Torna indietro   Hardware Upgrade Forum > Off Topic > Discussioni Off Topic > Storia, politica e attualità (forum chiuso)

Ghost of Tsushima Director's Cut PC: il porting superbo di un gioco magnifico
Ghost of Tsushima Director's Cut PC: il porting superbo di un gioco magnifico
Nelle ultime settimane abbiamo provato in maniera più che approfondita Ghost of Tsushima Director's Cut per PC, ultima esclusiva PlayStation approdata su computer. Il capolavoro di Sucker Punch si mostra come mai prima d'ora, con un ventaglio di impostazioni grafiche esteso e prestazioni eccellenti. Sì, Ghost of Tsushima dopo decine di ore di gioco non ci ha stancato, anzi il multiplayer convince solo a non fermarsi.
Robot tagliaerba Navimow i105E in prova: GPS e videocamera per un prato perfetto
Robot tagliaerba Navimow i105E in prova: GPS e videocamera per un prato perfetto
Abbiamo testato per alcune settimane il Navimow i105E, un robot tagliaerba che unisce il segnale RTK alla visione con videocamera intelligente, per un posizionamento preciso e un taglio impeccabile
Xiaomi 14 e Xiaomi 14 Ultra: sono davvero macchine fotografiche 5G?
Xiaomi 14 e Xiaomi 14 Ultra: sono davvero macchine fotografiche 5G?
Xiaomi 14 e Xiaomi 14 Ultra sono due dei più performanti cameraphone del 2024. Li abbiamo messi sotto torchio con tutte le prove che effettuiamo solitamente per le recensioni delle fotocamere, per saggiarne il comportamento e avere tutti i dati tecnici per un confronto ragionato
Tutti gli articoli Tutte le news

Vai al Forum
Rispondi
 
Strumenti
Old 18-04-2010, 15:18   #921
kk72
Junior Member
 
Iscritto dal: Apr 2010
Messaggi: 1
Spero che all'estero si rendano conto che buona parte degli italiani non approva B. e i suoi modi di fare.
kk72 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 18-04-2010, 15:21   #922
.marco.
Member
 
Iscritto dal: Jul 2009
Messaggi: 75
Quote:
Originariamente inviato da kk72 Guarda i messaggi
Spero che all'estero si rendano conto che buona parte degli italiani non approva B. e i suoi modi di fare.
già, visto che la maggioranza degli italiani non lo vota credo sia chiaro che non lo approvino.
.marco. è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 19-04-2010, 09:06   #923
Silma
Member
 
L'Avatar di Silma
 
Iscritto dal: Jun 2007
Città: Lecco
Messaggi: 250
Quote:
Originariamente inviato da .marco. Guarda i messaggi
già, visto che la maggioranza degli italiani non lo vota credo sia chiaro che non lo approvino.
La maggioranza degli italiani non lo vota. Alle ultime politiche era al 37% e da lì è andato calando. Non è la maggioranza degli italiani, no di gran lunga.
__________________
Asus P5Q PRO - Intel Core 2 Duo E8400 @3.2 GHz - 4GB G. Skill DDR2-1066 CL5 - Powercolor Radeon HD6870 PCS+ 1GB @940/5500 MHz - 200GB Maxtor SATAII + 1TB LaCie USB - LC-POWER Metatron Hyperion 700W PSU - Samsung XL2370 23'' Full HD LED
Firmate - Per la sicurezza di noi tutti | Progetto Traduzione "The Void"
Silma è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 23-04-2010, 01:02   #924
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Il regno corrotto dell’imperatore Silvio
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9368 USA
Quote:
[The New York Review of Books]

Nel corso dell’ultimo anno, la vita politica italiana ha finito per assomigliare ad uno strano incrocio tra una telenovela messicana e una descrizione svetoniana degli eccessi imperiali dei Cesari. Inizialmente ci sono state le rivelazioni sul particolare rapporto tra il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Noemi Letizia, una ragazza adolescente di Napoli che lo chiamava “Papi”, suscitando speculazioni sul fatto che fosse una figlia illegittima oppure un’amante minorenne. “Vorrei che fosse sua figlia!” Ha commentato Veronica Lario, moglie di Berlusconi; quest’ultima ha chiesto pubblicamente il divorzio, dichiarando di non poter più restare con un uomo che “frequentava minorenni” e “non stava bene”.

Sono seguite le fotografie dei festini con ragazze in topless e politici senza mutande presso la villa del piacere di Berlusconi in Sardegna, che richiamavano immagini di Tiberio a Capri. Infine, c’è stato il caso delle escort che partecipavano alle feste di Berlusconi al palazzo presidenziale di Roma; molte di loro erano pagate da un uomo d’affari del sud Italia interessato ad ottenere appalti dal governo per la sua azienda di forniture ospedaliere.

Il comportamento bizzarro di Berlusconi ha continuato a riversarsi sui rapporti internazionali, causando una serie di episodi imbarazzanti. Apparentemente geloso del potere della fama di Barack Obama, ha definito il neoeletto presidente americano “alto, bello e abbronzato” e in seguito, spiegando perché non sarebbe stato presente all’insediamento di Obama, ha dichiarato di essere una stella, “non una comparsa”. Dopo aver incontrato Michelle Obama, ha notato che anche lei era abbronzata.

Allo stesso tempo, come un altro spettacolo di questo circo, c’erano i continui problemi legali di Berlusconi, una saga in atto da sedici anni che ha lasciato una lunga scia di prove di corruzione, mazzette e rapporti con la criminalità organizzata. Lo scorso ottobre, la più alta corte italiana ha respinto una legge, proposta dallo stesso Berlusconi, che gli avrebbe garantito l’immunità giudiziaria durante la sua carica. Ciò ha significato che si è ritrovato ancora una volta imputato in un processo in cui il suo ex avvocato inglese, David Mills, era già stato condannato per aver preso una bustarella di 600.000 dollari dall’azienda di Berlusconi per evitare che fosse fatto il nome di quest’ultimo in un’altra serie di indagini di corruzione.

I critici di Berlusconi hanno chiesto le sue dimissioni e, grazie ad Internet, hanno organizzato una protesta di massa a Roma il 5 dicembre chiamata “No Berlusconi Day” che, nonostante l’evidente assenza dei maggiori partiti d’opposizione, ha richiamato circa 350.000 italiani. Berlusconi ha proclamato, esagerando come al solito, che l’Italia era sull’orlo di una guerra civile. E proprio quando tutti pensavano che la situazione non potesse peggiorare, il 13 dicembre un uomo con dei precedenti di instabilità mentale l’ha colpito in viso con una riproduzione in pietra del duomo di Milano durante un comizio politico in città, spaccandogli il naso e due denti.

Nel giro di poche ore, i suoi alleati politici – Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, leader della coalizione di Berlusconi al Senato e in Parlamento – hanno organizzato una feroce offensiva, insistendo sul fatto che mentre l’assalitore del Presidente del Consiglio potesse essere uno psicolabile che agiva da solo, i responsabili “morali” dell’attacco erano i quotidiani, le riviste e i giornalisti che avevano creato un “clima di odio” intorno a Berlusconi. Il “partito dell’odio” avrebbe incluso quei giornalisti che hanno pubblicato notizie maliziose sulla sua vita privata, che hanno criticato i suoi molteplici conflitti d’interesse, che hanno scritto del caso Mills, e hanno segnalato i legami sospetti di Berlusconi con la criminalità organizzata. Tra i colpevoli vi erano anche i 350.000 manifestanti che avevano partecipato al “No Berlusconi Day” e i social network presenti su Internet, che i sostenitori di Berlusconi in Parlamento avevano cercato di regolamentare, senza successo.

Approfittando di un aumento nei consensi, Berlusconi è tornato a lavorare su una nuova legge che avrebbe eliminerebbe immediatamente i due processi in atto contro di lui – il caso Mills e un altro in cui la sua emittente televisiva, Mediaset, viene accusata di avere usato conti offshore per gonfiare i prezzi pagati per i diritti d’autore dei film, truffando così l’erario italiano per milioni di dollari che altrimenti avrebbe dovuto. Per evitare il sospetto che la legge concedesse uno status speciale a Berlusconi, è stata scritta in modo da assolvere molti altri criminali dal colletto bianco e potrebbe cancellare dagli 80.000 ai 100.000 processi. Secondo alcuni conteggi, Berlusconi ha approvato 18 leggi che sembrano essere state scritte ad personam, ma questa volta, né Berlusconi né i suoi alleati fanno alcuna pretesa che ci sia un ampio principio pubblico coinvolto. E’ il governo per e di una persona.

Un politico nella maggior parte degli altri Paesi democratici sarebbe stato annientato da uno qualsiasi di questi scandali, figuriamoci tutti quelli che si sono verificati in sequenza incessante nel giro di pochi mesi, eppure il potere di Berlusconi non è mai stato messo seriamente in discussione. Che cosa possiamo dedurre da questa strana situazione?

Il costante successo di Berlusconi – almeno, se misurato dai numeri delle elezioni – ha bisogno di spiegazioni. Si tratta semplicemente di una bizzarra anomalia italiana in cui uomini macho sessisti, uomini d’affari di successo e truffatori vengono ammirati invece che diffamati? Gli scandali di Berlusconi sono soltanto inezie e pettegolezzi da rotocalchi, una specie di opera buffa in cui i suoi sostenitori continuano a preferire lui ad un centro-sinistra debole, diviso ed incapace? E’ possibile che la telenovela di Berlusconi contribuisca in realtà al suo fascino, una fusione di politica ed intrattenimento prefigurata da quei programmi televisivi ridicoli, osceni e molto diffusi che sono stati la sua fortuna? E se gli indici d’ascolto e l’audience avessero sostituito i risultati concreti nel misurare il successo politico?

Berlusconi ha trasformato la vita politica di una nazione importante in una sorta di reality show di cui è la star, il produttore e il proprietario della rete: è il “survivor” supremo, che mentirà e ingannerà per eliminare gli altri dall’isola, ed è allo stesso tempo “il tronista” che distribuisce rose a un gruppo di donne giovani e belle. Considerate che i sondaggi di Berlusconi sono costantemente più favorevoli di quelli di Barack Obama. Come ha segnalato recentemente The Daily Beast, gli indici d’ascolto e i sondaggi di Obama sono scesi costantemente dopo che la sua legge sul servizio sanitario è stata indebolita e la disoccupazione è rimasta alta: “Il fatto è che aveva 49,5 milioni di ascoltatori durante il suo primo discorso sull’economia. Quando ha parlato del Medicare, ne aveva 24 milioni. Ha perso il proprio pubblico (…) E’ crollato nei sondaggi”. Berlusconi, che ha affrontato scandali pubblici simili a quelli di Tiger Woods e John Edwards, ha mantenuto il suo pubblico.

Berlusconi ha compreso che la politica moderna è una perenne campagna elettorale. Ai vecchi tempi, un presidente americano effettuava la campagna per sei mesi e governava per tre anni e mezzo. Obama ha seguito questo modello antiquato in maniera un po’ arretrata, lavorando ampiamente dietro le quinte per promuovere la riforma sanitaria ed altre legislazioni, mentre i repubblicani hanno tenuto il palcoscenico, affermando che il piano democratico imponesse “death panels” e la medicina sociale. Berlusconi non avrebbe mai lasciato che questo accadesse.

Diversi nuovi libri – insieme al film documentario Videocracy – sono usciti in Italia e descrivono gli scandali di Berlusconi dell’anno scorso (sia sessuali sia legali); inoltre, offrono qualche interpretazione sulla permanenza di Berlusconi al potere. Ciò che emerge è il fatto che gli scandali a sfondo sessuale sono, in un certo senso, una successione naturale dell’estrema “personalizzazione” del potere da lui incarnata. Berlusconi è salito al potere subito dopo la caduta del muro di Berlino ed il collasso delle ideologie che hanno dominato la politica italiana per buona parte del XX secolo. In Italia, i partiti politici rappresentavano le classi e i maggiori gruppi sociali. Se uno era un operaio, votava PCI; chi faceva il contadino oppure il piccolo commerciante, probabilmente votava DC. I leader politici – e le loro qualità personali – non erano particolarmente importanti.

Durante la guerra fredda, la DC insieme ad altri quattro partiti satellite hanno governato indisturbati per 45 anni allo scopo di tenere i comunisti lontani dal potere. Quando la guerra fredda è finita, la corruzione e l’inefficienza di un governo monopartitico è diventata improvvisamente intollerabile e la coalizione di governo guidata dalla DC è scomparsa da un giorno all’altro, lasciando la maggior parte dell’elettorato senza rappresentanza. Berlusconi ha riempito questo vuoto con straordinaria abilità, comprendendo che il suo impero mediatico – incluse le tre maggiori emittenti televisive private – era la più forte istituzione rimasta in piedi, e che la sua popolarità personale e il riconoscimento del suo nome si sarebbero potuti trasformare in una risorsa politica in un’era in cui la celebrità conta più dell’ideologia. Al posto della formazione sociale ed economica, le preferenze televisive – quali canali vengono guardati e per quanto tempo – sono ora l’indicatore migliore sulle preferenze politiche di un elettore.

Berlusconi ha personalizzato la politica in modo nuovo per l’Italia. Perfino nelle contese locali in cui non è candidato, il suo volto compare sulla maggior parte dei manifesti elettorali. Ha rotto i confini tradizionali tra privato e pubblico portando in Parlamento persone del proprio entourage personale – vallette televisive, i suoi avvocati, il suo medico, ragionieri e dirigenti delle sue aziende, e frotte di giornalisti e personaggi televisivi: tutti devono quasi tutto a lui. Ha contribuito a cambiare la legge elettorale affinchè gli elettori non potessero scegliere tra i candidati proposti dai partiti. Non si parla nemmeno di primarie o di elezioni all’interno dei partiti. E’ il segretario di partito a decidere chi candidare e dove. In questo modo tutti sono al servizio del capo e i politici individuali non possono rivendicare diritti speciali per attirare voti da soli. Sotto Berlusconi, i politici che hanno una base importante di sostegno nella loro regione d’origine sono stati rimpiazzati da personalità con un fascino piuttosto diverso: personaggi famosi della televisione in grado di far salire il profilo del partito, amici e colleghi del segretario di partito – e, sempre più spesso, belle ragazze dalla ridotta formazione politica.

Il film Videocracy – un documentario realizzato dal regista italo-svedese Erik Gandini – mostra come l’introduzione del sesso nella televisione italiana sia stato fondamentale per l’ascesa al potere di Berlusconi sin dall’inizio. La cultura italiana del secondo dopoguerra era piuttosto castigata – dominata dalla Chiesa Cattolica e dall’austero Partito Comunista Italiano. La TV commerciale di Berlusconi, nata negli anni ‘70, ha riempito gli schermi televisivi e le menti di quasi 60 milioni di italiani con una sfilata di giovani donne vestite succintamente o seminude, le cosiddette veline, o showgirl, che comparivano, in silenzio ma sexy, a entrambi i lati del presentatore televisivo. Il film descrive in maniera piuttosto efficace come soltanto comparire in televisione – ed essere trattati persino come un oggetto muto o un giocattolo sessuale – sia diventata l’aspirazione massima per due generazioni di italiani.

Uno dei momenti più significativi nella storia di Noemi Letizia, l’adolescente napoletana il cui ambiguo rapporto con Berlusconi – come viene descitto in Papi: Uno Scandalo Politico dei giornalisti Peter Gomez, Marco Lillo e Marco Travaglio – ha scatenato lo scandalo iniziale, è giunto quando lei ha dichiarato ad un intervistatore: “Ora sogno di fare la show girl” e ancora: “Ma sono anche interessata alla politica. Sono pronta a cogliere qualsiasi opportunità a 360 gradi”. Quando le è stato chiesto se si sarebbe presentata alle elezioni regionali, ha risposto: “Preferisco candidarmi alla Camera. Papi Silvio ci penserà”. Nel mondo di Noemi Letizia – e di Berlusconi – essere una showgirl e un parlamentare sono semplicemente due modi diversi per farsi strada e diventare famosi.

Alle elezioni politiche del 2008, Berlusconi ha effettivamente portato diverse ex-showgirl in Parlamento. Due di loro sono diventate ministri del governo, una delle pari opportunità, l’altra del turismo. Entrambe erano apparse come vallette nei programmi d’intrattenimento di Berlusconi. Si dice che una serie di conversazioni intercettate durante un’indagine rivelino che Berlusconi abbia avuto dei rapporti sessuali con alcune di queste donne, ma gli inquirenti hanno distrutto molte delle conversazioni di natura “puramente personale” perché non avevano rilevanza nell’inchiesta. Le intercettazioni rese pubbliche mostrano come Berlusconi usi il sistema televisivo pubblico come una specie di “casting couch”, ottenendo audizioni per le mie fanciulle per “sollevare il morale del capo”. In un’altra occasione, si è dato parecchio da fare per trovare un ruolo da attrice alla ragazza di un senatore del centrosinistra, sperando di riuscire a convincerlo a cambiare partito per rovesciare il governo di Romano Prodi, che era al potere all’epoca.

L’incidente che ha fatto infuriare inizialmente la moglie di Berlusconi, Veronica Lario, è avvenuto nel 2009, quando ha scelto con cura due dozzine di showgirl, molte di loro giovani donne poco più che ventenni, per essere preparate per diventare candidate al Parlamento Europeo. Poche tra di loro avevano esperienze politiche alle spalle. Una di loro aveva fatto la meteorina su una delle reti televisive di Berlusconi. Molte di loro avevano partecipato alle sue feste private. Ha allestito una scuola con lo scopo di dare loro una prima infarinatura sulla politica europea cosicché non sarebbero state in imbarazzo durante la campagna elettorale. La Lario ha denunciato queste donne come ciarpame senza pudore (…) figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e il denaro.

Quasi immediatamente, il quotidiano di destra Libero ha pubblicato una foto della Lario in topless presa dal suo passato di attrice, ricordando al pubblico che anche lei era stata una velina a suo tempo. Libero ha anche pubblicato un’informativa anonima e quasi sicuramente falsa in cui si affermava che la Lario avesse una relazione con la guardia del corpo, sostenendo che fosse questo – e non il comportamento del marito – ad aver provocato la spaccatura all’interno della famiglia del Premier. Questo tipo di giornalismo spazzatura a quanto pare non è spiaciuto a Berlusconi. Ha ingaggiato l’editore di Libero, Vittorio Feltri, come editore del quotidiano di proprietà di Berlusconi Il Giornale, in modo che possa condurre nuove campagne di assassinio mediatico contro altri nemici del capo.

La scena descritta dalla accompagnatrice a pagamento Patrizia D’Addario nel suo libro – una ventina di giovani donne vestite pressoché allo stesso modo, tutte in competizione per l’attenzione di Berlusconi, accarezzandolo e coccolandolo mentre lui le accarezza – è per molti versi la realizzazione della stessa fantasia maschile che Berlusconi diffonde da più di trent’anni dalle sue emittenti televisive. “Vuole essere adorato da tutte le donne che sono qui, gli piace essere toccato, accarezzato, da più mani contemporaneamente,” ha scritto nel suo libro “Gradisca, Presidente”.

Io guardo incuriosita e il mio primo pensiero è che mi trovo in un harem. Lui è il sul divano e noi tutte, siamo venti ragazze, le donne a sua disposizione. Le più giovano facevano a gara a chi gli stava più vicina. Facendo l’escort pensavo di avere visto un bel po’ di cose, ma questa mi mancava, venti donne per un unico uomo. Le orge normalmente prevedono più o meno lo stesso numero di donne e di uomini, altrimenti è difficile distribuire piacere. Qui gli altri uomini non hanno voce in capitolo. C’era un unico maschio con diritto di copula, il Premier.

Per molti versi, forse il momento più significativo nel libro della D’Addario è la chiacchierata avvenuta a colazione la mattina dopo aver trascorso la notte nella residenza del Premier, registrata su un registratore digitale. Berlusconi si vanta di tutti gli incontri internazionali da lui presieduti, un vertice del G8, un vertice del G14, uno del G16: “Sono l’unico al mondo ad aver presieduto due G8 e adesso ne presiederò un terzo. Sono IN-SU-PER-ABILE“.

La D’Addario non capiva molto di quello che stava dicendo. Malgrado la sua palese indifferenza nei confronti della politica, era stata scelta come candidata per il consiglio comunale di Roma all’interno della coalizione guidata da Berlusconi, anche se ha ricevuto pochissimi voti. Decise di non fare la campagna politica – e di rendere pubblica la sua storia – dopo che Berlusconi non ha mantenuto una promessa apparentemente fattale. Non ha mantenuto, scrive la D’Addario, la promessa di aiutarla a finire un progetto edilizio per la costruzione di un piccolo albergo.

Questo scandalo non ha abbattuto Berlusconi, in parte grazie al suo notevole controllo della televisione italiana e della stampa. Il direttore di RAI1 ha annunciato che non avrebbe trasmesso nulla riguardante gli scandali a sfondo sessuale di Berlusconi poiché si trattava di pettegolezzi e non di notizie – una linea che non ha mantenuto quando gli scandali coinvolsero politici di centro-sinistra. In effetti, le emittenti televisive e i quotidiani controllati da Berlusconi sono stati in grado di procurarsi dei contro-scandali nei confronti dei suoi critici. Poco dopo essere stato nominato capo de Il Giornale di Berlusconi e di essersi incontrato personalmente con lui, che in teoria non dovrebbe avere alcun contatto con il quotidiano, Vittorio Feltri ha dispettosamente pubblicato una storia sulla vita sessuale dell’editore del quotidiano cattolico L’Avvenire, Dino Boffo, che aveva osato criticare la condotta privata di Berlusconi.

Feltri ha pubblicato ciò che definisce un dossier in cui rivela che Boffo era stato accusato di molestie nei confronti di una donna che aveva un rapporto con un uomo di cui Boffo s’era innamorato. Boffo è stato costretto a dare le dimissioni anche se la domanda è rimasta: come ha fatto il quotidiano di Berlusconi a ottenere informazioni su quella che avrebbe dovuto essere un’inchiesta riservata della polizia? In modo analogo, Berlusconi ha ricevuto un altro regalo quando la polizia ha fatto e ha diffuso un video di un politico di centro-sinistra, Piero Marrazzo, mentre frequentava una prostituta transessuale brasiliana e sniffava cocaina. Per quanto si trattasse di una storia vera, era anche chiaro che la polizia, agendo dopo aver ricevuto una soffiata, ha teso una trappola a Marrazzo con la speranza di ricattarlo. Hanno anche fatto girare il video presso alcune riviste scandalistiche di Milano, prima tra tutte Chi di proprietà di Berlusconi; l’editore della rivista ne ha informato i proprietari del giornale e di conseguenza Berlusconi è venuto a conoscenza del video.

Lo scandalo è scoppiato, opportunamente, quando poteva creare tra il pubblico la maggior distrazione possibile dai guai di Berlusconi. Le frequentazioni di prostitute da parte di Berlusconi apparivano come un buon vecchio divertimento, paragonate ai rapporti con transessuali del politico dell’opposizione. Ci sono voci secondo cui le stesse riviste scandalistiche avrebbero del materiale compromettente su molti politici, che viene utilizzato per tenerli buoni. Esercitando il controllo sulla polizia, sui servizi segreti, sulla stampa scandalistica e sui principali sei canali TV, Berlusconi è in grado di fare e disfare scandali a piacimento.

Mentre la maggior parte dell’attenzione pubblica si concentrava, naturalmente, sugli stuzzicanti dettagli della vita sessuale di Berlusconi, per certi versi gli aspetti più gravi dello scandalo non ricevevano quasi attenzione. Giampaolo Tarantini, l’uomo che aveva pagato la D’Addario e molte altre donne perché partecipassero alle feste di Berlusconi, era a capo di una azienda di forniture ospedaliere in Puglia che cercava chiaramente di ingraziarsi il Presidente del Consiglio allo scopo di assicurarsi appalti governativi. Tarantini ha affittato una villa enorme pagando circa 70.000 euro al mese proprio accanto al palazzo del piacere di Berlusconi in Sardegna e ha organizzato una serie di feste piene di belle ragazze che fungevano da trappola per le mosche attirando Berlusconi ed altri pezzi grossi di cui aveva bisogno.

In Puglia e in Sardegna, gli inquirenti hanno ricostruito una squallida rete di clientelismo politico, prostituzione e cocaina, ma hanno fatto poco per quanto riguarda l’avvio del procedimento giudiziario. Paolo Guzzanti, un critico ex-sostenitore ed ex-impiegato di Berlusconi, scrive che l’Italia, piuttosto che essere una videocrazia, è diventata una “mignottocrazia” – in cui centinaia di migliaia di persone, uomini e donne, fanno dei servizi per i potenti, alcuni in cambio di denaro, altri in cambio di posti di lavoro, contratti e privilegi.

L’idea di una mignottocrazia ha guadagnato una notevole credibilità nelle ultime settimane con il delinearsi di un nuovo grande scandalo. Gli inquirenti di Firenze hanno arrestato e incriminato dozzine di appaltatori e ufficiali governativi che lavoravano presso il Dipartimento per la Protezione Civile del governo Berlusconi, l’equivalente italiano dell’americana Federal Emergency Management Agency. Berlusconi ha indicato questa agenzia come l’esempio più brillante della propria politica di un governo “del fare” invece di uno di sole chiacchiere. A Guido Bertolaso, capo del dipartimento, è stato attribuito il “miracolo” di aver tolto la spazzatura dalle strade di Napoli, di avere affrontato il terremoto in Abruzzo della scorsa estate e di aver gestito altri progetti nel settore dei lavori pubblici.

In effetti, se le accuse sono corrette, il dipartimento di Bertolaso è una brutta matassa di clientele, sprechi, corruzione e anche prostituzione. Si presume che uno degli appaltatori favoriti abbia organizzato una festa privata per Bertolaso con la partecipazione di prostitute. Bertolaso insiste affermando di avere ricevuto soltanto “massaggi terapeutici”, ma deve ancora spiegare perché sono stati distribuiti dei preservativi durante la festa. Si è scoperto che le spese di Giampiero Tarantini – colui che aveva pagato Patrizia D’Addario e le altre accompagnatrici a pagamento destinate a Berlusconi – non sono state inutili: sembra che lui e i suoi soci abbiano beneficiato illegalmente dell’agenzia per il lavori pubblici gestita da Bertolaso grazie alla presentazione fatta da Berlusconi.

Un anno dopo il terremoto, la città de L’Aquila, capoluogo dell’Abruzzo ed epicentro del disastro, appare come una città fantasma in cui i lavori per la ricostruzione non sono ancora iniziati. Il centro città è stato transennato come un cantiere e le videocamere della televisione sono state tenute fuori finché un gruppo di cittadini arrabbiati ha sfondato un cordone della polizia cercando di capire che fine avessero fatto le loro case. Sono rimasti esterrefatti vedendo che tutto era rimasto esattamente come l’avevano lasciato il giorno della scossa. Nel frattempo, la televisione pubblica controllata da Berlusconi mandava in onda un servizio sul “miracolo” degli sforzi per la ricostruzione dell’Abruzzo.

L’ultima serie di scandali aiutano a chiarire perché l’Italia berlusconiana sia sprofondata nella mediocrità. L’Italia è ultima in assoluto per quanto riguarda la crescita del Prodotto Interno Lordo pro capite tra tutti e 30 i Paesi appartenenti all’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), un indicatore chiave della produttività e della ricchezza. In media, le nazioni OCSE hanno avuto un tasso di crescita annuale del 2,6% tra il 1994 (il primo anno che ha visto Berlusconi al potere) e il 2007, mentre l’Italia ha avuto una crescita annuale inferiore al 1,5%. Secondo Tito Boeri, se gli italiani non sono in rivolta è dovuto in parte al fatto che la recessione non ha scatenato una serie di fallimenti bancari, pignoramenti immobiliari e neppure una crisi del debito su scala nazionale come invece è avvenuto in Grecia. Tito Boeri è professore presso la Bocconi di Milano, la principale università nel campo dell’economia e gli affari, nonché editore de La Voce, un importante sito web che tratta di notizie e analisi economiche. “Ma se guardate al PIL e il reddito pro capite”, ha dichiarato:

l’Italia sta peggio degli altri paesi industrializzati, peggio della Germania, degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e molto peggio della Francia, che ha un’economia simile. Stava male prima, da quando è cominciato il suo declino storico, e sta ancora peggio da quando è cominciata la recessione.

Gli effetti della recessione sono stati più sopportabili perché i licenziamenti hanno colpito soprattutto i lavoratori giovani, molti dei quali vivono ancora coi genitori; la famiglia italiana ha ridotto l’impatto della flessione economica.


L’Italia ha fatto poco o nulla per preparasi al futuro. La Spagna ha incrementato la popolazione universitaria di 7 volte da quando è tornata la democrazia nella metà degli anni ‘70 e ora quasi il 29% della sua popolazione adulta possiede un titolo universitario, mentre l’Italia si trascina in coda con solo il 12,9%. La norma nella OCSE è del 26%. L’Italia investe meno della metà della media OCSE nella ricerca. Invece, una delle caratteristiche principali del programma economico di Berlusconi è stato il cosiddetto scudo fiscale che ha permesso a coloro che avevano nascosto dei patrimoni all’estero di riportarli in Italia pagando soltanto 5 centesimi per ogni dollaro – una pacchia per gli evasori fiscali e riciclatori di denaro sporco. Questo tipo di capitalismo corrotto non tirerà fuori l’Italia dai propri guai economici. Inoltre, l’Italia occupa l’84° posto su 128 nella classifica sulla parità tra i generi stilata dal World Economic Forum del 2007, ben più in basso di Paesi come Uganda, Bolivia e Kenya. Il sessismo dei media di proprietà di Berlusconi e della sua condotta privata permea la società nel suo insieme. Si tratta di un problema non solo morale, ma anche economico poiché la partecipazione femminile nella forza lavoro è un fattore importante nella crescita economica.

Berlusconi ha avuto un grande successo anche nel mantenere l’informazione sulla recessione fuori dai notiziari. Attacca i mezzi di comunicazione “disfattisti” che hanno fornito informazioni, accusandoli di aver favorito la crisi diffondendo allarmismi tra i consumatori italiani. La presa di Berlusconi sulla stampa e la televisione non ha precedenti in una grande democrazia. Una buona parte della sua carriera è stato dedicata al concetto che contano solo le apparenze e non la realtà. “Non ti rendi conto che se qualcosa – un’idea, un politico oppure un prodotto – non si vede in TV, non esiste?” Così ha spiegato Berlusconi a uno dei suoi più stretti collaboratori. Restando sempre popolare nonostante la propria incompetenza, la corruzione e il declino nazionale, ha dimostrato che c’è molto di vero in questa opinione.

Il lungo mandato di Berlusconi in Italia è anche, naturalmente, un testamento dello stato precario dell’opposizione nel Paese, totalmente divisa e priva di idee. Il Partito Democratico – il maggior partito d’opposizione – ha scelto di non partecipare al “No Berlusconi Day” a dicembre, perdendo l’occasione di rivolgersi a 350.000 potenziali elettori e di sfruttare un movimento di protesta in crescita su Internet. Il nuovo leader del partito, Pier Luigi Bersani, è un politico intelligente ma alquanto tradizionale, con radici nel vecchio PCI. Sembra diffidente nei confronti dei movimenti di protesta resisi indipendenti dalla politica tradizionale. I partiti all’opposizione sono avidi di un paio di minuti in prima serata, inseguendo Berlusconi su un territorio in cui questi vincerà sempre, invece di usare i nuovi media che sfuggono al controllo di Berlusconi e grazie ai quali potrebbero sviluppare nuove forme di comunicazione politica e di organizzazione.

Ma mentre è possibile manipolare gli scandali sessuali oppure respingere dei procedimenti penali ben documentati come se facessero parte di una caccia politica alle streghe, è più difficile convincere gli elettori comuni che stanno bene quando in realtà non è così. Molti italiani fanno fatica ad arrivare a fine mese e, secondo alcuni sondaggi, hanno la sensazione che tutto non sia come sembra. Finora non è emerso alcun oppositore promettente in grado di sfidare Berlusconi; ma mentre l’economia continuerà a stagnare, la realtà lentamente potrebbe tornare alla ribalta. O forse l’Italia continuerà ad essere incantata dal reality show creato da Berlusconi.

[Articolo originale "The Corrupt Reign of Emperor Silvio" di Alexander Stille]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 27-04-2010, 11:17   #925
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Berlusconi critica Gomorra, affermando che è pubblicità per la mafia
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9383 USA
Quote:
[The Huffington Post]

Ogni mattina, appena prima di aprire numerosi siti internet italiani di informazione, mi preparo mentalmente per qualche altra uscita imbarazzante del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Ma ciò che ho letto settimana scorsa non era imbarazzante. Era scioccante e disgustoso. Durante una conferenza stampa sugli sforzi profusi dal governo italiano nella lotta alla mafia, Berlusconi ha criticato il “supporto promozionale” che certe serie TV o certa letteratura, ad esempio Gomorra di Roberto Saviano, danno alla mafia.

Innanzitutto, lasciatemi dire che una simile affermazione è semplicemente ridicola. E’ come dire che il Nazismo è famoso per i libri di Primo Levi e Elie Wiesel. Non so se Berlusconi abbia letto il libro Gomorra, ma la sua uscita mi fa pensare che non l’abbia fatto. Gomorra è un’impeccabile esempio di non-fiction, potente, coraggioso e giornalisticamente impeccabile; espone i fatti e gli eventi in maniera brillante, i verdetti dei tribunali e gli arresti che coinvolgono i membri della Camorra, l’organizzazione criminale che ha il dominio nella regione del sud della Campania.

Trovo sbalorditivo il commento di Berlusconi perchè implica l’idea che leggere di mafia sia controproduttivo. Forse Berlusconi implicitamente suggerisce che leggere in generale sia controproduttivo. La lettura contribuisce ad informare la gente. I nazisti bruciavano i libri in quanto non era per loro tollerabile che esistesse una verità alternativa rispetto a quella pronunciata dal regime.

Nei regimi contemporanei, in cui pochi potenti continuano a stuprare l’ordinamento democratico dei propri paesi, i libri non vengono bruciati. Non è necessario. Bastano un canale TV, un sacco di soldi e un numero cospicuo di programmi idioti per mantenere la mente impegnata fino a farla diventare poltiglia e per far smettere di pensare le persone.

Berlusconi ha appena messo in pratica tutto ciò. Nel 1980 ha fatto conoscere agli italiani diversi tipi di televisione spazzatura attraverso i propri tre canali privati (uno di questi è stato dichiarato illegittimo e incostituzionale) e ora sta felicemente unendo le forze con il partito razzista e xenofobo della Lega Nord per cambiare la Costituzione italiana e il delicato equilibrio di poteri fra Presidente della Repubblica, il Governo e Parlamento.

Trovo inoltre la critica di Berlusconi a Gomorra rivoltante. E’ rivoltante il fatto che Berlusconi non menzioni che il libro è costato la libertà al suo autore, perchè i clan della Camorra della zona di Napoli hanno deciso di farlo fuori. Berlusconi omette volontariamente di dire che Saviano è sotto scorta 24 ore su 24 e vive in incognito dalla pubblicazione del libro. Raccontando la verità sul crimine organizzato in Campania, Saviano ha pagato un prezzo altissimo e andrebbe considerato un eroe. Criticarlo, criticare il suo libro o la sola idea di scrivere un libro sulla mafia significa che al governo non piacciono persone come Saviano che vanno in giro a raccontare la verità.

Trovo impossibile giustificare il punto di vista di Berlusconi. Fondamentalmente, quello che dice è che la lotta al crimine organizzato dovrebbe essere solamente un compito del governo e delle forze di polizia. La letteratura non è contemplata nei suoi piani di azione antimafia. Ciò che Berlusconi non capisce, o forse fa solo finta di non capire, è che l’unico modo di combattere la mafia in maniera efficiente è lasciare che le persone ne vengano a conoscienza, che sappiano come funzionano i suoi meccanismi, come siano complicati e ben organizzati i gruppi criminali e come questi gruppi influenzano le vite di così tante persone che possono non avere nulla a che fare con la mafia, ma vi si trovano a vivere fianco a fianco.

Arrestare centinaia o migliaia di mafiosi, o camorristi, o membri dell’ndrangheta, o della sacra corona unita, non servirà a nulla se non sarà affiancato da una seria ed efficiente campagna culturale. Le persone possono sempre essere rimpiazzate.

Se fossi Berlusconi, elogerei Saviano e i suoi sforzi di illuminarci sulla situazione attuale e lo renderei un libro di lettura obbligatoria in tutta Italia, perchè coinvolge l’intera nazione. E’ una storia talmente tragica e veritiera che sono sicuro che ne può derivare solo del bene, quando le giovani generazioni crescono con la consapevolezza di ciò che sta accadendo ai propri fratelli e sorelle nei dintorni di Napoli.

[Articolo originale "Berlusconi Criticizes Gomorrah, Says it is "Promotional Support" for Mafia" di Nicola Orichuia]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 04-05-2010, 11:44   #926
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Il diritto secondo Berlusconi
Aprile 2010 http://italiadallestero.info/archives/9402 Germania
Quote:
[TAZ]

Censura in Italia

Visto che alcune registrazioni telefoniche provano la sua relazione con una squillo, il presidente del Consiglio italiano limita il diritto di intercettare. E i giornalisti, per la pubblicazione di questo tipo di documentazione, rischieranno presto il carcere.


La Fnsi, Federazione Nazionale Stampa Italiana, ha indetto per il 28 aprile una manifestazione contro il nuovo piano di censura di Silvio Berlusconi, contro una legge che limiterà drasticamente la pubblicazione delle intercettazioni. E se potessero andrebbero in piazza anche i magistrati, visto che a loro contemporaneamente verranno legate ulteriormente le mani in materia di intercettazioni. Sinora in Italia vigeva il principio che in caso di sospetto di reato i magistrati potevano mettere sotto intercettazione un telefono o avviare sistemi di sorveglianza in appartamenti, uffici, ascensori e veicoli.

Inoltre per legge le trascrizioni delle intercettazioni venivano messe agli atti dell’indagine e in caso di incriminazione erano accessibili alle parti processuali nelle cancellerie dei tribunali. In questo modo anche i dettagli piccanti finivano velocemente in pasto ai giornali.

Nessun scandalo degli ultimi tempi avrebbe scosso il paese se non fossero state tali trascrizioni a permettere ai cittadini di farsi un’idea degli avvenimenti. Che si trattasse della proroga sistematica di partite in Serie A a favore della Juventus, del tentativo di scalata di banche, di storie di corruzione come qualche settimana fa lo scandalo nella Protezione Civile. In quel caso, ad esempio, i cittadini hanno potuto leggere sui giornali che uno degli imprenditori edili arrestati organizzava una seduta di massaggi per il capo della Protezione Civile Guido Bertolaso, preoccupandosi alla fine che anche i preservativi venissero accuratamente smaltiti.

E in un altro procedimento – questa volta contro Berlusconi – l’opinione pubblica veniva informata alla fine di marzo di come il capo del governo redarguiva pesantemente al telefono il direttore generale della Rai Mauro Masi, così come un membro dell’organo di sorveglianza dei media (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ndt), perché ancora non erano riusciti a buttare fuori dalla rete il programma – critico nei confronti di Berlusconi – del giornalista Rai Michele Santoro. “Nemmeno nello Zimbabwe” sarebbero pensabili certi attacchi di censura del presidente del Consiglio, aveva sbottato allora il direttore generale della Rai nella cornetta telefonica. E così alla fine tutta l’Italia ha potuto sapere del lamento rivelatore.

Ma la storia adesso deve finire una volta per tutte, e si vorrebbe che fosse in nome dei diritti civili. “Alzi la mano, chi è sicuro di non essere mai stato intercettato sinora” ha tuonato Berlusconi il fine settimana scorso durante il discorso per l’inaugurazione della Fiera del Mobile a Milano. Solo una mano si è alzata. “Lei non conta, vive in America”, la risposta ricevuta dall’uomo da parte di Berlusconi.
Ma prossimamente i cittadini saranno al riparo dai magistrati come dalla stampa. Le intercettazioni gli inquirenti potranno farle solo per la durata di 60 giorni. Se i criminali dovessero pianificare proprio dopo un omicidio, peggio per i loro inseguitori che dovranno spegnere le apparecchiature. E le intercettazioni potranno essere utilizzate solo per i reati nominati nel decreto d’intercettazione. Se uno spacciatore invece di parlare di sostanze stupefacenti parla della “liquidazione di un conto” (in senso figurato anche trasformare in denaro liquido, ndt) questo non può essere utilizzato contro di lui. Ma il beneficio maggiore per i criminali deriva dalla telefonata al politico (al parlamentare, ndt), visto che quel tipo di conversazioni sono utilizzabili dal magistrato solo quando è il parlamento ad autorizzarle.

Ad essere vietate del tutto saranno le intercettazioni private. La vittima di un ricatto che vuole inchiodare il criminale con una registrazione rischia egli stesso una denuncia, a meno che il ricattatore non si tradisca durante la conversazione, visto che quando la registrazione non fornisce la prova del reato diventa automaticamente il reato. Tutta l’Italia anche nel caso di questa norma non ha potuto fare a meno di pensare a Berlusconi. L’estate scorsa aveva prima negato ostinatamente di conoscere la escort Patrizia D’Addario, ma poi ha dovuto fare marcia indietro. La D’Addario aveva lasciato acceso il registratore mentre si trovava a letto con Silvio. Con la legge attualmente in Senato per questo lei andrebbe in prigione.

E tra poco rischieranno la prigione anche i giornalisti che pubblicano questo tipo di cose. Chiunque citi dalle trascrizioni delle intercettazioni prima dell’inizio del processo penale, chiunque riporti anche solo il senso di ciò che viene detto, o pubblichi registrazioni private, verrà punito con due mesi di prigione, con pene pecuniarie e ulteriormente con un divieto ad esercitare la professione. L’editore del giornale, invece, rischia per ogni articolo che contiene certe indiscrezioni sanzioni fino a 500mila euro. Per molti giornali il coraggio giornalistico si trasformerà presto in una questione di sopravvivenza economica.

[Articolo originale "Berlusconis Bürgerrecht"]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-05-2010, 19:30   #927
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Mani Pulite, il replay
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9462 Brasile
Quote:
[Carta Capital]

Si moltiplicano i segnali di un’inchiesta simile a quella degli anni ‘90

La Corte dei Conti italiana ha calcolato che il costo della corruzione nel paese raggiunge quota 60 milioni di euro. E´ una rivelazione importante nel momento in cui si parla di una nuova Operazione Mani Pulite. Condotta dalla Magistratura, la prima versione di Mani Pulite all´inizio degli anni ‘90 rovesciò praticamente tutta la classe politica italiana.

Martedì 4 maggio il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola ha presentato le dimissioni, dopo aver modificato per tre volte la sua versione sull´acquisto per pochi spiccioli di una casa a Roma con vista sul Colosseo, casa che vale di milioni di euro. Al momento dell´abbandono Scajola ha lanciato la sfida: “Se i miei avvocati scopriranno che il pagamento è stato fatto da sconosciuti annullerò il contratto di acquisto”. Immediatamente gli italiani si sono mobilitati, tra l’altro con annunci sui giornali, affinché i magnati che hanno comprato il grande appartamento all´ex ministro facessero lo stesso con loro. Ad oggi non hanno ricevuto risposta.

Mani Pulite 2 potrebbe coinvolgere gran parte della classe politica italiana soprattutto se sono vere le voci che circolano nei corridoi del Parlamento: altri quattro ministri sarebbero coinvolti in un ampio sistema di corruzione che comprende tra l’altro noti imprenditori, costruttori, lobbisti e membri delle alte sfere del Vaticano.

[Articolo originale "Mãos Limpas, a reprise"]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 13-05-2010, 19:33   #928
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Accerchiato dagli scandali, Silvio Berlusconi è ancora popolare
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9457 Brasile
Quote:
[Terra Magazine]

Attualmente la miglior definizione di Silvio Berlusconi è quella di un primo ministro accerchiato dagli scandali ma ancora popolare e caro ai suoi elettori.

La prima vittima dei congiurati sarebbe il ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola che si è dimesso perché la magistratura ha scoperto che il lussuoso appartamento nel quale vive a Roma, con vista sul Colosseo, venne comprato con i soldi di un imprenditore coinvolto in varie indagini sulla corruzione.

Berlusconi ha assunto l’interim dello Sviluppo Economico provocando – secondo l’opposizione – un accumulo di conflitto di interessi, dato che da questo ministero dipende il settore delle comunicazioni del quale Berlusconi è il grande magnate in Italia.

Durante una cena con un gruppo di senatori del Partito delle Libertà (PdL) Berlusconi ha illustrato la propria tesi su un complotto esterno contro di lui. Il capo del governo ha provato a difendere Scajola, da sedici anni suo fedele collaboratore, ma stavolta non è riuscito a salvare l’amico. Teme adesso un diluvio di informazioni contro i suoi ministri, in una manovra diretta da menti diaboliche che lascerebbero filtrare informazioni contro i suoi uomini (e donne) con lo scopo di rovesciare il governo.

I suoi principali alleati sembrano scettici nei confronti di questo teorema. Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha dichiarato che non crede alle cospirazioni e che l’esecutivo “ha bisogno di difendere con fermezza la legalità”. Anche Umberto Bossi, leader della Lega Nord, ha chiuso l´argomento dicendo che “i giudici stanno facendo il loro lavoro”.

Ma la previsione di Berlusconi sugli scandali che fioccano uno dietro l’altro è stata confermata. Il nuovo caso riguarda Denis Verdini, deputato e coordinatore nazionale del Pdl, che è indagato per corruzione a Roma. Secondo la magistratura Verdini guidava un “comitato d’affari” che si spartiva illecitamente contratti pubblici nel settore dell’energia eolica in Sardegna.I media nazionali annunciano che fatalmente il governo imploderà approdando ad elezioni anticipate. Ma nessuno dei protagonisti della vita politica sembra interessato ad una nuova chiamata alle urne tre anni prima della fine del mandato parlamentare. Berlusconi teme che il suo partito perda voti a favore degli alleati della Lega Nord; la Lega Nord preferisce aspettare ancora un po’ per incassare almeno una riforma federalista prima delle nuove elezioni; il nemico-amico Fini sa che è ancora presto per proporsi come nuovo leader della destra italiana. E l’opposizione di sinistra ha una sola certezza: il fatto che incasserà una nuova sconfitta elettorale.

[Articolo originale "Cercado de escândalos, Silvio Berlusconi ainda é popular" di Vera Gonçalves de Araújo]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 27-05-2010, 15:34   #929
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
In piedi per l’ultimo addio!
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9519 Germania
Quote:
[Frankfurter Allgemeine Zeitung]

Berlusconi la chiama riforma, ma per molti teatri italiani non è altro che il bacio della morte. Da anni l’Italia lavora a una riforma del settore operistico. Ora il governo ha varato un nuovo decreto di tagli.

“Addio” è una delle parole-chiave del melodramma italiano. Ci sono capolavori del genere, come “Il ballo in maschera” di Giuseppe Verdi, in cui il saluto di commiato risuona minaccioso sin dall’inizio, per scandire ritmicamente sino alla fine la morte degli eroi-amanti. In questo senso il lungo finale dell’opera italiana nella sua madrepatria è una messa in scena tipica per il genere. Da un paio di decenni buoni, ministri, manager culturali, direttori, sindaci e sindacalisti lavorano a una riforma del settore operistico. Il paziente, la cui malattia è innegabile, è sopravvissuto a più riprese a sempre nuovi trattamenti traumatici. Ma ora lo minaccia un decreto del Ministro della Cultura Sandro Bondi, regolarmente sottoscritto dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che potrebbe dare il colpo di grazia. D’ora in avanti dei circa 340 milioni di euro del Fondo per la Musica e il Teatro “FUS” si dovrebbe risparmiare circa un terzo.

Il decreto tra l’altro mette l’intero settore in una sorta di amministrazione controllata: per almeno due anni vi sarà un congelamento delle assunzioni nei teatri d’opera, delle attività accessorie a scopo di lucro e sono vietate da questo momento anche le indennità di musicisti dipendenti, come pure le tariffe dei teatri. I direttori ora ricevono maggiori sovvenzioni se viene incassato denaro attraverso le sponsorizzazioni in egual quantità. I tagli radicali non riguardano però tutti i teatri allo stesso modo. La partecipazione di città e regione è diversa a seconda dell’efficacia pubblicitaria.

La Scala di Milano ad esempio, nella ricca città industriale, riesce a coprire il suo bilancio per circa il sessanta per cento, mentre l’indigente Cagliari, in Sardegna, in cui da anni raramente si tengono a battesimo opere tedesche, non dispone di tali fondi. A volte città e regione danno di più, come ad esempio nel territorio natio di Giuseppe Verdi intorno a Parma. A volte, come nella città di confine di Trieste, non c’è proprio hinterland e neppure alcuna cooperazione transnazionale.

Non c’è spazio per il nuovo

Indubbiamente il decreto Bondi ha messo in luce quanto sia radicalmente fallita la riforma degli anni Novanta, nell’ambito della quale tutte le istituzioni sono state trasformate in fondazioni di diritto pubblico con ampia autonomia. Come ambasciatore dell’”italianità” invece di investire cospicue somme di danaro, di attirare schiere di visitatori dal paese e dall’estero e sostenersi quasi automamente, proprio per i teatri dell’Opera meno prestigiosi, ma non per questo da sottovalutare, come quelli di Catania, Genova e Bologna è iniziata una vita di stenti. Lo Stato si era sottratto con una mossa grandiosa alle sue responsabilità di finanziamento, spacciandolo come un atto di liberazione dal paternalismo burocratico. Tra i potenti e spesso irrimediabilmente frammentati sindacati e la necessità di fare cassa, la possibilità di nuove produzioni per molti direttori era rimasta fortemente limitata. Già negli ultimi due anni teatri come Napoli, Genova e persino Roma, la cui Opera sta attraversando un’agonia senza fine, sono stati messi sotto commissariamento ministeriale obbligatorio. Nellla diabolica spirale della carenza di rappresentazioni, personale sempre più rabbioso e sempre meno sovvenzioni minacciano di schiacciare l’istituzione.

Si auspicano segnali dalla politica

A Venezia, però, il direttore artistico Fortunato Ortombina potrebbe portare avanti la guida del Teatro La Fenice, la ben nota impresa che possiede comunque un’enorme potenziale di crescita. Nonostante una riduzione di un terzo delle sovvenzioni nella scorsa stagione si è potuto aumentare attraverso frequenti repliche e coproduzioni meno costose il numero di spettacoli di oltre il trenta per cento. Ma a un certo punto vi sono dei limiti anche a queste razionalizzazioni, se non si vuole arrivare alla morte del teatro dell’ Operetta a bastonate.

Ortombina sottolinea quanto sia triste ogni produzione fallita per uno sciopero, perché così si perdono soldi e prestigio. Ma al tempo stesso si augura – proprio nel corso delle prove per il “Don Giovanni” di Mozart – che la politica nazionale mandi un segnale, infatti poi prosegue: “Forse possiamo risparmiare ancora qualcosa per salvare la nostra prossima stagione. Ma al momento non sappiamo ancora di quali risorse disporremo tra due anni”, dice.

I dipendenti usurpati del loro diritto agli straordinari, ai salari e alle indennità ora stanno come a Milano, dove l’Opera viene simbolicamente trasportata in una bara verso il sepolcro, i lavoratori si radunano pensosi per la strada o dove hanno tappezzato il teatro di annunci funebri – come già così spesso è accaduto negli ultimi anni. Il Maggio Musicale Fiorentino per il momento va in scena; si è scioperato anche a Roma e Torino. Che gli artisti riescano in questo modo a indebolire la radicata sfiducia dei politici nei confronti della cultura elevata?

Berlusconi ama il Boulevard

La Scala di Milano. Da quasi due decenni il governo sta lavorando a una riforma dell’azienda operistica. Lo stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi da sempre e in modo ostentato non segue le lussuose aperture di stagione al Teatro della Scala il giorno di S. Ambrogio, mentre preferisce frequentare teatri minori, dove ha conosciuto la sua futura ex-moglie.

Un sottosegretario ha già freddamente puntualizzato che nei momenti difficili i teatri d’Opera possono essere tranquillamente chiusi. E il ministro della cultura Sandro Bondi e il suo collega, il guru dell’efficienza Renato Brunetta, si fanno beffe, com’è noto, della gente sottoutilizzata, strapagata e anche dei musicisti d’orchestra prepensionati e si lamentano, per una volta non a torto, degli esorbitanti compensi delle star del palco, della regia e del canto. Evidentemente la classe dominante di Berlusconi, sotto le pressioni della destra populista Lega Nord che prima delle elezioni si è mossa contro gli artisti stranieri e la regia moderna, vede nei teatri lirici un settore di risparmio ideale.

Sebbene la gran parte degli amici della “Lirica” con gusto conservatore per compositori come Rossini, Verdi e Puccini sia da ascrivere al proprio elettorato, si toglie a una borghesia sempre più in maniche di camicia il costoso giocattolo di lusso della platea nazionale, nella chiara e ferma convinzione che per poche rappresentazioni estive all’Arena di Verona o in altri templi all’aperto non vi sia bisogno di sedi permanenti sovvenzionate. L’Italia non è forse campione dell’ improvvisazione? Allora i musicisti e cantanti devono solo dimostrare fantasia e produrre a prezzi meno cari.

Le fiere officine della musica in miseria

Circolano addirittura voci che il governo italiano abbia intenzione di impoverire sistematicamente il vecchio sistema per poter alla fine ricominciare da zero senza l’intralcio dei privilegi di sindacati, di funzionari di sinistra e con l’ausilio della tecnologia orrendamente dilagante. Potrebbe stupire come in un paese con teatri di tradizione meno cari ma anche poco attivi, da Pisa fino a Bari, da Napoli fino ad Ancona mettano in luce che dal nulla non si produce nulla. Perché assieme ai teatri d’opera è da tempo andata in rovina anche la cultura musicale italiana, un tempo fiera, delle scuole di musica, dei conservatori, delle orchestre private, dei festival, come denuncia da anni Riccardo Muti. Proprio nella madrepatria della musica le orgogliose fucine dell’opera oscillano tra gli sprechi strutturali di risorse finanziarie e la miseria assoluta, tra l’irrinunciabile obbiettivo di esigenza estetica e un tedioso conservatorismo per un pubblico anziano.

Le azioni di protesta allontanano gli spettatori

La costosa opera lirica svolge ancora una funzione sociale nel luogo in cui è stata inventata poco più di quattrocento anni fa? Ha ancora un effetto estetico importante per la prossima generazione? Una società stregata dalla televisione e da internet può farcela senza l’Opera? Sono questi i temi di un dibattito che ora prosegue sui giornali italiani, almeno provvisoriamente, sotto la pressione del decreto di tagli, ma che viene comunque seguito solo da un pubblico assolutamente marginale. Questa settimana si è visto a “La Scala” che, anche sotto l’influenza del direttore artistico Stephane Lissner, i ricorrenti scioperi allontanano la clientela ricca e i turisti paganti. Di fronte alle proteste gridate e alle azioni di solidarietà, succede sempre più spesso che i berlusconiani dalle logge più costose disapprovino gridando ai musicisti: “Finalmente andate a lavorare!” Perché la consapevolezza cresca, le due prove generali per “L’Oro del Reno” di Wagner si sono tenute gratuitamente “per la città” . E’ un tentativo disperato di far prendere a cuore alla collettività il valore rimasto. Il ciclo milanese di Wagner è un simbolo della crisi del sistema, perché la sua conclusione è prevista solo per l’anno 2013. Resta da vedere con quale stato d’animo l ‘Opera come istituzione vivrà questo “Crepuscolo degli Dei” italiano.

[Articolo originale "Auf zum letzten Addio!" di Dirk Schümer]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 27-05-2010, 15:39   #930
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Dimissioni di un politico italiano implicato in uno scandalo di corruzione
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9508 Francia
Quote:
[Le Monde]

Il Corrispondente da Roma.
Martedì 4 maggio il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, sopraffatto dallo scandalo, ha gettato la spugna. Questi avrebbe pagato il suo appartamento con i soldi di Diego Anemone, un imprenditore arrestato per corruzione. Annunciando le sue dimissioni, Scajola ha argomentato dicendo che qualcuno ha versato i soldi dell’acquisto “a sua insaputa”. Una linea di difesa che ha fatto la felicità dei programmi comici di tutta la serata.

A Luglio 2004 Scajola diventò proprietario di un appartamento di 180 m2 con vista panoramica sul Colosseo. Il tutto per 610.000 euro, come dichiarato davanti al notaio, afferma il ministro. Impossibile, rispondono gli esperti, tenendo conto dei prezzi della capitale. Per gli inquirenti, avrebbe aggiunto 900.000 euro in nero, il che è prassi in Italia per pagare meno tasse. Eppure, la somma ha lasciato tracce imbarazzanti sotto forma di 80 assegni prelevati dal conto di Anemone ed emessi a nome dei rivenditori. In questo genere di situazioni si tende a evitare le somme superiori a 12.500 euro, che vengono segnalate d’ufficio all’ufficio anti-riciclaggio.

Appalti pubblici succulenti

Secondo gli inquirenti Claudio Scajola, all’epoca ministro per l’Attuazione del programma del governo Berlusconi, è uno dei beneficiari del sistema di corruzione messo a punto da un gruppo di imprenditori e di funzionari. In cambio dell’attribuzione di succulenti appalti pubblici, offrivano ai politici dei favori che potevano tornargli utili. Favori sotto forma di aiuti per l’acquisto di appartamenti, di realizzazione di lavori privati o anche di prestazioni sessuali.

Tutto è partito da un’inchiesta sui lavori per il G8 dell’anno scorso che, prima di essere spostati in Abruzzo, dovevano tenersi sull’isola La Maddalena, in Sardegna. Tra l’altro a febbraio, lo scandalo è scoppiato con l’arresto dell’imprenditore Diego Anemone, colui che pagò l’appartamento del ministro.

Fin qui, Silvio Berlusconi aveva reagito tacciando l’inchiesta di essere una “manovra” contro il suo governo, orchestrata da magistrati “rossi”. Stesso genere di difesa per Scajola, all’inizio dello scandalo. Successivamente, in seguito alle rivelazioni, il ministro è apparso indifendibile anche agli occhi del presidente del Consiglio a cui è molto vicino. Uomo potente di Forza Italia, Scajola era diventato ministro dell’Interno nel 2001.

L’anno dopo, Silvio Berlusconi aveva dovuto disfarsene a causa di un altro scandalo. In carica di ministro dell’Interno, Claudio Scajola aveva soppresso la scorta di Marco Biagi, consigliere del Ministero del Lavoro. Malgrado il fatto che Biagi, in seguito, fosse stato assassinato dalle Brigate Rosse, questo non ha impedito a Scajola di parlare della vittima come di un “rompi cog…”.

Silvio Berlusconi ci ha dato un taglio. Il suo governo rischiava di impantanarsi in una difesa difficile. E anche se dopo le dimissioni di Claudio Scajola, il Cavaliere si è premurato di definirlo come “un ministro con il senso dello Stato”, il pericolo non è stato tuttavia evitato. Per Pierluigi Bersani, segretario del Partito Democratico (PD), principale forza dell’opposizione, l’affare Scajola è un “colpo per il governo”.

[Articolo originale "Démission d'un ministre italien impliqué dans un scandale de corruption " di Salvatore Aloïse]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 29-05-2010, 19:28   #931
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Chi lotta contro la mafia in Italia teme la legge sulle intercettazioni
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9530 USA
Quote:
[cbsnews]

ROMA – I PM italiani che si occupano di criminalità organizzata hanno ricevuto venerdì scorso l’appoggio da parte di un funzionario di primo piano del sistema giudiziario americano nell’ambito della campagna contro una legge studiata dal governo Berlusconi per rafforzare drasticamente limiti alle intercettazioni.

L’assistente procuratore generale Lanny Breuer, responsabile della divisione criminale del Dipartimento di Giustizia, non ha voluto commentare direttamente la legge, ora in parlamento, che limiterebbe fortememente l’uso delle intercettazioni comprese quelle telefoniche e di videosorveglianza, e che inasprirebbe le multe per la pubblicazione stesse provenienti da indagini in corso.

Tuttavia, Breuer ha aggiunto che i pubblici ministeri americani non vogliono che sia fatto nulla che possa limitare il flusso di quelle che ha definito informazioni “straordinariamente utili” provenienti dai pubblici ministeri italiani che si occupano di crimine organizzato. Incalzato dai giornalisti sulla proposta di legge, Breuer ha affermato che gli americani sperano di “ricevere ancora le stesse preziose informazioni” che gli investigatori del crimine organizzato condividono regolarmente con le loro controparti negli Stati Uniti.

“Da un punto di vista di pubblico ministero, non vogliamo che succeda nulla” che possa ostacolare gli italiani dal fare il proprio lavoro nel combattere il crimine organizzato, ha affermato Breuer. Ha definito le intercettazioni “una parte essenziale” di tali indagini.

I PM siciliani ritengono che la legge renderebbe quasi impossibile catturare mafiosi latitanti o scoprire i loro crimini. I politici critici verso Berlusconi sostengono che il magnate dei media, i cui affari hanno portato a diverse indagini per corruzione e altri reati contro di lui, stia curando i propri interessi. Il premier, che nega ogni accusa, afferma che vuole di volere la legge per proteggere la privacy di tutti i cittadini.

Il Ministro della Giustizia italiana, Angelino Alfano, nella serata di venerdì ha rilasciato un comunicato di risposta ai commenti di Breuer, affermando che la collaborazione giudiziaria con Washington è “eccellente” e fruttuosa. Ha inoltre sottolineato il fatto che Breuer si fosse rifiutato di commentare direttamente il disegno di legge. “C’è pieno accordo con Washington sulle modalità e sugli obiettivi della cooperazione contro il crimine organizzato, com’è evidenziato dai numerosi contatti e incontri a tutti i livelli fra i due paesi” ha dichiarato Alfano.

[Articolo originale "Italy's Anti-Mafia Fighters Fear Wiretap Bill" di AP]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-06-2010, 15:44   #932
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Nuova legge su misura in Italia
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9597 Svezia
Quote:
[Svenska Dagbladet]

Giovedì il Senato italiano, dominato dalla coalizione del primo ministro Silvio Berlusconi, ha approvato un criticato disegno di legge sulla restrizione dell’uso delle intercettazioni nelle indagini.

La maggior parte dei membri dell’opposizione ha boicottato la votazione sul ddl, che deve essere approvato anche dalla Camera e firmato dal Presidente della Repubblica prima di entrare in vigore.

Il Governo dichiara che la legge è necessaria per proteggere la vita privata e si riferisce alle ricorrenti fughe di notizie sui media riguardo le intercettazioni, di cui lo stesso Berlusconi è stato vittima.

Le restrizioni non si applicano alle indagini di mafia e terrorismo.

L’opposizione accusa il Governo di voler mettere un bavaglio ai media e nascondere gli scandali di corruzione ai vertici della società.

[Articolo originale "Ny skräddarsydd lag i Italien"]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 11-06-2010, 21:56   #933
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
La minaccia alla libertà di stampa in Italia è un problema per l’intera Europa
Maggio 2010 http://italiadallestero.info/archives/9594 Gran Bretagna
Quote:
[The Guardian]

L’Euro non è la sola questione spinosa dell’Europa: c’è anche la fondamentale libertà di stampa. C’è il disegno di legge che deve passare al vaglio del Senato italiano questa settimana.

Niente più resoconti su indagini prima che il processo abbia inizio (anche se il processo durasse per anni). Niente più registrazioni o fotografie di alcuna persona, nemmeno di boss mafiosi, a meno che il soggetto non dia il consenso. Soltanto i membri dell’”Ordine Nazionale dei Giornalisti” approvato dallo Stato potranno registrare o filmare. Multe che sfiorano il mezzo milione di euro per i trasgressori, 20.000 euro per ogni giornalista che contravviene.

E’ un crudele insulto a tutto ciò che può esser chiamato libertà di stampa in una democrazia che funziona solo a metà. Forse, una squallida dittatura da Terzo Mondo chiamata Berlusconia: ma questa è l’Europa, la nostra Europa.

[Articolo originale "Threat to press freedom in Italy is problem for Europe, too" di Peter Preston]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 24-06-2010, 12:42   #934
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Il responsabile per la libertà di stampa dell’OCSE invita l’Italia a modificare il disegno di legge sulle intercettazioni
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9656 Austria
Quote:
[OCSE]

VIENNA – Oggi il responsabile OCSE per la libertà dei media Dunja Mijatovic si è rivolta all’Italia affiché rinunci al disegno di legge sulla sorveglianza elettronica – conosciuto come ‘legge sulle intercettazioni’ – sostenuto dal governo italiano, o a modificarlo per introdurre emendamenti che siano in linea con gli standard internazionali sulla libertà di espressione e con le raccomandazioni dell’OCSE.

Il 10 giugno il Senato italiano ha approvato il disegno di legge in materia di intercettazioni elettroniche (legge n. 1611) con un voto controverso che è stato boicottato dai senatori dell’opposizione. “Sono preoccupata per il fatto che che il Senato abbia approvato una legge che potrebbe seriamente ostacolare il giornalismo investigativo in Italia, nonostante i diversi avvertimenti da parte del mio ufficio. Ciò evidenzia una tendenza a criminalizzare il lavoro giornalistico” ha affermato la Mijatovic.

“I giornalisti devono essere liberi di parlare di tutti i casi di pubblico interesse e devono essere liberi di scegliere come condurre un’indagine responsabile. Il disegno di legge nella sua formulazione attuale contraddice le raccomandazioni dell’OCSE, specialmente nella misura in cui proibisce l’uso di alcune fonti confidenziali e alcuni materiali che possono essere necessari per indagini giornalistiche significative al servizio della democrazia,” ha aggiunto Mijatovic.

Secondo Mijatovic, tra gli emendamenti problematici introdotti dal disegno di legge vi sono:

* Gravi restrizioni alla pubblicazione di documenti relativi a procedimenti giudiziari o indagini di polizia prima dell’inizio di un processo;

* L’introduzione di multe fino a 450.000 euro per gli editori e 30 giorni di carcere e una multa fino a 10.000 euro per i giornalisti che pubblicano intercettazioni trapelate prima dell’inizio di un processo;

* La possibilità di pena detentiva per chiunque non sia un “giornalista professionista” e che registri o filmi una persona senza previo consenso.

Il disegno di legge deve ancora essere approvato dalla Camera dei Deputati e firmato dal Presidente prima di diventare legge.

[Articolo originale "OSCE media freedom representative urges Italy to amend bill on electronic surveillance"]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 30-06-2010, 21:22   #935
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Mafia, Stato e 007
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9686 Brasile
Quote:
[Carta Capital]

Ora c’è la certezza che gli attentati del 1992 e ´93 non furono opera esclusiva della criminalità organizzata siciliana

Il fantasma dell´ex mafioso Tommaso Buscetta è tornato ad aleggiare sul Bel paese. Buscetta raccontò le connessioni della mafia con la politica e gli 007 dei servizi segreti. E usò il termine “entità” per designare un gruppo di potenti personaggi della vita politica-istituzionale che muoveva i fili dei boss mafiosi. Al momento, come ha ammesso il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, nuove prove mostrano che tale “entità esiste”. Peggio, è imminente per lo sforzo concentrato del governo del premier Silvio Berlusconi di ottenere l´approvazione di un progetto di legge che mette fine all´indipendenza del Pubblico Ministero e lo sottomette al controllo di un consiglio formato da parlamentari.

Il presidente italiano Giorgio Napolitano vuole che tutto sia chiarito: “Appoggio massimo alle indagini riaperte e che cercano di chiarire gli aspetti ancora oscuri di quel drammatico periodo”. Napolitano si riferisce agli anni 1992-1993 quando la mafia dichiarò guerra allo Stato, uccise in attentati dinamitardi i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (1992) e fece esplodere bombe a Firenze, Milano e Roma, ferendo e uccidendo civili innocenti (1993).

Un altro collaboratore di giustizia, Gaspare Spatuzza, ha parlato dell’accordo stipulato con Cosa Nostra tramite l´intervento di Berlusconi e del senatore siciliano Marcello Dell’Utri, già condannato per associazione mafiosa e in attesa dell´esito del ricorso alla Corte di Cassazione. Spatuzza ha affermato che fu siglata una “pace mafiosa” in cambio dell´impunità e della continuazione degli affari illeciti e dei consueti favori. Antonino Giuffrè, chiamato il Buscetta del 2002, confermò la mediazione.

Dopo il suo arresto nel 1997, Spatuzza è diventato credente. Ne ha tratto la conclusione che non può servire Dio e la mafia, e ha iniziato la collaborazione solo nel 2008. Ha raccontato del fallito attentato dinamitardo all´affollato stadio Olimpico di Roma il 23 gennaio 1994. Inoltre Spatuzza ha dichiarato che al bar Doney, in Via Veneto a Roma, incontrò il suo capo Giuseppe Graviano della famiglia mafiosa di Brancaccio (Palermo). In quell´occasione Graviano lo mise a parte della conclusione del vantaggioso accordo con lo Stato italiano mediato da Berlusconi e DellÚtri e mirato a mettere fine agli attentati di Cosa Nostra.

Graviano, 46 anni, arrestato nel gennaio 1994, è condannato per l´attentato di Firenze, che causò la morte di cinque civili innocenti, e per l´assassinio del parroco antimafia Pino Puglisi. Al processo Graviano non ha confermato l´incontro, ma ha creato il mistero: “Sono felice del fatto che Spatuzza abbia incontrato la pace interiore”. La perizia ha dimostrato, tramite il registro del segnale telefonico, che il cellulare di Spatuzza si trovava nel bar Doney nel giorno indicato. Ma il governo ora si vendica del loquace collaboratore di giustizia e gli nega il programma di protezione, un fatto inedito nella lotta antimafia.

Un´altra stoccata è partita da Massimo Ciancimino, figlio e segretario di don Vito, il sindaco mafioso di Palermo. Il partito Forza Italia, fondato da Berlusconi e Dell´Utri nacque, secondo Ciancimino “junior”, dall´accordo tra la mafia e la coppia di fondatori. Ciancimino junior fu informato da suo padre dell´impiego di denaro sporco mafioso a Milano 2, un mega investimento immobiliare di Berlusconi. Dopo gli attentati e le tragedie, Ciancimino junior ha riferito che don Vito aveva inviato un biglietto (il papello) contenente le richieste di Totò Riina, capo dei capi della mafia, per siglare l´accordo di pace tra l´organizzazione criminale e lo Stato italiano. L´accordo vendicava, e secondo Ciancimino, favoriva Forza Italia, Berlusconi e Dell´Utri, considerato il successore dell´eurodeputato Salvo Lima, un uomo di Andreotti che fu ucciso a colpi di pistola. Andreotti fu sette volte primo ministro e condannato in via definitiva per associazione mafiosa, reato di cui venne riconosciuta la prescrizione.

Dell´Utri, già definitivamente condannato a due anni di reclusione per false fatturazioni e altre frodi fiscali, ha ammesso, nel processo penale, di aver raccomandato l´amico Vittorio Mangano affinché si occupasse dei numerosi cavalli di razza nella villa di Berlusconi. Ma in tribunale Berlusconi ha affermato che il suo desiderio di allevare cavalli non si è mai realizzato. Quindi uno dei due ha mentito nel processo. A riguardo di Mangano, si trattava di un mafioso di primo piano, affiliato alla famiglia di Porta Nova, alla quale apparteneva Buscetta. Mangano era specializzato in traffico di droga, estorsione e sequestro di persona.

Il 23 maggio, in occasione del 18º anniversario della morte di Falcone, un nuovo fatto è venuto alla luce. Riguarda il fallito attentato contro Falcone all´Addaura (Caltanissetta) nel 1989, con 58 candelotti di dinamite. Solo adesso si è saputo del coinvolgimento di due agenti dei servizi segreti, Nino Agostino e Emanuele Piazza. Questi agenti, testimoni scomodi, furono assassinati il giorno dopo la scoperta della dinamite.

In questo nuovo quadro, il procuratore nazionale Piero Grasso vuole la ricerca della verità: “Adesso abbiamo la certezza che a pianificare quei tragici attentati non fu solo la mafia”.

[Articolo originale "Máfia, Estado e 007" di Wálter Maierovitch]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 01-07-2010, 20:56   #936
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Una legge contro la stampa in Italia
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9694 Argentina
Quote:
[Clarin]

L’approvazione in Italia di una legge che impedisce ai mezzi di informazione di pubblicare le indagini giudiziarie e che riduce la facoltà dei giudici di indagare su casi di corruzione, segna una ferita profonda alla libertà e un blocco del funzionamento della Giustizia come potere repubblicano.

La cosiddetta “legge bavaglio” voluta dal governo di Silvio Berlusconi impone sanzioni che includono il carcere e pesanti multe ai giornalisti e agli editori che pubblicano contenuti di intercettazioni telefoniche. Analogamente limita il potere dei magistrati di disporre intercettazioni telefoniche e proibisce loro di rilasciare dichiarazioni sui processi in corso.

In questo modo il governo di Berlusconi cerca di nascondersi con un velo di indennità dinnanzi alla società e all’opinione pubblica: sotto questo velo le denunce di corruzione possono essere considerate reato, mentre la corruzione stessa sfugge alla Giustizia. La ragione ufficiale è la tutela del diritto alla privacy e la necessità di evitare abusi giudiziari.

Tuttavia la conseguenza di una legislazione di questa natura è l’impatto sui principii fondamentali del sistema repubblicano e democratico. Il primo è il diritto dei cittadini ad essere informati sulle questioni pubbliche. Il secondo, l’esistenza di giudici indipendenti che possono indagare, portare alla luce e sanzionare gli atti di corruzione.

La “legge bavaglio” voluta da Berlusconi per evitare che si indaghi su fatti di corruzione, mostra una concezione autoritaria del potere che trascende paesi e ideologie.

[Articolo originale "Una ley contra la prensa en Italia"]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 04-07-2010, 19:43   #937
atinvidia284
Senior Member
 
L'Avatar di atinvidia284
 
Iscritto dal: Sep 2007
Città: Naples
Messaggi: 523
Il nuovo ministro di Berlusconi crea indignazione
Giugno 2010 http://italiadallestero.info/archives/9697 Svizzera
Quote:
[Der Bund]

Il ministro Aldo Brancher, nominato dal premier Berlusconi, è in carica solo da pochi giorni e ha già causato le proteste della pubblica opinione.

Dieci giorni dopo la nomina a ministro, Brancher ha dichiarato che vorrebbe approfittare di una legge varata da poco, che concede ai componenti del governo italiano l’immunità dai processi. In base a questa legge, Berlusconi e i ministri del suo gabinetto non dovrebbero presentarsi in tribunale, se si può giustificare la loro assenza con l’esercizio delle proprie funzioni. Attualmente a carico del 67enne ministro si sta svolgendo un processo per ricettazione, associato allo scandalo della banca Antonveneta.

Brancher sarebbe dovuto comparire davanti al tribunale sabato scorso. I suoi avvocati hanno tuttavia presentato istanza di rinvio, in riferimento alle funzioni ai suoi impegni istitutuzionali. Egli dovrebbe fare pratica della sua nuova carica e non avrebbe tempo per l’udienza. Ciò ha provocato nelle file dell’opposizione una fortissima indignazione. Anche il Presidente della Repubblica si è espresso criticamente riguardo al comportamento di Brancher.

Dopo le feroci proteste anche nel proprio partito il ministro per l’attuazione del federalismo ha dovuto fare un passo indietro ed acconsentire a comparire in futuro in tribunale. Brancher si è dichiarato vittima di una campagna mediatica. Il capo del governo Berlusconi ha tentato di smorzare le polemiche: si è trattato solo di una bazzecola. Brancher è stato in detenzione preventiva alcuni mesi negli anni 90, in conseguenza al suo coinvolgimento nello scandalo esploso a seguito della manovra anti corruzione. Fu poi prosciolto dall’accusa di corruzione a causa della prescrizione del reato commesso. Da anni, Bracher fa parte dell’entourage di Berlusconi.

[Articolo originale "Berlusconis neuer Minister sorgt für Empörung"]
atinvidia284 è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
 Rispondi


Ghost of Tsushima Director's Cut PC: il porting superbo di un gioco magnifico Ghost of Tsushima Director's Cut PC: il porting ...
Robot tagliaerba Navimow i105E in prova: GPS e videocamera per un prato perfetto Robot tagliaerba Navimow i105E in prova: GPS e v...
Xiaomi 14 e Xiaomi 14 Ultra: sono davvero macchine fotografiche 5G? Xiaomi 14 e Xiaomi 14 Ultra: sono davvero macchi...
Corsair One i500: un PC gaming potente che può stare anche in salotto Corsair One i500: un PC gaming potente che pu&og...
realme 12X 5G: ottimo compromesso a meno di 200 euro realme 12X 5G: ottimo compromesso a meno di 200 ...
Sigma 28-45mm F1.8 DG DN: zoom super lum...
HP mostra un concetto di monitor Micro L...
Netflix smetterà di funzionare su...
Copilot+: annunciati nuovi modelli delle...
European Hardware Awards, annunciati tut...
iPhone 16 Pro e Pro max avranno le 'corn...
Temu verso normative più restritt...
Al via l'Ecobonus 2024. Ecco come contro...
Gli smartphone più potenti a magg...
Live Nation Entertainment conferma un fu...
Abbiamo visto ASUS ROG Zehyrus G16 al Co...
ROG RAPTURE GT-BE19000: Asus presenta il...
Questo portatile HP è un mostro: ...
OVHcloud apre la sua prima Public Cloud ...
Il dominio della prossima generazione di...
Chromium
GPU-Z
OCCT
LibreOffice Portable
Opera One Portable
Opera One 106
CCleaner Portable
CCleaner Standard
Cpu-Z
Driver NVIDIA GeForce 546.65 WHQL
SmartFTP
Trillian
Google Chrome Portable
Google Chrome 120
VirtualBox
Tutti gli articoli Tutte le news Tutti i download

Strumenti

Regole
Non Puoi aprire nuove discussioni
Non Puoi rispondere ai messaggi
Non Puoi allegare file
Non Puoi modificare i tuoi messaggi

Il codice vB è On
Le Faccine sono On
Il codice [IMG] è On
Il codice HTML è Off
Vai al Forum


Tutti gli orari sono GMT +1. Ora sono le: 15:19.


Powered by vBulletin® Version 3.6.4
Copyright ©2000 - 2024, Jelsoft Enterprises Ltd.
Served by www3v