue frequentazioni con prostitute e delle orge che organizza nella sua villa in Sardegna. Fa battute imbarazzanti (e le ripete, come nel caso dell’”abbronzatura” del Presidente Obama) e periodicamente sparisce per sottoporsi all’ennesimo intervento di chirurgia plastica. E’ in guerra con il sistema giudiziario italiano, con quasi tutti i giornalisti che non lavorano per lui e con la Chiesa Cattolica. La scorsa settimana la Corte Costituzionale ha revocato la sua immunità, per cui gli italiani si possono aspettare una nuova serie di avvisi di garanzia e scandali.

Ma la cosa più interessante del Presidente del Consiglio italiano è la seguente: gli italiani continuano a votarlo. La logora coalizione di cui è a capo – Il Popolo della Libertà – ha ottenuto una vittoria decisiva alle elezioni del 2008 e ha schiacciato l’opposizione durante le elezioni europee del giugno 2009. Che siate o meno d’accordo con le dichiarazioni di sua figlia, che dice che “verrà ricordato dai libri di storia come il leader più duraturo ed amato della storia della Repubblica” – non potete negare che sia stato lui la forza dominante nella politica italiana fin da quando divenne presidente del consiglio nel 1994. Ma perché?

Le risposte sembrano essere molteplici, alcune sono legate alla strana situazione di impasse che, in primo luogo, l’ha portato al potere. All’inizio degli anni ‘90 , il sistema politico italiano fu sconvolto da una serie di inchieste giudiziarie sulla profonda corruzione che permeava l’intera classe politica italiana. Come risultato, tutti i maggiori partiti politici e tutti i principali esponenti sparirono da un giorno all’altro, a volte letteralmente: Bettino Craxi, guida del Partito Socialista per quasi 20 anni, scappò in Tunisia per sfuggire all’arresto, per poi morire lì, in esilio.

Berlusconi si è infilato nel vuoto che si era creato, promettendo di affrontare questioni che nessun altro aveva osato avvicinare – specialmente l’immigrazione di massa dal Nord Africa – e di trattare problemi che nessun altro era stato in grado di risolvere, come il complicato sistema fiscale e la famosa burocrazia. Ma se si guarda indietro è ovvio che Berlusconi (che di fatto ha realizzato ben poche delle riforme promesse) ha anche creato la controrivoluzione: aveva fatto carriera nel vecchio sistema – come molti altri – e, una volta al potere, ha concluso l’epurazione iniziata dai giudici.

Gli italiani, mi ha raccontato Beppe Severgnini, “avevano paura del loro stesso coraggio”. Erano inoltre spaventati dal caos e in un paese che ha avuto, in media, un governo diverso ogni anno negli ultimi 60 anni, Berlusconi, una figura familiare da anni, è divenuto simbolo di una certa stabilità. La sinistra italiana è disorganizzata, il centro-destra è paralizzato e molte persone hanno preferito un male che conoscono già.

Naturalmente Berlusconi ha una marcia in più che nessun altro ha: la televisione popolare. Possiede e controlla tre canali principali e svariati canali digitali. Controlla di fatto la televisione di stato, in quanto Presidente del Consiglio. Ci sono giornali, riviste e talk-show trasmessi in tarda serata che lo criticano, ma non raggiungono lo stesso numero di persone. Proprio come il suo amico Vladimir Putin, Primo Ministro russo, non cerca di influenzare tutti i mezzi di comunicazione, ma solo quelli che raggiungono il maggior numero di elettori.

Tutto ciò può non essere determinante per una vittoria elettorale, ma di sicuro aiuta. Questa situazione ha fatto in modo che l’Italia diventasse il centro del più grande movimento per la libertà di stampa dopo l’ex Unione Sovietica.
Ma alla fine questa dominazione non può essere l’unica spiegazione a tutti i suoi voti. Ci deve essere qualcosa di attraente nello stesso Berlusconi. Severgnini lo ha definito uno “specchio” dell’Italia moderna, e puoi vederlo: un arricchito (come quasi tutti in Italia), sfacciato nel sbandierarlo (ricordate la villa in Sardegna); un amante delle donne e del calcio (possiede l’ A.C. Milan); leale con gli amici (al punto di proteggerli dalla legge); che chiaramente se la spassa a tutte quelle feste e sul suo yacht. Berlusconi rappresenta una caricatura dell’ideale di vita italiano.

E proprio perché lui è una caricatura, riesce a cavarsela in situazioni dove altri non riuscirebbero. Puoi vedere gli italiani che si intrattengono con le storielle di Berlusconi e poi si fanno grasse risate.
Tra l’altro, con Berlusconi come Presidente del Consiglio, non c’è bisogno di essere seri. Non ti devi preoccupare di geopolitica o dello stato del pianeta, di povertà o di stati falliti. Puoi startene a casa, rimanere sul leggero e discutere dell’ultimo scandalo legale. E forse, anche questo fa parte dell’attrattiva esarcitata da Berlusconi.

[Articolo originale "La Dolce Berlusconi" di Anne Applebaum] (http://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2009/10/12/AR2009101202390.html)

atinvidia284
15-10-2009, 18:42
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/greece.standard.gif Schiaffo a Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8017 Grecia
[Ta Nea]

Il presidente del Consiglio italiano siederà sul banco degli imputati: il giudice ha revocato l’immunità.
La sentenza sblocca due processi a suo carico per corruzione e reati societari nella compravendita di diritti televisivi.

Un duro colpo per Silvio Berlusconi la sentenza della Corte Costituzionale italiana, con la quale è stata giudicata anticostituzionale la legge ad personam che prevede l’immunità per il Presidente del Consiglio italiano fino a quando è in carica. La sentenza della Corte dovrebbe portare in tribunale il cavaliere per le accuse a suo carico, mentre l’alleato di governo, Umberto Bossi, minaccia una “sommossa popolare”.
Il Lodo Alfano, che prende il nome dal ministro della Giustizia, è stata votata su raccomandazione di Silvio Berlusconi nel luglio del 2008 e prevede la sospensione di qualsiasi azione penale e per qualsiasi reato a carico delle quattro più alte cariche dello Stato – il presidente della Repubblica, il presidente del Consiglio, il presidente della Camera e il presidente del Senato. La sentenza di ieri della Corte sblocca automaticamente i due processi a carico del cavaliere per corruzione e reati societari nella compravendita di diritti televisivi.

Indebolimento

“Questo è un momento particolarmente cruciale e molto drammatico per Berlusconi”, nota Renato Mannheimer, professore dell’Università di Milano. “Lo indebolisce politicamente ma non necessariamente anche agli occhi dell’opinione pubblica per la quale rimane straordinariamente popolare” sottolinea il professore, che si aspetta che il presidente del Consiglio ricorrerà a misure populiste nel tentativo di non perdere il pubblico consenso. Il leader del Partito Democratico Dario Franceschini ritiene che la bocciatura della legge potrebbe portare Silvio Berlusconi a una reazione per niente democratica. Tale reazione aveva avuto poco prima Umberto Bossi: “Se la legge sarà dichiarata anticostituzionale trascineremo il popolo. Abbiamo il popolo dalla nostra parte. Chi sfida il popolo?” ha dichiarato il leader della Lega Nord nonché partner di governo. Al momento Silvio Berlusconi ha chiarito che non si dimetterà dalla carica, come volevano alcune voci e secondo la sua tattica preferita ha attaccato la Corte, che ha definito “organo politico della sinistra”. Il cavaliere ha inoltre dichiarato che qualsiasi processo contro di lui sarebbe una farsa e che si sente “rafforzato”.

Festini a luci rosse

Dopo la bocciatura della legge, tuttavia, sarà difficile per Silvio Berlusconi “fare finta di niente”, sostiene il filosofo e sindaco di Venezia Massimo Cacciari. Il presidente del Consiglio e magnate dei mezzi di informazione con la sentenza di ieri ha subito un duro colpo alla sua carriera politica – anche superiore al danno arrecato alla sua immagine dalle rivelazioni circa i festini a luci rosse nella sua villa in Sardegna e gli incontri segreti con escort d’alto bordo, riporta il Times. Antonio Di Pietro, il magistrato dell’inchiesta Mani Pulite che oggi dirige il partito Italia dei Valori, consiglia a Berlusconi di “preparare le valigie e cambiare aria”.

Come nella orwelliana “Fattoria degli animali”

La decisione è stata espressa a maggioranza e dopo molte ore di seduta da parte dei giudici, i quali non si sono lasciati convincere dalle argomentazioni espresse dentro e fuori dal tribunale a favore del Lodo Alfano. Berlusconi ha dichiarato ieri che l’eventuale bocciatura della legge ruberebbe un sacco di tempo da quello che dedica al suo paese, in quanto sarebbe obbligato a occuparsi delle accuse a suo carico. La linea difensiva seguita dai suoi avvocati davanti ai giudici ricorda qualcosa della “Fattoria degli animali” di George Orwell. “Non primus inter pares, ma può essere considerato primus super pares“, ha detto nella sua arringa Gaetano Pecorella, uno dei quattro avvocati del cavaliere. Un altro, Niccolò Ghedini, ha aggiunto: “La legge è uguale per tutti, ma non sempre lo è la sua applicazione”.

[Articolo originale "Χαστούκι στον Μπερλουσκόνι" di Periklìs Dimitrolòpoulos] (http://www.tanea.gr/default.asp?pid=2&artid=4540126&ct=2)

atinvidia284
15-10-2009, 18:48
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif “L’UE deve garantire la libertà di stampa in Italia”
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7981 Olanda
[Trouw]

L’europarlamentare Judith Sargentini (Verdi) è preoccupata per la libertà di stampa in Italia e vuole che intervenga l’Europa.

Perché il Parlamento europeo si occupa della libertà di stampa in Italia?
“In primo luogo, perché semplicemente abbiamo qualcosa da dire a riguardo. Si parla spesso delle norme e dei valori europei, e tra questi vi è anche la libertà di stampa, che è un prerequisito della democrazia “.

Il CDA (Partito Democratico-Cristiano Olandese, ndt), che fa parte della stessa frazione di Berlusconi al Parlamento Europeo, sostiene che si tratta di una questione nazionale.
“Naturalmente il dibattito deve svolgersi in Italia, sono gli italiani che attualmente non riescono ad accedere alle informazioni a cui hanno diritto. Ma noi, in quanto Europa, abbiamo il dovere di essere d’esempio: per i nuovi Stati membri, ai quali diciamo che devono provvedere ad avere mezzi di informazione liberi. Ma anche per i paesi candidati all’UE e per quelli lontani, ai quali presentiamo le nostre servere norme europee”.

Cosa può fare lei in pratica?
“Noi Verdi vogliamo che gli Stati membri, riuniti in seno al Consiglio, utilizzino l’articolo 7 del Trattato Europeo che permetterebbe loro, dopo un’inchiesta, di richiamare formalmente il primo ministro Berlusconi: Se non ti comporti bene, perderai temporaneamente il diritto di voto”.

Pensa veramente che questo accadrà?
“Il problema naturalmente è che tutti i capi di Stato ed i capi di governo devono fare insieme questo passo. Il fatto che molti di loro appartengano alla stessa famiglia cristiano-democratica di Berlusconi, compreso il primo ministro Balkenende, rende la questione ancora più difficile.

“Ma ci sono anche altre possibilità: la Commissione Europea deve una buona volta intervenire con una direttiva sulla concentrazione dei media, come ha già annunciato in precedenza. Berlusconi e suo fratello semplicemente possiedono troppi canali TV e giornali in Italia. Persino il magnate dei media Rupert Murdoch, che normalmente non è un nostro amico, considera ciò un problema”.

“Naturalmente ci aspettiamo che il Consiglio cercherà di sfuggire alle proprie responsabilità. Ma dobbiamo cercare di rendergli la cosa il più difficile possibile. Anche il CDA cerca di nascondersi, l’ho già fatto notare durante la campagna elettorale. Faremo molta attenzione in futuro a come si voterà sulla risoluzione. Il mio collega Wim van de Camp (CDA), su questo, non può davvero permettersi di essere contrario”.

Ma il CDA sulla questione non si dà per vinto. “Per prima cosa, questo è una questione interna italiana”, spiega Van de Camp. “Berlusconi non è nemmeno il mio preferito, ma mi chiedo se i Verdi in questo caso non si stiano occupando di politica interna”.

Come vi sentireste se PCM (grande casa editrice olandese, ndt) o RTL (Radio Télévision Luxembourg, il maggior gruppo radiotelevisivo commerciale europeo, ndt) fossero proprietà del primo ministro Balkenende?
“Naturalmente ci sono aspetti in questa faccenda che noi politici olandesi, da autentici calvinisti, non riconosciamo. Anch’io sento l’enorme bisogno di garantire la libertà di stampa in Europa, ma credo anche che non si può fornire delle linee guida su tutto. E quella storia sull’articolo 7 è molto esagerata ed opportunistica “.

La Sargentini nutre ancora buone speranze che il Parlamento Europeo interverrà presto. “Siamo sulla stessa linea con i liberali, i socialdemocratici e il gruppo di sinistra, del quale fa parte l’ SP (Partito Socialista Olandese, ndt). Forse addirittura con i conservatori, il nuovo gruppo che comprende anche l’Unione Cristiana. Perché questo è un problema trasversale.”

Qual è il suo personale coinvolgimento in questa faccenda?
“Il mio nome attira l’attenzione, anche da parte dei media italiani. Anche se la cosa crea un pò di confusione perché, in quanto olandese di sesta generazione, non parlo italiano.”

Il premier e magnate dei media è sempre più aggressivo
Il reparto “media” della Fininvest, la holding del primo ministro Silvio Berlusconi, consiste di tre televisioni commerciali e della maggiore casa editrice del paese, Mondadori.
Inoltre, Berlusconi ha interessi in altre nove case editrici e nel quotidiano Il Giornale.
Negli ultimi tempi Berlusconi va troppo oltre con la sua presa sui media, sostiene tra gli altri il sindacato dei giornalisti FNSI. Berlusconi sferra duri attacchi verbali o avanza richieste di risarcimento danni ai giornalisti, ai giornali ed ai programmi televisivi che non sono nella sua immediata sfera di influenza. Dai giornali La Repubblica e L’Unità vuole un totale di tre milioni di euro perché hanno pubblicato ‘pettegolezzi sulla sue feste private’.
All’interno dell’emittente pubblica RAI, ha fatto in modo che alcuni programmi di attualità a lui critici non andassero in onda.
La scorsa estate, Berlusconi ha sostituito il direttore de Il Giornale perchè non ha voluto andare in cerca di fatti compromettenti nelle vite di colleghi che criticano Berlusconi.

[Articolo originale "’EU moet persvrijheid in Italië garanderen’"] (http://www.trouw.nl/nieuws/europa/article2882526.ece/_rsquo_EU_moet_persvrijheid_in_Italie_garanderen_rsquo__.html)

atinvidia284
15-10-2009, 18:52
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Perché Berlusconi rimane insostituibile
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8012 Germania
[Handelsblatt.com]

Il presidente del consiglio di uno dei Paesi più importanti dell’Unione Europea ha perso l’immunità e dovrà presentarsi ai giudici per più di un processo. C’è quasi puzza di crisi di governo. Ma solo “quasi”, giacché siamo in Italia e il protagonista si chiama Silvio Berlusconi. Ed essendo altre le regole del gioco, è assai improbabile che in seguito alla sentenza della Corte Costituzionale si possa giungere alle sue dimissioni o ad elezioni anticipate.

Scandali a sfondo sessuale, falso in bilancio, accuse di corruzione: Berlusconi ne ha passate di tutti i colori ma, agli occhi dei suoi oppositori, questo colpo sembra averlo messo davvero in ginocchio. Alcuni parlano già di un “lame duck” [un presidente senza piu' autorita' reale, NdT]. Verosimilmente queste sono però solo le loro speranze. Agli occhi dei suoi sostenitori queste accuse gli danno nuovo vigore e sono una dimostrazione di quello che Berlusconi predica: e cioè che la magistratura sarebbe nelle mani della Sinistra e che lo scopo di questa sarebbe eliminarlo dalla scena politica. Da più di quindici anni la politica italiana non ha più idee; l’unico argomento di discussione sono Berlusconi e le diatribe tra i suoi sostenitori e i suoi oppositori. È diventato praticamente indispensabile, sia per la Sinistra che per la Destra. I primi sono i suoi oppositori, i secondi, i sostenitori che si vedono confermata in ogni attacco al premier la teoria della congiura della Sinistra, di un complotto ai suoi danni organizzato da avvocati, giudici e giornalisti.

La recente sentenza della Corte Costituzionale inasprisce ulteriormente i fronti. Se davvero si dovesse giungere ad elezioni anticipate, Berlusconi le vincerebbe nuovamente. E questo ha a che fare anche con il diverso concetto di moralità che si ha in Italia. La corruzione o l’evasione fiscale non sono per molti così negativi come in Germania. E ognuno, nel proprio piccolo, cede alla tentazione di una raccomandazione o di una prestazione professionale in nero. Berlusconi non è diverso, lui conosce solo altre dimensioni. E questo vale anche per le sue storie di sesso: gli italiani sono cattolici ma non moralisti. Molti vedono in Berlusconi l’uomo del fare che vola negli Abruzzi e promette ai terremotati case nuove nel giro di pochi mesi e che assicura nella Messina disastrata dall’alluvione aiuti per un miliardo di euro, senza ancora sapere dove prendere questi soldi.

Gli altri, che vedono la cosa diversamente, sono guastafeste, intristiti, invidiosi. E non fanno una bella figura: la Sinistra è divisa, non ha chiari programmi e manca di personalità carismatiche. Il PD, il più grande partito dell’opposizione, attualmente non ha un leader e non l’avrà se non nelle prossime settimane. Un momento peggiore per elezioni anticipate non ci potrebbe essere. Per mettere fine all’era Berlusconi occorrerebbe che Gianfranco Fini, ex segretario di Alleanza Nazionale, ponesse fine al patto stipulato con Berlusconi e si unisse alle frange più moderate dell’opposizione. Questa potrebbe essere una possibilità, ma non certo a breve scadenza.

I processi in vista potrebbero fermare Berlusconi nel breve o medio termine. Ma anche se venisse condannato, dopo anni di insulti e attacchi alla magistratura, per i suoi sostenitori sarebbe solo una vittima della giustizia.

[Articolo originale "Warum Berlusconi unersetzlich bleibt" di Katharina Kort] (http://www.handelsblatt.com/politik/handelsblatt-kommentar/warum-berlusconi-unersetzlich-bleibt%3B2466597)

atinvidia284
15-10-2009, 19:01
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif L’Italia di Berlusconi offre uno sguardo desolante
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8023 Germania
[Tagesschau]

Vi ricordate per caso cosa era successo in Italia l’ultima volta che Silvio Berlusconi aveva perso delle elezioni? Era il 2006, e l’attuale premier aveva parlato per giorni e settimane di brogli elettorali da parte della sinistra. Il suo stesso Ministro dell’Interno negava, tutti cercavano di calmare l’infuriato con inviti alla fiducia nelle istituzioni, che in questo modo sarebbe stata rovinata. Non era servito a nulla.

Tutte le volte che qualcosa non gli va a genio, Silvio Berlusconi parla di un complotto della sinistra. Se ieri i giudici costituzionali – e il maggio scorso due su quindici erano comunque stati con lui a cena privatamente – avessero votato in maggioranza per la sua legge sull’immunita’, allora non sarebbe stata una decisione motivata politicamente.

Pero’ hanno rifiutato in maggioranza la legge con un rimando al principio di eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. E devono quindi sentirsi insultare dal capo del governo perche’ sarebbero pilotati dalla sinistra. Anche il Presidente della Repubblica italiana deve lasciarsi insultare. E se si difende, deve sentirsi dire che al premier non interessa cosa dica il capo dello Stato.

Una democrazia sotto sconfitta…

Questo e’ squalificante per un capo di governo di uno Stato dell’UE, uno Stato del G8, e non e’ degno di una democrazia. La storia del barone della televisione Silvio Berlusconi, l’ascesa a politico di riferimento in Italia negli ultimi 15 anni, e’ una tragedia. Ed e’ la prova che la democrazia si puo’ sconfiggere con le proprie mani. Solo perche’ qualcuno ha i soldi e la presenza mediatica per stare col fiato sul collo di un elettorato politicamente pigro, solo per questo gli puo’ essere permessa qualsiasi violazione delle regole?

L’Italia sotto Berlusconi offre uno sguardo desolante. Il giorno della decisione della Corte Costituzionale l’uomo forte di un partito di coalizione minaccia i giudici: che non osino contrapporsi al volere del popolo – perche’ altrimenti verranno mobilitate le masse. Il premier attacca il capo dello Stato in maniera inconcepibile. E tutto cio’ perche’ una legge non rispetta la Costituzione?

… e un primus super pares?

Chi aveva sentito gli argomenti degli avvocati di Berlusconi non poteva credere alle proprie orecchie: la legge e’ uguale, ma l’applicazione della legge no. Ovvero: il premier non sarebbe primus inter pares, ma primus super pares – quindi primo sopra pari. Come scusi?

Dalla saga all’italiana di Silvio si puo’ trarre solo una conclusione: Berlusconi e’ divenuto politico per proteggere il proprio impero dagli avvocati. E da allora, quindi da 15 anni, sta smontando cio’ che in questo Paese i vecchi partiti avevano lasciato in piedi in quanto a cultura politica. La crisi dello Stato in persona.

[Articolo originale "Italien unter Berlusconi bietet ein bestürzendes Bild" di Gregor Hoppe] (http://www.tagesschau.de/kommentar/berlusconi208.html)

atinvidia284
15-10-2009, 19:05
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/belgium.standard.gif “Gli italiani sono totalmente indifferenti”
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8052 Belgio
[De Standaard]

ROMA – “L’evento più sensazionale degli ultimi anni”, il quotidiano Il Sole 24 Ore così definisce la revoca dell’immunità di Berlusconi.

Tornando dal lavoro sulla metropolitana romana è evidente che tutti, mercoledì sera, già lo sanno: la Corte Costituzionale ha tolto a Silvio Berlusconi la sua immunità. Eppure, nella vettura della metropolitana, nessuno parla della sconfitta di Berlusconi. La politica è ormai da anni un argomento rischioso che gli italiani preferiscono evitare in pubblico. Si finisce sempre col litigare. Il Paese è troppo polarizzato

Quando glielo si chiede, tutti poi sembrano avere un’opinione. Ciò che colpisce è la reazione rassegnata, sia dei sostenitori che degli oppositori di Berlusconi. “La sfiducia nella classe politica è cresciuta enormemente negli ultimi anni”, L. P., venditore di pianoforti, spiega così l’inerzia tra i passeggeri della metropolitana. Ha votato a favore di Berlusconi alle ultime elezioni e, secondo lui, la sentenza non cambierà nulla. “Nulla, niente. Berlusconi continua a stare comodo al suo posto, perché conviene a tutti i suoi alleati.” L. P. è deluso da Berlusconi, “che in quindici anni non ha fatto nulla per l’Italia” e non sa se rivoterà mai per Il Cavaliere (in italiano nel testo ndt). Ma non vede alternative. “La destra è per la gente che lavora, come me. La sinistra è per gli scrocconi. Forse dovrei dare il mio voto alla Lega Nord di Umberto Bossi, anche se non è facile per un romano come me. Bossi è a favore degli italiani del nord e della loro autonomia.”

Anestesia
Anche F.A. ha votato Berlusconi. Questo dipendente statale ha perso la fiducia nel premier italiano. “Berlusconi sta facendo cose che non puo’ fare, come una legge illegale sull’immunità.” Eppure, sostiene F.A., gli italiani perdoneranno Berlusconi e la sua legislazione creativa, come hanno fatto con il suo modo oscuro di condurre gli affari e le sue presunte relazioni con ragazze minorenni e prostitute. “La gente crede in lui.” I sondaggi danno ragione ad F.A.. Persino l’opposizione riconosce che la metà degli italiani appoggia ancora Berlusconi. Un giovane studente di giurisprudenza, elegantemente vestito, sembra essere l’unico nel vagone della metropolitana a non essere a conoscenza della sentenza. Non vuole dire per chi vota, ma concorda con la Corte. “Umberto Bossi beneficerà dell’indebolimento della posizione di Berlusconi”, così prevede. È, “come se la gente fosse stata sottoposta ad una anestesia totale mediante la televisione”, osserva un anziano in tuta da ginnastica e occhiali da sole. Sabato scorso ha manifestato contro Berlusconi e per la libertà di stampa: “La gente non reagisce. Sono totalmente indifferenti. È come se li pungi con un ago e loro non sentono nulla. L’unica cosa che dicono quando il loro idolo Berlusconi viene criticato è che i suoi critici sono tutti comunisti.”

L’anziano è chiaramente alterato. “Non cambierà nulla. L’opposizione non esiste più. E questo lo sente dire da un uomo che ha lottato per ottant’anni.”

L’impiegata S. dice di aver paura. Ha visto il premier in televisione ed è rimasta scioccata. “Berlusconi era furioso. Ha perso la sua compostezza. Questo non è un buon segno per l’Italia. Per me il futuro è un grande punto interrogativo. Forse esagero, ma mi sento oggi come l’11 settembre.”

[Articolo originale "‘De Italianen zijn totaal onverschillig'" di Bas Mesters ] (http://www.standaard.be/Artikel/Detail.aspx?artikelId=1O2GEB9K)

atinvidia284
15-10-2009, 19:11
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Amnistia con multa contro l’evasione
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7752 Spagna
[El País]

Conoscere i dati reali dell’economia italiana è sempre un’ardua impresa. Le cifre della forte crisi che il Governo cerca a tutti i costi di mascherare sono ancora più enigmatiche. Per non parlare dei soldi destinati a calmierare la crisi. Anche se durante i primi otto mesi dell’anno la spesa pubblica ha raggiunto i 33 miliardi di euro (20 miliardi in più del previsto), solo 3 miliardi e 700 milioni corrispondono a misure contro la recessione.

Le nere previsioni riguardanti il PIL (-5% nel 2009), il deficit pubblico (5.3%) e il debito pubblico (115.1%, il terzo più alto al mondo), lasciano senza margine di manovra l’Esecutivo di Silvio Berlusconi, che ha deciso di non toccare le tasse e di approvare il controverso scudo fiscale, considerato un’amnistia per evasori e mafiosi dal sindacato dei giudici e dall’opposizione.

Lo scudo permetterà a coloro i quali abbiano occultato le entrate al fisco, attraverso reati come il falso in bilancio o l’uso di fatture false, di dichiarare i soldi in nero pagando una multa del 5%. A tutti quanti verrà garantito l’anonimato, persino se l’evasione fiscale era finalizzata a finanziare il terrorismo. Secondo il gruppo di consulting KRLS Network, al fisco italiano sfuggono ogni anno 300 miliardi di euro. Nel frattempo la disoccupazione raggiunge già il 7.5% e si prevede che superi il 10% nel 2010.

[Articolo originale "Amnistía con multa contra la evasión" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/economia/Amnistia/multa/evasion/elpepieco/20090927elpepieco_13/Tes)

atinvidia284
15-10-2009, 19:14
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif La Corte Costituzionale cancella l’immunità di Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7969 Olanda
[De Volkskrant]

Roma – Il premier italiano Silvio Berlusconi non è immune di fronte alla legge. Questo ha deciso mercoledì la Corte Costituzionale italiana.

I quindici giudici si sono espressi su una legge che era stata approvata, lo scorso maggio, dal parlamento nel tentativo di evitare a Berlusconi la condanna in un caso di corruzione del 1991. Questa legge, il Lodo Alfano, garantiva l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato: il premier, il presidente e i due presidenti delle camere. Illegalmente; la sua introduzione non ha seguito la giusta procedura, così hanno deciso i giudici dopo due giorni di consiglio.

Duro colpo
La sentenza è un duro colpo per Berlusconi. Il premier di centro-destra ha definito la Corte, in una reazione di ieri sera, “uno strumento della sinistra”. Ad inizio settimana aveva dichiarato che avrebbe potuto occuparsi meno delle questioni di governo se la legge fosse stata cancellata. Avrebbe cioè perso troppo tempo in questioni processuali.

Berlusconi prova già da anni a sottrarsi ai tentativi di giudizio. Ora che il Lodo Alfano è stato eliminato Berlusconi può essere subito perseguito per il suo coinvolgimento nella corruzione di un giudice da parte della Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi. Inoltre il 73enne premier/imprenditore può essere di nuovo citato in giudizio in un processo per l’utilizzo di prestanome che dovevano garantirgli il controllo di canali televisivi in Spagna e in Italia.

Stabilità
La sentenza della corte può avere conseguenze per la stabilità del governo italiano e del clima politico in Italia. Alcuni politici di destra hanno minacciato, i giorni scorsi, di volere elezioni anticipate se la Corte avesse respinto la legge e hanno invocato manifestazioni di massa “in sostegno di Berlusconi”.

Secondo l’avvocato di Berlusconi, Gaetano Pecorella, la sentenza non ha conseguenze per la sua politica. “La sentenza non significa che Berlusconi verrà condannato. Si tratta solamente della riapertura dei processi”.
La Corte Costituzionale ha procurato a Berlusconi la seconda sconfitta nel giro di una settimana. Sabato scorso è stato deciso che il suo impero dovrà pagare 750 milioni di euro per il controllo del gruppo editoriale Mondadori.

[Articolo originale "Hof schrapt immuniteit Berlusconi" di Linda Otter] (http://www.volkskrant.nl/buitenland/article1300033.ece/Hof_schrapt_immuniteit_Berlusconi)

atinvidia284
16-10-2009, 18:15
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Le tensioni si aggravano in Italia tra Silvio Berlusconi ed i media ribelli
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7997 Francia
[Le Monde]

Si attendevano decine, addirittura centinaia di migliaia di manifestanti, sabato pomeriggio 3 ottobre, in Piazza del Popolo a Roma, in risposta all’appello della Federazione nazionale della stampa, per “difendere la libertà d’informazione”. Delle mobilitazioni erano previste ugualmente in una dozzina di altre città italiane ed europee, tra cui Londra, Parigi e Bruxelles.

Per Roberto Natale, presidente della Federazione nazionale della stampa, un sindacato di giornalisti italiani, “l’aria è diventata pesante per il sistema dell’informazione”. La libertà sarebbe minacciata: lo farebbero temere le limitazioni alla pubblicazione d’informazioni relative alle vicende giudiziarie che il Parlamento si appresta a votare, ma soprattutto i ripetuti attacchi ai giornali da parte di Silvio Berlusconi, il presidente del Consiglio, sempre più impantanato nello scandalo legato alle sue frequentazioni di minorenni e di escort.

Tutto ha avuto inizio con i suoi “inviti” agli investitori pubblicitari a boicottare i giornali che disturbano, per passare poi alle ingiurie verso alcuni giornalisti definiti “farabutti” e alla decisione di citare in giudizio i quotidiani La Repubblica e L’Unità. Il primo era a suo avviso colpevole di pubblicare, ogni giorno, dieci domande scaturite dall’interpretazione data da Berlusconi della vicenda [di Noemi Letizia, N.d.T.] e dall’assenza di risposte sulla sua “malattia”, denunciata dalla sua stessa moglie, Veronica Lario.

Ma dopo il crescendo di avvertimenti, questa estate, contro la stampa, l’autunno si annuncia come un turbine di minacce e di messe in riga contro alcune trasmissioni televisive che, al rientro, si sono occupate dello scandalo.

È stato il caso, giovedì sera, di “Annozero”, una trasmissione di Rai2. Il giornalista Michele Santoro, cacciato già un volta per volontà di Berlusconi poi reintegrato dalla giustizia, non ha ceduto terreno nonostante gli avvertimenti dell’entourage del Cavaliere. Di colpo, più di sette milioni di telespettatori hanno seguito davanti al televisore, il racconto di ragazze che evocavano i cachets ricevuti per passare le loro serate con il presidente del Consiglio. E, per la prima volta, è apparsa in diretta in televisione Patrizia D’Addario, la escort che ha passato una notte con il Cavaliere prima di essere candidata su una lista berlusconiana al consiglio municipale di Bari. Il clou della trasmissione è stato quando ha affermato che Silvio Berlusconi “sapeva del suo mestiere”, cosa che il Cavaliere ha sempre negato.

In un paese in cui l’istituto di ricerca Censis comunica che il 70% delle persone si fanno un’opinione attraverso la televisione, una tale trasmissione può avere un’influenza. Mentre la vicenda delle escort e delle minorenni ha fatto il giro del mondo, i telespettatori italiani se ne erano potuti fare fino ad ora solo una vaga idea. Nel mirino dell’opposizione, il direttore del telegiornale di Rai 1, Augusto Minzolini, voluto in questo ruolo dal Cavaliere, il quale è riuscito nell’impresa di riferire [lo scandalo, N.d.T.] solo brevemente.

Questo silenzio è ormai rotto. Una trasmissione satirica di Rai 3 mette in scena, da martedì, una mini-fiction di due minuti, “Lost in WC”, nella quale due ragazze si trovano chiuse in quello che è presentato come il bagno di Palazzo Graziosi [sic, Palazzo Grazioli], la dimora romana del Cavaliere. Alcune foto, quest’estate, mostravano delle ragazze appunto nel vero bagno, in attesa di incontrare il padrone di casa. Per la gioia dei telespettatori sempre più numerosi, e per la rabbia del Cavaliere che si dice “indignato” ma sembra soprattutto incapace di chiudere la breccia aperta recentemente.

Ciò coincide con quello che Silvio Berlusconi e i suoi denunciano da sempre. Sostengono che la manifestazione di sabato non è che “una farsa”. La vera minaccia proverrebbe dalla sinistra che controlla l’85% dei giornali e le principali trasmissioni d’informazione televisiva.

Per Paolo Gentiloni, responsabile della comunicazione per il Partito Democratico, “la crisi economica ha indebolito i giornali e li rende oggi più sensibili alle pressioni. Da qui il rischio per la libertà d’espressione, tenuto conto dell’anomalia che costituisce un presidente del Consiglio che controlla, direttamente o attraverso la sua famiglia, un impero mediatico fatto di case editrici, di quotidiani, di periodici e di tre reti televisive nazionali e che, in quanto capo del governo, diventa automaticamente anche il referente del servizio pubblico televisivo”.

La Rai si è sempre distinta per i suoi profondi legami con il potere, che si tratti di sinistra o di destra. Il Cavaliere non ha mancato di confermarlo nei fatti. Rimane la questione del conflitto d’interessi: perché la sinistra non ha fatto niente per correggerlo?

Paolo Gentiloni non nasconde che si tratta dell’errore più grave del suo schieramento: “Abbiamo avuto, tra il 1997 e il 1999, con solide maggioranze, la forza e la capacità di far approvare una legge per regolare (le sorti della radiotelevisione pubblica), ma all’epoca tutto è stato subordinato al dialogo con Berlusconi per una riscrittura del sistema istituzionale”. Sono trascorsi più di dieci anni. La questione del conflitto d’interessi non è stata affrontata, e la stampa è ormai minacciata.

[Articolo originale "Les tensions s'exacerbent en Italie entre Silvio Berlusconi et les médias rebelles " di Salvatore Aloïse] (http://www.lemonde.fr/europe/article/2009/10/03/les-tensions-s-exacerbent-en-italie-entre-silvio-berlusconi-et-les-medias-rebelles_1248866_3214.html)

atinvidia284
16-10-2009, 18:19
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Silvio Berlusconi dovrà affrontare la giustizia
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8002 Francia
[Le Nouvel Observateur]

La Corte costituzionale italiana ha annullato una legge d’immunità che proteggeva il presidente del Consiglio. Questa decisione ha per immediato effetto la riapertura di due processi contro il Cavaliere.

Silvio Berlusconi non è più intoccabile. La Corte costituzionale ha respinto, mercoledì 7 ottobre, la legge d’immunità che proteggeva il capo del governo italiano. Per i 15 magistrati è necessaria una legge costituzionale, e non una ordinaria, per sostenere un’immunità penale per le quattro più alte cariche dello stato italiano.
La Corte costituzionale ha inoltre dichiarato che il lodo Alfano violava il principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

I processi riprenderanno

Immediatamente, il portavoce di Silvio Berlusconi ha qualificato la decisione dei giudici come una “sentenza politica”, aggiungendo che il Cavaliere continuerà a governare.
“Una sentenza politica, ma il presidente, il governo e la maggioranza continueranno a governare come, in tutte le occasioni dall’aprile del 2008, hanno richiesto gli italiani con il loro voto” [parole testuali prese da repubblica.it], ha dichiarato Paolo Bonaiuti in un comunicato.
Per Silvio Berlusconi, la decisione della Corte ha un effetto immediato: la riapertura di due processi. Il Cavaliere potrebbe ritrovarsi al banco degli imputati a Milano, per il processo Mills, per nel quale è accusato di avere pagato 600 000 dollari al suo ex avvocato fiscalista David Mills in cambio di false testimonianze in due processi risalenti agli anni ‘90. Il secondo processo riguarda invece la frode dei diritti televisivi del gruppo Mediaset, che appartiene a Berlusconi.

Congelamento dei processi

Il Lodo Alfano, dal nome del ministro di Grazia e Giustizia, era stata adottato nel mese di luglio 2008, a sole sei settimane dal ritorno al potere di Silvio Berlusconi a capo della coalizione di centro destra.
Esso congelava per la durata del loro mandato i processi contro le quattro più alte cariche della Stato italiano (presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidenti della Camera dei deputati e del Senato).
In Francia, il presidente della Repubblica beneficia di un’immunità per la durata del suo mandato. I termini di prescrizione sono sospesi.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi va devoir affronter la justice" di Nouvelobs.com] (http://tempsreel.nouvelobs.com/actualites/international/20091007.OBS3809/silvio_berlusconi_va_devoir_affronter_la_justice.html)

atinvidia284
16-10-2009, 18:21
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif I loschi avvocati del Cavaliere
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8038 Spagna
[El País]

Gaetano Pecorella ha difeso un capo mafioso, Cesare Previti è stato condannato per tangenti e Niccolò Ghedini e Piero Longo erano simpatizzanti del Partito Fascista

L’Italia è il paese d’Europa con più avvocati: 210.000 (in Francia sono 44.000). Un lungo elenco da cui poter attingere: un giurista ogni 283 abitanti. Il sogno di molti di essi, il cliente perfetto (nel bene e nel male) si chiama Silvio Berlusconi. Secondo il suo amico Bruno Vespa, è stato processato 66 volte e si è sempre liberato dalle condanne, perciò essere il suo avvocato è meglio di una vincita alla lotteria. Ma la questione è anche logorante e rischiosa.

Niccolò Ghedini (Padova, 1959), ad esempio. Due metri di ossa, una grande mente giuridica, un marcato accento veneto. Da 10 anni si prodiga per salvare l’uomo più ricco d’Italia, pensando ed elaborando leggi ad personam, chiedendo e ottenendo rinvii. Ha presieduto la commissione Giustizia della Camera, è diputato dal 2001 e passerà alla storia per una frase tecnica pronunciata in un contesto sbagliato. “Non vedo nessuna rilevanza penale”, ha detto dopo che gli era stata posta una domanda riguardante la relazione di Berlusconi con la prostituta Patrizia D’Addario. “Lui era solo l’utilizzatore finale”.

Ghedini è uno dei tre giuristi che ha difeso il Lodo Alfano davanti alla Corte Costituzionale. Gli altri due sono il suo maestro e senatore Piero Longo (Alano di Piave, 1944) e un altro deputato, Gaetano Pecorella (Milano, 1948).

Sia Longo che Ghedini sono stati vicini agli ambienti dell’estrema destra. Longo non ha mai nascosto le sue simpatie e, nel 1975, difese alcuni imputati nel processo riguardante la riorganizzazione del disciolto Partito Fascista. Nel 1986 si occupò della difesa di un componente della banda Ludwig che aveva commesso diversi omicidi. In quel processo aveva fatto il suo debutto l’allora neolaureato Ghedini, militante del Movimento Sociale Italiano, il partito post-fascista.

Pecorella invece ha una storia diversa, è una specie di convertito. Considerato la grande mente giuridica di Forza Italia, il partito fondato nel 1994 da Berlusconi e dall’amico siciliano Marcello Dell’Utri (condannato in primo grado per associazione mafiosa), aveva iniziato la sua carriera politica in Potere Operaio e successivamente era passato al Partito Socialista di Bettino Craxi. L’anno scorso è stato accusato di aver aiutato Delfo Zorzi a eludere le imputazioni per la strage neofascista di Piazza della Loggia a Brescia che, nel 1974, aveva provocato la morte di otto persone.

Ha raggiunto l’apice della sua carriera due anni fa, quando, in qualità di presidente della Commissione Giustizia della Camera, ha difeso Nunzio De Falco, il sanguinario capo camorrista dei Casalesi. De Falco è stato condannato all’ergastolo per aver ordinato l’assassinio di don Peppino Diana, avvenuto nel 1994 per mano di due sicari nella sacrestia della sua chiesa di Casal di Principe.

Diana era una figura di spicco nella formazione della società campana contro il dominio della mafia. Qualche mese fa, Pecorella ha detto che don Peppino è stato sicuramente ucciso dalla Camorra, aggiungendo però che ciò non doveva farlo diventare un martire, giacché la sua lotta non era altro che uno dei possibili moventi della sua morte emersi durante il processo. Tali dichiarazioni sono state confutate da Roberto Saviano. Pecorella ha rettificato e ha chiesto scusa.

In ogni caso, il suo cognome rimarrà legato, come quello di Ghedini e di Longo, al corpus legislativo elaborato con un obiettivo: fare in modo che Silvio Berlusconi eluda l’azione della giustizia sovvertendo l’ordine penale vigente. Quando il precedente governo Berlusconi era agonizzante, nel febbraio del 2006, Pecorella firmò una legge che prevedeva che l’accusa non potesse appellare le sentenze assolutorie. Quando la Corte Costituzionale la dichiarò incostituzionale, Pecorella affermò: “È vero, abbiamo fatto leggi in funzione di determinati processi […] per permettere a Berlusconi di governare”.

Detto questo, i tre moschettieri non hanno comunque sostituito nel cuore di Berlusconi il mitico e caro calabrese Cesare Previti, confessore e avvocato di camera del Cavaliere per quasi 40 anni. La settimana scorsa un giudice milanese ha dichiarato Berlusconi “corresponsabile di corruzione” nel caso del Lodo Mondadori, che nel 1991 aveva assegnato una delle case editrici più grandi d’Europa all’attuale primo ministro, sottraendola all’ingegner Carlo De Benedetti. Il giudice afferma che Berlusconi fece sì che Previti e altri due avvocati corrompessero con 1,5 milioni di euro il giudice Vittorio Metta. Previti, Metta e altri due furono condannati al carcere nel 2007.

Berlusconi dovrà pagare 750 milioni di euro per i danni e gli interessi derivati. Previti sconta ora la sua condanna in un buio ufficio di Roma, svolgendo servizi sociali.

[Articolo originale "Los turbios abogados de Il Cavaliere" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/internacional/turbios/abogados/Il/Cavaliere/elpepuint/20091009elpepiint_3/Tes)

nesema
16-10-2009, 21:04
l'ilvio è un problema nostro .....
le opinioni da fuori italia interessano poco.... da sempre l'italia in generale ha una pessima immagine all'estero.... ilvio o non ilvio

far riferimento a giornali esteri, IMHO, è una gran perdita di tempo...

pollodigomma2002
16-10-2009, 21:31
l'ilvio è un problema nostro .....
le opinioni da fuori italia interessano poco.... da sempre l'italia in generale ha una pessima immagine all'estero.... ilvio o non ilvio

far riferimento a giornali esteri, IMHO, è una gran perdita di tempo...

Non sono d'accordo. Al parlamento europeo e in vari congressi internazionali tra battutine e frecciatine del nostro premier,imho, ci siamo ridicolizzati. E ora questo sfogo della stampa estera ne è la prova tangibile. Prima era pizza spaghetti mafia. Ora è Mr.B:)

atinvidia284
17-10-2009, 15:54
l'ilvio è un problema nostro .....
le opinioni da fuori italia interessano poco.... da sempre l'italia in generale ha una pessima immagine all'estero.... ilvio o non ilvio

far riferimento a giornali esteri, IMHO, è una gran perdita di tempo...

L'Italia non ha mai avuto un a reputazione così pessima all'estero per colpa di un omuccio che da anni continua a picconare i pilastri della della democrazia e libertà conquistate con fatica.
Far riferimento ai giornali esteri è una delle poche fonti che ci permette di conoscere oggi le cose come realmente stanno,vista la realtà deviata che ogni giorno ci viene propinata dai mass media del magnate.

atinvidia284
17-10-2009, 15:57
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif Berlusconi e la legge
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8022 Olanda
[NRC Handelsblad]

Editoriale

Il comportamento incostituzionale del premier italiano è anche un problema di UE e NATO

La ‘trias politica’, fondamento di uno stato di diritto democratico, non è apprezzata dal primo ministro italiano Berlusconi. La separazione dei poteri esecutivo, legislativo e giuridico mira a prevenire che uno dei tre poteri diventi eccessivamente dominante. Anche quando è stato eletto democraticamente. Ma Berlusconi, che lo scorso anno ha vinto le elezioni , se ne infischia se ora riceve una bacchettata.

Ieri la Corte Costituzionale ha deciso a maggioranza che una legge speciale che garantisce al premier e a tre altre alte cariche dello stato l’immunità penale è contraria al principio di uguaglianza. L’articolo 3 della Costituzione Italiana infatti stabilisce che “tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge”, sancisce la corte. Come conseguenza della sentenza, varie cause penali su casi di corruzione relativi agli interessi aziendali del premier/imprenditore verranno ora riaperte. Ma Berlusconi non abbassa la testa. Ha definito la sentenza “una farsa” di “giudici di sinistra” e ha aggiunto che il parere del Presidente Napolitano, formalmente garante della Costituzione, non gli “interessa”.

Cionostante, il premier è stato spinto sulla difensiva. Martedì (6 ottobre, ndt) la sua azienda Fininvest è stata condannata per un precedente caso di corruzione. Sabato (3 ottobre, ndt), decine di migliaia di italiani hanno manifestato per la libertà di stampa nel loro paese, dove Berlusconi come premier esercita influenza sulla televisione di stato e come imprenditore controlla la maggior parte delle emittenti commerciali. Masse di persone sono schierate nello sterile e polarizzato scenario politico italiano. Tuttavia, una manifestazione per la libertà di stampa, organizzata perchè il premier cerca di zittire due quotidiani facendogli causa, è una cosa mai vista prima.

Questa pressione non significa che Berlusconi si sottometterà ‘con amore’ (in italiano nel testo, ndt) a questa “forza della democrazia”, come la sentenza della Corte è stata oggi qualificata da un quotidiano. Il premier non ha ancora scoperto tutte le sue carte.

Ma può provare a cambiare la Costituzione? In Italia è più facile farlo che, per esempio, in Olanda. È sufficiente la maggioranza alla Camera e al Senato in due sedute, da tenersi con un intervallo minimo di tre mesi l’una dall’altra. Berlusconi dispone della maggioranza sufficiente. Un quinto dei parlamentari può altresì cambiare la Costituzione indicendo un referendum popolare. Considerando il numero dei suoi leali sostenitori, che raggiunge giornalmente attraverso i media di stato e i propri, Berlusconi potrebbe vincere un simile referendum.

L’incognita è se oserà imboccare questa strada assetata di potere. L’Italia è infatti anche un leale membro di organizzazioni democratiche internazionali come la UE e la NATO. I partners in queste organizzazioni farebbero bene a rendere chiaro a Berlusconi che anche a lui stesso converrebbe accettare la sentenza della Corte, pena l’isolamento politico.

Lo stato di diritto non è di importanza vitale solo per l’Italia. Neanche gli alleati, che combattono – a volte persino con le armi – in varie parti del mondo in nome della libertà e della democrazia, possono permettersi una doppia morale alla Berlusconi a casa propria.

[Articolo originale "Berlusconi en de wet"] (http://weblogs.nrc.nl/commentaar/2009/10/08/berlusconi-en-de-wet/)

atinvidia284
17-10-2009, 16:01
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif L’uomo politico raggiunto dall’uomo d’affari
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8018 Francia
[Le Figaro]

Il presidente del Consiglio italiano deve, questa settimana, affrontare diversi contraccolpi, in particolare quelli che si riferiscono ai suoi gruppi editoriali.

Pessima settimana per Silvio Berlusconi. La decisione della Corte costituzionale, che riapre due procedimenti giudiziari contro il Cavaliere, è stata preceduta lunedì da una multa di 750 milioni di euro, inflitta al suo gruppo mediatico Fininvest. Un verdetto che ha lasciato “letteralmente sbalordito” il presidente del Consiglio.

Questa ingente somma deve risarcire il gruppo CIR di Carlo de Benedetti, grande rivale del capo del Governo, al quale Silvio Berlusconi, sulla base di una precedente sentenza, avevascippato la proprietà del gruppo editoriale Mondadori. La multa ieri sembrava sufficientemente salata perchè la direzione della holding di Berlusconi smentisse di voler vendere la squadra di calcio AC Milan, al fine di recuperare liquidità. Ma queste ferite pecuniarie sembrano ormai meno mortali di quelle che protrebbe presto infliggergli la giustizia italiana. Due processi dovrebbero infatti immediatamente riaprirsi cotro Berlusconi: uno per corruzione, l’altro per frode fiscale.

Conflitto d’interessi nei media

Nel primo processo, Silvio Berlusconi è sospettato di aver versato 600.000 euro al suo ex avvocato britannico, David Mills, affinché questi rendesse falsa testimonianza in due processi risalenti agli anni 1995-1997. Il secondo processo riguarda la compravendita di diritti televisivi del suo gruppo Mediaset prima del suo ingresso politico, avvenuto nel 1994.

E, ciliegina sulla torta, un dibattito parlamentare europeo sul suo impero editoriale deve svolgersi giovedì. Il parlamento di Strasburgo, specialmente nelle sue file di sinistra, potrebbe approfittare dell’occasione per tentare d’imporre una legge sul pluralismo nell’Unione, della quale l’uomo al vertice del gruppo Fininvest non mancherebbe di farne le spese.

Per 284 voti a favore, 268 contro e 18 astenuti, il Parlamento europeo ha deciso di dibattere oggi sugli restrizioni alla libertà di stampa in Italia, malgrado l’opposizione di destra, e parecchi gruppi reclameranno una legge europea per limitare le concentrazioni/accentramenti [di risorse editoriali, N.d.T.], viste come una minaccia al pluralismo. Il Cavaliere viene regolarmente accusato dalla sinistra italiana di conflitto d’interessi per quanto concerne i media, in quanto lui controlla de facto le televisioni pubbliche e ne detiene tre private.

[Articolo originale "L'homme politique rattrapé par l'homme d'affaires" di T. Portes] (http://www.lefigaro.fr/international/2009/10/08/01003-20091008ARTFIG00402-l-homme-politique-rattrape-par-l-homme-d-affaires-.php)

atinvidia284
17-10-2009, 16:04
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/japan.standard.gif Il Primo Ministro italiano sulla moglie del presidente americano: “anche lei è abbronzata”
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8000 Giappone
[Asahi.com]

Il giorno 27, il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi, durante un discorso a Milano, parlando della moglie del Presidente americano Obama, ha detto: “pure lei è abbronzata”. La notizia è stata diffusa dal Corriere della Sera (edizione online) e da altri giornali. Il Primo Ministro, noto per per le sue numerose parole irresponsabili e per le sue osservazioni inopportune, nel Novembre del 2008, disse, sulla vittoria di Obama come primo afroamericano Presidente degli Stati Uniti, che era “giovane, bello e abbronzato”, considerate sia in Italia sia all’estero come espressioni razziste. Anche nell’intervento del 27, dopo aver detto: “qual’è il suo nome? Quello abbronzato… ah, Barack Obama!”, ha ancora una volta usato la parola “abbronzato”. E ha aggiunto: “Una cosa a cui non crederete, ma anche Michelle è abbronzata, questo vuol dire che vanno insieme in spiaggia”. Alla cerimonia di apertura del summit di Pittsburgh, negli USA, ad accogliere i numerosi capi di stato accorsi per il G20, c’era la signora Obama che ha salutato con baci e abbracci ma, a Berlusconi, ha dato solo una stretta di mano.

[Articolo originale di Minamijima Shin’ya] (http://www.asahi.com/international/update/0928/TKY200909280052.html?ref=rss)

atinvidia284
17-10-2009, 16:07
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/ireland.standard.gif Nuova battuta infelice di Silvio
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7769 Irlanda
[Independent]

Ieri sera, il Premier italiano Silvio Berlusconi ha definito nuovamente il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama “abbronzato”, aggiungendo una battuta di spirito sul colore della pelle di Michelle Obama.

Alla prima festa nazionale della Libertà a Milano, Berlusconi ha detto al pubblico di portare i saluti dagli USA da parte di “uno che si chiama… uno abbronzato… Ah, Barack Obama”.

Poco dopo l’elezione di Obama nel novembre 2008, Berlusconi ha destato critiche definendo il vincitore “giovane, bello e abbronzato”. Questa volta, il miliardario dei media che ha cominciato la sua carriera come animatore in una nave da crociera, ha ha fatto una battuta anche sulla First Lady.

“Voi non ci crederete” ha detto, “ma sono andati a prendere il sole in spiaggia in due, perché è abbronzata anche la moglie”.

Berlusconi e’ famoso per le sue gaffe.

I media europei hanno mostrato foto di Michelle Obama che accoglieva con un bacio diversi leader al G20 di Pittsburgh della scorsa settimana ma non nel salutare Berlusconi a cui ha dato solo una rigida stretta di mano.

Il settantaduenne Presidente del Consiglio italiano non ha mai nascosto la sua ammirazione per le belle donne. E’ stato al centro di un crescente scandalo sessuale scoppiato la scorsa primavera dopo che sua moglie dichiarò che Berlusconi si era infatuato di giovani donne e annunciò il divorzio.

Gli inquirenti di Bari stanno indagando su un imprenditore locale, sospettato in un giro di cocaina, che ha dichiarato di aver procurato almeno 30 ragazze alle cene e alle feste nella residenza romana e sarda di Berlusconi.

L’imprenditore ha raccontato agli inquirenti di aver dato alle ragazze un rimborso spese e in alcuni casi compensi extra per aver avuto rapporti con il Presidente del Consiglio. Ma ha sottolineato che Berlusconi non era a conoscenza di questi accordi.

Berlusconi non e’ indagato nello scandalo ed ha sempre negato di aver pagato per prestazioni sessuali.

[Articolo originale "Silvio cracks second off-colour quip "] (http://www.independent.ie/world-news/europe/silvio-cracks-second-offcolour-quip-1898098.html)

atinvidia284
17-10-2009, 16:11
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/canada.standard.gif Berlusconi dovrà affrontare la giustizia
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8076 Canada
[Cyberpresse]

La Corte Costituzionale ha privato mercoledì Silvio Berlusconi della sua immunità penale, rimettendo in moto la macchina giudiziaria che lo riguarda, ma il capo del governo italiano ha immediatamente contrattaccato, ben deciso a rimanere al potere con “il sostegno degli italiani”.

Al termine dei due giorni di delibera, i 15 magistrati costituzionali hanno giudicato che solo una procedura di revisione costituzionale e non una legge ordinaria poteva garantire tale immunità.

La decisione ha suscitato sorpresa tra gli alleati di Berlusconi, come ha ammesso il ministro della giustizia Angelino Alfano. Visibilmente irritato, Berlusconi ha accusato “11 dei 15 giudici” della Corte Costituzionale di essere “di sinistra”.

Anche se l’abrogazione del testo avrà come effetto la ripresa di almeno due processi nei suoi riguardi, uno per corruzione di testimone (caso Mills) e un altro per falso in bilancio (diritti televisivi Mediaset), [Berlusconi, N.d.T.] si è dichiarato pronto a lottare ed ha escluso di dimettersi.

“Dobbiamo governare per cinque anni (la durata del suo mandato) con o senza la legge (d’immunità)”, ha dichiarato Berlusconi, uscendo dalla sua residenza romana, Palazzo Grazioli, per recarsi ad inaugurare un’esposizione sui Santi Patroni d’Europa. Ha affermato di avere “il sostegno del 70% degli italiani”, e che la decisione della Corte non fa che “rafforzarlo”.

Non se l’è soltanto presa con i magistrati, ma anche con la stampa “il cui 72% è di sinistra”, con le trasmissioni politiche televisive e anche con il capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Si sa da che parte sta”, ha affermato, suscitando una forte replica : “Il presidente Napolitano è dalla parte della Costituzione”, ha dichiarato la sua segreteria.

Berlusconi ha definito i processi Mills e Mediaset “autentiche farse” ma ha avvertito che questi avrebbero rubato del tempo ai suoi obblighi da capo del governo per recarsi di fronte ai tribunali e “smentire tutti” i suoi accusatori.

Silvio Berlusconi ha ricevuto il sostegno dei suoi ministri, dei membri del suo partito e del suo principale alleato, il capo della Lega nord, Umberto Bossi, che ha atteso al suo fianco a Palzzo Grazioli, la sentenza costituzionale.

“Non ci piegheremo”, ha dichiarato Bossi, affermando che il Cavaliere “non auspica neppure le elezioni anticipate”.

Adottata il 22 luglio 2008, alcune settimane dopo la vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni politiche, la legge Alfano congelava per la durata del loro mandato, le procedure giudiziarie contro le quattro più alte cariche dello Stato italiano (presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidente della Camera dei deputati e del Senato).

L’ex giudice anti-corruzione Antonio di Pietro, bestia nera di Berlusconi, ha considerato che il capo del governo deve “dimettersi e fare quello che si ostina a non fare da 15 anni: l’imputato”.

Per Pier Luigi Bersani, uno dei capo fila dell’opposizione di sinistra, Berlusconi deve sottoporsi alla giustizia seppur “continuando a fare il suo mestiere” di presidente del Consiglio.

Un centinaio di militanti di Sinistra e Libertà si sono radunati davanti alla Camera dei deputati per chiedere le dimissioni di Berlusconi e le elezioni anticipate.

Ma nelle strade di Roma, la gente è divisa, “È una sorta di colpo di Stato, la magistratura è nelle mani delle lobbies di sinistra”, ha denunciato Pierluigi, un impiegato di 34 anni. “Non è giusto. In più il paese è in crisi e sarà ancora più destabilizzato”, ha aggiunto Giorgio, un cameriere di 40 anni.

Francesco, uno studente di filosofia di 25 anni, ha denunciato al contrario un governo “che non fa che votare leggi a favore di Berlusconi, e non per il popolo”.

[Articolo originale "Berlusconi devra faire face à la justice" di Françoise Kadri] (http://www.cyberpresse.ca/international/europe/200910/07/01-909319-berlusconi-devra-faire-face-a-la-justice.php)

atinvidia284
17-10-2009, 23:52
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif I processi di Berlusconi
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7984 Olanda
[NRC Handelsblad]

Una scorsa ai più importanti processi in cui è stato coinvolto Berlusconi:

All Iberian
Accusa: accusato di aver spostato fondi della Fininvest, holding di famiglia, verso una società offshore chiamata All Iberian. Soldi che avrebbe utilizzato tra il 1991 e il 1995 per finanziamento illecito ai partiti.
Sentenza: colpevole a luglio 1998. Condannato a 2 anni e 4 mesi di prigione.

Appello: sentenza ritirata nel 2000 dopo che il Consiglio Superiore della Magistratura aveva dichiarato la prescrizione.

Fininvest
Accusa: imputato per corruzione degli ispettori della Guardia di Finanza in tre diverse occasioni tra il 1989 e il 1993. Riguardava la banca Mediolanum e la casa editrice Mondadori di cui Berlusconi ha la maggioranza azionaria.

Sentenza: colpevole, condannato a due anni e nove mesi di prigione.

Appello: prosciolto nel maggio 2000 per due dei tre capi d’imputazione. Il terzo capo d’imputazione finì in prescrizione. Più tardi fu prosciolto definitivamente per tutti e tre i capi d’imputazione.

Fininvest II
Accusa: Berlusconi e altri dipendenti Fininvest sono imputati per la gestione di fondi neri destinati alla corruzione, in cui sarebbero transitati tra il 1989 e il 1996 più di un miliardo di dollari.

Sentenza: l’accusa fu ritirata nel febbraio 2003 dopo che un giudice dichiarò la prescrizione in conseguenza di una legge emanata dal governo Berlusconi.

Medusa
Accusa: falso in bilancio nell’acquisto dell’impresa di produzione cinematografica Medusa nel 1988.
Sentenza: colpevole e condannato nel 1997 ad un anno e quattro mesi di prigione. La sentenza fu subito accantonata in conseguenza di un’amnistia per reati simili avvenuti prima del 1990.
Appello: prosciolto completamente nel 2000

Lentini
Accusa: falso in bilancio durante l’acquisto da parte della associazione calcistica AC Milan, di proprietà di Berlusconi, del calciatore Gianluigi Lentini nel 1992.
Sentenza: prosciolto nel novembre 1992 in conseguenza della nuova legge sulla prescrizione introdotta dal nuovo governo Berlusconi.

SME
Accusa: corruzione di giudici per evitare la vendita della catena di alimentari SME da parte dell’ex holding statale IRI all’industriale Carlo De Benedetti.

Sentenza: l’accusa è stata ritirata l’anno scorso a causa di una controversa legge sull’immunità che proteggeva il premier dalle imputazioni. Dopo che la legge è stata dichiarata incostituzionale dalla Corte Costituzionale all’inizio di quest’anno, il processo è ricominciato davanti a nuovi giudici. Il suo amico e avvocato senatore Cesare Previti è già stato condannato a cinque anni per avere corrotto i giudici per influenzarne il giudizio nei confronti di Fininvest.

[Articolo originale "Rechtszaken van Berlusconi"] (http://www.nrc.nl/achtergrond/article2380720.ece/Rechtszaken_van_Berlusconi)

atinvidia284
17-10-2009, 23:58
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif Censura in Italia
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7816 Olanda
[NOS]

Silvio Berlusconi è furibondo. Mentre era a Pittsburgh, con l’unica preoccupazione di doversi occupare dei problemi del mondo, giovedì sera 5,5 milioni di italiani hanno guardato un programma sui suoi problemi. Il gatto non c’era ed i topi hanno ballato sul tavolo.

Il programma Anno Zero del giornalista Michele Santoro ha trasmesso integralmente le clamorose affermazioni fatte da Silvio Berlusconi nel corso di una conferenza stampa con il premier spagnolo Zapatero il 10 settembre. In quell’occasione Berlusconi ha detto di “non aver mai pagato per le prestazioni sessuali” di una donna. Perchè, “se paghi, che piacere può esserci?”. Inoltre, Berlusconi ha sottolineato, senza che nessuno glielo chiedesse, di aver superato un “record”. È “il premier che ha governato più a lungo” e crede “senza dubbio di essere di gran lunga il miglior premier che gli italiani hanno avuto nel corso degli ultimi 150 anni”. Per otto minuti ha autoelogiato se stesso e le sue doti maschili. Zapatero, attonito, non sapeva dove guardare.

Dopo aver trasmesso questo frammento, Anno Zero ha mandato in onda un’intervista con la prostituta Patrizia D’Addario, fatta da un corrispondente del quotidiano spagnolo El País. La D’Addario, la donna che ha trascorso la notte con Berlusconi, ha ripetuto di aver ricevuto 1000 euro per la sua visita al premier, che Berlusconi le aveva promesso di aiutarla ad ottenere una concessione edilizia e che le era stato promesso un posto sulla lista dei candidati per le elezioni europee.

Entrambi i frammenti sono stati trasmessi dalle televisioni di tutto il mondo già settimane fa. Solo agli italiani – che dovrebbero ricevere informazioni del genere per primi – non era stato permesso vedere queste immagini fino a giovedì sera.

Anno Zero di Michele Santoro ha rotto la censura e ciò potrebbe costare molto caro al programma, ora che Berlusconi sta preparando un assalto frontale. Il premier italiano ha ordinato al suo ministro dello Sviluppo Economico di convocare i vertici della Rai per “stabilire se il programma ha rispettato gli obblighi sull’imparzialità e completezza dell’informazione”. Scajola ha già dato da sé la risposta ieri, definendo il programma “spazzatura”, “scandaloso”, “diffamatorio” e “una porcheria”.

La commissione di vigilanza della Rai e l’intera opposizione protestano contro questo andamento. Definiscono il metodo di Berlusconi “illegale”. “Parte dal presupposto che tutta la televisione sia di sua proprietà”, affermano i democristiani.

È uno dei molti casi negli ultimi mesi che dimostrano come i giornalisti ed i creatori di programmi televisivi siano sotto crescente pressione da parte del governo. Sabato prossimo i giornalisti manifesteranno a Roma, si prevede insieme a molte decine di migliaia di italiani, per la libertà di stampa e contro la censura. Il quotidiano di sinistra La Repubblica nel frattempo ha raccolto oltre 400.000 firme con una petizione per la difesa della libertà di opinione e della libertà di stampa. Berlusconi ha fatto causa per diffamazione a La Repubblica e ad altri quotidiani. Negli ultimi mesi, La Repubblica guida la campagna contro la maniera in cui Berlusconi controlla i media.

[Articolo originale "Censuur in Italië" di Bas Mesters] (http://weblogs.nos.nl/rome/2009/09/26/censuur-in-italie/)

atinvidia284
18-10-2009, 00:02
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Berlusconi sotto attacco. Il sultano e il visir
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7822 Gran Bretagna
[The Economist]

Malgrado i bisticci a destra, il Presidente del Consiglio italiano appare ancora saldo.

Poteva sembrare il colpo che segna l’inizio di una rivolta. Ma quando la prima crisi seria all’interno della maggioranza di governo guidata da Silvio Berlusconi sin dalla sua nascita nel maggio del 2008 è finita, è apparso evidente quanto il Premier sia saldo al suo posto, a dispetto degli scandali sessuali che lo circondano.

Le lotte interne sono finite il 21 settembre. Durante un pranzo avvenuto dopo i funerali di Stato per i sei parà italiani uccisi in Afghanistan, il Presidente del Consiglio ha accettato diverse richieste da parte del Presidente della Camera, Gianfranco Fini, un ex neofascista che nel marzo scorso ha fuso il suo partito, Alleanza Nazionale, con il partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia, per formare il Popolo delle Libertà (PdL).

Fini aveva messo in dubbio precedentemente sia le scelte del governo, sia i metodi del suo leader. Umberto Bossi, leader della Lega Nord, il principale alleato del PdL, ha dato del “matto” a Gianfranco Fini. Il quotidiano della famiglia Berlusconi, Il Giornale, l’ha accusato di tradire il PdL e ha minacciato di riportare a galla delle accuse ventilate nove anni fa di presunti scandali sessuali tra alcuni membri del suo partito. Fini ha risposto con una querela. A questi livelli è arrivato il dibattito politico nell’Italia odierna. Il 20 settembre un ministro del governo ha usato una volgare frase in dialetto romano per affermare che sperava la sinistra “marcisse all’inferno”. Il Giornale ha rispolverato un vecchio scandalo sessuale per costringere il direttore del quotidiano della Chiesa Cattolica a dare le dimissioni, reo di aver criticato la vita privata di Silvio Berlusconi.

Gli inquirenti a Bari hanno messo sotto inchiesta Giampaolo Tarantini, un uomo d’affari che afferma di aver portato 30 donne a partecipare a feste tenute presso la residenza del Presidente del Consiglio a Roma e che ha pagato alcune di loro per restare anche la notte. Tarantini, sospettato anche di spaccio di droga e di istigazione e favoreggiamento della prostituzione, è stato arrestato il 18 settembre su richiesta di un magistrato il quale ha affermato che c’era il rischio di fuga o di inquinamento delle prove. L’imprenditore è’ stato messo agli arresti domiciliari dopo che un giudice ha deciso di non convalidare il fermo.

L’inacidito pubblico italiano è stato piuttosto lento nel criticare Berlusconi, i cui indici d’approvazione restano elevati per un leader politico nel bel mezzo di una recessione grave. Ma in ogni caso ne ha risentito. Un sondaggio apparso sul Corriere della Sera il 21 settembre ha rivelato che la sua popolarità era calata. Di conseguenza quando Fini l’ha attaccato, i personaggi più vicini al Premier sono arrivati alla conclusione che lui si stava proponendo come suo successore. Invece di criticare direttamente la vita privata di Berlusconi, Fini ha preferito attaccare una proposta di legge sul testamento biologico e la scelta di intercettare i migranti nel Mediterraneo per respingerli successivamente in Libia prima che questi possano fare domanda d’asilo politico.

Più in sintonia con i suoi ex compagni di partito, Fini ha anche criticato il PdL per la mancanza di democrazia interna. Molti politici che appartenevano al vecchio partito di Alleanza Nazionale sentono che le loro opinioni si perdono in un movimento più ampio che è finito per diventare poco più di un fan club per i sostenitori di Silvio Berlusconi, un partito che, come ha affermato qualcuno, “non si riunisce, non discute e non prende decisioni”. Berlusconi ha scelto recentemente il candidato del PdL per una regione chiave senza consultare i dirigenti del partito. Tuttavia, mentre ignora i suoi sostenitori, Berlusconi si riunisce ogni settimana con il suo alleato, Umberto Bossi.

Qualcuno ha persino ipotizzato che Fini stia preparandosi a formare una nuova alleanza di centro, la quale potrebbe includere l’UDC di Pierferdinando Casini assieme ad altri ex democristiani che adesso fanno parte del principale partito d’opposizione, il Partito Democratico (PD), ma che potrebbero decidere di lasciarlo se, come è nelle attese, il prossimo mese verrà eletto un ex-comunista ad occupare il posto di segretario. Il 14 settembre, tuttavia, un membro del partito di Fini ha dichiarato che l’ex vicepremier di Berlusconi non avrebbe mai lasciato il partito che ha aiutato a creare, e tanto meno ne avrebbe fondato un altro. Un ragionamento sensato visto che pochi tra i suoi ex colleghi lo seguirebbero in un partito nuovo che potrebbe finire per essere marginalizzato dal maggior richiamo elettorale e dal peso mediatico di Berlusconi.

E’ indubbio che, a lungo andare, Fini aspiri a guidare il PdL. Ma a breve termine, si dovrà accontentare delle promesse di maggiore collegialità fatte dal Premier. Ci sono segnali che all’interno PdL potrebbe comparire un atteggiamento di dialogo più vivace nelle prossime settimane. Ma per quanto tempo? Il Presidente del Consiglio porta avanti una gestione sempre più simile a quella che il politologo Giovanni Sartori ha definito “un sultanato”. I sultani hanno sempre avuto poca pazienza nei confronti dei loro visir, per quanto magnanimi.

[Articolo originale " Silvio Berlusconi under fire. The sultan and the vizier "] (http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=14512567)

atinvidia284
18-10-2009, 00:05
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Decine di migliaia di persone contro il “bavaglio mediatico” di Berlusconi
Settembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/7912 Germania
[Die Zeit]

Il capo del governo italiano possiede quasi la meta’ delle emittenti televisive private del Paese. Dopo le sue denunce contro i media critici, si forma ora un’opposizione internazionale.

Decine di migliaia di giornalisti, sindacalisti e cittadini preoccupati hanno manifestato sabato a Roma a favore della liberta’ di stampa e contro i “tentativi di intimidazione” da parte di Silvio Berlusconi. I dimostranti hanno accusato il Presidente del Consiglio di voler ostacolare una cronaca giornalistica critica e aperta sulla sua piccante vita privata. “No al bavaglio mediatico”, dicevano gli slogan alla manifestazione di sabato indetta dall’associazione nazionale dei giornalisti FNSI. Secondo dati FNSI hanno partecipato circa 300.000 persone all’azione contro “l’asservimento dei media”, mentre la polizia di Roma ne ha contate 60.000. Berlusconi ha liquidato la manifestazione come una “assoluta farsa”. I media in Italia sono liberi.

Alla radice dela protesta vi erano le richieste di risarcimento danni con cui il conservatore Berlusconi sta procedendo contro i giornali di sinistra La Repubblica e l’Unita’ a causa degli articoli critici sui suoi supposti scandali sessuali e festini selvaggi. Entrambi i giornali, secondo le richieste avanzate, devono pagare risarcimenti danni per milioni, cosa che i giornalisti denunciano come tentativo di metterli a tacere. Sono supportati da un’ondata di solidarieta’ da parte di diverse personalita’ della cultura e intellettuali. Cosi’ hanno appoggiato i giornali e perorato causa della liberta’ di opinione, tra gli altri, i premi Nobel alla letteratura Guenter Grass, Doris Lessing e Elfriede Jelinek.

Come altre organizzazioni europee, anche il Deutsche Journalisten-Verband (DJV, associazione dei giornalisti tedeschi) ha espresso approvazione per l’azione di protesta contro Berlusconi. “I continui tentativi da parte di Berlusconi di addomesticare la stampa e le trasmissioni non sono conciliabili con i principi base della liberta’ di opinione e della democrazia”, ha criticato Michael Konken, presidente del DJV. Anche in altre capitali europee come Parigi e Londra ci sono state manifestazioni – piu’ limitate – contro l’influenza dello zar dei media sulla stampa e sulle emittenti pubbliche in Italia.

Berlusconi possiede tre delle sette emittenti televisive private terrestri in Italia e una serie di altre imprese mediatiche. Secondo un report del gruppo di ricerca americano Freedom House, l’Italia si trova al 73esimo posto su 195 per liberta’ di stampa, ed e’ da considerarsi “parzialmente libera”. L’organizzazione Reporter senza Frontiere (RSF) pone l’Italia all’ultimo posto degli stati europei.

[Articolo originale "Zehntausende demonstrieren gegen Berlusconis “Medien-Maulkorb“"] (http://www.zeit.de/politik/ausland/2009-10/italien-demonstration-berlusconi)

atinvidia284
18-10-2009, 00:15
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Silvio Berlusconi prepara una taskforce per combattere le cattive notizie sugli scandali a sfondo sessuale e sui suoi problemi con la giustizia
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8064 Gran Bretagna
[The Guardian]

La stampa estera verrà tempestata di buone notizie su Silvio Berlusconi e l’Italia.

Non contento del suo controllo diretto o indiretto sulla maggior parte dei mezzi di comunicazione italiani, Silvio Berlusconi ha ideato una campagna che mira a fermare gli attacchi della stampa mondiale nei suoi confronti sulla questione degli scandali sessuali e dei suoi guai con la giustizia.
Una taskforce d’emergenza verrà stabilita entro un mese per monitorare le trasmissioni e le edicole di tutto il mondo alla ricerca di notizia sull’Italia e per tempestare le sale stampa all’estero di buone notizie sul Paese.

Il piano è stato annunciato dal ministro del turismo, Michela Vittoria Brambilla, la quale ha dichiarato che avrebbe messo insieme un gruppo di eccellenti giovani giornalisti ed esperti in comunicazione col compito di sradicare le brutte notizie.
“Il loro primo compito sarà quello di monitorare tutta la stampa estera, compresi i quotidiani, i periodici e la televisione ad ogni latitudine, dal Giappone al Perù”, ha dichiarato al Corriere della Sera oggi.
Il secondo compito sarà quello di “tempestare quelle sale stampa di notizie veritiere e positive”, rivelando al mondo un’ “Italia generosa, vera e audace – l’Italia degli imprenditori, dell’arte, degli eventi culturali e dei nostri prodotti”.

Berlusconi ha attaccato ieri la stampa estera per via delle critiche da essa rivolte a lui e all’Italia, giorni dopo che la Corte Costituzionale gli ha revocato l’immunità giudiziaria. Questa sentenza vuol dire che dovrà affrontare nuovamente le accuse di frode e di aver pagato una tangente all’avvocato fiscalista inglese David Mills.
Secondo la Brambilla, i problemi di Berlusconi con la giustizia non oscurano in alcun modo la reputazione dell’Italia. Lei ha accusato, invece, “Il partito degli anti-italiani che lavora contro l’Italia col solo scopo di gettare discredito e distruggere il Presidente del Consiglio”.

Berlusconi, proprietario della più grande emittente televisiva privata e in grado di influenzare indirettamente l’emittente pubblica RAI, ha dichiarato che farà delle apparizioni televisive e radiofoniche per spiegare agli italiani perché i processi in arrivo sono delle “farse”.
Una portavoce del ministero del turismo ha dichiarato che una taskforce per rilanciare l’immagine dell’Italia all’estero era stata formata precedentemente durante la crisi dei rifiuti a Napoli, quando tonnellate di rifiuti marcescenti giacevano non raccolti per le strade.

Già partecipante a concorsi di bellezza e imprenditrice, la Brambilla ha anche lavorato come giornalista per uno dei canali televisivi del Premier prima di fondare il canale Freedom TV nel 2007, il quale attaccava l’allora governo di centro-sinistra e faceva campagna per il ritorno al governo di Berlusconi.
La Brambilla ha dichiarato oggi che le esportazioni italiane soffrono a causa della cattiva stampa subita dal Paese. “Gli esportatori sono preoccupati perché soltanto le notizie sui vergognosi attacchi a Berlusconi arrivano all’estero. Questo è pregiudiziale per l’immagine nazionale e non possiamo permetterlo”.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi plans taskforce to fight bad press over sex and legal woes" di Tom Kington] (http://www.guardian.co.uk/world/2009/oct/12/berlusconi-taskforce-press-sex-life)

toms
28-10-2009, 11:45
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Come Berlusconi aiuta la mafia
Articolo di Giustizia, pubblicato martedì 13 ottobre 2009 in Germania.

[Handelsblatt.com]

Per togliersi da dosso i giudici il primo ministro italiano Silvio Berlusconi progetta una riforma della giustizia. In questo modo mette in pericolo le efficacissime strategie degli inquirenti contro la mafia. Un rapporto delle proprietà che prima appartenevano all’associazione criminale segreta.

Il premier italiano Silvio Berlusconi vuole rendere più difficili le intercettazioni telefoniche.

SAN SEBASTIANO DA PO. Quando la pioggia del mattino smette e qualche timido raggio di sole si fa strada attraverso le nuvole, Isabella Spezzano esce dalla porta, cammina sulla ghiaia umida sino al parapetto del terrazzo e guarda a un futuro migliore. “Qui vogliamo piantare 200 alberi di nocciolo ”, dice. La sua mano tesa conduce lo sguardo su un campo che include il pendio davanti alla villa. Prima là c’erano soltanto solitari alberi di fico del precedente proprietario.

I noccioli hanno appena fatto arretrare gli alberi di fico, questa è una piccola vittoria di Isabella Spezzano contro coloro che prima abitavano qui, contro quelli della mafia.

Per decenni nella villa hanno vissuto i Belfiore, una delle famiglie cardine della ‘Ndrangheta, la mafia calabrese. I Belfiore vivevano qui vicino al paesino San Sebastiano da Po, piuttosto comodamente: la villa su tre piani offre 1000 metriquadrati di superficie abitabile, oltre a due grandi fienili, salici e abbondante terra coltivabile. E le comodità cittadine di Torino distano solo una ventina di chilometri.

Ora l’organizzazione “Libera” ha la saga qui nella villa della mafia. Attivisti di Libera come Isabella Spezzano, 23 anni, coltivano le proprietà agricole della mafia espropriate dallo Stato. Togliere ai mafiosi le loro proprietà si è rivelato essere una delle strategie più efficaci contro la criminalità organizzata. Non solo, è spesso motivo di grande scoraggiamento per i gangster più di un soggiorno in galera.

Organizzazioni come “Libera” si prodigano anche affinché ville come quella di San Sebastiano diventino centri dell’opposizione sociale alla mafia.

Queste strategie di successo contro la mafia ora sono messe in pericolo – a causa di Silvio Berlusconi. Il primo ministro italiano alza nuovamente il braccio per colpire giudici e magistrati. Vuole ad esempio limitare le intercettazioni telefoniche: “Permetteremo le intercettazioni telefoniche solo in caso di reati gravi”, ha detto Berlusconi domenica a una manifestazione del suo partito “Popolo delle libertà”.

La Corte Costituzionale italiana ha appena tolto l’immunità a Berlusconi. Il premier deve affrontare numerosi processi contro di lui. Ora si sente perseguitato dalla giustizia – non per la prima volta – e ne vuole ridurre le possibilità di indagine. Questo mette in allarme coloro che danno la caccia alla mafia in Italia. Perche’ la “riforma della giustizia” di Berlusconi minaccia di disturbare sensibilmente la lotta alla Mafia.

Dopo decenni di insuccessi nell’ambito della lotta alla mafia l’Italia ha potuto collezionare successi con regolarità negli ultimi 15 anni. Lo Stato italiano ha confiscato quasi 9000 immobili ai membri dei diversi clan. Anche sotto il governo Berlusconi sono stati arrestati mafiosi di calibro. Il caso più eclatante è stato l’arresto del padrino di Cosa Nostra Bernardo Provenzano, che gli sbirri hanno acchiappato nell’aprile del 2006 dopo 43 anni di latitanza.

Secondo molti magistrati non è sufficiente poter intercettare solo nei casi di reato mafioso dimostrato. “Non abbiamo mai risolto un singolo caso di mafia perché abbiamo intercettato telefonate indagando su reati mafiosi”, dice il magistrato milanese Alberto Nobili. “Le intercettazioni iniziano di solito con un reato banale, come ad esempio il traffico di droga e solo dopo viene fuori che i trafficanti sono mafiosi”. Giovanni Strangio, il principale imputato per l’omicidio di sei persone a Duisburg nell’estate 2007, è stato acciuffato dagli investigatori solo perché i telefoni di sua moglie e di sua sorella erano sotto controllo.

Ciò potrebbe non essere più possibile se Berlusconi la spuntasse. Altri arresti e espropriazioni come quella di San Sebastiano sarebbero enormemente più difficili da ottenere.

Chi vuole sapere qualcosa della rabbia cieca che coglie i mafiosi sorpresi, deve ascoltare Isabella Spezzano. La giovane e coraggiosa ragazza indossa jeans e pullover blu scuro, abbigliamento che ben si adatterebbe anche al letame di una stalla. Quando la Spezzano si insediò nella villa dei Belfiore per Libera, le si offrì un quadro orrendo. “Qui era pieno di carcasse di animali dappertutto, c’era un puzzo tremendo”, dice mentre guarda verso i campi dietro al granaio che abbisogna di ristrutturazione. “Hanno ucciso volontariamente le pecore e le capre o le hanno lasciate morire”. La sua voce trema continuamente, mentre racconta questo. In casa niente aveva un aspetto migliore. I Belfiore hanno messo fuori uso sia l’impianto idraulico che di riscaldamento, hanno tirato via i cavi della corrente e distrutto il parquet di legno di olivo al pianterreno, prima di andarsene.

Non è un fatto inconsueto che le famiglie di Cosa Nostra in Sicilia, della Camorra in Campania o dell’Ndrangheta in Calabria devastino le loro ville prima di piegarsi alla legge. Ma San Sebastiano con i suoi 1800 abitanti non si trova sulle colline assolate della Sicilia.

La mafia già da tempo ha allungato i suoi tentacoli verso il nord. Secondo l’ultimo resoconto di “SOS impresa” – così si chiama l’associazione di commercianti siciliani che si oppone alle richieste di estorsione della mafia – gli svariati clan formano frattanto una sorta di holding da 130 miliardi di euro di giro d’affari annuo e un guadagno di quasi 70 miliardi di euro.

“La mafia è presente al nord già da molto tempo, va lì dove c’è denaro”, dice Alberto Nobili. Egli era uno dei primi magistrati che ha indagato sui traffici dell’Ndrangheta nel nord Italia. La sua tenacia e quella dei suoi colleghi ha portato a quasi 2500 arresti. Soprattutto nell’edilizia, preferibilmente nei grandi progetti statali, ma anche nel mondo della finanza a Milano la mafia avrebbe le mani in pasta da molto tempo.

Ciononostante la mafia al nord si muove diversamente rispetto al sud. Nel ricco nord non avrebbe in realtà interesse a disturbare i proprietari terrieri con richieste di pizzo, dice Nobili – anche per timore che i commercianti di Milano o Torino denuncino probabilmente una cosa simile: “Qui si concentrano preferibilmente sul traffico redditizio degli stupefacenti”.

Soprattutto la cocaina circola sempre più facilmente, dice Nobili. Un traffico in confronto “pulito”: diversamente dall’eroina non lascia dietro di sé tossicodipendenti deperiti con vene bucate, che abbandonano le siringhe sul luogo dell’assunzione della sostanza. La cocaina è considerata un elisir che aumenta le prestazioni di persone ricche e di successo, che, tra l’altro, hanno anche maggior disponibilita’ finanziarie dei tossicodipendenti da eroina.

Anche i Belfiore si erano specializzati nelle droghe. Piazzisti hanno dichiarato che la famiglia nel corso degli anni ha esportato undici tonnellate di cocaina dal Nordafrica a Torino attraverso la Spagna. Quando il magistrato Bruno Caccia fu sulle loro tracce Domenico Belfiore sentenziò la sua condanna a morte.

Quando Caccia una domenica sera portò fuori il suo cane due killer spararono al sessantacinquenne quattordici colpi da un auto. Con altri tre colpi ravvicinati finirono il lavoro.

Ciò avveniva nel 1983. Sempre nello stesso anno Domenico Belfiore fu arrestato e dieci anni dopo – in quinta istanza e dopo un’assoluzione intervenuta nel frattempo – finalmente condannato. Suo fratello Salvatore si trova dietro alle sbarre per traffico di droga. Un altro fratello di Belfiore è ancora a piede libero per mancanza di prove.

Gli ingranaggi degli oppositori della mafia italiana macinano lentamente, ma macinano. Nel 1997 un tribunale dispose l’espropriazione della villa dei Belfiore sulle colline piemontesi di San Sebastiano. Certo ci sono voluti dieci anni, finchè i genitori di Belfiore si sono piegati alla legge. Solo quando nel 2007 un nuovo sindaco ha aumentato la pressione i Belfiore si sono arresi. Non senza distruggere prima tutto quello che potevano.

Casa e proprietà per un mafioso sono un punto sensibile. “A un mafioso fa più male se gli si tocca il portafoglio che se deve finire in galera. Il carcere è quasi come una medaglia al valore”, dice il magistrato Nobili. E se anche la sua villa poi serve ancora a uno scopo sociale, l’effetto deve essere rinvigorito. “La cosa riguarda il mafioso nel suo prestigio”, dice Davide Mattiello.

Il presidente di “Libera” in Piemonte è un uomo muscoloso in pantaloni neri da carico e con la testa quasi pelata. Mattiello passeggia su e giù nella sala d’aspetto della villa di Belfiore. Dove un tempo c’era il pregiato parquet oggi ci sono semplici mattonelle. Quando parla della lotta alla mafia non riesce a restare seduto sulla poltrona.

“Il vero potere della mafia si basa sul prestigio nella società!” Per questa ragione è così importante portare giovani in questi luoghi dove un tempo hanno vissuto i mafiosi. Lo stesso nuovo nome della villa ricorda i metodi sanguinari dei clan: Mattiello Co. l’hanno battezzata “Cascina Caccia”.

I programmi di visita costituiscono una componente fondamentale della strategia di “Libera”. In estate Isabella Spezzano e i suoi tre paladini hanno ospitato a villa Belfiore complessivamente 400 giovani. Estirpano erbacce dal terreno, dove presto cresceranno gli alberi di nocciolo, riordinano la casa là dove giacevano montagne di ciarpame e vecchi vestiti dell’ex-proprietario e hanno ristrutturato il granaio.

“Qui possono toccare la legalità con le loro mani”, dice Davide Mattiello e con la mano aperta batte contro al muro della grande sala d’aspetto oggi quasi vuota. Una targa sulla parete ricorda l’assassinio di Caccia. Qui alcuni volontari di Libera del campeggio estivo spiegano ai loro ospiti i meccanismi della mafia. Talvolta arrivano gruppi della parrocchia o gli scouts, a volte anche parenti delle vittime della mafia o addirittura magistrati come oratori.

“Libera” vuole informare che vale la pena di vivere nella legalita’. Per tale motivo coltivano i terreni confiscati e vendono i loro prodotti. Mattiello passa attraverso il foyer della villa fino alla cucina e mostra il primo miele prodotto a San Sebastiano, accatastato in piccoli barattoli sino all’altezza della testa. L’anno prossimo, quando saranno mature le prime nocciole, Mattiello ha intenzione di produrre torrone dal miele e dalle nocciole, il dolce bianco per il quale la regione è famosa. Sotto all’etichetta “Libera Terra” – alimento libero dalla mafia – sarà in vendita nei supermercati di tutta Italia. Il torrone sarà il primo prodotto di “Libera Terra” ad arrivare dal nord.

Finalmente ora c’è per tutti ciò che prima c’era soltanto per i simpatizzanti della mafia: questo è anche un simbolo. Mattiello è in piedi davanti al muro giallo di barattoli di miele luccicante e cita Carlo Alberto dalla Chiesa, uno dei più noti oppositori della mafia che fu assassinato nel 1982. Alla domanda cosa servisse per sconfiggere la mafia Chiesa non richiedeva più polizia, ma rispondeva:“lo Stato potrà sconfiggere la mafia solo quando concederà ai suoi cittadini come un diritto ciò che alla mafia viene concesso come favore. ”

Distribuire favori, questo anche i Belfiore lo sapevano fare molto bene. Regalavano i formaggi ai paesani oppure la frutta del loro giardino. Piccoli gesti mantengono l’amicizia. Allo stesso modo di conseguenza è difficile per i cittadini di San Sebastiano accettare i nuovi inquilini della villa. Che tra loro abbia vissuto una famiglia dell’Ndrangheta così a lungo, di questo non volevano saperne.

Però le cose lentamente cambiano. “Ultimamente c’era una signora con il suo nipotino. Era incuriosita da quello che si vede qui”, racconta Isabella Spezzano. Le prime richieste per usare la villa per corsi di ballo e pittura sono state presentate. Un buon contatto con gli abitanti del paese, questo sarebbe la vera vittoria sui Belfiore. Perché loro non sono ritornati in Calabria. No, loro hanno comprato una villa a poca distanza. “Ora abitano laggiù”, Spezzano indica sulla collina di fronte. Oggi la nuova casa della mafia si distingue a malapena nella nebbia, ma: “se loro vedono che viene gente nella loro casa e che la legalità vive, allora abbiamo vinto.”

[Articolo originale "Wie Berlusconi der Mafia hilft" di Katharina Kort] (http://www.handelsblatt.com/politik/international/wie-berlusconi-der-mafia-hilft;2468104;0)

marchigiano
29-10-2009, 23:16
http://www.telegraph.co.uk/finance/financetopics/recession/6418344/UK-economy-overtaken-by-Italy.html

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/uk/article6888251.ece

e ce ne sono molti altri... troveranno tempo di tradurli? :D

guyver
30-10-2009, 08:07
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Silvio Berlusconi prepara una taskforce per combattere le cattive notizie sugli scandali a sfondo sessuale e sui suoi problemi con la giustizia
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8064 Gran Bretagna

Lo scandalo Marrazzo fa parte di questa guerra....
La destra si è comprata "a Marrazzo" (cit) avevano bisogno di qualcuno da punire per far tacere le notizie a sfondo sessuale....
E' la prima cosa che ho pensato appena venuta fuori la notizia...

Stiamo cadendo in basso mooolto in basso, ora si fanno la guerra sugli scandali privati e si porteranno a fondo anche il paese (almeno la sua moralità)

atinvidia284
16-11-2009, 02:18
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif Una legge aiuta il premier italiano nei procedimenti giudiziari
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8326 Olanda

[NRC Handelsblad]

Roma, 13 nov. Un mese dopo che il premier italiano Berlusconi ha perso la sua immunità, la sua coalizione ha lanciato una proposta di legge che deve salvarlo da procedimenti. La conseguenza del disegno di legge presentata ieri è che decine di migliaia di altri sospettati possono sfuggire ai procedimenti a loro carico.

Tra questi i responsabili della frode miliardaria della multinazionale del latte Parmalat, medici in malafede che hanno operato senza motivo e sfregiato clienti, politici e uomini d’affari corrotti, e l’ex-presidente della banca centrale Fazio, che provò a bloccare il passaggio della banca Antonveneta alla ABN Amro.

Il presidente Palmara dell’Ordine dei Giudici prevede una catastrofe giudiziaria se passera’ la proposta. “E’ impossibile stabilire quanti processi verranno bloccati, ma ce ne saranno certo decine di migliaia”.

La discussa proposta di legge sarà nelle prossime settimane oggetto discussione in parlamento. Secondo la proposta un processo può durare massimo due anni per ogni grado di giudizio. Il superamento porta alla prescrizione. Esclusi dal provvedimento sono i crimini di mafia, terrorismo, pornografia con minori e sequestri di persona. I criminali dai colletti bianchi possono pienamente approfittarne. La corruzione, l’evasione fiscale, il falso giuramento, aggiotaggio non sono praticamente perseguiti dal cambiamento di legge, teme l’Ordine dei Giudici.

Questo mese riprenderanno due processi a Berlusconi. Uno riguardante la corruzione di un testimone che ha compiuto falso giuramento in suo favore, e uno sull’evasione fiscale. Entrambi i casi non saranno conclusi secondo le attese entro i due anni. La coalizione nega che la legge sia ritagliata su misura per Berlusconi, ma afferma che con il provvedimento si provvedera’ ad accellerare l’estremamente lenta procedura giuridica.

[Articolo originale "Wet helpt premier Italië bij vervolging" di Bas Mesters] (http://www.nrc.nl/buitenland/article2413386.ece/Wet_helpt_premier_Italie_bij_vervolging)

atinvidia284
16-11-2009, 02:24
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Nuovo scudo protettivo per Berlusconi
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8322 Germania
[Frankfurter Rundschau]

Roma. Si tratta, per così dire, di un’emergenza legislativa: dopo che la Corte Costituzionale a inizio ottobre ha definito incostituzionale la legge sull’immunità emanata proprio per Silvio Berlusconi e l’ha annullata, i processi bloccati a carico del Presidente del Consiglio stanno per essere ripresi.

Il legale di Berlusconi, il deputato Nicolò Ghedini, dopo la decisione della Corte Costituzionale ha lavorato giorno e notte al progetto di un nuovo scudo giuridico protettivo per il suo assistito.

L’ingegnoso avvocato ha presentato diversi progetti contemporaneamente: una prima possibilità consisteva in un nuovo principio legislativo che avrebbe consentito al capo del governo di ignorare le citazioni in giudizio dei giudici per “legittimi impedimenti”. Ma questa proposta è sembrata subito, in maniera troppo palese, un’altra legge ad personam, dopo quella sull’immunità.

La seconda variante proposta da Ghedini riguardava l’accorciamento dei tempi della prescrizione. Anche in questo modo i processi a carico di Berlusconi sarebbero decaduti. Lo svantaggio di questa variante: prima di tutto i tempi della prescrizione (per salvare Berlusconi da un altro processo) erano già stati considerevolmente accorciati qualche anno fa. In secondo luogo l’ulteriore accorciamento dei termini avrebbe avuto gli effetti di un’amnistia, perchè non solo i processi di Berlusconi sarebbero stati prescritti, ma anche qualche altro migliaio.

I processi lunghi devono decadere

Berlusconi non aveva nemmeno fatto mistero del fatto che egli vedesse questa variante come soluzione ideale. Ma il Presidente della Camera Gianfranco Fini gli ha messo i bastoni tra le ruote.

Così Ghedini ha escogitato una terza possibilità, che in realtà porta all’incirca allo stesso risultato, ma che suona meglio. Con una nuova legge viene stabilita una durata massima di sei anni per i processi penali, se durano di più i processi vanno in prescrizione.

Particolarmente astuta questa variante: Ghedini ha potuto tirar fuori dal cassetto una vecchia proposta di legge della sinistra, che aveva come obiettivo qualcosa del genere. Si dovrebbero fornire così le stampelle alla giustizia estremamente inefficiente. Ovviamente questa volta non si tratta di introdurre una maggiore efficienza dell’apparato della giustizia, al contrario, ma si possono sempre salvare le apparenze. La legge dovrà essere presentata “nei prossimi giorni”.

In particolare i processi che preoccupano Berlusconi sono due: nel “caso Mediaset” viene accusato di frode fiscale. In occasione dell’acquisto di diritti televisivi americani attraverso l’impero televisivo di Berlusconi, i prezzi sarebbero stati gonfiati per risparmiare tasse e creare fondi neri. Nel secondo processo è imputato per corruzione di un testimone: Berlusconi avrebbe istigato il suo ex avvocato David Mills, con 600.000 dollari, a mentire in due altri processi dichiarando il falso a suo favore. Nel processo di secondo grado Mills è stato condannato, qualche giorno fa, a quattro anni e mezzo di reclusione.

[Articolo originale "Neuer Schutzschild für Berlusconi" di Dominik Straub] (http://www.fr-online.de/in_und_ausland/politik/aktuell/2072538_Findiger-Advokat-Neuer-Schutzschild-fuer-Berlusconi.html)

toms
16-11-2009, 14:34
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/switzerland.standard.gifLavati in Svizzera
Articolo di Politica estera, pubblicato giovedì 29 ottobre 2009 in Svizzera.

[Neue Zürcher Zeitung]

Esplosive indagini milanesi da Italease fino a Berlusconi

La giustizia italiana ha emanato ordini di cattura a carico di collaboratori di un’azienda ticinese e di un direttore dell’UBS per riciclaggio nel caso Italease. [B]Seguono alacremente il loro corso anche le indagini per riciclaggio a carico di Berlusconi.

Roma – Un giudice per le indagini preliminari di Milano ha emanato, per pesanti sospetti di frode fiscale e riciclaggio, ordini di cattura a carico di quattro collaboratori della società ticinese di consulenza fiscale Doge SA come pure del direttore della UBS di Ginevra. Due di questi presunti delinquenti (un collaboratore svizzero e uno italiano della Doge) potrebbero essere arrestati già in Italia, mentre le altre tre persone sembrano trovarsi ancora in Svizzera e dovrebbero essere proprio cittadini elvetici. Gli ordini di cattura sono stati emanati martedì, quando la Guardia di Finanza italiana ha condotto una perquisizione senza precedenti presso alcune filiali di banche svizzere. Ma le disposizioni non fanno parte della campagna del ministro italiano dell’Economia Tremonti contro la piazza finanziaria svizzera, campagna che cresce in incisività.

In effetti i mandati di cattura sono strettamente colegati al fallimento della società di leasing Italease, società rilevata dal Banco Popolare e che, stando alla rappresentazione della magistratura milanese, è stata prosciugata da alcuni suoi ex-manager. La Doge, domiciliata a Mendrisio, pare tra l’altro aver aiutato questi manager con false fatturazioni da parte di altre società in Austria, Paesi Bassi, Gran Bretagna, facendo confluire il denaro in Svizzera, che a quanto pare transitavano in primo luogo proprio presso l’UBS. Ma indagini su tali reati sono in corso anche a carico del Presidente del Consiglio Berlusconi e di manager del suo gruppo Mediaset. In questo caso i giudici per le indagini preliminari di Milano hanno potuto e possono avvalersi, in modo consistente, dell’aiuto giudiziario dei loro colleghi svizzeri. E non solo questo. Poco tempo fa sono state avviate nella stessa Svizzera indagini per riciclaggio a carico di collaboratori di Mediaset.

Si tratta anzitutto di evasione di denaro tramite fatture gonfiate per i diritti televisivi americani emesse da società offshore. Per i sospetti di riciclaggio i magistrati italiani hanno fatto perquisire nel giugno scorso anche gli uffici milanesi della Banca Armer di Lugano. Appunto quest’ultima sarebbe, secondo il settimanale “L’Espresso”, il misterioso “tesoro” della famiglia Berlusconi.

[Articolo originale "In der Schweiz gewaschen" di Nikos Tzermias] (http://www.nzz.ch/nachrichten/wirtschaft/aktuell/in_der_schweiz_gewaschen_1.3940071.html)

http://italiadallestero.info/archives/8246

atinvidia284
17-11-2009, 00:46
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif Berlusconi piega e vince la legge
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8330 Austria
[Salzburger Nachrichten]

Italia. Con una legge speciale il capo del governo Silvio Berlusconi vuole liberarsi dei procedimenti giudiziari a suo carico. Il premier scardina nuovamente la separazione dei poteri.

Ancora una volta il Parlamento deve proteggere Silvio Berlusconi dai giudici. Dopo che una speciale immunità è stata annullata, per la seconda volta, dalla Corte Costituzionale, adesso si deve porre fine a entrambi i processi penali attualmente a carico del Presidente del Consiglio. E con esso si prevede che andranno a monte migliaia di processi contro altri accusati.

Al corrispondente disegno di legge, che dovrebbe essere portato in Parlamento mercoledì sera o oggi, giovedì, a Roma si è lavorato sotto forte pressione persino di notte.

Presupposto fondamentale era l’accordo su un compromesso tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, il suo sempre più critico partner di governo del Popolo delle Libertà, che tende spesso a prendere bruscamente le distanze da lui. Nel corso di una riunione molto movimentata tra i due, che ha avuto luogo martedì, è dipesa da Fini, che è anche Presidente della Camera e dei numerosi deputati del suo seguito necessari per avere la maggioranza, visibilmente pallidi, una ennesima legge-salvapremier per l’accorciamento dei tempi dei processi. Fini ha invece respinto una legge per accorciare i termini della prescrizione.

Da quando a inizio ottobre la norma sull’immunità è stata ricusata per mano dei giudizi della Corte Costituzionale Berlusconi ha un unico obiettivo in mente, ossessivamente, ovvero levarsi definitivamente di dosso i suoi processi. Non disdegna l’impiego di qualsiasi mezzo e non si preoccupa nemmeno di dare spudoratamente l’impressione che lui, in quanto eletto dal popolo – diversamente dai giudici – possa pretendere leggi speciali a suo favore. I suoi avvocati lavorano febbrilmente alla costruzione di norme giudiziarie ad hoc, alle quali il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non negherà la firma e che non si prevede possano essere ostacolate dalla Corte Costituzionale.

Nella discussione sono state presentate numerose proposte, su due delle quali il premier si è impuntato: l’accorciamento dei tempi della prescrizione, cosa che renderebbe impossibile i nuovi processi a carico di Berlusconi per i fatti a lui da tempo contestati, e l’accorciamento della durata dei processi. Nella seduta si è discusso di una durata totale di sei anni per tutti e tre i gradi di giudizio. In questo obiettivo governo e opposizione, in un’ Italia dove un processo civile dura in media sette anni e mezzo e un processo penale dieci, sono fondamentalmente concordi.

Per rendere realistico questo obiettivo si dovrebbe migliorare considerevolmente l’apparato della giustizia, miserevole sia dal punto di vista del personale che degli strumenti. Controversa è anche la questione se la durata massima possa essere applicabile anche ai processi in corso. Ovviamente Berlusconi si mostra favorevole. Non lo turba minimamente il fatto che con una legge in tal senso possano cessare anche processi a lungo termine come il processo Parmalat, processo che riguarda la rovina economica di parecchie migliaia di piccoli risparmiatori.

Tra breve dovrebbe iniziare proprio il processo a carico del premier per la corruzione dell’avvocato inglese David Mills. Poichè questi avrebbe preso da Berlusconi 600.000 dollari per dichiarare il falso, ha appena subito una condanna in secondo grado a quattro anni e mezzo di detenzione. Grazie all’accorciamento della durata massima dei processi il procedimento a carico dell’accusato della parte attiva della corruzione si concluderebbe immediatamente. Lo stesso vale per il procedimento per frode fiscale e per irregolarità nel commercio per i diritti televisivi.

Berlusconi ha comunque messo le mani avanti dichiarando che, anche in caso di una condanna, non darà le dimissioni da Presidente del Consiglio.

[Articolo originale "Berlusconi biegt und beugt das Recht"] (http://www.salzburg.com/online/nachrichten/newsletter/Berlusconi-biegt-und-beugt-das-Recht.html?article=eGMmOI8Vea0D8JcBBQIGWkGuxsMvak8QNH6ylFe&img=&text=&mode=&)

atinvidia284
18-11-2009, 00:26
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Il parlamento italiano discute una legge che potrebbe sospendere i processi contro Berlusconi
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8342 Spagna

[El Mundo]

L’obiettivo ufficiale è impedire che i processi diventino infiniti
L’opposizione giudica l’iniziativa ‘incostituzionale’ e ‘immorale’

La legge che potrebbe salvare Silvio Berlusconi dai due processi che lo minacciano ha già iniziato il suo percorso parlamentare. Il Popolo della Libertà, il partito guidato dal Cavaliere, ha presentato questo giovedì al Senato un progetto di legge il cui obiettivo ufficiale è impedire che i processi diventino infiniti.

Nonostante ciò, sono in molti a pensare che in realtà si tratti di una nuova legge a misura degli interessi del primo ministro italiano e che il suo obiettivo non dichiarato è ottenere che il magnate della comunicazione possa sbarazzarsi ancora una volta della Giustizia, dopo che la Corte Costituzionale ha invalidato recentemente una legge che garantiva l’immunità alle quattro più alte cariche dello Stato.

Il progetto di legge in questione occupa solo otto pagine, è formata unicamente da tre articoli e si applicherà nei processi per quei reati che possono essere puniti con una condanna massima di 10 anni. Praticamente stabilisce che in un periodo minimo di due anni si deve avere una sentenza di primo grado, che al massimo possono passare altri due anni perché i giudici deliberino una sentenza di secondo grado e che la terza ed inappellabile sentenza deve essere pronunciata entro due anni al massimo. Se in qualcuno di questi passaggi si supera il limite stabilito, il processo sarà annullato per sempre. Punto e basta.

Centomila processi in gioco

La legge, che dovrebbe essere approvata senza problemi, verrà applicata a tutti i processi che cominciano a partire dalla sua entrata in vigore e a tutti quelli già cominciati e che si trovano nella fase di primo grado. Come i due processi in cui Berlusconi appare come imputato.

Con una squadra legale composta da 500 avvocati e spese praticamente illimitate – lo stesso Berlusconi assicura di aver speso già più di 200 milioni di euro in processi – si dà per scontato che gli “azzeccagarbugli” del primo ministro si incaricheranno di dilatare i tempi perché i processi del Cavaliere terminino senza sentenza.

Il problema è che questa iniziativa potrà lasciare impunito non solo Berlusconi, ma tanti altri presunti delinquenti. Almeno questo è quanto denuncia l’Associazione Nazionale Magistrati che ha già avvertito che circa 100.000 processi potrebbero andare in fumo.

“Si tratta di un progetto di legge incostituzionale e immorale. Migliaia di processi, inclusi quelli dei maggiori scandali economici italiani, dalla Parmalat a quelli dei bond argentini, saranno annullati. Si tratta della maggiore amnistia occulta della storia”, dichiara l’ex magistrato Antonio Di Pietro, leader del partito d’opposizione L’Italia dei Valori. Dal Governo si difendono ripetendo che una riforma è necessaria, dato che l’Unione Europea continua a sanzionare l’Italia per la lungaggine della Giustizia.

[Articolo originale "El Parlamento italiano debate una ley que podría suspender los juicios contra Berlusconi" di Irene Hdez. Velasco] (http://www.elmundo.es/elmundo/2009/11/12/internacional/1258044997.html)

atinvidia284
18-11-2009, 00:28
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/sweden.standard.gif Nuova legge su misura salverà Berlusconi
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8337 Norvegia
[Dagens Nyheter]

Salvate il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi! Questo è l’intento palese della nuova proposta di legge depositata nel parlamento italiano giovedì, solo quattro giorni prima della ripresa del processo al capo del governo nazionale.

La legge è stata preparata dall’avvocato difensore dello stesso Berlusconi, Niccolò Ghedini, che ha furbescamente rispolverato una vecchia proposta di legge presentata dall’opposizione. Sotto il pretesto di un processo più rapido e giusto, la legge bloccherà i processi che durano più di due anni in uno dei gradi di giudizio. Questo significa un massimo di sei anni dal giudice di prima istanza fino alla più alta corte.

La proposta avrà anche valore retroattivo per i processi in primo grado e potrà essere applicata a chi non è stato condannato in precedenza. Non è invece applicabile per crimini che normalmente ricevono una pena superiore ai dieci anni. Ciò implica che la legge, così come era già successo, è stata cucita su misura per il presidente del Consiglio italiano.

La legge è un risultato delle intense discussioni degli ultimi giorni all’interno della coalizione di governo di Berlusconi: il Popolo della Libertà.

La proposta è stata anche formulata in modo da essere supportata dal discusso partito anti-immigrazione di governo Lega Nord. Gli immigrati clandestini sono esclusi dalla legge, richiesta imposta come condizione dalla Lega Nord.

Anna Finocchiaro, capogruppo al senato per il partito di opposizione i Democratici, ha sbattuto il testo contro la porta dopo che era stato presentato e ha affermato furiosamente:

- la legge sarà utilizzata per gravi crimini economici. Per il rom che ruba il processo rimarrà lo stesso, mentre una serie di processi contro grandi aziende saranno archiviati

Berlusconi è oggi sospettato di evasione fiscale e falso in bilancio riguardo al suo gruppo aziendale, nonché di grave corruzione. L’avvocato di Berlusconi ha già comunicato che il Presidente del Consiglio avrà impegni per lunedì, quando il primo processo sarà ripreso a Miliano, Non si esclude che gli italiani lasceranno sopravvivere un Berlusconi che ora giocherà a nascondino con i giudici del paese fino a quando questa lagge non passerà.

Il Presidente del Consiglio ha una larga maggioranza in parlamento grazie a cui la legge sarà approvata in tutta sicurezza. Rimane da vedere se il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano la firmerà e se in seguito sarà approvata dalla Corte Costituzionale.

“La legge non è altro che un funerale della giustizia ed uno schiaffo a tutti gli operatori della giustizia. Migliaia di criminali stanno tirando un sospiro di sollievo”, dice Donatella Ferranti del PD, membro della commissione giustizia della Camera dei Deputati, all’agenzia di notizie Apcom.

[Articolo originale "Ny skräddarsydd lag ska rädda Berlusconi" di Peter Loewe] (http://www.dn.se/nyheter/varlden/ny-skraddarsydd-lag-ska-radda-berlusconi-italien-ghedini-1.993693)

atinvidia284
18-11-2009, 14:44
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Berlusconi all’opera per evitare la giustizia
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8341 Francia
[Le Figaro]

Giovedì mattina è stato depositato in Senato il progetto di legge che limiterà il tempo accordato ai tribunali per condurre a termine un processo. L’adozione di tale legge manderebbe in prescrizione due dei processi nei quali il Cavaliere è imputato.

Sei anni: è il limite massimo che verrebbe accordato ai tribunali per portare a termine i processi in Italia. Questo è su per giù il succo del progetto di legge presentato giovedì mattina al Senato dal partito di Silvio Berlusconi (PDL) e dalla Lega Nord. La sua adozione eviterebbe al presidente del Consiglio di dover comparire di fronte alla giustizia.

Il testo risulta da un laborioso compromesso al quale martedì sono intervenuti Silvio Berlusconi ed il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. Durante il faccia a faccia, che si è detta quanto si dice turbolento, è stato convenuto d’imporre un limite di tempo di due anni ad ogni fase giudiziaria, prima istanza, appello e Cassazione. In Italia c’è bisogno da otto a nove anni – e alla volte di più – per ottenere una sentenza definitiva.

In caso di mancata emissione di una sentenza definitiva entro sei anni [dal rinvio a giudizio, N.d.T.], le azioni giudiziarie per gli imputati che hanno commesso un reato che prevede una pena inferiore ai dieci anni di carcere e non sono pregiudicati, dovranno essere abbandonate.

Tutta una serie di gravi delitti, ad eccezione della corruzione, sono esclusi dal campo di applicazione della legge: pedofilia e delitti sessuali di ogni natura, immigrazione clandestina, crimini di sangue, incendi dolosi, appartenenza alla mafia e terrorismo.

L’Associazione Nazionale dei Magistrati (ANM) si dichiara sorpresa: “Sono almeno 100 000 i processi che salteranno, con un grave danno per coloro che reclamano giustizia”, afferma. E’ così che gli responsabili del crac del gruppo Parmalat, una frode di 14 miliardi di euro che ha leso 100 000 piccoli azionisti, non sarà più giudicata.

L’adozione del testo, che avrà senza dubbio la priorità in Parlamento, gioverà anche e in primo luogo, al presidente del Consiglio.

Lunedì riprende a Milano contro di Berlusconi il processo aperto per corruzione giudiziaria nell’affare David Mills. Questo avvocato d’affari britannico è stato condannato in appello a quattro anni e mezzo di prigione, per aver mentito durante una testimonianza sotto giuramento nel 1997, che riguardava le filiali straniere del gruppo Fininvest appartenenti al capo del governo. Silvio Berlusconi non si presenterà alla sbarra/al banco degli imputati. Presiederà quel giorno, a Roma, un vertice mondiale sull’alimentazione, che riunirà una cinquantina di leader del pianeta. Se la legge fosse adottata, questo processo, aperto 3 anni fa, sarebbe già prescritto. E lo sarà in ogni caso ad aprile 2010.

Sarà lo stesso per un altro processo di sovrafatturazione per l’acquisizione nell’acquisto di diritti televisivi, che deve riprendere a Milano a fine novembre e i cui termini di prescrizione non interverrebbero prima del 2012.

L’opposizione promette di che porterà avanti in Parlamento una battaglia accanita. I magistrati sono sul piede di guerra. Ma l’ostacolo principale che Silvio Berlusconi dovrà sormontare è al Quirinale. Il Presidente Giorgio Napolitano non è pronto a promulgare una legge che valuterà contraria alla Costituzione.

[Articolo originale "Berlusconi à la manœuvre pour éviter la justice" di Richard Heuzé] (http://www.lefigaro.fr/international/2009/11/13/01003-20091113ARTFIG00317-berlusconi-a-la-man339uvre-pour-eviter-la-justice-.php)

atinvidia284
20-11-2009, 12:39
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/belgium.standard.gif Riparte il processo a Berlusconi
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8353 Belgio
[De Standaard]

Bruxelles – Oggi a Milano riparte il processo Mediaset al premier Berlusconi. Una drastica legge di riforma della giustizia dovrebbe far cadere il procedimento, ma questo epilogo è ancora molto lontano.

Va tutto bene (in italiano nel testo, NdT), questo è il messaggio che il premier Silvio Berlusconi ama lanciare questi giorni. Alla fine della scorsa settimana si è divertito molto con il presidente serbo Boris Tadic, in visita ufficiale a Roma. Berlusconi, ridendo a scquarciagola, l’ha presentato come ‘presidente Clooney’, ha detto che la bella e e melodiosa lingua italiana è di gran lunga superiore a quella serba e ha aggiunto che ‘deve ancora ascoltare la prima opera in serbo’. Scherzi e barzellette, e scivoloni politici, potrebbero servire a spostare l’attenzione dai gravi problemi con la giustizia di Berlusconi, problemi che ormai sono diventati un grande dilemma politico.

Oggi, presso il tribunale di Milano, viene riaperto il processo a Berlusconi che riguarda l’acquisizione fraudolenta di diritti televisivi della sua azienda Mediaset. Il processo fu congelato nel 2008, dopo l’entrata in vigore di una legge che garantiva al premier Berlusconi l’immunità penale durante il suo mandato. Il Lodo Alfano fu approvato su iniziativa del governo italiano e portò alla sospensione del processo Mediaset.

Ma, in ottobre, la festa ebbe bruscamente fine, quando la Corte Costituzionale italiana ha annullato il lodo. Le conseguenze: oggi riparte il processo Mediaset, anche senza la presenza dell’accusato, che prende parte al summit sulla sicurezza alimentare a Roma.

Nel frattempo, i problemi legali e politici di Berlusconi continuano a suppurare nel suo Paese. La scorsa settimana, la maggioranza di centro-destra al Senato ha presentato un controverso disegno di legge per una drastica riforma della giustizia. Se la legge verrà approvata, i processi non potranno durare più di sei anni, appelli compresi.

Se il disegno di legge verrà approvato sia dal Senato che dalla Camera, i problemi di Berlusconi con la giustizia verranno risolti in un solo colpo. I suoi processi in corso cadranno in prescrizione prima che possa essere emessa la sentenza. In questo modo sfuggirà al giudizio con certezza quasi assoluta.

Ma niente è ancora certo, stando alle polemiche che sono scoppiate riguardo al disegno di legge. ‘La maggioranza di centro-destra dice che il disegno di legge serve a modernizzare la pachidermica e lenta Giustizia italiana, limitando drasticamente la durata dei processi’, spiega una fonte dell’Associazione Nazionale Magistrati. ‘Tutti gli italiani vogliono una Giustizia più efficente. Ma, diciamo pane al pane: questo progetto di legge non riguarda l’accelerazione dell’iter giuridico, ma l’immunità per il premier.’

In Italia, su questo punto concordano non solo i magistrati, i costituzionalisti e i sostenitori dell’opposizione. Se il progetto diventerà legge, migliaia di processi verranno interrotti, tra i quali processi per corruzione su vasta scala e ad alcune grandi banche. E questo è difficile da digerire anche per gli elettori italiani orientati a destra.

‘La maggioranza voleva far approvare la legge dal Senato prima di Natale e dalla Camera a gennaio’, dice la fonte dell’ANM. ‘Ciò sarebbe perfettamente in tempo prima delle elezioni regionali, che si terranno a marzo 2010.’ Quella chiamata alle urne è un importante test di popolarità per Berlusconi, che in quell’occasione farebbe volentieri a meno di problemi con la giustizia.

Il dilemma è grande: il premier ha un’ampia maggioranza sia alla Camera che al Senato. Se vuole, può quindi far approvare la legge con uno schiocco di dita. In quel caso, molto probabilmente, i suoi problemi con la giustizia sparirebbero come neve al sole. ‘Ma ciò equivarrebbe ad un suicidio politico’, dicono i magistrati italiani. ‘Se la magistratura e la politica ormai conducono una guerra aperta in Italia? Affatto. La magistratura non fa processi alla politica, ma ad alcuni politici. I problemi di Berlusconi sono nati a livello giuridico ed ora hanno pesanti conseguenze politiche. Questa dovrebbe essere una lezione per i nostri politici: le prove di forza che inventano per evitare problemi con la legge, minacciano di rivoltarglisi contro come un boomerang che li colpisce in faccia.’

[Articolo originale "Proces-Berlusconi hervat" di Ine Roox ] (http://www.standaard.be/artikel/detail.aspx?artikelid=U02I1FP0&subsection=2)

atinvidia284
21-11-2009, 10:47
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif Solo donne con un alto profilo
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8307 Austria
[Der Standard]

Silvio Berlusconi ha risposto indirettamente a dieci domande del quotidiano “La Repubblica” sui suoi scandali amorosi

Il premier italiano sottolinea di non essere ricattabile e di non voler candidarsi a Presidente della Repubblica.

La goccia scava la pietra. Dal 14 maggio, il quotidiano romano “La Repubblica” ha rivolto giornalmente dieci imbarazzanti domande a Silvio Berlusconi. L’unica risposta del premier: una querela per diffamazione del valore in causa di un milione di euro. Dopo sei mesi il Cavaliere si è inaspettatamente pronunciato riguardo alle domande, le cui risposte sono state finora inutilmente attese da milioni di italiani.

Nel libro dell’amico giornalista Bruno Vespa intitolato “Donne di cuori”, che descrive le storie d’amore e le relazioni di note personalità, Berlusconi racconta di donne e avventure amorose. Che le sue risposte non siano riuscite a soddisfare la redazione di “La Repubblica” sorprende ben poco. “Incomplete, false e con 175 giorni di ritardo”, critica il giornale, che nelle sue prime quattro pagine ricostruisce con precisione gli scandali amorosi di Berlusconi.

Nulla con la signorina Letizia

Berlusconi sostiene di non aver mai avuto una relazione con la diciottenne Noemi Letizia: “Si tratta di pure calunnie.” Né quest’ultima né ad altre showgirls avrebbe offerto candidature per il Parlamento italiano o di Strasburgo. “Questo è stato solamente il caso di donne con un alto profilo morale, intellettuale e culturale”, dice Berlusconi. Il giornale non ottiene alcuna risposta alla domanda sul perchè il premier abbia raccontato quattro diverse versioni sulla sua conoscenza di Noemi Letizia.

Berlusconi contesta energicamente anche l’accusa di aver condotto alle sue residenze le ospiti dei suoi party con velivoli di stato : “Un tribunale ha attestato l’infondatezza di queste accuse. Ho cinque aerei privati che sono sempre a mia disposizione.” A proposito della notte passata con la prostituta Patrizia D’Addario nella sua residenza, Berlusconi risponde con poche parole, così come alla domanda se lui firmerebbe una legge che punisce il cliente di una prostituta.

Il Cavaliere assicura “di non essere ricattabile in alcun modo” ed esclude una candidatura alla carica di Presidente della Repubblica. Berlusconi nega di aver mai utilizzato i servizi segreti contro giornalisti sgraditi o contro oppositori politici. Si esalta alla domanda sulle sue condizioni di salute: “170 incontri internazionali, 25 incontri al vertice multilaterali e 9 bilaterali, 80 conferenze stampa, 66 consigli dei ministri e 91 interventi dimostrano che sono in piena salute.”

Nonostante “verità che mancano”, il caporedattore di “La Repubblica” Ezio Mauro trova ugualmente motivo di soddisfazione: “Il fatto che Berlusconi abbia finalmente risposto prova la legittimità e la necessità delle domande da noi poste.” E aggiunge: “Signor Presidente, che cosa le impedisce di dire tutta la verità ai suoi concittadini?”

[Articolo originale "Nur Frau mit hohem Profil" di Gerhard Mumelter ] (http://derstandard.at/fs/1256744261205/Nur-Frauen-mit-hohem-Profil)

atinvidia284
21-11-2009, 10:51
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif La condotta scorretta di Berlusconi è una questione che bisogna affrontare
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8235 Olanda
[het financieele dagblad]

L’Unione lascia fare il premier e di conseguenza perde autorevolezza nei confronti di paesi terzi su questioni come la libertà di stampa e la giustizia.

La scena è stata ridicola, mercoledì scorso. Membri delle frazioni cristiano-democratica e conservatrice del Parlamento Europeo sono scattati in piedi, esultanti, quando è stato annunciato che la risoluzione sulle preoccupazioni per la libertà di stampa in Italia è stata bocciata con tre voti di differenza.

Come spesso succede, dopo la votazione c’erano quasi solo sconfitti. Le frazioni che hanno appoggiato la risoluzione, ma anche quelle che l’hanno opposta. Il capofrazione del CDA (Partito Democratico Cristiano olandese, NdT), Wim van de Camp può infatti sostenere che la libertà di stampa in Italia è una questione interna della politica italiana, ma all’interno della sua delegazione olandese ci sono state profondi attriti sulla posizione da assumere e sulla pressione esercitata perchè ci si attenesse alla disciplina di frazione.

Inoltre, le immagini di cristiano-democratici felici perchè hanno bocciato una mozione sulla libertà di stampa è dannosa dal punto di vista pubblicitario. Solo il premier italiano Silvio Berlusconi ha guadagnato qualcosa con l’esito della votazione.

Sarebbe semplice liquidare il dibattito nel parlamento come un nuovo spettacolo messo su da una rappresentanza popolare che si tiene occupata con cose sulle quali non può in ogni caso esercitare influenza. Ma il malcontento del parlamento sul modo in cui Silvio Berlusconi opera è un provvidenziale segnale politico verso Roma con la richiesta di un comportamento più normale. Dagli stati membri dell’Unione ci si può infatti aspettare amaramente poco.

Non che i capi di governo europei in passato abbiano assistito inerti quando in qualche paese succedeva qualcosa che non gli andava a genio. Nel 2000, quando il partito di estrema destra di Jörg Heider, l’FPÖ, formò una maggioranza di governo con i cristiano-democratici dell’ÖVP in Austria, si arrivò ad un autentico boicottaggio politico da parte di altri Stati membri dell’UE. Congelarono i contatti diplomatici con l’Austria e rifiutarono i candidati austriaci per incarichi importanti. L’Unione ritirò le misure quando fu chiaro che fruttavano ben poco di positivo e che non c’era niente da eccepire sui ministri dell’FPÖ.

Il fatto che allora si arrivò a punire l’Austria ha una semplice spiegazione. L’Austria è un paese dell’UE relativamente piccolo, e nel 2000 era membro da appena pochi anni.

Il caso dell’Italia è ben diverso: è uno dei paesi fondatori della cooperazione europea e il suo peso nelle votazioni del Consiglio Europeo è da protagonista. Le possibilità che il premier olandese Jan Peter Balkenende e i suoi colleghi prendano Silvio Berlusconi da parte durante il prossimo vertice europeo e gli dicano qualche parola dura è quindi zero.

Però dovrebbero farlo. Il premier italiano si comporta come un antidemocratico. Intimida con richieste di risarcimento danni i media che danno notizie sulle sue scappatelle, a pagamento o no, con donne, giovani o no. Regolamenta per se stesso l’immunità giuridica per non avere problemi con le inchieste per corruzione. Recentemente, quando la Corte Costituzionale gli ha tolto l’immunità, ha attaccato duramente il potere giudiziario.

È facile liquidare tutto ciò come una questione politica interna. Gente come Wim van de Camp trova che tocchi agli elettori presentare a Berlusconi il conto per la sua condotta scorretta. Il problema è che molti di quegli elettori non sono affatto informati su cosa pensa e fa il loro premier, o lo sono in modo distorto. Chi guarda la tv in Italia, o guarda le emittenti che sono proprietà di Berlusconi, o le emittenti statali dove brandiscono lo scettro persone di fiducia di Berlusconi.

Minacce a giornalisti e magistrati: se questo succedesse in qualche aspirante Stato membro, Bruxelles farebbe la predica.
Simili azioni rallenterebbero o fermerebbero il processo di ammissione. Questo è il danno causato dal tollerare la condotta scorretta di Berlusconi. Come possono Stati membri come l’Olanda continuare a fare pressione sulla Commissione Europea perchè segua attentamente gli sviluppi nel sistema giudiziario di Paesi già membri come la Romania e la Bulgaria? Come può l’Europa chiedere a stati candidati membri di fare pulizia a casa propria, se gli attuali membri se ne fregano di ogni sorta di principi?

Prendiamo la Serbia, che vorrebbe tanto entrare a far parte dell’Unione. A ogni elezione piovono nomine politiche nelle emittenti statali e nelle tv locali. Sicuramente l’UE vorrà cambiare questa prassi. Sempre in Serbia, il governo ha approvato una nuova legge sulla stampa che permette di multare pesantemente i media quando le notizie date si rivelano false. Queste multe sono così elevate da provocare il fallimento. I politici ora usano le regole per tenere in riga i quotidiani. Una simile legge contro-europea deve essere musica per le orecchie di Berlusconi.

[Articolo originale "Het wangedrag van Berlusconi kan niet onbesproken blijven" di Han Dirk Hekking] (http:// http://www.fd.nl/home/)

atinvidia284
22-11-2009, 23:56
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Imporre limiti
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8378 Gran Bretagna
[The Economist]

Uno Strano tentativo del governo di Silvio Berlusconi di imbavagliare il sistema giudiziario italiano

Se vivete in Italia e state progettando di commettere un crimine moderatamente grave, come picchiare i vostri figli, o falsificare i bilanci di un’azienda, o anche accoltellare il vostro vicino, presto la legalità potrebbe non essere più d’intralcio. Se una proposta di legge presentata in parlamento questa settimana venisse approvata, significherebbe che i reati qui elencati potranno essere commessi con una probabilità abbastanza elevata di non venire puniti.

La legge proposta, che è supportata dal governo di centro destra di Silvio Berlusconi, suggerisce che le imputazioni mosse contro gli imputati dovranno decadere due anni dopo essere state presentate, a meno che il processo non si concluda prima. Lo stesso limite di due anni sarebbe applicato a tutti i gradi di giudizio ai quali gli imputati (e i pubblici ministeri) hanno diritto secondo la legge italiana, con la conseguenza che tutto il procedimento legale dovrà essere completato entro sei anni.

In un sistema giudiziario sovraccarico, sottofinanziato e rinomato per la sua inefficienza, le probabilità di completare uno qualunque dei tre gradi di giudizio in meno di 24 mesi sono basse. La legge proposta, che verrebbe applicata anche ai processi in corso, escluderebbe gli imputati con precedenti penali, reati per i quali c’è una condanna a 10 o più anni di carcere, e per alcuni crimini gravi come quelli relativi al terrorismo e alla mafia. Ma la magistratura, l’ente che rappresenta i giudici e i pubblici ministeri d’Italia, ritiene che gli effetti della legge sarebbero devastanti. Si stima che più di 100.000 processi dovranno essere conclusi.

Inoltre, la legge proposta avrebbe effetto anche al di là dei confini italiani. Si applicherebbe, per esempio, a violazioni di diritti d’autore, corruzione, contraffazione e l’appropriazione indebita di fondi dell’Unione Europea da parte di cittadini italiani. Uno dei processi che verrebbe interrotto è quello relativo alla frode della Parmalat del 2003 i cui possessori di bond includono vittime italiane e straniere.

La legge sembra una follia, ma non a Silvio Berlusconi. Il mese scorso la corte costituzionale ha annullato una legge che era stata introdotta dal suo governo la quale conferiva a lui (e ad altre 3 alte cariche di stato) immunità dai processi. Il Presidente del Consiglio italiano è già imputato in due processi, per frode fiscale e per corruzione, e ci sono altre inchieste in corso. Se il ddl venisse approvato dal parlamento, dove la sua coalizione ha una sostanziale maggioranza, entrambi i processi verrebbero annullati e probabilmente qualunque imputazione contro di lui in futuro farebbe la stessa fine.

In ogni caso Berlusconi vuole andare sul sicuro. Mercoledì, un suo alleato ha presentato un’altra legge che ripristinerebbe l’immunità parlamentare che esisteva fino al 1993. Entrambe le leggi proposte potrebbero incorrere in una resistenza dura se sottoposte alla corte costituzionale. Ma la loro introduzione rende ancora più probabile che il resto del mandato di Berlusconi sarà dominato (come in passato) dalle sue battaglie legali.

Tutto ciò non è altro che una inutile distrazione da cose più importanti, come tentare di far uscire l’Italia dalla recessione e attuare le necessarie riforme economiche e sociali. I sostenitori di Berlusconi ritengono che l’introduzione dei limiti di tempo renderà la giustizia più veloce. Maurizio Gasparri, leader del suo partito al Senato e maggior sostenitore della legge, ritiene che “se i magistrati lavorassero di più i processi sarebbero più rapidi”. Tuttavia riconosce anche che hanno bisogno di più risorse e afferma che la finanziaria del 2010 aumenterà i fondi per i tribunali.

Anche se il governo mantenesse questa promessa, ci vorranno anni per riparare ai decenni di negligenza ai quali la giustizia italiana è stata soggetta. Nel frattempo se Gasparri e il suo capo hanno la meglio, nella società italiana regnerà ancora più illegalità di adesso.

[Articolo originale "Imposing limits"] (http://www.economist.com/world/europe/displayStory.cfm?story_id=14885947&source=features_box3)

atinvidia284
24-11-2009, 21:34
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Le corrispondenti di “France-Soir” in Russia e in Italia si sentono messe da parte
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8395 Francia
[Le Monde]

A France-Soir, è meglio non scrivere sulla Russia e sull’Italia. Soprattutto se si è un pelo critici nei confronti del potere vigente. Il quotidiano acquistato in gennaio da Alexander Pougatchev, figlio dell’oligarca russo Sergueï Pougatchev, si è appena separato senza riguardo dalle sue due corrispondenti a Roma e Mosca.

Ariel Dumont, giornalista freelance nella capitale italiana, si è vista notificare via telefono la fine della sua collaborazione, il 13 novembre, dal capo redattore, Charles Desjardins. Da diverse settimane, non doveva più scrivere sul presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, amico del presidente russo Vladimir Putin. “Mi hanno ripetutamente rimproverato il mio ‘antiberlusconismo’.

Tuttavia – precisa – ero estremamente prudente. Utilizzavo una perifrasi per parlare delle sue scappatelle, quale: ‘la vita privata disorganizzata di Berlusconi’. A settembre, mi hanno fatto riscrivere un articolo sulla mostra di Venezia, dove parlavo del film Videocracy e delle dichiarazioni critiche di Michael Moore sul presidente del Consiglio italiano. In ottobre, mi hanno lasciato fare solo un pezzo, con mille raccomandazioni. Poi più niente.”

“Non doveva essere abbastanza positivo!”

Nathalia Ouvaroff, che era inviata a Mosca, ha anch’ella perduto il posto come corrispondente di France-Soir, che aveva dal 2006. “Quando Pougatchev è arrivato al comando del giornale, mi hanno dapprima fatto scrivere più articoli”, rammenta. “Poi, tutti i miei pezzi politici sono stati rifiutati.” Tuttavia, la giornalista ritiene di non essere mai stata “molto critica sul primo ministro Vladimir Putin”, amico di Sergueï Pougatchev.

“Non proponevo altro che articoli su temi di società, che mi erano richiesti dalla redazione: sugli ospedali psichiatrici, le prigioni. Ma forse non erano abbastanza positivi! È vero che è difficile essere rassicuranti sulla società russa. L’ultimo articolo che mi è stato commissionato verteva sull’Eurovisione a Mosca, in maggio.” La collaborazione con France-Soir si è conclusa senza che Nathalia Ouvaroff abbia avuto la minima spiegazione o il minimo contatto con il caporedattore. La giornalista teme che il quotidiano si rifiuti di versarle le indennità dovute alla fine della collaborazione.

Dall’acquisto effettuato da Alexander Pougatchev all’inizio del 2009, France-Soir, che vanta una tiratura di 23,000 copie (a pagamento in Francia), ha visto un valzer dei direttori della redazione. All’inizio di novembre, il giornalista Georges-Marc Benamou, che era stato incaricato di riformare France-Soir, è stato licenziato. Gilles de Prévaux, veterano della rivista Télé Loisirs, è stato assunto come direttore della redazione.

Solo una persona ha attraversato la crisi indenne: Christiane Vulvet, vice – direttrice, che, secondo diverse testimonianze, dirige veramente la casa. Interpellata da Le Monde, smentisce di aver interrotto ogni collaborazione con Ariel Dumont e Nathalia Ouvaroff. “Noi non rimproveriamo loro nulla. Semplicemente, cerchiamo di equilibrare i nostri freelance all’estero, per ragioni di budget. Non è la politica della casa ad esercitare pressioni sui corrispondenti…”. Christiane Vulvert pensa anche di non dover versare indennità alle due giornaliste” dal momento che non abbiamo ancora fatto ricorso ad esse in maniera regolare.”

[Articolo originale "Les correspondantes de "France-Soir" en Russie et en Italie s’estiment mises à l’écart" di Xavier Ternisien] (http://www.lemonde.fr/actualite-medias/article/2009/11/18/les-correspondantes-de-france-soir-en-russie-et-en-italie-s-estiment-mises-a-l-ecart_1268983_3236.html#xtor=RSS-3208)

atinvidia284
24-11-2009, 21:52
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif La Lega Nord e la purga etnica del “bianco Natale”
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8401 Gran Bretagna
[The Independent]

Il consiglio comunale della località settentrionale italiana di Coccaglio quest’anno sogna un “bianco Natale”. Ma la melensa canzone di Bing Crosby non ha nulla a che fare con le idee della giunta. Tutt’altro: gli esponenti locali della xenofoba Lega Nord si affidano a una sorta di pulizia etnica stagionale per purificare il paese. Stanno per emettere un’ordinanza ufficiale per identificare ed espellere quanti più extracomunitari possibile prima di Natale.

L’operazione, soprannominata “bianco Natale”, vedrà, a partire da oggi e fino al 25 dicembre, 400 pubblici ufficiali bussare alle porte dei circa 400 extracomunitari - come sono chiamati in Italia gli stranieri provenienti da paesi non Europei – della cittadina, per controllarne i documenti.

Chi mostrerà un permesso di soggiorno scaduto da oltre sei mesi e non accompagnato da una richiesta di rinnovamento già inoltrata, verrà messo alla porta. Il sindaco leghista del paese, Franco Claretti, ha predisposto l’ordinanza in seguito al conferimento di nuovi poteri che gli consentono di controllare lo stato di residenza di tutti gli stranieri che vivono a Coccaglio, la cui popolazione totale è di circa 8500 abitanti.

Il membro della Lega Claudio Abiendi, consigliere addetto alla sicurezza della cittadina, situata ad un’ora di strada a est di Milano, ha dichiarato che il 50% degli stranieri controllati non ha un regolare permesso di soggiorno. A proposito della “tempistica” del provvedimento, ha dichiarato al quotidiano “La Repubblica”: “Ritengo che il Natale non sia la festa dell’ospitalità, piuttosto della tradizione cristiana e della nostra identità”.

L’opposizione locale, guidata da Luigi Lotto, che fino allo scorso giugno era il sindaco di centro-sinistra, ha attaccato il provvedimento considerandolo come propaganda che specula sulle paure della gente. “Ho lasciato una città unita, senza alcun problema di integrazione” ha dichiarato.

Il sindaco Claretti ha negato che tale purga etnica sia stata causata da problemi di ordine pubblico. “Qui non c’è criminalità” ha affermato. “Vogliamo soltanto iniziare a fare pulizia”.

Fonti ufficiali sostengono che i sindaci delle vicine Castrezzato e Castelcovati, altre fortezze della Lega Nord, stiano adottando politiche simili. La Lega Nord è parte influente della coalizione di governo di Silvio Berlusconi e ha visto un notevole incremento del numero di voti alle ultime elezioni. Il suo rabbioso leader Umberto Bossi è sempre stato uno dei confidenti di Berlusconi.

[Articolo originale "Italy's Northern League in 'White Christmas' immigrant purge" di Michael Day] (http://www.independent.co.uk/news/world/europe/italys-northern-league-in-white-christmas-immigrant-purge-1823231.html)

atinvidia284
25-11-2009, 19:20
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Silvio Berlusconi usa il vertice sull’alimentazione come scusa per evitare un processo
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8404 Gran Bretagna
[The Telegraph]

Il Presidente del Consiglio ha scelto di non presentarsi il primo giorno del processo, che si è riaperto a Milano, dopo che la Corte Costituzionale italiana ha dichiarato incostituzionale una legge che gli concedeva l’immunità. Berlusconi è accusato di frode fiscale e di falso in bilancio relativamente all’acquisto di diritti televisivi da parte di Mediaset, la sua società televisiva.

Gli avvocati del miliardario settantatreenne, che è stato costantemente inseguito da accuse di irregolarità durante la maggior parte della sua quindicennale carriera politica, hanno dichiarato che non avrebbe potuto presentarsi all’udienza poiché impegnato ad accogliere oltre 60 capi di stato all’inaugurazione dei tre giorni del vertice mondiale sull’alimentazione, organizzato dalla FAO.

Non si prevede nemmeno che Berlusconi si presenti, questo mese, a un secondo processo riguardante l’accusa di aver pagato una sostanziosa tangente al proprio consulente fiscale inglese, David Mills, per testimoniare il falso in due processi per corruzione alla fine degli anni ‘90.

Berlusconi nega tutte le imputazioni e ha ripetutamente accusato i tribunali italiani di combattere contro di lui una guerra a sfondo politico, dopo essersi autodefinito, recentemente, l’uomo più perseguitato della storia.

Il suo governo conservatore ha reso noto la scorsa settimana un piano per riformare radicalmente il sistema giudiziario italiano, notoriamente lento, in modo che i processi non durino più di sei anni. L’effetto delle riforme, che secondo i critici sono un cinico tentativo di aiutare il Presidente del Consiglio a sottrarsi ai due processi per corruzione, sarebbe “devastante”, secondo l’associazione dei magistrati Italiani. Questo provocherebbe la conclusione immediata di 100.000 processi nei prossimi due anni, inclusi casi in cui decine di migliaia di piccoli investitori stanno cercando di recuperare il proprio denaro da aziende che hanno chiuso per bancarotta fraudolenta.

I quotidiani hanno scritto ieri che nel Partito delle Libertà di Berlusconi si avverte un crescente malumore per le conseguenze della modifica legislativa e che anche alcuni ex alleati hanno condannato questa proposta. “Per bloccare la giustizia nei confronti di un individuo, la stanno bloccando per 100.000 persone” ha affermato Carlo Taormina, un avvocato che prese parte ad un precedente governo Berlusconi.

Al vertice sulla sicurezza alimentare, che si aprirà con un discorso di Papa Benedetto XVI, saranno presenti numerosi capi di stato dei paesi in via di sviluppo, tra cui Robert Mugabe dello Zimbabwe, che è giunto a Roma con un seguito di 60 persone fra consiglieri e guardie del corpo.

La Chiesa Cattolica si è unita alle paure espresse da gruppi di protesta secondo cui il vertice non riuscirà a fare concreti passi in avanti per aiutare più di un miliardo di persone che ogni giorno soffre la fame.

Secondo l’Avvenire, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana, l’incontro sarà un “flop” perché la bozza della dichiarazione finale, che dovrà essere firmata dai leader mondiali, non contiene impegni per nuovi aiuti. I leader del G8, il gruppo delle nazioni ricche, starebbero “snobbando” il vertice, secondo l’Avvenire che fa notare come Berlusconi, in qualità di ospite, sarà l’unico leader del G8 a essere presente.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi uses food summit as excuse to miss trial" di Nick Squires] (http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/italy/6575603/Silvio-Berlusconi-uses-food-summit-as-excuse-to-miss-trial.html)

atinvidia284
26-11-2009, 17:21
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Potere e Giustizia
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8418 Germania
[Sueddeutsche Zeitung]

Silvio Berlusconi non riuscirà a mettersi al riparo dai minacciosi processi in corso – e deve riconoscere con rabbia che non può fare tutto ciò che vuole, a suo piacimento.

Le grida devono essersi sentite fin da lontano nel corridoio di Palazzo Montecitorio, a Roma. Per il Primo Ministro Silvio Berlusconi la posta è alta mentre discute col Presidente del Parlamento Gianfranco Fini sulla modifica del diritto processuale.

Il Premier voleva mettersi al riparo una volta per tutte dai minacciosi processi in corso. Ciò gli è riuscito solo in parte, perché ciò che è in corso d’opera è una legge sui termini di prescrizione dei processi, ma non sulla prescrizione più veloce di numerosi reati.

Così resta ancora sospesa su Berlusconi, anche se un po’ più in alto, la spada della giustizia, che egli così indicibilmente odia.

Che molti processi in Italia durino troppo a lungo e che un limite di tempo fosse sensato lo afferma anche l’opposizione. Ma le circostanze e la portata desiderata da Berlusconi per la nuova regolamentazione hanno fin troppo palesemente fatto capire come si trattasse di una legge ad personam a favore del Premier.

Berlusconi non ha mostrato alcun riguardo per il fatto che in tal modo si sarebbero dovuti terminare come minimo altri 200.000 processi; che il lavoro di anni delle corti di giustizia sarebbe stato sprecato; che innumerevoli vittime di reati non avrebbero ottenuto giustizia. A questo punto Fini si è dissociato.

Fini aveva dalla sua anche la considerazione che il Presidente della Repubblica non avrebbe comunque approvato il progetto di Berlusconi e che così facendo avrebbe solo evitato al Premier una figuraccia.

Non è stata comunque un’azione completamente disinteressata da parte del compagno di partito Fini. Non si tratta solo di giustizia, bensì anche del potere ai vertici del partito stesso. Berlusconi ha dovuto riconoscere con rabbia che non può fare tutto ciò che vuole, a suo piacimento.

Non un buon risultato per il Premier, ma nemmeno cattivo per lo stato di diritto italiano.

[Articolo originale "Macht und Gerechtigkeit" di Andrea Bachstein] (http://www.sueddeutsche.de/politik/862/494202/text/)

atinvidia284
26-11-2009, 23:19
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Il processo per frode contro Berlusconi sul caso Mediaset è rinviato a gennaio
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8408 Spagna
[La Vanguardia]

È uno dei processi che verrà ripreso contro il primo ministro italiano dopo che la Corte Costiuzionale ha invalidato la legge che dava l’immunità alle quattro più alte cariche del paese. La presenza del primo ministro al processo sarebbe una novità, visto che escludendo un’occasione, non si è mai presentato ai processi in cui è imputato.

Il processo sul ‘caso Mediaset’, nel quale il principale imputato per frode fiscale è il primo ministro italiano Silvio Berlusconi, è stato rinviato al prossimo 18 gennaio, data nella quale l’imputato, secondo i suoi avvocati, potrà comparire.

Il processo avrebbe dovuto rincominciare oggi dopo la bocciatura della legge che prevedeva l’immunità alle quattro più alte cariche dello stato e che aveva significato la sospensione dei due processi pendenti contro Berlusconi. Però i giudici del tribunale di Milano hanno accolto la richiesta degli avvocati di Berlusconi, i quali hanno richiesto di posporre il nuovo inizio del processo poiché il primo ministro non poteva assistervi, dovendo partecipare assieme ad altri capi di Stato e di Governo al summit per la Sicurezza Alimentare della Fao a Roma.

Gli avvocati di Berlusconi, Niccolò Ghedini e Piero Longo, hanno indicato ai giudici il 18 e il 25 gennaio come le date in cui il primo ministro potrebbe comparire, visto che novembre e dicembre sono pieni di impegni istituzionali.

Il presidente del tribunale, Edoardo D’Avossa, ha accettato la richiesta della difesa ed ha annunciato che dopo il 18 gennaio le udienze si celebreranno ogni lunedì e, se fosse necessario, anche di sabato.

La presenza del primo ministro italiano in tribunale sarebbe una novità, considerato che, tranne in una occasione, non è mai stato presente ai processi in cui è stato imputato.

Questo è uno dei due processi che riprenderanno contro Berlusconi, dopo la bocciatura da parte della Corte Costituzionale della legge che garantiva l’immunità alle quattro più alte cariche dello stato.

Berlusconi ha dichiarato il mese scorso che se anche fosse condannato in uno dei processi aperti contro di lui, non lascerebbe l’incarico perché ha “il dovere di resistere” nella sua posizione “per difendere la democrazia e lo Stato di Diritto”.

Il processo si occupa della compravendita dei diritti di trasmissione di film statunitensi da parte di Mediaset, il gruppo televisivo di proprietà di Berlusconi.

La procura sospetta che fu aumentato artificiosamente il prezzo reale dei diritti, che si dirottarono in conti esteri circa 280 milioni di euro e che fu evaso il fisco per una cifra equivalente a circa 170 milioni di euro tra il 1994 e il 1996.

L’altro processo in cui Berlusconi è alla sbarra è quello per corruzione in atti giudiziari nel cosiddetto ‘caso Mills’, la cui prima udienza è prevista per il 27 di novembre.

[Articolo originale "El juicio contra Berlusconi por fraude en el 'caso Mediaset' queda aplazado a enero"] (http://www.lavanguardia.es/internacional/noticias/20091116/53825433826/el-juicio-contra-berlusconi-por-fraude-en-el-caso-mediaset-queda-aplazado-a-enero.html)

atinvidia284
28-11-2009, 14:08
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif Con Berlusconi nel calderone
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8426 USA
[The New York Review of Books]

È segno dell’inettitudine (o dell’istinto suicida) del principale partito d’opposizione italiano, il Partito democratico, il fatto di aver trascorso il periodo di maggiore impopolarità del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ad agitarsi per l’elezione del segretario di partito – per essere infine travolto, alla vigilia del voto, il 25 ottobre (il vincitore è poi risultato Pierluigi Bersani, un accorto ex ministro in diversi governi di centro sinistra), da una valanga di bambolone esplosive. Il giorno precedente, Piero Marrazzo, presidente PD della regione Lazio (la regione che include Roma, più o meno l’equivalente di uno stato americano) ha ammesso di essere stato ricattato da un gruppo di quattro carabinieri corrotti, che avevano filmato le sue nottate selvagge con dei trans brasiliani (avevano ripreso l’incontro con una certa “Natalie”). Posto che i suoi gusti sessuali non sono di alcuna rilevanza giuridica, lo stesso non può dirsi del suo uso dell’auto blu per raggiungere il luogo dell’appuntamento o delle ingenti somme di denaro (denaro di chi?) pagate per prestazioni fatte di cocaina e curve al silicone. Si è dimesso il 27 ottobre.

È buffo che Marrazzo, un ex conduttore televisivo (professione che magari gli è servita a incontrare le sue siliconate amiche brasiliane) ora sia difeso con maggiore passione proprio da esponenti della maggioranza di centro-destra di Berlusconi, il Popolo della Libertà, preoccupati di proteggere il loro paladino dalle conseguenze dei suoi ancor più pubblicizzati eccessi amorosi. Di recente, diversi membri del Popolo della Libertà si sono fatti solerti portavoce della “privacy” delle persone – ossia del loro appetito per il sesso bizzarro.

Forse, però, l’aspetto più interessante di questa storia infinita dell’Homo politicus e i sette peccati capitali è la reazione delle donne coinvolte, che non ha alcuna somiglianza con il severo stoicismo delle loro controparti americane: mogli tradite che vanno in giro, con una regolarità imbarazzante, mano nella mano con i loro legittimi mariti donnaioli e l’aspetto agonizzante di San Sebastiano trafitto dalle frecce. Veronica Lario, la moglie di Berlusconi, ha risposto alle scappatelle del marito annunciando sulle pagine del quotidiano di opposizione La Repubblica l’intenzione di chiedere il divorzio; per quel che riguarda l’ex presidente Marrazzo, il suocero, non senza ragione, l’ha felicemente definito un coglione. Ad ogni modo, a prescindere da cosa succederà in Italia nei prossimi giorni, è improbabile che il Partito democratico, così com’è allo stato attuale, riesca a condurre il gioco.

Senza dubbio comunque l’Italia si sta muovendo verso un nuovo scenario. Da quando Veronica Lario ha messo fine al matrimonio, Berlusconi ha incontrato molte difficoltà a trovare sostenitori a livello nazionale, internazionale e personale (certo è che questa situazione potrebbe anche essere letta al contrario: può darsi che la furba signora Lario si sia resa conto che il marito stava perdendo il controllo e si sia rivolta a lui attraverso l’unico mezzo che egli è in grado di capire: la stampa). Berlusconi, per parte sua, è tornato nel calderone degli scandali e della corruzione da quando una sentenza della Corte suprema italiana l’ha reso di nuovo perseguibile anche durante il mandato, e lui si è lasciato scappare che non ama più così tanto il suo lavoro. È un disincanto evidente: il personaggio pubblico ha rivelato un lato spigoloso che non è mai stato così plateale, e ha cercato troppo spesso conforto nella compagnia di dittatori come Vladimir Putin e Muammar Gheddafi. Avventure che hanno un fondo pragmatico; l’industria italiana si alimenta di petrolio libico e di gas russo e, proprio come i principi rinascimentali, questi uomini di solito stringono accordi nel bel mezzo di feste stravaganti.

È eloquente come anche i probabili successori del Presidente del Consiglio stiano testando il loro potere: la lista comprende Gianfranco Fini, l’attuale Presidente della Camera dei deputati (la camera bassa del Parlamento italiano), di gran lunga il politico più competente in circolazione e, per certi versi a sorpresa, Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e delle Finanze del governo di Berlusconi, che sembra immaginarsi come possibile premier di un “governo tecnico” alla stregua di quelli di centro-sinistra presieduti negli anni novanta da Carlo Azeglio Ciampi (poi apprezzatissimo Presidente della Repubblica italiana) e Giuliano Amato. Tremonti è potente, certo. Tiene in mano le chiavi del tesoro del paese. Fini, al contrario, gode di un apprezzabile istinto politico che l’ha traghettato dalle sue origini neofasciste del Movimento sociale italiano (l’MSI ora defunto) alle sua attuale posizione di moderato sempre più stimato.

La sinistra risponde alla competenza economica di Tremonti con Tommaso Padoa-Schioppa, Ministro delle Finanze dell’ultimo governo Prodi; ma nessuno è in grado di avvicinarsi alla finezza di Fini, men che meno Walter Veltroni, fondatore e primo segretario del Partito democratico (ed ex sindaco di Roma) messo da parte dalla primavera scorsa dopo che una raffica di cantonate politiche ha strappato al futuro imperatore i suoi vestiti nuovi. (L’elezione di Bersani a segretario del partito è un altro schiaffo a Veltroni, che gli aveva preferito un candidato diverso dell’ala dei cristiano-democratici).

Per loro sfortuna, inoltre, i democratici si sono rivelati suscettibili ai canti di sirena della lussuria e dell’ingordigia tanto quanto il Popolo delle Libertà di Berlusconi, specie nell’Italia del sud, dove sembra che alcuni intermediari abbiano procurato donne a Berlusconi come ai maggiori esponenti democratici in Puglia e in Campania, il cui presidente, Antonio Bassolino, è l’ex sindaco di Napoli, un democratico e una fulgente speranza, ormai tramontata, per Napoli. Bassolino a Napoli ha commesso gli stessi imperdonabili errori di Veltroni a Roma – provando a mantenere un incarico nazionale e a svolgere le funzioni di sindaco allo stesso tempo. Entrambi hanno pagato cara la propria tracotanza, sebbene il prezzo non sia stato lo stesso di quello pagato dai cittadini che non sono riusciti a servire. Nel frattempo, Napoli e la Campania continuano a soffrire del controllo esercitato dalla Camorra, raccontato nell’indimenticabile libro Gomorra di Roberto Saviano e da Matteo Garrone nel film omonimo.

La crisi economica mondiale ha abbassato la tolleranza degli italiani verso la corruzione in generale, ma in special modo verso i privilegi della classe politica che per definizione è esente dalla tassazione più elevata. I politici, tanto i democratici quanto il Popolo della Libertà, sono più suscettibili ad essere identificati come membri di un’unica categoria, etichettata nel 2007 da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo come “La casta”. Bramini che vivono al di sopra della legge, dimentichi delle esigenze delle persone che li circondano.

Di questi tempi né i Democratici né il Popolo della Libertà sembrano essere migliori dei loro predecessori; l’unico punto in questione, come ha scritto nei giorni scorsi il rispettato editorialista di La Repubblica Eugenio Scalfari, è se a rimpiazzarli sarà una democrazia oppure uno stato autoritario. Può darsi che Berlusconi sogni l’autorità assoluta ma non è verosimile che riesca a prendersela. Ha un grande margine di controllo sull’Italia, ma quello stesso controllo è minacciato da forze esterne al sistema partitico italiano.

Questo perché ci sono altri due attori nell’attuale teatrino italiano. Uno è Papa Benedetto XVI, che sa che Berlusconi è il più probabile tra tutti gli eventuali successori a far approvare la legge che impone grandi restrizioni al testamento biologico. Negli ultimi tempi la Chiesa si è opposta tenacemente a qualsiasi forma di spegnimento dei macchinari che consentono la vita artificiale ai pazienti, come nel caso di Piergiorgio Welby, un uomo che aveva espresso in modo chiaro le sue volontà agli ultimi stadi della distrofia muscolare, e di Eluana Englaro, una ragazza rimasta per 17 anni in coma irreversibile. Ma la conferenza episcopale italiana ha provato ad esercitare la propria autorità nella vita politica della nazione anche su molte altre questioni, dall’aborto all’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche.

La conferenza episcopale ha rimproverato Berlusconi per il suo comportamento irresponsabile – con riferimento alle feste con minorenni ed escort di professione – ma il Presidente del Consiglio, col suo grande controllo sulle camere, rimane uno strumento utile per l’agenda della Chiesa, nonostante le sue défaillances personali. L’utilità del momento, comunque, non significa affatto dargli carta bianca. Berlusconi è in prova con Papa Benedetto, che è sempre stato, e rimane tuttora, uno stratega nato, come ha scoperto nell’ottobre scorso la Chiesa d’Inghilterra quando tutto ad un tratto ha parlato di nuove misure per ammettere gli anglicani nella compagine cattolica (con grande sorpresa dell’Arcivescovo di Canterbury).

L’altro attore è Rupert Murdoch. Berlusconi, nonostante sia stato, e lo è tuttora, un potente magnate dei media, non è unico né nella sua categoria né nel tipo di ambizioni che nutre. Murdoch, che con Berlusconi condivide tutta la gamma di furberie, se non lo charme da uomo di crociera, e che non si è complicato la vita scendendo in politica, sta gradualmente assorbendo una bella fetta del mercato italiano dei media, anche se Berlusconi ha provato, con un discreto successo, a tenerlo fuori. Murdoch, però, non abbandonerà la presa proprio ora che ai giornalisti dei tabloid è stato offerta una tale quantità di gossip su cui banchettare (gran parte della quale, fino a adesso, ha riguardato il premier).

E Berlusconi non può neppure contare sulla natura, a giudicare dalle alluvioni in Sicilia dei mesi scorsi, visto che l’Italia è situata sulla congiunzione di due placche tettoniche, e in un momento in cui gli Italiani sono preoccupati che il riscaldamento del pianeta possa essere responsabile del tempo bizzarro e di violente tempeste tropicali (per non parlare poi della minaccia dell’innalzamento del livello dell’acqua che espone Venezia a grandi rischi). Senza dubbio, la natura gli ha inconsapevolmente dato una mano con il terremoto de L’Aquila, una bellissima città in Abruzzo, una regione di gente di montagna dura e laboriosa, in cui il premier non ha avuto difficoltà ad atterrare con il suo elicottero da Roma per offrire il suo sostegno – e infatti la viabilità è stato uno dei cavalli di battaglia di Berlusconi nel corso della sua carriera politica.

Le alluvioni di ottobre si sono verificate sulle ripide pendici di colline vulcaniche su cui costruttori privi di scrupoli hanno costruito sfidando la legge di gravità e in una terra in cui la popolazione, a seguito di molte esperienze negative, è sospettosa nei confronti di qualunque governo. In Sicilia Berlusconi è stato accolto dalle vittime dell’alluvione come se lui stesso fosse parte del problema; e in effetti lo è stato, avendo egli incoraggiando a più riprese leggi che hanno annullato le sanzioni contro quelle costruzioni abusive responsabili del cedimento delle colline intorno a Messina. Questa stessa città fu già colpita da uno dei più devastanti terremoti mai accaduti, che nel 1908 uccise quasi 200 mila persone. Di sicuro le case che si sono sgretolate durante le ultime alluvioni non avrebbero meglio resistito nel caso di un sisma.

Dopo tutto è stato un siciliano, Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a esprimere al meglio il paradosso dell’Italia moderna: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi!”. Nella terra di Giulio Cesare – politico brillante che nonostante tutto fraintese, e l’errore gli fu fatale, la collera del Senato Romano – resta difficile capire per quale motivo, da animali politici, non sembriamo mai in grado di recepire le leggi di base che regolano i principi di causa ed effetto. Perché, in fondo, la storia triste e squallida di Piero Marrazzo va tanto a favore del premier quanto getta discredito su di lui e sull’intera casta. Ad ogni modo, tra i politici italiani, quello che più di tutti dà soddisfazione in questi giorni è Gianfranco Fini, le cui mosse, a prescindere da dove lo portino, sono premeditate e intelligenti.

Tra l’altro, Berlusconi non è più il politico preso a modello da tutti gli Italiani, contrariamente a quanto gli facciano credere i suoi sondaggi. Quel politico esiste, ma si chiama Barack Obama, un uomo che con la sua riforma della sanità non costituisce una minaccia in un paese da tempo abituato alla medicina di stato e i cui messaggi di cambiamento risuonano in questo paese stanco e cinico almeno quanto negli Stati Uniti.

Post Scriptum – 16 novembre 2009.

Nelle ultime due settimane Berlusconi ha di nuovo provato a sottrarsi ai suoi processi in sospeso proponendo attraverso il suo abile e sinistro avvocato, Niccolò Ghedini (che è anche deputato) un disegno di legge con cui verrebbero annullati tutti i processi in corso per una durata maggiore di un certo numero di anni, e con cui verrebbero cancellati, insieme alle accuse di corruzione di Berlusconi, anche alcune azioni legali collettive in piedi da anni, in particolare quella sull’inquinamento da amianto, e processi penali che interessano le varie mafie italiane. Le proteste sono state immediate, con il Partito Democratico che ha finalmente elaborato una risposta collettiva, e il Popolo della Libertà che ha già fatto marcia indietro, sebbene non del tutto. Veronica Lario va avanti col divorzio.

[Articolo originale "With Berlusconi in the soup" di Ingrid D. Rowland] (http://www.nybooks.com/articles/23453)

atinvidia284
28-11-2009, 23:31
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Sosteniamo Antonio Tabucchi
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8417 Francia
[Le Monde]

Le democrazie vive hanno bisogno di individui liberi. Di individui coraggiosi, indisciplinati, creativi. Che osano, che provocano, che disturbano. E anche di scrittori la cui libertà di penna è inseparabile dall’idea stessa di democrazia.

Da Voltaire e Hugo a Camus e Sartre, passando per Zola e Mauriac, la Francia e le sue libertà sanno quanto devono al libero esercizio [da parte di questi scrittori N.d.T.] del loro diritto di critica e del loro dovere di lanciare l’allarme di fronte all’opacità, alle menzogne e alle imposture del potere. E l’Europa democratica, dal momento in cui si è costituita, non ha smesso di rafforzare questa libertà degli scrittori contro ogni abuso del potere e della ragion di Stato.

Ora ecco che in Italia questa libertà è messa in pericolo dall’attacco sproporzionato di cui è oggetto Antonio Tabucchi. Il presidente del Senato italiano, Renato Schifani, gli chiede in tribunale l’esorbitante somma di 1,3 milioni di euro per un articolo apparso su L’Unità, giornale che tuttavia non è stato denunciato. Il crimine di Antonio Tabucchi è di aver interpellato Schifani, personaggio centrale del potere berlusconiano, sul suo passato, sulle sue relazioni di affari e le sue frequentazioni sospette – tutte questioni su cui recalcitra a dare spiegazioni. Esaminare il percorso, la carriera e la biografia di un alto responsabile pubblico è tuttavia parte delle domande necessarie e delle legittime curiosità della vita democratica.

Indimidire una coscienza

Par le choix particulier de sa cible – un écrivain qui n’a pas renoncé à exercer sa liberté – et par la somme réclamée – un montant astronomique pour une affaire de presse -, l’objectif recherché est d’intimider une conscience critique et, à travers elle, de faire taire le plus grand nombre. Des récentes poursuites contre la presse d’opposition à ce procès fait à un écrivain européen, nous ne pouvons rester indifférents et passifs devant l’offensive du pouvoir italien contre la liberté de jugement, de critique et d’interpellation.
C’est pourquoi nous témoignons de notre solidarité avec Antonio Tabucchi et vous appelons à nous rejoindre, en signant massivement cet appel.
Per la scelta particolare del suo bersaglio – uno scrittore che non ha rinunciato a esercitare la sua libertà – e per la somma richiesta – un importo astronomico per una questione di stampa – l’obiettivo ricercato è quello d’intimidire una coscienza critica e, attraverso di essa, far tacere la maggioranza. Dalle recenti denunce contro la stampa d’opposizione a questo processo fatto ad uno scrittore europeo, non possiamo restare indifferenti e passivi di fronte all’offensiva del potere italiano contro la libertà di giudizio, di critica e di interrogazione.
È per questo che testimoniamo la nostra solidarietà con Antonio Tabucchi e vi invitiamo ad unirvi a noi, firmando in massa quest’appello.

Laure Adler, giornalista e scrittore ; Théo Angelopoulos, cineasta ; Homero Aridjis, scrittore, ambasciatore del Messico presso l’Unesco; Michel Braudeau, scrittore ed editore; Andrea Camilleri, scrittore ; Patrick Chamoiseau, scrittore; Alain Corneau, cineasta; Constantin Costa-Gavras, cineasta; Antoine Gallimard, Presidente Generale delle Edizioni Gallimard ; Edouard Glissant, scrittore ; Tony Judt, storico e scrittore ; Jean-Marie Laclavetine, editore e scrittore ; Claude Lanzmann, cineasta e scrittore ; Antonio Lobo Antunes, scrittore ; Claudio Magris scrittore ; Antonio Munoz Molina, scrittore ; Marie NDiaye, scrittore, Premio Goncourt 2009 ; Orhan Pamuk, scrittore, Premio Nobel per la letteratura ; Daniel Pennac, scrittore ; Philip Roth, scrittore ; Boualem Sansal, scrittore ; Fernando Savater, scrittore e filosofo ; Jorge Semprun, scrittore ; Mario Soares, politico ; Philippe Sollers, scrittore ; Serge Toubiana, direttore della Cinémathèque française ; Nadine Trintignant, attrice ; François Vitrani, direttore de la Maison de l’Amérique latine.

La lista completa (http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/11/18/la-liste-complete-des-signataires-de-la-petition-en-faveur-d-antonio-tabucchi_1268898_3232.html#ens_id=647065) dei fimatari è disponibile on-line.

[Articolo originale "Nous soutenons Antonio Tabucchi" di Le Monde] (http://www.lemonde.fr/opinions/article/2009/11/18/nous-soutenons-antonio-tabucchi_1268784_3232.html)

atinvidia284
28-11-2009, 23:35
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Gomorra, spazzatura e Governo
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8412 Spagna
[El País]

Un giudice chiede alla Camera l’autorizzazione per arrestare il ‘numero due’ del ministero dell’Economia italiano, accusato di scambiare voti in cambio di favori con la camorra

Chi non ricorda quelle immagini? Napoli tra la fine del 2007 e i primi mesi del 2008. Tutte le televisioni mostrano la meravigliosa città del Vesuvio sommersa dall’immondizia. È appena caduto il governo di Romano Prodi. Diossina, odore fetido, incendi, ribellione popolare. Attacchi agli accampamenti degli zingari. Elezioni: vince Silvio Berlusconi. Napoli lo vota in massa. Il primo Consiglio dei Ministri si celebra lì. “Verrò tutte le settimane fino a che la crisi dell’immondizia non sarà risolta”, dichiara. In appena una settimana, problema risolto. Questo vuol dire governare, quasi un mircolo, commentano i suoi sostenitori.

Chi ha visitato Napoli in quelle settimane sonda l’opinione dei napoletani: l’emergenza immondizia che durava ormai da 15 anni e grazie alla quale molta gente è diventata milionaria – “l’immondizia è ricchezza”, si dice da quelle parti -, era stata creata da una falla nel vecchio patto fra politica e camorra. E si sarebbe potuta risolvere solo rinnovando quell’accordo.

Grazie al libro di Roberto Saviano tutto il mondo sa che Gomorra è lo Stato del sud, il potere più rispettato, l’impresa madre. La grande rete clienterale offre protezione e salari a volontà, la sua metastasi di illegalità contamina tutto: trasporti e costruzioni, droga e politica, sartorie clandestine e gestione portuaria, autostrade e centri commerciali, senza dimenticare la regina degli affari sporchi, il trattamento dei rifiuti – tossici e non – sottomondo di cui la camorra, e soprattutto il clan dei Casalesi, si occupa da 30 anni.

Questa settimana quest’enorme macchia grigia è salita fino allo stesso palazzo del Governo a Roma, martedì il giudice Raffaele Piccirillo ha chiesto alla Camera dei Deputati il via libera per poter arrestare Nicola Cosentino, accusato di “concorso esterno in associazione mafiosa”.

Nato a Casal di Principe nel 1959, Cosentino era il politico emergente del Popolo della Libertà (PDL), la coalizione di Berlusconi. Consigliere della sinistra a 18 anni, fu eletto deputato di Forza Italia nel 1996 ed è l’attuale sottosegretario di Stato all’Economia, vale a dire il numero due del ministro Giulio Tremonti.

Secondo quanto aveva scritto Saviano qualche giorno prima, Cosentino era conosciuto dalle sue parti come Nick O’ Mericano. Nell’accusa di 351 pagine, il giudice Piccirillo afferma che Cosentino lavora da anni per i Casalesi e che ha scambiato voti, denari e favori con il clan più sanguinario e potente della zona.

La notizia si configura come un colpo terribile per la maggioranza. Berlusconi aveva eletto personalmente il fedele Nick come leader locale destinato a recuperare il potere in Campania, regione rossa da 15 anni e con sei milioni di abitanti. Il suo grande momento sarebbe venuto a marzo del 2010, in occasione delle elezioni regionali. I poetici manifesti azzurri con il volto di Cosentino e il simbolo del PDL erano già stampati. “Cosentino è una macchina di voti”, dicevano i suoi difensori assaporando la probabile disfatta di Antonio Bassolino, governatore della Campania del Partito Democratico (processato tre volte per aver truffato la sua regione durante l’emergenza rifiuti.

Però la macchina si è fermata di colpo e la folgorante carriera di Nick è appesa a un filo. Almeno mezza dozzina di pentiti hanno riferito ai magistrati che O’ Mericano non solo lavora per Berlusconi, ma anche per la camorra. Al momento Berlusconi gli ha fatto sapere che manterrà i suoi incarichi di governo e di partito. “Mi ha chiamato diverse volte dicendomi di resistere: ‘Guarda quello che stanno facendo a me a Milano e Palermo’, mi dice. E io resisto”, ha spiegato il barone di Casal di Principe.

Secondo il magistrato, Nick ha vinto quasi tutte le elezioni alle quali si è presentato grazie all’appoggio dei clan mafiosi. Quando arrivava l’ora di votare, argomenta il giudice Piccirillo, i due grandi padrini rivali, Francesco Schiavone detto Sandokan e Francesco Bidognetti detto Cicciotto e’ Mezzanotte, mettevano da parte i loro dissidi e votavano per O’ Mericano.

Il punto di contatto tra la mafia e il politico è la nota impresa mista Eco 4, che appartiene ai Casalesi e si occupa del trattamento dei rifiuti nella provincia di Caserta. Il giudice ritiene che Cosentino avesse il controllo totale della società. Ricorda che aveva fatto pressioni affinché Eco 4 ottenesse una certificazione antimafia e che con la sua mediazione “rafforzò la cupola e le attività illegali del clan”.

I proprietari ufficiali di Eco 4 erano i fratelli Sergio e Michele Orsi. Il secondo è stato assassinato l’anno scorso, poco dopo aver cominciato a raccontare ai giudici ciò che sapeva. Sempre secondo i giudici l’impresa aspirava ad entrare nel 2001 nel superconsorzio dei rifiuti Impregeco. In cambio del bagno di legalità che Cosentino concedeva, il clan poneva a sua disposizione denaro e voti, afferma l’accusa. Un altro pentito, Dario de Simone, dichiara: “Durante la mia fuga mi sono incontrato spesso con l’avvocato Cosentino. In occasione delle elezioni regionali del 1995, mi chiese espressamente di aiutarlo nella sua prossima campagna elettorale”.

Gaetano Vassallo, un altro imprenditore di rifiuti pentito, afferma che Nick riceveva ogni mese una busta gialla dai casalesi con 50.000 dollari. Carmine Schiavone, il primo pentito del clan, cugino di Sandokan, sostiene che il Popolo della Libertà controllava Eco 4 insieme a Luigi Cesaro, altro deputato – che invia ogni mese 20 chili di mozzarella fresca a Berlusconi – e con Mario Landolfi, ex ministro di Alleanza Nazionale e oggi numero due della cupola regionale della Campania del partito di Berlusconi.

Le accuse, che risalgono ai primi anni novanta, lanciano sospetti su tutta la classe dirigente campana. E di conseguenza su quella nazionale. Che cosa sapeva Berlusconi? E l’opposizione? E Fini? Perché i giudici hanno tardato tanto per agire contro Cosentino?

I deputati del PDL hanno chiesto al Governo di inviare un’ispezione giudiziaria a Napoli per “vigilare sui giudici fanatici”. O’ Mericano e i suoi compagni di partito reclamano la sua innocenza. Il giudice ha fretta di arrestare Nick Cosentino. Teme che se non lo fa, questi “distruggerà le prove”. La maggioranza conservatrice deve autorizzare il suo arresto. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha anticipato che “le accuse sono inconsistenti”.

Nick Cosentino riferirà ai deputati il giorno 18. Forse se la caverà. Storicamente la Camera dei Deputati nega ai giudici l’80% delle richieste di arresto contro i colleghi. In un clima dominato da un leader che si dice perseguitato da una caterva di giudici comunisti, non sembra probabile che il Popolo della Libertà (PDL) accetti che uno dei suoi finisca dentro. Soprattutto se si tratta di O’ Mericano, l’uomo che sapeva tutto sulla spazzatura.

[Articolo originale "Gomorra, basura y Gobierno" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/reportajes/Gomorra/basura/Gobierno/elpepusocdmg/20091115elpdmgrep_5/Tes)

pollodigomma2002
29-11-2009, 10:39
10.000 mogli dicono NO a Roma al "velinismo"
http://www.elpais.com/recorte/20091129elpepisoc_3/XLCO/Ies/20091129elpepisoc_3.jpg
El Pais - Articolo integrale (http://www.elpais.com/articulo/sociedad/10000/mujeres/dicen/Roma/velinismo/elpepisoc/20091129elpepisoc_4/Tes)

atinvidia284
30-11-2009, 10:48
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif “Silvio libero”
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8436 Germania
[Frankfurter Rundschau]

Libertà penale grazie a Berlusconi

Roma. Decine di migliaia di imputati in Italia possono rallegrarsi del recentissimo scudo giudiziario che deve proteggere il capo del governo Silvio Berlusconi dalle condanne. Uno dei beneficiari è il comproprietario dell’ex stabilimento Eternit Stephan Schmidheiny. Il processo a Torino, nel quale l’industriale svizzero deve rispondere di 2000 decessi per l’amianto, andrà probabilmente in prescrizione grazie al disegno di legge per salvare Berlusconi.

Come pure il processo contro l’ex patron della Parmalat Calisto Tanzi. Migliaia di piccoli risparmiatori che hanno perso i loro risparmi nel 2003 a causa del crack da 14 miliardi di euro, vedono svanire la speranza che i colpevoli vengano condannati.

Il motivo di tutto ciò è il disegno di legge presentato questa settimana che deve proteggere il premier, dopo l’annullamento dell’immunità parlamentare da parte della Corte Costituzionale a inizio ottobre, dai suoi due processi penali in corso. Con il pretesto di venire in aiuto della giustizia inefficiente, il nuovo disegno di legge prevede un accorciamento degli attuali tempi della durata massima dei processi a sei anni, due anni per ciascuno dei tre gradi di giudizio. Ciò si adatta perfettamente ai due processi in corso per Berlusconi, che sono cominciati più di due anni fa.

Con l’accorciamento della durata dei processi Berlusconi condanna lo stato di diritto, perchè con la proposta non vengono archiviati solo i processi a carico del premier ma in un certo qual modo, come danno collaterale, andranno a monte anche centinaia di migliaia di altri processi.

Sono interessati soprattutto i procedimenti di una certa complessità e in particolare i reati finanziari. Restano esclusi dalla legge i delitti di mafia, l’abuso su minori, il rapimento, così come il reato di immigrazione clandestina e i reati di “allarme sociale”. Mentre grossi truffatori e bancarottieri ne escono impuniti, clandestini e ladri sperimenteranno il braccio duro della legge.

Così si adegua il rapporto superficiale con la giustizia, che riguarda anche altri rappresentanti di spicco della sua coalizione. Come Nicola Cosentino, Sottosegretario di Stato all’Economia e alle Finanze del Governo Berlusconi, che si è mostrato per nulla impressionato dal mandato di cattura spiccato nei suoi confronti questa settimana dalla magistratura campana per rapporti con la mafia: ha confermato, con l’appoggio di Berlusconi, che in primavera si candiderà a presidente della Campania, la regione dove più forte è la camorra.

[Articolo originale ""Free Silvio"" di Dominik Straub] (http://www.fr-online.de/top_news/?em_cnt=2078778&)

FabioGreggio
30-11-2009, 10:51
Un 3d storico.
Mi viene da piangere.
Non per Isso.
Ma per gli italiani che continuano contenti a dare consenso e ad andare verso il suicidio.

fg

atinvidia284
01-12-2009, 10:56
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif La squillo dello scandalo sessuale di Silvio Berlusconi segnala una serie di attacchi e minacce
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8442 Gran Bretagna
[The Guardian]

La squillo che dichiara di aver passato la notte col Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha affermato di essere diventata l’obiettivo di una serie di attacchi e minacce dopo la pubblicazione delle presunte registrazioni relative al loro incontro.

In un libro che sarà pubblicato martedì e in cui racconta la sua esperienza, Patrizia D’Addario aggiunge una dimensione lesbo alle insinuazioni che circondano il leader miliardario italiano.

La quarantadueenne ha rivelato che dopo le sue dichiarazioni un’automobile ha tentato di urtare la sua su una strada vicino a Bari, sua città natale,nel sud Italia. Ha raccontato di aver accelerato e di aver perso il controllo dell’auto.

“Mi sono ritrovata sull’altra parte della carreggiata, nel senso opposto. Mi sono salvata per miracolo,” scrive in un estratto del suo libro pubblicato oggi da un quotidiano di sinistra nato di recente, il Fatto Quotidiano.

La D’Addario sostiene anche di essere stata oggetto di un tentativo di stupro e di aver ricevuto numerose telefonate minatorie. In una di queste una voce ha minacciato di rapirla e di stuprare sua figlia. Sua madre è stata colpita a pugni in faccia per strada.

Nell’ultimo incidente, qualcuno ha fatto irruzione nel suo appartamento. I ladri hanno preso molti abiti, i diari e il computer, ma hanno lasciato un televisore molto costoso, scrive.

L’uomo che aveva accompagnato la D’Addario a casa del Presidente del Consiglio è indagato a Bari per traffico di droga e per induzione e favoreggiamento della prostituzione. Berlusconi non è indagato in questa inchiesta ed i suoi avvocati hanno negato che le registrazioni della squillo fossero originali.

La pubblicazione del libro della D’Addario porta nuovamente alla ribalta questo scandalo dopo che l’attenzione dell’opinione pubblica si era spostata su un altro scandalo sessuale che ha coinvolto l’ex governatore di centro-sinistra del Lazio. Piero Marrazzo ha rassegnato le dimissioni dopo essere stato filmato mentre assumeva droghe e faceva sesso con un transessuale.

La settimana scorsa, una figura chiave nello scandalo, una prostituta transessuale brasiliana, è stata trovata morta nel suo appartamento nella capitale. Gli investigatori considerano la sua morte un omicidio.

La D’Addario afferma di aver visitato la residenza privata di Berlusconi a Roma per due volte durante lo scorso anno. La prima volta, racconta, fra gli ospiti alla cena c’erano due lesbiche. “Si trovano a loro agio” scrive la D’Addario. “Si baciano e si accarezzano e si rivolgono al Premier con molta confidenza”.

Tutto questo ha rilevanza politica. Molti italiani conservatori, pronti a perdonare, se non ad approvare, la promiscuità eterosessuale saranno sconcertati dall’affermazione che la vita privata del loro leader include anche l’omosessualità femminile.

Nel suo libro, scritto con una giornalista italiana di punta, la D’Addario afferma che le due donne erano tra le 20 presenti alla prima festa. Ad un certo punto è stato mostrato loro un documentario politico con sequenze nelle quali veniva cantato l’inno del partito del primo ministro (”Meno male che Silvio c’è”).

“Tutti nella stanza cominciano a cantare con le mani alzate e fanno la ola. Io guardo incuriosita e il mio primo pensiero è che mi trovo in un harem… Facendo la escort pensavo di aver visto un bel po’ di cose, ma questa mi mancava, venti donne per un unico uomo.”

Gradisca, Presidente. Di Patrizia D’Addario e Maddalena Tulanti. Aliberti Editore.

[Articolo originale "Call girl in Silvio Berlusconi sex scandal claims series of attacks and threats" di John Hooper] (http://www.guardian.co.uk/world/2009/nov/22/silvio-berlusconi-patrizia-daddario-book)

atinvidia284
01-12-2009, 11:00
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif I quattro processi che minacciano “Il Cavaliere”
Ottobre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8434 Francia
[Le Figaro]

Silvio Berlusconi potrà difficilmente evitare di comparire in giudizio. Quattro processi l’aspettano, anche se sembra impossibile ottenere una condanna definitiva prima della prescrizione.

Silvio Berlusconi potrà difficilmente evitare di comparire in giudizio. Potrebbe tentare di farlo, facendo approvare una nuova legge d’eccezione che rispetta, diversamente da quella respinta dalla Corte Costituzionale, l’articolo 3 della Costituzione che sancisce l’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge. Iniziativa che, a meno di non venire avvallata dai due terzi del Parlamento, ciò che sembra tuttavia difficile, avrebbe vita breve. Anche un ritorno alle urne, che lo rieleggerebbe senza dubbio con un largo consenso, non risolverebbe il suo problema con la giustizia.

Dovrà quindi rassegnarsi a ritornare nelle aule di tribunale. L’aveva anticipato prima della sentenza: per difendersi davanti in tribunale avrebbe dovuto rubare parte del suo tempo al servizio del paese.

Quattro processi l’aspettano. I suoi avvocati faranno di tutto per limitare le sue comparizioni e moltiplicare gli intoppi alle udienze in modo da allungare il procedimento. Sembra impossibile ottenere una condanna definitiva prima della prescrizione.

1 – Il caso David Mills: si tratta del processo principale. Negli anni 1980, dieci anni prima dell’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, quest’avvocato d’affari britannico l’avrebbe convinto a creare una rete di società finanziarie in alcuni paradisi fiscali. Queste sarebbero servite ad alimentare dei fondi neri, in particolare quelli del partito socialista di Bettino Craxi.

Davanti alla giustizia, Mills, per cui il processo si è aperto nel 2004, non ha saputo giustificare l’origine dei 600,000 dollari ritrovati sui suoi conti e considerati dall’accusa come tangenti versate dalle holding Fininvest di Berlusconi, in cambio di false testimonianze. A febbraio scorso, è stato condannato in primo grado a quattro anni e sei mesi di carcere. Lunedì a Milano si apre il processo d’appello.

Ad ottobre del 2008, il caso di Silvio Berlusconi, accusato di corruzione in quanto (all’epoca) padrone della Fininvest, è stato scorporato al momento dell’entrata in vigore del lodo Alfano. Ora, sarà giudicato da un’altra corte, con dei dibattimenti che dovranno ripartire da zero. Improbabile un verdetto definitivo prima della prescrizione di qui a due anni.

2 – I diritti televisivi : Dal 2007, Silvio Berlusconi è coimputato, con altri sette manager della Finninvest, per « falsificazione del bilancio » e «creazione di fondi neri all’estero » in un affare di sovrafatturazione di diritti televisivi, pari a 276 milioni di dollari, fino al 1999. Degli agenti « dipendenti della Fininvest », secondo l’accusa, vendevano e ricompravano delle fiction all’estero intascando cospicue commissioni. Nel migliore dei casi, il verdetto in prima istanza è atteso per il 2012.

3 – Un processo per « frode fiscale » concerne la vendita di diritti cinematografici all’estero. Processo nel quale sono inputati anche il presidente della Fininvest Fedele Confalonieri e il mediatore americano Frank Agrama.

4 – Un processo per corruzione : Infine, il tribunale di Roma dovrebbe riprendere il processo per corruzione di due senatori di sinistra eletti all’estero e corrotti per raggiungere la maggioranza.

[Articolo originale "Les quatre procès qui menacent «Il Cavaliere»" di Richard Heuzé (http://www.lefigaro.fr/international/2009/10/09/01003-20091009ARTFIG00008-les-quatre-proces-qui-menacent-il-cavaliere-.php)]

atinvidia284
03-12-2009, 10:23
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif Berlusconi finisce sotto pressione da tutti i fronti
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8438 Austria

[Der Standard]

Giudici e processi, deputati del suo partito e un nuovo film sulla sua vita sessuale incupiscono l’umore del premier.

Inoltre Camera e Senato sono fermi per mancanza di lavoro.

Al senato a Roma martedì è iniziata la discussione sulla diciannovesima legge speciale che deve proteggere il Presidente del Consiglio del paese dalla persecuzione giudiziaria. Sulle conseguenze della nuova “Lex Berlusconi” le opinioni sono largamente contrastanti. Secondo il convincimento del Ministro della Giustizia Angelino Alfano l’accorciamento dei processi comprometterebbe “solo l’1 per cento di tutti i processi in corso”. L’Associazione Magistrati invece vede “minacciati il 50 per cento di tutti i processi”.

Il capo del governo vuole liberarsi di due processi in corso a Milano “ prima di febbraio”. A questo se ne potrebbe aggiungere presto un terzo: il pentito mafioso Gaspare Spatuzza accusa il premier di aver trattato con due boss mafiosi. Berlusconi esibisce ormai solo un’espressione cupa. Con irritazione crescente il premier registra all’interno della sua coalizione anche scontri di crescente e durevole litigiosita’.

Questo fine settimana ha dovuto difendere il Ministro delle Finanze Giulio Tremonti da un violento attacco del suo collega ministro Renato Brunetta. Anche i continui rimproveri del suo compagno di coalizione Gianfranco Fini innervosiscono il Cavaliere. Con un indice di gradimento del 60 per cento il Presidente della Camera dei Deputati ha decisamente superato il capo del governo (48 per cento). Il libro di Fini “Il futuro della libertà” si trova subito dietro a quello di Andrea Camilleri. Il quotidiano della famiglia Berlusconi “Il Giornale” ha avuto solo parole velenose per la “novità editoriale del compagno Fini”.

Comprensibile quindi che questo cattivo clima trovi eco anche in Parlamento. Nonostante la piena maggioranza alla Camera e al Senato la coalizione di destra la settimana scorsa ha dovuto porre la fiducia per la ventiseiesima volta, perché la Lega Nord non ha voluto appoggiare una legge sulla privatizzazione dell’acqua potabile. In diciotto mesi il governo ha incassato ben 33 fallimenti di voto. Il Parlamento – superfluo agli occhi del capo del governo – vota quindi solo le proposte del governo, mentre ad altre leggi il ministro delle Finanze Tremonti nega la copertura finanziaria.

“Siamo solo animali da voto”, si lamenta il deputato di destra Giancarlo Mazzuca. I senatori lavorano otto ore alla settimana per 16.000 euro di stipendio mensile, la Camera è addirittura rimasta chiusa dieci giorni per “mancanza di lavoro”. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano si lamenta del “lavoro insufficiente dei parlamentari”.

Le elezioni regionali previste per marzo preannunciano nuove turbolenze all’interno della coalizione. In Campania solleva polemiche la candidatura del Sottosegretario sospettato di rapporti con la camorra Nicola Cosentino, in Veneto il Presidente della Regione in carica non vuole farsi esautorare dalla Lega.

Anche una nuova pubblicazione, che mercoledì arriva nelle librerie in Italia, lascia presagire qualcosa di sgradito per Berlusconi. In un libro dal titolo “Gradisca, Presidente” la prostituta Patrizia D’Addario descrive una notte con il Premier nella sua residenza privata. Le riprese per la trasposizione cinematografica del libro dovrebbero cominciare a breve. Oltre alla D’Addario dovrebbero comparire nel film anche altre “partygirls”.

[Articolo originale "Berlusconi gerät von allen Seiten unter Druck" di Gerhard Mumelter] (http://derstandard.at/1256745573850/Berlusconi-geraet-von-allen-Seiten-unter-Druck)

atinvidia284
04-12-2009, 21:17
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Silvio Berlusconi affronta un nuovo processo per corruzione
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8471 Gran Bretagna

[The Times]

Il processo in cui Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio italiano, è accusato di aver pagato una tangente di $600,000 a David Mills, suo ex consulente finanziario, riprenderà la settimana prossima.

Mills — l’ex marito di Tessa Jowell, Ministro per le Olimpiadi — è stato condannato a quattro anni e mezzo per aver testimoniato il falso per conto di Silvio Berlusconi, dietro compenso in denaro, in processi per corruzione tenutisi negli anni ‘90. Il primo dei due appelli contro il verdetto è stato respinto ad ottobre, e la Corte Suprema ha tempo fino al prossimo aprile per accettare o respingere il secondo e ultimo appello di Mills.

La ripresa dell’accusa contro Berlusconi per aver presumibilmente elargito la tangente segue una sentenza della Corte Costituzionale di ottobre: tale sentenza annulla una legge che il Presidente del Consiglio ha portato in Parlamento l’anno scorso, che gli garantiva l’immunità giudiziaria.

Le cause contro di lui, sospese quando la legge era in vigore, possono ora riprendere. Ciononostante, la causa contro Berlusconi per la presunta tangente a Mills ricomincia dall’inizio e l’udienza preliminare oggi a Milano è stata dedicata all’elezione di un nuovo collegio di giudici.

Il nuovo collegio è composto da tre giudici donna, con Francesca Vitale, il presidente, affiancata da Antonella Lai e Caterina Interlandi. La nuova corte ha stabilito la prima udienza per il 4 dicembre. Niccolò Ghedini, avvocato di Berlusconi e deputato del Popolo della Libertà, ha dichiarato che il Presidente del Consiglio non sarà presente perché in quella data presidierà un Consiglio dei Ministri.

Secondo Il Giornale, quotidiano di proprietà di suo fratello Paolo, Berlusconi è preoccupato soprattutto per un’altra udienza, che avrà luogo anch’essa venerdì prossimo, in cui Marcello Dell’Utri — co-fondatore di Forza Italia, il partito che Berlusconi creò per entrare in politica nel 1994 — farà appello contro una sentenza di nove anni per “associazione mafiosa”.

La Corte d’appello di Torino ascolterà la testimonianza di Gaspare Spatuzza, un condannato per mafia pentito, che, nella deposizione resa pubblica la settimana scorsa dai procuratori di Palermo, dichiara che Giuseppe Graviano, un boss di Cosa Nostra, nel 1994 gli riferì che la mafia siciliana aveva “collegamenti diretti” con Berlusconi e Dell’Utri.

La Stampa ha definito l’accusa una potenziale “bomba atomica”, che potrebbe indebolire il Presidente del Consiglio se conducesse a una rinnovata inchiesta sui suoi presunti collegamenti passati con la mafia. Oggi, Berlusconi accusa magistrati e procuratori “di sinistra” di cercare di “far cadere il suo governo” e di “portare il Paese sull’orlo della guerra civile”.

I collaboratori di Berlusconi dichiarano che l’”assurda” accusa di collegamenti con la mafia è stata già esaminata in passato senza esito. In ogni caso, le ultime accuse arrivano in un periodo in cui Berlusconi è già sotto pressione per scandali di sesso, processi per corruzione e un costoso divorzio, e deve affrontare i dissidi crescenti nella sua coalizione di centro-destra. Ha minacciato di indire elezioni anticipate se il governo venisse rovesciato.

Il Presidente della Repubblica Napolitano, parlando coi giornalisti al Palazzo del Quirinale, ha invocato la calma, difeso l’indipendenza della magistratura e dichiarato che “niente può far cadere un governo che ha una maggioranza solida”.

Berlusconi tenta di fare approvare al Parlamento una nuova legge che stabilisca limiti alla durata dei processi, che dichiara essere parte di una necessaria riforma della giustizia, ma che i suoi critici ritengono progettata per metterlo in salvo dopo la perdita dell’immunità. Con l’attuale legge sulla prescrizione, le accuse che affronta sul caso Mills scadono nel 2011, mentre le accuse di un secondo processo in cui è accusato di frode fiscale per l’acquisto di diritti TV da parte di Mediaset, la sua società televisiva, scadono nel 2012.

Il processo Mediaset è ripreso questo mese, ma Berlusconi non si è presentato, sostenendo che doveva essere all’apertura di un vertice delle Nazioni Unite sull’alimentazione a Roma. Il processo è stato aggiornato a gennaio.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi faces new bribery trial hearing" di Richard Owen] (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6935042.ece)

atinvidia284
04-12-2009, 21:18
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Nicola Cosentino, segretario di Stato italiano, accusato di legami con la Camorra
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8477 Francia

[Le Monde]

Non si dimetterà ed è molto improbabile che la “commissione giustizia” dell’Assemblea nazionale accetti, mercoledì 25 novembre, la richiesta dei giudici di Napoli i quali vorrebbero porre Nicola Cosentino, sospettato di legami con la Camorra, agli arresti domiciliari per “concorso esterno in associazione mafiosa”. In cinquant’anni, i parlamentari italiani hanno acconsentito solo cinque volte, su una quarantina, a privare un deputato dell’immunità.

Segretario di Stato all’economia, deputato del Popolo della libertà (PDL), responsabile in Campania del partito fondato da Silvio Berlusconi e candidato alla presidenza della regione nel marzo 2011, Cosentino nega i fatti che gli vengono attribuiti. Assicura che i pentiti e l’imprenditore che lo accusano di essere “un referente politico” della Camorra sono dei “bugiardi” che vogliono nuocergli nel momento in cui si appresta a candidarsi. “Dei cocainomani!”, si è sfogato in televisione.

Tuttavia, le confessioni di coloro i quali lo mettono in causa sono precise. Dirigente di un’impresa di riciclaggio di rifiuti a Casal di Principe, Nicola Cosentino è accusato da cinque persone di aver ricevuto tangenti e di aver avuto una carriera politica ampiamente facilitata dalla Camorra, la quale gli avrebbe fornito dei voti in cambio di traffici ai quali il deputato avrebbe acconsentito. “Nel 1995, racconta uno dei suoi accusatori, Cosentino mi ha chiesto di aiutarlo nella sua campagna elettorale. Mi sono dato molto da fare per lui. Ho chiesto a molte persone di votare per lui. Quando chiedevo un favore, non mi si rifiutava nulla. È un po’ tutta l’Organizzazione ad essersi occupata della sua elezione”.

È vero che la carriera di Cosentino è stata piuttosto rapida e rettilinea. Non ha che 20 anni quando diventa consigliere municipale di Casal di Principe nel 1978, appena qualche anno in più quando è eletto consigliere della provincia di Caserta. Nel 1995, viene eletto alla regione e un anno più tardi alla Camera dei deputati nelle fila di Forza Italia. Nel 2008, entra a far parte del governo.

Il caso Cosentino ha scatenato estrema tensione all’interno della coalizione di maggioranza. Per il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini, il deputato non può restare al governo né rappresentare la maggioranza alle elezioni regionali. Berlusconi, i cui processi sono ripresi dopo la perdita della protezione giuridica della sua immunità, vedrebbe di cattivo occhio che le dimissioni di uno dei suoi tenenti possa servire da pretesto all’opposizione per reclamare la sua.

Ogni giorno o quasi, Silvio Berlusconi deve affrontare la fronda di uno dei suoi ministri o di uno dei membri della sua maggioranza, come se si fossero messi d’accordo per testare la sua autorità. Il progetto di legge che introduce un limite di sei anni alla durata dei processi, che potrebbe essere presentata al Senato a partire da martedì, non fa l’unanimità. Il presidente del Consiglio avrebbe minacciato il ministro della giustizia di “dimissionarlo” se non dovesse riuscire a farla approvare il più presto possibile.

In un altro registro, il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, ha accusato domenica il suo collega dell’economia di ostacolare la ripresa economica attraverso una politica del rigore inappropriata. In un’intervista al Corriere della Sera, Brunetta ha confidato di essere quasi “venuto alle mani” con Giulio Tremonti durante l’ultimo consiglio dei ministri. Il giorno precedente, Fini aveva definito “stronzi” quelli che discriminano gli stranieri. Sentendosi preso di mira, Roberto Calderoli, ministro della semplificazione amministrativa, ha risposto “Gli stronzi sono quelli che li illudono”. Berlusconi ha ripetuto che il suo governo terrà fino al…2013.

[Articolo originale " Nicola Cosentino, secrétaire d'Etat italien, est accusé de liens avec la Camorra " di Philippe Ridet] (http://www.lemonde.fr/europe/article/2009/11/23/nicola-cosentino-secretaire-d-etat-italien-est-accuse-de-liens-avec-la-camorra_1270816_3214.html#xtor=RSS-3214)

atinvidia284
07-12-2009, 21:08
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Il momento di dire addio
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8491 Gran Bretagna
[The Economist]

La carriera politica di Silvio Berlusconi è in bilico. Dovrebbe andarsene.

Persino per i suoi standard, questa è stata una brutta settimana per Silvio Berlusconi, Presidente del Consiglio italiano. Il tribunale ha chiesto una fideiussione per il pagamento di una multa enorme che pesa sulla sua società Fininvest, per l’acquisizione nel 2000 della Mondadori, la casa editrice più grande d’Italia. Sua moglie, Veronica, cerca di ottenere un lauto assegno di divorzio. Il processo in cui è accusato di aver corrotto un avvocato inglese, David Mills, è ripartito dopo che la sua immunità è stata annullata. Sono emerse nuove accuse che testimonierebbero alcuni suoi precedenti rapporti con la mafia. Questo fine settimana è stata organizzata a Roma una manifestazione di protesta intitolata “No Berlusconi Day”. Berlusconi ha fatto della sopravvivenza politica un’arte, ma anche lui ora sembra essere in difficoltà.

Il punto di vista di “The Economist” su Berlusconi è rimasto invariato. Abbiamo criticato la sua entrata in politica nel 1993-94. Nel 2001 abbiamo detto che era inadatto a governare l’Italia. Nel 2006 abbiamo consigliato gli elettori italiani di dire “Basta!” al suo governo. Li abbiamo esortati a sostenere l’avversario di centro-sinistra nel marzo 2008. Eppure siamo stati cauti nell’unirci al coro di estesi e pruriginosi articoli su una sconcertante serie di scandali sessuali che quest’anno ha travolto il 73enne Presidente italiano. Preferiamo giudicarlo su due questioni più sostanziali: il conflitto di interesse tra la sua attività economica e politica, e i risultati prodotti dal suo governo.

Gli eventi di questa settimana hanno gettato una luce oscura sulla prima di queste due questioni. La riesumazione di vari casi giudiziari che coinvolgono direttamente lui o dei suoi collaboratori, oltre a una serie di altre attività economiche e questioni giudiziarie, distraggono lui e il suo governo da altre responsabilità. Il danno è evidente. Con la crisi finanziaria e la recessione, l’attenzione si è spostata dalle difficoltà economiche dell’Italia alla situazione in cui si trovano paesi come la Grecia. Eppure, sebbene l’ammirevole piccola imprenditoria del nord sia fiorente, l’intero paese è ancora molto indietro. Quest’anno al terzo trimestre il PIL ha avuto il calo maggiore della media dell’euro-zona, e si prevede una caduta di quasi il 5% nel 2009, un calo sostanziale come in ogni altro grosso paese dell’Europa occidentale.

Il governo Berlusconi è stato incredibilmente tardivo nel reagire a questa situazione. Per molto tempo il Presidente ha negato che l’Italia sarebbe entrata in recessione. Ha usato la grave situazione finanziaria come pretesto per giustificare incentivi fiscali italiani molto inferiori rispetto ad altri grandi paesi. A differenza di alcuni coraggiosi capi politici, ha anche trascurato di promuovere il tipo di riforme economiche necessarie per ripristinare la competitività del paese, che si è fortemente deteriorata nei confronti della Germania. L’Italia resta troppo regolamentata e si piazza molto male nelle classifiche internazionali su temi come la facilità di avviare un’impresa, la diffusione della corruzione, la quota d’investimenti nella ricerca e la qualità dell’istruzione.

Nel suo terzo governo Berlusconi ha perseguito una politica estera eccentrica, non allineata a quella degli altri paesi occidentali alleati dell’Italia. Ha stretto legami con la Russia di Vladimir Putin e con la Libia di Muammar Gheddafi con l’intento di perseguire gli interessi energetici italiani (questa settimana è stato in Bielorussia, dove si è intrattenuto con un altro dittatore, Alyaksandr Lukashenko). Sotto la presidenza di Berlusconi l’Italia continua a giocare un ruolo di secondo piano nell’Unione Europea e nel resto del mondo.

Vai, vai, Silvio!

Anche grazie alla sue macchinazioni, non vi è un naturale successore che possa prenderne il posto, se Berlusconi abbandona la politica. Alcuni suoi sostenitori dicono che è meglio restare con lui, perché l’alternativa sarebbe il caos. Eppure l’Italia ha altri potenziali capi: Gianfranco Fini, nel suo stesso partito, che complotta apertamente per spodestare Berlusconi, Pier Ferdinando Casini, al centro, che si è tenuto fuori dal terzo governo Berlusconi, ma anche il nuovo capo di centro-sinistra, Pierluigi Bersani, che ha spinto in direzione delle riforme durante il governo di Romano Prodi.

Uno di questi verrebbe sicuramente fuori, se solo Berlusconi decidesse di andarsene. Chiunque sia potrebbe anche completare la trasformazione del paese, che Berlusconi ha bloccato quando negli anni ‘90 è entrato in politica. L’Italia starebbe meglio se ora il cavaliere galoppasse fuori dalla scena.

[Articolo originale "Time to say addio"] (http://www.economist.com/opinion/displaystory.cfm?story_id=15017197)

atinvidia284
07-12-2009, 21:11
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Silvio Berlusconi perseguitato dalla giustizia … e dalla mafia
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8499 Francia
[Le Figaro]

Il Cavaliere denuncia le accuse “demenziali” di un pentito. Gianfranco Fini parla di “bomba atomica”.

“Silvio Berlusconi confonde il consenso popolare che gli dà la legittimità di governare con una sorta di immunità nei confronti di tutte le altre autorità di controllo, Parlamento, magistratura, capo dello Stato”, ha affermato Gianfranco Fini. “Si sente come un monarca assoluto. Gli ho detto in privato: ricordati che a un altro [Luigi XVI, N.d.R.], hanno tagliato la testa”, ha proseguito il presidente della Camera dei deputati. Le sue frasi, pronunciate bisbigliando durante la consegna di un premio, quando credeva spenti i microfoni, hanno suscitato una tempesta politica all’interno della maggioranza. Tanto più che il suo interlocutore, che aveva incontrato per la prima volta, è un procuratore della Repubblica, specie odiata da Silvio Berlusconi. Circostanza aggravante: Gianfranco Fini ha paragonato ad una “bomba atomica” le accuse di un pentito di mafia, Gaspare Spatuzza, che chiama in causa una presunta responsabilità di Silvio Berlusconi negli attentati del 1993. Fini si è augurato che le inchieste vengano condotte “scrupolosamente”.

La sera stessa, Fini, che non ha mai smesso di marcare la sua diversità dal Cavaliere, ha affermato di non aver “nulla da chiarire”, aggiungendo: “Sono convinto che Berlusconi non ha nulla a che vedere con la mafia, ma egli deve rispettare gli altri poteri”, in particolare la giustizia. La presidenza del Popolo della libertà (PDL), il partito di Silvio Berlusconi, gli ha intimato di allinearsi o di dimettersi dal movimento, di cui egli è il numero due. Silvio Berlusconi si trova alla vigilia di scadenze delicate. Venerdì si svolgerà un’udienza cruciale a Torino: il senatore Marcello Dell’Utri, a lui molto vicino, è ricorso in appello per una condanna in primo grado a nove anni di prigione per “concorso esterno in associazione mafiosa”.

Non-luogo [a procedere N.d.T.] nel 1998

Il tribunale vuole sentire Gaspare Spatuzza. Un assassino patentato della mafia che ha ucciso Don Puglisi, prete carismatico del quartiere Brancaccio di Palermo. Ha anche rubato la Fiat 126 imbottita di esplosivo che ha provocato la morte del giudice Paolo Borsellino e di cinque agenti della scorta, nel 1992 a Palermo. Questo lugubre personaggio, condannato all’ergastolo, collabora con la giustizia da luglio 2008. Lo scorso giugno, con un ritardo sorprendente, ha fatto i nomi di Silvio Berlusconi e di Marcello Dell’Utri.

Le sue accuse hanno attirato l’attenzione di tre procure differenti. In otto deposizioni successive, Spatuzza ha raccontato a suo modo la storia degli attentati commessi nel 1993 dalla mafia a Milano, Firenze e Roma. Questi attentati, che hanno fatto 11 morti, sarebbero stati organizzati per ottenere un alleggerimento del regime carcerario inflitto ai boss della mafia. Secondo Spatuzza, due di loro, vicini al capo dei capi Totò Riina, avrebbero allora negoziato con il senatore Dell’Utri, in qualità di rappresentante di Silvio Berlusconi in Sicilia. Giuseppe Graviano, uno dei due, gli avrebbe confidato nel gennaio 1994 di essere “molto contento” perché aveva “ottenuto tutto” da Berlusconi, che si preparava per entrare in politica il mese successivo. La Repubblica, poco tenera con il Cavaliere, afferma che i fratelli Graviano avrebbero finanziato all’inizio Edilnord, la società immobiliare di Berlusconi. Lui si dice “disgustato” e parla di accuse “demenziali ed infamanti”. “Nessun governo ha fatto tanto quanto il nostro per combattere la mafia”, afferma rivendicando le leggi adottate da quando è tornato al potere, nel maggio 2008.
Per sei anni, le procure di Firenze e di Palermo hanno indagato su presunte affiliazioni di Berlusconi con la mafia. Prima di concludere con un non-luogo a procedere nel 1998. Sabato scorso, la procura di Firenze ha fatto sapere, dietro insistenza del capo dello Stato, che Silvio Berlusconi non era stato iscritto tra gli indagati. Quella di Palermo non rilascia dichiarazioni in merito.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi pourchassé par la justice… et la mafia" di Richard Heuzé] (http://www.lefigaro.fr/international/2009/12/03/01003-20091203ARTFIG00015-silvio-berlusconi-pourchasse-par-la-justice8230-et-la-mafia-.php)

atinvidia284
09-12-2009, 19:59
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Spatuzza tira in ballo Berlusconi e Dell’Utri negli attentati mafiosi del 1993
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8526 Spagna
[El País]

Il primo ministro e il suo braccio destro, Marcello Dell’Utri, considerano le accuse assurde.

Pochi minuti prima di mezzogiorno, in un un silenzio tombale, è entrato nell’aula bunker del Tribunale di Torino, Gaspare Spatuzza, il boss pentito della mafia siciliana chiamato come testimone nel processo d’appello contro il senatore Marcello Dell’Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi dagli anni settanta e condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Spatuzza era protetto da dieci carabinieri e si copriva il viso con una sciarpa azzurra. Si è seduto dietro un tendaggio bianco che lo proteggeva dagli sguardi indiscreti dei più di duecento giornalisti accreditati e del numeroso pubblico ed ha iniziato la sua deposizione dicendo: “Dirò tutta la verità e non nasconderò nulla”.

L’interrogatorio è iniziato in ritardo perché la difesa di Dell’Utri ha cercato di fermare la testimonianza, considerandola ingiustificata. Il tribunale ha rifiutato la richiesta e Spatuzza, 45 anni, collaboratore di giustizia dal marzo 2008 con la benedizione dei suoi capi e l’appoggio spirituale del vescovo dell’Aquila, ha cominciato a raccontare la sua storia.

Con voce sicura, ha riconosciuto che dal 1980 al 2000 aveva fatto parte di una “organizzazione terroristica mafiosa chiamata Cosa Nostra.”; ha ricordato che era parte integrante del clan Graviano ed ha ammesso di essere stato condannato a vari ergastoli per “circa quaranta omicidi, sequestri di persona e attentati”.

Ha spiegato di aver detto “terroristica” perché, all’inizio degli anni novanta, Cosa Nostra aveva realizzato vari attentati con bombe, “cosa che prima non facevamo”. Si è autoaccusato dell’attentato che uccise il giudice Paolo Borsellino, e ha ammesso che la mafia festeggiò quella morte e quella del giudice Falcone nel 1992 “perché erano i nostri principali nemici”.

Il confidente della famiglia di Brancaccio si occupò anche di realizzare gli attentati successivi, nel 1993 e nel 1994, a Roma, Milano e Firenze, che provocarono la morte di dieci persone. Erano, ha detto, attentati anomali: “Quei morti non ci appartenevano: un giorno lo dissi a Giuseppe, che era come mio padre: ‘Abbiamo ammazzato dei bambini come la piccola Nadia’. Mi rispose: abbiamo fatto bene ad ammazzarli, così chi si deve muovere si dà una mossa”.

La chiave della testimonianza arriva in questo momento. Spatuzza ricorda un appuntamento nel 1994 con il suo diretto superiore a Roma: “Incontrai Giuseppe nel bar Doney di Via Veneto, era contento come se avesse vinto alla Lotteria. Ci sedemmo e lui mi disse che dovevamo uccidere alcuni carabinieri per dare il colpo di grazia. Che avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo grazie alla serietà delle persone che avevano portato avanti questa storia, e non come quei quattro crasti dei socialisti che avevano preso i voti nel 1988 e nel 1989 e poi ci avevano fatto la guerra” ha riferito.

“Mi fece due nomi, tra questi quello di Berlusconi” ha affermato il pentito. “Gli chiesi se era quello di Canale 5 e lui mi disse di sì, e che c’era anche un nostro compaesano, Dell’Utri. Graviano disse che grazie alla serietà di queste persone tenevamo il paese nelle nostre mani”.

Più avanti Spatuzza ricorda un incontro con Filippo Graviano, altro capo dello stesso clan, nel carcere di Tomezzo, dove il boss sta scontando un ergastolo. “Nel 2004 era molto giù, io gli parlai dei nostri figli, di non fargli fare la nostra stessa vita… Mi disse che avrebbe fatto sapere a suo fratello Giuseppe che se non fosse arrivata una cosa che doveva arrivare, avrei dovuto parlare con i giudici”.

Davanti alla richiesta del giudice Gatto di spiegare “da dove doveva arrivare”, Spatuzza cita nuovamente Berlusconi e Dell’Utri. “Perché ha tardato tanto tempo per parlare di loro?” incalza il giudice. “La mia paura a parlare del primo ministro era ed è tanta. Quando ho iniziato a parlare con i giudici dell’antimafia, Berlusconi era primo ministro, e il ministro della Giustizia era uno (Angelino Alfano) che io ritenevo essere il vice di Dell’Utri”.

Spatuzza iniziò ad allontanarsi da Cosa Nostra nel 1999. “Avevo iniziato un percorso di ravvedimento personale, è stato un cammino bellissimo e doloroso allo stesso tempo”, ha detto. Fu aiutato dal cappellano della prigione e dal vescovo dell’Aquila, monsignor Molinari, che lo confessò “due o tre volte”, secondo quanto ha raccontato.

Probabilmente, una volta convertito alla religione, il pentito voleva veder revocata la scomunica che ricadeva su di lui, dopo l’assassinio del prete siciliano Don Pino Puglisi. “Devo onorare tutti quei morti, tutta quella tragedia. Ho passato molti anni nel male; ora devo fare del bene. È un mio dovere”, ha sostenuto.

Le accuse di Spatuzza sono state definite “assurde”da Silvio Berlusconi. “Sono accuse che si commentano da sole. In Italia non c’è nessuno disposto a credere a queste assurdità”, ha commentato all’uscita dal Consiglio dei Ministri.

Marcello Dell’Utri, che ha parlato con i media presenti nel Tribunale di Torino, ha detto che l’interesse della mafia è “far cadere il Governo che sta lottando contro Cosa Nostra come mai nessuno prima”. “Spatuzza è un pentito della mafia, non dell’antimafia” ha sottolineato.

I giudici vogliono ora verificare l’attendibilità del testimone. Il processo d’appello di Dell’Utri proseguirà a Palermo l’11 dicembre con le dichiarazioni in videoconferenza dei capi Filippo e Giuseppe Graviano.

[Articolo originale "Spatuzza implica a Berlusconi y a Dell'Utri en los atentados mafiosos de 1993" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/internacional/Spatuzza/implica/Berlusconi/Dell/Utri/atentados/mafiosos/1993/elpepuint/20091204elpepuint_8/Tes)

atinvidia284
14-12-2009, 14:50
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif L’ombra della mafia si avvicina di nuovo su Silvio Berlusconi
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8523 Spagna
[La Vanguardia]

Un’altra volta persone di sua fiducia sono implicate con il crimine organizzato.

La densa ombra del crimine organizzato incrocia da martedì scorso il cammino di Silvio Berlusconi. Per la seconda volta nella sua particolare carriera politica, il primo ministro italiano si vede implicato in una pericolosa vicinanza con la mafia che finora si è adoperata per non pregiudicare la sua figura.

Come ci ha riferito il nostro corrispondente da Roma, il sottosegretario all’Economia e candidato ufficiale del centrodestra al governo della regione Campania, Nicola Cosentino, è stato accusato di complicità con la Camorra e dovrà affrontare un procedimento preliminare per il quale potrebbe perdere l’immunità parlamentare ed essere arrestato. Cosentino, un politico che la voce popolare associa da anni con la Camorra e con il malaffare dello smaltimento dei rifiuti di Napoli, è stato incoraggiato a resistere dallo stesso Berlusconi, che ha già esperienza di processi contro se stesso e i suoi collaboratori.

Se Berlusconi non lo impedirà – magari manipolando leggi, giudici e magistrati – questo caso appena iniziato ha le carte in regola per complicare molto le cose a Cosentino, uno degli uomini forti del Popolo della Libertà (PDL), il partito del Cavaliere. Infatti il magistrato napoletano Raffaele Piccirillo è convinto del fatto che Cosentino “contribuisce dagli anni Novanta a rinforzare le attività” dei clan camorristi Bidognetti e Schiavone, dai quali in cambio “riceveva appoggio elettorale” e avrebbe “garantito le relazioni tra gruppi di mafiosi e l’amministrazione pubblica”. Il deputato berlusconiano sarebbe uno dei cervelli dello scandaloso commercio mafioso dei rifiuti, accusa che Cosentino ha respinto. Per Silvio Berlusconi piove sul bagnato, visto che alla sua destra siede il senatore e amico personale Marcello Dell’Utri, condannato a nove anni di carcere quell’11 dicembre 2004 quando fu dichiarato colpevole di connessioni con Cosa Nostra.

Dell’Utri, personaggio centrale per le attività e per le imprese del suo capo e conosciuto in Spagna per la sua partecipazione alla creazione di Telecinco, è descritto nel resoconto finale del processo come un manipolatore, insieme alla mafia, per la creazione di un nuovo partito la cui descrizione combacia con Forza Italia, progenitrice del PDL, che portò al potere Silvio Berlusconi. Nel processo, un mafioso descrisse come la mafia nel settembre 1992 si pose l’obiettivo di influire nella vita politica italiana creando un nuovo partito, dimenticando le infiltrazioni in partiti come la Democrazia Cristiana o il Partito Socialista.

Il personaggio che fornì i dati per il progetto politico fu Maurizio Avola, un mafioso catanese condannato per l’assassinio di un giornalista e divenuto poi un pentito. Nella sua testimonianza al magistrato di Caltanisetta, descrisse una riunione dei capi mafiosi nella quale si disse che il nuovo partito si sarebbe occupato degli interessi di Cosa Nostra. Poco dopo nacque Forza Italia, e nelle carte dello stesso processo si trovano le dichiarazioni di un altro mafioso, Malvagna, che disse che la mafia gli ordinò di votare per il neonato partito di Berlusconi. I testimoni di Cosa Nostra si dilungarono in spiegazioni sui vantaggi che la mafia pensava di ottenere con la vittoria del partito di Berlusconi. La stessa cosa che si ritiene aspetti la Camorra dall’attuale partito del primo ministro italiano.

[Articolo originale "La sombra de la mafia planea de nuevo sobre Silvio Berlusconi" di Eduardo Martín de Pozuelo] (http:///)

elect
14-12-2009, 15:40
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif L’ombra della mafia si avvicina di nuovo su Silvio Berlusconi
Novembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8523 Spagna

In Italia però a tener banco per le prossime settimane sarà tutt'altro :rolleyes:

atinvidia284
16-12-2009, 14:48
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Spatuzza tira in ballo Berlusconi e Dell’Utri negli attentati mafiosi del 1993
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8526 Spagna
[El País]

Il primo ministro e il suo braccio destro, Marcello Dell’Utri, considerano le accuse assurde.

Pochi minuti prima di mezzogiorno, in un un silenzio tombale, è entrato nell’aula bunker del Tribunale di Torino, Gaspare Spatuzza, il boss pentito della mafia siciliana chiamato come testimone nel processo d’appello contro il senatore Marcello Dell’Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi dagli anni settanta e condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa.

Spatuzza era protetto da dieci carabinieri e si copriva il viso con una sciarpa azzurra. Si è seduto dietro un tendaggio bianco che lo proteggeva dagli sguardi indiscreti dei più di duecento giornalisti accreditati e del numeroso pubblico ed ha iniziato la sua deposizione dicendo: “Dirò tutta la verità e non nasconderò nulla”.

L’interrogatorio è iniziato in ritardo perché la difesa di Dell’Utri ha cercato di fermare la testimonianza, considerandola ingiustificata. Il tribunale ha rifiutato la richiesta e Spatuzza, 45 anni, collaboratore di giustizia dal marzo 2008 con la benedizione dei suoi capi e l’appoggio spirituale del vescovo dell’Aquila, ha cominciato a raccontare la sua storia.

Con voce sicura, ha riconosciuto che dal 1980 al 2000 aveva fatto parte di una “organizzazione terroristica mafiosa chiamata Cosa Nostra.”; ha ricordato che era parte integrante del clan Graviano ed ha ammesso di essere stato condannato a vari ergastoli per “circa quaranta omicidi, sequestri di persona e attentati”.

Ha spiegato di aver detto “terroristica” perché, all’inizio degli anni novanta, Cosa Nostra aveva realizzato vari attentati con bombe, “cosa che prima non facevamo”. Si è autoaccusato dell’attentato che uccise il giudice Paolo Borsellino, e ha ammesso che la mafia festeggiò quella morte e quella del giudice Falcone nel 1992 “perché erano i nostri principali nemici”.

Il confidente della famiglia di Brancaccio si occupò anche di realizzare gli attentati successivi, nel 1993 e nel 1994, a Roma, Milano e Firenze, che provocarono la morte di dieci persone. Erano, ha detto, attentati anomali: “Quei morti non ci appartenevano: un giorno lo dissi a Giuseppe, che era come mio padre: ‘Abbiamo ammazzato dei bambini come la piccola Nadia’. Mi rispose: abbiamo fatto bene ad ammazzarli, così chi si deve muovere si dà una mossa”.

La chiave della testimonianza arriva in questo momento. Spatuzza ricorda un appuntamento nel 1994 con il suo diretto superiore a Roma: “Incontrai Giuseppe nel bar Doney di Via Veneto, era contento come se avesse vinto alla Lotteria. Ci sedemmo e lui mi disse che dovevamo uccidere alcuni carabinieri per dare il colpo di grazia. Che avevamo ottenuto tutto quello che cercavamo grazie alla serietà delle persone che avevano portato avanti questa storia, e non come quei quattro crasti dei socialisti che avevano preso i voti nel 1988 e nel 1989 e poi ci avevano fatto la guerra” ha riferito.

“Mi fece due nomi, tra questi quello di Berlusconi” ha affermato il pentito. “Gli chiesi se era quello di Canale 5 e lui mi disse di sì, e che c’era anche un nostro compaesano, Dell’Utri. Graviano disse che grazie alla serietà di queste persone tenevamo il paese nelle nostre mani”.

Più avanti Spatuzza ricorda un incontro con Filippo Graviano, altro capo dello stesso clan, nel carcere di Tomezzo, dove il boss sta scontando un ergastolo. “Nel 2004 era molto giù, io gli parlai dei nostri figli, di non fargli fare la nostra stessa vita… Mi disse che avrebbe fatto sapere a suo fratello Giuseppe che se non fosse arrivata una cosa che doveva arrivare, avrei dovuto parlare con i giudici”.

Davanti alla richiesta del giudice Gatto di spiegare “da dove doveva arrivare”, Spatuzza cita nuovamente Berlusconi e Dell’Utri. “Perché ha tardato tanto tempo per parlare di loro?” incalza il giudice. “La mia paura a parlare del primo ministro era ed è tanta. Quando ho iniziato a parlare con i giudici dell’antimafia, Berlusconi era primo ministro, e il ministro della Giustizia era uno (Angelino Alfano) che io ritenevo essere il vice di Dell’Utri”.

Spatuzza iniziò ad allontanarsi da Cosa Nostra nel 1999. “Avevo iniziato un percorso di ravvedimento personale, è stato un cammino bellissimo e doloroso allo stesso tempo”, ha detto. Fu aiutato dal cappellano della prigione e dal vescovo dell’Aquila, monsignor Molinari, che lo confessò “due o tre volte”, secondo quanto ha raccontato.

Probabilmente, una volta convertito alla religione, il pentito voleva veder revocata la scomunica che ricadeva su di lui, dopo l’assassinio del prete siciliano Don Pino Puglisi. “Devo onorare tutti quei morti, tutta quella tragedia. Ho passato molti anni nel male; ora devo fare del bene. È un mio dovere”, ha sostenuto.

Le accuse di Spatuzza sono state definite “assurde”da Silvio Berlusconi. “Sono accuse che si commentano da sole. In Italia non c’è nessuno disposto a credere a queste assurdità”, ha commentato all’uscita dal Consiglio dei Ministri.

Marcello Dell’Utri, che ha parlato con i media presenti nel Tribunale di Torino, ha detto che l’interesse della mafia è “far cadere il Governo che sta lottando contro Cosa Nostra come mai nessuno prima”. “Spatuzza è un pentito della mafia, non dell’antimafia” ha sottolineato.

I giudici vogliono ora verificare l’attendibilità del testimone. Il processo d’appello di Dell’Utri proseguirà a Palermo l’11 dicembre con le dichiarazioni in videoconferenza dei capi Filippo e Giuseppe Graviano.

[Articolo originale "Spatuzza implica a Berlusconi y a Dell'Utri en los atentados mafiosos de 1993" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/internacional/Spatuzza/implica/Berlusconi/Dell/Utri/atentados/mafiosos/1993/elpepuint/20091204elpepuint_8/Tes)

atinvidia284
16-12-2009, 15:07
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/sweden.standard.gif Quando a decidere in politica è papi Silvio
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8588 Svezia
[Svenska Dagbladet]

Mona Sahlin [la leader del partito socialdemocratico svedese, N.d.T.] chiede un timeout e Tiger Woods lascia, ma Silvio Berlusconi sembra immune dagli scandali. Il suo sorriso appare sempre impossibile da turbare – cosa che ha aumentato la forza delle immagini del viso sfigurato del primo ministro italiano.

Non è mai stata una buona idea quella di sommare potere politico a ricchezza e imperi mediatici. Invece di risolvere i problemi politici, Berlusconi ha dato nuovi contenuti alla massima che dice che ogni politica è personale. Le accuse di corruzione macchiano da tempo la figura di Berlusconi. Finora però – a differenza di suoi stretti collaboratori – è riuscito a divincolarsi dalla sbarra del tribunale. Se farà passare una proposta di legge che limita la lunghezza massima dei processi, ci riuscirà un’altra volta.

Le accuse di legami con la mafia sono state alimentate da quando un pentito ha fornito informazioni riguardo alla protezione politica collegata a una serie di attentati avvenuti nella primavera del 1994. Nell’autunno dello stesso anno, Berlusconi ha cominciato la sua carriera politica.

In un discorso tenuto in Sardegna, Berlusconi ha promesso di strangolare (se solo avesse conosciuto i loro nomi) quelli che avevano creato la serie La Piovra e altri che scrivono libri sulla mafia. Secondo Berlusconi queste cose danno all’Italia una cattiva reputazione all’estero.

Ma è Berlusconi che dà una cattiva reputazione all’Italia. Non è solo l’uomo che scherza sull’abbronzatura di Obama, ma anche quello che celebra il presidente della Bielorussia Lukashenko con parole amichevoli, affermando che i risultati elettorali mostrano che il popolo bielorusso ama il suo dittatore. Per farla breve: non gli scappano solo piccole gaffes. E in ogni caso non c’è niente di divertente.

La politica si è rinnovata attraverso l’interpretazione personale di Berlusconi del concetto di ”quote rosa”. A seguito dei dibattiti intorno alla faccenda della diciottenne Naomi Letizia, la ragazza ha espresso il suo interesse ad intraprendere la carriera politica: ”Se ne occuperà papi Silvio”.

Nelle ultime elezioni parlamentari, l’attuale ministro delle pari opportunità Mara Carfagna – precedentemente modella di nudo e showgirl nelle televisioni di Berlusconi – ha fatto una carriera politica fulminante. Dopo un certo scalpore, per le europee è stata mandata a Bruxelles solo una delle tre ragazze pensate all’inizio.

La moglie di Berlusconi ha parlato di scandali sessuali e chiesto il divorzio. All’interno del suo stesso partito continua a crescere la critica nei confronti del suo modo di governare. Cosa ci vuole per far reagire gli elettori italiani? La metà di loro pensa ancora che lui stia facendo un buon lavoro. L’Italia è diversa, ma viene da chiedersi in che modo questo paese voglia essere diverso.

[Articolo originale "När pappa Silvio får bestämma i politiken" di Claes Arvidsson] (http://www.svd.se/opinion/ledarsidan/nar-pappa-silvio-far-bestamma-i-politiken_3941049.svd)

atinvidia284
18-12-2009, 17:38
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Avv. Ghedini, l’avvocato di cui Berlusconi ha tanto bisogno
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8591 Francia
[L'express]

Di nuovo in piena tormenta giudiziaria, il capo del governo italiano sa di poter contare sul suo avvocato. Ma chi è questo ministro-ombra della giustizia?

È tanto secco e lungo, sotto i suoi vestiti da dandy etereo, quanto Berlusconi è tarchiato, materiale, ardente d’impazienza. Si è dichiarato, undici anni fa, “pronto a morire in piedi” per lui, il “cliente della sua vita”. Niccolò Ghedini è l’avvocato del Cavaliere, guardiano dei suoi dossier neri e incaricato, per questo, di immunizzare ad vitam aeternam il presidente del Consiglio dalle ingerenze della giustizia che, di questi tempi, lo sfida nuovamente e fa cadere su di lui nuovi sospetti di collusione con la Mafia.

Il cardine delle numerose leggi che Berlusconi si è ritagliato su misura per evitare guai, è dunque lui, Ghedini. L’ultimo progetto in ordine cronologico, che accorcia i processi per affossare definitivamente i due procedimenti Mills e Mediaset, riaperti per corruzione e frode fiscale, è ancora suo.
Fin qui, l’avvocato ha avuto successo. Pensate: “22 processi, più di 2,500 udienze, 600 perquisizioni nei suoi uffici…” E nessuna condanna in via definitiva. L’ Avv. Ghedini, che non si separa mai dalla sua bibbia verde, il Codice penale, è brillante. Un animale da aula di tribunale e da scena, che buca lo schermo con i suoi larghi sorrisi da pubblicità, le sue braccia infinite, che agita come le pale di un mulino a vento, e i suoi tic del linguaggio, tra i quali il famoso “Ma va laaa!” con cui chiude il becco agli interlocutori e che gli è valso il nomignolo di “Mavala”.

Con i tempi che corrono, dunque, Ghedini è andato oltre. Tanto che figura in quinta posizione nella classifica dei deputati più assenti del Parlamento. Perché il difensore di Berlusconi è anche deputato del Popolo delle Libertà (PDL), membro della commissione Giustizia della Camera e presidente della commissione giuridica del PDL.

I contribuenti italiani pagano, così, per la difesa del primo di essi, che, da quindici anni, fa ballare la giustizia al suo passo. “Un uomo buono, molto generoso, mio amico”, come ama ripetere Ghedini, che svetta anche lui nella lista dei patrimoni del paese: più di 1,2 milioni di euro di reddito dichiarato nel 2008. “Possiede decine di proprietà ed una magnifica collezione di auto d’epoca”, osserva Gigi Riva, capo redattore del settimanale l’Espresso. Ma non lo si vedrà autocompiacersi. L’uomo fugge la mondanità e racchiude la sua vita privata nel segreto.

Nato a Padova cinquanta anni fa, Niccolò è figlio dell’alta borghesia e di un brillante avvocato penalista, che perde all’età di 13 anni. Lo studente andrà a foraggiare l’attivismo della destra muscolare. “Ha fatto parte del Fronte della Gioventù [NDLR: partito dei giovani neofascisti italiani del MSI]“, afferma Gigi Riva. Episodio smentito da Ghedini, che appena maggiorenne, vira verso una destra più moderata, il Partito Liberale.

Preso dai suoi studi di diritto, incrocia, nel 1986, il suo mentore, il penalista Piero Longo, fa esperienza difendendo con lui un neofascista, Marco Furlan, accusato di 15 omicidi, il cui progetto era di “ripulire il mondo da barboni, omosessuali e preti”.

Sebbene Piero Longo sia diventato, anche lui, uno degli avvocati di Berlusconi (e senatore), è per mezzo di un altro [avvocato, N.d.T.] ancora, Gaetano Pecorella, che Ghedini sarà introdotto alla corte di Silvio, nel 1998. Partecipa dunque al processo “toghe sporche”, un affare di corruzione di giudici nell’acquisto da parte della Fininvest della casa editrice Mondadori. Disciplina da militante intransigente, postura da “yes man” esemplare, si guadagna la fiducia del Cavaliere, a discapito di Pecorella. E, oggi, due delle sue sorelle, avvocati in diritto civile, assicurano la difesa di Berlusconi nel suo divorzio burrascoso.

Brillante, Ghedini? Non per la deputata radicale e membro della commissione Giustizia, Rita Bernardini, che scherza: “È un gaffeur, che ha messo più volte in pericolo la credibilità del suo cliente!” Un esempio? Ha sostenuto che le registrazioni audio di Patrizia D’Addario, la escort che ha passato una notte con il capo del governo in un letto offerto da Putin, erano “il frutto di invenzioni”, quando già si trovavano su Internet. E che dire della mortificazione che gli ha inflitto la Corte costituzionale, lo scorso 7 ottobre, invalidando la “sua” legge-scudo, votata nel luglio 2008 per garantire a Berlusconi l’immunità penale durante il suo mandato?

Ma “Mavala” non è a corto di idee. Il Senato sta studiando la legge sul “processo breve”, che riduce la durata [dei processi, N.d.T.] in primo grado a due anni, a causa del quale saranno abbandonati i procedimenti giudiziari per gli imputati passibili di meno di dieci anni di prigione: più di 90 000 processi potrebbero saltare! Una “porcheria”, si è irritato il leader centrista, Pier Ferdinando Casini.
Ghedini ha già lanciato un altro salvagente: un testo sul “legittimo impedimento”. Una legge sull’immunità potrebbe così essere rimessa sul tavolo. Conclusione: c’è urgenza per il Cavaliere che si sente “il più perseguitato dalla giustizia nella storia dell’umanità”.

[Articolo originale "Me Ghedini, l'avocat dont Berlusconi a tant besoin" di Anne Le Nir, Delphine Saubaber] (http://www.lexpress.fr/actualite/monde/europe/me-ghedini-l-avocat-dont-berlusconi-a-tant-besoin_834139.html)

atinvidia284
19-12-2009, 15:35
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/switzerland.standard.gif Berlusconi viene erroneamente sottovalutato come un tipo eccentrico
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8587 Svizzera
[Tages-Anzeiger]

“Un primo ministro con le palle”: Berlusconi parla ex cathedra al Congresso del Partito Popolare Europeo.

Nulla più stupisce di lui: dichiarazioni sconcertanti, volgarità, calunnie. Qualunque cosa dica Silvio Berlusconi, si perde nell’immensità delle sue precedenti esternazioni sconcertanti, volgari e calunniose. All’estero è da tempo ormai che il primo ministro italiano non viene più preso sul serio. Lo si crede un personaggio eccentrico della politica, un pagliaccio. Ma quasi nessuno lo ritiene un pericolo.

Un esempio particolarmente eloquente di quanto detto ci è stato offerto giovedì a Bonn quando è intervenuto al Congresso del Partito Popolare Europeo. Berlusconi stava tenendo un discorso. Tra il pubblico sedevano alcune alte cariche di paesi europei con un governo conservatore. Anche Angela Merkel, il cancelliere federale tedesco, era tra loro. Era pertanto un contesto ufficiale e internazionale, che vedeva la presenza di personaggi di alto livello. Non si trattava certo del palcoscenico di un programma di cabaret.

Continuo golpe delle parole

Berlusconi ha cominciato il suo discorso, ha raccontato una barzelletta autoironica e ha fatto ridere il pubblico. E poi ha attaccato con violenza inaudita il potere giudiziario del suo paese. Ha dichiarato che nella magistratura si sarebbero insinuati degli uomini della sinistra e che essa vorrebbe rovesciarlo. La Corte Costituzionale, il tribunale supremo italiano, è stata definita dal pluriaccusato premier di essere un “organo politico”. Sarebbe composto da persone nominate da tre presidenti della Repubblica di sinistra che avrebbero come loro unico obiettivo quello di perseguitarlo e di impedire al suo governo di governare. È giunto quindi il momento che lui, Berlusconi, “un primo ministro forte e duro, con le palle”, come lui stesso si è descritto, cambi la costituzione per impedire il colpo di stato da parte dei giudici e per salvare il paese.

In parole altre Berlusconi ha spiegato ai suoi colleghi, capi di stato europei, che la separazione dei poteri democratici in Italia è al momento sbilanciata e che ora è costretto a reagire. Il pubblico di Bonn, così sembra, sarebbe stato colto da un increscioso imbarazzo, come congelato da quelle singolari parole del premier italiano, da quell’incitamento contro le istituzioni della Repubblica. Probabilmente alcuni hanno scosso la testa – almeno nel loro intimo. Ma nessuno ha voluto commentare il discorso di Berlusconi. Nemmeno la Merkel. Molti media internazionali che hanno riferito sul Congresso hanno riportato la sua barzelletta, soltanto quella e anche questo è indicativo di quanto Berlusconi venga sottovalutato.

Gli italiani lo hanno eletto per ben tre volte

All’estero fanno spallucce e si argomenta solitamente così: dopo tutto gli italiani lo hanno eletto per tre volte negli ultimi quindici anni. E lo hanno fatto nonostante l’enorme conflitto di interessi economici e politici, nonostante la sua reputazione ormai compromessa, nonostante l’origine misteriosa del suo patrimonio, nonostante il suo rifiuto di rimettersi al giudizio dei magistrati che vogliono processarlo, tra l’altro, per corruzione e falso in bilancio (non come politico ma come un privato cittadino), nonostante le molte leggi fatte ad hoc per evitargli i processi, nonostante un bilancio di governo insoddisfacente, nonostante alcune scandalose vicende private che avrebbero dovuto inorridire almeno l’elettorato cattolico.

Di fronte a quest’argomentazione c’è teoricamente poco da ribattere. Berlusconi viene democraticamente eletto. La percentuale che raggiunge il suo partito nella coalizione di governo è il 30 per cento. Con l’appoggio degli alleati questa percentuale è sufficiente a costituire una ampia maggioranza. Ma Berlusconi crede che a lui sia permesso tutto. Non solo si sente eletto, ma anche predestinato e osannato come un redentore, un messia. Circondato da buffoni di corte e dalla sua personale claque. Lui guida il suo partito senza bisogno di congressi. Tratta i suoi collaboratori alla stregua di dipendenti.

Ora ci si può ridere sopra o distogliere lo sguardo imbarazzati, come fanno i suoi colleghi capi di governo europei. Oppure ci si potrebbe chiedere, con legittima preoccupazione, come è possibile che ci sia un primo ministro europeo che non mostra rispetto per le regole di una democrazia occidentale.

In Italia due dei suoi storici alleati si sono ormai allontanati da Berlusconi. Per primi i cristiano-democratici di Pierferdinando Casini, ora il presidente della Camera dei Deputati, il postfascista Gianfranco Fini. Avranno di certo le loro ambizioni politiche. Il malcontento, tuttavia, è lo stesso. Fini ha detto che il primo ministro non tollera obiezioni e non rispetta le istituzioni di garanzia nello Stato. Fini dovrebbe saperlo bene, visto che è stato fin dall’inizio al suo fianco.

La tanto scongiurata fine

E così Berlusconi è isolato e incalzato nel suo stesso schieramento. Può fare affidamento solo sul suo più stretto entourage, su quelle persone che acclamandolo servilmente hanno raggiunto le più alte vette della politica e per questo sono eternamente grati al loro capo. Anche la Lega Nord torna periodicamente a minacciare di far cadere Berlusconi. Gli alleati non assentono più a tutto, come facevano un tempo.

I giornali di sinistra parlano della incombente “fine di un’epoca”, delle ultime ore di un leader barcollante, della fine della Seconda Repubblica. Di nuovo! Ma Berlusconi prende in considerazione l’idea di costringere il paese alle elezioni anticipate, presentarsi alla gente nella veste di martire e di perseguitato, mostrare a tutti ancora una volta – a quelli di sinistra, ai traditori di destra, al mondo intero – che in un colpo saprà liberarsi, lui “forte, duro, con le palle” e con tutto il potere dei suoi miliardi e dei suoi mezzi di comunicazione. E questo accade nel bel mezzo dell’Europa. Vi sembra che tutto questo sia da sottovalutare?

[Articolo originale "Berlusconi wird zu Unrecht als Freak banalisiert" di Oliver Meiler] (http://www.tagesanzeiger.ch/ausland/europa/Berlusconi-wird-zu-Unrecht-als-politischer-Freak-banalisiert/story/25207470)

atinvidia284
20-12-2009, 10:30
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Berlusconi colpito in faccia con un modellino del duomo di Milano
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8584 Gran Bretagna
[The Times]

Ieri il Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi è stato colpito in faccia da un uomo che gli ha scagliato contro una piccola replica del duomo di Milano, rompendogli due denti e obbligandolo a trascorrere la notte in ospedale.

Testimoni hanno riferito che Berlusconi è stato attaccato durante un comizio politico nel centro di Milano mentre stava firmando autografi nella piazza di fronte al Duomo dopo aver terminato un discorso in sostegno della sua coalizione di governo, sempre più divisa ed al centro di continue speculazioni riguardo il proprio futuro.

Subito dopo essere stato colpito, Berlusconi si è accasciato al suolo per venir quindi immediatamente trasportato dagli uomini della sua sicurezza all’ospedale San Raffaele per ricevere le prime cure.

L’uomo accusato di avere attaccato Berlusconi, 73enne, è stato immediatamente arrestato tra gli insulti della folla. Il sospetto, un quarantaduenne di nome Massimo Tartaglia, sembra non avere alcuna affiliazione politica. Come riferito dalla polizia, non ha inoltre precedenti penali e non faceva parte del gruppo di contestatori presenti al raduno. E’ invece stato confermato che era in cura per problemi mentali presso il policlinico di Milano durante i dieci anni precedenti.

Anche l’agenzia giornalistica italiana ANSA ha confermato la notizia secondo la quale il presunto assalitore è stato in cura per dieci anni per problemi mentali, mentre la polizia ha affermato che brandiva una statua in miniatura del Duomo, simbolo della città.

Berlusconi, col volto grondante di sangue, è apparso stordito mentre veniva portato via in macchina alla volta dell’ospedale. Fonti interne all’ospedale hanno poi riferito che le condizioni di Berlusconi non erano serie, avendo riportato la frattura di due denti, ferite al naso, labbra e ad una guancia. Il Presidente del Consiglio sarebbe stato trattenuto in osservazione per la notte. Il Presidente della Repubblica Napolitano ha espresso la propria condanna incondizionata all’attacco, ribadendo i suoi recenti appelli per la fine di una retorica politica violenta.

Durante il discorso di Berlusconi al raduno di Milano, alcuni dimostranti hanno urlato contro di lui “buffone” e “ladro”. Questi ha a sua volta risposto urlando “Vergogna, vergogna” e dicendo: “non sono un mostro come afferma l’opposizione – e non semplicemente perché ho un bell’aspetto”. Ha anche affermato che i sondaggi gli conferivano una popolarità del 63 per cento, nonostante nell’ultimo sondaggio pubblicato la percentuale si ferma in realtà ad un 45 per cento. Berlusconi ha inoltre negato le accuse di legami con la mafia, dicendo che il suo governo ha fatto più di qualsiasi altro per combattere il crimine organizzato; si sta inoltre difendendo da scandali sessuali ed affrontando due processi per presunta corruzione.

La settimana scorsa a Bonn, ad un incontro con i deputati europei del partito conservatore, Berlusconi si è scagliato contro giudici, magistrati e stampa italiani definendoli schierati contro di lui e dicendo di essere “forte e duro” e di “avere le palle”. Ha anche affermato che magistrati, giudici e Corte Costituzionale stavano “sovvertendo la democrazia e la volontà popolare” ostacolando i suoi tentativi di modificare una costituzione ormai “obsoleta”, iniziativa considerata legittima per il fatto di esser stato eletto l’anno scorso con una larga maggioranza.

Gianfranco Fini, l’altro leader del partito al governo, che sta prendendo sempre più le distanze dal Presidente del Consiglio, ha criticato queste osservazioni. Ha affermato infatti che è proprio Berlusconi a sovvertire la democrazia attaccando le istituzioni sulle quali questa si basa, aggiungendo che i Presidenti del Consiglio “non devono attaccare le istituzioni del proprio paese mentre si trovano all’estero”.

L’attacco di domenica è stato descritto da Umberto Bossi, leader della Lega Nord, come “un atto di terrorismo”. Esso giunge in un clima di tensioni politiche crescenti che seguono attacchi ripetuti e sempre più violenti da parte del Presidente del Consiglio verso le istituzioni del paese, incluso il Presidente della Repubblica e la Corte Costituzionale, rei di aver ostacolato i suoi tentativi di modificare le leggi per ottenere l’immunità processuale ed evitare le accuse di corruzione.

Pier Luigi Bersani, leader del Partito Democratico, il principale partito d’opposizione, ha affermato che l’attacco è “inspiegabile e dev’essere fermamente condannato”. Comunque, Antonio Di Pietro, ex magistrato anti-corruzione e leader del partito di centro sinistra Italia dei Valori, ha affermato di essere “contro qualsiasi violenza, ma che è stato Berlusconi stesso ad averla istigata per primo”.

[Articolo originale "Berlusconi hit in the face with a model of Milan's cathedral"] (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6955110.ece)

atinvidia284
20-12-2009, 10:33
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Silvio Berlusconi: politica alla puttanesca
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8619 Gran Bretagna
[The Guardian]

[Editoriale]

Se ci fossero due regole d’oro per essere Silvio Berlusconi, queste sarebbero: stare sempre alla ribalta e incolpare gli altri per le proprie disgrazie. E questa settimana è riuscito a seguirle entrambe dopo essere stato colpito sul volto da un uomo che ha una storia di problemi mentali.

Mentre l’Italia si disperava per il secondo giorno cercando di capire se l’attacco era il risultato di ciò che il Presidente del Consiglio aveva denominato un clima d’odio contro di lui, Berlusconi è stato svelto ad approfittare della solidarietà dimostratagli da molti.

Fabrizio Cicchitto, capogruppo del PdL di Berlusconi alla Camera, ha affermato che l’attacco era stato preparato da una “spietata campagna d’odio”. Cicchitto è andato avanti facendo l’elenco di coloro i quali lui ritiene siano i responsabili della campagna: il quotidiano La Repubblica, il settimanale L’Espresso, Marco Travaglio, autore di un libro sui presunti legami di Berlusconi con la mafia, entrambi i partiti d’opposizione ed alcuni magistrati. E’ una bella lista, e accusare un giornalista di avere qualcosa a che fare, direttamente o indirettamente, con un attacco condotto da uno squilibrato, fa parte di quelle tecniche ben collaudate appartenenti a un periodo decisamente più buio della storia europea.

Non soddisfatto dalle calunnie, Berlusconi ha l’intenzione di legiferare. Il suo Ministro degli interni ha dichiarato che durante la riunione del Consiglio dei Ministri, prevista per domani, verranno esaminati due nuovi ddl aventi lo scopo di limitare le manifestazioni e i “siti che inneggiano all’odio” su internet.

Invece di cercare dei capri espiatori politici, il 73enne magnate delle comunicazioni si dovrebbe domandare perché 250.000 italiani hanno partecipato al No-B day a Roma i primi di dicembre. Nel resto d’Europa e anche al di fuori di essa, ci sono manifestazioni contro determinate linee politiche o contro i governi.

In Italia, la gente manifesta contro un Presidente del Consiglio non per quello che rappresenta, bensì per quello che lui è. E i motivi sono validi. Abbiamo un uomo coinvolto in scandali a sfondo sessuale che espongono il suo presunto utilizzo di prostitute. Avendo perso l’immunità giudiziaria, deve affrontare due processi per frode, evasione fiscale e corruzione. E di fronte a queste accuse, cerca di dare la colpa ai giornalisti, agli organi di stampa e ai pubblici ministeri i quali insistono nel fare il loro lavoro e rifiutano le sue intimidazioni.

L’attacco che ha ricevuto contro la sua persona è stato feroce e orribile. Ma non ci sono prove che l’attacco sia stato organizzato da altre persone. I gruppi su Facebook nati con lo scopo di elogiare l’assalitore pentito sono di cattivo gusto, ma non giustificano un giro di vite sui siti internet che “incitano la violenza”. E’ una risposta che fa ricordare una repubblica dell’Asia centrale. Al posto di assecondare le buffonate per attirare l’attenzione fatte da Berlusconi durante i vertici come quello del G20 a Londra all’inizio dell’anno, i leader mondiali dovrebbero iniziare a prendere le distanze da un uomo del genere.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi: Politics alla puttanesca"] (http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2009/dec/16/editorial-silvio-berlusconi-italy)

atinvidia284
21-12-2009, 17:50
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Le sue palle
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8581 Spagna
[El País]

L’espressione ammirativa e colloquiale mamma mia è solitamente divertente sulle bocche di Totò, Sordi, Manfredi, Mastroianni e di altri geni della tragicommedia italiana. Ed è anche frequentemente usata da quel furfante eccessivo, sinistro e temibile che incomprensibilmente (sarebbe desolante constatare che la sua direzione abbia una logica, che risponda al desiderio e al raziocinio della grande maggioranza dei suoi compaesani) dirige l’Italia. Dopo aver ricordato sua madre, Berlusconi ha dichiarato nel suo discorso autopromozionale che la gente sa che lui è un presidente “con due palle così”.

Quali attributi terreni o quale potere divino implica il possedere organi tanto preziosi? E se ne disponesse di uno soltanto, come influenzerebbe tale carenza il benessere della patria? È molto audace supporre che un grande politico ha bisogno per forza che madre natura gli abbia dato due testicoli, a meno che ciò conferisca doti miracolose. Ho sentito dire talvolta che Napoleone e Hitler erano forniti di un solo testicolo e furono sul punto di conquistare l’universo o di distruggerlo definitivamente. Ma dubito molto che la loro vocazione di conquista sia nata da tale squilibrio ormonale. E che destino atroce attenderebbe l’Italia, secondo la certezza berlusconiana, se fosse governata da qualcuno dotato solo di ovaie, o a cui fossero state chiuse le tube di Falloppio, o a cui fossero stati estirpati i genitali? E se i voti espressi democraticamente avessero affidato la tutela difesa della Repubblica ad un eunuco di nascita?

Come rituale demente e da taverna, nel caso di un ubriaco balbuziente, l’autoaffermazione del sacro potere che rappresentano i suoi testicoli può raggiungere una patetica comicità, a condizione che non sia accompagnata dalla violenza. Ma che sia questo il supremo argomento di un capo di Stato per giustificare il suo mandato non è affatto divertente, è più che osceno, è il grottesco ragionamento di un nazista populista.

Due capomafia, dal carcere, hanno smentito le rivelazioni di un collega pentito che affermava che lo statista delle sue palle aveva fatto affari con loro. Niente affatto, non avevano mai parlato con il Cavaliere. Un’altra contorta calunnia della sinistra, secondo il trasparente Berlusconi. Certamente Caino uccise Abele perché invidiava i suoi genitali.

[Articolo originale "Sus cojones" di Carlos Boyero] (http://www.elpais.com/articulo/Pantallas/cojones/elpepirtv/20091212elpepirtv_3/Tes)

atinvidia284
25-12-2009, 00:47
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/denmark.standard.gif Le conseguenze del carisma
Dicembre http://italiadallestero.info/archives/8650 Danimarca
[Dagbladet Information]

Le conseguenze dell’aggressione a Berlusconi sono imprevedibili. Prima dell’incidente di domenica scorsa a Milano, Berlusconi sembrava un uomo finito. Il malcontento nelle file del PDL per le costanti accuse da parte del presidente contro i giudici e contro altre istituzioni dello Stato era notevole. Il presidente della Camera dei Deputati. L’ex-missino Gianfranco Fini, era sull’orlo di raggruppare le proprie truppe ed abbandonare il partito. Pier Ferdinando Casini, leader dei cristianodemocratici di centro UDC, aveva auspicato la formazione di un’alleanza democratica con la sinistra per frenare il tentativo del governo di modificare la Costituzione. Si prospettava quindi una maggioranza alternativa ma l’episodio di violenza potrebbe rivelarsi come un salasso rigeneratore per l’attuale maggioranza.

La forza del fascino carismatico di Berlusconi è la narrazione della ricchezza e del successo, che si accentra nel suo aspetto fisico. È un fisico che emana energia, ottimismo, temperamento, fortuna e sicurezza, ma anche odio per il nemico, disprezzo per le regole e disinteresse per le idee altrui. Per 15 anni Berlusconi ha proiettato i suoi istinti autoritari contro una sinistra ”comunista”, che esiste solo nella sua fantasia. Ha sistematicamente svuotato la democrazia italiana di contenuti, sia nelle istituzioni pubbliche che nelle teste dei cittadini.

L’odio per Berlusconi è quindi pienamente comprensibile. Erigendo il carisma a fattore determinante per la legittimazione del potere politico, Berlusconi ha oltrepassato la linea di demarcazione della democrazia: la democrazia si basa su argomenti, non su sentimenti. Ma Berlusconi ha consapevolmente accentrato l’attenzione sulla propria persona e perciò provoca reazioni come odio e amore. Che un psicolabile – per definizione non in grado di autocontrollo emotivo – commetta violenza nei confronti del presidente è una conseguenza della natura del berlusconismo. Negli attimi successivi all’aggressione, sul viso di Berlusconi era dipinto il panico, ma poi sfidando istintivamente il pericolo si è mostrato alla folla come un martire sanguinante. È proprio questo il contenuto del patto che lui ha stretto con i suoi elettori. Ma l’aggressione rivela anche l’ombra negativa del potere carismatico: la sacralizzazione del viso di Berlusconi sugli schermi TV alimenta infatti la spinta alla desacralizzazione.

Il tentativo di trasformare la desacralizzazione in martirio mostra quanto l’Italia sia distante da una normale dialettica democratica. L’opposizione e parte della stampa sono stati accusati di essere i ”mandanti morali”. Adesso Berlusconi tenterà il tutto per tutto per limitare i poteri dei giudici e del presidente. Ancora una volta ha avuto successo nel semplificare la vita politica. Ma ad un certo punto la bolla scoppierà ed il passaggio ad una nuova epoca non sarà indolore. L’avventura politica di Berlusconi cominciò nel 1992-93 con le bombe della mafia contro giudici e monumenti e può terminare con altre bombe ed un collasso economico.

[Articolo originale "Karismaens følger" di Mads Frese] (http://www.information.dk/21932)

atinvidia284
25-12-2009, 02:30
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif L’Italia deraglia
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8649 Olanda
[De Volkskrant]

Editoriale

Lo stesso Berlusconi è corresponsabile della pericolosa polarizzazione

‘Altri possono avere l’intero universo, basta che io possa tenermi l’Italia’, disse una volta il compositore Giuseppe Verdi. È una frase che fece furore non solo tra i suoi conterranei, ma che ha ottenuto consensi anche altrove. L’Italia è la favorita di molti. Molti europei tendono ad accettare, o almeno a rassegnarsi al fatto che per la Bella Italia (in italiano nel testo, ndt) le normali leggi e regole valgano un pò meno che altrove. Viene in mente un’osservazione di Lord Byron, anch’egli un grande ammiratore del paese e della sua cultura, il quale constatò che in Italia effettivamente non esiste una pubblica amministrazione che funzioni decentemente e che ‘è spettacolare vedere come le cose vadano avanti nonostante ciò’.

C’è però da chiedersi se Verdi e Byron si esprimerebbero in toni così lirici sull’Italia del 2009 e se sarebbero pronti a chiudere un occhio sui vizi del paese. Perchè l’Italia odierna è in preda a un preoccupante grado di polarizzazione, che paralizza non solo il dibattito politico, ma che altresì rischia di minare la legittimità delle istituzioni dello stato.

La polarizzazione ha raggiunto un livello tristemente basso con l’attacco al premier Berlusconi, domenica scorsa a Milano. Nonostante il responsabile sia un uomo confuso e solitario, da molti anni in cura per problemi psichici, sia i sostenitori che gli avversari di Berlusconi hanno immediatamente incollato un’etichetta politica all’attacco.

Il social network Facebook è stato inondato di manifestazioni di solidarietà al responsabile dell’attacco. In soli tre giorni si contavano 70 mila messaggi di sostegno. L’aver spaccato la faccia a Berlusconi sarebbe un atto ‘patriottico’. Il blocco di destra non è stato da meno. Il premier in persona ha dato il tono attribuendo l’attacco alla ‘campagna d’odio’ contro la sua persona. Prontamente sono arrivate dichiarazioni ancora più truci. Un seguace del premier ha fatto sapere che gli piacerebbe lavarsi i piedi con ‘il sangue dei comunisti’.

Non vi è dubbio che lo stesso Berlusconi sia in grande misura responsabile per la radicalizzazione del clima politico.

Berlusconi continua a definire la magistratura una tana di cospiratori di sinistra e predilige associare all’opposizione il predicato ‘comunista’. I recenti scandali che ruotano intorno alla sua vita privata non l’hanno sinora portato a moderare i suoi toni, al contrario, ha continuato a colpire tutti più trafelato che mai.

Il male è che può permettersi questa ‘fuga in avanti’ perchè, secondo i sondaggi, la maggioranza degli elettori continua a dargli il beneficio del dubbio. Questo è a sua volta il risultato del fatto che Berlusconi, con il suo decisionismo, ogni tanto ottiene risultati in terreni dove la sinistra ha fallito a causa della sua debolezza e divisioni interne. Un esempio è l’approccio alla mafia della spazzatura a Napoli.

Berlusconi userà le prossime due settimane per guarire dalle sue ferite. Si spera che vicino a lui ci siano ancora sufficienti forze moderate che gli facciano capire che la guarigione è auspicabile anche per il prestigio politico dell’Italia, e che la cura indicata è un modo più calmo di esibirsi. Visto che la polarizzazione ormai non è più commedia dell’arte (in italiano nel testo, ndt).

[Articolo originale "Italië ontspoort " di Editoriale] (http://extra.volkskrant.nl/opinie/artikel/show/id/4799/Itali%EB_ontspoort)

atinvidia284
26-12-2009, 00:10
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif La frattura al naso di Berlusconi capita al momento giusto
Dicembre http://italiadallestero.info/archives/8617 Germania
[Financial Times - Deutschland]

Dopo l’aggressione al Presidente del Consiglio italiano tutti i politici di ogni colore si dichiarano solidali con lui. Berlusconi continua a dividere e si ritrova improvvisamente a interpretare il ruolo della vittima. Questo potrebbe giocare a suo favore.

Uno sguardo ai giornali potrebbe autorizzare Silvio Berlusconi a tranquillizzarsi. Già al mattino presto il Presidente del Consiglio ordina i giornali dal letto dell’ospedale San Raffaele di Milano. Vede sui titoli di pagina le immagini della sera precedente che lo mostrano con il volto insanguinato. Legge come giudicano i politici gli attacchi a Berlusconi da parte di un milanese.

Il premier italiano, che ultimamente è stato considerato da gran parte dell’opinione pubblica come qualcuno che ha attaccato le istituzioni politiche, ora si è trasformato in vittima. Interpretare questo ruolo non lo disturba affatto. Nelle ultime settimane se lo era autoattribuito di continuo e ora può finalmente sfruttarlo a suo vantaggio.

Il premier lamenta da tempo che i suoi oppositori politici alimentano un clima di odio contro di lui. Con questo si ritrova ad avere l’appoggio pubblico. “Un odio tanto feroce non si era mai visto: deve finire”, dice il Ministro della Difesa Ignazio La Russa citato da “La Repubblica”.

Il Partito Democratico all’opposizione (PD) ha preso le distanze dall’attentato. “Un clima d’odio è sicuramente il peggior campo d’azione per il PD”, ha detto il vicesegretario Enrico Letta. Il segretario del partito Pier Luigi Bersani ha fatto visita a Berlusconi in ospedale. Messaggi di solidarietà sono arrivati anche dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, politicamente di sinistra.

Hanno provocato polemiche soprattutto le esternazioni di un’altra rappresentante del PD, il presidente del Partito Democratico Rosy Bindi. Berlusconi non deve sentirsi vittima, ha detto. “Siamo solidali con il premier, ma tra coloro che hanno determinato questo clima c’è anche Berlusconi”. Il premier aveva appena finito di aggredire i giudici e il Presidente della Repubblica.

Secondo alcuni osservatori Berlusconi può ora sfruttare l’accaduto a suo favore. “Mi aspetto che il suo consenso aumenti”, dice Massimo Franco, commentatore del “Corriere della Sera”. I sondaggi ultimamente davano Berlusconi al di sotto del 50 per cento. A questo hanno contribuito anche gli scandali sessuali e giudiziari.

L’aggressione non resterà senza conseguenze. Il sottosegretario al Ministero degli Interni, Alfredo Mantova [Alfredo Mantovano, N.d.T.] ha detto che le misure di sicurezza per Berlusconi sono state rafforzate. Il ministro degli Interni Roberto Maroni martedì riferirà sul caso in Parlamento.

Berlusconi, 73 anni, trascorrerà almeno la giornata di oggi in ospedale. Berlusconi prende antibiotici e ha dolori “persistenti”, ha detto il primario Alberto Zangrillo. Comunque, nonostante la frattura al naso, non si ritiene necessario un intervento chirurgico.

Nel frattempo il 42enne autore del fatto si è espresso sull’accaduto. Ha una “avversione” per Berlusconi e il suo partito, citano i media italiani. E’ accusato di lesioni premeditate. Il padre dell’aggressore ha detto che suo figlio, attualmente sotto cure psichiatriche, è mentalmente instabile e politicamente non impegnato.

[Articolo originale "Berlusconis Nasenbruch zur rechten Zeit" di Andre Tauber] (http://www.ftd.de/politik/europa/:angegriffener-premier-berlusconis-nasenbruch-zur-rechten-zeit/50050345.html)

atinvidia284
26-12-2009, 22:49
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Il responsabile è lui
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8637 Brasile
[CartaCapital]

Nel momento in cui ha colpito il volto di Silvio Berlusconi, una miniatura della cattedrale di Milano, il Duomo, è diventato strumento e simbolo di una crisi inedita nella storia dell’Italia repubblicana, visto il ruolo ricoperto dal premier italiano, pericoloso istrione. Tuttavia non è stata una messinscena, considerato il risultato: due denti rotti, frattura del setto nasale e molto sangue.

Il gesto dell’attentatore, Massimo Tartaglia, 39 anni e un’ottima mira, non fa parte di un complotto, ma deriva dallo squilibrio mentale dell’individuo, da tempo sottoposto a trattamento pschiatrico. Nel frattempo migliaia di messaggi sono fioccati su internet per esprimere solidarietà o per ridicolizzare il premier. A Napoli, una statuetta di Berlusconi con il volto insanguinato, viene venduta nei vicoli della città con la speranza, probabilmente giustificata, che venga inserita nei presepi della tradizione napoletana.

Quello che ne segue mostra la gravità della situazione a prescindere dall’atto di un malato di mente. Affrontato come conseguenza della tensione regnante nel paese, l’episodio di Milano porta un’opposizione scarsamente reattiva e creativa ad accettare, in modo più o meno unanime, la necessità di moderare i toni. Ma a chi si deve, se non a Berlusconi e ai suoi accoliti, la mancanza di moderazione?

Pierluigi Bersani, leader del PD, il principale partito di opposizione, si è affrettato a fare visita al premier, nell’ospedale dove è ricoverato dalla notte di domenica 13, per manifestare la propria solidarietà. E’ stato tutto un pellegrinaggio di ospiti illustri, estremamente contriti. Non è nemmeno necessario, tuttavia, risalire al recente passato per tracciare la traiettoria del colpo di scena, molto meno sorprendente di quanto sono in genere i colpi di scena.

Nel momento in cui il Consiglio Superiore della Magistratura considerava inconstituzionale il progetto sul “processo breve” inviato dalla maggioranza al Parlamento, l’ennesimo tentativo di liberare il premier dalle interminabili pendenze giudiziarie, Berlusconi manifestava la propria ira davanti ad una imponente platea internazionale. Venerdí 11 dicembre, al congresso del Partito Popolare Europeo, erano presenti, tra gli altri, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente della UE Rompuy, e il segretario Barroso.

Davanti all’illustre platea, Berlusconi ha raccontato la seguente Italia. Si tratta del paese “nel quale la sovranità sta scivolando nelle mani dei giudici”. In cui la Corte Constituzionale è passata da organo di garanzia a soggetto politico a causa degli ultimi “tre presidenti della Repubblica di sinistra”. Ma nel frattempo ha rassicurato gli intervenuti, attoniti e perplessi: lui può contare sulla maggioranza degli italiani, i quali si chiedono dov’è che trovano un premier forte, duro “e con le palle” come lui. Reminescenze di Fernando Collor (ex presidente brasiliano dei primi anni Novanta, NdT).

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’unico dei tre presidenti a cui si è riferito Berlusconi di autentica estrazione di sinistra, figura di spicco dell’ex-PCI, ha reagito per denunciare il “violento attacco alle istituzioni”. Ha reagito anche il presidente della Camera Gianfranco Fini, compagno di partito del premier, per condannare il discorso di Bonn, tanto più grave per essere stato pronunciato all’estero, e si è chiesto: “Cosa vuole, alla fine, il capo del governo?”

Sabato, Berlusconi ha confermato le affermazioni fatte a Bonn, e domenica ha tenuto in piazza del Duomo il comizio organizzato per trovare nuove adesioni al partito. Quando la miniatura di gesso e finiture in metallo del peso di circa 200 grammi è stata scagliata dall’infallibile mano di Tartaglia, Berlusconi era appena sceso dal palco, al termine di un discorso aggressivo come al solito, di palese impronta populista, diretto all’attacco della Magistratura e dei media.

All’immagine del volto insanguinato non manca di carica tragica, e nemmeno si deve fare un’analisi prudente della situazione italiana. C’è un clima pesante intorno all’uomo più ricco d’Italia che governa a dispetto dell’evidente conflitto di interessi e sempre a vantaggio dei propri affari.

Dopo il discorso di Bonn, durante la sessione della camera, il leader dell´UDC Pier Ferdinando Casini ha chiesto a voce alta se Berlusconi si considera re d’Italia. Il presidente della Camera Gianfranco Fini gli ha inviato un biglietto scritto al momento ed esposto con l’ovvia intenzione di mostrarlo agli obiettivi dei fotografi, nel quale si leggeva: Bravo! Sulla penisola si sarebbe abbattuta presto la miniatura del Duomo, alla quale è coseguita una specie di pentimento assolutamente non dovuto.

Dal tono generale delle dichiarazioni si sono discostati il leader dell’IDV ed ex-PM di Mani Pulite Antonio di Pietro e il presidente del PD, l’ex-ministro Rosy Bindi. Di Pietro ha affermato: “Non difendo la violenza, ma Berlusconi con i suoi comportamenti la istiga”. Mentre la Bindi ha chiesto di capire i veri significati di certe situazioni. Parole prontamente esecrate da destra e da sinistra.

Nel frattempo, i fedelissimi del premier abbaiavano in continuazione. Il capogruppo dei deputati del PDL Maurizio Cicchitto, martedì 15, ha sferrato un attacco feroce contro i “responsabili della campagna d’odio”, tra i quali ha indicato giornalisti e giornali come il quotidiano La Repubblica e il settimanale L’Espresso, senza dimenticare i soliti giudici.

Il migliore editoriale sull’argomento è del The Guardian: “La protesta di molti italiani non è contro il premier per quello che rappresenta, ma per quello che è. Si tratta di un individuo coinvolto in scandali sessuali (…) e che si trova sotto processo per frode, corruzione ed evasione fiscale. A causa di tutto ciò, Berlusconi si preoccupa di accusare giornalisti, giornali e magistrati che si ostinano ad esercitare la loro professione”.

Dopo il discorso di Cicchitto, anche Gianfranco Fini ha deciso di seguire la propria strada. Ha condannato apertamente il compagno di partito e ha avvertito Berlusconi a proposito dei suoi “falchi” – questa la parola usata dal presidente della Camera – così tanto visceralmente protesi a contraddire qualsiasi proposito di moderazione.

C’è chi intravede rischi simili a quelli che circa 40 anni fa fecero precipitare il paese nei cosiddetti anni di piombo. Resta da sapere cosa ne pensano il senatore Eduardo Suplicy, il giurista Dalmo Dallari, la scrittrice Fred Vargas. Ma le condizioni sono differenti. A cominciare dalla mancanza di un confronto tra Est e Ovest, tra due modelli che, come scrive Umberto Ambrosoli, avevano visioni opposte sull’uomo, sulla libertà e sul futuro.

“Allora – scrive Ambrosoli – troppa gente negò il confronto delle idee e preferì l’esercizio della violenza, e il risultato furono centinaia di morti”. E prosegue: “La violenza di oggi è grave, anche se banale nella sua genesi, ci vede tutti responsabili”. Quanto agli anni 70, ricorda che “il paese riemerse dalla violenza perché ritrovò nelle istituzioni la giusta sede per definire i problemi della società”. Una lezione buona non solamente per Silvio Berlusconi e per uma sinistra stordita, ma anche per i brasiliani disposti a vedere in Cesare Battisti un eroe.

La situazione di oggi è un’altra, ma non per questo meno preoccupante. L’Italia vive una fase particolarmente difficile, consegnata alla furia da caudillo di un primo ministro che governa per la propria causa, protetto da una branco ululante. Dall’altra parte si muove un’opposizione insicura e carente di proposte convincenti.

Il paese si è arricchito negli ultimi decenni, ma ciò non ha fatto bene al popolo e ha creato un nuovo genere di tensioni sociali, quelle generate dall’immigrazione di disperati. All’ombra della paura, si è scoperta la xenofobia. Nel frattempo l’uscita dalla crisi globale è ancora lontana, mentre il peso dell’Italia nella politica europea è minimo.

Berlusconi scommette sul suo innegabile talento mediatico e nel provincialismo di buona parte degli italiani, incantati dal successo del self-made man e incapaci di scorgere in lui l’istrione che è. Per ora è aiutato dal destino grazie alla miniatura del Duomo. Il rischio per lui è la sua ambizione smisurata e l’aggressività dei suoi seguaci. L’escalation di parole e denunce carica l’orizzonte di nubi.

All’alba di giovedì sono esplosi due petardi, uno all’Università Bocconi di Milano e l’altro a Gorizia, in Friuli. Non hanno provocato vittime, ma la polizia teme nuove esplosioni. La rivendicazione viene dalla Federazione Anarchica Informale. Nome dal tocco retrò e comico.

[Articolo originale "O responsável é ele " di Mino Carta] (http://www.cartacapital.com.br/app/materia.jsp?a=2&a2=9&i=5735)

atinvidia284
27-12-2009, 20:35
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Berlusconi: il mistero di una popolarità
Dicembre http://italiadallestero.info/archives/8641 Francia
[Le Monde]

Malgrado i problemi che lo assillano, malgrado il suo ritorno davanti ai giudici dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale della legge che gli garantiva l’immunità, e malgrado le sue polemiche con la stampa e con la gerarchia episcopale, Silvio Berlusconi resta popolare, anche se i sondaggi lo indicano in calo da sei mesi. È appena stato consacrato “Rock star” dell’anno da una rivista. Ha vinto tre volte le elezioni legislative: nel 2008 la maggioranza è avanzata del 4% e alle europee di giugno dell’8,2%. Riesce a capovolgere le critiche e a presentarsi come un martire vittima di “complotti”. Come spiegare un tale fenomeno e la sua longevità?

Tale è il “mistero Berlusconi” che non può risolversi con spiegazioni semplicistiche quali la telecrazia, il “populismo” o la demonizzazione del personaggio. Sarebbe tempo di ammettere la complessità del fenomeno e di analizzarlo in profondità. Tre tipi di ragioni combinate possono spiegare il suo successo.

Prima di tutto, non bisogna dimenticare i fondamentali del politico. Silvio Berlusconi è apparso nel vuoto politico del ‘90-’91, dopo la caduta del muro di Berlino e l’inchiesta “Mani Pulite” che causarono il crollo della Democrazia Cristiana, del Partito Socialista e la mutazione del Partito Comunista. Egli ha allora creato un partito dalla sua impresa, un partito potente, Forza Italia, che in seguito si è radicato su tutto il territorio ed è recentemente confluito, con il partito di Gianfranco Fini, nel Popolo della Libertà. Il Cavaliere è ormai il leader del primo partito politico italiano che raccoglie più del 35% dell’elettorato.

Ora, la vita politica italiana è da ormai quindici anni bipolarizzata dalla modifica della legge elettorale che ha spinto verso il confronto di due grandi coalizioni. Questo bipolarismo ha ridotto ogni elezione ad uno scontro pro o contro Silvio Berlusconi.
Questi dispone di una maggioranza solida che dura ormai dal 1993, malgrado alcuni conflitti interni e il peso crescente della Lega Nord. Quest’alleanza gli ha permesso di governare il paese per una legislatura intera (2001-2006), avvenimento eccezionale dal dopo guerra. Di fronte a questa coalizione solida, l’opposizione di centro sinistra è divisa, debole e senza un vero progetto alternativo.

Il secondo tipo di cause esplicative del fenomeno Berlusconi è la sua riuscita conquista dell’egemonia culturale attraverso un lavoro permanente sui simboli e sui valori. Dalla sua esperienza nell’imprenditoria e nel management, Berlusconi ha conservato il culto del “valore lavoro” e dell’efficienza traducendolo in slogan come “il presidente imprenditore” o il “presidente operaio”, e nel frenetico attivismo della sua presidenza.

In un paese in cui il 90% della popolazione si dichiara cattolico, egli aderisce ai valori della Chiesa e della famiglia, per esempio sull’aborto, sulla pillola del giorno dopo, sulla scuola privata o sulla presenza del crocifisso nei luoghi pubblici. In un paese in cui lo Stato è debole e abbastanza inefficiente, il Cavaliere eccelle nell’anti-statalismo. Il suo neoliberalismo celebra l’anti-partitocrazia, l’anti-burocrazia e critica le istituzioni pubbliche come la Rai o i magistrati regolarmente definiti “comunisti”. Berlusconi è sempre su posizioni “anti”, in modo da riciclare la critica popolare al potere: è anti-politico in politica e anche anti-media, malgrado il suo impero mediatico. È perfino riuscito a permettersi di dichiarare: “Povera Italia, non ha i media che merita!”

Dai suoi inizi in politica, Silvio Berlusconi vuol incarnare il sogno di un’Italia unita ed efficiente, come se si trattasse di assicurare la promozione di un prodotto. Identifica la sua avventura personale da uomo che si è fatto da sé con la storia del suo paese. Vuol incarnare nel suo corpo di capo instancabile, dal sorriso inossidabile, dall’abbronzatura permanente e dai capelli che rinascono, l’italianità con le sue forze e le sue debolezze, al fine di respingere ogni critica nel campo dell’”anti-italianità”.

Manipolatore di segni e di simboli, ha importato nel campo politico in crisi le due tecnologie del potere dell’impresa dei media che ha costruito e di cui resta il proprietario: il marketing e la spettacolarizzazione televisiva. Ed è questo il terzo insieme di cause esplicative del fenomeno. Il marketing come la nuova televisione dei talk-show e dei reality sono potenti metodi per captare l’attenzione del pubblico e per orchestrare i dibattiti. Queste tecniche gli hanno permesso di catturare il senso comune e di aderire all’opinione pubblica maneggiando le emozioni e la compassione. Oggi, si governa meno con la violenza che con la seduzione, il fascino e la paura.

Sua Emittenza – uno dei suoi soprannomi che unisce eminenza con emittente – si comporta come l’organizzatore di dibattiti pubblici sul modello dell’animatore-presentatore di talk-show. Silvio Berlusconi si pone sempre al centro della scena o sul terreno: così all’Aquila, lo si vede trasformarsi in onnipresente capo dei soccorsi. Analogamente, durante le riunioni ufficiali, devia dal protocollo con i suoi “scherzi” o le sue mimiche, in modo da attrarre l’attenzione. Prendendo così la via della fiction televisiva, privatizza la politica, e si confonde con un erore da soap opera o da telenovela del tipo “amori, gloria, potere e denaro”. Ora eroe della storia italiana, ora martire che soffre per compiere la sua missione al servizio del paese, rimane al centro dei dibattiti e delle conversazioni.

In fondo, Silvio Berlusconi vince in politica grazie alla sua capacità di gestire le tecniche dell’impresa televisiva più che per il controllo dei media. Certo “l’anomalia italiana”, quella del conflitto di interessi, resta un caso unico al mondo, ma il laboratorio italiano indica che il politico è diventato uno spettacolo televisivo proseguito con altri mezzi. Il “Sarkozysmo” vi si ispira. Il dirigente politico è “tele-reale” (Georges Balandier). Televisivo e reale, è seguito costantemente come gli eroi di uno sceneggiato e diventa un personaggio familiare. Il panottico sociale si è invertito e capovolto: “tutto il mondo” lo sorveglia. Ormai il dirigente politico è almeno/meno padre della nazione (più) che il riferimento in una società fluida.

Pierre Musso è professore di scienze della comunicazione all’Università Rennes-II. Ultima opera: “Tele-politica. Il sarkoberlusconismo sullo schermo” (Ed. de l’Aube)

[Articolo originale "Berlusconi : le mystère d'une popularité" di Pierre Musso] (http://mobile.lemonde.fr/opinions/article/2009/12/12/berlusconi-le-mystere-d-une-popularite-par-pierre-musso_1279823_3232.html)

atinvidia284
28-12-2009, 23:39
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Chi protegge il Cavaliere?
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8634 Spagna
[El País]

Carabinieri e guardie del corpo private della Fininvest si dividono la protezione del primo ministro. Tre errori nel dispositivo di sicurezza hanno favorito l’aggressione

Decide Silvio Berlusconi. Se ha voglia di un bagno di folla, lo fa. Anche contro l’opinione dei servizi segreti, che il 14 ottobre hanno inviato alla presidenza del Consiglio italiano un rapporto ufficiale con il quale avvertivano che il rischio di un attacco da parte di un fanatico era “elevato”. Ed eccolo lì, il Cavaliere, intento a passeggiare tra curiosi ed esaltati, quasi a corpo scoperto.

Chi difende il primo ministro nel bel mezzo della presunta “campagna d’odio” che attraversa l’Italia? Perché nessuno ha evitato l’aggressione di Massimo Tartaglia? A differenza di ciò che succede in altri paesi – in Spagna o negli Stati Uniti, ad esempio – c’è un primo dato inquietante. Berlusconi non obbedisce agli ordini della sua scorta: è la scorta a piegarsi ai suoi desideri.

Vari esperti hanno spiegato in questi giorni che, domenica scorsa, il dispositivo di protezione del capo del Governo della settima economia mondiale ha commesso almeno tre errori. Ha lasciato che Berlusconi si avvicinasse ai suoi sostenitori senza creare un corridoio di sicurezza. Le guardie del corpo guardavano il primo ministro e non i suoi possibili aggressori. Anziché portarlo via a tutta velocità, come impone il protocollo, hanno lasciato che uscisse nuovamente dalla macchina, salisse sul predellino e si esponesse a un altro attacco.

Martedì scorso il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha difeso in Parlamento l’azione delle forze dell’ordine, a suo giudizio impeccabile. Il capo dell’opposizione, Pier Luigi Bersani, ha ricordato che negli ultimi mesi, ci sono state tre falle nella sicurezza del primo ministro: le fotografie scattate da Antonello Zappadu alle feste di Villa Certosa; l’entrata di “veline” e prostitute a palazzo Grazioli, così libere da registrare immagini e conversazioni; e, infine, l’aggressione di piazza Duomo.

La ragione è che il mix di pubblico e privato che caratterizza l’azione politica di Berlusconi si applica anche alla sua sicurezza. Nonostante la AISI (Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna) formalmente sia una struttura dei servizi segreti, il dispositivo è formato da un pool di carabinieri e guardie del corpo private.

“Ci sono un centinaio di uomini al suo servizio. La maggior parte sono militari, ma il nucleo di fiducia è formato da una quindicina di guardaspalle privati provenienti dalle sue aziende”, spiega un giornalista che segue Berlusconi. “Alcuni hanno lavorato in Mediaset, altri nei supermercati Standa e, comunque, tutti appartengono alla Fininvest. Berlusconi obbliga i servizi segreti a ingaggiarli”.

La scorta funziona come un servizio segreto privato. In alcuni casi, gli uomini di fiducia sono al fianco di Berlusconi da più di 20 anni. “Lavorano con una logica aziendale. Fanno finta di niente quando devono, eseguono quel che decide il capo e non devono rendere conto a nessuno”, indica una fonte di polizia. Alcuni di loro hanno fatto strada. “Il capo della scorta è un uomo di Fininvest”, affermano fonti sindacali.

Quando il primo ministro fa atto di presenza in luoghi pubblici, la sua protezione è di competenza dei servizi segreti. Una volta rastrellato il posto, le guardie del corpo del Cavaliere prendono il comando. Zappadu, accusato da Berlusconi di aver violato il suo domicilio per averlo fotografato a Villa Certosa fra il 2007 e il 2009, sottolinea che gli screzi fra i carabinieri e la scorta personale sono “frequenti e ben noti” in Sardegna.

Nelle sue fotografie apparivano guardie del corpo diverse, equipaggiate come mercenari. “Non sono né poliziotti né carabinieri, perché non indossano l’uniforme: vanno in giro con una tuta blu e una mitraglietta”. “Lui preferisce avere sempre vicino la sua scorta personale, a Villa Certosa sono loro che guidano le macchinette da golf”, spiega il fotoreporter.

Martedì scorso i servizi segreti hanno alzato il grado di allerta. Dopo l’aggressione Berlusconi deve limitare il contatto diretto nei luoghi pubblici. Dall’ospedale, dove i medici hanno deciso di prorogare la sua degenza almeno fino a oggi, il Cavaliere ha fatto sapere che non rinuncerà a ciò che lo contraddistingue: abbracci, autografi, persino regali. La notte scorsa gli addetti alla securezza hanno fermato un uomo con problemi psichici sul piano dell’ospedale dove è situata la camera del magnate, che l’uomo voleva “salutare”.

Ufficialmente il Governo getta acqua sul fuoco. Ma un deputato del Popolo della Libertà, Carmelo Briguglio, l’ha detto chiaro e tondo. “L’attuale dispositivo di sicurezza si è rivelato inadeguato e pieno di lacune, perciò deve essere radicalmente modificato”.

[Articolo originale "¿Quién protege a Il Cavaliere?" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/internacional/Quien/protege/Il/Cavaliere/elpepuint/20091217elpepiint_5/Tes)

atinvidia284
30-12-2009, 20:44
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif La sfida dell’Italia alla libertà su Internet
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8638 Gran Bretagna
[The Guardian]

Il tentativo del governo italiano di fermare l’odio online collegato all’attacco contro Berlusconi finirà probabilmente col portarlo in conflitto con l’Unione europea.

Il dibattito sulla libertà di espressione su Internet si è di nuovo surriscaldato in Italia a seguito delle reazioni online allo sconcertante attacco a Silvio Berlusconi. Nei giorni scorsi i social network si sono riempiti di gruppi, molti dei quali ora chiusi, a sostegno di Berlusconi o del suo assalitore, Massimo Tartaglia. Da entrambe le parti ci sono stati forti incitamenti alla violenza.

I politici italiani all’interno del partito di Berlusconi sostengono che la rete rifletta un “clima d’odio” del quale i giornalisti “dissidenti”, coi loro continui attacchi al governo, devono ritenersi responsabili. Normative più severe sono state annunciate con lo scopo di “dare ai magistrati ulteriori strumenti contro i reati sul web”, ha affermato Roberto Maroni. Il Ministro dell’Interno dovrebbe presentare una nuova proposta volta a punire chi, scrivendo le proprie opinioni su Internet, “incita a delinquere o approva atti criminali”. Ciò si tradurrà probabilmente in una serie di nuove modalità di controllo della libertà di espressione su Internet per mezzo del potere giudiziario.

Ma controllo significa censura? Maroni dice di no. Eppure è una linea sottile a separare l’uno dall’altra, e si rischia di superarla se un’opinione espressa su un social network può portare ad essere indagati. Anche se può essere vero che niente nella rete può davvero essere considerato privato, ciò che viene scritto in un profilo di Facebook, ad esempio, è comunque un’opinione personale, anche se esprime odio, e come tale non dovrebbe venir censurata né considerata criminale. Anche se è giusto punire l’incitamento a delinquere e l’approvazione di atti criminali, e l’Italia ha già delle leggi che lo fanno, delle misure che limitino la libertà di espressione online rischiano di infrangere un importante principio e di compromettere la reputazione della rete quale spazio libero. Vale la pena ricordare che Internet non è solo uno spazio dove si esprime rabbia. È anche uno spazio in cui la società civile ha discusso della democrazia. Controverse sentenze pronunciate da tribunali di diversi paesi europei hanno già fatto sorgere dubbi sull’opportunità di lasciare che Internet rimanga libera.

È inevitabile che in una democrazia, dove chiunque può esprimere la propria opinione, vengano espressi pareri che non sono gradevoli o giusti, ma normalmente le democrazie lasciano che ciò accada e vanno avanti, punendo se necessario l’individuo coinvolto. Questa sembra essere la filosofia alla base anche delle norme europee. Recentemente, il Parlamento europeo ha approvato una nuova serie di direttive, denominate pacchetto telecomunicazioni. “È la prima volta che un testo giuridico fa riferimento all’uso di Internet considerandolo esercizio di diritti e libertà fondamentali,” ha affermato il relatore della commissione parlamentare Catherine Trautmann.

Una nota del Parlamento europeo riferisce che secondo le nuove norme l’accesso ad Internet può essere impedito solo se “appropriato, proporzionato e necessario in una società democratica”, e solo dopo “una precedente procedura, giusta e imparziale” che dia agli utenti la possibilità di illustrare il loro caso e che rispetti “il principio di presunzione d’innocenza e il diritto alla privacy”. Questa legge rafforza il principio secondo il quale Internet è uno spazio all’interno del quale tutti, ancorché soggetti alle leggi penali, hanno diritto alla libertà d’espressione.

Ma l’Italia sembra andare in un’altra direzione. Ciò che il governo sembra voler fare non si discosta molto dalla normativa francese di recente approvazione conosciuta come legge Hadopi. In base a questa legge, che si occupa principalmente di pirateria via web, una connessione ad Internet può essere sospesa per attività illegali. Non è ancora chiaro se la legge Hadopi dovrà essere modificata per rispettare il pacchetto telecomunicazioni europeo. Probabilmente entrerà in conflitto con quest’ultimo a causa della negazione del principio che prevede un giusto procedimento legale prima della sanzione di un reato su web. Viviane Reding, il commissario europeo per le telecomunicazioni, ha confermato che il pacchetto telecomunicazioni mira a evitare che le connessioni a Internet siano sospese senza un giusto processo. Riferendosi alla stessa questione durante una recente conferenza in Spagna, ha ammonito il governo di José Luis Rodríguez Zapatero a “non entrare in conflitto con la Commissione europea” riguardo al modo in cui i crimini via web sono perseguiti.

Mentre il Parlamento europeo approva direttive che mettono a rischio normative esistenti che limitano la libertà su Internet, non ha senso che l’Italia si diriga nella direzione opposta. Come affermato dal Parlamento europeo, Internet è uno spazio neutrale e libero. Gli Stati membri dell’Unione dovrebbero proteggere questo principio.

[Articolo originale "Italy's challenge to internet freedom" di Manuela Mesco] (http://www.guardian.co.uk/commentisfree/libertycentral/2009/dec/17/italy-internet-freedom-attack-berlusconi)

atinvidia284
30-12-2009, 20:46
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/belgium.standard.gif Berlusconi, il martire, predica l’amore
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8653 Belgio
[De Morgen]

Solo l’ex giudice istruttore Di Pietro osa rilanciare la palla, affermando che il primo ministro stesso ha contribuito all’attuale clima di tensione.

Hedwig Zeedijk, corrispondente della VRT a Roma, segue le dimissioni dall’ospedale del primo ministro italiano Silvio Berlusconi. Berlusconi, dopo una settimana in ospedale, torna a casa. Domenica sera era stato ricoverato dopo che un uomo psicologicamente instabile l’aveva colpito con un pesante oggetto in pieno volto. “Ora che la tensione si è allentata, la prossima mossa spetta al primo ministro”, scrive Hedwig Zeedijk. In programma ci sono diverse riforme in materia di, eh già, giustizia.

Dall’ospedale il premier Silvio Berlusconi ha fatto sapere: “L’amore vince sempre sull’invidia e sull’odio”, ma i suoi sostenitori in Parlamento puntano il dito accusatorio contro l’opposizione, i giornalisti e i magistrati, la cui campagna d’odio avrebbe armato la mano dell’aggressore . Proprio come il loro capo gli ha insegnato duranti gli ultimi 15 anni. Perché un nemico comune rafforza la propria coalizione.

Il capogruppo del suo partito, Cicchitto, in Parlamento fa il nome e cognome dei “mandanti” dell’attacco. Il “veleno” è prodotto dalla campagna d’odio contro Berlusconi, orchestrata dai quotidiani La Repubblica e Il Fatto, dal settimanale l’Espresso, dal giornalista RAI Santoro e dal “terrorista mediatico” Travaglio. Responsabili sono anche i magistrati che demonizzano Berlusconi e il politico Antonio Di Pietro che “incita alla violenza come se volesse scatenare una guerra civile.”

L’opposizione esprime solidarietà incondizionata al primo ministro. Solo l’ex giudice istruttore, Antonio di Pietro osa rilanciare la palla, affermando che il premier stesso ha contribuito all’attuale clima di tensione.

Il clima avvelenato ha toccato il fondo domenica scorsa, quando un uomo di 42 anni, con problemi psichici, ha lanciato contro il premier una riproduzione del Duomo di Milano. Il Presidente Napolitano ha fatto un appello affinchè si moderassero i toni e lo stesso fanno con maggior forza i politici di sinistra e di destra. Gli uni riferendosi agli altri, che sia chiaro.

La polarizzazione in Italia è il risultato di 15 anni di Berlusconismo. Il rinnovamento che Berlusconi aveva promesso di portare e che aveva dato adito a tante speranze nel 1994, non c’è stato nella sostanza, ma solo nelle apparenze. Lo spettacolo mediatico è diventato più importante, e un pubblicitario esperto come Berlusconi sa manipolarlo come nessun altro.

Per esempio, durante la campagna elettorale del 2001 ha fatto recapitare un milione di copie del suo fotoromanzo “Una storia Italiana”, dove venivano descritti a parole ma soprattutto per immagini i successi del padre di famiglia, dello sportivo, dell’imprenditore, del comunicatore e politico Berlusconi. La sua vita privata e la sua carriera politica sono così eternamente intrecciate e non esiste conflitto di interessi in quanto, ciò che è buono per Silvio, è un bene per il paese.

Berlusconi ha introdotto un nuovo linguaggio di stampo popolare nella politica e ha etichettato i suoi nemici immancabilmente come comunisti. I giornalisti critici, che Berlusconi ha citato con nome e cognome, sono stati accusati di fare uso “criminoso” del servizio pubblico radiotelevisivo e coloro che chiedono più libertà di stampa, di essere dei “lestofanti “. Ha definito ’stronzate’ (in italiano nel testo, ndt) le idee dell’ ex-premier di centro-sinistra Romano Prodi, mentre giudici e magistrati sarebbero letteralmente dei “pazzi” e “mentalmente disturbati”. Gli elettori dei partiti di sinistra sono stati classificati come “coglioni”.

Anche il centro sinistra tesse la tela della polarizzazione. Se Berlusconi riesce a tenere insieme gli ex-fascisti di Fini e i federalisti razzisti di Bossi contro il nemico comune, i comunisti, lo stesso discorso vale per i sentimenti anti-Berlusconi dei partiti di sinistra: spesso un collante in tempo di elezioni, ma mai sufficiente per completare una legislatura.

Il paese vive una netta divisione: o si è pro o contro il magnate dei media. I tifosi di Silvio fondano dei clubs, sventolano bandiere e cantano per il presidente Berlusconi “Meno male che Silvio c’è” (in italiano nel testo con traduzione, ndt). Gli avversari assistono frustrati a come la maggioranza parlamentare, composta da amici personali, avvocati, dipendenti, showgirls e altri sostenitori di Berlusconi, governa il Paese, spesso a favore del medesimo Padre-Padrone.

Ora che la tensione si è allentata, spetta al premier la prossima mossa. Dalla sua posizione di vittima, sistemerà le cose. “Se questo incidente servisse ad accrescere la consapevolezza della necessità di un dialogo più sincero e più calmo, allora il mio dolore non sarà stato vano. Se loro, (l’opposizione, nda) prenderanno giustamente le distanze dai pochi predicatori della violenza, allora finalmente il dialogo potrà riprendere.”

Mentre le immagini di Berlusconi-incerottato fanno il giro del mondo, è Gianni Letta a tenere temporaneamente le redini. Letta è uno dei pochi diplomatici dalla squadra di Berlusconi che gode anche del rispetto della sinistra. Con il sostegno dell’opposizione (tranne Di Pietro), il governo intravede la possibilità di introdurre con facilità alcune riforme. In particolare, non dovrebbe sorprendere, in materia di giustizia.

Letta sembra aver trovato un sostenitore significativo nell’ex-primo ministro Massimo D’Alema del Partito Democratico. Quest’ultimo, giovedi, ha fatto sapere che una piccola legge ‘ad personam’ che protegga Berlusconi dall’essere processato è “quasi meglio” dell’altra proposta, quella di limitare i tempi per tutti i processi. In quanto, nel secondo caso, non si salva solo il premier ma si rischia anche di consentire a centinaia di persone sospettate di crimini gravi di cavarsela impunemente.

Per quanto tempo ancora risuonerà “Meno male Che Silvio c’è” ?

[Articolo originale "Martelaar Berlusconi predikt de liefde" di Hedwig Zeedijk] (http://www.demorgen.be/dm/nl/2461/De-Gedachte/article/detail/1044178/2009/12/19/Martelaar-Berlusconi-predikt-de-liefde.dhtml)

atinvidia284
01-01-2010, 17:00
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Fake, inimitabile e indistruttibile
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8660 Brasile
[O Estado de São Paulo]

Molte volte gli amici brasiliani mi hanno domandato cosa stia accadendo in Italia e del “perché Berlusconi”. Ho quasi sempre cercato di rispondere sorridendo (e imbarazzato), alludendo che non è facile spiegare il fenomeno Berlusconi.

Allora inizio da Videodrome, un film del regista canadese Cronenberg del 1984 che anticipava alcuni conflitti tra la TV e il nascente computer. Secondo me, Berlusconi vede e rivede settimanalmente Videodrome per applicarlo al contesto italiano. “Il potere passa attraverso gli occhi”, nel film si cita Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze e poeta. E gli occhi sono diventati una sottile membrana che connette il visus del “Cavaliere” a un pubblico trasformato in audience.


Il visus è il modo scientifico attraverso cui Berlusconi cura e rende immutabile il suo corpo concentrato nel viso: un viso-corpo che si allarga su tutto lo schermo-tv. E fuoriesce diffondendosi in ogni interstizio visuale. Nel suo visus-visuale, tutto è organizzato nei minimi particolari ed è inutile dire che i capelli sono falsi come i denti, che il lifting della pelle o il trucco sono sapientemente eccessivi. Berlusconi è fake, nel senso di falso-vero. È così visibilmente troppo falso da risultare quasi vero: o almeno verosimile.


Il suo elettorato è un pubblico-audience che ha la tv generalista come medium principale della comunicazione (anziché internet). Ed è riuscito a trasformare in arena politica la comunicazione visuale diffusa dalla sua video-carne.


Berlusconi è il taylorismo-fordismo applicato non più alla produzione di merci standard, bensì alla comunicazione tv-generalista. Cioè lui incorpora il transito – tutto politico – da un sistema economico basato sulla produzione di merci, ad un altro connesso con la onnivora comunicazione visuale.

Da qui il collasso del concetto di società che lui (e prima di lui la Thatcher) ha pensionato come reliquia otto-novecentesca inutilmente difesa dalla sinistra: insieme al collasso della società svaporano nell’aria-di-pixel le divisioni di classe, età, genere (ma non di “etnicità”). Berlusconi ha successo su un target interclassista, multi-generazionale, trans-genere. Come la pubblicità Dolce&Gabbana.


Parallelamente avviene la trasfigurazione del suo corpo in video-corpo. “Lui” applica a se stesso come strumento di potere seduttivo quelle techno-metamorfosi sperimentate da tanti artisti/e di avanguardia: cioè diventa una Orlan fatta carne politica. Come l’artista francese crea i suoi connotati identitari attraverso operazioni chirurgiche nel circuito mass-mediale, così “lui” espone le sue chirurgie estetiche nelle arene televisive. Per questo appare indistruttibile, immodificabile, inimitabile. La sua identità fissa (“fissata”) si realizza attraverso continue modifiche acclamate dall’irriducibile 34% del suo elettorato proiettivo in senso statistico e psicologico.


A questa politica del visus si affianca quella più antica dell’imbonitore. Berlusconi, infatti, cantava nelle navi crociera e intratteneva – ridendo – il pubblico con barzellette a sfondo sessuale: un addestramento che replica nelle più diverse platee mostrando la doppia fila bianchissima di denti. Alla recente assemblea del PPE in Germania, cioè dei popolari di matrice cristiana, ha detto che “ha le palle”, per cui non si fa intimidire dalla magistratura italiana che lo ha condannato per corruzione e subito dopo ha abbracciato - ricambiato - Angela Merker.


Berlusconi agisce sulle passioni elementari di tipo viscerale e le innesta nelle tecnologie televisive. Tale mix techno-viscerale è presentato con una sorta di paradigma amico-nemico applicato non più alle forze sociali, bensì al proprio enorme io versus tutti gli altri.

Così il nodo della discussione si sposta dalla crisi economica al pro o contro l’amore/odio per “lui” attraverso retoriche emotive: invidia per il successo, le donne, i figli, nonostante la bontà che lo contraddistingue in quanto unto del Signore, predestinato a tale ruolo dalla mamma (dopo l’attentato ha detto di essere “miracolato”); nel sesso afferma il peggiore machismo latino (quando è stato accusato di andare con prostitute ha detto: “non sono mica un santo”), mentre odio e rancore caratterizzano tutta l’opposizione.


Infine è in sintonia con Ratzinger, promulgatore di una teologia ridotta a interferire sulla vita e la morte: queste due passioni fondamentali si sposano perfettamente con le altre passioni elementari del capo di Mediaset.


Allora l’attentatore di Milano, Massimo Tartaglia, che gli ha rotto due denti, il setto nasale e un labbro, un 42enne definito “psicolabile”, incorpora alla perfezione il tipo di soggetto debole, di un io-precario e sofferente che, rifiutando la mano tesa offerta dal “bene”, diventa “folle” come ogni oppositore. Attentato infelice, certo, sia perché è sempre detestabile l’uso della violenza nel fare politica e sia perché rafforzerà il potere del re-sacerdote ferito che perdonerà il suo attentatore.


E l’opposizione non potrà che balbettare solidarietà, senza entrare dentro l’oscura schizofrenia che si è impadronita della maggioranza degli italiani. Uno dei popoli che ha più emigrati al mondo, tra cui il Brasile, è diventato in un decennio razzista, diffidente, volgare. Anche l’università viene abbandonata dai migliori cervelli. Lo stesso rettore della Luiss, una delle università private più prestigiose tutt’altro che di sinistra, ha scritto una lettera pubblica al figlio suggerendogli di andare a studiare all’estero.


È una prospettiva che ho trasmesso a molti miei studenti e che io stesso ho deciso di intraprendere. Forse non sono esiliato, ma certo la mia decisione di abbandonare l’università italiana ha il senso amaro di una sconfitta anche personale e di una voglia dolce di non arrendersi.


Il resto del problema è facilmente risolto: Berlusconi andrà in Svizzera, in una clinica che si chiama, appunto, Ars Medica dove in poco tempo e con tanto danaro gli faranno un nuovo visus sempre più indistruttibile per un Videodrome interminabile.

[Articolo originale " Fake, inimitável e indestrutível" di Massimo Canevacci (antropologo)] (http://www.estadao.com.br/noticias/suplementos,fake-inimitavel-e-indestrutivel,484771,0.htm)

stetteo
01-01-2010, 18:45
Davvero un'ottima analisi.

atinvidia284
03-01-2010, 23:29
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Una faccia e un paese sfregiati
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8666 Spagna
[La Vanguardia]

C’è stata gente in Italia e all’estero che ha assistito all’aggressione di un pazzo a Berlusconi con un misto di gioia e beffa e, a parte la considerazione che ognuno ha del personaggio, risulta evidente che queste attitudini dovrebbero preoccupare quasi quanto il comportamento del primo ministro.

Nemmeno le dichiarazioni dello scorso week-end di Berlusconi sembrano molto opportune, specie quando ha dichiarato che, a ricordo dell’incidente, gli rimarrà l’odio di pochi e l’amore di molti italiani. Sicuramente sarebbe stato più sensato l’aver detto che avrebbe lavorato per guadagnarsi il rispetto di tutti, finanche di chi ha potuto offendere con le proprie azioni degli ultimi mesi. Alla politica non serve amore e odio. Questa non è una tragedia di Eschilo, né una commedia di Chapman.

La faccia di Berlusconi sfregiata da una riproduzione del duomo di Milano è una delle immagini dell’anno. Il viso sfregiato è l’allegoria di un paese diviso nei confronti di un presidente che governa confondendo il pubblico e il privato, la politica e gli affari, la moralità con la vita da picaro. Senza spingerci più in là, il primo ministro italiano pensa di sfruttare la popolarità generata dall’aggressione ai suoi danni per cercare di convocare elezioni anticipate. Un Berlusconi convertito in vittima può essere una strategia elettorale per chi continua a lasciare una scia di persone danneggiate lungo il cammino.

Negli ultimi anni il Cavaliere ha dovuto affrontare diversi interventi, dato che ha subito almeno una operazione di prostata e un’altra al cuore per la collocazione di vari bypass coronari. Inoltre, si è ricoverato per sottoporsi a un trapianto di capelli e a un lifting. Dopo esser stato dal dentista per la ricostruzione di un paio di denti persi nell’impatto con il souvenir, ha annunciato che andrà alla clinica di chirurgia plastica di Lugano (Svizzera) per poter eliminare le ferite al visto dovute all’impatto con la cattedrale in miniatura.

Tuttavia, a Berlusconi serve più un chirurgo che gli metta a posto la biografia che uno che gli sistemi il viso. Una cicatrice allo zigomo prima o poi scompare, ma alcune dichiarazioni del primo ministro e altrettante sue immagini rimarranno indelebili nella memoria collettiva. Per questo sarebbe conveniente per lui cercare di neutralizzarle con un’immagine più serena e un eloquio più consono. O forse il buonsenso non è di moda nella politica italiana?

Ma ma c’è da temere il peggio. Il suo discorso in attesa del chirurgo plastico non può essere più chiaro: la violenta aggressione non è dovuta a un semplice disturbato mentale, ma al clima creato dall’opposizione. Magari la pace interiore alla quale predispone il paesaggio svizzero lo farà ricredere. In caso contrario, l’unica soluzione sarà sperare che il nuovo stiramento della pelle gli distenda i neuroni. Non si tratta solo del fatto che egli si veda più attraente, ma che il mondo lo veda di buon occhio.

[Articolo originale "Una cara y un país partidos" di Màrius Carol] (http:// http://www.lavanguardia.es/internacional/noticias/20091221/53850232245/una-cara-y-un-pais-partidos-berlusconi-silvio-berlusconi-chapman-esquilo-lugano-italia-suiza-milan.html)

atinvidia284
05-01-2010, 23:31
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Ho cambiato idea sull’Italia
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8665 Gran Bretagna
[The Guardian]

La mia storia d’amore con l’Italia è finita. L’idillio non c’è più. Ora vedo il Paese per quello che è veramente : razzista, di destra e corrotto.

Mi sono chiesto a lungo come iniziare questo articolo che spiega come mai ho cambiato idea sull’Italia, come mai nel corso dell’ultimo decennio il mio sdegno sia cresciuto sempre di più nei confronti di un paese e di una cultura che prima mi deliziavano così tanto, e come mai adesso non m’importa quasi per niente se un giorno tornerò a mettere piede su quella terra. Ma non avrei dovuto preoccuparmi, un articolo pubblicato dal Guardian mi ha dato lo spunto.

Il reportage di John Hooper su Coccaglio, paese vicino Brescia, raccoglie la maggior parte di quello che non va nell’Italia moderna in un pacco natalizio, confezionato con carta regalo molto particolare e chiuso con un meraviglioso fiocco come solo gli italiani sanno fare. Hooper ci racconta come il Natale a Coccaglio sia segnato da una ricerca condotta casa per casa per scovare immigrati irregolari (ovvero neri). La retata, promossa dal consiglio comunale locale controllato dalla Lega Nord, è stata ufficialmente denominata Operazione Bianco Natale e finirà, oh oh oh, il 25 dicembre. Un consigliere di Coccaglio ha dichiarato che il Natale è una festa dell’identità cristiana, non una celebrazione dell’ospitalità. L’intera operazione è stata salutata e appoggiata dal governo di Silvio Berlusconi.

Essendo un europeo del nord, sono cresciuto con la propensione nordeuropea a innamorarsi dell’Italia, un paese dove c’è tepore al posto di freddo, luce al posto di buio, estroversione al posto di introversione, passione al posto di repressione. Visitare l’Italia, come ho fatto per un bel po’ di anni della mia vita, voleva dire entrare nel mondo dei sensi, in un posto dove il cuore ha la meglio sul cervello, dove la bellezza prende il posto della bruttezza e dove la naturalezza sciolta e tollerante rimpiazza la severità abbottonata del mondo protestante. Col passare degli anni mi sono interessato alla lingua, all’arte, alla storia e ovviamente anche all’opera e alle donne. Sono rimasto affascinato anche dalla politica. La sinistra italiana sembrava possedere un modo tutto suo, colto e acuto allo stesso tempo, di vedere il mondo e il proprio Paese. Era una combinazione accattivante di socialismo e stile. Mi pareva che a Bologna avessero inventato la città moderna perfetta, combinando dinamismo intellettuale, un’amministrazione locale straordinaria e alcuni esempi della cucina migliore d’Europa. Come tanti altri della mia generazione, mi sono bevuto tutto quanto e mi chiedevo come mai noi inglesi non potessimo somigliare un po’ di più agli italiani.

Ma questo era tanto tempo fa. Adesso vedo le cose in maniera diversa. Sarebbe facile scaricare tutta la colpa su Berlusconi, sulla sua personalità grottesca, sulla sua corruzione, sulla sua mancanza di vergogna e sul suo razzismo , e fino ad un certo punto, certamente, lo faccio. Ciò che George W. Bush ha fatto per la reputazione mondiale degli Stati Uniti, Berlusconi l’ha fatto per la reputazione dell’Italia. Tuttavia, c’è una grossa differenza: l’ascesa di Bush ha reso possibile l’ascesa correttiva finale di Barack Obama. In maniera opposta, l’ascesa di Berlusconi sembra autoalimentarsi e sembra portare l’Italia sempre di più verso una politica controllata e dominata dai media. A volte ho paura che questo sia il nostro futuro anche nel Regno Unito se non staremo attenti. Il mio quiz natalizio per i lettori è questo: chi potrebbe essere il Berlusconi britannico?

Torniamo in Italia. Quando gli osservatori inglesi guardavano gli Stati Uniti un decennio fa e si chiedevano come avessero fatto ad eleggere qualcuno come Bush, c’era almeno una chiara risposta psefologica alla loro domanda (la quale non era semplicemente la risposta ovvia che nel 2000 non l’avessero eletto). Gli americani hanno scelto Bush due volte perché gli elettori americani, soprattutto i maschi bianchi, sono tendenzialmente, sia culturalmente sia politicamente, più a destra dei votanti maschi e bianchi nella maggior parte d’Europa.

Ci dobbiamo porre una domanda simile sugli italiani. Come hanno potuto eleggere Berlusconi, farlo una seconda volta e poi una terza? L’hanno fatto, sospetto, per le stesse ragioni psefologiche degli americani che hanno scelto Bush. Ripercorrendo gli ultimi 150 anni di storia italiana possiamo notare lunghi periodi di governo della destra, seguiti da un breve periodo di catastrofi e, successivamente, una riconferma della destra. L’Italia non è mai stata quel paradiso liberale di cui si illudono qualche volta i progressisti europei. In realtà è un Paese in cui c’è una maggioranza di destra. È molto più corrotto, depravato, razzista e anarchico di quanto i turisti di classe media, pieni di fantasie ispirate da EM Forster e che vedono solo quello che vogliono vedere, possano immaginare. Coccaglio non è un mero correttivo di tutto questo. L’Italia è così. Dimenticate l’Italia di Dante. Dimenticate l’Italia di Verdi. Dimenticate l’Italia delle vostre fantasie. Benvenuti nell’Italia che definisce una retata contro gli immigrati ‘Operazione Bianco Natale’, nell’Italia che dichiara che il Presidente degli Stati Uniti ha una bella tintarella, la stessa Italia che poi si mette anche a ridacchiare di queste cose.

[Articolo originale "I've changed my mind about Italy" di Martin Kettle] (http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2009/dec/24/goodbye-noughties-italy-rightwing-racist)

amigaos
06-01-2010, 01:43
mio dio c'e' da vergognarsi:doh:

aeterna
06-01-2010, 02:04
mio dio c'e' da vergognarsi:doh:

e di che?
anzi è da apprezzare lo sforzo fatto da questi giornalisti.
non deve essere facile buttare giù un articolo su qualcosa che non si conosce davvero, ma si osserva dal di fuori.

Theodorakis
06-01-2010, 07:58
e di che?
anzi è da apprezzare lo sforzo fatto da questi giornalisti.
non deve essere facile buttare giù un articolo su qualcosa che non si conosce davvero, ma si osserva dal di fuori.

Quindi secondo te articoli sull'Italia devono essere scritti solo da italiani, di destra e che votano o PDL o LN. Un altro non avrebbe le capacità, sia morali sia oggettive, per scrivere un pezzo sull'Italia attuale. O mi sbaglio? :D

fba00
06-01-2010, 08:09
che poi l'articolo è stato scritto da uno che dice di aver amato l'italia ed il modo in cui si pensava e si viveva qui (e cazzo se gli dò ragione :muro: )

Cfranco
06-01-2010, 09:25
e di che?
anzi è da apprezzare lo sforzo fatto da questi giornalisti.
non deve essere facile buttare giù un articolo su qualcosa che non si conosce davvero, ma si osserva dal di fuori.
A me pare che questi giornalisti conoscano l' Italia meglio di molti italiani che vivono nelle favole della telecrazia .

Steinoff
06-01-2010, 09:26
e di che?
anzi è da apprezzare lo sforzo fatto da questi giornalisti.
non deve essere facile buttare giù un articolo su qualcosa che non si conosce davvero, ma si osserva dal di fuori.


Quindi,partendo dal tuo presupposto te non sei in grado, ad esempio, di giudicare un film se non fai parte del cast.
Per assurdo non puoi neanche dire se una lasagna e' buona se non sei il cuoco che l'ha fatta, o se non sei la lasagna stessa.
:mbe:
Orpo che storia....
:doh:
Io comunque mi vergogno di quello li' che ci fa da pdc, ogni volta che vado all'estero mi chiedono come sia possibile che ne abbiamo uno del genere in carica.... me lo chiedono i Polacchi, i Danesi, gli Svedesi e gli Inglesi.

atinvidia284
07-01-2010, 19:44
e di che?
anzi è da apprezzare lo sforzo fatto da questi giornalisti.
non deve essere facile buttare giù un articolo su qualcosa che non si conosce davvero, ma si osserva dal di fuori.

Tu continua a leggere il rotolo mi raccomando,la tua scusa bananas entra in classifica :tapiro:

atinvidia284
07-01-2010, 19:47
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Uno “strano” accordo
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8671 Germania
[Sueddeutsche Zeitung]

L’Italia non basta: Silvio Berlusconi, zar dei media e Presidente del Consiglio, avrà in futuro grande influenza in Spagna.

Silvio Berlusconi accresce la sua influenza sul mercato televisivo spagnolo. L’emittente televisiva spagnola Telecinco, controllata dal Presidente del Consiglio italiano, si fonde con l’emittente concorrente Cuatro. L’emittente televisiva che ne scaturirà sarà la principale offerente nella televisione pubblica in Spagna. La sua quota di indici di ascolto, secondo la stampa spagnola, a partire da sabato si troverà al 25,2 per cento. Il limite massimo per legge è fissato al 27 per cento.

Posizioni politiche contrarie

L’accordo è la prima fusione di due grosse emittenti private in Spagna.

Mediaset, il gruppo televisivo di Berlusconi,avrà nella nuova emittente una quota capitale del 41 per cento. Con la sua quota del 18 per cento il gruppo spagnolo Prisa del giornale El Pais diventerà il secondo detentore di capitale. Inoltre il gruppo Prisa, indebitato per cinque miliardi di euro, vende a Telecinco il 22 per cento del suo pacchetto Pay-Tv Digital +. Il prezzo è stato fissato a 0,5 miliardi di euro.

Nell’ambito del settore la fusione di Telecinco e Cuatro è stata definita una “strana” fusione, poichè entrambe le parti rappresentano posizioni politiche contrapposte. Il gruppo televisivo di Berlusconi appartiene all’area conservatrice, mentre Prisa è orientata verso la sinistra liberale.

Con la fusione entrambe le emittenti passano avanti alle loro concorrenti. E’ dato praticamente per certo che fra non molto le altre due grosse emittenti private spagnole Antena 3 e La Sexta si uniranno. Entrambe le aziende avevano già condotto trattative per la fusione e si erano fondamentalmente unite su importanti punti. Antena 3 e La Sexta detengono insieme un indice di ascolto del 22,6 per cento. Le fusioni significano un riassetto totale sul mercato televisivo spagnolo. Le emittenti reagiscono così alla crisi economica e alla brusca diminuzione dei loro introiti.

Nel primo semestre 2009 le entrate pubblicitarie della televisione spagnola sono crollate a 2,6 miliardi di euro, ossia quasi del 30 per cento rispetto al corrispondente periodo dell’anno scorso.

[Articolo originale "Ein ''merkwürdiger'' Zusammenschluss"] (http://www.sueddeutsche.de/wirtschaft/864/498162/text/)

atinvidia284
11-01-2010, 21:20
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/catalonia.standard.gif Gli evasori tornano a casa
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8700 Catalogna
[Avui]

Il Governo Berlusconi recupera 95.000 milioni di euro che gli italiani avevano evaso e conservato fuori dal Paese. Li otterrà entro 40 giorni grazie a un’amnistia fiscale che ha generato molta polemica.

“Buongiorno, ho decine di cavalli da corsa nascosti in Svizzera e mi chiedevo se li posso legalizzar in Italia. Migliaia di evasori fiscali si sono affrettati a consultare esperti e banche con domande sorprendenti come questa da quando la destra italiana guidata dal primo minisro Silvio Berlusconi ha approvato la terza amnistia fiscale del decennio, il 3 ottobre scorso. Risultato: l’Italia ha recuperato 95.000 milioni di euro che fino a quel momento erano svaniti in conti stranieri.

“È un successo straordinario, un segno di forza della nostra economia e di fiducia nell’Italia. E anche d’intelligenza”, ha detto ieri in un comunicato il Ministro delle Finanze Giulio Tremonti, che sostiene che con questa operazione si colpiscono i paradisi fiscali. “Il compromesso del G20 è, infatti, dimostrare che l’era dei paradisi fiscali è finita per sempre. Portare o conservare soldi all’estero, non conviene più, né economicamente né fiscalmente, perché il rendimento è minimo e il rischio massimo”, ha aggiunto.

Il ministro si dichiara soddisfatto. Il suo governo, il più indebitato della UE, era strangolato a causa della crisi e gli altri ministeri gli chiedevano mezzi e aiuto. L’avevano addirittura rimproverato in pubblico. Ora però, Tremonti puó respirare grazie agli ingressi extra che il governo ha ottenuto in un tempo record: 40 giorni, perché i termini per mettere in regola i capitali scadevano il 15 dicembre. Dato che ad ogni euro rimpatriato si applicava un rincaro del 5%, il governo ha raccolto 4.750 milioni di euro.

Incoraggiato dal successo, Tremonti ha posticipato la scadenza per cercare di attirare ancora più soldi. Gli evasori che non si sono ancora decisi a rimpatriare i loro capitali, hanno una nuova opportunità, fino ad aprile. Prima di questa amnistia, l’Agenzia delle Entrate italiana, calcolava che c’erano 300.000 euro di origine italiana in paradisi fiscali. Quindi, ci sono ancora 200.000 euro in fuga da recuperare.

Gli esperti, interrogati dal quotidiano finanziario Il Sole 24 ore, infatti, confessano che i pesci grossi, i grandi evasori – fra i quali le mafie – non si sono lasciati convincere da questa terza amnistia fiscale. Ogni evasore ha restituito al paese in media, 500.000 euro, più o meno quello che costa un appartamento medio a Roma o a Milano, mentre ai tempi delle altre due amnistie promosse all’inizio del decennio sempre dal governo Berlusconi fra il 2001 e il 2003, l’operazione media era di 900.000 euro.

È l’altra faccia della moneta di un’amnistia che ha provocato grande scandalo nelle file dell’opposizione parlamentare e di ampi settori sociali. Gli oppositori criticano che si applichi un rincaro solo del 5%, il piú basso tra i paesi occidentali. Spiegano che l’evasore riceve un messaggio inequivocabile: può evadere capitale quando vuole, perché lo Stato finirà sempre con l’aprirgli le porte di casa.

Inoltre, per il fatto di pagare questo esiguo 5%, gli vengono condonate tutte le tasse, molto più care, che avrebbe dovuto pagare durante la permanenza del patrimonio all’estero. E non solo non entra in nessun “elenco nero” del Ministero del Tesoro, ma gli vengono anche perdonati reati come il falso in bilancio.

Tutto questo in un paese in cui, secondo le stime ufficiali, ogni anno si perde l’ingresso nelle casse pubbliche di almeno il 7% del PIL – circa 100.000 milioni all’anno – a causa dell’evasione fiscale. Uno schiaffo per l’Italia onesta che compie i suoi doveri con lo Stato.

[Articolo originale "Els evasors tornen a casa" di Sandra Buxaderas] (http://paper.avui.cat/article/economia/181176/evasors/tornen/casa.html)

fba00
12-01-2010, 02:17
Dio,ogni volta che leggo di questo maledetto scudo fiscale al 5% è una pugnalata al cuore :muro: ancora mi chiedo come cazzo son riusciti a farlo passare :muro: no ma poi,300 milioni di euro stimati di evasione all'estero,pazzesco :eek:

Steinoff
12-01-2010, 02:23
This is the Love-Party....

:help:

atinvidia284
16-01-2010, 13:12
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif La cittadina italiana dove un Bianco Natale è una questione di polizia
Dicembre 2009 http://italiadallestero.info/archives/8658 Gran Bretagna
[The Guardian]

Con la prima neve scesa alle pendici delle Alpi italiane, il centro di Coccaglio si presentava in uno scenario idilliaco. Davanti alla chiesa del XVIII secolo, i fiocchi che scendevano si posavano su un albero di Natale alto quanto la torre romana sul lato opposto.

Ma in questa cittadina di 8 mila abitanti a metà strada tra Milano e Venezia, l’approccio alla festa più sacra della cristianità è stato segnato da un avvenimento davvero speciale. Su ordini della giunta comunale, amministrata dalla conservatrice Lega Nord, la polizia sta svolgendo perquisizioni di casa in casa in cerca di immigrati clandestini. L’operazione, denominata Bianco Natale, dovrebbe concludersi il 25 Dicembre.

Circa 3.000 persone hanno marciato attraverso la città per contestare l’iniziativa, che il Vaticano ha definito “triste e dolorosa”. Ha invece ricevuto l’appoggio dal governo Berlusconi. Roberto Maroni, Ministro degli Interni del governo Berlusconi e leader della Lega Nord, nel corso di una visita nella vicina città di Brescia, dove ha annunciato l’apertura di un imminente centro di detenzione per sospetti immigrati clandestini – centro cosiddetto per l’identificazione e l’espulsione – si è complimentato con il sindaco di Coccaglio.

“L’operazione White Christmas è già stata fatta in altri comuni con nomi diversi e senza suscitare gli stessi clamori” ha dichiarato. “Si tratta di iniziative che servono per controllare e contrastare il fenomeno dei clandestini. Quindi nessun “caso” e niente razzismo.”

La popolazione straniera è aumentata visibilmente nel cuore industriale d’Italia, creando terreno fertile per la Lega e la sua retorica xenofoba. Durante le ultime elezioni, uno dei manifesti della Lega raffigurava tre pecore bianche cacciare via una nera.

Negli ultimi 10 anni fino al 2008, i cittadini registrati di Coccaglio non italiani sono passati da 177 a 1,562. Il centro di Brescia è un susseguirsi di macellai halal, mercati africani, negozi cinesi e venditori di kebab. La diffidenza è sfociata in rabbia quando, il mese scorso, nella cittadina più vicina a Coccaglio, un marocchino è stato arrestato con il sospetto di aver aggredito e violentato una donna del posto. Testimoni oculari raccontano che l’uomo ha rischiato il linciaggio mentre veniva portato in caserma dai carabinieri.

Franco Claretti, sindaco di Coccaglio, ha confermato che l’operazione verrà conclusa il giorno di Natale, ma che è solo una coincidenza e ha ribadito che l’appellativo Bianco Natale è stato creato dal titolista di un quotidiano locale piuttosto che dalla sua giunta comunale. “Non lo troverete in nessun documento della giunta” ha dichiarato. “In Italia le ordinanze comunali restano in vigore per 60 giorni e questa è passata il 27 Ottobre”.

Ma i detrattori di questa inziativa restano scettici. “Non l’hanno smentito all’inizio” ha affermato Umberto Gobbi, coordinatore radiofonico e organizzatore della protesta del mese scorso. Secondo lui, la Lega Nord sta portando avanti un gioco di provocazioni e successive smentite, solo per mantenere alta la tensione. “L’iniziativa Bianco Natale fa parte di una sorta di sfida a vedere chi riesce ad essere il più irritante”, ha aggiunto.

Claretti ha dichiarato di aver provato a stabilire il record non appena è stato contattato dai media nazionali, ma il servizio che ne seguì possedeva un elemento ancora più esplosivo: un commento attribuito ad uno dei suoi consiglieri,secondo il quale ” Natale è una festa della tradizione cristiana, della nostra identità, non la festa dell’accoglienza”. Di nuovo, Claretti sostiene che le parole del consigliere siano state citate erroneamente e che in realtà lui aveva detto che l’ospitalità deve essere estesa a tutto l’anno, non solo a Natale.

Nela sua canonica alle porte di Brescia, padre Mario Toffari, direttore diocesano dell’Ufficio per la pastorale dei migranti, ha espresso il suo scetticismo con una gestualità tipica italiana: alzando le spalle e aprendo le braccia. “Se è davvero così, tutto quello che dovevano fare era ritirare ciò che avevano detto”.

La Lega ha più volte sfruttato i simboli della Cristianità per i propri fini “e i simboli della Cristianità non dovrebbero essere usati contro nessuno” ha sottolineato Toffari.

Recentemente a Brescia, così come in diverse altre città italiane, alcuni membri della Lega Nord hanno distribuito crocifissi lungo le strade per protestare contro la corte Europea dei Diritti dell’Uomo secondo cui mostare il crocifisso nelle classi italiane è una violazione del diritto di libertà religiosa. Altrove, il partito ha organizzato campagne per la costruzione di scene della natività nei locali del comune.

L’iniziativa di Coccaglio è frutto di una legge caldeggiata dal governo Berlusconi per dare ai sindaci maggiori poteri nella caccia agli immigrati. Secondo la legge italiana, i comuni possono ritirare il diritto di domicilio agli immigrati a cui scade il permesso di soggiorno se questi non possono dimostrare che una nuova domanda è già stata inviata per ottenere il rinnovo. Claretti sostiene che la polizia sta distribuendo le lettere agli immigrati il cui permesso è scaduto per incitarli a dimostare di aver fatto richiesta di rinnovo. Ma Toffari ritiene che la procedura normale era inviare una lettera invitando il destinatario a presentarsi in municipio. Mandare il giro la polizia è “come dire che queste persone potrebbero essere pericolose e c’è bisogno di controllarle in modo particolare”.
Claretti afferma che la spedizione delle lettere per la registrazione sarebbe costata al suo comune 3,000 euro, che potrebbe permettersi a stento.

“Inoltre, una lettera possono metterla semplicemente da parte; se vedono la polizia, la prendono più seriamente. Per quanto mi riguarda, questo è un gesto di cortesia. Se una persona non ha nulla da nascondere, non ha nulla da temere”.

[Articolo originale " Italian town where a White Christmas is a police matter" di John Hooper] (http://www.guardian.co.uk/world/2009/dec/20/italy-coccaglio-operation-white-christmas)

atinvidia284
16-01-2010, 22:16
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif L’Onu chiede alle autorità italiane di intervenire
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8717 Germania
[Der Spiegel]

Le Nazioni Unite criticano aspramente le autorita’ italiane per le aggressioni contro gli immigrati in Calabria. Lo stato avrebbe dovuto combattere piu’ fortemente il razzismo, dicono alcuni rappresentanti delle Nazioni Unite. La politica deve orientarsi agli “standard internazionali” per i diritti umani.

Dopo le rivolte con 67 feriti in Calabria è cominciato un dibattito sulla violenza contro gli immigrati in Italia. Martedi’, le Nazioni Unite hanno chiesto alle autorità italiane di combattere fortemente tali eventi di razzismo. Un rappresentante della Conferenza Episcopale Italiana ha messo in evidenza che i diritti umani dei migranti devono essere rispettati.

Jorge Bustamante e Githu Muigai, delegati speciali delle Nazioni Unite per i diritti dei migranti e contro il razzismo, hanno dichiarato a Ginevra che le autorità italiane dovrebbero adottare “tutte le misure necessarie per combattere il crescente atteggiamento xenofobo nei confronti dei lavoratori migranti”. E’ più che mai necessario che le autorità prendano provvedimenti contro il “discorso di odio” e perseguitino “le azioni razziste e violente di individui”. Contemporaneamente, i rappresentanti delle Nazioni Unite chiedono alle autorita’ italiane di migliorare le “terribili condizioni di lavoro e vita” degli immigrati. In piu’ deve essere perseguita una politica di immigrazione coerente con “le norme internazionali di diritti umani”.

Il rappresentante della Conferenza Episcopale Italiana per l’immigrazione, Bruno Schettino, ha invitato la popolazione a creare un clima di accoglienza per i migranti. Gli eventi di Rosarno hanno dimostrato “la debolezza del sistema di accoglienza e integrazione”, ha dichiarato Schettino ai giornalisti a Roma. Responsabile per le rivolte è stato “un esplosione di problemi sociali”. Si tratta di una battaglia tra poveri e ancora più poveri, i migranti.

Pierre Lellouche, il segretario di stato francese per l’Europa ha condannato le rivolte. “Quel che e’ successo è ingiustificabile”, ha detto lunedi sera a Radio Europe 1. “E’ necessaria la punizione più dura e immediata, perché non è questa l’immagine che vogliamo diffondere in Europa”. Allo stesso tempo Lellouche ha spinto per un rapido accordo su una politica comune di immigrazione nell’Ue.

Anche l’Egitto ha condannato gli attacchi contro gli immigrati a Rosarno. Gli eventi sono stati solo “un aspetto” della violenza contro gli immigrati e le minoranze in Italia, ha detto un portavoce del ministero degli Esteri del Cairo. Egli ha criticato “pratiche razziste” e una “retorica dell’odio”, che sono dirette anche contro minoranze arabe e musulmane.

Ora la polizia italiana ha arrestato undici presunti mafiosi in Calabria. Inoltre martedì sono stati sequestrati beni per un valore di milioni di euro, ha riferito la polizia di Reggio Calabria. Altri tre mafiosi, contro cui erano stati emessi mandati d’arresto, sono tuttora latitanti. Le indagini nei loro confronti non sono state avviate in rapporto agli eventi. Comunque almeno uno degli arrestati è stato probabilmente coinvolto.

Secondo un esperto di mafia sono stati membri della ‘Ndrangheta, la più pericolosa delle quattro mafie italiane, a sparare giovedì sugli immigrati. Ciò ha portato a violenti tumulti del fine settimana. Tuttavia gli arresti non erano direttamente connessi con le rivolte.

Negli scontri tra immigrati, gente del posto e polizia sono rimaste ferite 67 persone. Più di un migliaio di lavoratori africani hanno lasciato la città per paura di ulteriori violenze.

[Articolo originale "Uno fordert Italiens Behörden zum Durchgreifen auf"] (http://www.spiegel.de/politik/ausland/0,1518,671603,00.html)

atinvidia284
30-01-2010, 18:22
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif L’enigma Berlusconi
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8747 Gran Bretagna
[BBC]

Il Presidente del Consiglio italiano è tornato al lavoro questa settimana. E’ arrivato a Roma sorridente, con il volto miracolosamente restaurato dopo l’attacco a Milano di un uomo che gli ha scagliato contro un modellino del Duomo. Dopo essersi toccato la guancia sinistra, ha dichiarato con evidente orgoglio ai giornalisti che le cicatrici si potevano a malapena notare.

Gli amici dicono che sia di ottimo umore. Ha scherzato sull’accaduto affermando come “i souvenir hanno perso di valore e te li tirano dietro”. La sua popolarità sembra essere nuovamente in aumento, nonostante manchino ancora i risultati di alcuni sondaggi. Chi gli è vicino sostiene che il grado di apprezzamento sia superiore a quello del Presidente degli Stati Uniti.

Ma molti italiani non la pensano così. Sono in molti infatti a ritenere che il Presidente del Consiglio abbia disonorato l’Italia, abbia preso in giro la magistratura e abbia attaccato le radici della democrazia con il proprio controllo della maggior parte dei mezzi di comunicazione.

Inoltre, c’è il punto di vista estero. Berlusconi è il politico più conosciuto in Europa per le gaffes, gli scandali, i commenti fuori luogo, le presunte notti con escort e le accuse di legami con la mafia. Anche questa settimana dovrà affrontare un altro processo, mentre cerca di ottenere l’immunità dalle accuse. Senza dubbio, in molti paesi questo insieme di problemi gli avrebbe impedito di mantenere il potere.

Ho passato gli ultimi due giorni parlando con chi scrive su di lui e gli è più vicino. Chiedo sempre, in questi primi giorni del 2010, se Berlusconi sopravviverà o meno: nessuno pensa che sarà obbligato a dimettersi.

Quindi: l’enigma Berlusconi

Un punto chiave della sopravvivenza di Berlusconi è il modo in cui si presenta. “Conosce molto bene lo spirito della nazione” afferma Massimo Franco, giornalista del Corriere della Sera. Nonostante la smisurata ricchezza riesce a dipingersi come una persona ordinaria. A molti piace il fatto che si sia fatto da solo, che sia un fedele appassionato di calcio, un uomo che infrange le regole e riesce a farla franca, un uomo che ama e seduce belle donne. I suoi amici dicono che dieci giorni fa, quando è apparso in un supermercato milanese, sia stato assalito da gente che urlava di amarlo. E’ difficile ricostruire con esattezza cosa sia successo, ma resta il fatto che sia circondato da forti dimostrazioni di affetto.

L’attacco a Milano

Silvio Berlusconi è un maestro nel trasformare episodi negativi in eventi a suo favore. Molte persone ritengono che l’attaco milanese abbia confermato la sua idea di essere vittima di una campagna d’odio. Dopo l’episodio le critiche si sono sicuramente ridimensionate. Massimo Franco ritiene che Berlusoni sia stato in grado di attribuire alla sua sofferenza un significato quasi religioso. Dopo l’attacco ha infatti offerto la propria faccia sanguinante alla folla, si è detto disposto a perdonare il suo aggressore e ha chiesto di smorzare i toni d’odio nel dibattito pubblico.

Il leader italiano è stato capace di collegare i magistrati, che lo accusano di corruzione e frode fiscale, alla cosiddetta “campagna d’odio”. I magistrati, ha affermato questa settimana, sono peggiori del folle che lo ha aggredito.

L’uomo

Berlusconi trae profitto dalle avversità, si delizia della battaglia politica. “E’ un guerriero”: afferma Carlo Rossella, un vecchio amico. “Non molla mai, è una persona veramente astuta”. Non è nel suo carattere la prospettiva di ritirarsi o di essere costretto a farsi da parte.

Il silenzio della maggioranza in Italia

“Ci sono persone che non ti immagineresti mai che abbiano votato per lui, che però si vergognano ad ammetterlo”, mi è stato detto una volta da un osservatore. L’Italia è attualmente una nazione di centro-destra e Berlusconi ha una visione che suscita ancora parecchio fascino: libertà individuale, libertà economica e anti-comunismo. Massimo Franco ha affermato che alla fine della guerra fredda Berlusconi ha capito che la politica italiana aveva bisogno di essere ridefinita. Per questo ha costruito un partito intorno alla sua figura.

La crisi economica

Lo scorso anno l’Italia ha subito una diminuzione del 5% del proprio PIL, mentre la disoccupazione giovanile è salita al 27%. Silvio Berlusconi ha dichiarato che non è possibile di tagliare le tasse nell’immediato futuro e l’opposizione lo ha accusato di mentire agli elettori, senza però offrire un’alternativa convincente per uscire dalla crisi economica. Gli italiani hanno trovato un modo del tutto personale per uscire dalla crisi: in un popolo di risparmiatori con una forte rete familiare, l’economia sommersa prospera raggiungendo il 20% del PIL. Tra coloro che hanno una casa di proprietà, l’85% non ha mutui.

Lo scandalo sessuale

“Non sono un santo” è stata la risposta del leader italiano alle rivelazioni sulle sue feste. Il fatto che la gente dica che “le sue vicende personali non sono un nostro problema” rivela quanto gli italiani siano riluttanti ad essere coinvolti negli affari degli altri. Amano il gossip, ma la maggior parte preferisce non giudicare.

Alcuni affermano che il suo impero mediatico abbia creato un mondo televisivo costruito attorno a ragazze poco vestite, alcune delle quali hanno addirittura ricevuto candidature al Parlamento europeo. C’è una crescente opposizione da parte di gruppi femminili che affermano che la cultura sia avvilente per le donne, mentre altre affermano che questa cultura dell’intrattenimento abbia aiutato Berlusconi a rimanere al potere.

Il profilo internazionale

Le persone più vicine a Berlusconi ribadiscono che il premier abbia un ruolo di spicco a livello internazionale. Citano la stretta amicizia con il Presidente Russo Vladimir Putin e sottolineano la sua fedele allenza agli Stati Uniti. In seguito all’annuncio da parte del Presidente Obama dell’invio di rinforzi in Afghanistan, è stato Berlusconi a garantire l’impegno militare maggiore. Di recente ha accettato senza reticenze i body scanner negli aereoporti. I detrattori affermano tuttavia come ci sia poca sostanza dietro le affermazioni secondo le quali egli abbia un ruolo chiave nella mediazione fra russi e americani. Altri sostengono che leader come il Cancelliere Merkel non hanno interesse nell’avere rapporti con lui.

L’opposizione

Un motivo chiave della sopravvivenza di Berlusconi è l’opposizione. Rimane divisa e incapace di presentarsi compatta con un’alternativa credibile. Non è riuscita ad approfittare degli errori di Berlusconi. Un politico dell’opposizione ritiene che c’è poco da fare, con Berlusconi “al centro di una gigantesca macchina di propaganda”. Nonostante tutto, nessuno è stato in grado di trovare una visione politica e una filosofia in grado di confrontarsi con il leader italiano. Per questo resiste. Il suo più grave pericolo sarebbe la disgregazione della sua stessa coalizione.

[Articolo originale "The enigma of Berlusconi " di Gavin Hewitt] (http://www.bbc.co.uk/blogs/thereporters/gavinhewitt/2010/01/the_enigma_of_berlusconi.html)

atinvidia284
30-01-2010, 18:25
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Un’onorificenza vergognosa
Gennaio 2010http://italiadallestero.info/archives/8701 Gran Bretagna
[The Economist]

Bettino Craxi, il politico caduto più in rovina nella storia dell’Italia moderna, latitante e Presidente del Consiglio per due mandati consecutivi, morì in Tunisia nel 2000, dove era fuggito sei anni prima, dopo aver perso l’immunità parlamentare dagli arresti. Poco tempo prima inoltre, alcuni manifestanti, davanti a un albergo di lusso che utilizzava come dimora a Roma, l’avevano umiliato lanciandogli delle monetine.

Leader dei socialisti, dal 1976 al 1993, Craxi è stato tra gli orchestratori del sistema in base al quale i principali partiti e i loro dirigenti si alimentavano con le bustarelle estorte da aziende che gareggiavano per vincere gli appalti pubblici. Il costo di quelle tangenti era regolarmente addebitato al costo del lavoro, cosicché il sistema contribuì a ingrossare il debito pubblico che continua a tormentare gli italiani e i loro governi.

Quando morì, Craxi era stato condannato a 11 anni di reclusione per corruzione e finanziamento illecito dei partiti ed era stato giudicato colpevole o incriminato in cinque altri casi. Tuttavia, gli abitanti di Milano, la sua città natale, potrebbero presto trovare una strada nominata in suo onore.

Avvicinandosi il decimo anniversario dalla sua morte, che cade il 19 gennaio, il sindaco Letizia Moratti ha incaricato alcuni suoi dirigenti di trovare una strada del centro, una piazza o un parco da intitolare a Craxi. A Roma il Presidente Giorgio Napolitano ha acconsentito a ricevere alcuni delegati della Fondazione Craxi (un’organizzazione che promuove la sua “eredità politica e culturale”) e sta valutando se partecipare a una cerimonia in Parlamento.

Riabilitare Craxi significherebbe dissipare le nuvole sul suo politico protetto, il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Un provvedimento del 1984 del governo Craxi aveva permesso a Berlusconi, allora semplice uomo di affari, di mettere al sicuro il suo monopolio virtuale di televisioni private. Ma significa anche, come vogliono le proteste dei magistrati che lo rinviarono a giudizio, discreditare loro stessi e i giudici che lo condannarono. Tutto questo nel momento in cui Berlusconi si prepara a introdurre riforme che limiterebbero il potere della magistratura.

Come fece Craxi ai suoi tempi, Berlusconi sostiene di essere vittima di una caccia alle streghe perpetrata da magistrati mossi da motivazioni politiche. “Gli italiani allora non hanno creduto a Craxi” ha dichiarato la figlia Stefania, sottosegretario dell’attuale governo. “Ma vedo che oggi credono a Berlusconi”.

[Articolo originale "Shameful honour "] (http://www.economist.com/world/europe/displaystory.cfm?story_id=15212067)

atinvidia284
30-01-2010, 18:28
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Un anno di gaffes e scenate
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8758 Brasile
[Terra Magazine]

Mettere a posto cartelle e file alla fine dell’anno può essere un buon modo di tirare le somme del lavoro svolto nel 2009. E il mio 2009 professionale si riassume in un solo nome: Silvio Berlusconi. Stavo quasi pensando di mandargli un cesto di Natale per ringraziarlo, ma poi mi sono ricordata che è piuttosto caro comporre una cesta degna di un multimiliardario. Di seguito presento la lista dei file e degli argomenti su cui ho scritto e quindi, indirettamente, l’agenda dell’anno di Berlusconi.

Gennaio: L’anno comincia bene. A gennaio il primo ministro italiano aveva una bella famiglia, l’immunità totale, e un viso tirato dall’ennesimo lifting. Molto diverso da quello attuale.

Febbraio: David Mills, l’avvocato inglese che lavorava per la Fininvest, una holding berlusconiana, è condannato per aver ricevuto una ricca tangente peraver dichiarato il falso in uno dei processi contro il capo. In quel momento Berlusconi possedeva ancora l’immunità, ma la corruzione venne provata.

Marzo è stato tranquillo, ma in compenso ad aprile comincia una serie nera. Durante un ricevimento con la regina Elisabetta ed altri capi di Stato e di governo a Londra, Berlusconi lancia un grido per richiamare l’attenzione del presidente Obama. La regina si infastidisce e chiede: “Perché questo tizio sta urlando?”. Berlusconi replica che le sue gaffes sono tutte costruite dai media nemici.

Aprile continua sullo stesso tono, questa volta la vittima è la cancelliera tedesca Angela Merkel, abbandonata da sola su un tappeto rosso mentre il leader italiano conversa al cellulare. E’ diventato uno dei video più cliccati su YouTube. Berlusconi si difende sostenendo che era in trattativa diplomatica con il primo ministro turco. Il 6 aprile la terra scuote il centro Italia distruggendo la città de L’Aquila, uccidendo 328 persone e lasciando 50mila sfollati. Berlusconi, con il suo ottimismo a prova di terremoto, tenta di rincuorare i cittadini de L’Aquila, obbligati a vivere nelle tende, consigliando di considerare la situazione come “un week end in campeggio”.

Maggio: la vita privata del primo ministro comincia a sgretolarsi pubblicamente. La moglie Veronica scrive una lettera al giornale La Repubblica criticando il marito per aver scelto donne solo giovani e attraenti come ministri del suo governo. Lui risponde esigendo pubbliche scuse. Veronica chiede il divorzio, citando tra l’altro la presenza del marito al festino dei 18 anni di una ragazza napoletana, Noemi Letizia. Berlusconi, 73 anni, giura che non è mai avvenuto qualcosa di “piccante” tra lui e Noemi.

Giugno: arriva a Roma il leader libico Gheddafi con un’enorme tenda da beduino che paralizza il traffico della capitale. I due capi, l’italiano e il libico, annunciano eterna amicizia bombardati dai fischi dei difensori dei diritti umani, che in Libia praticamente non esistono.

Luglio: i giornali cominciano a parlare di Patrizia D’Addario, prostituta di Bari, che annuncia di aver passato una notte molto “piccante” con Berlusconi, e di aver registrato e filmato tutto ciò che successe quella notte. Rivela che Berlusconi detesta il preservativo e che ha alcune difficoltà a letto. Il capo di governo italiano replica di non conoscere Patrizia e che non ha mai pagato per una prestazione sessuale: “Non ho mai capito qual è la soddisfazione quando si perde il piacere della conquista”.

Agosto: mese di ferie in Europa, Berlusconi prova a rifarsi una verginità con l’elettorato cattolico, ma il divorzio, le ragazzine minorenni e le prostitute che frequentano la sua residenza non lo aiutano.

Settembre: le voci circolano liberamente, raccontano di cocaina e la fila di prostitute intervistate sulle loro visite a casa Berlusconi sembra interminabile.

Ottobre e novembre: mesi difficili per il primo ministro. Un tribunale stabilisce che la Fininvest deve pagare ad un gruppo rivale più di un miliardo di dollari come indennizzo per un affare chiuso a suon di mazzette negli anni Novanta. La Corte Costituzionale italiana dichiara incostituzionale la legge che garantisce l’immunità al capo di governo. Ciò significa che nel 2010 Berlusconi dovrà difendersi in tre processi, tutti per corruzione.

Dicembre: un collaboratore di giustizia della mafia siciliana rivela che Berlusconi era in contatto con vari capi di Cosa Nostra. Il 5 di dicembre, milioni di italiani partecipano al “No Berlusconi day”. Il giorno senza Berlusconi è commemorato in altre città del mondo. Il 14 dicembre, dopo un comizio, un folle getta in faccia al primo ministro una miniatura del Duomo di Milano: naso e denti rotti, il volto coperto di sangue, Berlusconi passa quattro giorni in ospedale ea tutt’oggi sta recuperando dall’attacco subito (è in convalescenza a causa dell’aggressione) .
L’unico augurio professionale che mi faccio per il 2010 è quello di cambiare argomento.

[Articolo originale "Um ano de gafes e chanchadas " di Vera Gonçalves de Araújo] (http://terramagazine.terra.com.br/interna/0,,OI4182090-EI6789,00-Um+ano+de+gafes+e+chanchadas.html)

atinvidia284
01-02-2010, 13:44
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif L’Italia prepara una legge per la censura dei messaggi in internet
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8779 USA
[Herald Tribune]

MILANO – Silvio Berlusconi sta agendo per estendere il proprio controllo dei media al mondo di internet di Google e Youtube, da sempre libero.

Spingendosi oltre rispetto agli altri governi europei, il governo del Presidente del Consiglio ha preparato la bozza di un decreto che renderebbe obbligatoria la verifica preliminare dei video caricati dagli utenti su siti quali Youtube, di proprietà di Google, e la francese Dailymotion, così come su blog e siti di informazione online.

Google, le organizzazioni per la tutela della libertà di stampa e i gestori di servizi di telecomunicazioni chiedono modifiche alla bozza di decreto per evitare che il provvedimento, dall’iter breve, entri in vigore già il 4 febbraio. Ritengono, infatti, che il decreto limiterebbe la libertà di espressione e renderebbe obbligatorio il compito, tecnicamente molto impegnativo, se non impossibile, di monitorare ciò che ogni singolo individuo carica su internet.

Secondo Reporter Senza Frontiere il provvedimento potrebbe costringere i siti internet a dover richiedere delle licenze per operare in Italia.

Il decreto di 34 pagine rende obbligatorio il controllo preventivo di qualsiasi contenuto potenzialmente pericoloso per i minori, come pornografia o eccessiva violenza e richiederebbe ai gestori dei servizi di telecomunicazioni di chiudere i siti internet che non rispettino tali norme, rischiando in caso contrario sanzioni fra i 210 e i 210.960 dollari [circa 150 - 150.000 euro ndT]. Secondo la bozza, il controllo dovrebbe essere svolto da “una authority”, senza ulteriori particolari, sollevando domande fra i difensori della libertà di stampa riguardo le modalità con cui potrebbe venire implementato.

Reporter Senza Frontiere ha reso noto in un comunicato di questa settimana che le bozze di decreto allo stato attuale “rappresentano un’altra minaccia alla libertà d’espressione in Italia.”

La bozza di decreto è stata redatta a metà dicembre, più o meno mentre l’impero mediatico fondato da Berlusconi annunciava una richiesta per danni di almeno 779 milioni di dollari [500 milioni di euro ndT] nei confronti di Youtube e Google per presunto uso improprio di video che aveva prodotto. La mossa è una risposta a una direttiva dell’Unione europea del 2007 volta a creare una normativa per i media, ma solo l’Italia l’ha interpretata col significato di mettere in difficoltà le società su Internet.

Il decreto sfida anche e per sua stessa natura il modello d’affari adottato da Youtube, condiviso anche da altre piattaforme che offrono servizi di hosting, basato sulla facoltà data agli utenti di caricare video senza essere controllati. Questo principio è al centro del processo di Milano nel quale 4 funzionari di Google sono stati accusati di diffamazione e violazione della privacy per aver consentito che venisse reso pubblico in rete un video nel quale un giovane autistico era oggetto di abusi. Google ha affermato di aver rimosso il video il più velocemente possibile. La sentenza è attesa nelle prossime settimane e i funzionari rischiano la prigione.

Il decreto potrebbe anche fornire uno strumento per occuparsi in maniera veloce dei ‘gruppi d’odio’, come quelli che hanno lodato l’aggressore di Berlusconi, spuntati come funghi su Facebook dopo che Berlusconi è stato colpito da un uomo che gli ha lanciato una statuetta.

Carlo Carnevale Maffe, economista di internet dell’Università Bocconi di Milano, afferma che internet deve essere regolata come le altre piattaforme economiche, altrimenti le grandi aziende manterranno una stretta monopolistica e continueranno a diventare sempre più grandi e potenti.

“Non posso considerare Youtube come un benefattore verso l’umanità. Devo considerare Youtube come una società,” ha dichiarato Maffe. “Google e internet vivono senza regolamentazione in tutto il mondo. Questo è impossibile e abbiamo bisogno di chiarire i limiti di questa nuova piattaforma.”

La preoccupazione di Google è che il decreto prenda di mira i contenuti creati dagli utenti, che per loro stessa natura non sono gestiti allo stesso modo dei contenuti prodotti dai network televisivi. Secondo Google non era questa l’intenzione della direttiva europea.

“Se io sono la BBC e sto usando il web per trasmettere la mia IPTV (Internet protocol TV), sono nel campo di applicazione della direttiva. Se io sono un utente che invia su Youtube il video del compleanno di suo figlio, non sono sotto il campo di applicazione della direttiva,” ha affermato venerdì Marco Pancini, consigliere senior per le politiche europee di Google Italia.

[Articolo originale "Italy drafts law for censorship of Internet postings" di Colleen Barry] (http://www.heraldtribune.com/article/20100123/article/1231031)

atinvidia284
01-02-2010, 13:46
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Il governo vuole controllare i siti che diffondono video
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8810 Francia
[Reporters Sans Frontières]

Reporters sans frontières si preoccupa per il nuovo progetto di decreto depositato da Paolo Romani, vice Ministro con delega alle Comunicazioni, volto a costringere i siti di diffusione di video ad ottenere una licenza ufficiale. Il governo intende così assicurarsi che i siti non violino i diritti d’autore, per cui ha previsto sanzioni sproporzionate (fino a 150 000 euro). Questo progetto, che potrebbe entrare in vigore il 27 gennaio, fa incombere una nuova minaccia sulla libertà d’espressione in Italia. Reporters sans Frontières chiede alla Corte Costituzionale di invalidare completamente il decreto.

Reporters sans frontières denuncia infatti la scelta della forma del decreto, pur se “legislativo” – cioè promulgato in seguito all’approvazione del Parlamento – invece della legge, perchè il decreto sfugge al dibattito ed al controllo democratico del potere legislativo, necessari in ogni Stato di diritto che rispetti i diritti dell’uomo e della libertà d’espressione.

Col pretesto di salvaguardare i diritti d’autore, in particolare le reti televisive controllate dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il governo si arroga un controllo diretto sulle televisioni indipendenti diffuse sulla rete. La loro esistenza dipenderebbe allora da una licenza accordata dal Ministero e non da un giudice.

Il decreto in questione instaura un sistema di autorizzazione preliminare all’esercizio della libertà d’espressione al fine di evitare future eventuali violazioni dei diritti protetti dalla proprietà intellettuale. Questa disposizione è in contraddizione totale con la concezione della Corte europea dei diritti dell’uomo in merito alla libertà d’espressione e con l’articolo 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (www.europarl.europa.eu/charter/pdf/text_it.pdf)

Quest’ultima è sottoposta ad un regime repressivo che viene messo in atto solo per condannare a posteriori un abuso e non per censurare a priori un’intenzione di espressione che si presumerebbe essere colpevole ancor prima che venga esternata. Il decreto instaura quindi una censura dei siti che diffondono video: ognuno deve essere responsabile solo di quanto ha detto e non di quello che potrebbe forse dire. Tale decreto riguarderebbe YouTube, Dailymotion, i blog, media in rete…

Infine, nel contesto poco vivace della libertà di stampa in Italia, è legittimo temere un tale regime preventivo, possibile causa di arbitrarietà da parte delle autorità.

[Articolo originale "Le gouvernement veut contrôler les sites de diffusion de vidéos" di Reporters sans frontières] (http://www.rsf.org/Le-gouvernement-veut-controler-les.html)

atinvidia284
10-02-2010, 00:45
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/netherlands.standard.gif I rifugiati non muoiono più in mare ma nel Sahara
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8745 Olanda
[NOS]

I migranti africani che vogliono raggiungere l’isola italiana di Lampedusa vengono attualmente bloccati da un accordo italo-libico, fatto per fermare i profughi. L’accordo funziona e ha il suo drammatico rovescio della medaglia nel Sahara, a Sud della Libia.

Lo dimostrano le immagini scioccanti che il settimanale italiano L’Espresso ha pubblicato ieri, sotto il titolo “Morire nel deserto” .
Undici corpi disidratati giacciono sulla sabbia del deserto: sette uomini neri e quattro donne. Uno è inginocchiato in preghiera, un altro solleva le mani verso il cielo, come se volesse afferrare l’aria.

Queste persone morte di sete avrebbero viaggiato a piedi. Indossano indumenti libici, il che indica che non andavano verso la Libia, ma venivano da lì.

Immagini verificate

Il video è stato ripreso il 16 marzo 2009 con un telefonino, da un viaggiatore diretto da Al Gatrun, l’ultima oasi libica, al fortino militare di Madama nel Niger. Il settimanale ha ricevuto il filmato la scorsa estate e ne ha verificato l’autenticità prima di pubblicarlo.

“Così muoiono gli uomini e le donne che non sbarcano più nell’isola italiana di Lampedusa”, conclude il giornalista Fabrizio Gatti dell’Espresso, che in passato ha fatto dei servizi lungo questa rotta del traffico di clandestini. Bloccati dall’accordo tra il premier italiano Silvio Berlusconi e il leader libico Moammar Gheddafi gli immigranti africani vengono sempre più spesso rispediti in Niger.

Dispersi

I soldati libici li portano al confine con il Niger e li abbandonano sulla sabbia bollente. Da lì bisogna camminare per 80 chilometri prima di arrivare alla prima base militare in Niger, il fortino di Madama. Non esiste una strada, bisogna orientarsi con il sole e le stelle. Per chi si perde non c’è speranza.

Due settimane prima della ripresa del video, il premier italiano è stato in visita da Gheddafi. Ha porto le sue scuse per l’occupazione coloniale italiana in Libia, garantito 5 miliardi di dollari di risarcimento da pagare in 20 anni, fatto accordi su gas e petrolio e anche sul pattugliamento congiunto delle coste libiche per impedire la partenza dei migranti verso Lampedusa.

In quell’occasione, Gheddafi ha dimostrato la sua buona volontà rispedendo verso il Niger centinaia di migranti richiusi nell’accampamento militare di Al Gatrun. È possibile, così conclude L’Espresso, che i cadaveri del filmato facessero parte di quel gruppo.

Responsabilità

In risposta alle immagini, che ieri sono state trasmesse anche dal programma televisivo Annozero, il capofrazione del partito di governo Lega Nord, Roberto Cota, ha detto che l’Italia non può essere ritenuta responsabile per le problematiche dell’immigrazione, ma che queste sono una questione europea.

Ha affermato che l’accordo con la Libia è un successo, giacchè l’immigrazione è diminuita del 90%. “In questo modo abbiamo fatto diminuire le morti in mare.

[Articolo originale "Vluchtelingen sterven niet meer op zee, maar in Sahara" di Bas Mesters] (http://nos.nl/artikel/129388-vluchtelingen-sterven-niet-meer-op-zee-maar-in-sahara.html)

atinvidia284
10-02-2010, 00:47
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/sweden.standard.gif L’imperatore che governa con il telecomando
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8791 Svezia
[Dagens Nyheter]

Ha il controllo di cinque canali tivù, imprese edili, giornali, la squadra di calcio AC Milan e oltretutto è il capo del governo italiano. Le accuse di corruzione e le ragazze escort, gli scandali vanno e vengono ma Silvio Berlusconi sembra rimanere, e governa il suo paese anche e soprattutto attraverso la tivù.

Quando andai a vivere in Italia per la prima volta nel 1982, ricordo lo shock che provai vedendo che c’erano centinaia di canali televisivi. La pubblica RAI ne aveva già tre, mentre Silvio Berlusconi solo due – Canale 5 e Italia 1 – avremmo dovuto aspettare fino al 1984 prima che si accaparrasse Rete 4. Un enorme frastorno mediatico per un giovane studentello malnutrito come me, abituato alle repliche della SVT, ripetute fino alla nausea, e all’assenza della pubblicità.
Facevo uno zapping selvaggio con il telecomando e guardavo un film dietro l’altro. Su di un canale trovavo signore truccatissime che facevano l’oroscopo e i tarocchi a spettatori che telefonavano, e nel seguente mi imbattevo in casalinghe di mezz’età che a metà pomeriggio facevano lo spogliarello.

Quando i miei genitori una volta vennero a trovarmi, il padrone di casa diede a mio padre il telecomando, spiegando che come ospite d’onore poteva scegliere il canale che avremmo guardato mentre cenavamo. Un gesto di grande benevolenza e il massimo dell’ospitalità per Vincenzo Casagrande, un tappezziere 60enne la cui televisione, così come quella della maggioranza degli italiani, era sempre accesa.

In Italia, in nove case su dieci la televisione è posizionata in modo tale da poterla vedere dal tavolo da pranzo. Alla fine, se non si ha il buon senso di spegnerla, l’indottrinamento diventa totale. I tanti spot e i giochi a premi si susseguono uno dopo l’altro. E se i conduttori sono sempre più anziani e stempiati, le signorine dei programmi hanno sempre meno vestiti addosso. Saltano, si dimenano, ballano e soprattutto hanno il compito di invogliare lo spettatore a non cambiare canale quando ad esempio arriva la pubblicità. Vengono chiamate “veline” – difficile da tradurre, ma all’ultimo festival di Venezia io e altri colleghi siamo stati d’accordo sul fatto che l’unica parola svedese corretta sia kuttersmycke (n.d.t. ragazza “da esibire”).

Durante i miei anni in Italia, Berlusconi ha cambiato tanto la scena politica quanto il mondo della televisione. Egli è prima di tutto un piazzista. Sui suoi canali commerciali, allo stesso modo in cui ha venduto case, pannoloni e olio di oliva, vende adesso politica con successo. La parola successo si basa sulla sua attuale maggioranza parlamentare da record, anche se in effetti ha pesantemente manipolato le leggi elettorali che gli hanno dato premi di maggioranza spropositati. L’uomo che ha costruito il suo impero televisivo è lo stesso che ha costruito il suo partito, Forza Italia, chiamato adesso Partito della Libertà (come se l’Italia non fosse un paese libero?). Si chiama Marcello Dell’Utri, ha 68 anni ed è stato rieletto senatore nel 2008, nonostante sia già stato condannato a nove anni di carcere per collusione con la mafia siciliana. Un dettaglio insignificante che pesa quanto una piuma in una campagna elettorale italiana.

Da 15 anni la televisione e la politica hanno il medesimo linguaggio autocratico e spesso anche la stessa obsoleta concezione della donna: ragazze prosperose che ricordano le pin-up degli anni ’60, di cui l’attuale ministro delle pari opportunità Mara Carfagna, 34 anni e un passato da modella, rappresenta uno degli elementi più sobri.

Lo scrittore ed ex-professore di lingue slave all’università di Roma Predrag Matvejevic, che adesso vive a Zagabria, ha diverse volte in scritti e dibattiti chiamato l’Italia di oggi “democratura”. E non è difficile vedere come si sta svuotando la democrazia italiana della sua linfa. Il parlamento ha ormai come unico compito quello di far passare decreti che entrano immediatamente in vigore. Questioni importanti, come il piano finanziario del governo, vengono decise con un frettoloso voto di fiducia. Il dibattito parlamentare è stato troncato o ridotto al minimo per lasciare spazio a decisioni rapide. Un fatto che ha spinto persino Gianfranco Fini, alleato fraterno e presidente della camera, a stigmatizzare il comportamento del primo ministro definito “atteggiamento da Cesare”.

Uno dei nuovi arrivati al parlamento dominato da Berlusconi è Gianrico Carofiglio. Alle spalle, una lunga carriera da giudice e anche diversi libri, tra cui gialli che spesso si svolgono nella sua Bari, nell’Italia del sud. Da un anno e mezzo è al senato con i Democratici dell’opposizione.
- Un’esperienza stimolante, anche se dal punto di vista democratico la sensazione è piuttosto cupa – mi dice quando lo incontro nel suo ufficio proprio dietro il senato.
- Oggi il parlamento è un’istituzione fortemente indebolita. Sul posto si ha la netta sensazione che il processo decisionale sia stato trasferito altrove.

Non si tratta solo dei molti decreti del governo. La maggior parte delle proposte di legge vengono dal governo e non da singoli parlamentari. Carofiglio dà senza esitazione la colpa di ciò a Berlusconi e ai suoi alleati, il partito anti-immigrati Lega Nord.
- Sono due partiti fortemente populistici cui le regole parlamentari non interessano granché. Il loro ragionamento, in parole povere, è “se le regole ci vanno bene le rispettiamo, sennò ce ne freghiamo o le cambiamo con ogni strumento a disposizione”.

Carofiglio è un degli 80 senatori che hanno firmato una mozione in difesa della costituzione del paese. Spiega che la considera minacciata, non da ultimo per via di tutte le leggi su misura che il governo ha presentato. La più importante di esse, quella che avrebbe dato a Berlusconi l’immunità, è stata bocciata quest’autunno dalla corte costituzionale. Il fatto che l’avvocato difensore di Berlusconi Niccolò Ghedini sia anche parlamentare e oltretutto sia presente in commissione di giustizia costituisce secondo Carofiglio una situazione senza senso. “Un giorno è in tribunale e difende il suo cliente, per poi trovarsi il giorno dopo in parlamento ad elaborare leggi che possano fermare i processi.” L’ultima proposta di Ghedini di porre un limite massimo di sei anni per ogni processo (dalla prima istanza fino al Tribunale superiore) è come cambiare le regole del gioco nel bel mezzo della partita. Per Carofiglio è come essere in vantaggio 1 a 0 a fine primo tempo e fischiare subito la fine per non rischiare di perdere nel secondo tempo.

- Il fatto che Berlusconi sia il primo ad infrangere le regole a tutti i livelli è qualcosa di molto pericoloso che avvelena la vita pubblica del nostro paese. Quando chi ha il diritto di correggerlo (ad esempio la corte costituzionale) lo fa, il primo ministro sommerge tale istituzione di odio e disprezzo.
- La democrazia sta male e potrebbe anche peggiorare. Ci vorrà molto tempo per curare le ferite.
Alcuni mesi fa, Carofiglio ha scritto su La Repubblica a proposito della capacità di provare vergogna. O, per meglio dire, dell’incapacità degli italiani di provare vergogna.
- Se provo dolore, capisco che c’è qualcosa che non va e cerco di curarlo. Se mi vergogno, mi rendo conto di aver fatto qualcosa di sbagliato e forse di aver contravvenuto ad accordi sociali della collettività. Ma se perdo la capacità di provare vergogna, allora la mia vergogna si tramuta in superbia e presunzione.

- Questo potrebbe essere l’inizio di malattie gravi che verranno poi scoperte troppo tardi, dice Carofiglio riferendosi a Berlusconi che negli ultimi anni ha frequentato sia minorenni che prostitute.
Al momento dell’intervista, il quarto romanzo di Carofiglio sull’avvocato Guido Guerrieri non era ancora stato pubblicato. ”Le perfezioni provvisorie” è uscito solo giovedì scorso. Ma Carofiglio nega che la sua nuova vita da parlamentare abbia ispirato questo giallo. Non è il Bo Balderson del parlamento italiano, insomma.
- La storia l’avevo pronta già all’inizio del 2009, ma mentre la completavo e riscrivevo durante l’estate ecco che scoppia un intricato caso di droga e prostituzione. Uno dei protagonisti del libro è Nadia, un’ex prostituta di Bari, che del resto era già presente in uno dei miei libri precedenti.

Per sicurezza, Carofiglio ha scelto di provvedere il libro di una precisazione in cui spiega che tutto è finzione, dato che la storia sembra avere parecchie cose in comune con le indagini dell’estate scorsa su droga e prostituzione, che coinvolgevano anche Berlusconi per via dei suoi contatti con Gianpaolo Tarantini. Quest’ultimo è l’uomo che ha presentato a Berlusconi la prostituta Patrizia D’Addario, la quale non solo ha passato la notte nella residenza istituzionale del governo, ma ha anche registrato Berlusconi che diceva: “Aspettami nel lettone di Putin” – e ovviamente è di Bari!
Il conflitto di interessi tra l’imprenditore e il politico Silvio Berlusconi è il problema principale dell’Italia di oggi. Un problema che però non viene mai discusso. Il conflitto non è mai stato risolto e diversi governi di sinistra hanno lasciato la questione da parte, per paura di perdere voti e di essere tacciati per sempre da Berlusconi di essere comunisti.

Per sicurezza, Carofiglio ha scelto di provvedere il libro di una precisazione in cui spiega che tutto è finzione, dato che la storia sembra avere parecchie cose in comune con le indagini dell’estate scorsa su droga e prostituzione, che coinvolgevano anche Berlusconi per via dei suoi contatti con Gianpaolo Tarantini. Quest’ultimo è l’uomo che ha presentato a Berlusconi la prostituta Patrizia D’Addario, la quale non solo ha passato la notte nella residenza istituzionale del governo, ma ha anche registrato Berlusconi che diceva: “Aspettami nel lettone di Putin” – e ovviamente è di Bari!
Il conflitto di interessi tra l’imprenditore e il politico Silvio Berlusconi è il problema principale dell’Italia di oggi. Un problema che però non viene mai discusso. Il conflitto non è mai stato risolto e diversi governi di sinistra hanno lasciato la questione da parte, per paura di perdere voti e di essere tacciati per sempre da Berlusconi di essere comunisti.

Berlusconi guarda ai suoi elettori come se fossero un pubblico televisivo, e in effetti lo sono in larga misura. Nei 16 anni di politica attiva di Berlusconi, è cresciuta una nuova generazione che adesso ha diritto di voto.
- Non hanno la più pallida idea di che cosa sia la divisione dei poteri e il conflitto di interessi. Continuo ad arrabbiarmi ogni giorno, ma ormai sono rimasto quasi solo io, dice il giornalista televisivo Santo Della Volpe, che ha lavorato 28 anni al TG 3 del terzo canale pubblico della RAI. Uno dei pochi programmi di informazione che non sono stati trasformati in megafoni del governo.

- Io difendo il servizio pubblico. Noi di RAI 3 siamo sempre stati una voce indipendente e cerchiamo di continuare ad esserlo.
Berlusconi controlla cinque canali tivù nazionali, principalmente i suoi tre: Rete 4, Canale 5 e Italia 1. La sua ampia maggioranza parlamentare fa sì che possa esercitare anche un’influenza forte e diretta sia sulla dirigenza della RAI che sulla nomina dei direttori delle reti e dei telegiornali. Ne sono stati cambiati diversi durante il 2009. Una delle scelte più discusse è stata quella di Augusto Minzolini come nuovo direttore del TG 1, il telegiornale più importante. Berlusconi ha insomma piazzato un altro dei suoi giornalisti-lacchè. Minzolini appare sullo schermo solo per esporre i propri commenti personali. In uno di essi, Minzolini ha dichiarato che le affermazioni sulle frequentazioni di Berlusconi con prostitute erano “solo gossip”, ragion per cui il TG 1 non ne avrebbe parlato nei suoi servizi.

Le epurazioni di Berlusconi sono passate anche da RAI 3. Cambio di direttore generale e di quello del TG. Dopo una lunga battaglia, la conduttrice della redazione Bianca Berlinguer è stata nominata direttrice. È determinata e indipendente, e da diversi decenni dimostra che sta in RAI per meriti propri e che non è soltanto la figlia maggiore dello storico leader del partito comunista italiano, Enrico Berlinguer.
La scelta non è certamente stata una correzione verso destra, ma comunque un modo per Berlusconi di dimostrare il suo potere e la sua influenza su di un canale che egli considera un avversario politico.

Tutte le apparizioni di Berlusconi sono accuratamente adattate alle esigenze televisive. Dopo l’attacco di dicembre, la sua popolarità è cresciuta. Il 13 dicembre un uomo gli ha lanciato in faccia un modellino del duomo di Milano, causandogli la rottura del naso e di alcuni denti. Le immagini di un sanguinante primo ministro hanno poi fatto il giro del mondo.
- Qualcosa dev’essere andato storto. Berlusconi sembra aver scelto di fare la parte del martire. La polizia è andata via con il primo ministro solo dopo che questi era uscito di nuovo dalla macchina e aveva mostrato a tutto il mondo il suo volto sanguinante, dice Santo Della Volpe.

Il regista Marco Tullio Giordana ha una relazione semplice ed incontroversa con la tivù. Non la guarda. Nella sua casa di campagna, dove scrive le sue sceneggiature, la tivù non c’è. Eppure ha arricchito la televisione italiana, con il magnifico affresco “La meglio gioventù”, in cui attraverso una grande famiglia si rappresentano 40 anni di dopoguerra italiano.

Prima parliamo del suo nuovo progetto mastodontico: “Piazza Fontana”. Un film su ciò che fu l’inizio degli anni del terrorismo italiano, cioè lo scoppio, nel 1969, di una bomba presso la banca dell’agricoltura nel centro di Milano. Oggi si sa che quell’azione fu manovrata da gruppi neofascisti con il probabile coinvolgimento dei servizi segreti italiani. Dopo ben sette processi nessuno è ancora stato condannato. Il materiale raccolto è talmente ampio che, oltre al film, Giordana pensa di fare anche una serie di programmi televisivi che analizzeranno in modo critico il materiale stesso.

Un po’ controvoglia, Giordana accetta di passare alla situazione politica attuale.
- È imbarazzante. Prima di tutto io sono un patriota. Non c’è un solo festival del cinema cui vada senza ricevere domande su Berlusconi. Normalmente evito di parlare di lui. Ho la sensazione che lui ottenga le royalties ogni volta che menziono il suo nome e io non voglio contribuire oltre.
La domanda che più spesso gli viene posta è com’è possibile che siano in così tanti a votare per Berlusconi.
- I voti in una democrazia sono sempre il risultato di una sorta di incantamento e seduzione. Non è che voti per una persona perché ha presentato un programma che tu hai studiato e approfondito.

Marco Tullio Giordana racconta della profonda impressione avuta quando Berlusconi, al momento di entrare in politica, fece stampare e distribuire gratis quel delizioso e allegro libro: “Una storia italiana”, che mostrava la sua vita e il suo successo.
- Si mise in mostra di fronte agli elettori. Il messaggio era evidente: “Guarda cosa ho fatto, come ho creato la mia impresa e un sacco di posti di lavoro. Guarda come sono simpatico. Il mio successo non mi ha fatto diventare uno snob come la famiglia Agnelli. Mi piacerebbe giocare a carte con voi. Mi piacciono le belle donne, proprio come a voi. Sono uno di voi.”

In 16 anni, l’opposizione non è mai riuscita a rappresentare un’alternativa credibile a Berlusconi. Romano Prodi lo ha fronteggiato due volte uscendo vincitore in entrambe le occasioni. Ma in entrambe le occasioni, gli alleati di Prodi non l’hanno lasciato governare, continua Giordana che è fortemente deluso dalla politica.
- Oggi come oggi è molto difficile simpatizzare con la sinistra.
Giordana non è mai stato iscritto a un partito politico ed è tra quelli che pensano che gli artisti debbano rimanere fuori dalla politica.
- Era più facile quando la sinistra era “condannata” ad un’eterna opposizione e poteva rivolgere senza paura le sue critiche anche contro la propria concezione ideologica, così come fece Pasolini. Per me, lui rimane l’esempio di come deve essere l’artista: libero e indipendente.

All’ultima domanda, se la democrazia in Italia è minacciata, Giordana risponde senza esitare di sì. È un processo che va avanti da molto tempo.
- Molto prima che la democrazia cominciasse a dare segni di profondo cedimento, il buon gusto e il buon giudizio di questo paese sono andati persi. Il benessere e la felicità degli italiani si sono sempre basati su un tenore di vita modesto. Non erano mai frustrati, nemmeno dopo la guerra con tutta quella povertà. Perché sapevano di vivere in un paese meraviglioso, circondati da un’incredibile bellezza e che nella loro chiesa c’era un dipinto di Caravaggio, Giorgione o Duccio di Boninsegna. Allora, quando erano poveri, non avevano complessi di inferiorità. Ce li hanno invece oggi, ricchi e frustrati.

- La mia risposta dev’essere: per un popolo che oggi è così infelice, che ruolo e che significato ha la democrazia? Nessuno!
- Ricordiamoci che in Italia solo una minoranza combatté per la democrazia. È chiaro che non viviamo in una dittatura, ma sono in pochi oggi a vedere il valore della democrazia.

[Articolo originale "Kejsaren som styr med fjärrkontrollen" di Peter Loewe] (http://www.dn.se/kultur-noje/nyheter/kejsaren-som-styr-med-fjarrkontrollen-1.1028892)

atinvidia284
13-02-2010, 15:51
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif Berlusconi di nuovo assente in tribunale
Gennaio 2009 http://italiadallestero.info/archives/8821 Austria
[Der Standard]

Processo per corruzione

Lunedì il Primo Ministro aveva degli appuntamenti imprevisti, nonostante le precedenti dichiarazioni

Roma. Il processo per corruzione a carico del Capo di Governo italiano Silvio Berlusconi è ripreso lunedì a Milano. Sebbene i suoi avvocati avessero assicurato che il Primo Ministro sarebbe comparso lunedì davanti alla corte, il Primo Ministro non si è presentato. I suoi difensori avrebbero letto ad alta voce una lettera nella quale Berlusconi riferiva che non avrebbe potuto prendere parte all’udienza a causa di appuntamenti sopravvenuti inaspettatamente, in relazione ai suoi doveri come Capo del Governo.

Su ciò i difensori avevano sottolineato solo poche settimane fa che Berlusconi era determinato a partecipare a tutte le future udienze a Milano. Avevano affermato che il Capo del Governo nel mese di gennaio era in grado di prendere parte alle udienze ogni lunedì. “Berlusconi mente di nuovo”, ha commentato l’oppositore politico Antonio Di Pietro.

Per oltre un anno Berlusconi è stato sotto la protezione di una controversa legge sull’immunità che gli concedeva l’impunità. Dopo che ad ottobre la Corte Costituzionale ha dichiarato illegale la legge, il Primo Ministro italiano e magnate dei media deve rispondere di nuovo davanti alla corte. Il processo per corruzione era ripreso di nuovo a Milano a novembre.

Riguardo al processo, si tratta di sospetta frode e di appropriazione indebita nell’acquisto di diritti cinematografici per il gruppo televisivo Mediaset negli anni 90. All’imprenditore dei media e a circa una dozzina di coimputati sono stati contestati tra l’altro falso in bilancio e frode fiscale. Anche il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri è imputato. Mediaset dovrebbe aver acquistato dei diritti cinematografici tramite aziende situate in paradisi fiscali. Alle autorità fiscali italiane sono state denunciati prezzi d’acquisto gonfiati per risparmiare sulle imposte.

Altro processo per corruzione

Un altro processo contro Berlusconi riprenderà il 27 febbraio. Il pubblico ministero milanese accusa il Premier di aver dato all’avvocato David Mills nell 1997 600.000 dollari (402.091 Euro) per falsa testimonianza nel processo contro la sua azienda Mediaset. Entrambi hanno respinto le accuse. Mills era stato condannato in appello da una corte di Milano nello scorso ottobre a quattro anni e mezzo di reclusione.

Sui procuratori di Milano che conducono i processi è appesa una spada di Damocle. La coalizione al governo sta discutendo in Senato un disegno di legge sull’accorciamento dei tempi dei procedimenti giudiziari. Il progetto di tre articoli prevede che i processi debbano durare al massimo sei anni complessivamente in tutti e tre i gradi di giudizio. Un processo dovrebbe cadere già in prescrizione due anni dopo l’inizio della procedimento giudiziario di primo grado, quando si tratta di reati che siano punibili con un massimo di dieci anni di reclusione. Se la legge dovesse essere approvata, entrambi i processi contro il Primo Ministro potrebbero essere dichiarati prescritti.

[Articolo originale "Berlusconi blieb schon wieder dem Gericht fern"] (http://derstandard.at/1263705372053/Korruptionsprozess-Berlusconi-blieb-schon-wieder-dem-Gericht-fern)

atinvidia284
13-02-2010, 16:03
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif Il premier italiano Berlusconi vuole controllare i video in rete
Gennaio 2009 http://italiadallestero.info/archives/8804 Austria
[Die Presse]

Il Presidente del Consiglio ha già nelle sue mani la gran parte del mondo dei media italiani. Adesso vuole avere maggiore controllo sui video che vengono diffusi in Internet.

Con la società televisiva Mediaset e le due grandi case editrici Mondadori e Einaudi il premier italiano Silvio Berlusconi ha già il controllo della gran parte del mondo dei media italiani. Il governo italiano annuncia ora di voler controllare anche i video diffusi in rete e con la TV-online via IPTV.

Il decreto legislativo (link al PDF (http://www.camera.it/_dati/leg16/lavori/AttiDelGoverno/pdf/0169.pdf)) in materia è stato promulgato già nel dicembre 2009 passando praticamente inosservato, come riferisce l’agenzia di notizie Bloomberg. Gli operatori che propongono in internet o sui cellulari programmi trasmessi e aggiornati quotidianamente dovranno in futuro richiedere il rilascio di un’autorizzazione all’Agcom, l’Autorità Nazionale per le Garanzie delle Comunicazioni. I contravventori saranno passibili di multe sino a 150.000 euro. Nel decreto vengono anche sanzionati comportamenti lesivi dei diritti della persona in genere nel web: le vittime dovranno, per esempio, avere diritto di rettifica.

I detrattori della nuova legge temono soprattutto svantaggi per i provider, come lo stesso Youtube, che attraverso il decreto legge potrebbero sottostare alle stesse limitazioni delle emittenti radiofoniche. Non soltanto i provider italiani avanzano critiche, ma anche operatori internazionali, come Google, padre di Youtube.

[Articolo originale "Italiens Premier Berlusconi will Online-Videos kontrollieren"] (http://diepresse.com/home/techscience/internet/533781/index.do?_vl_backlink=/home/techscience/internet/index.do)

atinvidia284
20-02-2010, 16:48
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/switzerland.standard.gif Bettino Craxi martire
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8856 Svizzera
[Neue Zürcher Zeitung]

Riabilitazione problematica per l’ex presidente del consiglio italiano condannato

Il capo del governo italiano Berlusconi e i suoi alleati si stanno impegnando per riabilitare la figura di Craxi, l’ex premier italiano condannato per corruzione e morto in esilio in Tunisia dieci anni fa.

Dieci anni fa, il 19 gennaio 2000, l’ex presidente del consiglio socialista Bettino Craxi moriva nel suo esilio in Tunisia, dove si trovava per sfuggire alla giustizia italiana. Quest’anno l’anniversario della morte tocca gli animi politici del Bel Paese in maniera piuttosto forte. E non tanto perché siano passati dieci anni, ma piuttosto perché Berlusconi e i suoi alleati cercano di presentare Craxi, condannato a dieci anni di reclusione per corruzione e finanziamento illecito ai partiti, come un martire vittima di una persecuzione politica da parte di giudici sovversivi, come l’attuale capo del governo. In questo modo la coalizione di governo tenta di giustificare le leggi che dovrebbero essere approvate a breve in Parlamento e che rappresenterebbero un grande ostacolo per i processi per corruzione che vedono in qualità di imputato il Cavaliere.

Una strada di Milano sarà presto intitolata a Craxi

Ad una prima commemorazione che si è tenuta nel fine settimana ad Hammamet, in Tunisia, hanno preso parte anche i ministri Franco Frattini, Maurizio Sacconi e Renato Brunetta, nonché altri ex compagni di partito e sostenitori di Craxi. Il ministro degli esteri Frattini ha definito un dovere morale tributare un riconoscimento a “Craxi, vittima della giustizia”. E il capogruppo della coalizione di Governo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha affermato che il presidente del Consiglio Berlusconi rischierebbe lo stesso accanimento da parte della magistratura e di una “rete dell’odio”.

Per riabilitare la figura dell’ex leader politico socialista la sua città natale, Milano, potrebbe anche intitolargli in futuro una via, come ha annunciato poco tempo fa il sindaco Letizia Moratti, anche lei appartenente alla maggioranza di governo. Inoltre alcuni politici della maggioranza hanno proposto di trasferire la salma di Craxi in Italia. Al momento dei funerali, la famiglia aveva amaramente rifiutato la cerimonia di stato che era stata offerta dall’allora capo di governo Massimo D’Alema.

Gli interessi di Berlusconi

Lo stesso Berlusconi parteciperà ad una cerimonia in ricordo di Bettino Craxi che si terrà in Senato a Roma. E’ molto probabile che approfitti dell’occasione per scagliarsi ancora una volta contro i magistrati e per sostenere la sua riforma della giustizia. Nell’attuale governo Berlusconi sono presenti anche molti ex socialisti di spicco; la figlia di Craxi, Stefania, è sottosegretario al Ministero degli Esteri.

Ma anche Berlusconi è stato un tempo strettamente legato a Craxi, e la leggenda del self made man che ama raccontare di sé non è poi del tutto vera: nel corso della sua rapida carriera imprenditoriale ha infatti beneficiato fortemente della protezione e del sostegno di Craxi, che diede il via libera ad una legge a lui favorevole nel settore televisivo e che fu anche testimone di nozze al secondo matrimonio di Berlusconi. In seguito Berlusconi riuscì a schivare un’imputazione per finanziamento illecito ai socialisti solo perché il reato cadde in prescrizione.

Parallelamente ai tentativi di riabilitare Craxi, i giornali controllati da Berlusconi cercano anche di scalfire l’immagine del leader del piccolo partito di opposizione L’Italia dei Valori, l’ex magistrato Antonio Di Pietro. L’accusa è che l’ex magistrato abbia agito su ordine della CIA, i servizi segreti americani, quando vent’anni fa partecipò alle indagini che portarono poi alla caduta non solo di Craxi e dei socialisti, ma anche della corrotta “partitocrazia” della prima Repubblica. Di Pietro, sospettato da “Il Giornale” per alcuni viaggi negli Stati Uniti, ha reagito con ironia sul suo sito internet alle malevole accuse, affermando di scoprire solo ora di essere stato un “super 007″.

“Riflessione storica”

Finora il capo dell’opposizione Pier Luigi Bersani si è tenuto ai margini del dibattito su Craxi. Non è tempo di gesti, ma di una riflessione storica, ha affermato il segretario generale dei democratici nel fine settimana. Lo stesso equilibrio che ha espresso, in un’intervista al Corriere della Sera, anche Carlo Azeglio Ciampi, che durante il governo Craxi era ancora Governatore della Banca d’Italia per poi, al termine del mandato, diventare Presidente della Repubblica. Sono da riconoscere tra i meriti di Craxi anche interventi contro la crescita dell’inflazione (abbandono degli automatismi della scala mobile). Tuttavia, nel giudicare un politico, non bisogna passare da un estremo all’altro, è la riflessione di Ciampi.

[Articolo originale "Bettino Craxi als Märtyrer" di Nikos Tzermias] (http://www.nzz.ch/nachrichten/international/bettino_craxi_als_maertyrer_1.4543132.html)

atinvidia284
20-02-2010, 16:51
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/switzerland.standard.gif Il Senato italiano approva la “Lex Berlusconi”
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8783 Svizzera
[Neue Zürcher Zeitung]

Disegno di legge per abbreviare la durata dei procedimenti giudiziari

Ancora una volta il Primo Ministro italiano Silvio Berlusconi blocca i propositi della magistratura. Mercoledì il Senato italiano ha approvato a larga maggioranza il controverso progetto di legge sulla riduzione della durata dei procedimenti giudiziari.

Procedimenti contro mafiosi e terroristi dovrebbero durare al massimo dieci anni, per altri reati invece la durata massima dei processi sarà ancora più breve. Anche la durata dei procedimenti giudiziari nei diversi gradi di giudizio dovrà essere ridotta.

L’opposizione ha criticato il fatto che la riduzione proposta potrebbe anche porre fine ai procedimenti contro Berlusconi. Questo vale per esempio per il processo per frode fiscale contro Berlusconi che è stato appena ripreso, ma anche per un procedimento giudiziario recentemente riaperto che vede il capo del governo indagato per corruzione.

Entrambi i processi sono stati sospesi dopo che il governo aveva varato nel 2008 una legge che proteggeva Berlusconi e altri alti rappresentanti dello Stato dall’azione penale. Ma la Corte Costituzionale di Roma in autunno ha dichiarato la legge come incostituzionale.

Affinché la nuova e controversa legge possa entrare in vigore deve essere ancora approvata dalla Camera dei Deputati ed essere infine sottoscritta dal Presidente della Repubblica.

[Articolo originale "Italiens Senat billigt «Lex Berlusconi» "] (http://www.nzz.ch/nachrichten/wissenschaft/italien_1.4558259.html)

atinvidia284
20-02-2010, 16:53
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/sweden.standard.gif La legge che salverà di nuovo Berlusconi
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8815 Svezia
[Aftonbladet]

Il parlamento italiano ha dato mercoledì una prima approvazione a una legge che accorcia drasticamente i processi. Si dice che la proposta sollecitata dal presidente del consiglio Silvio Berlusconi sia stata fatta su misura per bloccare i processi in cui è correntemente implicato.

Il Senato, dove i fedeli di Berlusconi sono in maggioranza, ha approvato mercoledì la legge considerata una delle riforme più radicali del macchinoso sistema giudiziario italiano dalla fine della seconda guerra mondiale. Le cifre della votazione sono 163 contro 130.

La proposta di legge passerà ora alla Camera, dove si prevede avrà semaforo verde. La legge prevede un tempo massimo di 10 anni per la prescrizione. Se una persona non viene condannata entro questo periodo, sarà automaticamente assolta.

Per l’effetto retroattivo della legge, la proposta, se venisse approvata, comporterebbe la cancellazione automatica di due processi per corruzione e evasione fiscale contro Berlusconi, che nega tutte le accuse.

[Articolo originale "Lag som ska fria Berlusconi på gång"] (http://www.aftonbladet.se/senastenytt/ttnyheter/utrikes/article6462403.ab)

atinvidia284
20-02-2010, 16:56
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif In Italia, polemica sulla restrizione dei video sul Web
Gennaio 2010 http://italiadallestero.info/archives/8795 Francia
[Le Monde]

Proprietario di un impero mediatico e presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi non la finisce di mettere le mani sui media. A partire dal 27 gennaio, in virtù di un decreto appena approvato dalla sua maggioranza parlamentare, i siti che diffondono regolarmente contenuti radiotelevisivi dovranno ormai chiedere un’autorizzazione al ministero delle Comunicazioni per distribuire tali video su Internet.

Per giustificare questa nuova legge, il governo dice di far riferimento alla direttiva europea Televisioni senza frontiere, che considera tali siti come televisioni, e di conseguenza li sottopone agli stessi obblighi amministrativi. Nicola D’Angelo, commissario dell’Autorità delle comunicazioni, ha subito sottolineato che questo testo non ha alcun legame con la direttiva europea. “L’Italia diventa l’unico paese occidentatle in cui è necessaria un’autorizzazione preliminare del governo prima di utilizzare questo genere di servizi, dice. Questo aspetto fa incombere un rischio per la democrazia”.

Questo voto ha scatenato la protesta nel paese, dove l’opposizione e i blogger denunciano un “decreto liberticida” e “un’attentato inammissibile alla libertà d’espressione”. Sul suo blog, Paolo Gentiloni ex ministro democratico per le comunicazioni, afferma che “questo decreto è un vero scandalo (…), una limitazione incredibile al modo in cui funziona internet”.

Dietro questo decreto, i parlamentari dell’opposizione indicano, una volta ancora, “il conflitto di interessi” che questo rappresenta per il presidente del Consiglio che è proprietario, attraverso la sua famiglia, delle tre principali televisioni private italiane. Alla guida dell’esecutivo, controlla anche la RAI (il servizio radiotelevisivo pubblico italiano) e, attravero questo nuovo decreto, attacca i siti di condivisione di video on-line. Alla fine, questi potrebbero infatti fare concorrenza al suo gruppo Mediaset in termini di audience e pubblicità. Qualche mese fa, Mediaset d’altra parte ha citato in tribunale Youtube, accusandola di diffondere estratti di trasmissioni prodotti dai suoi canali.

I responsabili di Google, proprietaria di Youtube, si sono dichiarati “un po’ inquietati” da questa nuova misura. Il suo responsabile italiano, Marco Pancini, perora la distinzione dei siti che hanno una politica editoriale da quelli che, come Youtube, propongono solo un servizio per ospitare [i video].

Se il testo dovesse restare quello attuale, i responsabili di Google affermano che non esiteranno a portare il problema davanti al Parlamento europeo. “Questo decreto non intende censurare l’informazione sulla rete e ancora meno influire sulla possibilità di esprimere le proprie idee ed opinioni attraverso blog e social network”, ha tentato di rassicurare Paolo Romani, Sottosegretario alle Comunicazioni.

Intanto, c’è effervescenza sul Web. Vincenzo Vita, deputato democratico, sottolinea che “l’Italia si unisce al club dei censori accanto a Cina, Iran e Corea del Nord” e numerosi blogger hanno già lanciato una campagna nazionale sul tema: “Giù le mani dalla rete”.

[Articolo originale "En Italie, polémique sur la restriction des vidéos sur le Web " di Daniel Psenny] (http://www.lemonde.fr/actualite-medias/article/2010/01/21/en-italie-polemique-sur-la-restriction-des-videos-sur-le-web_1294868_3236.html)

Vincenzo1968
20-02-2010, 18:38
The Independent: altro che veline, i veri guai del premier si chiamano Bertolaso
di Peter Popham

Ronald Reagan si era guadagnato il nomignolo di presidente “Teflon”, ma la capacità di Berlusconi di scrollarsi di dosso le disgrazie fa impallidire la metafora dedicata al presidente americano. Dieci mesi fa, mentre mi preparavo a partire da Roma, Berlusconi sembrava in pieno declino. A metterlo all’angolo era stata la moglie Veronica: lo scorso aprile l’annuncio che intendeva divorziare sembrò aver spezzato l’incantesimo che aveva ipnotizzato il Paese per anni. D’improvviso si ebbe l’impressione che la gente cominciasse a vederlo per quello che era. I commenti di Veronica – una donna che gli era stata stoicamente accanto per 30 anni - sulla sua abitudine di frequentare minorenni, la sua condanna del “ciarpame” – le showgirl prosperose – che voleva candidare alle elezioni europee, il suo accenno criptico secondo cui «mio marito non sta bene», gettarono una luce nuova e sinistra su Berlusconi. Sarà pure super-ricco, brillante, pieno di energia, carismatico – ma che schifo! Con che personaggio squallido siamo alle prese! E a quali orrori alludeva la frase di Veronica «non sta bene»? Di quali sfoghi di megalomania, sadismo o psicosi sarà stata al corrente la sciagurata Veronica?

Sono tornato in Italia sei mesi dopo e tutto era cambiato: il Vaticano in ambasce per lo scandalo Boffo, Veronica costretta alla difensiva con Berlusconi che minacciava di darle lo sfratto e un gran parlare di Berlusconi nei panni della vittima cui si voleva togliere il potere a causa delle sue birichinate sessuali.

Ora si stanno nuovamente accumulando brutte notizie per Berlusconi – alla vigilia delle regionali, come egli stesso sottolinea. L’accusa di aver corrotto David Mills inducendolo a mentire ai giudici sulle sue società offshore e sui fondi neri sarà discussa la settimana prossima dinanzi a due tribunali e Berlusconi ha dichiarato che sarà presente al processo quando verrà ripreso a Milano, anche se non ci scommetterei. Nel frattempo sono arrivati guai seri da un’altra direzione.

Guido Bertolaso è stata la grande scoperta di Berlusconi dopo la vittoria elettorale del 2008. Personaggio vigoroso, riflessivo, perennemente accigliato, Bertolaso, capo della Protezione Civile, incarnava alla perfezione la promessa del primo ministro di non farsi intralciare dalle pastoie della burocrazia e di affrontare i problemi più difficili del Paese.
Accanto a Berlusconi a Napoli due anni fa, subito dopo le elezioni, c’era Bertolaso pronto a promettere di far sparire la montagna di rifiuti che soffocava la città – e mantenne la promessa. È stato Bertolaso lo scorso aprile ad accompagnare il primo ministro ripetute volte a L’Aquila dopo il terremoto promettendo alle vittime del disastro una casa in tempi brevissimi e la ricostruzione della città in tempi record e senza cedimenti alla corruzione.

Berlusconi ha venduto Bertolaso all’opinione pubblica descrivendolo come estremamente onesto, lavoratore e affidabile, un puritano tutto d’un pezzo in grado di essere complementare rispetto al più estroso Cavaliere. E grazie al favore del primo ministro, la Protezione Civile è diventata l’istituzione più rispettata e privilegiata del panorama nazionale tanto che la maggioranza ha presentato un disegno di legge per privatizzarla.
Il signor “Perfettino”, però, non era come sembrava. Dopo aver intercettato il telefono di Bertolaso e di un certo numero di imprenditori amici suoi, i magistrati di Firenze hanno dichiarato che in base alle registrazioni – le cui trascrizioni hanno riempito le pagine dei quotidiani italiani – si è portati a ritenere che Bertolaso sia stato da sempre in combutta con imprenditori di dubbia moralità che gonfiavano i costi in ragione di decine di milioni di euro e compensavano l’uomo di Berlusconi per la sua discrezione mettendo a sua disposizione una prostituta brasiliana “di alta classe” di nome Monica.

Il progetto di privatizzazione della Protezione Civile diretta da Bertolaso è stato bloccato e lo stesso Bertolaso è sull’orlo del baratro. Ma il suo protettore non sembra aver patito danni particolari a causa dei guai del suo fidato luogotenente. Dall’opposizione nessuno chiede che il primo ministro assumendosi le sue responsabilità spieghi come e perché il suo protetto ha fatto questa rapida e strabiliante carriera.

Berlusconi ha incarnato lo Stato italiano per quasi tutti gli ultimi 15 anni – ma secondo Curzio Maltese è stato in realtà il tenace nemico dello Stato tacitamente impegnato ad aiutare chi si arricchiva o chi voleva arricchirsi evitando di pagare le tasse. È questa una convincente spiegazione della sua popolarità, una popolarità che resiste ai suoi infortuni politici e al deplorevole stato dell’economia italiana. Ogni qual volta viene alla luce una accusa di illegalità, per gli evasori fiscali altro non è che la conferma che Berlusconi è il loro uomo. Ogni qual volta l’economia fa segnare un arretramento, quanti sono riusciti a non farsi beccare dalla Guardia di Finanza ringraziano la loro buona stella per il fatto che Berlusconi sta dalla loro parte.

Oggi l’Italia sta divorando se stessa. Ricchezza privata e miseria pubblica; continui tagli di spesa che colpiscono senza pietà scuole, università, ospedali e musei mentre le gerontocrazie chiuse nel loro bunker non vengono nemmeno sfiorate; un numero sempre crescente di giovani intraprendenti e di talento che scappano all’estero per studiare e lavorare mentre i loro coetanei meno avventurosi faticano a sbarcare il lunario con lavori insicuri e miseramente retribuiti; una criminalità organizzata che non fa che estendere la sua sfera di influenza; paura e odio per gli immigranti, sentimenti cinicamente incoraggiati dai politici del governo: questa è la deprimente eredità di Berlusconi.

Tra gli altri “Grandi Eventi” affidati a Guido Bertolaso, braccio destro di Berlusconi nella Protezione Civile, c’erano le stravaganze previste per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Forse si farebbe meglio ad annullare tutto. Uno dei padri fondatori dell’Italia ebbe ad osservare: «abbiamo fatto l’Italia, ora bisogna fare gli italiani». Si era appena a metà dell’opera quando Berlusconi ha contribuito a disfare buona parte del tessuto dell’identità nazionale. Se essere cittadini significa in misura considerevole dare a Cesare quel che è di Cesare, non è stato solamente l’erario a patire le conseguenze della generosità di Silvio nei confronti degli evasori. È stato mortificato anche lo spirito della nazione.
© The Independent
Traduzione di Carlo Antonio Biscotto
20 febbraio 2010


http://www.unita.it/news/italia/95313/the_independent_altro_che_veline_i_veri_guai_del_premier_si_chiamano_bertolaso

Bugs Bunny
21-02-2010, 19:57
Segnalo quest'interessante articolo del Times che analizza l'azione di Berlusconi e i motivi per i quali riesce a riscuotere consenso:

http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/world_agenda/article7023283.ece

atinvidia284
09-03-2010, 20:06
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Casinari e masochisti
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9125 Brasile

[Terra Magazine]

Ci manca solo il tendone per poter definire una volta per tutte la politica italiana un grande circo. L’ultima novità è che le elezioni nelle due regioni più importanti – il Lazio con capoluogo Roma e la Lombardia con capoluogo Milano – si terranno il 28 marzo senza i candidati della destra nel Lazio, e senza la lista d’appoggio al candidato della destra a governatore in Lombardia.

Il casino che il PDL – il partito inventato da Berlusconi nel 2008 e che ha la maggioranza nel parlamento italiano – ha combinato a Roma è degno di una rassegna di sketch di teatro. La lista dei candidati del partito è stata consegnata con 45 minuti di ritardo perché la persona incaricata aveva fame e se n’era andata a mangiare un panino vicino al tribunale.

A Milano i casinari hanno fatto un pasticcio con la lista che appoggia il candidato a governatore Roberto Formigoni, che per la quinta volta si candida per la potrona di presidente. Nelle scartoffie mancavano timbri, indirizzi, date, firme, tanto che i giudici hanno annullato 514 firme delle 3500 che per legge sono necessarie per la presentazione di una candidatura.

I due candidati – Formigoni in Lombardia e Roberta Polverini nel Lazio – già hanno dichiarato che presenteranno appello ma in entrambi i casi sarà difficile trovare una scappatoia. Gli italiani sono maestri nelle scappatoie, ma in questo caso il problema sembra abbastanza complicato. Anche perché i due evidentemente sono vittime del fuoco amico.

Il caso di Roberta Polverini è esemplare. La spiegazione che circola nei palazzi della politica romana è che la candidata del PDL è boicottata dai berlusconiani del partito. Lei è una ex sindacalista legata alla vecchia Alleanza Nazionale, e la sua candidatura non piace alla componente di Forza Italia, l’altro partito che diede vita al PDL. Il fatale panino sarebbe una manovra per liberarsi di una donna scomoda, che non è mai stata docile e prudente, né promette di esserlo in futuro, nei confronti del potente primo ministro italiano.

Il problema della lista di Formigoni sembra dipendere principalmente dall’incompetenza di quelli del PDL, ma la soddisfazione degli alleati della Lega Nord – che non hanno digerito bene la quinta candidatura del governatore e volevano presentare un rappresentante del proprio partito per governare la regione in cui sono più forti – è sospetta.

Si è già riunito un “comitato della scappatoia” che studia la possibilità di un decreto, una legge, una qualsiasi frode per risolvere l’impasse. Ma sarà difficile, perché le elezioni possono essere rimandate soltanto per motivi di emergenza nazionale, terremoti, inondazioni, invasioni di cavallette e simili.

In questa situazione la confusa sinistra italiana corre il rischio di vincere le elezioni per mancanza del principale avversario. Ma, almeno in Lazio, la sinistra pare decisa a confermare la sua vocazione al masochismo. La candidata Emma Bonino è da due settimane in sciopero della fame e della sete per protesta contro la mancanza di spazio nei programmi televisivi. Risultato: una donna pallida, di una magrezza malata, con le labbra contratte e spaccate, senza le forze necessarie a rilanciare la campagna elettorale nel momento in cui la rivale versa in difficoltà.

[Articolo originale "Trapalhões e masoquistas" di Vera Gonçalves de Araújo] (http://terramagazine.terra.com.br/interna/0,,OI4302224-EI6789,00-Trapalhoes+e+masoquistas.html)

atinvidia284
12-03-2010, 10:54
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/spain.standard.gif Berlusconi crea una legge su misura per il suo partito
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9130 Spagna
[El País]

Il primo ministro italiano cerca di riscattare le liste elettorali del suo partito escluse per i casi di irregolarità

Il governo Berlusconi ha approvato questa notte, nel corso di un Consiglio dei Ministri straordinario, un decreto legge “interpretativo” al fine di riscattare le liste elettorali del suo partito, il Popolo della Libertà (PDL), escluse dai giudici a causa di varie irregolarità nelle regioni Lazio e Lombardia.

Il Gabinetto si è rifiutato di aspettare l’imminente decisione dei tribunali che studiano i ricorsi presentati dal PDL ed ha preso il toro per le corna cambiando, secondo alcuni giuristi per la prima volta nella storia repubblicana, l’interpretazione della legge elettorale di fronte alle elezioni regionali del 28 e 29 marzo.

La costituzionalista Anna Chimenti ha ricordato in televisione che la legge 400 del 1988, che regola i poteri normativi del Governo, “proibisce al consiglio dei ministri di emanare decreti in materia elettorale”.
Nonostante tutto, Berlusconi è rimasto in continuo contatto con il Presidente della Repubblica nel suo impegno per “ridare il diritto di voto agli elettori del PDL”, secondo quanto ha spiegato in una pausa del consiglio dei ministri.

Alle 21:40, dopo due ore di consultazioni con il Quirinale, il Governo ha approvato un decreto che consiste, secondo l’agenzia Ansa, di quattro articoli. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha chiarito che “il decreto non modifica la legge vigente né il procedimento in corso e non riapre i termini. Semplicemente interpreta la legge affiché i giudici possano decidere tranquillamente e applicarla in modo corretto”.

Verrà promulgata oggi

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha dato stanotte il via libera al decreto, che verrà promulgato oggi stesso. Una nota del Governo spiega che la misura “cerca di consentire uno svolgimento normale delle elezioni e di garantire la coesione sociale”.

A Roma, il PDL ha presentato le sue candidature fuori tempo massimo a causa della negligenza dell’incaricato alla consegna in tribunale; i giudici decideranno lunedì sul ricorso. In Lombardia, la lista del governatore uscente, Roberto Formigoni, è rimasta fuori dalla corsa elettorale perché conteneva più di 400 firme irregolari. Il partito è ricorso senza successo in Appello e il caso verrà giudicato sabato prossimo dal Tribunale Amministrativo Regionale.

L’opposizione ha protestato con toni molto duri. Antonio Di Pietro, leader dell’Italia dei Valori, ha affermato: “È un golpe, una truffa. La Repubblica è in pericolo”. Pierluigi Bersani, leader del Partito Democratico, ha avvertito che non accetterebbe una modifica delle regole del gioco a campagna elettorale iniziata. “Non tollereremo pasticci, scorciatoie né rinvii”, ha enfatizzato. E venuto a conoscenza della forma del decreto interpretativo ha aggiunto “è solo un trucco”.

Il politologo Giovanni Sartori ha spiegato a questo giornale che la soluzione “sembra il solito pasticcio ’su misura’ che cerca di sistemare un pasticcio precedente. Il PDL non è un partito serio, è di cartapesta e quando si avvicinano le elezioni rivela il peggio di sé”.

“Eravamo all’anticamera del fascismo. Oggi ci siamo entrati”, ha commentato l’analista politico Giancarlo Santalmassi.

[Articolo originale "Berlusconi crea una ley a la medida de su partido" di MIGUEL MORA] (http://www.elpais.com/articulo/internacional/Berlusconi/crea/ley/medida/partido/elpepuinteur/20100306elpepuint_3/Tes)

atinvidia284
12-03-2010, 10:57
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif L’aumento della corruzione in Italia mette in imbarazzo il governo di Silvio Berlusconi
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9136 Francia
[Le Monde]

Il governo italiano ha esaminato, venerdì 19 febbraio, un disegno di legge che prevedeva l’inasprimento delle pene per fatti legati alla corruzione, ma ne ha rinviato l’approvazione. A sei settimane dalle elezioni regionali, Silvio Berlusconi, egli stesso sotto processo a Milano per corruzione di un avvocato (caso Mills), fatica a dare una risposta politica all’onda di scandali politico-finanziari che scuote il governo e la maggioranza. Favorevole a “fare pulizia” nei partiti, ivi compreso il suo, non sembra avere fretta di compiere il grande passo.

Un caso di appalti truccati istruito a Firenze che coinvolge diversi stretti collaboratori del presidente del Consiglio, tra cui il capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, e un alto dirigente del Popolo della Libertà (PdL), Denis Verdini, lo ha messo in allarme dopo alcuni giorni di silenzio. Le intercettazioni telefoniche di cui la stampa rende conto disegnano un quadro opprimente che mette in luce “il sistema gelatinoso” descritto dagli inquirenti.

Per ottenere appalti dalla Protezione Civile che gestisce quasi senza controllo i grandi avvenimenti (G8) così come le catastrofi (terremoto de L’Aquila e ricostruzione della città), alcuni uomini d’affari si sono avvicinati al cuore del potere grazie ai loro contatti politici. In questo affare sfilano una serie di alti funzionari, di politici, di imprenditori, delle loro mogli, di loro nipoti, di loro cugini…

“Urgenza nazionale”

Un altro allarme è stato dato dalla Corte dei conti. In un rapporto presentato mercoledì, l’istituzione nota un balzo del 229% delle denunce per corruzione e del 153% delle denunce per concussione nei primi undici mesi del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008. “Si tratta di una patologia grave”, si sono allarmati i magistrati, denunciando le condotte individuali illegali e gli amministratori pubblici “troppo spesso” incapaci di sviluppare anticorpi per fronteggiarla. L’ONG Transparency International, che pubblica una classifica dei paesi in funzione del grado di corruzione, ha fatto passare l’Italia dal 41° posto nel 2007 al 63° nel 2009.

Gli esempi di questa corruzione quotidiana abbondano. Il giorno in cui la Corte dei Conti lanciava il suo allarme, due agenti del fisco di Varese venivano sorpresi in flagranza di reato mentre incassavano 10 000 euro da un contribuente che sperava di mettersi al riparo da un controllo. La settimana precedente, in occasione di un altro reato in flagranza, un imprenditore desideroso di avviare alcune pratiche consegnava 5 000 euro ad un consigliere municipale di Milano, Milko Penisi, appartenente al partito di Berlusconi.

Si tratta di un ritorno degli anni di “tangentopoli”, dal nome dell’inchiesta che ha smantellato, a partire dal 1992, un sistema generalizzato di finanziamenti illegali ai partiti politici, provocando la scomparsa di cinque di essi? “No, ha assicurato Berlusconi. Tutti i partiti beneficiano oggi di un finanziamento pubblico. Su cento persone, si sa che non ci sono cento santi e che ce n’è una, due, tre, quattro o cinque che possono essere dei furbetti che abusano della loro posizione per trarne profitti personali.” “La corruzione è un’urgenza nazionale. È diventato un sistema di gestione, peggio che nella prima Repubblica”, sostiene invece l’Italia dei Valori, il partito dell’ex giudice anticorruzione Antonio di Pietro.

Resta da capire fin dove Berlusconi è pronto ad arrivare per fare “la pulizia” promessa. Il presidente del Consiglio ha rifiutato le dimissioni di Bertolaso e quelle del sottosegretario all’Economia, Nicola Cosentino, oggetto di un mandato di arresto per complicità con la camorra. Il capo dell’esecutivo, che cerca in ogni modo di evitare i tribunali, spera anche di limitare l’uso delle intercettazioni telefoniche, che hanno permesso di scoprire numerosi fatti di corruzione, e impedire la pubblicazione del loro contenuto sulla stampa.

[Articolo originale "La montée des affaires de corruption en Italie embarrasse le gouvernement de Silvio Berlusconi " di Philippe Ridet] (http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/02/20/la-montee-des-affaires-de-corruption-en-italie-embarrasse-le-gouvernement-de-silvio-berlusconi_1309015_3214.html)

atinvidia284
14-03-2010, 23:10
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif In Italia, gli errori grossolani del partito di Berlusconi costellano la campagna per le regionali
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9157 Francia
[Le Monde]

Errori grossolani, denunce, ricorsi, cambiamenti delle regole del gioco: le elezioni regionali italiane, che si terranno in 13 regioni su 20 il 28 e 29 marzo, volgono in un pasticcio, fino alla farsa. Lunedì 8 marzo, il tribunale amministrativo di Roma ha rifiutato di validare una lista che, nel Lazio, sostiene Renata Polverini, la candidata del partito di Silvio Berlusconi, il Popolo delle Libertà (PdL). La corte di appello aveva già annullato questa lista depositata in ritardo.

Questa decisione è una cattiva notizia per il presidente del Consiglio che, per riparare al dilettantismo dei quadri del PdL, aveva fatto approvare, il 5 marzo, nel consiglio dei ministri, un decreto “interpretativo”, firmato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che autorizzava una lettura più flessibile della legge elettorale.

Tutto comincia a Roma sabato 27 febbraio. Quel giorno il delegato del PdL entra negli uffici della commissione elettorale di Roma, con la sua lista sotto il braccio, qualche minuto prima di mezzogiorno, ora limite per il loro deposito. Solamente ecco: il delegato ne esce poco dopo per non tornarvi solo dopo le 12. “Un obbligo maggiore”, si giustifica, spiegando il suo ritardo con il fatto che, mentre era in cammino, si era fermato per “mangiare un panino”. I funzionari dell’ufficio elettorale non se ne curano. Panino o no, l’orario è l’orario: il delegato, malgrado le sue proteste, è pregato di lasciare l’ufficio.

Quello che non era che un errore grossolano prende gli aspetti di una farsa grottesca quando, due giorni più tardi, la lista di Roberto Formigoni (PdL), governatore uscente della Lombardia praticamente certo di ottenere un quarto mandato, è a sua volta escluso dalla competizione elettorale. Motivo: le firme valide di Formigoni sono in numero insufficiente.
Per tutta la settimana, il dibattito si è concentrato sulla questione di sapere se bisognasse privilegiare la lettura della legge elettorale o il suo spirito: permettere a 12 milioni di elettori (9 in Lombardia, 3 nel Lazio) di poter esercitare una scelta politica reale. Tra abbattimento e nervosismo, Berlusconi studia tre scenari: l’esaurimento dei ricorsi giuridici, un rinvio delle elezioni ed un adattamento della legge elettorale alle circostanze. Alla fine è quest’ultima soluzione che verrà scelta, salvando così Formigoni in Lombardia.

Questa manipolazione della legge elettorale è stata vivamente denunciata dall’opposizione. Domenica, svariati movimenti di protesta hanno avuto luogo a Roma ed in altre città della Penisola. Una manifestazione è prevista, sabato, nella capitale italiana per denunciare un presidente del Consiglio che “cambia le regole del gioco a suo piacimento” e si comporta “come se il paese gli appartenesse”.

La destra non esce al meglio da questi pasticci in serie. Creato un anno fa, il Popolo delle Libertà appare come un club di tifosi, una corte devota a Berlusconi ma incapace di garantire l’abbiccì di un partito politico: presentare i candidati alle elezioni. “Il PdL non mi piace”, ha dichiarato Gianfranco Fini, [che è] tuttavia cofondatore del partito. “Non sono nemmeno capaci di preparare le liste”, ha borbottato Umberto Bossi, presidente della Lega Nord e alleato di Berlusconi.

Conseguenza: il grado di popolarità del governo è crollato di quattro punti, secondo un sondaggio ISPO pubblicato domenica dal Corriere della Sera. Gli italiani che approvano il governo non sono più del 39%, contro il 43% di inizio febbraio. “Le convulsioni osservate in questi ultimi giorni a proposito delle liste hanno avuto un’influenza negativa sulla popolarità del governo”, spiega Renato Mannheimer, direttore dell’istituto.

Un altro sondaggio, realizzato da Demos e Pi, pubblicato lo stesso giorno da La Repubblica, testimonia anch’esso le conseguenze di questo pasticcio: 45,3% delle persone interrogate considerano che i partiti politici di oggi siano “peggiori” di quelli della “Prima Repubblica” spazzati via dagli scandali politico-finanziari dell’inizio degli anni ‘90. Il politologo Ilvo Diamanti analizza: “Il modello inventato da Berlusconi suscita oggi disillusione”.

[Articolo originale "En Italie, les bévues du camp Berlusconi émaillent la campagne des régionales " di Philippe Ridet] (http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/03/09/en-italie-les-bevues-du-camp-berlusconi-emaillent-la-campagne-des-regionales_1316565_3214.html#ens_id=1191686)

atinvidia284
16-03-2010, 11:41
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Appello su Facebook per chiedere le scuse della RAI sulla notizia riguardante David Mills
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9160 Gran Bretagna
[The Times]

Tra le crescenti proteste per il controllo effettuato da Berlusconi sui mezzi di comunicazione, 140.000 italiani hanno firmato una petizione online per chiedere alla RAI, la rete televisiva pubblica italiana, di scusarsi con i telespettatori per le false affermazioni del telegiornale secondo cui David Mills, ex avvocato di Berlusconi in Gran Bretagna, sarebbe stato “assolto” dalle accuse di aver ricevuto una tangente per aver mentito in tribunale a suo vantaggio.

L’appello sarà consegnato domani al quartiere generale della Rai, dove i manifestanti si sono riuniti in settimana, portando striscioni con scritto “Berlusconi, la RAI ti ha assolto, ma la storia ti condannerà”.

Settimana scorsa la corte suprema aveva confermato la condanna di Mills per aver ricevuto 600.000 sterline da Berlusconi attraverso un intermediario, dopo la reticente testimonianza a suo beneficio nei processi per corruzione degli anni ‘90. Tuttavia i giudici hanno dichiarato che Mills non sconterà la pena di quattro anni e mezzo a cui era stato condannato l’anno scorso poiché, secondo la legge italiana sulla prescrizione, è trascorso troppo tempo dal reato.

Il verdetto comporta delle implicazioni per Berlusconi, che è processato separatamente per aver pagato la tangente. I giudici di Milano hanno stabilito che il processo proseguirà, con la prossima udienza fissata per il 26 marzo, due giorni prima delle elezioni regionali, considerate un test per la popolarità di Berlusconi.

L’appello, partito da Facebook, è indirizzato a Paolo Garimberti, presidente della RAI, e Lorenzo Del Boca, presidente dell’ordine dei giornalisti, per costringere Augusto Minzolini, il controverso direttore del Tg RAI, a rettificare la notizia e a scusarsi. In varie occasioni Minzioni, ex giornalista di La Stampa e della rivista Panorama, si è rivolto direttamente ai telespettatori nel corso dei notiziari per esprimere il suo punto di vista favorevole a Berlusconi, assediato da scandali sessuali e accuse di corruzione.

L’anno scorso Minzolini difese la decisione di non trasmettere notizie riguardo a donne pagate per partecipare a delle feste nelle residenze di Berlusconi a Roma e in Sardegna, dicendo che si trattava solo di “gossip”. Il mese scorso ha detto ai telespettatori che Guido Bertolaso, direttore del dipartimento della Protezione Civile italiana, era oggetto di una “gogna mediatica”. Bertolaso era indagato per sospetto coinvolgimento in sistema di tangenti e favori sessuali in cambio dell’assegnazione di appalti pubblici per i lavori del G8 dell’anno scorso in Italia.

I giornalisti italiani e i politici di opposizione questa settimana hanno anche accusato la RAI di censura, dopo l’annuncio della sospensione dei talk show politici fino alle elezioni regionali. Berlusconi sostiene che le trasmissioni della RAI siano faziose nei suoi confronti, e che è inaccettabile che la tivù pubblica lo critichi.

Lo scorso mese Berlusconi ha accusato il programma televisivo Annozero di “uso criminale della rete pubblica” dopo che aveva mandato in onda la prima intervista dal vivo con la ex escort di Bari Patrizia d’Addario, la quale smentiva le affermazioni del Presidente del Consiglio, che si diceva ignaro che fosse una squillo quando passarono insieme la notte delle elezioni presidenziali americane del 2008.

I critici di Berlusconi replicano che in quanto Presidente del Consiglio, egli indirettamente controlla la RAI, allo stesso modo in cui controlla direttamente le sue reti private Mediaset. I direttori della RAI sono nominati da una commissione parlamentare dominata da membri della coalizione al governo.

La RAI, che secondo il suo statuto è tenuta a essere imparziale, ha dichiarato che programmerà una serie di dibattiti moderati tra i candidati, invece di trasmissioni di approfondimento politico. Tuttavia Giovanni Floris, conduttore del talk show politico settimanale Ballarò ha affermato: “Si tratta di un bavaglio senza precedenti alla libertà di stampa. Cercheremo ogni spazio nel diritto e nei regolamenti per riuscire ad andare in onda”. Rosario Trefiletti, presidente dell’organizzazione Federconsumatori, ha detto: “Questa situazione ci porta allo stesso livello di democrazia e libertà di stampa dello Zimbabwe”.

Il quotidiano Corriere della Sera ha scritto nell’editoriale in prima pagina che il caos in cui verte il PdL di Berlusconi dopo la mancata consegna per tempo della lista di candidati alle elezioni regionali ha mostrato un “partito di plastica che si sta squagliando”. Ha inoltre accusato Berlusconi di accumulare “un inaudito potere mediatico-finanziario” e di governare attraverso “il fantasma di un partito”. L’editoriale è stato ripubblicato mercoledì dopo che era apparso nella prima edizione di martedì, ma era poi stato scartato.

[Articolo originale "Facebook petition calls on RAI to apologise over David Mills report" di Richard Owen] (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article7049330.ece)

atinvidia284
16-03-2010, 11:42
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Berlusconi ci è riuscito ancora
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9168 Germania
[Tagesschau]

Il Presidente del Consiglio Berlusconi ha fatto passare con voto di fiducia una legge in Parlamento che gli consente di sospendere i processi in corso a suo carico. Il suo obiettivo era aggirare la legge sull’immunità cancellata l’anno scorso.

La “legge sul legittimo impedimento” è in vigore. Per 18 mesi nè il Premier Silvio Berlusconi nè i suoi ministri saranno tenuti a presentarsi davanti ai giudici. E così viene anche rimandata la prescrizione. La motivazione è “importanti impegni di governo”. Tra un anno e mezzo dovrebbe esserci quindi una legge sull’immunità generale. Questo era il progetto di legge respinto nella sua prima stesura dalla Corte Costituzionale. E quello che è passato ora alle due camere deve impedire che il Premier possa essere convocato come imputato nei processi pendenti a suo carico.

L’argomentazione degli oppositori del partito di Berlusconi si fa sempre più articolata. Maria Elesabeth da Casselati (Maria Elisabetta Alberti Casellati, n.d.t.) è sottosegretario al Ministero della Giustizia: “il ‘legittimo impedimento’ crea un equilibrio tra due valori costituzionali: da una parte l’esercizio del diritto, dall’altra l’esercizio dell’azione di governo. E questo equilibrio non lo può decidere soltanto il giudice con il suo potere decisionale, ma dev’essere sancito anche dal parlamento attraverso una legge. Questo è l’obiettivo che condivide anche l’opposizione, tant’è vero che i democristiani all’opposizione hanno partecipato alla stesura del testo di legge alla camera dei deputati.”

Presidio di protesta dell’opposizione

In effetti anche i democristiani hanno votato con lo schieramento di governo. Ampia coesione nello schieramento di opposizione poi anche al senato. Il partito Italia dei Valori, dell’ex magistrato di Mani Pulite Antonio di Pietro, ha organizzato nell’aula del senato una sorta di sit-in di protesta, i suoi senatori si sono seduti per terra davanti alle gradinate dei senatori che salgono a semicerchio, tenendo in mano, a titolo di protesta, il manuale della Costituzione Italiana. La componente più ampia del partito di opposizione, che si è opposta strenuamente alla legge, ha trovato quella dei democristiani un’azione indegna.

Trentunesimo voto di fiducia in 22 mesi

Anna Finocchiaro, capogruppo del PD al senato, ha detto: “perchè il governo pone la fiducia su un testo di legge per il quale la società non ha alcuna necessità? E perchè lo vede come prioritario per l’azione di governo, in un momento in cui il paese va a rotoli da molti punti di vista ed urge la questione economica, sociale e democratica? Gradirei avere una spiegazione dal ministro della giustizia in nome del mio partito e, penso, anche degli altri gruppi di opposizione.”

Il ministro della giustizia era l’unico esponente del governo presente alla seduta del senato nel corso della quale il governo Berlusconi, in carica da 22 mesi, ha posto per la trentunesima volta la fiducia. Il premier stesso non aveva tempo.

Espulsione fisica dopo schermaglia verbale

Doveva dire un paio di cose nella sede del suo partito sul caos intorno alle liste per le elezioni regionali. I giudici amministrativi nel Lazio e in Lombardia avevano stabilito che il partito di Berlusconi non aveva presentato le liste entro i termini prefissati. Così Berlusconi ha detto che giudici di stampo sovietico volevano ostacolare lui e il suo seguito.

Un giornalista freelance che si è lasciato andare a una piccola schermaglia verbale con il Premier – che ha fatto richiamare un consigliere dal palco, invitato da Berlusconi a sedare le critiche – è stato buttato fuori dalla sala, con violenza, dal ministro della difesa Ignazio La Russa in persona. Importanti questioni di governo, per così dire, hanno impedito al premier e ai suoi ministri di essere presenti in parlamento quel giorno. Persino agli esperti di relazioni politiche italiane passa la voglia di ridere, già di per sè tanto amara.

[Articolo originale "Berlusconi hat es wieder mal geschafft" di Gregor Hoppe] (http://www.tagesschau.de/ausland/berlusconi246.html)

atinvidia284
27-03-2010, 22:14
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/belgium.standard.gif Una bolgia nell’UE, è accettabile?
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9232 Belgio
[De Standaard ]

Roma – Analisi: LA DEMOCRAZIA ITALIANA È IN PERICOLO? Il più alto organo amministrativo del potere giudiziario lavora a un documento in cui afferma che ‘la democrazia in Italia è in pericolo’. Non si era mai espresso in termini così pesanti sugli effetti dell’operato di Berlusconi sullo stato di diritto.

Alcuni fatti recenti del mese di marzo. Mercoledì sera il Parlamento italiano ha approvato una legge che mette il premier Silvio Berlusconi al riparo dall’azione penale per corruzione, corruzione di testimone e frode fiscale per un anno e mezzo.

I quattro principali programmi di attualità della televisione pubblica Rai non possono più andare in onda nel periodo che precede le elezioni regionali del 28 e 29 marzo. Il governo ha paura del giornalismo troppo critico.

Lo scorso fine settimana, poco prima delle elezioni regionali, la legge elettorale è stata frettolosamente adattata per sanare il ritardo dell’iscrizione nella regione Lazio del partito di Berlusconi, il Popolo della Libertà. Il giudice rifiuta di applicare questa modifica alla legge.

Questi e altri eventi recenti hanno spinto i giudici italiani a suonare un campanello d’allarme.

Il Consiglio Superiore della Magistratura, il più alto organo del potere giudiziario, lavora a un documento in cui afferma che ‘la democrazia in Italia è in pericolo’. Il Consiglio non si era mai espresso in termini così pesanti sugli effetti dell’operato di Berlusconi sullo stato di diritto. Con il documento, il Consiglio cerca di proteggere i giudici dai reiterati attacchi del premier Silvio Berlusconi, che con molta regolarità descrive i magistrati come comunisti e toghe rosse.

Il Consiglio parla di ‘episodi di diffamazione e condizionamento della magistratura e di giudici individuali che sono totalmente inaccettabili’. ‘L’equilibrio tra i diversi poteri all’interno dello stato, sul quale è fondato l’ordine democratico di questo paese, è in pericolo’. Il rispetto per il potere giudiziario deve essere ripristinato, afferma il Consiglio.

Lo stato di diritto italiano versa davvero in condizioni così precarie? La democrazia è in pericolo?

In Italia esistono ancora tutte le istituzioni di controllo. Il Parlamento controlla il governo. Il Presidente controlla la costituzionalità delle leggi approvate dal Parlamento. La Corte Costituzionale, se necessario, può farlo una seconda volta. Esiste una stampa pluralista che correda di commenti queste procedure.

In teoria lo stato di diritto esiste. In teoria funziona anche la democrazia, poichè a intervalli regolari si tengono elezioni per mezzo delle quali vengono scelti nuovi rappresentanti del popolo. Tuttavia, il problema è che tutti questi organi con i loro controlli e conclusioni sono permanentemente sotto pressione. Giudici e giornalisti vengono attaccati dai partiti di governo. Il Parlamento e il governo, ormai è sempre più chiaro, sono infiltrati dalla mafia.

Meccanismi di controllo come stampa, potere giudiziario, il Presidente o il Parlamento che esprimono critiche, vengono ridicolizzati e delegittimati. Devono rendersi conto, così afferma Berlusconi, che sono sottomessi al premier, che è stato scelto dal popolo sovrano. Chi ostacola il leader, deve pagarne le conseguenze.

Secondo Berlusconi, i magistrati scomodi sono quindi non solo ‘una banda di Talebani con fini sovversivi’ ma anche ‘mentalmente disturbati’. ‘Dovrebbero vergognarsi’, ha detto recentemente, quando il capo della Protezione Civile è stato accusato di corruzione.

Secondo il premier, i giornalisti sono ‘comunisti’. Berlusconi considera anche il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, un intralcio. Grazie a un emendamento di legge, il ruolo dei membri del Parlamento è pressochè superfluo: la leadership del partito decide le liste elettorali, agli elettori è stato revocato il voto di preferenza.

Negli ultimi anni Berlusconi ha influenzato profondamente il corso della giustizia accorciando i termini della prescrizione e riuscendo così a sfuggire a diverse condanne. Quando ha perso la sua immunità alla fine di novembre ha minacciato di porre dei limiti alla durata di tutti i processi. Decine di migliaia di indiziati potrebbero di conseguenza sfuggire alla loro condanna. È anche grazie a questa leva che in settimana è riuscito a sfuggire ai processi, ricorrendo a un’altra via più moderata.

Secondo il Consiglio Superiore della Magistratura è altamente deligittimante che il premier si esprima con aperta arroganza sul potere giudiziario. ‘Può portare la pubblica opinione alla convinzione che i giudici non offrano le garanzie che dovrebbero offrire. Questo porta a un grave danneggiamento del prestigio e dell’indipendenza del potere giudiziario.’

Per questi motivi anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha più volte auspicato un ‘clima sereno e costruttivo’. Nel corso degli ultimi anni, Napolitano ha sperimentato come nessun altro quanto grande sia la pressione che Berlusconi esercita per far approvare leggi che non sono conformi alla costituzione.

Lo scorso fine settimana, il Presidente della Repubblica ha ceduto a quella pressione e ha approvato la discutibile modifica della legge elettorale. Il fatto che i giudici del TAR abbiano in seguito deciso di non applicare la legge dimostra che la decisione di Napolitano non è incontroversa.

Il politico di opposizione ed ex magistrato Antonio di Pietro ha perciò invocato l’impeachment per Napolitano questa settimana. L’84enne Napolitano ha detto ieri, durante una visita a un’università di Roma: ‘Qui da voi all’università si è respirata una bella aria, altrove c’è la bolgia.’

La questione se all’interno della UE ci sia posto per una ‘bolgia’, uno stato di diritto traballante, non è attuale in Europa. A nessun politico o diplomatico attraversa la mente l’idea di intromettersi negli affari interni di una democrazia amica e fondatrice della UE.

[Articolo originale "Een gekkenhuis in de EU, kan dat?" di Bas Mesters] (http://www.standaard.be/artikel/detail.aspx?artikelid=NS2NDOPE)

atinvidia284
27-03-2010, 22:16
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Silvio Berlusconi intende cambiare la Costituzione per ottenere maggiori poteri
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9233 Gran Bretagna
[The Times]

Il Presidente del Consiglio italiano, Silvio Berlusconi, ha intenzione di indire un referendum per cambiare la costituzione in modo da ottenere maggiori poteri come “presidente direttamente eletto”.

Rivolgendosi ai sostenitori del proprio partito, il Popolo delle Libertà (PdL), durante una manifestazione tenutasi a Roma, Berlusconi ha dichiarato di progettare una “grande, grande, grande riforma” nei restanti tre anni del mandato. Il premier vuole riformare il sistema giudiziario che, secondo quanto denuncia, è a lui ostile, diminuire il numero dei parlamentari e senatori e indire elezioni dirette per il capo dello stato, a cui attribuire maggiori poteri.

Il presidente è attualmente eletto dal Parlamento e ha poteri limitati. Berlusconi non si proclama futuro candidato, ma la stampa italiana lascia presagire chiari segnali della sua forte convinzione populista. Il Premier pensa che il “popolo” lo sosterebbe nonostante le “bugie” diffuse dai “magistrati e dalla stampa”.

Gli esponenti del PdL hanno dichiarato che oltre un milione di persone hanno partecipato alla manifestazione di Roma, uniti dal motto “L’amore vince sempre sull’invidia e l’odio” direttamente dalla colonna sonora di Star Wars. Ma, secondo le stime della polizia, i manifestanti erano 150.000 – pochi rispetto alla folla accorsa alla manifestazione anti-berlusconiana organizzata dal centro-sinistra la settimana precedente.

Secondo recenti sondaggi i consensi nei confronti di Berlusconi sono scesi al 44% dal 62% di un anno e mezzo fa, quando venne eletto per il suo terzo mandato. La scorsa settimana il Presidente del Consiglio si è rivolto a una sala mezza vuota durante una manifestazione elettorale a Napoli.

La posizione di Berlusconi potrebbe subire un ulteriore duro colpo se gli elettori del centro-destra si astenessero dal voto nelle 13 regioni il prossimo fine settimana, dopo il pasticcio creato dal PdL per la registrazione dei candidati nella regione Lazio, sede della capitale. Non hanno, infatti, consegnato in tempo le liste perché i responsabili della consegna hanno ritardato per mangiare un panino. A questo si è aggiunta la questione della validità delle firme della lista del PdL nella regione nativa di Berlusconi, la Lombardia.

Inizialmente il Presidente del Consiglio si è rivolto ai suoi definendoli “idioti”, ma poi ha accusato la sinistra di essere l’artefice di “sporchi trucchi”. Pier Luigi Bersani, a capo del Partito democratico dell’opposizione, ha dichiarato che Berlusconi è sempre più “nervoso” perché “sa che la corrente sta girando”.

Renato Mannheimer, il maggiore studioso di dati statistici dell’Italia, ha affermato: “Gli elettori del centro-destra sono disorientati e hanno perso fiducia nei loro leader che considerano disorganizzati”.

I magistrati stanno indagando su Berlusconi per abuso di ufficio, in seguito alle intercettazioni telefoniche da cui è emerso il tentativo di imbavagliare le critiche diffuse dalle trasmissioni televisive e dai telegiornali non solo nelle sue reti “Mediaset” ma anche nei programmi RAI, la rete pubblica.

Alla manifestazione di Roma, fuori dalla Basilica di San Giovanni Laterano, Berlusconi ha dichiarato che “i giudici e i comunisti” hanno architettato “un’inchiesta sul nulla basandosi sulle intercettazioni di alcune mie telefonate”. “Volete delle intercettazioni su tutti e tutto? Volete essere spiati anche in casa vostra?” ha chiesto alla folla che ha risposto “No”. “Noi non andiamo spesso in strada ma è assolutamente necessario difenderci dagli attacchi della sinistra e dai suoi magistrati”, ha proclamato Berlusconi ai suoi sostenitori. “Siamo qui per difendere il nostro diritto al voto. Con voi, l’amore e la libertà vinceremo”.

I ministri e i candidati del PdL hanno partecipato alla manifestazione di Roma. Tuttavia, Gianfranco Fini, il Presidente della Camera e co-fondatore del partito – che ha preso le distanze dal Presidente del Consiglio ed è considerato più come suo avversario – non vi ha preso parte, dichiarando che i propri incarichi istituzionali glielo avevano impedito. Ha intenzione di lanciare un nuovo movimento a maggio, chiamato Generazione Italia.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi to push for change to Italian constitution for greater powers" di Richard Owen] (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article7070477.ece)

atinvidia284
07-04-2010, 01:10
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Il Berlusconi show – recensione
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9287 Gran Bretagna

[The Guardian]

Provate a immaginare. È il giorno delle elezioni, il 6 maggio o giù di lì. La Gran Bretagna sta andando a votare. Arriviamo al seggio, guardiamo le schede e la noia ci assale. I Laburisti, sbadigliamo. I Conservatori, russiamo. Chi vuole Gordon Brown o David Cameron alla guida del paese, quando si interessano solo di politica? Così cancelliamo tutti i nomi e ne scriviamo altri: gente di spettacolo, magnati dei media, razzisti, cantanti da crociera, playboy, donnaioli, criminali, evasori fiscali, e così via. Persone che renderanno la Gran Bretagna un po’ più divertente.

Poi, allo spoglio delle schede, ci si rende conto – senza grosse sorprese, è il caso di dirlo – che nessuno ha una maggioranza definita. Vabbè, nessun problema, quello di parlamentare è un lavoro che si può condividere. E così il 6 maggio 2010 o giù di lì, vengono eletti Rupert Murdoch, Peter Stringfellow (”Mi sembra che questo sia ufficialmente un governo con le palle” direbbe al momento di prendere servizio), Jane McDonald, Bruce Frosyth, Ron Atkinson, Lord Ashcroft e i Kray Twins per governare il paese. I Kray sono morti? Pazienza, gli altri possono prenderne il posto, pace all’anima loro.

Bene, il governo ha bisogno di proporre alcuni candidati in parlamento. Rupert seleziona un po’ di soubrettes. Peter sceglie alcune delle sue ballerine di lap-dance preferite. Jane, che ha viaggiato un po’, si candida. Ah! Questa è buona! Jane, veramente cara, guardati un po’ allo specchio, sei ormai quarantenne! Al suo posto viene invitata Shilpa Shetty del Grande Fratello, anche se Ron ha alcune riserve…

Vi sembra che tutto questo sia un po’ improbabile? È successo, e succede ancora, proprio dietro l’angolo, in Italia. Più o meno, esattamente come descritto sopra. Con l’eccezione del posto condiviso, perché loro hanno un tipo che fa tutto da solo. Meno male che Silvio c’è. Questa è il titolo della canzone ufficiale del suo partito.

Nel “Berlusconi Show” (andato in onda su BBC2) – un buon titolo – il giornalista Mark Franchetti, che ha vissuto lontano dal suo paese d’origine per 20 anni, vi è ritornato per capire come cavolo sia riuscito questo pagliaccio a governare una democrazia europea nel XXI secolo. Ad essere onesti, l’approccio di Franchetti è ancora migliore: lui parla con molte persone di entrambi gli schieramenti e analizza il contesto storico dell’ascesa al potere di Berlusconi. Un giornalismo giusto e bilanciato. Tuttavia, per lo spettatore, quello che emerge è qualcosa che fa rabbrividire. Non è che non lo avessimo saputo da prima: il controllo dei mezzi di comunicazione, i presunti legami con la mafia e la corruzione, i legami con l’estrema destra, i processi, le modifiche delle leggi, le prostitute e le ragazzine, la chirurgia estetica, i partiti, le gaffes, la maleducazione con Angela Merkel, il riferirsi a Obama come “abbronzato”. È solo che, quando tutto questo ci viene presentato tutto insieme, si resta a bocca aperta. Come cavolo è potuto succedere? Eppure è stato eletto 3 volte.

“Per 15 anni gli italiani lo hanno sostenuto democraticamente con il voto”, dichiara un giovane membro del partito. “Ci sono due spiegazioni: o gli italiani sono stupidi e non si rendono conto per chi votano o per 15 anni hanno continuato ad avere fiducia in lui.” Non sono sicuro che le due cose si escludano a vicenda, che ne dite? B potrebbe avvenire a causa di A. E non tutti gli italiani, solo molti di loro. O forse sono solo davvero molto tolleranti. In ogni caso, questo è stato un programma straordinario, affascinante e preoccupante allo stesso tempo.

[Articolo originale "The Berlusconi show - TV review" di Sam Wollaston] (http://www.guardian.co.uk/tv-and-radio/2010/mar/18/the-berlusconi-show-the-man-who-ate-everything)

atinvidia284
07-04-2010, 01:19
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif The Berlusconi Show, BBC 2
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9289 Gran Bretagna
[The Art Desk]

Immaginate che Rory Bremner fosse stato bandito dalla televisione britannica durante gli ultimi 20 anni, e che Gordon Brown avesse fatto pressioni sulla BBC affinché eliminasse il Question Time per averlo criticato. Nell’Italia di Silvio Berlusconi queste cose succedono. Il più grande comico satirico del Paese, Beppe Grillo, è stato a tutti gli effetti allontanato dall’etere sin da quando Berlusconi è diventato Presidente del Consiglio nel 1994, e proprio questa settimana sono emerse alcune affermazioni che accusano Berlusconi di aver tentato di bloccare la messa in onda di un talk show trasmesso dalla TV di Stato, Annozero, che aveva discusso i presunti legami con la mafia di alcuni esponenti del suo governo. L’uomo che dà dell’abbronzato a Obama, che fa festa con delle puttane, che nomina come ministro delle pari opportunità un’ex modella topless potrebbe sembrare da lontano un eccentrico pagliaccio, risultà invece decisamente sinistro da vicino.

Ironicamente, il reporter Mark Franchetti, di ritorno nella sua terra natia dopo 25 anni di residenza nel Regno Unito, con l’incarico di realizzare un servizio per This World della BBC 2, è incappato immediatamente in un corteo contro Berlusconi di ben duecentomila persone a Roma, città in cui si è recato per indagare la continua infatuazione degli italiani per il vecchio farabutto. E’ stato un anno particolarmente duro per il Premier più a lungo in carica dal dopoguerra – 12 mesi di ripetuti scandali sessuali e continue accuse di evasione fiscale e di collusione con la mafia, coronate con l’aggressione subita a dicembre a Milano, unico colpo ricevuto da un sopravvissuto della politica che, dopo tutto (e malgrado il corteo ostile) ha un livello d’approvazione nei sondaggi molto più alto di qualsiasi altro leader occidentale.

Ma perché la gente continua a votarlo? Sembra che gli italiani siano in grado di perdonargli il suo debole per ragazze che potrebbero essere le sue nipotine (”a tutti in Italia piacciono le belle donne”, ha dichiarato uno dei suoi alleati, rispettando coraggiosamente lo stereotipo nazionale), mentre gli italiani sono assai contenti di chiudere un occhio di fronte all’evasione fiscale e ad altre irregolarità finanziarie. Come contropartita ricevono da lui stabilità e fascino. Oh, e leggi sull’immigrazione draconiane che accontentano l’altro partito della coalizione, la Lega Nord, uno dei partiti più a destra in Europa.

Figlio di un impiegato di banca milanese e già cantante sulle navi da crociera, possiede apparentemente il dono di parlare direttamente alla gente nella lingua che loro capiscono – in altre parole, è un demagogo di talento. Berlusconi è arrivato al potere dopo tre mesi dal suo ingresso in politica, il suo partito, Forza Italia, un coro da stadio preso in prestito dalle curve, ha preso prepotentemente il potere con le solite promesse di cambiamento e ricchezza. Ma quali sono state le motivazioni dietro alla scelta della politica per Berlusconi? Dopo tutto, aveva già un monopolio virtuale sulle televisioni commerciali del Paese, era proprietario del Milan ed era considerato l’uomo più ricco in Italia. Le sue motivazioni patriottiche sembra siano state quelle di evitare la bancarotta e sfuggire agli arresti, come pare abbia una volta ammesso di fronte alla stampa. Come ha dichiarato uno dei suoi avversari, indagando sulle accuse di falso in bilancio, evasione fiscale e accordi poco chiari con la mafia, “piuttosto che diventare un latitante, è diventato un politico”. Di solito facciamo le cose all’incontrario in questo Paese.

Una delle prime cose fatte da Berlusconi dopo essersi insediato nel suo ufficio è stata mettere alla prova e limitare il potere dei magistrati che gli avevano reso la vita così difficile – la prima di almeno 18 leggi concepite come leggi ad personam. Eppure, secondo lui, Berlusconi è stato interrogato 587 volte dalla polizia, e fatto comparire dinanzi ai tribunali 2.500 volte sin da quando è diventato Presidente del Consiglio, una persecuzione che fa apparire in qualche modo insignificante l’attuale scandalo dei rimborsi ai parlamentari e le successive udienze giudiziarie. L’accusa più seria mossagli è l’associazione di lunga data con la mafia siciliana, la Cosa Nostra, un’alleanza che è iniziata addirittura durante il periodo dell’anonima sequestri negli anni ‘70, quando aveva cercato protezione per la sua famiglia tra le fila della mafia. Come ha notato Franchetti – una volta che si è in debito con la mafia, si è sempre in debito con la mafia.

In confronto a questa accusa (tristemente comune nella politica italiana), le ragazze squillo e le fidanzatine adolescenti appaiono come un’attrazione irrilevante, anche se uno potrebbe dire che si riflettono sulla sua personalità. Molto si è detto sulla resistenza del 73enne, ma francamente le “feste pazze” sembrano un po’ una balla, con una “escort” che si ricorda come Berlusconi faceva vedere dei filmati del suo incontro con George Bush e (oh, com’è divertente!) durante il vertice del G8. Come ricompensa, Berlusconi ha tentato di candidarla alle elezioni europee, assieme ad una finalista di Miss Italia, a tre modelle e a una partecipante del Grande Fratello – programma portato in Italia da Berlusconi. Questa volta, in un modo o nell’altro (poiché, lasciando da parte i legami con la mafia, egli non sembra vergognarsene), è stato convinto che stava andando troppo oltre.

Il problema sembra essere la totale mancanza di un’alternativa credibile, o perfino di una visibile (ricordate che Berlusconi è il padrone dell’etere). Quando riusciranno a trovarne una, afferma il comico satirico da lungo bandito Beppe Grillo, che riceve la BBC a casa sua con tutta la gioia repressa di un intrattenitore a cui viene da lungo tempo negato un pubblico, gli italiani si sveglieranno e si chiederanno come mai hanno dato la possibilità a quest’uomo e ai suoi complici di governarli. Uno spera abbia ragione lui – e non l’esperto del mestiere che abbiamo visto mentre si tagliava i capelli e si lasciava andare ai ricordi su Mussolini. Può darsi che Berlusconi non sia così negativo come Il Duce, ma ci sono delle reminiscenze del vecchio autocrate nel suo stile e nella sua ascesa ai vertici – per quanto egli abbia usato il potere del controllo mediatico piuttosto che la forza delle camicie nere per raggiungere il suo obiettivo.

The Berlusconi Show è un pezzo di ottimo giornalismo, impeccabile, vecchio stile, anche se mi sarebbe piaciuto sapere di più sugli inizi della carriera di Berlusconi – c’è stato un salto dal suo primo acquisto immobiliare agli inizi della sua carriera come costruttore nei primi anni ‘60 alla creazione delle sue prime emittenti televisive, caratterizzate da una miscela di telefilm americani e casalinghe in topless nel corso degli anni ‘80. E mi sarebbe piaciuto sentire di più da un più ampio numero di donne italiane rispetto a quelle sentite qui, per capire come la pensano su quest’uomo “che ama le donne”. Ma forse sul ruolo delle donne nella società italiana si dovrebbe girare un documentario completamente diverso. Malgrado alcuni momenti innegabilmente comici, questo documentario è stato sufficiente a illuminare noi osservatori lontani sul fatto che chiunque sia Berlusconi, non è solo una barzelletta.

[Articolo originale "The Berlusconi Show, BBC Two" di Gerard Gilbert] (http://www.theartsdesk.com/index.php?option=com_k2&view=item&id=1187:berlusconi-show-bbc2-tv-review&Itemid=31)

tdi150cv
07-04-2010, 02:24
we atinvidia ma non ti hanno avvisato che le elezioni sono terminate ? :D
se controlli bene avete ancora i segni delle mazzate sulle gengive ! :D :sofico:

:cool:

StefAno Giammarco
07-04-2010, 14:27
we atinvidia ma non ti hanno avvisato che le elezioni sono terminate ? :D
se controlli bene avete ancora i segni delle mazzate sulle gengive ! :D :sofico:

:cool:

Il tifo vallo a fare allo stadio, risparmiaci l'insipienza di certi interventi (e ti va bene che per ora non lo prendo per un flame).

atinvidia284
15-04-2010, 23:49
Il tifo vallo a fare allo stadio, risparmiaci l'insipienza di certi interventi (e ti va bene che per ora non lo prendo per un flame).
Quoto,d'altronde quando si ha mancanza di argomenti,e non solo quelli,si fa tale fine.

atinvidia284
15-04-2010, 23:51
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif La democrazia ha il tempo contato
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9272 Germania
[NTV]

Quando Berlusconi è sotto pressione si cerca un capo espiatorio. Con questa strategia continua ad avere successo. G8 e UE dovrebbero interrompere il loro silenzio. Il caso Berlusconi dimostra cosa succede a un paese senza un centro.

No, il risultato positivo della destra italiana alle regionali non è una sorpresa. I risultati riflettono una realtà creata da 15 anni quasi ininterrotti di dominio di Silvio Berlusconi. Corruzione, collusioni con la mafia, manipolazione dei media e delle leggi, scandali sessuali e una cattiva amministrazione non hanno danneggiato la coalizione del cavaliere.

Al contrario: grazie al controllo quasi assoluto dei media è riuscito a persuadere la maggioranza della popolazione che la colpa dei problemi del Paese sia di altri. I colpevoli sono gli immigranti contro i quali è stata spiegata una campagna senza precedenti in tutta l’Europa occidentale. Un esempio: il settore a basso reddito, incentivato da Berlusconi, ha portato nel settore tessile veneto all’assunzione in massa di lavoratori stranieri invece che italiani. Ma nel nord l’agitazione xenofoba non ha portato ad un rafforzamento della coalizione elettorale di Berlusconi “Popolo della Libertà (PdL)”. Per la prima volta la Lega Nord, partito separatista e razzista, ha superato il PdL in Veneto.

Dalla fine della guerra fino ai primi anni ‘90 l‘Italia è rimasta fondamentalmente divisa in due blocchi più o meno omogenei, la sinistra da un lato, i democristiani dall’altro. Tuttavia, entrambi erano accomunati dal consenso anti-fascista dal 1946. Questo consenso è venuto meno con il crollo dei due blocchi e con la nascita di un’alleanza di destra grazie all’unione di neo- e postfascisti.

L’aspetto negativo di questa “berlusconizzazione” della società italiana è l’incapacità dell’opposizione di offrire un’alternativa credibile. Il breve interludio della coalizione di centrosinistra con Romano Prodi dal 2006 al 2008 sfociò in un caos senza precedenti. Il più forte partito comunista in Europa occidentale era diventato prima un partito socialdemocratico senza entusiasmo e poi, da un punto di vista ideologico, un partito democratico ideologicamente poco definibile. Persino alcuni irremovibili ex-socialisti hanno aderito allo schieramento di Berlusconi. I comunisti sono infetti dal “fungo della disgregazione” e non sono più rappresentati in Parlamento. Desta preoccupazione, come in Francia, la scarsa affluenza alle urne.

Il risultato delle elezioni rafforza la destra italiana. La rafforzata Lega Nord spingerà ad per incrementare il divario sociale ed economico tra un nord ricco e un mezzogiorno povero. La persecuzione degli stranieri aumenterà. Prima o poi, il G8 e l’UE dovranno rompere il loro silenzio sugli sviluppi in Italia. Sarebbe meglio prima che poi, perchè la democrazia sull’Appennino ha sempre più il tempo contato.

[Articolo originale "Demokratie zieht den Kürzeren" di Manfred Bleskin] (http://www.n-tv.de/politik/politik_kommentare/Demokratie-zieht-den-Kuerzeren-article801420.html)

Silma
16-04-2010, 09:02
Sono tutte cose che si sapevano, ma giuro che a leggerle tutte assieme, soprattutto i primi e gli ultimi articoli, con visione esterna e meno soggettiva delle cose, fanno paura. Paura. :eek:

E quello che fa tristezza è che conosco gente che a sapere queste cose direbbe "eh ma si faccino i fatti loro che stanno peggio!!!11!"

Crazy rider89
16-04-2010, 09:18
già...:rolleyes:

direi che quell'articolo è una sintesi perfetta.

atinvidia284
17-04-2010, 01:05
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif Silvio Berlusconi “cerca la protezione della mafia”
Marzo 2010 http://italiadallestero.info/archives/9268 Gran Bretagna
[The Times]

Silvio Berlusconi, il miliardario Presidente del Consiglio italiano, si incontrò una volta con un capomafia per chiedergli protezione, secondo le testimonianze raccolte negli anni dagli investigatori.
Secondo alcuni pentiti, l’incontro avvenne a Milano nel 1974, quando Berlusconi era già un ricco imprenditore a capo della sua azienda edile. Sempre secondo gli informatori, Berlusconi incontrò Stefano Bontade, all’epoca tra i boss mafiosi più influenti, poiché temeva per l’incolumità della sua famiglia, in un periodo in cui l’Italia era subissata da rapimenti di alto-profilo.

Tra gli scagnozzi di Bontade, Francesco Di Carlo, ora in prigione, ha riferito agli inquirenti di essere stato presente all’incontro. L’uomo sostiene che Berlusconi chiese aiuto per assicurarsi che né lui né i suoi figli venissero rapiti dalla Mafia.
Secondo la testimonianza del tirapiedi, Bontade diede la sua parola che avrebbe personalmente garantito l’incolumità di Berlusconi. In cambio, Berlusconi assicurò al boss di essere “a sua disposizione, per qualsiasi cosa”.

Il pool antimafia sostiene che l’incontro venne organizzato da Marcello Dell’Utri, amico intimo e socio d’affari di Berlusconi. Dell’Utri giocò poi un ruolo decisivo nel finanziare il primo partito politico del magnate, Forza Italia, che vinse le elezioni del 1994 portando Berlusconi al potere.
Dell’Utri, ora senatore, è stato condannato nel 2004 a nove anni di prigione per associazione mafiosa. L’uomo nega le accuse, è ricorso in appello ed è tuttora a piede libero, protetto dal sistema giuridico italiano. Sia lui sia Berlusconi negano di aver incontrato Bontade. Ma i magistrati credono alla versione di Di Carlo, che è stata anche confermata da un altro boss, ora pentito.

“A nostro avviso Dell’Utri era in stretti rapporti con la mafia. Fungeva da ambasciatore mafioso, rappresentandone gli interessi tra i ricchi imprenditori italiani” ha dichiarato Domenico Gozzo, membro chiave del team investigativo nel processo a Dell’Utri.
“Invece di rivolgersi alla polizia, Berlusconi si rivolse a Dell’Utri quando si allarmò per la sua sicurezza. Chiese all’amico di trovare una soluzione e così fece Dell’Utri durante un incontro con un capomafia, Stefano Bontade, a cui partecipò anche Berlusconi. Bontade promise che avrebbe inviato una persona a proteggere Berlusconi e la sua famiglia. Perché? Perché Berlusconi divenne un interesse di Cosa Nostra, come imprenditore prima e come politico, poi”.

Poco tempo dopo il presunto incontro con Bontade, che nel 1981 venne assassinato per mano della stessa mafia, Berlusconi assunse Vittorio Mangano, un mafioso.
Ufficialmente, Mangano aveva il compito di gestire la lussuosa tenuta del magnate ad Arcore, fuori Milano. Visse per due anni nella villa da 145 stanze, portando i figli di Berlusconi a scuola.

Gli investigatori sospettano che Mangano fosse l’uomo inviato da Bontade per proteggere il magnate e la sua famiglia, così da segnalare agli altri clan mafiosi che Berlusconi era sotto la protezione della mafia. Berlusconi e Dell’Utri hanno dichiarato di non sapere che Mangano fosse un criminale. Tuttavia, l’uomo fu arrestato per due volte mentre lavorava per Berlusconi. “Mangano era già un criminale quando Berlusconi lo assunse” sostiene Gozzo.
Nel 2000, Mangano, che era sotto inchiesta con l’accusa di traffico di droga, venne accusato di duplice omicidio. Morì prima che venisse letta la sentenza di appello.

Berlusconi e Dell’Utri l’hanno sempre definito un eroe perché rifiutò di muovere nei loro confronti false accuse.
“Mangano si comportò molto bene con noi” dichiarò Berlusconi nel 2008. “Successivamente ebbe alcuni problemi con la legge, ma non mi risulta sia stato mai condannato definitivamente”, aggiunse, riferendosi al fatto che non si è arrivati mai alla sentenza di appello.
Il Presidente del Consiglio non è mai stato accusato di associazione mafiosa. Gozzo e gli altri magistrati hanno tentato di interrogarlo su Dell’Utri, i suoi presunti legami con la mafia e alcuni fondi investiti nei suoi affari, ma Berlusconi non si è mai espresso, appellandosi al diritto concessogli dalla legge italiana.
Anche il partito di Forza Italia ha ricevuto accuse di associazione mafiosa da parte di alcuni pentiti.

La dichiarazione è stata rilasciata lo scorso dicembre da Gaspare Spatuzza, un mafioso, ora in carcere, che in passato ha assassinato 40 persone, sciogliendolo nell’acido un nemico. L’uomo ha riferito agli investigatori che Berlusconi e Dell’Utri ebbero contatti con i fratelli Graviano, due boss mafiosi.
Berlusconi, 73enne, ha rabbiosamente smentito ogni accusa di associazione mafiosa, ribadendo di essere vittima di una cospirazione ordita da magistrati di centro-sinistra. Ha dichiarato recentemente che nessun capo del governo italiano ha mai lottato contro la mafia quanto lui.
“Nel momento esatto in cui introdusse Mangano, Dell’Utri mise Berlusconi nelle mani della mafia” ha commentato Marco Travaglio, uno dei principali giornalisti investigativi italiani.
“Cosa Nostra non è un taxi su cui si sale, si paga la corsa e si scende, salutando. Una volta che ci sei dentro non ne esci più e Berlusconi ha il terrore di essere incastrato dal suo passato”.

[Articolo originale "Silvio Berlusconi in ‘protection deal with mafia’" di Mark Franchetti] (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article7060965.ece)

atinvidia284
18-04-2010, 12:22
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/switzerland.standard.gif Berlusconi ammiratore di Gheddafi
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9343 Svizzera
[Neue Zürcher Zeitung]

Il primo ministro italiano bacia la mano del sovrano libico

Ancora una volta il Primo Ministro italiano Berlusconi non ha nascosto la sua ammirazione per il leader libico Gheddafi. Durante la riunione della Lega Araba, a cui Berlusconi ha presenziato, ha baciato la mano al sovrano. Il Primo Ministro italiano Berlusconi è famoso per due cose: fa ciò che vuole ed è un fan della Libia. Per questa ragione la speranza che proprio lui avrebbe potuto mediare nella controversia tra la Svizzera e la Libia e aiutare a portare a casa lo svizzero imprigionato a Tripoli, Max Goeldi, era probabilmente fuori luogo.

Davanti a tutti i partecipanti

Tuttavia, la sorpresa è stata grande quando Berlusconi ha baciato la mano al sovrano di fatto della Libia, Muammar Gheddafi, a Sirte sulla costa libica del Mediterraneo. E non l’ha fatto discretamente a margine del vertice della Lega Araba in Libia, ma davanti a tutti i partecipanti. Un giornalista ha filmato la scena insolita e significativa e l’ha messa sul sito web “You Tube”, dove ora è possibile vederla. Il breve filmato ha fatto il giro del mondo e lo ha sbalordito. Non è la prima volta che l’Italia lascia esterrefatto l’Occidente.

Molte volte sconcertato

Circa 19 mesi fa l’Italia ha promesso alla Libia un risarcimento danni di 5 miliardi di dollari per la passata occupazione coloniale. E quando di recente Tripoli ha smesso di concedere visti ai cittadini UE il ministro degli esteri italiano si è dimostrato incollerito e aggressivo. Ora Berlusconi è stato ad un vertice che sarebbe dovuto essere puramente arabo. Forse voleva dimostrare che l’Italia è il miglior partner commerciale della Libia? Può essere, ma resta che il suo baciamano a Gheddafi ha suscitato orrore e disgusto in molti italiani. L’osservatore neutrale si chiede soprattutto, da dove ha copiato questo gesto Berlusconi?

Inusuale nel mondo araboDiversamente dall’Europa, dove il bacio sulla mano è riservato alle donne, nel mondo arabo non si bacia la mano alle donne. In generale il bacio sulla mano è rarissimo nel mondo arabo. Con alcune eccezioni: nelle zone presso i contadini e beduini i figli e le figlie baciano la mano del padre. Possono farlo, ma non devono. Altrimenti le mani vengono baciate solo da cristiani arabi (uomini e donne) a sacerdoti o ad alti dignitari ecclesiastici. Si pone dunque il dilemma di chi si sentiva Berlusconi e chi Gheddafi in quel momento.

Tra deferenza e umiliazione

Un’ultima cosa: chi riceve il baciamano dovrebbe fingere di allontanare la mano. Perché il gesto deve rappresentare rispetto e non sottomissione. Nella concezione araba il baciamano è un gesto delicato e vicino all’umiliazione. Gheddafi non ha ritirato la mano, ma ha lasciato che Berlusconi la afferrasse con ambedue le mani e ci premesse sopra la sua bocca in tutta tranquillità.

[Articolo originale "Berlusconi als Verehrer Ghadhafis" di Kristina Bergmann] (http://www.nzz.ch/nachrichten/international/gaddafi_berlusconi_hand_gekuesst_sirte_arabische_liga_film_1.5365817.html?)

kk72
18-04-2010, 15:18
Spero che all'estero si rendano conto che buona parte degli italiani non approva B. e i suoi modi di fare.:mad:

.marco.
18-04-2010, 15:21
Spero che all'estero si rendano conto che buona parte degli italiani non approva B. e i suoi modi di fare.:mad:

già, visto che la maggioranza degli italiani non lo vota credo sia chiaro che non lo approvino.

Silma
19-04-2010, 09:06
già, visto che la maggioranza degli italiani non lo vota credo sia chiaro che non lo approvino.

La maggioranza degli italiani non lo vota. Alle ultime politiche era al 37% e da lì è andato calando. Non è la maggioranza degli italiani, no di gran lunga.

atinvidia284
23-04-2010, 01:02
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif Il regno corrotto dell’imperatore Silvio
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9368 USA
[The New York Review of Books]

Nel corso dell’ultimo anno, la vita politica italiana ha finito per assomigliare ad uno strano incrocio tra una telenovela messicana e una descrizione svetoniana degli eccessi imperiali dei Cesari. Inizialmente ci sono state le rivelazioni sul particolare rapporto tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Noemi Letizia, una ragazza adolescente di Napoli che lo chiamava “Papi”, suscitando speculazioni sul fatto che fosse una figlia illegittima oppure un’amante minorenne. “Vorrei che fosse sua figlia!” Ha commentato Veronica Lario, moglie di Berlusconi; quest’ultima ha chiesto pubblicamente il divorzio, dichiarando di non poter più restare con un uomo che “frequentava minorenni” e “non stava bene”.

Sono seguite le fotografie dei festini con ragazze in topless e politici senza mutande presso la villa del piacere di Berlusconi in Sardegna, che richiamavano immagini di Tiberio a Capri. Infine, c’è stato il caso delle escort che partecipavano alle feste di Berlusconi al palazzo presidenziale di Roma; molte di loro erano pagate da un uomo d’affari del sud Italia interessato ad ottenere appalti dal governo per la sua azienda di forniture ospedaliere.

Il comportamento bizzarro di Berlusconi ha continuato a riversarsi sui rapporti internazionali, causando una serie di episodi imbarazzanti. Apparentemente geloso del potere della fama di Barack Obama, ha definito il neoeletto presidente americano “alto, bello e abbronzato” e in seguito, spiegando perché non sarebbe stato presente all’insediamento di Obama, ha dichiarato di essere una stella, “non una comparsa”. Dopo aver incontrato Michelle Obama, ha notato che anche lei era abbronzata.

Allo stesso tempo, come un altro spettacolo di questo circo, c’erano i continui problemi legali di Berlusconi, una saga in atto da sedici anni che ha lasciato una lunga scia di prove di corruzione, mazzette e rapporti con la criminalità organizzata. Lo scorso ottobre, la più alta corte italiana ha respinto una legge, proposta dallo stesso Berlusconi, che gli avrebbe garantito l’immunità giudiziaria durante la sua carica. Ciò ha significato che si è ritrovato ancora una volta imputato in un processo in cui il suo ex avvocato inglese, David Mills, era già stato condannato per aver preso una bustarella di 600.000 dollari dall’azienda di Berlusconi per evitare che fosse fatto il nome di quest’ultimo in un’altra serie di indagini di corruzione.

I critici di Berlusconi hanno chiesto le sue dimissioni e, grazie ad Internet, hanno organizzato una protesta di massa a Roma il 5 dicembre chiamata “No Berlusconi Day” che, nonostante l’evidente assenza dei maggiori partiti d’opposizione, ha richiamato circa 350.000 italiani. Berlusconi ha proclamato, esagerando come al solito, che l’Italia era sull’orlo di una guerra civile. E proprio quando tutti pensavano che la situazione non potesse peggiorare, il 13 dicembre un uomo con dei precedenti di instabilità mentale l’ha colpito in viso con una riproduzione in pietra del duomo di Milano durante un comizio politico in città, spaccandogli il naso e due denti.

Nel giro di poche ore, i suoi alleati politici – Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, leader della coalizione di Berlusconi al Senato e in Parlamento – hanno organizzato una feroce offensiva, insistendo sul fatto che mentre l’assalitore del Presidente del Consiglio potesse essere uno psicolabile che agiva da solo, i responsabili “morali” dell’attacco erano i quotidiani, le riviste e i giornalisti che avevano creato un “clima di odio” intorno a Berlusconi. Il “partito dell’odio” avrebbe incluso quei giornalisti che hanno pubblicato notizie maliziose sulla sua vita privata, che hanno criticato i suoi molteplici conflitti d’interesse, che hanno scritto del caso Mills, e hanno segnalato i legami sospetti di Berlusconi con la criminalità organizzata. Tra i colpevoli vi erano anche i 350.000 manifestanti che avevano partecipato al “No Berlusconi Day” e i social network presenti su Internet, che i sostenitori di Berlusconi in Parlamento avevano cercato di regolamentare, senza successo.

Approfittando di un aumento nei consensi, Berlusconi è tornato a lavorare su una nuova legge che avrebbe eliminerebbe immediatamente i due processi in atto contro di lui – il caso Mills e un altro in cui la sua emittente televisiva, Mediaset, viene accusata di avere usato conti offshore per gonfiare i prezzi pagati per i diritti d’autore dei film, truffando così l’erario italiano per milioni di dollari che altrimenti avrebbe dovuto. Per evitare il sospetto che la legge concedesse uno status speciale a Berlusconi, è stata scritta in modo da assolvere molti altri criminali dal colletto bianco e potrebbe cancellare dagli 80.000 ai 100.000 processi. Secondo alcuni conteggi, Berlusconi ha approvato 18 leggi che sembrano essere state scritte ad personam, ma questa volta, né Berlusconi né i suoi alleati fanno alcuna pretesa che ci sia un ampio principio pubblico coinvolto. E’ il governo per e di una persona.

Un politico nella maggior parte degli altri Paesi democratici sarebbe stato annientato da uno qualsiasi di questi scandali, figuriamoci tutti quelli che si sono verificati in sequenza incessante nel giro di pochi mesi, eppure il potere di Berlusconi non è mai stato messo seriamente in discussione. Che cosa possiamo dedurre da questa strana situazione?

Il costante successo di Berlusconi – almeno, se misurato dai numeri delle elezioni – ha bisogno di spiegazioni. Si tratta semplicemente di una bizzarra anomalia italiana in cui uomini macho sessisti, uomini d’affari di successo e truffatori vengono ammirati invece che diffamati? Gli scandali di Berlusconi sono soltanto inezie e pettegolezzi da rotocalchi, una specie di opera buffa in cui i suoi sostenitori continuano a preferire lui ad un centro-sinistra debole, diviso ed incapace? E’ possibile che la telenovela di Berlusconi contribuisca in realtà al suo fascino, una fusione di politica ed intrattenimento prefigurata da quei programmi televisivi ridicoli, osceni e molto diffusi che sono stati la sua fortuna? E se gli indici d’ascolto e l’audience avessero sostituito i risultati concreti nel misurare il successo politico?

Berlusconi ha trasformato la vita politica di una nazione importante in una sorta di reality show di cui è la star, il produttore e il proprietario della rete: è il “survivor” supremo, che mentirà e ingannerà per eliminare gli altri dall’isola, ed è allo stesso tempo “il tronista” che distribuisce rose a un gruppo di donne giovani e belle. Considerate che i sondaggi di Berlusconi sono costantemente più favorevoli di quelli di Barack Obama. Come ha segnalato recentemente The Daily Beast, gli indici d’ascolto e i sondaggi di Obama sono scesi costantemente dopo che la sua legge sul servizio sanitario è stata indebolita e la disoccupazione è rimasta alta: “Il fatto è che aveva 49,5 milioni di ascoltatori durante il suo primo discorso sull’economia. Quando ha parlato del Medicare, ne aveva 24 milioni. Ha perso il proprio pubblico (…) E’ crollato nei sondaggi”. Berlusconi, che ha affrontato scandali pubblici simili a quelli di Tiger Woods e John Edwards, ha mantenuto il suo pubblico.

Berlusconi ha compreso che la politica moderna è una perenne campagna elettorale. Ai vecchi tempi, un presidente americano effettuava la campagna per sei mesi e governava per tre anni e mezzo. Obama ha seguito questo modello antiquato in maniera un po’ arretrata, lavorando ampiamente dietro le quinte per promuovere la riforma sanitaria ed altre legislazioni, mentre i repubblicani hanno tenuto il palcoscenico, affermando che il piano democratico imponesse “death panels” e la medicina sociale. Berlusconi non avrebbe mai lasciato che questo accadesse.

Diversi nuovi libri – insieme al film documentario Videocracy – sono usciti in Italia e descrivono gli scandali di Berlusconi dell’anno scorso (sia sessuali sia legali); inoltre, offrono qualche interpretazione sulla permanenza di Berlusconi al potere. Ciò che emerge è il fatto che gli scandali a sfondo sessuale sono, in un certo senso, una successione naturale dell’estrema “personalizzazione” del potere da lui incarnata. Berlusconi è salito al potere subito dopo la caduta del muro di Berlino ed il collasso delle ideologie che hanno dominato la politica italiana per buona parte del XX secolo. In Italia, i partiti politici rappresentavano le classi e i maggiori gruppi sociali. Se uno era un operaio, votava PCI; chi faceva il contadino oppure il piccolo commerciante, probabilmente votava DC. I leader politici – e le loro qualità personali – non erano particolarmente importanti.

Durante la guerra fredda, la DC insieme ad altri quattro partiti satellite hanno governato indisturbati per 45 anni allo scopo di tenere i comunisti lontani dal potere. Quando la guerra fredda è finita, la corruzione e l’inefficienza di un governo monopartitico è diventata improvvisamente intollerabile e la coalizione di governo guidata dalla DC è scomparsa da un giorno all’altro, lasciando la maggior parte dell’elettorato senza rappresentanza. Berlusconi ha riempito questo vuoto con straordinaria abilità, comprendendo che il suo impero mediatico – incluse le tre maggiori emittenti televisive private – era la più forte istituzione rimasta in piedi, e che la sua popolarità personale e il riconoscimento del suo nome si sarebbero potuti trasformare in una risorsa politica in un’era in cui la celebrità conta più dell’ideologia. Al posto della formazione sociale ed economica, le preferenze televisive – quali canali vengono guardati e per quanto tempo – sono ora l’indicatore migliore sulle preferenze politiche di un elettore.

Berlusconi ha personalizzato la politica in modo nuovo per l’Italia. Perfino nelle contese locali in cui non è candidato, il suo volto compare sulla maggior parte dei manifesti elettorali. Ha rotto i confini tradizionali tra privato e pubblico portando in Parlamento persone del proprio entourage personale – vallette televisive, i suoi avvocati, il suo medico, ragionieri e dirigenti delle sue aziende, e frotte di giornalisti e personaggi televisivi: tutti devono quasi tutto a lui. Ha contribuito a cambiare la legge elettorale affinchè gli elettori non potessero scegliere tra i candidati proposti dai partiti. Non si parla nemmeno di primarie o di elezioni all’interno dei partiti. E’ il segretario di partito a decidere chi candidare e dove. In questo modo tutti sono al servizio del capo e i politici individuali non possono rivendicare diritti speciali per attirare voti da soli. Sotto Berlusconi, i politici che hanno una base importante di sostegno nella loro regione d’origine sono stati rimpiazzati da personalità con un fascino piuttosto diverso: personaggi famosi della televisione in grado di far salire il profilo del partito, amici e colleghi del segretario di partito – e, sempre più spesso, belle ragazze dalla ridotta formazione politica.

Il film Videocracy – un documentario realizzato dal regista italo-svedese Erik Gandini – mostra come l’introduzione del sesso nella televisione italiana sia stato fondamentale per l’ascesa al potere di Berlusconi sin dall’inizio. La cultura italiana del secondo dopoguerra era piuttosto castigata – dominata dalla Chiesa Cattolica e dall’austero Partito Comunista Italiano. La TV commerciale di Berlusconi, nata negli anni ‘70, ha riempito gli schermi televisivi e le menti di quasi 60 milioni di italiani con una sfilata di giovani donne vestite succintamente o seminude, le cosiddette veline, o showgirl, che comparivano, in silenzio ma sexy, a entrambi i lati del presentatore televisivo. Il film descrive in maniera piuttosto efficace come soltanto comparire in televisione – ed essere trattati persino come un oggetto muto o un giocattolo sessuale – sia diventata l’aspirazione massima per due generazioni di italiani.

Uno dei momenti più significativi nella storia di Noemi Letizia, l’adolescente napoletana il cui ambiguo rapporto con Berlusconi – come viene descitto in Papi: Uno Scandalo Politico dei giornalisti Peter Gomez, Marco Lillo e Marco Travaglio – ha scatenato lo scandalo iniziale, è giunto quando lei ha dichiarato ad un intervistatore: “Ora sogno di fare la show girl” e ancora: “Ma sono anche interessata alla politica. Sono pronta a cogliere qualsiasi opportunità a 360 gradi”. Quando le è stato chiesto se si sarebbe presentata alle elezioni regionali, ha risposto: “Preferisco candidarmi alla Camera. Papi Silvio ci penserà”. Nel mondo di Noemi Letizia – e di Berlusconi – essere una showgirl e un parlamentare sono semplicemente due modi diversi per farsi strada e diventare famosi.

Alle elezioni politiche del 2008, Berlusconi ha effettivamente portato diverse ex-showgirl in Parlamento. Due di loro sono diventate ministri del governo, una delle pari opportunità, l’altra del turismo. Entrambe erano apparse come vallette nei programmi d’intrattenimento di Berlusconi. Si dice che una serie di conversazioni intercettate durante un’indagine rivelino che Berlusconi abbia avuto dei rapporti sessuali con alcune di queste donne, ma gli inquirenti hanno distrutto molte delle conversazioni di natura “puramente personale” perché non avevano rilevanza nell’inchiesta. Le intercettazioni rese pubbliche mostrano come Berlusconi usi il sistema televisivo pubblico come una specie di “casting couch”, ottenendo audizioni per le mie fanciulle per “sollevare il morale del capo”. In un’altra occasione, si è dato parecchio da fare per trovare un ruolo da attrice alla ragazza di un senatore del centrosinistra, sperando di riuscire a convincerlo a cambiare partito per rovesciare il governo di Romano Prodi, che era al potere all’epoca.

L’incidente che ha fatto infuriare inizialmente la moglie di Berlusconi, Veronica Lario, è avvenuto nel 2009, quando ha scelto con cura due dozzine di showgirl, molte di loro giovani donne poco più che ventenni, per essere preparate per diventare candidate al Parlamento Europeo. Poche tra di loro avevano esperienze politiche alle spalle. Una di loro aveva fatto la meteorina su una delle reti televisive di Berlusconi. Molte di loro avevano partecipato alle sue feste private. Ha allestito una scuola con lo scopo di dare loro una prima infarinatura sulla politica europea cosicché non sarebbero state in imbarazzo durante la campagna elettorale. La Lario ha denunciato queste donne come ciarpame senza pudore (…) figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e il denaro.

Quasi immediatamente, il quotidiano di destra Libero ha pubblicato una foto della Lario in topless presa dal suo passato di attrice, ricordando al pubblico che anche lei era stata una velina a suo tempo. Libero ha anche pubblicato un’informativa anonima e quasi sicuramente falsa in cui si affermava che la Lario avesse una relazione con la guardia del corpo, sostenendo che fosse questo – e non il comportamento del marito – ad aver provocato la spaccatura all’interno della famiglia del Premier. Questo tipo di giornalismo spazzatura a quanto pare non è spiaciuto a Berlusconi. Ha ingaggiato l’editore di Libero, Vittorio Feltri, come editore del quotidiano di proprietà di Berlusconi Il Giornale, in modo che possa condurre nuove campagne di assassinio mediatico contro altri nemici del capo.

La scena descritta dalla accompagnatrice a pagamento Patrizia D’Addario nel suo libro – una ventina di giovani donne vestite pressoché allo stesso modo, tutte in competizione per l’attenzione di Berlusconi, accarezzandolo e coccolandolo mentre lui le accarezza – è per molti versi la realizzazione della stessa fantasia maschile che Berlusconi diffonde da più di trent’anni dalle sue emittenti televisive. “Vuole essere adorato da tutte le donne che sono qui, gli piace essere toccato, accarezzato, da più mani contemporaneamente,” ha scritto nel suo libro “Gradisca, Presidente”.

Io guardo incuriosita e il mio primo pensiero è che mi trovo in un harem. Lui è il sul divano e noi tutte, siamo venti ragazze, le donne a sua disposizione. Le più giovano facevano a gara a chi gli stava più vicina. Facendo l’escort pensavo di avere visto un bel po’ di cose, ma questa mi mancava, venti donne per un unico uomo. Le orge normalmente prevedono più o meno lo stesso numero di donne e di uomini, altrimenti è difficile distribuire piacere. Qui gli altri uomini non hanno voce in capitolo. C’era un unico maschio con diritto di copula, il Premier.

Per molti versi, forse il momento più significativo nel libro della D’Addario è la chiacchierata avvenuta a colazione la mattina dopo aver trascorso la notte nella residenza del Premier, registrata su un registratore digitale. Berlusconi si vanta di tutti gli incontri internazionali da lui presieduti, un vertice del G8, un vertice del G14, uno del G16: “Sono l’unico al mondo ad aver presieduto due G8 e adesso ne presiederò un terzo. Sono IN-SU-PER-ABILE“.

La D’Addario non capiva molto di quello che stava dicendo. Malgrado la sua palese indifferenza nei confronti della politica, era stata scelta come candidata per il consiglio comunale di Roma all’interno della coalizione guidata da Berlusconi, anche se ha ricevuto pochissimi voti. Decise di non fare la campagna politica – e di rendere pubblica la sua storia – dopo che Berlusconi non ha mantenuto una promessa apparentemente fattale. Non ha mantenuto, scrive la D’Addario, la promessa di aiutarla a finire un progetto edilizio per la costruzione di un piccolo albergo.

Questo scandalo non ha abbattuto Berlusconi, in parte grazie al suo notevole controllo della televisione italiana e della stampa. Il direttore di RAI1 ha annunciato che non avrebbe trasmesso nulla riguardante gli scandali a sfondo sessuale di Berlusconi poiché si trattava di pettegolezzi e non di notizie – una linea che non ha mantenuto quando gli scandali coinvolsero politici di centro-sinistra. In effetti, le emittenti televisive e i quotidiani controllati da Berlusconi sono stati in grado di procurarsi dei contro-scandali nei confronti dei suoi critici. Poco dopo essere stato nominato capo de Il Giornale di Berlusconi e di essersi incontrato personalmente con lui, che in teoria non dovrebbe avere alcun contatto con il quotidiano, Vittorio Feltri ha dispettosamente pubblicato una storia sulla vita sessuale dell’editore del quotidiano cattolico L’Avvenire, Dino Boffo, che aveva osato criticare la condotta privata di Berlusconi.

Feltri ha pubblicato ciò che definisce un dossier in cui rivela che Boffo era stato accusato di molestie nei confronti di una donna che aveva un rapporto con un uomo di cui Boffo s’era innamorato. Boffo è stato costretto a dare le dimissioni anche se la domanda è rimasta: come ha fatto il quotidiano di Berlusconi a ottenere informazioni su quella che avrebbe dovuto essere un’inchiesta riservata della polizia? In modo analogo, Berlusconi ha ricevuto un altro regalo quando la polizia ha fatto e ha diffuso un video di un politico di centro-sinistra, Piero Marrazzo, mentre frequentava una prostituta transessuale brasiliana e sniffava cocaina. Per quanto si trattasse di una storia vera, era anche chiaro che la polizia, agendo dopo aver ricevuto una soffiata, ha teso una trappola a Marrazzo con la speranza di ricattarlo. Hanno anche fatto girare il video presso alcune riviste scandalistiche di Milano, prima tra tutte Chi di proprietà di Berlusconi; l’editore della rivista ne ha informato i proprietari del giornale e di conseguenza Berlusconi è venuto a conoscenza del video.

Lo scandalo è scoppiato, opportunamente, quando poteva creare tra il pubblico la maggior distrazione possibile dai guai di Berlusconi. Le frequentazioni di prostitute da parte di Berlusconi apparivano come un buon vecchio divertimento, paragonate ai rapporti con transessuali del politico dell’opposizione. Ci sono voci secondo cui le stesse riviste scandalistiche avrebbero del materiale compromettente su molti politici, che viene utilizzato per tenerli buoni. Esercitando il controllo sulla polizia, sui servizi segreti, sulla stampa scandalistica e sui principali sei canali TV, Berlusconi è in grado di fare e disfare scandali a piacimento.

Mentre la maggior parte dell’attenzione pubblica si concentrava, naturalmente, sugli stuzzicanti dettagli della vita sessuale di Berlusconi, per certi versi gli aspetti più gravi dello scandalo non ricevevano quasi attenzione. Giampaolo Tarantini, l’uomo che aveva pagato la D’Addario e molte altre donne perché partecipassero alle feste di Berlusconi, era a capo di una azienda di forniture ospedaliere in Puglia che cercava chiaramente di ingraziarsi il Presidente del Consiglio allo scopo di assicurarsi appalti governativi. Tarantini ha affittato una villa enorme pagando circa 70.000 euro al mese proprio accanto al palazzo del piacere di Berlusconi in Sardegna e ha organizzato una serie di feste piene di belle ragazze che fungevano da trappola per le mosche attirando Berlusconi ed altri pezzi grossi di cui aveva bisogno.

In Puglia e in Sardegna, gli inquirenti hanno ricostruito una squallida rete di clientelismo politico, prostituzione e cocaina, ma hanno fatto poco per quanto riguarda l’avvio del procedimento giudiziario. Paolo Guzzanti, un critico ex-sostenitore ed ex-impiegato di Berlusconi, scrive che l’Italia, piuttosto che essere una videocrazia, è diventata una “mignottocrazia” – in cui centinaia di migliaia di persone, uomini e donne, fanno dei servizi per i potenti, alcuni in cambio di denaro, altri in cambio di posti di lavoro, contratti e privilegi.

L’idea di una mignottocrazia ha guadagnato una notevole credibilità nelle ultime settimane con il delinearsi di un nuovo grande scandalo. Gli inquirenti di Firenze hanno arrestato e incriminato dozzine di appaltatori e ufficiali governativi che lavoravano presso il Dipartimento per la Protezione Civile del governo Berlusconi, l’equivalente italiano dell’americana Federal Emergency Management Agency. Berlusconi ha indicato questa agenzia come l’esempio più brillante della propria politica di un governo “del fare” invece di uno di sole chiacchiere. A Guido Bertolaso, capo del dipartimento, è stato attribuito il “miracolo” di aver tolto la spazzatura dalle strade di Napoli, di avere affrontato il terremoto in Abruzzo della scorsa estate e di aver gestito altri progetti nel settore dei lavori pubblici.

In effetti, se le accuse sono corrette, il dipartimento di Bertolaso è una brutta matassa di clientele, sprechi, corruzione e anche prostituzione. Si presume che uno degli appaltatori favoriti abbia organizzato una festa privata per Bertolaso con la partecipazione di prostitute. Bertolaso insiste affermando di avere ricevuto soltanto “massaggi terapeutici”, ma deve ancora spiegare perché sono stati distribuiti dei preservativi durante la festa. Si è scoperto che le spese di Giampiero Tarantini – colui che aveva pagato Patrizia D’Addario e le altre accompagnatrici a pagamento destinate a Berlusconi – non sono state inutili: sembra che lui e i suoi soci abbiano beneficiato illegalmente dell’agenzia per il lavori pubblici gestita da Bertolaso grazie alla presentazione fatta da Berlusconi.

Un anno dopo il terremoto, la città de L’Aquila, capoluogo dell’Abruzzo ed epicentro del disastro, appare come una città fantasma in cui i lavori per la ricostruzione non sono ancora iniziati. Il centro città è stato transennato come un cantiere e le videocamere della televisione sono state tenute fuori finché un gruppo di cittadini arrabbiati ha sfondato un cordone della polizia cercando di capire che fine avessero fatto le loro case. Sono rimasti esterrefatti vedendo che tutto era rimasto esattamente come l’avevano lasciato il giorno della scossa. Nel frattempo, la televisione pubblica controllata da Berlusconi mandava in onda un servizio sul “miracolo” degli sforzi per la ricostruzione dell’Abruzzo.

L’ultima serie di scandali aiutano a chiarire perché l’Italia berlusconiana sia sprofondata nella mediocrità. L’Italia è ultima in assoluto per quanto riguarda la crescita del Prodotto Interno Lordo pro capite tra tutti e 30 i Paesi appartenenti all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), un indicatore chiave della produttività e della ricchezza. In media, le nazioni OCSE hanno avuto un tasso di crescita annuale del 2,6% tra il 1994 (il primo anno che ha visto Berlusconi al potere) e il 2007, mentre l’Italia ha avuto una crescita annuale inferiore al 1,5%. Secondo Tito Boeri, se gli italiani non sono in rivolta è dovuto in parte al fatto che la recessione non ha scatenato una serie di fallimenti bancari, pignoramenti immobiliari e neppure una crisi del debito su scala nazionale come invece è avvenuto in Grecia. Tito Boeri è professore presso la Bocconi di Milano, la principale università nel campo dell’economia e gli affari, nonché editore de La Voce, un importante sito web che tratta di notizie e analisi economiche. “Ma se guardate al PIL e il reddito pro capite”, ha dichiarato:

l’Italia sta peggio degli altri paesi industrializzati, peggio della Germania, degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e molto peggio della Francia, che ha un’economia simile. Stava male prima, da quando è cominciato il suo declino storico, e sta ancora peggio da quando è cominciata la recessione.

Gli effetti della recessione sono stati più sopportabili perché i licenziamenti hanno colpito soprattutto i lavoratori giovani, molti dei quali vivono ancora coi genitori; la famiglia italiana ha ridotto l’impatto della flessione economica.

L’Italia ha fatto poco o nulla per preparasi al futuro. La Spagna ha incrementato la popolazione universitaria di 7 volte da quando è tornata la democrazia nella metà degli anni ‘70 e ora quasi il 29% della sua popolazione adulta possiede un titolo universitario, mentre l’Italia si trascina in coda con solo il 12,9%. La norma nella OCSE è del 26%. L’Italia investe meno della metà della media OCSE nella ricerca. Invece, una delle caratteristiche principali del programma economico di Berlusconi è stato il cosiddetto scudo fiscale che ha permesso a coloro che avevano nascosto dei patrimoni all’estero di riportarli in Italia pagando soltanto 5 centesimi per ogni dollaro – una pacchia per gli evasori fiscali e riciclatori di denaro sporco. Questo tipo di capitalismo corrotto non tirerà fuori l’Italia dai propri guai economici. Inoltre, l’Italia occupa l’84° posto su 128 nella classifica sulla parità tra i generi stilata dal World Economic Forum del 2007, ben più in basso di Paesi come Uganda, Bolivia e Kenya. Il sessismo dei media di proprietà di Berlusconi e della sua condotta privata permea la società nel suo insieme. Si tratta di un problema non solo morale, ma anche economico poiché la partecipazione femminile nella forza lavoro è un fattore importante nella crescita economica.

Berlusconi ha avuto un grande successo anche nel mantenere l’informazione sulla recessione fuori dai notiziari. Attacca i mezzi di comunicazione “disfattisti” che hanno fornito informazioni, accusandoli di aver favorito la crisi diffondendo allarmismi tra i consumatori italiani. La presa di Berlusconi sulla stampa e la televisione non ha precedenti in una grande democrazia. Una buona parte della sua carriera è stato dedicata al concetto che contano solo le apparenze e non la realtà. “Non ti rendi conto che se qualcosa – un’idea, un politico oppure un prodotto – non si vede in TV, non esiste?” Così ha spiegato Berlusconi a uno dei suoi più stretti collaboratori. Restando sempre popolare nonostante la propria incompetenza, la corruzione e il declino nazionale, ha dimostrato che c’è molto di vero in questa opinione.

Il lungo mandato di Berlusconi in Italia è anche, naturalmente, un testamento dello stato precario dell’opposizione nel Paese, totalmente divisa e priva di idee. Il Partito Democratico – il maggior partito d’opposizione – ha scelto di non partecipare al “No Berlusconi Day” a dicembre, perdendo l’occasione di rivolgersi a 350.000 potenziali elettori e di sfruttare un movimento di protesta in crescita su Internet. Il nuovo leader del partito, Pier Luigi Bersani, è un politico intelligente ma alquanto tradizionale, con radici nel vecchio PCI. Sembra diffidente nei confronti dei movimenti di protesta resisi indipendenti dalla politica tradizionale. I partiti all’opposizione sono avidi di un paio di minuti in prima serata, inseguendo Berlusconi su un territorio in cui questi vincerà sempre, invece di usare i nuovi media che sfuggono al controllo di Berlusconi e grazie ai quali potrebbero sviluppare nuove forme di comunicazione politica e di organizzazione.

Ma mentre è possibile manipolare gli scandali sessuali oppure respingere dei procedimenti penali ben documentati come se facessero parte di una caccia politica alle streghe, è più difficile convincere gli elettori comuni che stanno bene quando in realtà non è così. Molti italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese e, secondo alcuni sondaggi, hanno la sensazione che tutto non sia come sembra. Finora non è emerso alcun oppositore promettente in grado di sfidare Berlusconi; ma mentre l’economia continuerà a stagnare, la realtà lentamente potrebbe tornare alla ribalta. O forse l’Italia continuerà ad essere incantata dal reality show creato da Berlusconi.

[Articolo originale "The Corrupt Reign of Emperor Silvio" di Alexander Stille] (http://www.nybooks.com/articles/archives/2010/apr/08/the-corrupt-reign-of-emperor-silvio/)

atinvidia284
27-04-2010, 11:17
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif Berlusconi critica Gomorra, affermando che è pubblicità per la mafia
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9383 USA
[The Huffington Post]

Ogni mattina, appena prima di aprire numerosi siti internet italiani di informazione, mi preparo mentalmente per qualche altra uscita imbarazzante del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma ciò che ho letto settimana scorsa non era imbarazzante. Era scioccante e disgustoso. Durante una conferenza stampa sugli sforzi profusi dal governo italiano nella lotta alla mafia, Berlusconi ha criticato il “supporto promozionale” che certe serie TV o certa letteratura, ad esempio Gomorra di Roberto Saviano, danno alla mafia.

Innanzitutto, lasciatemi dire che una simile affermazione è semplicemente ridicola. E’ come dire che il Nazismo è famoso per i libri di Primo Levi e Elie Wiesel. Non so se Berlusconi abbia letto il libro Gomorra, ma la sua uscita mi fa pensare che non l’abbia fatto. Gomorra è un’impeccabile esempio di non-fiction, potente, coraggioso e giornalisticamente impeccabile; espone i fatti e gli eventi in maniera brillante, i verdetti dei tribunali e gli arresti che coinvolgono i membri della Camorra, l’organizzazione criminale che ha il dominio nella regione del sud della Campania.

Trovo sbalorditivo il commento di Berlusconi perchè implica l’idea che leggere di mafia sia controproduttivo. Forse Berlusconi implicitamente suggerisce che leggere in generale sia controproduttivo. La lettura contribuisce ad informare la gente. I nazisti bruciavano i libri in quanto non era per loro tollerabile che esistesse una verità alternativa rispetto a quella pronunciata dal regime.

Nei regimi contemporanei, in cui pochi potenti continuano a stuprare l’ordinamento democratico dei propri paesi, i libri non vengono bruciati. Non è necessario. Bastano un canale TV, un sacco di soldi e un numero cospicuo di programmi idioti per mantenere la mente impegnata fino a farla diventare poltiglia e per far smettere di pensare le persone.

Berlusconi ha appena messo in pratica tutto ciò. Nel 1980 ha fatto conoscere agli italiani diversi tipi di televisione spazzatura attraverso i propri tre canali privati (uno di questi è stato dichiarato illegittimo e incostituzionale) e ora sta felicemente unendo le forze con il partito razzista e xenofobo della Lega Nord per cambiare la Costituzione italiana e il delicato equilibrio di poteri fra Presidente della Repubblica, il Governo e Parlamento.

Trovo inoltre la critica di Berlusconi a Gomorra rivoltante. E’ rivoltante il fatto che Berlusconi non menzioni che il libro è costato la libertà al suo autore, perchè i clan della Camorra della zona di Napoli hanno deciso di farlo fuori. Berlusconi omette volontariamente di dire che Saviano è sotto scorta 24 ore su 24 e vive in incognito dalla pubblicazione del libro. Raccontando la verità sul crimine organizzato in Campania, Saviano ha pagato un prezzo altissimo e andrebbe considerato un eroe. Criticarlo, criticare il suo libro o la sola idea di scrivere un libro sulla mafia significa che al governo non piacciono persone come Saviano che vanno in giro a raccontare la verità.

Trovo impossibile giustificare il punto di vista di Berlusconi. Fondamentalmente, quello che dice è che la lotta al crimine organizzato dovrebbe essere solamente un compito del governo e delle forze di polizia. La letteratura non è contemplata nei suoi piani di azione antimafia. Ciò che Berlusconi non capisce, o forse fa solo finta di non capire, è che l’unico modo di combattere la mafia in maniera efficiente è lasciare che le persone ne vengano a conoscienza, che sappiano come funzionano i suoi meccanismi, come siano complicati e ben organizzati i gruppi criminali e come questi gruppi influenzano le vite di così tante persone che possono non avere nulla a che fare con la mafia, ma vi si trovano a vivere fianco a fianco.

Arrestare centinaia o migliaia di mafiosi, o camorristi, o membri dell’ndrangheta, o della sacra corona unita, non servirà a nulla se non sarà affiancato da una seria ed efficiente campagna culturale. Le persone possono sempre essere rimpiazzate.

Se fossi Berlusconi, elogerei Saviano e i suoi sforzi di illuminarci sulla situazione attuale e lo renderei un libro di lettura obbligatoria in tutta Italia, perchè coinvolge l’intera nazione. E’ una storia talmente tragica e veritiera che sono sicuro che ne può derivare solo del bene, quando le giovani generazioni crescono con la consapevolezza di ciò che sta accadendo ai propri fratelli e sorelle nei dintorni di Napoli.

[Articolo originale "Berlusconi Criticizes Gomorrah, Says it is "Promotional Support" for Mafia" di Nicola Orichuia] (http://www.huffingtonpost.com/nicola-orichuia/berlusconi-criticizes-emg_b_542088.html)

atinvidia284
04-05-2010, 11:44
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif Il diritto secondo Berlusconi
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9402 Germania
[TAZ]

Censura in Italia

Visto che alcune registrazioni telefoniche provano la sua relazione con una squillo, il presidente del Consiglio italiano limita il diritto di intercettare. E i giornalisti, per la pubblicazione di questo tipo di documentazione, rischieranno presto il carcere.

La Fnsi, Federazione Nazionale Stampa Italiana, ha indetto per il 28 aprile una manifestazione contro il nuovo piano di censura di Silvio Berlusconi, contro una legge che limiterà drasticamente la pubblicazione delle intercettazioni. E se potessero andrebbero in piazza anche i magistrati, visto che a loro contemporaneamente verranno legate ulteriormente le mani in materia di intercettazioni. Sinora in Italia vigeva il principio che in caso di sospetto di reato i magistrati potevano mettere sotto intercettazione un telefono o avviare sistemi di sorveglianza in appartamenti, uffici, ascensori e veicoli.

Inoltre per legge le trascrizioni delle intercettazioni venivano messe agli atti dell’indagine e in caso di incriminazione erano accessibili alle parti processuali nelle cancellerie dei tribunali. In questo modo anche i dettagli piccanti finivano velocemente in pasto ai giornali.

Nessun scandalo degli ultimi tempi avrebbe scosso il paese se non fossero state tali trascrizioni a permettere ai cittadini di farsi un’idea degli avvenimenti. Che si trattasse della proroga sistematica di partite in Serie A a favore della Juventus, del tentativo di scalata di banche, di storie di corruzione come qualche settimana fa lo scandalo nella Protezione Civile. In quel caso, ad esempio, i cittadini hanno potuto leggere sui giornali che uno degli imprenditori edili arrestati organizzava una seduta di massaggi per il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, preoccupandosi alla fine che anche i preservativi venissero accuratamente smaltiti.

E in un altro procedimento – questa volta contro Berlusconi – l’opinione pubblica veniva informata alla fine di marzo di come il capo del governo redarguiva pesantemente al telefono il direttore generale della Rai Mauro Masi, così come un membro dell’organo di sorveglianza dei media (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ndt), perché ancora non erano riusciti a buttare fuori dalla rete il programma – critico nei confronti di Berlusconi – del giornalista Rai Michele Santoro. “Nemmeno nello Zimbabwe” sarebbero pensabili certi attacchi di censura del presidente del Consiglio, aveva sbottato allora il direttore generale della Rai nella cornetta telefonica. E così alla fine tutta l’Italia ha potuto sapere del lamento rivelatore.

Ma la storia adesso deve finire una volta per tutte, e si vorrebbe che fosse in nome dei diritti civili. “Alzi la mano, chi è sicuro di non essere mai stato intercettato sinora” ha tuonato Berlusconi il fine settimana scorso durante il discorso per l’inaugurazione della Fiera del Mobile a Milano. Solo una mano si è alzata. “Lei non conta, vive in America”, la risposta ricevuta dall’uomo da parte di Berlusconi.
Ma prossimamente i cittadini saranno al riparo dai magistrati come dalla stampa. Le intercettazioni gli inquirenti potranno farle solo per la durata di 60 giorni. Se i criminali dovessero pianificare proprio dopo un omicidio, peggio per i loro inseguitori che dovranno spegnere le apparecchiature. E le intercettazioni potranno essere utilizzate solo per i reati nominati nel decreto d’intercettazione. Se uno spacciatore invece di parlare di sostanze stupefacenti parla della “liquidazione di un conto” (in senso figurato anche trasformare in denaro liquido, ndt) questo non può essere utilizzato contro di lui. Ma il beneficio maggiore per i criminali deriva dalla telefonata al politico (al parlamentare, ndt), visto che quel tipo di conversazioni sono utilizzabili dal magistrato solo quando è il parlamento ad autorizzarle.

Ad essere vietate del tutto saranno le intercettazioni private. La vittima di un ricatto che vuole inchiodare il criminale con una registrazione rischia egli stesso una denuncia, a meno che il ricattatore non si tradisca durante la conversazione, visto che quando la registrazione non fornisce la prova del reato diventa automaticamente il reato. Tutta l’Italia anche nel caso di questa norma non ha potuto fare a meno di pensare a Berlusconi. L’estate scorsa aveva prima negato ostinatamente di conoscere la escort Patrizia D’Addario, ma poi ha dovuto fare marcia indietro. La D’Addario aveva lasciato acceso il registratore mentre si trovava a letto con Silvio. Con la legge attualmente in Senato per questo lei andrebbe in prigione.

E tra poco rischieranno la prigione anche i giornalisti che pubblicano questo tipo di cose. Chiunque citi dalle trascrizioni delle intercettazioni prima dell’inizio del processo penale, chiunque riporti anche solo il senso di ciò che viene detto, o pubblichi registrazioni private, verrà punito con due mesi di prigione, con pene pecuniarie e ulteriormente con un divieto ad esercitare la professione. L’editore del giornale, invece, rischia per ogni articolo che contiene certe indiscrezioni sanzioni fino a 500mila euro. Per molti giornali il coraggio giornalistico si trasformerà presto in una questione di sopravvivenza economica.

[Articolo originale "Berlusconis Bürgerrecht"] (http://www.taz.de/1/politik/schwerpunkt-zensur/artikel/1/berlusconis-buergerrecht/)

atinvidia284
13-05-2010, 19:30
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Mani Pulite, il replay
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9462 Brasile
[Carta Capital]

Si moltiplicano i segnali di un’inchiesta simile a quella degli anni ‘90

La Corte dei Conti italiana ha calcolato che il costo della corruzione nel paese raggiunge quota 60 milioni di euro. E´ una rivelazione importante nel momento in cui si parla di una nuova Operazione Mani Pulite. Condotta dalla Magistratura, la prima versione di Mani Pulite all´inizio degli anni ‘90 rovesciò praticamente tutta la classe politica italiana.

Martedì 4 maggio il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha presentato le dimissioni, dopo aver modificato per tre volte la sua versione sull´acquisto per pochi spiccioli di una casa a Roma con vista sul Colosseo, casa che vale di milioni di euro. Al momento dell´abbandono Scajola ha lanciato la sfida: “Se i miei avvocati scopriranno che il pagamento è stato fatto da sconosciuti annullerò il contratto di acquisto”. Immediatamente gli italiani si sono mobilitati, tra l’altro con annunci sui giornali, affinché i magnati che hanno comprato il grande appartamento all´ex ministro facessero lo stesso con loro. Ad oggi non hanno ricevuto risposta.

Mani Pulite 2 potrebbe coinvolgere gran parte della classe politica italiana soprattutto se sono vere le voci che circolano nei corridoi del Parlamento: altri quattro ministri sarebbero coinvolti in un ampio sistema di corruzione che comprende tra l’altro noti imprenditori, costruttori, lobbisti e membri delle alte sfere del Vaticano.

[Articolo originale "Mãos Limpas, a reprise"] (http:// http://www.cartacapital.com.br/app/materia.jsp?a=2&a2=9&i=6651)

atinvidia284
13-05-2010, 19:33
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Accerchiato dagli scandali, Silvio Berlusconi è ancora popolare
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9457 Brasile
[Terra Magazine]

Attualmente la miglior definizione di Silvio Berlusconi è quella di un primo ministro accerchiato dagli scandali ma ancora popolare e caro ai suoi elettori.

La prima vittima dei congiurati sarebbe il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola che si è dimesso perché la magistratura ha scoperto che il lussuoso appartamento nel quale vive a Roma, con vista sul Colosseo, venne comprato con i soldi di un imprenditore coinvolto in varie indagini sulla corruzione.

Berlusconi ha assunto l’interim dello Sviluppo Economico provocando – secondo l’opposizione – un accumulo di conflitto di interessi, dato che da questo ministero dipende il settore delle comunicazioni del quale Berlusconi è il grande magnate in Italia.

Durante una cena con un gruppo di senatori del Partito delle Libertà (PdL) Berlusconi ha illustrato la propria tesi su un complotto esterno contro di lui. Il capo del governo ha provato a difendere Scajola, da sedici anni suo fedele collaboratore, ma stavolta non è riuscito a salvare l’amico. Teme adesso un diluvio di informazioni contro i suoi ministri, in una manovra diretta da menti diaboliche che lascerebbero filtrare informazioni contro i suoi uomini (e donne) con lo scopo di rovesciare il governo.

I suoi principali alleati sembrano scettici nei confronti di questo teorema. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha dichiarato che non crede alle cospirazioni e che l’esecutivo “ha bisogno di difendere con fermezza la legalità”. Anche Umberto Bossi, leader della Lega Nord, ha chiuso l´argomento dicendo che “i giudici stanno facendo il loro lavoro”.

Ma la previsione di Berlusconi sugli scandali che fioccano uno dietro l’altro è stata confermata. Il nuovo caso riguarda Denis Verdini, deputato e coordinatore nazionale del Pdl, che è indagato per corruzione a Roma. Secondo la magistratura Verdini guidava un “comitato d’affari” che si spartiva illecitamente contratti pubblici nel settore dell’energia eolica in Sardegna.I media nazionali annunciano che fatalmente il governo imploderà approdando ad elezioni anticipate. Ma nessuno dei protagonisti della vita politica sembra interessato ad una nuova chiamata alle urne tre anni prima della fine del mandato parlamentare. Berlusconi teme che il suo partito perda voti a favore degli alleati della Lega Nord; la Lega Nord preferisce aspettare ancora un po’ per incassare almeno una riforma federalista prima delle nuove elezioni; il nemico-amico Fini sa che è ancora presto per proporsi come nuovo leader della destra italiana. E l’opposizione di sinistra ha una sola certezza: il fatto che incasserà una nuova sconfitta elettorale.

[Articolo originale "Cercado de escândalos, Silvio Berlusconi ainda é popular" di Vera Gonçalves de Araújo] (http://terramagazine.terra.com.br/interna/0,,OI4418483-EI6789,00.html)

atinvidia284
27-05-2010, 15:34
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/germany.standard.gif In piedi per l’ultimo addio!
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9519 Germania
[Frankfurter Allgemeine Zeitung]

Berlusconi la chiama riforma, ma per molti teatri italiani non è altro che il bacio della morte. Da anni l’Italia lavora a una riforma del settore operistico. Ora il governo ha varato un nuovo decreto di tagli.

“Addio” è una delle parole-chiave del melodramma italiano. Ci sono capolavori del genere, come “Il ballo in maschera” di Giuseppe Verdi, in cui il saluto di commiato risuona minaccioso sin dall’inizio, per scandire ritmicamente sino alla fine la morte degli eroi-amanti. In questo senso il lungo finale dell’opera italiana nella sua madrepatria è una messa in scena tipica per il genere. Da un paio di decenni buoni, ministri, manager culturali, direttori, sindaci e sindacalisti lavorano a una riforma del settore operistico. Il paziente, la cui malattia è innegabile, è sopravvissuto a più riprese a sempre nuovi trattamenti traumatici. Ma ora lo minaccia un decreto del Ministro della Cultura Sandro Bondi, regolarmente sottoscritto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che potrebbe dare il colpo di grazia. D’ora in avanti dei circa 340 milioni di euro del Fondo per la Musica e il Teatro “FUS” si dovrebbe risparmiare circa un terzo.

Il decreto tra l’altro mette l’intero settore in una sorta di amministrazione controllata: per almeno due anni vi sarà un congelamento delle assunzioni nei teatri d’opera, delle attività accessorie a scopo di lucro e sono vietate da questo momento anche le indennità di musicisti dipendenti, come pure le tariffe dei teatri. I direttori ora ricevono maggiori sovvenzioni se viene incassato denaro attraverso le sponsorizzazioni in egual quantità. I tagli radicali non riguardano però tutti i teatri allo stesso modo. La partecipazione di città e regione è diversa a seconda dell’efficacia pubblicitaria.

La Scala di Milano ad esempio, nella ricca città industriale, riesce a coprire il suo bilancio per circa il sessanta per cento, mentre l’indigente Cagliari, in Sardegna, in cui da anni raramente si tengono a battesimo opere tedesche, non dispone di tali fondi. A volte città e regione danno di più, come ad esempio nel territorio natio di Giuseppe Verdi intorno a Parma. A volte, come nella città di confine di Trieste, non c’è proprio hinterland e neppure alcuna cooperazione transnazionale.

Non c’è spazio per il nuovo

Indubbiamente il decreto Bondi ha messo in luce quanto sia radicalmente fallita la riforma degli anni Novanta, nell’ambito della quale tutte le istituzioni sono state trasformate in fondazioni di diritto pubblico con ampia autonomia. Come ambasciatore dell’”italianità” invece di investire cospicue somme di danaro, di attirare schiere di visitatori dal paese e dall’estero e sostenersi quasi automamente, proprio per i teatri dell’Opera meno prestigiosi, ma non per questo da sottovalutare, come quelli di Catania, Genova e Bologna è iniziata una vita di stenti. Lo Stato si era sottratto con una mossa grandiosa alle sue responsabilità di finanziamento, spacciandolo come un atto di liberazione dal paternalismo burocratico. Tra i potenti e spesso irrimediabilmente frammentati sindacati e la necessità di fare cassa, la possibilità di nuove produzioni per molti direttori era rimasta fortemente limitata. Già negli ultimi due anni teatri come Napoli, Genova e persino Roma, la cui Opera sta attraversando un’agonia senza fine, sono stati messi sotto commissariamento ministeriale obbligatorio. Nellla diabolica spirale della carenza di rappresentazioni, personale sempre più rabbioso e sempre meno sovvenzioni minacciano di schiacciare l’istituzione.

Si auspicano segnali dalla politica

A Venezia, però, il direttore artistico Fortunato Ortombina potrebbe portare avanti la guida del Teatro La Fenice, la ben nota impresa che possiede comunque un’enorme potenziale di crescita. Nonostante una riduzione di un terzo delle sovvenzioni nella scorsa stagione si è potuto aumentare attraverso frequenti repliche e coproduzioni meno costose il numero di spettacoli di oltre il trenta per cento. Ma a un certo punto vi sono dei limiti anche a queste razionalizzazioni, se non si vuole arrivare alla morte del teatro dell’ Operetta a bastonate.

Ortombina sottolinea quanto sia triste ogni produzione fallita per uno sciopero, perché così si perdono soldi e prestigio. Ma al tempo stesso si augura – proprio nel corso delle prove per il “Don Giovanni” di Mozart – che la politica nazionale mandi un segnale, infatti poi prosegue: “Forse possiamo risparmiare ancora qualcosa per salvare la nostra prossima stagione. Ma al momento non sappiamo ancora di quali risorse disporremo tra due anni”, dice.

I dipendenti usurpati del loro diritto agli straordinari, ai salari e alle indennità ora stanno come a Milano, dove l’Opera viene simbolicamente trasportata in una bara verso il sepolcro, i lavoratori si radunano pensosi per la strada o dove hanno tappezzato il teatro di annunci funebri – come già così spesso è accaduto negli ultimi anni. Il Maggio Musicale Fiorentino per il momento va in scena; si è scioperato anche a Roma e Torino. Che gli artisti riescano in questo modo a indebolire la radicata sfiducia dei politici nei confronti della cultura elevata?

Berlusconi ama il Boulevard

La Scala di Milano. Da quasi due decenni il governo sta lavorando a una riforma dell’azienda operistica. Lo stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da sempre e in modo ostentato non segue le lussuose aperture di stagione al Teatro della Scala il giorno di S. Ambrogio, mentre preferisce frequentare teatri minori, dove ha conosciuto la sua futura ex-moglie.

Un sottosegretario ha già freddamente puntualizzato che nei momenti difficili i teatri d’Opera possono essere tranquillamente chiusi. E il ministro della cultura Sandro Bondi e il suo collega, il guru dell’efficienza Renato Brunetta, si fanno beffe, com’è noto, della gente sottoutilizzata, strapagata e anche dei musicisti d’orchestra prepensionati e si lamentano, per una volta non a torto, degli esorbitanti compensi delle star del palco, della regia e del canto. Evidentemente la classe dominante di Berlusconi, sotto le pressioni della destra populista Lega Nord che prima delle elezioni si è mossa contro gli artisti stranieri e la regia moderna, vede nei teatri lirici un settore di risparmio ideale.

Sebbene la gran parte degli amici della “Lirica” con gusto conservatore per compositori come Rossini, Verdi e Puccini sia da ascrivere al proprio elettorato, si toglie a una borghesia sempre più in maniche di camicia il costoso giocattolo di lusso della platea nazionale, nella chiara e ferma convinzione che per poche rappresentazioni estive all’Arena di Verona o in altri templi all’aperto non vi sia bisogno di sedi permanenti sovvenzionate. L’Italia non è forse campione dell’ improvvisazione? Allora i musicisti e cantanti devono solo dimostrare fantasia e produrre a prezzi meno cari.

Le fiere officine della musica in miseria

Circolano addirittura voci che il governo italiano abbia intenzione di impoverire sistematicamente il vecchio sistema per poter alla fine ricominciare da zero senza l’intralcio dei privilegi di sindacati, di funzionari di sinistra e con l’ausilio della tecnologia orrendamente dilagante. Potrebbe stupire come in un paese con teatri di tradizione meno cari ma anche poco attivi, da Pisa fino a Bari, da Napoli fino ad Ancona mettano in luce che dal nulla non si produce nulla. Perché assieme ai teatri d’opera è da tempo andata in rovina anche la cultura musicale italiana, un tempo fiera, delle scuole di musica, dei conservatori, delle orchestre private, dei festival, come denuncia da anni Riccardo Muti. Proprio nella madrepatria della musica le orgogliose fucine dell’opera oscillano tra gli sprechi strutturali di risorse finanziarie e la miseria assoluta, tra l’irrinunciabile obbiettivo di esigenza estetica e un tedioso conservatorismo per un pubblico anziano.

Le azioni di protesta allontanano gli spettatori

La costosa opera lirica svolge ancora una funzione sociale nel luogo in cui è stata inventata poco più di quattrocento anni fa? Ha ancora un effetto estetico importante per la prossima generazione? Una società stregata dalla televisione e da internet può farcela senza l’Opera? Sono questi i temi di un dibattito che ora prosegue sui giornali italiani, almeno provvisoriamente, sotto la pressione del decreto di tagli, ma che viene comunque seguito solo da un pubblico assolutamente marginale. Questa settimana si è visto a “La Scala” che, anche sotto l’influenza del direttore artistico Stephane Lissner, i ricorrenti scioperi allontanano la clientela ricca e i turisti paganti. Di fronte alle proteste gridate e alle azioni di solidarietà, succede sempre più spesso che i berlusconiani dalle logge più costose disapprovino gridando ai musicisti: “Finalmente andate a lavorare!” Perché la consapevolezza cresca, le due prove generali per “L’Oro del Reno” di Wagner si sono tenute gratuitamente “per la città” . E’ un tentativo disperato di far prendere a cuore alla collettività il valore rimasto. Il ciclo milanese di Wagner è un simbolo della crisi del sistema, perché la sua conclusione è prevista solo per l’anno 2013. Resta da vedere con quale stato d’animo l ‘Opera come istituzione vivrà questo “Crepuscolo degli Dei” italiano.

[Articolo originale "Auf zum letzten Addio!" di Dirk Schümer] (http://www.faz.net/s/Rub4D7EDEFA6BB3438E85981C05ED63D788/Doc~E4A093136858149C99168202678CB43D3~ATpl~Ecommon~Scontent.html)

atinvidia284
27-05-2010, 15:39
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/france.standard.gif Dimissioni di un politico italiano implicato in uno scandalo di corruzione
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9508 Francia
[Le Monde]

Il Corrispondente da Roma.
Martedì 4 maggio il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, sopraffatto dallo scandalo, ha gettato la spugna. Questi avrebbe pagato il suo appartamento con i soldi di Diego Anemone, un imprenditore arrestato per corruzione. Annunciando le sue dimissioni, Scajola ha argomentato dicendo che qualcuno ha versato i soldi dell’acquisto “a sua insaputa”. Una linea di difesa che ha fatto la felicità dei programmi comici di tutta la serata.

A Luglio 2004 Scajola diventò proprietario di un appartamento di 180 m2 con vista panoramica sul Colosseo. Il tutto per 610.000 euro, come dichiarato davanti al notaio, afferma il ministro. Impossibile, rispondono gli esperti, tenendo conto dei prezzi della capitale. Per gli inquirenti, avrebbe aggiunto 900.000 euro in nero, il che è prassi in Italia per pagare meno tasse. Eppure, la somma ha lasciato tracce imbarazzanti sotto forma di 80 assegni prelevati dal conto di Anemone ed emessi a nome dei rivenditori. In questo genere di situazioni si tende a evitare le somme superiori a 12.500 euro, che vengono segnalate d’ufficio all’ufficio anti-riciclaggio.

Appalti pubblici succulenti

Secondo gli inquirenti Claudio Scajola, all’epoca ministro per l’Attuazione del programma del governo Berlusconi, è uno dei beneficiari del sistema di corruzione messo a punto da un gruppo di imprenditori e di funzionari. In cambio dell’attribuzione di succulenti appalti pubblici, offrivano ai politici dei favori che potevano tornargli utili. Favori sotto forma di aiuti per l’acquisto di appartamenti, di realizzazione di lavori privati o anche di prestazioni sessuali.

Tutto è partito da un’inchiesta sui lavori per il G8 dell’anno scorso che, prima di essere spostati in Abruzzo, dovevano tenersi sull’isola La Maddalena, in Sardegna. Tra l’altro a febbraio, lo scandalo è scoppiato con l’arresto dell’imprenditore Diego Anemone, colui che pagò l’appartamento del ministro.

Fin qui, Silvio Berlusconi aveva reagito tacciando l’inchiesta di essere una “manovra” contro il suo governo, orchestrata da magistrati “rossi”. Stesso genere di difesa per Scajola, all’inizio dello scandalo. Successivamente, in seguito alle rivelazioni, il ministro è apparso indifendibile anche agli occhi del presidente del Consiglio a cui è molto vicino. Uomo potente di Forza Italia, Scajola era diventato ministro dell’Interno nel 2001.

L’anno dopo, Silvio Berlusconi aveva dovuto disfarsene a causa di un altro scandalo. In carica di ministro dell’Interno, Claudio Scajola aveva soppresso la scorta di Marco Biagi, consigliere del Ministero del Lavoro. Malgrado il fatto che Biagi, in seguito, fosse stato assassinato dalle Brigate Rosse, questo non ha impedito a Scajola di parlare della vittima come di un “rompi cog…”.

Silvio Berlusconi ci ha dato un taglio. Il suo governo rischiava di impantanarsi in una difesa difficile. E anche se dopo le dimissioni di Claudio Scajola, il Cavaliere si è premurato di definirlo come “un ministro con il senso dello Stato”, il pericolo non è stato tuttavia evitato. Per Pierluigi Bersani, segretario del Partito Democratico (PD), principale forza dell’opposizione, l’affare Scajola è un “colpo per il governo”.

[Articolo originale "Démission d'un ministre italien impliqué dans un scandale de corruption " di Salvatore Aloïse] (http://www.lemonde.fr/europe/article/2010/05/05/demission-d-un-ministre-italien-implique-dans-un-scandale-de-corruption_1346790_3214.html)

atinvidia284
29-05-2010, 19:28
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/usa.standard.gif Chi lotta contro la mafia in Italia teme la legge sulle intercettazioni
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9530 USA
[cbsnews]

ROMA – I PM italiani che si occupano di criminalità organizzata hanno ricevuto venerdì scorso l’appoggio da parte di un funzionario di primo piano del sistema giudiziario americano nell’ambito della campagna contro una legge studiata dal governo Berlusconi per rafforzare drasticamente limiti alle intercettazioni.

L’assistente procuratore generale Lanny Breuer, responsabile della divisione criminale del Dipartimento di Giustizia, non ha voluto commentare direttamente la legge, ora in parlamento, che limiterebbe fortememente l’uso delle intercettazioni comprese quelle telefoniche e di videosorveglianza, e che inasprirebbe le multe per la pubblicazione stesse provenienti da indagini in corso.

Tuttavia, Breuer ha aggiunto che i pubblici ministeri americani non vogliono che sia fatto nulla che possa limitare il flusso di quelle che ha definito informazioni “straordinariamente utili” provenienti dai pubblici ministeri italiani che si occupano di crimine organizzato. Incalzato dai giornalisti sulla proposta di legge, Breuer ha affermato che gli americani sperano di “ricevere ancora le stesse preziose informazioni” che gli investigatori del crimine organizzato condividono regolarmente con le loro controparti negli Stati Uniti.

“Da un punto di vista di pubblico ministero, non vogliamo che succeda nulla” che possa ostacolare gli italiani dal fare il proprio lavoro nel combattere il crimine organizzato, ha affermato Breuer. Ha definito le intercettazioni “una parte essenziale” di tali indagini.

I PM siciliani ritengono che la legge renderebbe quasi impossibile catturare mafiosi latitanti o scoprire i loro crimini. I politici critici verso Berlusconi sostengono che il magnate dei media, i cui affari hanno portato a diverse indagini per corruzione e altri reati contro di lui, stia curando i propri interessi. Il premier, che nega ogni accusa, afferma che vuole di volere la legge per proteggere la privacy di tutti i cittadini.

Il Ministro della Giustizia italiana, Angelino Alfano, nella serata di venerdì ha rilasciato un comunicato di risposta ai commenti di Breuer, affermando che la collaborazione giudiziaria con Washington è “eccellente” e fruttuosa. Ha inoltre sottolineato il fatto che Breuer si fosse rifiutato di commentare direttamente il disegno di legge. “C’è pieno accordo con Washington sulle modalità e sugli obiettivi della cooperazione contro il crimine organizzato, com’è evidenziato dai numerosi contatti e incontri a tutti i livelli fra i due paesi” ha dichiarato Alfano.

[Articolo originale "Italy's Anti-Mafia Fighters Fear Wiretap Bill" di AP] (http://www.cbsnews.com/stories/2010/05/21/ap/world/main6506391.shtml)

atinvidia284
11-06-2010, 15:44
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/sweden.standard.gif Nuova legge su misura in Italia
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9597 Svezia
[Svenska Dagbladet]

Giovedì il Senato italiano, dominato dalla coalizione del primo ministro Silvio Berlusconi, ha approvato un criticato disegno di legge sulla restrizione dell’uso delle intercettazioni nelle indagini.

La maggior parte dei membri dell’opposizione ha boicottato la votazione sul ddl, che deve essere approvato anche dalla Camera e firmato dal Presidente della Repubblica prima di entrare in vigore.

Il Governo dichiara che la legge è necessaria per proteggere la vita privata e si riferisce alle ricorrenti fughe di notizie sui media riguardo le intercettazioni, di cui lo stesso Berlusconi è stato vittima.

Le restrizioni non si applicano alle indagini di mafia e terrorismo.

L’opposizione accusa il Governo di voler mettere un bavaglio ai media e nascondere gli scandali di corruzione ai vertici della società.

[Articolo originale "Ny skräddarsydd lag i Italien"] (http://www.svd.se/nyheter/utrikes/ny-skraddarsydd-lag-i-italien_4848007.svd)

atinvidia284
11-06-2010, 21:56
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/uk.standard.gif La minaccia alla libertà di stampa in Italia è un problema per l’intera Europa
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9594 Gran Bretagna
[The Guardian]

L’Euro non è la sola questione spinosa dell’Europa: c’è anche la fondamentale libertà di stampa. C’è il disegno di legge che deve passare al vaglio del Senato italiano questa settimana.

Niente più resoconti su indagini prima che il processo abbia inizio (anche se il processo durasse per anni). Niente più registrazioni o fotografie di alcuna persona, nemmeno di boss mafiosi, a meno che il soggetto non dia il consenso. Soltanto i membri dell’”Ordine Nazionale dei Giornalisti” approvato dallo Stato potranno registrare o filmare. Multe che sfiorano il mezzo milione di euro per i trasgressori, 20.000 euro per ogni giornalista che contravviene.

E’ un crudele insulto a tutto ciò che può esser chiamato libertà di stampa in una democrazia che funziona solo a metà. Forse, una squallida dittatura da Terzo Mondo chiamata Berlusconia: ma questa è l’Europa, la nostra Europa.

[Articolo originale "Threat to press freedom in Italy is problem for Europe, too" di Peter Preston] (http://www.guardian.co.uk/media/2010/may/30/italy-press-freedom)

atinvidia284
24-06-2010, 12:42
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/austria.standard.gif Il responsabile per la libertà di stampa dell’OCSE invita l’Italia a modificare il disegno di legge sulle intercettazioni
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9656 Austria
[OCSE]

VIENNA – Oggi il responsabile OCSE per la libertà dei media Dunja Mijatovic si è rivolta all’Italia affiché rinunci al disegno di legge sulla sorveglianza elettronica – conosciuto come ‘legge sulle intercettazioni’ – sostenuto dal governo italiano, o a modificarlo per introdurre emendamenti che siano in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione e con le raccomandazioni dell’OCSE.

Il 10 giugno il Senato italiano ha approvato il disegno di legge in materia di intercettazioni elettroniche (legge n. 1611) con un voto controverso che è stato boicottato dai senatori dell’opposizione. “Sono preoccupata per il fatto che che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia, nonostante i diversi avvertimenti da parte del mio ufficio. Ciò evidenzia una tendenza a criminalizzare il lavoro giornalistico” ha affermato la Mijatovic.

“I giornalisti devono essere liberi di parlare di tutti i casi di pubblico interesse e devono essere liberi di scegliere come condurre un’indagine responsabile. Il disegno di legge nella sua formulazione attuale contraddice le raccomandazioni dell’OCSE, specialmente nella misura in cui proibisce l’uso di alcune fonti confidenziali e alcuni materiali che possono essere necessari per indagini giornalistiche significative al servizio della democrazia,” ha aggiunto Mijatovic.

Secondo Mijatovic, tra gli emendamenti problematici introdotti dal disegno di legge vi sono:

* Gravi restrizioni alla pubblicazione di documenti relativi a procedimenti giudiziari o indagini di polizia prima dell’inizio di un processo;

* L’introduzione di multe fino a 450.000 euro per gli editori e 30 giorni di carcere e una multa fino a 10.000 euro per i giornalisti che pubblicano intercettazioni trapelate prima dell’inizio di un processo;

* La possibilità di pena detentiva per chiunque non sia un “giornalista professionista” e che registri o filmi una persona senza previo consenso.

Il disegno di legge deve ancora essere approvato dalla Camera dei Deputati e firmato dal Presidente prima di diventare legge.

[Articolo originale "OSCE media freedom representative urges Italy to amend bill on electronic surveillance"] (http://www.osce.org/item/44592.html)

atinvidia284
30-06-2010, 21:22
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/brazil.standard.gif Mafia, Stato e 007
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9686 Brasile
[Carta Capital]

Ora c’è la certezza che gli attentati del 1992 e ´93 non furono opera esclusiva della criminalità organizzata siciliana

Il fantasma dell´ex mafioso Tommaso Buscetta è tornato ad aleggiare sul Bel paese. Buscetta raccontò le connessioni della mafia con la politica e gli 007 dei servizi segreti. E usò il termine “entità” per designare un gruppo di potenti personaggi della vita politica-istituzionale che muoveva i fili dei boss mafiosi. Al momento, come ha ammesso il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, nuove prove mostrano che tale “entità esiste”. Peggio, è imminente per lo sforzo concentrato del governo del premier Silvio Berlusconi di ottenere l´approvazione di un progetto di legge che mette fine all´indipendenza del Pubblico Ministero e lo sottomette al controllo di un consiglio formato da parlamentari.

Il presidente italiano Giorgio Napolitano vuole che tutto sia chiarito: “Appoggio massimo alle indagini riaperte e che cercano di chiarire gli aspetti ancora oscuri di quel drammatico periodo”. Napolitano si riferisce agli anni 1992-1993 quando la mafia dichiarò guerra allo Stato, uccise in attentati dinamitardi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (1992) e fece esplodere bombe a Firenze, Milano e Roma, ferendo e uccidendo civili innocenti (1993).

Un altro collaboratore di giustizia, Gaspare Spatuzza, ha parlato dell’accordo stipulato con Cosa Nostra tramite l´intervento di Berlusconi e del senatore siciliano Marcello Dell’Utri, già condannato per associazione mafiosa e in attesa dell´esito del ricorso alla Corte di Cassazione. Spatuzza ha affermato che fu siglata una “pace mafiosa” in cambio dell´impunità e della continuazione degli affari illeciti e dei consueti favori. Antonino Giuffrè, chiamato il Buscetta del 2002, confermò la mediazione.

Dopo il suo arresto nel 1997, Spatuzza è diventato credente. Ne ha tratto la conclusione che non può servire Dio e la mafia, e ha iniziato la collaborazione solo nel 2008. Ha raccontato del fallito attentato dinamitardo all´affollato stadio Olimpico di Roma il 23 gennaio 1994. Inoltre Spatuzza ha dichiarato che al bar Doney, in Via Veneto a Roma, incontrò il suo capo Giuseppe Graviano della famiglia mafiosa di Brancaccio (Palermo). In quell´occasione Graviano lo mise a parte della conclusione del vantaggioso accordo con lo Stato italiano mediato da Berlusconi e DellÚtri e mirato a mettere fine agli attentati di Cosa Nostra.

Graviano, 46 anni, arrestato nel gennaio 1994, è condannato per l´attentato di Firenze, che causò la morte di cinque civili innocenti, e per l´assassinio del parroco antimafia Pino Puglisi. Al processo Graviano non ha confermato l´incontro, ma ha creato il mistero: “Sono felice del fatto che Spatuzza abbia incontrato la pace interiore”. La perizia ha dimostrato, tramite il registro del segnale telefonico, che il cellulare di Spatuzza si trovava nel bar Doney nel giorno indicato. Ma il governo ora si vendica del loquace collaboratore di giustizia e gli nega il programma di protezione, un fatto inedito nella lotta antimafia.

Un´altra stoccata è partita da Massimo Ciancimino, figlio e segretario di don Vito, il sindaco mafioso di Palermo. Il partito Forza Italia, fondato da Berlusconi e Dell´Utri nacque, secondo Ciancimino “junior”, dall´accordo tra la mafia e la coppia di fondatori. Ciancimino junior fu informato da suo padre dell´impiego di denaro sporco mafioso a Milano 2, un mega investimento immobiliare di Berlusconi. Dopo gli attentati e le tragedie, Ciancimino junior ha riferito che don Vito aveva inviato un biglietto (il papello) contenente le richieste di Totò Riina, capo dei capi della mafia, per siglare l´accordo di pace tra l´organizzazione criminale e lo Stato italiano. L´accordo vendicava, e secondo Ciancimino, favoriva Forza Italia, Berlusconi e Dell´Utri, considerato il successore dell´eurodeputato Salvo Lima, un uomo di Andreotti che fu ucciso a colpi di pistola. Andreotti fu sette volte primo ministro e condannato in via definitiva per associazione mafiosa, reato di cui venne riconosciuta la prescrizione.

Dell´Utri, già definitivamente condannato a due anni di reclusione per false fatturazioni e altre frodi fiscali, ha ammesso, nel processo penale, di aver raccomandato l´amico Vittorio Mangano affinché si occupasse dei numerosi cavalli di razza nella villa di Berlusconi. Ma in tribunale Berlusconi ha affermato che il suo desiderio di allevare cavalli non si è mai realizzato. Quindi uno dei due ha mentito nel processo. A riguardo di Mangano, si trattava di un mafioso di primo piano, affiliato alla famiglia di Porta Nova, alla quale apparteneva Buscetta. Mangano era specializzato in traffico di droga, estorsione e sequestro di persona.

Il 23 maggio, in occasione del 18º anniversario della morte di Falcone, un nuovo fatto è venuto alla luce. Riguarda il fallito attentato contro Falcone all´Addaura (Caltanissetta) nel 1989, con 58 candelotti di dinamite. Solo adesso si è saputo del coinvolgimento di due agenti dei servizi segreti, Nino Agostino e Emanuele Piazza. Questi agenti, testimoni scomodi, furono assassinati il giorno dopo la scoperta della dinamite.

In questo nuovo quadro, il procuratore nazionale Piero Grasso vuole la ricerca della verità: “Adesso abbiamo la certezza che a pianificare quei tragici attentati non fu solo la mafia”.

[Articolo originale "Máfia, Estado e 007" di Wálter Maierovitch] (http://www.cartacapital.com.br/app/coluna.jsp?a=2&a2=5&i=7149)

atinvidia284
01-07-2010, 20:56
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/argentina.standard.gif Una legge contro la stampa in Italia
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9694 Argentina
[Clarin]

L’approvazione in Italia di una legge che impedisce ai mezzi di informazione di pubblicare le indagini giudiziarie e che riduce la facoltà dei giudici di indagare su casi di corruzione, segna una ferita profonda alla libertà e un blocco del funzionamento della Giustizia come potere repubblicano.

La cosiddetta “legge bavaglio” voluta dal governo di Silvio Berlusconi impone sanzioni che includono il carcere e pesanti multe ai giornalisti e agli editori che pubblicano contenuti di intercettazioni telefoniche. Analogamente limita il potere dei magistrati di disporre intercettazioni telefoniche e proibisce loro di rilasciare dichiarazioni sui processi in corso.

In questo modo il governo di Berlusconi cerca di nascondersi con un velo di indennità dinnanzi alla società e all’opinione pubblica: sotto questo velo le denunce di corruzione possono essere considerate reato, mentre la corruzione stessa sfugge alla Giustizia. La ragione ufficiale è la tutela del diritto alla privacy e la necessità di evitare abusi giudiziari.

Tuttavia la conseguenza di una legislazione di questa natura è l’impatto sui principii fondamentali del sistema repubblicano e democratico. Il primo è il diritto dei cittadini ad essere informati sulle questioni pubbliche. Il secondo, l’esistenza di giudici indipendenti che possono indagare, portare alla luce e sanzionare gli atti di corruzione.

La “legge bavaglio” voluta da Berlusconi per evitare che si indaghi su fatti di corruzione, mostra una concezione autoritaria del potere che trascende paesi e ideologie.

[Articolo originale "Una ley contra la prensa en Italia"] (http://www.clarin.com/opinion/ley-prensa-Italia_0_281971841.html)

atinvidia284
04-07-2010, 19:43
http://italiadallestero.info/wp-content/uploads/flags/switzerland.standard.gif Il nuovo ministro di Berlusconi crea indignazione
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9697 Svizzera
[Der Bund]

Il ministro Aldo Brancher, nominato dal premier Berlusconi, è in carica solo da pochi giorni e ha già causato le proteste della pubblica opinione.

Dieci giorni dopo la nomina a ministro, Brancher ha dichiarato che vorrebbe approfittare di una legge varata da poco, che concede ai componenti del governo italiano l’immunità dai processi. In base a questa legge, Berlusconi e i ministri del suo gabinetto non dovrebbero presentarsi in tribunale, se si può giustificare la loro assenza con l’esercizio delle proprie funzioni. Attualmente a carico del 67enne ministro si sta svolgendo un processo per ricettazione, associato allo scandalo della banca Antonveneta.

Brancher sarebbe dovuto comparire davanti al tribunale sabato scorso. I suoi avvocati hanno tuttavia presentato istanza di rinvio, in riferimento alle funzioni ai suoi impegni istitutuzionali. Egli dovrebbe fare pratica della sua nuova carica e non avrebbe tempo per l’udienza. Ciò ha provocato nelle file dell’opposizione una fortissima indignazione. Anche il Presidente della Repubblica si è espresso criticamente riguardo al comportamento di Brancher.

Dopo le feroci proteste anche nel proprio partito il ministro per l’attuazione del federalismo ha dovuto fare un passo indietro ed acconsentire a comparire in futuro in tribunale. Brancher si è dichiarato vittima di una campagna mediatica. Il capo del governo Berlusconi ha tentato di smorzare le polemiche: si è trattato solo di una bazzecola. Brancher è stato in detenzione preventiva alcuni mesi negli anni 90, in conseguenza al suo coinvolgimento nello scandalo esploso a seguito della manovra anti corruzione. Fu poi prosciolto dall’accusa di corruzione a causa della prescrizione del reato commesso. Da anni, Bracher fa parte dell’entourage di Berlusconi.

[Articolo originale "Berlusconis neuer Minister sorgt für Empörung"] (http://www.derbund.ch/ausland/europa/Berlusconis-neuer-Minister-sorgt-fuer-Empoerung/story/17006668)