View Full Version : [JAZZ] I dischi e gli artisti fondamentali
ominiverdi
06-08-2003, 23:10
ultimamente apprezzo questo tipo di musica (oltre che chillout)
a chi piace?
chi mi consiglia su artisti che meritano ?
thanx
Acid Queen
06-08-2003, 23:14
a me!
Se ti piace il pianoforte ti consiglio Brad Mehldau, sia da solista che con il suo trio. Altrimenti, l'intramontabile Keith Jarrett.
Un magnifico bassista jazz è Marcus Miller.
ominiverdi
06-08-2003, 23:16
Originariamente inviato da Acid Queen
a me!
Se ti piace il pianoforte ti consiglio Brad Mehldau, sia da solista che con il suo trio. Altrimenti, l'intramontabile Keith Jarrett.
Un magnifico bassista jazz è Marcus Miller.
prendo nota , grazie :) ;)
sono neofita e non conosco i vari artisti... mi limito a scaricare mp3 free da siti web o ascolto montecarlo :D
iniziero' a farmi una cultura un po' alla volta :p
Adoro questo genere,ma preferisco lasciare ad adric la lunga lista di acquisti (OBBLIGATI!).Incomincia a risparmiare,e vale la pena
Salve a tutti :)
Per chi inizia da zero col jazz consiglio innanzitutto due libri essenziali:
JOACHIM ERNST BERENDT: IL NUOVO LIBRO DEL JAZZ (anche non ultima edizione, purche' sia dopo il 1981)
ARRIGO POLILLO: JAZZ
Il primo libro e' il migliore come introduzione ai vari stili e correnti del jazz, nonche' alla storia dei vari strumenti. Con la sua struttura a capitoli puo' essere letto anche a partire dall'ultimo, senza problemi di comprensione. E' anche utilissimo come manuale di consultazione al volo. Il secondo libro (che andrebbe letto comunque DOPO il primo) e' una esaudiente storia del j. con particolare attenzione al contesto sociale, culturale ed economico, scritta dal piu' grande critico italiano di sempre del settore.
Il j. e' vastissimo; piu' di un secolo. Si va dal ragtime del 1890 per arrivare ai giorni nostri; non c'e' una data o una citta' precisa in cui e' nato il j. (non c'era solo New Orleans per capirci).
Usualmente il j. lo si distingue a grandi linee in:
- Tradizionale
- Moderno
- Contemporaneo.
Il j. moderno nasce con la nascita del bebop al Minton di New York nel periodo di sciopero dell'industria discografica (1942-43). La distinzione tra j. moderno e contemporaneo e' molto piu' sfumata. In genere ci si riferisce alle incisioni dal 1970 in poi (ma talvolta si parte dal 1968 o dal 1980).
Tradizionale, moderno e contemporaneo convivono tuttora e si suddividono ciascuno in numerose sottocorrenti.
Attenzione che per j. classico s'intende ormai anche buona parte del j. moderno (Parker e Gillespie hanno creato il j. moderno 60 anni fa) e non solo il j. tradizionale, come erroneamente talvolta si ritiene. Si parla infatti a tal proposito di "mainstream" (o filone principale.)
A prescindere dai propri gusti come primo approccio al j. consiglio dischi di j. moderno (essenzialmente dei filoni hardbop e soul-jazz) del periodo tra il 1955 e il 1969, il periodo più fertile e differenziato della storia del j. In seguito si può per gradi passare anche ad altri stili più ostici all'ascolto immediato come le diverse correnti del j. tradizionale, il Free Jazz, il Third Stream o le ultime tendenze piu' etniche (che spesso sono ai confini del j.)
Il j. per i primi sessant'anni e' stato un fenomeno quasi esclusivamente nordamericano. Accostandosi al j. e' bene tenere presente che quasi tutti i jazzisti fondamentali sono statunitensi (o canadesi). Pertanto jazzisti italiani come Rava, Trovesi, Fresu, Di Battista e altri molto spinti dai media nostrani andrebbero ascoltati solo dopo centinaia di altri artisti. E comunque dei maggiori jazzisti italiani di sempre (Basso, Valdambrini, Cuppini, Pieranunzi, Gaslini e Urbani) oggi se ne parla poco, meno di dieci anni fa.
In Europa poi il j. scandinavo, e quelli tedesco, francese, belga e inglese hanno maggiore importanza di quello italiano. Anche Polonia e Cecoslovacchia hanno espresso dei musicisti di rilevanza artistica maggiore rispetto all'Italia. Al contrario, nel j. statunitense sono soprattutto tre i gruppi etnici di maggiore importanza da sempre: afroamericani, ebrei e italoamericani. Riguardo questi ultimi, musicisti come Joe Venuti, Eddie Lang, Lennie Tristano, Frank Rosolino, George Wallington, Dado Marmarosa, Pete Rugolo, Buddy De Franco, Carl Fontana, Charlie Mariano, Charlie Ventura, Joe Pass, Phil Urso, Joe Morello, Scott LaFaro, Chick Corea, Al DiMeola e Joe Farrell sono assai importanti, ben piu' di qualsiasi jazzista italiano; ma ce ne sono molti altri rilevanti.
Pensando di fare cosa gradita elenco una serie di liste di registrazioni essenziali, spesso molto differenti in non pochi titoli:
Tematico (per stile; la lista è su pià di una pagina, seguire i link)
http://web.archive.org/web/20010101-20051231re_/http://www.allaboutjazz.com/library/
www.jazzonln.com/jazz101.asp
In ordine cronologico:
http://web.archive.org/web/20010101-20050101re_/http://people.qualcomm.com/determan/Jazz.html
http://web.archive.org/web/20010101-20051201re_/www.cootiesjazz.com/alldiscs.htm
Con foto
www.themusicresource.com/scripts/tab.asp?tab=3 c/foto
www.geocities.com/adoleon2000/100discos.htm
http://web.archive.org/web/20010101000000-20051231235959/http://www.allaboutjazz.com/musthear_a-l.htm
Referendum
http://web.archive.org/web/20030101-20051231re_/http://farcry.neurobio.pitt.edu/Top100.html
Top piu' di 100
www.scaruffi.com/jazz/best100.html 1066 album :eek:
www.snowbirdjazz.com/larryslist.html (529 album)
http://home.austarnet.com.au/petersykes/jazz100/top100.html
e http://home.austarnet.com.au/petersykes/jazz100/next100.html
http://web.archive.org/web/19990101000000-20051231235959/http://www.nprjazz.org/links/
http://home.drenik.net/jnikolic/Ex_Yu_Diskografija.htm
Top 100 varie
www.avguide.com/film-music/music/top100jazz.new.php
www.counterpoint-music.com/5star.html
www.jazzman.com/top100.cfm
www.allaboutjazz.com/top100.htm
www.allaboutjazz.com/d_time.htm
www.angelfire.com/zine2/discontent/jazz.htm
www.jazzitude.com/essential.htm
http://web.archive.org/web/20030101-20051231re_/http://my.netian.com/~coltran/jazz1.htm
www.rocklist.net/larkin1000_94.htm
www.amazon.co.uk/exec/obidos/tg/stores/detail/-/books/1858287324/toc/ref%3Dbr%5Fdp%5Ftoc/026-7887120-7272462
http://walden.mo.net/%7edcowsley/CDs.htm
http://pub37.bravenet.com/forum/3172289350/show/583420
Top 80
http://web.archive.org/web/20030101-20051231re_/http://my.netian.com/~coltran/jazzcd2.htm
Top 35
www.npr.org/templates/story/story.php?storyId=4565717
Top 30
http://web.archive.org/web/19990101000000-20051231235959/http://www.culturekiosque.com/jazz/best/rhecd2.html
------------------------------
Top 100 genere Hard Bop
http://members.tripod.com/~hardbop/music.html
Top 100 dischi periodo 1997-2006:
http://home.austarnet.com.au/petersykes/jazz100/new_breed.html
200 Essential Small Group Jazz Recordings 1925-1975:
www.danmillerjazz.com/smallrecordings.html
50 Essential Jazz Trumpet Recordings:
www.danmillerjazz.com/recordings.html
50 Essential Big Band Recordings:
http://www.danmillerjazz.com/bigbands.html
Top brani jazz:
www.geocities.com/adoleon2000/_fotos.htm
http://web.archive.org/web/19990101-20051231re_/http://www.chicagopublicradio.com/programs/jazz/centurylist.asp
http://web.archive.org/web/19990101-20051231re_/http://stommel.tamu.edu/~baum/jazz-lists.html
Tra le liste linkate sopra, le piu' equilibrate mi sembrano innanzitutto quella di Cooties Jazz e Jazzitude, poi quella di Jazz100 (il sito australiano) e di Jazzman.
EDIT 17-12-2007 aggiornati links non più funzionanti.
se ti capita di poter andare ai suoi concerti è davvero un grande Stefano Bollani... un grande :)
Si, ma Antonio Faraò e Stefano Battaglia come pianisti non sono inferiori all'ottimo Bollani. Senza poi dimenticare i tre riconosciuti come i piu' grandi di sempre; Enrico Pieranunzi, Giorgio Gaslini e Franco D'Andrea. E comunque ci sono decine di pianisti ben piu' importanti degli anni 50, 60 e 70 da ascoltare (italoamericani compresi; Tristano, Marmarosa o Wellington per esempio) prima di qualsiasi pianista italiano.
C'era un thread in questa sezione da me aperto proprio sul jazz, andato perso con la cancellazione delle discussioni precedenti al 4-7.
A giorni lo avrei aperto io un thread similare :D
I 100 musicisti essenziali del Jazz tradizionale:
Red Allen, Albert Ammons, Louis Armstrong, Bix Beiderbecke, Count Basie, Charlie Barnet, Sidney Bechet, Louis Bellson, Bunny Berigan, Barney Bigard, Eubie Blake, Jimmy Blanton, Buddy Bolden, Ruby Braff, Milt Buckner, Don Byas, Red Callender, Benny Carter, Cab Calloway, Harry Carney, Al Casey, Big Sid Catlett, Oscar Celestin, Doc Cheatham, Charlie Christian, Buck Clayton, Arnett Cobb, Eddie Condon, Wild Bill Davison, Walt Dickerson, Baby Dodds, Johnny Dodds, Jimmy Dorsey, Tommy Dorsey, Eddie Durham, Roy Eldridge, Harry 'Sweet' Edison, Jimmy Forrest, Bud Freeman, Slim Gaillard, Tyree Glenn, Benny Goodman, Stephane Grappelli, Johnny Guarnieri, Bobby Hackett, Edmond Hall, Lionel Hampton, Erskine Hawkins, Fletcher Henderson, Earl Hines, Milt Hilton, Johnny Hodges, Harry James, Bunk Johnson, James P. Johnson, Scott Joplin, Andy Kirk, Gene Krupa, Eddie Lang, Fred Longshaw, Meade Lux Lewis, Jimmy Lunceford, Red McKenzie, Jimmy McPartland, Jay McShann, Glenn Miller, Jerry Roll Morton, Bennie Moten, Ray Nance, Albert Nicholas, Jimmy Noone, King Oliver, Kid Ory, Hot Lips Page, Alphonse Picou, Don Redman, Django Reinhardt, Adrian Rollini, Pee Wee Russell, Charlie Shavers, Artie Shaw, Bessie Smith, Stuff Smith, Willie The Lion Smith, Muggsy Spanier, Rex Stewart, Joe Sullivan, Art Tatum, Jack Teagarden, Clark Terry, Frankie Trumbauer, Joe Venuti, Charlie Ventura, Fats Waller, Chick Webb, Ben Webster, Paul Whiteman, Clarence Williams, Mary Lou Williams, Teddy Wilson, Jimmy Yancey, Lester Young
Questi sono i 100 musicisti fondamentali del jazz moderno a mio avviso, il cui elenco comprende anche il jazz contemporaneo:
MUHAL RICHARD ABRAMS, PEPPER ADAMS, CANNONBALL ADDERLEY, DOROTHY ASHBY, ALBERT AYLER, CHET BAKER, ART BLAKEY, CLIFFORD BROWN, DAVE BRUBECK, DONALD BYRD, SERGE CHALOFF, DON CHERRY, KENNY CLARKE, ORNETTE COLEMAN, JOHN COLTRANE, CHICK COREA, TADD DAMERON, MILES DAVIS,
BUDDY DEFRANCO, ERIC DOLPHY, KENNY DORHAM, DUKE ELLINGTON, DON ELLIS, BILL EVANS, GIL EVANS, TAL FARLOW, ART FARMER, RED GARLAND, ERROL GARNER, STAN GETZ, DIZZY GILLESPIE, JIMMY GIUFFRE, DEXTER GORDON, JOHNNY GRIFFIN, CHICO HAMILTON, SLIDE HAMPTON, HERBIE HANCOCK, COLEMAN HAWKINS, JOE HENDERSON, WOODY HERMAN, ANDREW HILL, FREDDIE HUBBARD, BOBBY HUTCHERSON, MILT JACKSON, KEITH JARRETT, JAY JAY JOHNSON, ELVIN JONES, HANK JONES, QUINCY JONES, THAD JONES, WYNTON KELLY, STAN KENTON, ROLAND KIRK, LEE KONITZ, STEVE LACY, BOOKER LITTLE, HOWARD MCGHEE, CHARLES MINGUS, HANK MOBLEY, THELONIOUS MONK, WES MONTGOMERY, JAMES MOODY, LEE MORGAN, GERRY MULLIGAN, FATS NAVARRO, OLIVER NELSON, RED NORVO, CHARLIE PARKER, JOE PASS, JACO PASTORIUS, ART PEPPER, OSCAR PETERSON, OSCAR PETTIFORD, BUD POWELL, BUDDY RICH, MAX ROACH, RED RODNEY, SONNY ROLLINS,
GEORGE RUSSELL, PHAROAH SANDERS, GUNTHER SCHULLER, GEORGE SHEARING, ARCHIE SHEPP, WAYNE SHORTER, HORACE SILVER, JIMMY SMITH, BILLY STRAYHORN, SUN RA, CECIL TAYLOR, CLARK TERRY, TOOTS THIELEMANS, CAL TJADER, LENNIE TRISTANO, MCCOY TYNER, MAL WALDRON, RANDY WESTON, KAI WINDING, PHIL WOODS, LARRY YOUNG, JOE ZAWINUL
E questo l'elenco delle e dei vocalist da conoscere assolutamente:
MILDRED BAILEY, BETTY CARTER, NAT KING COLE, BILLY ECKSTINE, ELLA FITZGERALD, JOHNNY HARTMAN, BILLIE HOLIDAY, SHIRLEY HORN, AL JARREAU, SHEILA JORDAN, LAMBERT HENDRICKS & ROSS, ABBEY LINCOLN, BOBBY MC FERRIN, CARMEN MC RAE, ANITA O'DAY, LEON THOMAS, MEL TORME', SARAH VAUGHAN, DINAH WASHINGTON, NORMA WINSTONE
Sul jazz moderno e contemporaneo sono importanti anche questi musicisti: JOHN ABERCROMBIE, GEORGE ADAMS, NAT ADDERLEY, TOSKIKO AKIYOSHI, MONTY ALEXANDER, GENE AMMONS, HARRY BABASIN, GATO BARBIERI, KENNY BARRON, GORDON BECK, GEORGE BENSON, WALTER BISHOP JR., ED BLACKWELL, RAN BLAKE, TERENCE BLANCHARD, CARLA BLEY, PAUL BLEY, ARTHUR BLYTHE, HAMIETT BLUIETT, FRANCY BOLAND, WILLIE BOBO, LESTER BOWIE, DOLLAR BRAND, ANTONY BRAXTON, MICHAEL BRECKER, RANDY BRECKER, BOB BROOKMEYER, ROY BROOKS, TINA BROOKS, MARION BROWN, RAY BROWN, RAY BRYANT, GARY BURTON, JAKI BYARD, GEORGE CABLES, JAMES CARTER, RON CARTER, JOE CHAMBERS, PAUL CHAMBERS, TEDDY CHARLES, SONNY CLARK, STANLEY CLARKE, JIMMY CLEVELAND, JIMMY COBB, BILLY COBHAM, AL COHN, DOLO COKER, GEORGE COLEMAN, STEVE COLEMAN, JOHHNY COLES, BUDDY COLLETTE, ALICE COLTRANE, JUNIOR COOK, BOB COOPER, CURTIS COUNCE, BOB CRANSHAW, SONNY CRISS, TED CURSON, ANDREW CYRILLE, PAQUITO D'RIVERA, EDDIE DANIELS, ART DAVIS, EDDY 'LOCKJAW' DAVIS, NATHAN DAVIS, RICHARD DAVIS, JOEY DEFRANCESCO, JACK DEJOHNETTE, PAUL DESMOND, LOU DONALDSON, RAY DRAPER, KENNY DREW, ALEN EAGER, JON EARDLEY, CHARLES EARLAND, TEDDY EDWARDS, HERB ELLIS, BOOKER ERVIN, VICTOR FELDMAN, MAYNARD FERGUSON, CLAIRE FISCHER, TOMMY FLANAGAN, SONNY FORTUNE, AL FOSTER, FRANK FOSTER, RUSS FREEMAN, DON FRIEDMAN,CURTIS FULLER, EDDIE GALE, HAL GALPER, JAN GARBAREK, JIMMY GARRISON, HERB GELLER, TERRY GIBBS, EDGBERTO GISMONTI, BENNY GOLSON, EDDIE GOMEZ, PAUL GONSALVES, BOB GORDON, JOE GORDON, WARDELL GRAY, BENNIE GREEN, GRANT GREEN, AL GREY, GEORGE GRUNTZ, GIGI GRYCE, VINCE GUARALDI, LARS GULLIN, CHARLIE HADEN, AL HAIG, JIM HALL, JOHNNY HAMMOND, JOHN HANDY, WILBUR HARDEN, BILL HARDMAN, RUFUS HARLEY, BILLY HARPER, HERBIE HARPER, TOM HARRELL, BARRY HARRIS, EDDIE HARRIS, GENE HARRIS, HAMPTON HAWES, LOUIS HAYES, ROY HAYNES, PERCY HEATH, NEAL HEFTI, JULIUS HEMPHILL, EDDIE HENDERSON, ERNIE HENRY, JOHN HICKS, BILLY HIGGINS, EDDIE HIGGINS, NIELS HENNING-ORSTED PEDERSEN, DAVE HOLLAND, ALLAN HOLDSWORTH, RICHARD 'GROOVE' HOLMES, ELMO HOPE, CHUCK ISRAELS, DAVID IZENZON, ILLINOIS JACQUET, AHMAD JAMAL, STAFFORD JAMES, BOBBY JASPAR, MARC JOHNSON, CARMELL JONES, PHILLY JOE JONES, SAM JONES, CLIFFORD JORDAN, DUKE JORDAN, RICHIE KAMUCA, BARNEY KESSEL, KENNY KIRKLAND, KRZYSZTOF KOMEDA, SCOTT LA FARO, JOHN LAPORTA, HAROLD LAND, OLIVER LAKE, YUSEF LATEEF, HUBERT LAWS, JOHN LEWIS, MEL LEWIS, RAMSEY LEWIS, CHARLES LLOYD, JEFF LORBER, JOE LOVANO, HAROLD MABERN, MACHITO, JUNIOR MANCE, CHUCK MANGIONE, HERBIE MANN, SHELLY MANNE, CHARLIE MARIANO, DODO MARMAROSA, WYNTON MARSALIS, PAT MARTINO, BENNIE MAUPIN, CECIL MCBEE, PAUL McCANDLESS, LES MCCANN, JACK MCDUFF, JIMMY MCGRIFF, KEN MCINTYRE, JOHN MCLAUGHLIN, JACKIE MCLEAN, CHARLES MCPHERSON, PAT METHENY, BLUE MITCHELL, RED MITCHELL, ROSCOE MITCHELL, GRACHAN MONCUR III, J.R. MONTEROSE, MONK MONTGOMERY, AIRTO MOREIRA, BUTCH MORRIS, BOB MOSES, PAUL MOTIAN, MTUME, DAVID MURRAY, ANDY NARELL, BUELL NEIDLINGER, PHINEAS NEWBORN, HERBIE NICHOLS, RED NICHOLS, GERRY NIEWOOD, MARTY PAICH, HORACE PARLAN, EVAN PARKER, BIG JOHN PATTON, DUKE PEARSON, MICHEL PETRUCCIANI, OSCAR PETTIFORD, ENRICO PIERANUNZI, DAVE PIKE, TITO PUENTE, DON PULLEN, IKE QUEBEC, SONNY RED, FREDDIE REDD, DIZZY REECE, JEROME RICHARDSON, JIMMY RUSHING, SAM RIVERS, SHORTY ROGERS, FRANK ROSOLINO, CHARLIE ROUSE, JIMMY ROWLES, PETE RUGOLO, HOWARD RUMSEY, SAL SALVADOR, DAVE SAMUELS, PONCHO SANCHEZ, ARTURO SANDOVAL, MONGO SANTAMARIA, JOHN SCOFIELD, HAZEL SCOTT, SHIRLEY SCOTT, TONY SCOTT, BUD SHANK, SONNY SHARROCK, WOODY SHAW, SAHIB SHIBAB, ZOOT SIMS, JOHNY 'HAMMOND' SMITH, LONNIE LISTON SMITH, LOUIS SMITH, JAMES SPAULDING, JEREMY STEIG, SONNY STITT, JOHN SURMAN, GABOR SZABO, LEW TABACKIN, ART TAYLOR, BILLY TAYLOR, JOHN TAYLOR, ED THIGPEN, CLAUDE THORNHILL, HENRY THREADGRILL, BOBBY TIMMONS, CHARLES TOLLIVER, STEVE TURRE, STANLEY TURRENTINE, MICHAEL URBANIAK, CHUCO VALDES, NANA VASCONCELOS, MIROSLAV VITOUS, COLIN WALCOTT, GEORGE WALLINGTON, CEDAR WALTON, DAVID S.WARE, WILBUR WARE, DOUG WATKINS, GROVER WASHINGTON, JULIUS WATKINS, BOBBY WATSON, FRANK WESS, KENNY WHEELER, TONY WILLIAMS, CLAUDE WILLIAMSON, GERALD WILSON, JACK WILSON, REGGIE WORKMAN, FRANK WRIGHT, LEO WRIGHT, DANNY ZEITLIN, JOHN ZORN
e questi cantanti:
DEE DEE BRIDGEWATER, JUNE CHRISTY, BOB DOROUGH, URSZULA DUDZIAK, SHIRLEY HORN, JEANNE LEE, FLORA PURIM, JOE SULLIVAN, HELEN MERRILL, DIANNE SCHUUR, JOYA SHERRILL, ETHEL WATERS, COOTIE WILLIAMS, JOE WILLIAMS, NANCY WILSON
Specificate chi manca secondo voi e i vostri musicisti e album jazz preferiti. Buon ascolto :)
Se c'è un mister Jazz per antonomasia, Duke Ellington lo è più di chiunque altro, oltre a Louis Armstrong. Insieme al suo geniale braccio destro Billy Strayhorn e alle sue straordinarie big band, ha creato decine di pezzi diventati standard nella storia del jazz. Discografia sterminata la sua; qui è in uno dei suoi dischi più significativi degli anni 50 in veste prettamente pianistica.
Duke Ellington: Piano Reflections (1953)
http://img.amazon.ca/images/I/516NGCY173L._SL500_AA300_.jpg
Ellington è anche il maggior scopritore di talenti della storia del jazz in 52 anni di carriera, dal 1922 al 1974. Non pochi dei suoi dischi dagli anni 50 in poi rientrano nel jazz moderno.
IL BEBOP
Il bebop (spesso abbreviato in bop) è così chiamato dal soprannome della quinta nota diminuita (detta tritono) molto utilizzata in questo stile, che in precedenza era considerata tabu.
il bop si sviluppò gradualmente nelle jam sessions notturne presso i locali di Manhattan tra il 1940 e il 42, in particolare al Minton's Playhouse e al Monroe's Uptown House. Purtroppo, a causa della sospensione dell'attività per circa due anni da parte dell'industria discografica tra il 1942 e il 44 dovuta a un blocco delle registrazioni derivante dalla lotta tra il sindacato dei musicisti e le etichette discografiche, praticamente non esistono testimonianze sonore dei suoi inizi.
Il bop è cronologicamente il primo stile di jazz moderno, trasformò il jazz da musica da ballo o comunque da intrattenimento, tipica dell'allora imperante stile swing, in musica d'ascolto, più complessa e più libera, meno legata alle convenzioni; perlopiù composta e suonata da organici numericamente più ristretti nel numero di strumenti ed in locali dale dimensioni più contenute, tipicamente piccoli club.
Il bop non fu tanto l'evoluzione dello swing, ma piuttosto si rivelò un fenomeno totalmente nuovo di totale rottura verso gli stili jazzistici precedenti.
Con il bop, anche grazie alle nuove possibilità aperte dalla microfonazione a strumenti meno udibili senza alcuna amplificazione, viene ad assumere nel jazz particolare importanza la velocità esecutiva a scapito della potenza d'emissione, tanto che i sostenitori del jazz tradizionale considerarono effeminato e poco virile il modo di suonare dei boppers.
Sebbene suonato in grande maggioranza da neroamericani, il bebop venne assai apprezzato anche da molti intellettuali (specialmente da beatnicks ed hipsters come gli esponenti della cosiddetta 'Beat generation', poeti e scrittori quali Jack Kerouac, Allen Ginsberg, Gregory Corso ecc) ed artisti bianchi. Non venne apprezzato dalla maggioranza del pubblico meno preparato, specialmente nero; di fatto col bop il jazz divenne una musica d'elite
Il bebop spaccò in due fazioni sia la critica che i musicisti ed il pubblico; venne stroncato dalla maggior parte di quei musicisti che continuarono a suonare gli stili cronologicamente precedenti (Louis Armstrong ecc) e avversato dai gestori delle sale da ballo. In effetti però la crisi delle sale da ballo fu più dovuta agli alti costi delle big band che alla nascita del bop in sè.
Molti esponenti del bebop soffrirono della scarsa accettazione della loro musica da parte del pubblico; le polemiche tra modernisti e tradizionalisti si trascinarono per anni, anche in Europa, specialmente in Francia, dove gli intellettuali esistenzialisti accolsero con molto favore il nuovo jazz moderno.
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I due maggiori esponenti del jazz moderno.
L'altosassofonista Charlie Parker, l'improvvisatore per antonomasia dalla magica espressività.
A oltre cinquant'anni dalla sua morte 'Bird vive nel sound di tutti i numerosissimi sassofonisti che hanno subito profondamente la sua influenza.
Charlie Parker: Jazz at the Philharmonic (1949)
http://images.amazon.com/images/P/B0000046R1.01.LZZZZZZZ.jpg
ed il trombettista Dizzy Gillespie, il cui suono squillante, gioioso e la cui attenzione agli aspetti percussivi fecero sensazione. Una forte personalità istrionica che lo portò ad essere imitato anche nel vestiario, nei capelli e nei baffi.
Dizzy Gillespie: Shaw Nuff (1945-46)
http://ecx.images-amazon.com/images/I/61Zx8O5Mw1L._SL500_AA300_.jpg
Caratteri e personalità tra loro antitetici, Parker e Gillespie suonarono spesso insieme in quegli anni, specie sui locali della 52a strada a Manhattan. Mentre Gillespie come sound derivava chiaramente dal trombettista Roy Eldridge, per Parker non è chiaro stabilire quale sia stata la sua principale influenza sassofonistica.
I due padri del pianismo jazz moderno, Thelonious Monk e Bud Powell, che influenzarono sia molti dei loro contemporanei, che specialmente i pianisti degli anni a venire fino ad oggi.
Più spigoloso e meno facile all'ascolto immediato Monk, il cui suono fortemente personale non lo fa rientrare prevalentemente in nessuna corrente jazzistica, sebbene fu tra gli iniziatori del bebop e tra gli ispiratori del Free Jazz (a cui non aderì); anche per questo ha influenzato molti jazzisti che suonavano altri strumenti, sebbene la sua genialità è stata riconosciuta molto tardi rispetto ad altri jazzisti anche più giovani di lui.
E' anche uno dei maggiori compositori della storia del jazz, il più eseguito dopo Ellington, ha composto una settantina di pezzi dei quali almeno una dozzina sono molto eseguiti e registrati; questo doppio cd dal vivo è un'eccellente introduzione in quanto contiene quasi tutti i suoi pezzi più famosi.
Thelonious Monk: Live at the It Club Complete (1964)
http://ecx.images-amazon.com/images/I/41UlnXAUHBL._SL500_AA300_.jpg
La toccante vicenda umana di Bud Powell e la sua amicizia col disegnatore Francis Paudras è raccontata nel bellissimo film Round Midnight di Bertrand Tavernier, ambientato nella Parigi degli anni 50; un omaggio non solo verso Powell ma anche a Lester Young, allo stesso Monk (autore del pezzo Round Midnight) e a Dexter Gordon, il sassofonista indimenticabile interprete del film. Powell è il pianista bebop per antonomasia.
The Amazing Bud Powell, Vol. 1 (1949-51)
http://ecx.images-amazon.com/images/I/51IkMUcpE1L._SL500_AA300_.jpg
Essenziale per l'evoluzione del bebop anche l'apporto dei trombettisti Fats Navarro e Howard McGhee, del compositore e pianista Tadd Dameron, del trombonista J.J. Johnson, del batterista Kenny Clarke, dei sax tenori Wardell Gray e Dexter Gordon e del sax baritono Serge Chaloff.
Molti dei musicisti be bop morirono giovani, per droga, cirrosi, tubercolosi, altre malattie o incidenti stradali. Parker, Monk, Powell ed altri diedero alle volte segni di instabilità mentale o comunque ebbero tendenze e stile di vita autodistruttivi.
Magnifico trombettista, il sound di Fats Navarro influenzò chiaramente Clifford Brown e tutti i trombettisti di stile hard bop. Ebbe un gruppo insieme a Tadd Dameron, pianista, valente arrangiatore e compositore di brani tra i più belli del be bop. Navarro morì nel 1950.
Fats Navarro Featured with the Tadd Dameron Band (1948)
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41CG67C16RL.jpg
J.J. Johnson, il maggiore trombonista del jazz moderno, ebbe un sodalizio artistico e una consolidata amicizia con l'eccellente trombonista danese Kai Winding. Stile più rigoroso Johnson, più rilassato invece Winding.
Jay Jay Johnson: The Eminent Jay Jay Johnson, Vol. 1 (1953)
http://1.bp.blogspot.com/_Rp0Rixt8tO4/S1-abAUz1nI/AAAAAAAAApk/_tV6wTh3Exk/s320/1505.jpg
Oscar Pettiford non solo fu il primo innovatore del contrabbasso nel jazz moderno dopo la morte di Jimmy Blanton ma anche uno dei maggior solisti di violoncello della storia del jazz; anche notevole compositore, ma morì a soli trentotto anni.
Lucky Thompson viene spesso dimenticato, ma è uno dei tenoristi più originali; sebbene il sax tenore fosse il suo strumento principale è però al sax soprano che esercitò una maggiore influenza sugli altri musicisti.
Questo disco li vede insieme.
Lucky Thompson Meets Oscar Pettiford (1956)
http://ecx.images-amazon.com/images/I/51JY3yu65LL._SL500_AA240_.jpg
Wardell Gray fu tra i più attivi boppers, e lavorò molto in California. La sua morte, poche settimane dopo quella di Parker (per il quale si rivelò al sax tenore un partner ottimale) avvenne in circostanze mai del tutto chiarite.
Wardell Gray Memorial, Vol. 1 (1949-53)
http://ec1.images-amazon.com/images/P/B000000Y33.01._AA240_SCLZZZZZZZ_.jpg
Il trombettista nero Howard McGhee fu uno dei musicisti più attivi nella scena californiana della seconda metà degli anni 40; in particolare fu forse il primo a organizzare gruppi locali di stile bop sulla costa occidentale nei primi mesi del 45.
I problemi con la droga ne ridussero l'attività nel decennio successivo, nel quale invece si impose il brillante chitarrista bianco Tal Farlow.
Howard McGhee Volume 2/Tal Farlow Quartet (1953-54)
http://ecx.images-amazon.com/images/I/51Z40GPhyRL._SL500_AA300_.jpg
Dexter Gordon a fine anni 40 fu spesso protagonista di epici duelli con l'altro tenorista Wardell Gray. Losangelino di nascita, a partire dal 1962 soggiornò prevalentemente a Copenhagen e Parigi per diversi anni.
Il disco dal vivo del quartetto di Dexter Gordon a Parigi, con Bud Powell al piano.
Dexter Gordon: Our Man In Paris (1963)
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/51R7wPAF4PL._SX355_.jpg
L'intenso Serge Chaloff fu il primo sax baritono del be bop, emerse prima rispetto a Gerry Mulligan, che lo sopravanzò ampiamente come fama
Serge Chaloff: Blue Serge (1956)
http://www.soundstagedirect.com/media/serge_chaloff_blue_serge.jpg
Primo innovatore della batteria nel be bop, Kenny Clarke si trasferì in Francia nel 1956 e per tutti gli anni 60 diresse insieme al pianista belga Francy Boland la più importante big band in Europa.
Clarke-Boland Big Band: Handle With Care (1963)
https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41W5ZRMFBNL.jpg
Gene Ammons è il figlio del celebre pianista di boogie-woogie Albert Ammons; tra i sassofonisti è quello che tendeva più al blues. Passò sette anni in prigione per droga.
Sonny Stitt venne messo in ombra dal successo di Charlie Parker; secondo alcuni il suo stile derivava da Bird, secondo altri no. Stitt e Lee Konitz furono tra i primi a sperimentare strumenti a fiato elettronici nella seconda metà degli anni 60.
I due tenoristi hanno inciso in coppia spesso, oltre a un gran numero di rispettivi album da leader.
Gene Ammons and Sonny Stitt: Boss Tenors (1961)
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PIANISTI DEGLI ANNI 50
Nella seconda metà degli anni 40 e negli anni 50 si affermarono molti nuovi pianisti di colore.
L'autore della famosa 'Misty' il pianista Errol Garner, ebbe molta popolarità, specialmente con questo disco dal vivo, anche se in effetti Garner alle proprie composizioni ha spesso preferito gli standard dei grandi compositori popolari di Tin Pal Alley.
Erroll Garner: Concert By The Sea (1955)
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Ahmad Jamal, uno dei primi jazzisti a convertirsi alla religione musulmana cambiando il proprio nome nel 1952, ha inciso molti album dal vivo, prevalentemente in trio. Col suo uso delle pause ha influenzato due suoi celebri estimatori come Miles Davis e Gil Evans, così come altri pianisti come Randy Weston e Keith Jarrett riconoscono la sua influenza.
Ahmad Jamal: Complete Live at the Pershing Lounge 1958 (1958)
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Garner e Jamal sono originari di Pittsburgh, così come anche i pianisti Earl Hines e Mary Lou Williams
Hank Jones, fratello maggiore del batterista Elvin e del trombettista Thad. Dopo ben 18 anni di lavoro alla sezione musica della CBS il suo Great Jazz Trio è stato uno dei trii pianistici di maggior spicco della seconda metà degli anni 70.
Hank Jones: The Trio (1955)
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Detroit oltre ad Hank Jones diede i natali anche ad altri eccellenti pianisti come Tommy Flanagan, Barry Harris e Roland Hanna.
Oscar Peterson, canadese di nascita e influenzato da Art Tatum, è uno dei maggiori virtuosi del piano di sempre.
Ha prevalentemente inciso i dischi in trio col classico line-up piano-basso-batteria.
Oscar Peterson: Trio at the Stratford Shakesperian Festival (1956)
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Mal Waldron, attivissimo sessionmen per l'etichetta Prestige nella seconda metà degli anni 50, una propensione particolare ad accompagnare al piano le cantanti), compositore di colonne sonore per film ed opere teatrali.
Mal Waldron: Mal/4 Trio (1958)
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Lo sfortunato Herbie Nichols, apprezzato dai musicisti e dalla critica, ma ignorato dai discografici e dagli organizzatori di concerti, è stato riscoperto solo negli anni 80, ad oltre 15 anni dalla sua morte.
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Altri musicisti bop di rilievo: i pianisti Al Haig, Duke Jordan, Billy Taylor, George Wallington, Dodo Marmarosa e Joe Albany (questi ultimi tre di origine italiana); i trombettisti Red Rodney e Benny Bailey; il trombonista Bennie Green, i sassofonisti James Moody, Al Cohn e Ernie Henry; il vibrafonista Teddy Charles.
IL JAZZ VOCALE
La due cantanti più significative della storia del jazz sono Billie Holiday ed Ella Fitzgerald, le cui carriere sono più legate allo swing e nel caso di Ella (che ha vissuto molto più di Billie) anche al mainstream.
Sul jazz moderno le due maggiori vocaliste sono Sarah Vaughan e Dinah Washington, entrambe con forti radici gospel.
'Sassy', e 'The Divine' sono i soprannomi della più grande cantante della storia del jazz per tecnica ed estensione vocale, anche se non ha l'inventiva di Ella Fitzgerald e la drammaticità di Billie Holiday.
Sarah Vaughan: Sassy Swings the Tivoli (1963)
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Il Tivoli è il noto parco di divertimenti di Copenhagen, dove si tenne il concerto.
Nel 1963 all'età di 39 anni, alcool e sonniferi stroncarono una cantante dalla voce magnifica e dal repertorio versatile (jazz, r&b e canzoni popolari), ma anche dalla vita tumultuosa e caotica (sei matrimoni..)
Dinah Washington: Dinah Jams (1954)
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Anita O'Day è la cantante bianca più espressiva del jazz moderno (così come nel jazz tradizionale lo fu Mildred Bailey). Una lunga carriera tra alti e bassi (alcool, droga e prigione) raccontata in una sincera autobiografia purtroppo mai tradotta in italiano.
Anita O'Day: Anita Sings the Most (1957)
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La O'Day influenzò altre cantanti come June Christy e Chris Connor. Altre interpreti vocali di rilievo furono Helen Merrill e Peggy Lee.
L'avvenente Abbey Lincoln, all'epoca moglie di Max Roach, incise dei pregevoli album che influenzarono le vocaliste nere più giovani. Ben poche però sono state le cantanti nere a schierarsi apertamente col movimento per i diritti civili come invece fece lei
Abbey Lincoln: Straight Ahead (1961)
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Betty Carter e Jeanne Lee sono le vocaliste più innovative della generazione successiva agli anni 40.
La prima è più legata al bebop, la seconda al free jazz.
Betty Carter, orgogliosa della sua integrità artistica, non ha mai cercato il successo commerciale facile. Il fiuto per i musicisti giovani del suo gruppo l'hanno resa una talent scout. Questo è l'album dal vivo che nè risollevò la carriera.
Betty Carter: The Audience With Betty Carter (1979)
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In questo disco, ormai un classico, la voce di Jeanne Lee si sposa magnificamente col piano di Ran Blake.
Jeanne Lee & Ran Blake: The Newest Sound Around (1961)
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La Lee si è trovata molto bene dal punto di vista artistico anche col pianista Mal Waldron, nonchè con colui che la sposò, il vibrafonista tedesco Gunther Hampel, trasferendosi con lui in Europa e partecipando quasi a tutti i suoi dischi.
Patty Waters sparì nel nulla dopo due album; i tredici minuti dell'ultimo pezzo di questo album sono forse il più importante esempio di free jazz vocale, la cui influenza sulle cantanti dei decenni successivi andò ben oltre il jazz (da Yoko Ono a Diamanda Galas ecc)
Patty Waters: Sings (1965)
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La veterana Carmen McRae a 68 anni sbalordì critica e pubblico con questo magnifico album di interpretazioni vocali dei pezzi di Thelonious Monk, che frequentò in gioventù.
Carmen McRae: Carmen Sings Monk (1988)
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Dagli anni 70 in poi buona parte delle cantanti jazz più innovative è di nazionalità non statunitense (la brasiliana Flora Purim, l'inglese Norma Winstone, la norvegese Karin Krog e la polacca Urszula Dudziak).
Nel jazz il panorama delle voci maschili, a differenza che negli altri tipi di musica nera, è stato molto più povero, almeno fino alla fine degli anni 60.
Alcuni dei maggiori strumentisti jazz come Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Jack Teagarden e Woody Herman furono anche cantanti.
Molti dei cantanti di maggiore popolarità hanno avuto solo delle brevi parentesi a carattere jazzistico (Bing Crosby, Frank Sinatra, Tony Bennett). Nat King Cole, ai suoi tempi la voce più famosa d'America, era anche un eccellente pianista prima di convertirsi al canto. Tra i maggiori cantanti maschi vanno ricordati il sofisticato Mel Tormè, l'intenso Johnny Hartman e soprattutto Billy Eckstine, che fu anche bandleader a metà degli anni 40 della prima orchestra bebop in cui si mise in evidenza Sarah Vaughan.
Billy Eckstine: Mister B and the Band (1945-46)
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Alla fine degli anni 40 Eddie Jefferson inventò il vocalese. ma venne messo in secondo piano dal successo del collega King Pleasure, e (ri)scoperto solo negli anni 70.
Il vocalese consiste nell'aggiunta di testi e voci ai pezzi in origine strumentali.
Eddie Jefferson: Letter from Home (1962)
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Negli anni 70 e 80 c'è stato un considerevole sviluppo del jazz vocale maschile, grazie anche a vocalisti spesso con radici non esclusivamente jazzistiche. Tra I cantanti più originali degli anni 70 vanno citati Leon Thomas, Andy Bey, Joe Lee Wilson e Al Jarreau.
Bobby McFerrin nel 1984 incise il primo disco di voce maschile jazz senza nè accompagnamento di altri strumenti nè sovraincisioni. Col suo stile personalissimo ed il controllo perfetto di ogni elemento della sua voce riesce a simulare la presenza sia di più voci che di più strumenti musicali.
Bobby McFerrin: The Voice (1984)
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Il maggiore tra i gruppi vocali è indiscutibilmente quello costituito da Dave Lambert, Jon Hendricks e l'inglese Annie Ross, esponenti di quello stile 'vocalese' che sarà ripreso molti anni dopo dai Manhattan Transfer.
Lambert, Hendricks & Ross: Everybody's Boppin' (1959)
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Tra le strumentiste donne, Dorothy Ashby nel suo strumento, l'arpa, è stata la migliore esponente in assoluto.
Dorothy Ashby: The Jazz Harpist (1956)
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/en/f/fa/The_Jazz_Harpist.jpg
Altre eccellenti arpiste: Betty Glamann, Corky Hale e la polistrumentista Alice Coltrane, vedova di John.
Nata nella Manciuria cinese al tempo dell'occupazione giapponese e scoperta da Oscar Peterson,Toshiko Akiyoshi si mise in evidenza per lo stile pianistico che ricordava Bud Powell. E' il primo esponente giapponese di rilevanza internazionale (uomini compresi). Ha co-guidato una big band, sia col primo marito, l'altosassofonista Charlie Mariano, che col secondo, il tenorista Lew Tabackin.
Toshiko Akiyoshi: United Notions (1958)
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Ma questo topic è la BIBBIA del Jazz! :)
Adric, grazie, grazie! Lo metto fra i miei preferiti!
BadMirror
08-08-2003, 13:22
Ecco il Jazz:
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;)
ominiverdi
08-08-2003, 20:33
Originariamente inviato da Adric
Salve a tutti :)
Per chi inizia da zero col jazz consiglio innanzitutto due libri essenziali:
JOACHIM ERNST BERENDT: IL NUOVO LIBRO DEL JAZZ (anche non ultima edizione, purche' sia dopo il 1981)
ARRIGO POLILLO: JAZZ
Il primo libro e' il migliore come introduzione ai vari stili e correnti del jazz, nonche' alla storia dei vari strumenti. Con la sua struttura a capitoli puo' essere letto anche a partire dall'ultimo, senza problemi di comprensione. E' anche utilissimo come manuale di consultazione al volo. Il secondo libro (che andrebbe letto comunque DOPO il primo) e' una esaudiente storia del j. con particolare attenzione al contesto sociale, culturale ed economico, scritta dal piu' grande critico italiano di sempre del settore.
Il j. e' vastissimo; piu' di un secolo. Si va dal ragtime del 1890 per arrivare ai giorni nostri; non c'e' una data o una citta' precisa in cui e' nato il j. (non c'era solo New Orleans per capirci).
Usualmente il j. lo si distingue a grandi linee in:
- Tradizionale
- Moderno
- Contemporaneo.
Il j. moderno nasce con la nascita del bebop al Minton di New York nel periodo di sciopero dell'industria discografica (1942-43). La distinzione tra j. moderno e contemporaneo e' molto piu' sfumata. In genere ci si riferisce alle incisioni dal 1970 in poi (ma talvolta si parte dal 1968 o dal 1980).
Tradizionale, moderno e contemporaneo convivono tuttora e si suddividono ciascuno in numerose sottocorrenti.
Attenzione che per j. classico s'intende ormai anche buona parte del j. moderno (Parker e Gillespie hanno creato il j. moderno 60 anni fa) e non solo il j. tradizionale, come erroneamente talvolta si ritiene. Si parla infatti a tal proposito di "mainstream" (o filone principale.)
A prescindere dai propri gusti come primo approccio al j. consiglio dischi di j. moderno (essenzialmente dei filoni hardbop e soul-jazz) del periodo tra il 1955 e il 1969, il periodo piu' fertile e differenziato della storia del j. Una volta orientatisi, si puo' per gradi passare anche ad altri stili piu' ostici all'ascolto immediato come le diverse correnti del j. tradizionale, il Free Jazz, il Third Stream o le ultime tendenze piu' etniche (che spesso sono ai confini del j.)
Il j. per i primi sessant'anni e' stato un fenomeno quasi esclusivamente nordamericano. Accostandosi al j. e' bene tenere presente che quasi tutti i jazzisti fondamentali sono statunitensi (o canadesi). Pertanto jazzisti italiani come Rava, Trovesi, Fresu, Di Battista e altri molto oggi in voga andrebbero ascoltati solo dopo centinaia di altri artisti. E comunque dei maggiori jazzisti italiani di sempre (Basso, Valdambrini, Cuppini, Pieranunzi, Gaslini e Urbani) oggi se ne parla poco, meno di dieci anni fa.
In Europa poi il j. scandinavo, e quelli tedesco, francese e inglese hanno maggiore importanza di quello italiano. Anche Polonia e URSS hanno espresso dei musicisti di rilevanza artistica maggiore rispetto all'Italia. Al contrario, nel j. statunitense sono soprattutto tre i gruppi etnici di maggiore importanza da sempre: afroamericani, ebrei e italoamericani. Riguardo questi ultimi, musicisti come Joe Venuti, Eddie Lang, Lennie Tristano, Frank Rosolino, George Wallington, Dado Marmarosa, Pete Rugolo, Buddy De Franco, Carl Fontana e Joe Pass sono assai importanti, ben piu' di qualsiasi jazzista italiano; ma ce ne sono molti altri rilevanti.
Pensando di fare cosa gradita elenco una serie di liste di registrazioni essenziali, spesso molto differenti in non pochi titoli:
In ordine cronologico
http://people.qualcomm.com/determan/Jazz.html
http://www.cootiesjazz.com/alldiscs.htm
Con foto
http://www.doubletimejazz.com/club.htm c/foto
http://www.geocities.com/adoleon2000/100discos.htm
Tematico
http://www.allaboutjazz.com/library/
http://www.jazzonln.com/jazz101.asp
Referendum
http://farcry.neurobio.pitt.edu/Top100.html
Top piu' di 100
http://www.scaruffi.com/jazz/best100.html 1066 album :eek:
http://home.austarnet.com.au/petersykes/jazz100/
e http://home.austarnet.com.au/peters...00/next100.html
Top 100 varie
http://www.avguide.com/film_music/music/top100jazz.html
http://www.counterpoint-music.com/5star.html
http://www.jazzman.com/top100.cfm
http://www.allaboutjazz.com/d_time.htm
http://nprjazz.org/links/index.html
http://www.angelfire.com/zine2/discontent/jazz.htm
http://www.jazzitude.com/essential.htm
http://my.netian.com/~coltran/jazz1.htm
http://my.netian.com/~coltran/jazzcd2.htm
Top 100 genere Hard Bop
http://members.tripod.com/~hardbop/music.html
Top 100 canzoni jazz
http://www.wbez.org/schedule/jazz/centurylist.htm
http://www.geocities.com/adoleon2000/_fotos.htm
Tra le liste linkate sopra, le piu' equilibrate mi sembrano innanzitutto quella di Cooties Jazz e Jazzitude, poi quella di Jazz100 (il sito australiano) e di Jazzman.
:eek: :eek: :eek:
senza parole!!
grazie ora so come orientarmi :)
Originariamente inviato da ominiverdi
:eek: :eek: :eek:
senza parole!!
grazie ora so come orientarmi :)
...beh insomma....ha snocciolato mille siti e mille mila artisti :D
Stan Kenton, che col suo 'Progressive Jazz', fu tra i precursori sia del West Coast Jazz che del Third Stream (correnti peraltro influenzate anche dalla musica di Lester Young e di Woody Herman), ebbe una produzione discografica assai eterogenea con molteplici influenze (pop, country & western, latin, esotica ecc). Nei suoi gruppi Kenton si avvalse di valenti arrangiatori come Peter Rugolo, Johnny Richards e Marty Paich.
Stan Kenton: New Concepts of Artistry in Rhythm (1952)
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COOL JAZZ
Miles Davis è celebre per la suo sonorità inconfonbile, definita "fredda", senza vibrato.
Il suo disco più importante a livello storico a mio avviso è 'Birth of The Cool', titolo col quale vennero raggruppate le sue registrazioni per la Capitol tra il 1948 e il 1950. Questo disco ratifica la nascita del cool jazz (il cui iniziatore è però il pianista Lenny Tristano), con la presenza di Gerry Mulligan, J.J. Johnson, Lee Konitz, Max Roach, Kenny Clarke e numerosi altri grandi musicisti.
Miles Davis: The Complete Birth of The Cool (1948-49-50)
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'Bitches Brew' sempre dello stesso Davis, inciso 21 anni dopo (1969), è considerato dalla critica il punto di svolta fondamentale del jazz-rock. Ma il jazz-rock già esisteva da qualche anno, e a mio avviso il Davis di quel periodo è oggi in parte sopravvalutato dalla critica musicale (all'epoca la critica si divise sul jazz-rock di Davis, specie sui dischi successivi a Bitches Brew).
A creare i primi pezzi compltamente atonali ('Intuition' e 'Digression' incisi nel 1949), una delle fondamentali premesse del free jazz, è stato un pianista di Chicago, ma con i genitori provenienti da Aversa, Lennie Tristano, seguito diversi anni dopo dal pianista Cecil Taylor.
Tristano dedicò buona parte della sua esistenza appartata all'insegnamento, alcuni dei suoi tanti allievi diventarono famosi, più di tutti il sax tenore Warne Marsh e il sax alto Lee Konitz.
Lennie Tristano & Warne Marsh: Intuition (1949-56)
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Lee Konitz è uno dei maggiori protagonisti del cool jazz, presente nelle storiche sessions sia con Miles Davis che con Lennie Tristano.
Lee Konitz: Subconscious-Lee (1949-50)
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WEST COAST
Tra il 1952 ed il 1958 intorno all'industria cinematografica di Hollywood e a quelle teatrali e televisive di Los Angeles si consolidò una scena jazzistica che assunse caratteri differenti rispetto al Bop imperante della costa atlantica: il cosiddetto West Coast Jazz, in buona parte derivante dal 'Cool Jazz' atlantico di fine anni quaranta.
Questa corrente fu abbastanza eterogenea, caratterizzata sia dall'importanza attribuita all'arrangiamento che dal ricorso a strumenti fino ad allora marginalmente impiegati nel jazz come il corno, il flauto, l'oboe ed il trombone a pistoni.
Divennero celebri musicisti bianchi come Chet Baker, Art Pepper, Stan Getz (anche se non mancarono i jazzisti neri della California, gravitanti presso la Central Avenue di Los Angeles; Gerald Wilson, Buddy Collette, Hampton Hawes, Sonny Criss ecc).
I catalizzatori di questa scena furono tuttavia altri musicisti: il trombettista Shorty Rogers, il batterista Shelly Manne, il sassofonista e clarinettista Jimmy Giuffre e il contrabassista Howard Rumsey.
Howard Rumsey fu il gestore del locale Lighthouse di Hermosa Beach, nei pressi di Los Angeles, nel quale vennero registrati tanti album del filone West Coast.
Howard Rumsey & the Lighthouse All Stars: Sunday Jazz á la Lighthouse (1953)
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Shorty Rogers: The Swinging Mr. Rogers (1955)
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Nel 1956 i tre musicisti protagonisti di quest'album vinsero ciascuno per il proprio strumento il referendum dei lettori (poll) delle prestigiose riviste Downbeat, Metronome e Playboy.
Barney Kessel è il maggiore chitarrista West Coast, mentre Ray Brown uno dei maggiori contrabassisti di tutti i tempi, ex marito di Ella Fitzgerald. Questo è il primo dei cinque album che i tre musicisti incisero insieme come Pollwinners.
Barney Kessel Shelly Manne Ray Brown: The Poll Winners (1957)
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Gerry Mulligan è il più noto sassofonista baritono del jazz moderno; Chet Baker, adorato dalle donne per il suo aspetto e per la sua voce sensuale (ma grande trombettista), scontò tra il 1960 e il 61 diciassette mesi di detenzione a Lucca per possesso di droga ed ebbe molti problemi anche in seguito in altre nazioni sia con polizia che con gli spacciatori.
Gerry e Chet ebbero un quartetto insieme (peraltro uno dei primi senza pianoforte) che non durò molto, ma più volte i due suonarono insieme a distanza di anni dalla loro collaborazione stabile.
Gerry Mulligan: The Original Quartet With Chet Baker (2CD) (1952-53)
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Molto lungo fu il calvario di carcere e tossicodipendenza dell'eccellente altosassofonista Art Pepper.
Art Pepper: Art Pepper Meets The Rhythm Section (1957)
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Il tenorsassofonista Stan Getz con la sua sonorità inconfondibile è molto importante anche per aver imposto all'attenzione del mondo intero il suono moderno brasiliano (la bossanova) col suo famoso disco insieme al cantante Joao Gilberto. Ha spesso gravitato intorno al latin jazz, ed anche le collaborazioni col vibrafonista e bandleader Cal Tjader e il pianista Chick Corea ne sono la prova, sebbene stilisticamente appartenga più alla scena West Coast.
Stan Getz with Cal Tjader (1958)
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Stan Getz peraltro fu anche il più famoso dei cosiddetti sax tenori 'Four Brothers' messisi in luce nell'orchestra di Woody Herman tra il 47 ed il 49 attraverso l'influenza di Lester Young e Count Basie, ma anche il tenorista Zoot Sims si affermò.
Una delle formazioni più inusuali ed avventurose del jazz degli anni 50; un trio formato da clarinetto, trombone e chitarra. Non è una sorpresa che solo tre anni dopo il clarinettista Giuffre avrebbe tentato l'esperienza free jazz.
Bob Brookmeyer è uno dei pochi specialisti del trombone a pistoni.
Jim Hall è un chitarrista molto influenzato dai sassofonisti che dal third stream passò alla bossa nova negli anni 60.
Jimmy Giuffre with Bob Brookmeyer & Jim Hall: Western Suite (1958)
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Oltre al decennio nel gruppo del pianista Dave Brubeck, Desmond incise spesso col sassofonista baritono Gerry Mulligan.
Come altista è tra i pochi degli anni 50 insieme a Art Pepper a non essere influenzato da Charlie Parker.
Paul Desmond: Take Ten (1962)
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Altri importanti esponenti della scena West Coast furono:
i sassofonisti Bud Shank, Lennie Niehaus, Jack Montrose, Bob Cooper, Herb Geller e Richie Kamuca, il trombettista Conte Candoli, il trombonista Frank Rosolino, il batterista Stan Levey, il contrabassista Red Mitchell, i pianisti Russ Freeman, Lou Levy e Pete Jolly, il direttore d'orchestra John Graas, gli oggi quasi dimenticati sassofonisti Duane Tatro e Dave Pell.
LATIN JAZZ
Oltre ovviamente ai musicisti di origine latina, anche diversi jazzisti afroamericani e bianchi hanno incluso nei dischi a loro nome elementi tipici della musica latina; si parla di Latin Jazz. Le maggiori influenze sono state quella cubana, quella brasiliana, e quella portoricana.
La fine degli anni 40 e il decennio successivo segnarono anche l'affermazione del jazz afrocubano, grazie a innovatori come i due cubani Machito e Chico O'Farrill e a jazzisti non latini che ne incorporarono gli elementi (specialmente Dizzy Gillespie, Stan Kenton, Art Blakey e Kenny Dorham prima, e George Shearing, Cal Tjader ed Herbie Mann poi).
Machito ebbe nella sua orchestra molti jazzisti famosi:
Machito & His Afro-Cuban Salseros : Mucho Macho (1948)
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Il trombettista Chico O'Farrill lavorò molto come arrangiatore per molti dei jazzisti moderni di successo degli anni 50
Chico O'Farrill: Cuban Blues: The Chico O'Farrill Sessions (1950-54)
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Altri importanti esponenti: Mario Bauza, Chano Pozo, Perez Prado, Tito Puente, Eddie Palmieri, Mongo Santamaria, Jack Costanzo, Candido, Willie Bobo, Ray Barretto, Bebo Valdes.
Negli anni 80 e 90 il successo degli Irakere e di musicisti come Chuco Valdes, Paquito D'Rivera, Arturo Sandoval e recentemente di Gonzalo Rubalcaba e Danilo Perez ha risvegliato l'interesse in tutto il mondo per il jazz cubano (e il latin jazz in generale).
PIANISTI, ARRANGIATORI E BIG BAND
Un classico è anche questo disco dell'arrangiatore Oliver Nelson, ricco di musicisti importanti.
Oliver Nelson: The Blues and the Abstract Truth (1961)
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Gerald Wilson ha guidato orchestre sin dalla metà degli anni 40. Il periodo d'oro della sua big band è quello degli anni 60, un jazz californiano con elementi messicaneggianti. E' stato in attività fino ad oltre 90 anni, le sue formazioni allargate hanno mantenuto un alto standard qualitativo.
Gerald Wilson Big Band: Moment of Truth (1962)
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Altri gruppi con arrangiamenti di rilievo furono quelli diretti da Chico Hamilton, Slide Hampton, Don Ellis ed il canadese Maynard Ferguson.
Da segnalare anche Marty Paich (padre di David Paich del gruppo rock Toto), Melba Liston e Quincy Jones (quest'ultimo più importante come produttore di cantanti soul negli anni 70 e compositore sin dagli anni 60 di diverse colonne sonore).
THIRD STREAM
Un altro studioso (sia storico che musicista) come Gunther Schuller nel 1957 coniò il termine Third Stream ('terza corrente') per definire la fusione di jazz e di musica classica. Questo disco del Modern Jazz Quartet (il gruppo del vibrafonista Milt Jackson e del pianista John Lewis) porta tale nome e vede la partecipazione dello stesso Schuller.
Modern Jazz Quartet: Third Stream Music (1957)
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John Lewis può anche essere considerato un antesignano del cool jazz, almeno per la sua militanza nell'orchestra di Dizzy Gillespie di fine anni 40.
Altro teorico del jazz (scrisse l'importante libro 'The Lydian Chromatic Concept of Tonal Organization') , oltre che musicista, è George Russell, con i suoi innovativi gruppi orchestrali e le altrettanto interessanti formazioni ristrette.
George Russell: Ezz-Thetics (1961)
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Dave Brubeck, col suo quartetto in cui militava anche il sassofonista Paul Desmond, incontrò i favori del pubblico universitario, ed è tra i musicisti più accessibili per chi vuole iniziare ad ascoltare jazz da zero. Questo disco, uscito lo stesso anno di Kind of Blue, fu il primo album di jazz a superare il milone di copie vendute.
Dave Brubeck: Time Out (1959)
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HARD BOP
I due maggiori esponenti hard bop (il bop più duro, tirato e semplificato che nacque a metà degli anni 50 sia come reazione allo sviluppo del Cool Jazz e del filone West Coast ai quali aderirono molti jazzisti bianchi, che come restaurazione e accentuazione del bebop di metà anni 40) : Clifford Brown e Art Blakey.
Il primo, se non fosse morto nel 1956 a soli 25 anni per un'incidente stradale, probabilmente avrebbe oscurato la fama di Miles Davis e di Dizzy Gillespie. Ha fatto comunque in tempo ad incidere numerosi capolavori, insieme soprattutto al batterista Max Roach, accompagnando coi suoi gruppi vocalist straordinarie come Sarah Vaughan, Dinah Washington e Helen Merrill.
Clifford Brown: Best Coast Jazz (1954)
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Nel gruppo di Art Blakey, i Jazz Messengers, uno dei più longevi della storia del jazz (durato oltre 40 anni), si sono alternati tantissimi musicisti poi divenuti famosi, da Horace Silver a Wynton Marsalis, passando per Lee Morgan e Wayne Shorter. Anzi, da questo punto di vista, Blakey è il maggior talent-scout della storia del jazz moderno, ancora di più di Miles Davis, che pure ne ha scoperti e valorizzati tanti di jazzisti.
Art Blakey & The Jazz Messengers: A Night at Birdland, Vol. 1 (1954)
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Art Blakey, Max Roach e Kenny Clarke sono i maggiori batteristi del jazz moderno, ma lunga e' la lista degli altri grandi batteristi: Elvin Jones, Tony Williams, Roy Haynes ecc.
Phil Woods tra i sax contralto è uno dei più influenzati da Charlie Parker (del quale ha sposato la sua ultima compagna Chan). Molto prolifico, ha inciso parecchi dischi anche dal vivo nel nostro paese.
Donald Byrd è uno dei trombettisti più in evidenza negli anni 60 e 70, uno dei maggiori esponenti della scena di Detroit.
Phil Woods with Donald Byrd: The Young Bloods (1956)
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Kenny Dorham, trombettista particolarmente espressivo nelle ballads, ha inciso molti dischi anche da leader, ma non ha mai raggiunto il successo che avrebbe meritato
Kenny Dorham: Jazz Contrasts (1956)
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Il tenorsassofonista Hank Mobley e il trombettista Lee Morgan, insieme in questo disco, incisero entrambi molti album da leader. Morgan incontrò decisamente maggiore successo rispetto a Mobley, ma morì a soli 33 anni per un folle colpo di pistola della sua ex amante poco dopo un concerto.
Hank Mobley - Lee Morgan: Peckin' Time (1958)
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Paul Chambers fu tra i contrabassisti di maggiore spicco, il più richiesto e presente su numerosi dischi di quegli anni, purtroppo scomparso prematuramente: il batterista Roy Haynes, a lungo sottovalutato, ha ricevuto solo negli anni novanta il pieno riconoscimento del suo valore da parte della critica dopo una lunga carriera; Phineas Newborn, pianista dalla tecnica sopraffina, ebbe una carriera ostacolata da una salute fisica precaria. Il seguente disco li vede insieme in trio.
Roy Haynes-Phineas Newborn-Paul Chambers: We Three (1958)
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Randy Weston è il più africanista tra i pianisti nordamericani, sin dall'inizio degli anni 60 si recò a più riprese in Africa, e negli anni 70 estese il suo interesse alla musica araba del Maghreb, soggiornando a lungo in Marocco, dove aprì un jazz club a Tangeri. Dall'iniziale hard bop incorporò queste tendenze nella sua musica, coniugandole con l'influenza sia di Monk che di Ellington.
Randy Weston: Little Niles (1958-59)
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Il piu' importante e finale "passo da gigante" della prima metà della carriera del sassofonista John Coltrane, liberatosi ormai dalla dipendenza della droga,e nel pieno della sua maturità tecnica e compositiva (Naima)
Johh Coltrane: Giant Steps (1959)
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Benny Golson, sassofonista e arrangiatore, ma specialmente compositore di spicco, in particolare nella seconda metà degli anni 50; il suo partner abituale fu il trombettista Art Farmer, sia nei rispettivi dischi a proprio nome, che nel loro gruppo detto Jazztet. Art Farmer suonò anche il flicorno, e David Monette appositamente per lui creò il Flumpet, combinazione di flicorno e tromba (trumpet in inglese).
The Jazztet: Meet The Jazztet (1960)
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Kenny Burrell, il chitarrista preferito da Duke Ellington (anche se non hanno mai registrato insieme), ha evidenti influenze blues.
Jimmy Smith è il maggiore organista di tutti i tempi, colui che ha definitivamente imposto questo strumento nel jazz.
Entrambi hanno inciso diversi album sia per la Blue Note che per la Verve, l'etichetta di questo disco in comune.
Kenny Burrell & Jimmy Smith: Blue Bash (1963)
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Assieme a Charlie Christian, morto nel 1942, Wes Montgomery è il chitarrista più innovativo della storia del jazz, ed in particolare il più importante degli anni 60. In questo disco è con l'ottimo trio del pianista Wynton Kelly.
Wynton Kelly Trio & Wes Montgomery: Complete Live at the Half Note (1965)
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Ron Carter è tra i contraBbassisti più registrati della storia del jazz, compare su centinaia di dischi. E' anche un valente violoncellista. Si mise in evidenza negli anni 60 in particolare nei gruppi guidati da Eric Dolphy e Miles Davis.
Questo è il suo primo album da titolare.
Ron Carter: Where? (1961)
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Il trombettista Thad Jones e il batterista Mel Lewis nel 1965 crearono una big band nella quale militarono molti jazzisti poi divenuti famosi. Ogni lunedì sera suonarono regolarmente per anni al Village Vanguard di New York.
Dopo la morte di Mel Lewis nel 1990, l'orchestra, tuttora esistente, ha assunto la denominazione di Vanguard Jazz Orchestra.
Thad Jones & Mel Lewis: Live at the Village Vanguard (1967)
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Tra gli altri esponenti di rilievo dello stile hard bop vanno ricordati anche:
i pianisti Sonny Clark, Kenny Drew, Elmo Hope, Red Garland, Walter Davis Jr, Duke Pearson e Horace Parlan, il sassofonista baritono Pepper Adams, gli altosassofonisti Lou Donaldson e Gigi Gryce, il trombettista Blue Mitchell ed il trombonista Curtis Fuller.
JAZZ MODALE
Assai difficile è una definizione rigorosa e esaustiva di jazz modale. Per semplicità lo si può ritenere a metà strada tra l'hard bop e il free jazz, a cavallo tra gli anni 50 e i 60.
Esponenti di punta furono Miles Davis, John Coltrane e numerosi altri musicisti tra cui in particolare Wayne Shorter, Bill Evans, McCoy Tyner, Bobby Hutcherson, Andrew Hill, Booker Ervin, Jackie McLean, Larry Young e Herbie Hancock (in buona parte incisero album che uscirono per l'etichetta Blue Note).
'Kind of Blue' di Miles Davis è un classico, ma non tutti sono d'accordo (me compreso) nel ritenerlo il migliore disco jazz di tutti i tempi. Proprio su questo aspetto si e' scatenato un ampio dibattito che non avra' mai fine. :D
Sicuramente è uno tra i più famosi e riusciti dischi jazz di sempre, con la presenza di star come Bill Evans, Cannonball Adderley e John Coltrane.
Miles Davis: Kind of Blue (1959) (2 CD)
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Bill Evans non solo rappresenta per antonomasia il trio (piano-basso-batteria) jazz, ma è considerato il più grande pianista bianco, se non di tutti i tempi, almeno del jazz moderno, specie a livello di influenza per i colleghi venuti dopo di lui.
Questi cofanetto di 3 CD include l'intera storica session dal vivo di Bill Evans al Village Vanguard finalmente nell'esatta sequenza cronologica (in precedenza disponibili su due separati album - Sunday At Village Vanguard e Waltz for Debby -).
Il Village Vanguard, situato nella zona di Greenwich Village, a New York, tra quelli tuttora esistenti è il più famoso jazz club del mondo. Aperto da Max Gordon nel 1935, si convertì totalmente al jazz nel 1957. Al Village sono stati registrati tanti concerti immortalati su disco di tanti jazzisti celebri.
Bill Evans: The Complete Village Vanguard Recordings, 1961 (3 CD)
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Altra tappa fondamentale del jazz modale, tra influenze bop e free,è questo disco di un innovatore altosassofonista che si svincolò dall'influenza parkeriana.
Jackie McLean: Let Freedom Ring (1962)
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Il maggior trombonista nero del free jazz, anche se questo suo primo album, pur molto avanzato, non si lo si può ancora classificare tra il free.
Grachan Moncur III: Evolution (1963)
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Considerato il disco più 'spirituale' della storia del jazz. Non facile da ascoltare, ma potrebbe toccarvi l'anima, anche se non siete religiosi.
John Coltrane: A Love Supreme (1964)
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Il tenorsassofonista e sopranista Wayne Shorter è uno dei migliori compositori del jazz moderno. Nel 1970 fondò insieme a Joseph Zawinul i Weather Report. Questo è uno degli album più intensi tra i suoi tanti capolavori degli anni 60.
Wayne Shorter: Speak No Evil (1964)
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Larry Young è stato l'unico organista innovatore successivo a Jimmy Smith, liberandosi delle influenze gospel e soul-jazz e facendo riferimento a John Coltrane, e, successivamente, al free jazz e al jazz-rock.
Larry Young: Unity (1965)
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Grant Green è il chitarrista più influenzato da Coltrane, in questo album non a caso figurano due componenti del celebre quartetto del sassofonista: Elvin Jones e McCoy Tyner.
Grant Green: Matador (1964)
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Anche Bobby Hutcherson al vibrafono è riuscito ad essere innovativo ed originale nonostante l'influenza esercitata su di lui ad inizio carriera da parte di Milt Jackson.,I suoi precedessori Lionel Hampton e Red Norvo, Jackson e il quasi coetaneo Gary Burton rientrano tra i massimi specialisti di sempre in questo strumento.
Bobby Hutcherson: Oblique (1967)
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IL SOUL JAZZ
Horace Silver ed altri pianisti neri (Bobby Timmons, Junior Mance, Gene Harris, Ramsey Lewis, Jack Wilson e Harold Mabern) hanno profondamente influenzato la musica soul e funky degli anni 70 e successivi, il cui eco e' avvertibile, specie negli albums di gruppi a largo organico come gli Earth, Wind & Fire e i Kool & the Gang.
Horace Silver, al pari di Cannonball Adderley, e' il maggiore esponente del soul-jazz; dalla sua militanza nei Jazz Messengers di Art Blakey in poi ha aperto la strada ad ad Herbie Hancock, Donald Byrd e tanti altri.
Horace Silver: Blowin' the Blues Away (1959)
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L'altosassofonista Julian 'Cannonball' Adderley, indicato come l'erede di Charlie Parker, col suo gruppo riscosse sin dagli anni 50 sia un notevole successo di critica che di pubblico. Numerosi i dischi incisi, anche dal vivo come questo.
Il fratello Nat, minore sia per mole fisica che per età, è comunque il più importante cornettista del jazz moderno; oltre a comparire spesso sui dischi di Cannonball ha inciso anche diversi albums a proprio nome (ed ha vissuto 20 anni più a lungo rispetto al più celebre fratello).
Nel sestetto di Cannonball militò per nove anni anche il pianista e tastierista austriaco Joe Zawinul poi coleader dei Weather Report.
Cannonball Adderley Nat Adderley Quintet: What Is This Thing Called Soul? (1960)
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Il maggiore successo della carriera per questo prolifico trombettista rientra nel soul jazz, sebbene Hubbard stilisticamente appartenga decisamente più all'hard bop e abbia partecipato anche ad alcune incisioni chiave del free come 'Free Jazz' di Coleman e 'Ascension' di Coltrane
Freddie Hubbard: Red Clay (1970)
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Forti influenze di James Brown e Sly Stone, ma fa capolino anche un omaggio a Miles Davis (Seven Steps to Heaven) in questo tiratissimo disco dal vivo di uno degli organisti più significativi del soul-jazz
Lonnie Smith: Live at Club Mozambique (1970)
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Il pianista e tastierista Les McCann conobbe un notevole successo commerciale anche come cantante.
tanto che dal soul jazz strumentale degli anni 60 si spostò nel decennio successivo sul soul cantato, scoprendo la cantante Roberta Flack
Questo (all'epoca) avveniristico album, imperdibile per gli amanti di ARP e sintetizzatori vari, fu Il primo disco al mondo ad essere registrato a trentadue tracce; una chiara influenza su Herbie Hancock, Stevie Wonder & Co
Les McCann: Layers (1972)
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Un grande ruolo nel soul-jazz lo hanno rivestito gli organisti (Jack McDuff, Big John Patton, Jimmy McGriff, Charles Earland, Richard 'Groove' Holmes, Johnny Hammond Smith) ed i sassofonisti (Eddie Harris, Stanley Turrentine, King Curtis, Hank Crawford, Houston Person, Willis 'Gator' Jackson), nonchè il chitarrista George Benson.. Anche i Jazz Crusaders (nel 71 abbreviatisi in Crusaders), sebbene sottovalutati dalla critica, con i loro numerosi dischi sin dai primi anni 60 hanno influenzato molto i loro contemporanei.
IL JAZZ E LA POLITICA: DIRITTI CIVILI, IL 68, TERZOMONDISMO E LA PROPAGANDA USA
Verso la seconda metà degli anni 50 si delinearono due nuove tendenze.
Alcuni jazzisti neri (ed anche qualcuno bianco come Tony Scott) espressero il loro appoggio in musica al movimento per i diritti civili degli afroamericani.
Anche molti di coloro che non espressero esplicitamente il sostegno alle lotte politiche prensero consapevolezza delle loro radici e della loro identità culturale africana, intitolando pezzi all'Africa o alle nuove nazioni africane (il primo fu nei decenni precedenti Duke Ellington); sono gli anni in cui il continente nero va affrancandosi, almeno politicamente, dal colonianismo europeo.
Sonny Rollins, uno dei sassofonisti di maggiore successo della storia del jazz; a dispetto del suo appellativo (e del disco che porta lo stesso titolo) 'Saxophone Colossus' personalmente lo ritengo un pò sopravvalutato dalla critica rispetto ad altri sassofonisti; ma la sua importanza è comunque innegabile. Nel 1957 incide Freedom Suite, il cui pezzo che intitola l'album inneggia ai diritti degli afroamericani, diciotto anni dopo quella canzone di Abel Meerpool ('Strange Fruit') resa immortale da Billie Holiday nel 1939, tre anni dopo che Rosa Parks si rifiutò di sedersi nei posti riservati ai neri su un autobus di Montgomery, nell'Alabama, ma sette anni prima della marcia su Washington di Martin Luther King.
Sonny Rollins: Freedom Suite (1957)
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A ribadire il concetto, il batterista Max Roach tre anni dopo incise la prosecuzione logica ribadita nel titolo del disco di Rollins, con maggiore vigore, coadiuvato dalla moglie Abbey Lincoln e da un collettivo straordinario in cui spiccano fiati come Coleman Hawkins e Booker Little. L'album si chiude con 'Tears for Johannesburg', pezzo contro l'apartheid in Sudafrica, dove il disco sarà vietato per molti anni.
Max Roach: We insist! Freedom now suite (1960)
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Charles Mingus, contrabassista, uno dei maggiori bandleader di sempre, fu anche un grande compositore. Collerico, umorale, vulcanico, pieno di rabbia per la discriminazione razziale della sua gente, molto moderno e avanguardista come sonorità ma al tempo stesso anche molto legato alla tradizione sonora di Duke Ellington e del sassofonista Lester Young.
Charles Mingus: Ah Um (1959)
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Il sassofonista tenore Archie Shepp è il jazzista più vicino a Malcolm X e alla protesta nera; radicale anche nell'adesione alle sonorità del free jazz ha inciso numerosi pezzi e album espliciti anche nel titolo, così come lamenti per la condizione della sua gente. Una rabbia senza compromessi, in questo disco anche il dolore per i trentanove morti nella repressione della rivolta nelle carceri ad Attica, in uno dei più riusciti incontri tra il jazz, il soul e il gospel di sempre.
Archie Shepp: Attica Blues (1972)
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L'altra tendenza degli anni 50 e 60 è quella dal jazz usato come strumento artistico di propaganda da parte degli USA nei paesi dell'est europeo e in medio Oriente.
Il dipartimento di stato americano in quei decenni organizzò e finanziò direttamente lunghe tournèè in quei paesi di parecchi big del jazz (Dave Brubeck, Dizzy Gillespie, Benny Goodman ecc).
Nei paesi dell'Est Europeo intorno alla metà degli anni 50 venne meno l'ostilità dei governi verso il jazz e l'ascolto di massa del programma radiofonico Music Usa della Voice of America tra i giovanissimi dell'est europeo divenne un singolare fenomeno di costume.
Tra i gruppi che si esibirono in tournèè oltrecortina ci fu anche quello del sassofonista Charles Lloyd, il cui successo commerciale nella seconda metà degli anni 60 fu secondo solo a quello del gruppo di Cannonball Adderley.
Il pianista Keith Jarrett si mise in evidenza proprio nel gruppo di Lloyd partecipandone a diversi album prima di iniziare una fortunatissima carriera in proprio.
Analogalmente diversi anni dopo Lloyd lanciò la carriera solista anche del pianista italo-francese Michel Petrucciani.
Charles Lloyd in the Soviet Union (Recorded at the Tallin Jazz Festival) (1969)
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Con l'indipendenza di tante nuove nazioni, la crescita delle nuove potenze e il dilagare della protesta contro la guerra in Vietnam, venne delineandosi anche una posizione terzomondista, non solo politica ma anche musicale.
Emblematico il titolo di questo album del sassofonista argentino Gato Barbieri, molto noto in Italia per la colonna sonora di Ultimo Tango a Parigi ed altre collaborazioni nel pop (Venditti ecc)
Gato Barbieri: The Third World (1969)
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Sempre lo stesso anno, sotto la guida del bassista Charlie Haden (del quale questo è il suo primo disco da leader) e con gli arrangiamenti della pianista Carla Bley, un collettivo di jazzisti di varia nazionalità e stile incise un disco dal significato pacifista, con riferimenti alla guerra civile spagnola degli anni 30, a 'Che' Guevara e al conflitto in Vietnam.
Charlie Haden: Liberation Music Orchestra (1969)
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POST BOP
Eric Dolphy (straordinario improvvisatore dal vivo, eccezionale come polistrumentista, soprattutto al flauto, oltre che al sassofono e al clarinetto) è un caso a sè; non è inquadrabile prettamente in un'unica corrente jazzistica, ha partecipato a dischi sia del filone West coast (con Chico Hamilton) che di quello Third Stream, così come in seguito di free jazz (Con Ornette Coleman) o a progetti legati all'appoggio dei diritti civili per gli afroamericani (con Max Roach). Dolphy e Mingus si sono incrociati su alcuni dischi con risultati esaltanti, così come è esaltante il trombettista Booker Little (morto a soli 23 anni) al fianco di Dolphy.
Eric Dolphy with Booker Little: Far Cry (1960)
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Altro importante polistrumentista molto attivo in quegli anni è Roland Kirk. Pittoresco, stravagante, fenomeno da circo secondo alcuni, ma anche originale e dotato di grande creatività, capace di suonare anche tre sassofoni contemporaneamente tendendoli appesi al collo, con grande forza di volontà a dispetto dalla sua cecità ed altri malanni fisici. Negli anni 70 fondò un associazione di lotta per i diritti dei jazzisti di colore (Jazz and People's Movement).
Roland Kirk: Domino (1962)
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IL JAZZ MODERNO IN EUROPA NEGLI ANNI 50 E NELLA PRIMA META' DEGLI ANNI 60
Tra la fine degli anni 40 e la fine dei 60 iniziarono a formarsi in Europa un po' in quasi tutti i paesi delle scuole nazionali con caratteristiche autonome e originali, non imitative rispetto agli USA, dapprima in Francia, Belgio e Svezia, che sono le tre nazioni europee che espressero nel periodo che va dall'immediato dopoguerra fino alla fine degli anni 50 il maggior numero di musicisti di caratura internazionale, poi nella prima metà degli anni 60 anche in Gran Bretagna, Germania e Olanda (le tre nazioni dove il free jazz e il jazz rock ebbero la maggiore diffusione), così come in Danimarca, Polonia, Austria e Svizzera.
In altri paesi jazzisticamente meno ricettivi come la Norvegia, la Finlandia, la Spagna o la stessa Italia un jazz autonomo iniziò a formarsi solo sul finire degli anni 60.
FRANCIA
Per il periodo che arriva fino alle fine della seconda guerra mondiale la critica tende a considerare gli unici jazzisti europei di caratura internazionale non imitatori degli americani Django Reinhardt, chitarrista zingaro belga di origine tedesca, ed il violinista francese Stephane Grappelli. I due ebbero un gruppo insieme, il Quintette du Hot Club de France.
La Francia fu prima nazione in cui il bebop ricevette la migliore accoglienza, mentre in Inghilterra andava ancora forte lo stile tradizionale del dixieland.
Parigi assurse a capitale jazzistica d'Europa sin dal primo dopoguerra, i jazz club parigini (le "caves") saranno d'esempio per le altre città europee, grazie ai frequenti soggiorni e visite dei jazzisti americani (Sidney Bechet, Lucky Thompson, Quincy Jones, Bud Powell, Miles Davis ecc).
Analogalmente per i festival jazz estivi il successo di quello di Nizza del 1948 fu il modello per quelli di altre località di villeggiatura estive europee.
Tra i maggiori musicisti francesi si affermarono l'arrangiatore Michel Legrand, il contrabassista Pierre Michelot, i pianisti Martial Solal, George Arvanitas e Renè Utrerger, il sassofonista Barney Wilen, Claude Bolling, Errol Parker, gruppi vocali come i Double Six e gli Swingle Singers.
Michel Legrand, noto per le colonne sonore, tra i compositori europei più noti ("What Are You Doing the Rest of Your Life," "Watch What Happens," e "The Summer Knows"). Questo album è ricco di stelle americane:
Michel Legrand: Legrand Jazz (1958)
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Martial Solal, nato in Algeria da genitori francesi, ha registrato anche con diversi musicisti di jazz tradizionale (Sidney Bechet, Don Byas ecc). Questo è il suo primo disco statunitense, dal vivo al Festival di Newport del 1963:
Martial Solal: At Newport '63 (1963)
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BELGIO
Il Belgio è forse la nazione europea che ha espresso in proporzione alla sua estensione territoriale e popolazione il maggior numero di jazzisti di rilievo. Non va dimenticato che il sassofono venne inventato nel 1840 dal belga Adolphe Sax nel 1840 e che non pochi sassofonisti bianchi negli USA erano di origine belga. Sempre in Belgio nacque la prima rivista di jazz al mondo: Musique Magazine nel 1924 e belga fu il primo critico di jazz, Robert Goffin, autore del primo libro sul jazz (Aux frontières du jazz. 1930).
L'unico specialista jazz al mondo dell'armonica, Toots Thielemans (occasionalmente anche chitarrista), il sax tenore e flautista Bobby Jaspar, il direttore d'orchestra e arrangiatore Francy Boland, il chitarrista Renè Thomas.
Toots Thielemans è il musicista belga più noto, ma anche l'indiscusso miglior armonicista di sempre. Un giramondo che continua riscuotere simpatia ed ammirazione ovunque per la sua bravura strumentale, la padronanza in numerose lingue ed il piacere di stare a contatto col pubblico.
Toots Thielemans: Man Bites Harmonica (1957-58)
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SVEZIA
In Svezia, risparmiata dall'invasione nazista, il jazz ebbe uno sviluppo precedente a quello delle altre nazioni scandinave; nei primi anni 50 Stoccolma era seconda solo a Parigi come importanza jazzistica, negli anni 60 il club Gyllene Cirkeln di Stoccolma godette di fama mondiale. Alla fine degli anni 40 vi era fiorita una vera e propria scena cool jazz.
Gli esponenti più significativi furono il sax baritono Lars Gullin, l'altosax Arne Domnerus, il trombettista Rolf Ericson ed il trombonista Ake Persson.
Successivamente si mise in luce il trombonista Eje Thelin. Il maggior successo discografico in patria fu del pianista Jan Johansson.
Lars Gullin: Danny's Dream (1953-1955)
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Va precisato che il primo clarinettista a suonare jazz moderno fu proprio uno svedese, Stan Hasselgard, nel gruppo del ben più famoso ed anziano clarinettista Benny Goodman. Era destinato a grande fama, ma morì molto giovane in un incidente stradale nel 1948, e non esistono sue registrazioni da leader. Questo strumento passò decisamente in secondo piano negli anni 50, in cui venne dominato dagli italoamericani (Buddy De Franco, Jimmy Giuffre, Tony Scott), e successivamente in Europa dai francesi (Louis Sclavis e Michel Portal).
DANIMARCA
Il trombonista Kai Winding, nato in Danimarca, emigrò adolescente con la sua famiglia negli Usa, e divenne uno dei protagonisti degli anni 50 e 60 formando con J.J. Johnson un duo al trombone affiatatissimo, divenne molto richiesto anche negli studi e per la televisione.
Kai Winding: The Incredible Kai Winding Trombones (1960)
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Successivamente si imposero altri due danesi. Niels Henning Orsted Petersen, di solito abbreviato con le iniziali NHOP, divenne il contrabassista più ricercato in Europa sia negli studi che dal vivo per accompagnare gli americani, per Oscar Peterson e tanti altri, ma al contrario di Winding non volle mai trasferirsi stabilmente negli Usa.
John Tchicai è il sassofonista di origine congolese, l'unico europeo a suonare nel seminale Ascension di John Coltrane.
Il Jazzhus Montmartre prendeva il nome dall'ononimo quartiere di Parigi, ma era a Copenhagen, e negli anni 60 divenne il più prestigioso locale di jazz d'Europa, quello che a New York era il Village Vanguard. Dopo diversi anni di chiusura è stato recentemente riaperto.
Oggi il festival jazz di Copenhagen per numero di concerti è il più grande d'Europa, ma durante i 365 gg dell'anno il primato continentale di Parigi per numero di locali e di concerti rimane indiscusso.
GRAN BRETAGNA
Sebbene il primo club europeo dedicato esclusivamente al bop (Club Eleven) nacque a Londra e non a Parigi il jazz moderno stentò molto in Inghilterra negli anni 50; molti americani la esclusero dai loro tour europei, ed ancora alla fine degli anni 50 il jazz tradizionale era ancora il più ascoltato e seguito.
Una disputa pluridecennale tra il sindacato dei musicisti inglesi e quello dei musicisti americani limitò di fatto le tournèè oltreoceano in entrambi i sensi; ancora a metà degli anni 60 molti gruppi rock non poterono suonare negli Usa, così come molti jazzisti americani esclusero la Gran Bretagna dai loro tour europei per motivi analoghi.
Nel jazz tradizionale e nel mainstream si erano da tempo affermati il trombonista Chris Barber ed i trombettisti Humphrey Lyttleton e Nats Gonella.
L'affinità linguistica e culturale favorì l'affermazione di alcuni musicisti inglesi che si trasferirono stabilmente negli States, come i pianisti George Shearing e Marian McPartland, ed il polistrumentista Victor Feldman. Il pianista Ralph Sharon divenne collaboratore stabile del cantante Tony Bennett. Minor successo ebbe l'eccellente trombettista giamaicano nero Dizzy Reece.
Shearing, nato non vedente, conobbe grande successo già in patria; emigrò negli Usa nel 47 e sin dai primi anni 50 godette di eilevante notorietà come autore della celeberrima "Lullaby of Birdland". Incise prevalentemente con la formula del quintetto. Realizzò album con alcuni dei cantanti jazz di spicco (Nat King Cole, Peggy Lee, Nancy Wilson, Carmen McRae, Ernestine Anderson ecc)
George Shearing: Jazz Moments (1962)
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Marian Mc Partland, il cui vero cognome è Turner, sposò il cornettista americano Jimmy McPartland, trasferendosi negli Usa nel 46.
Dopo più di trent'anni di carriera discografica divenne dal 78 una delle conduttrici radiofoniche più famose negli States col suo programma alla NPR sul pianoforte jazz, in cui ha ospitato tante celebrità.
Marian Mc Partland: With You in Mind (1957)
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Victor Feldman, polistrumentista (vibrafono, pianoforte e batteria) si trasferì negli Usa nel 57 al termine di una tournèè con Woody Herman. coautore di "Seven Steps to Heaven" registrata sull'album ononimo di Miles Davis.
Victor Feldman: Suite Sixteen (1955)
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Altri musicisti di rilievo furono il sassofonista Ronnie Scott, che aprì il locale jazz londinese che porta il suo nome, tuttora uno dei più famosi jazz club europei, il sax contralto e big band leader Johnny Dankworth, la moglie cantante Cleo Laine, i tenoristi Tubby Hayes e Don Rendell, il pianista Stan Tracey.
GERMANIA
La Germania jazzisticamente fu dapprima sfavorita dal nazismo, poi dalla successiva divisione in due e dalla dispersione derivante dalla presenza di tante grandi città con la mancanza di un unico grande centro catalizzatore.
Il relativo isolamento fece si che per tutti gli anni 50 il jazz tedesco (così come peraltro il jazz italiano) ebbe carattere derivativo.
Ma, a differenza dell'Italia, le cose cambiarono decisamente negli anni 60, quando nacquero delle etichette discografiche che ebbero molto successo, la Basf/Saba poi divenuta MPS, e sul finire del decennio la Enja e la ECM.
Un grande ruolo nel far conoscere sia il jazz ai tedeschi che il jazz tedesco internazionalmente lo ebbe Joachim Enrst Berendt, il più famoso critico jazz europeo di sempre, conduttore di molti programmi radiofonici ed autore della più venduta storia del jazz in assoluto, tradotta in molte lingue.
Il prolifico trombonista Albert Malgersdorff è tra i pochissimi innovatori europei del jazz moderno; fu il primo ad applicare al trombone la tecnica della multifonia (che consiste nel suonare diverse note contemporaneamente).
Il suo quintetto degli anni 60 è tra le formazioni europee di maggior spicco.
Albert Malgersdorff: Tension! (1963)
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Vanno ricordati anche i fratelli dell'allora Germania dell'Est Rolf e Joachim Kuhn, rispettivamente clarinettista e pianista
AUSTRIA
Il jazz in Austria negli anni 50 e 60 è molto legato alla scena tedesca, dato che i jazzisti austriaci spesso registravano per etichette tedesche e suonavano regolarmente dal vivo in Germania. Il primo jazzista austriaco di rilievo fu il sassofonista Hans Koller.
L'Austria ha espresso pianisti nel jazz di rilevanza mondiale, come Joe Zawinul, ed altri di rilevanza europea come Friedrich Gulda e Fritz Pauer.
Joe Zawinul, emigrato nel 59 negli States, militò nove anni nel quintetto di Cannonball Adderley, poi contribuì alla svolta elettrica di Miles Davis nei tre anni successivi, per fondare insieme al sassofonista Wayne Shorter i Weather Report.
Joe Zawinul: The Rise & Fall of the Third Stream (1965)
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POLONIA
La Polonia è il paese dell'est comunista in cui il jazz conobbe il maggiore sviluppo. Il catalizzatore del jazz polacco, colui che scoprì e valorizzò molti dei musicisti che s'imposerò più tardi negli anni 70 fu il pianista Krzyszstof Komeda (morto nel 1969), tra i pochi compositori specializzati in colonne sonore jazz (per i film di Polanski, Skolimowski, Bergman), tra i primi a cimentarsi col free jazz nell'est europeo.
Krzysztof Komeda : Ballet Etudes - Breakfast at Tiffany's (1962-63)
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Negli anni 70 si affermarono il sassofonista Michael Urbaniak, la moglie cantante Urszula Dudziak, il trombettista Thomas Stanko, il sassofonista Zbigniew Namyslowski ed il virtuoso del pianoforte Adam Makowicz.
UNGHERIA
L'Ungheria ha una grande tradizione per i chitarristi, gitani e non. Gabor Szabo scappò all'estero dopo la rivolta del 1956 stabilendosi in California. Si mise in luce nellla prima metà degli anni 60 nei quintetti di Chico Hamilton e Charles Lloyd.
Gabor Szabo: Spellbinder (1966)
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Vanno ricordati anche gli altri due chitarristi ungheresi jazz Attila Zoller ( inventore di alcuni tipi di microfono per chitarra) ed Elek Bacsik.
JUGOSLAVIA
Di etnia serba e nato nell'attuale Bosnia, Dusko Goykovich è il trombettista europeo più noto degli anni 60 e 70. Ha militato in numerose orchestre dapprima in Germania e poi negli USA (Maynard Ferguson, Woody Herman, Clarke-Boland Big Band).
Dusko Goykovich: Swinging Macedonia (1966)
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SPAGNA
Sebbene il franchismo non favorì il jazz, il catalano (nativo di Barcellona) non vedente Tete Montoliu rientra comunque tra i maggiori virtuosi europei del pianoforte, suonò con molti grandi musicisti americani di passaggio in Europa ed incise molti dischi all'estero, specie in Danimarca.
Tete Montoliu Trio: A Tot Jazz ! (1965)
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IL FREE JAZZ STORICO (prima metà anni 60)
Il free jazz è caratterizzato spesso dall'atonalità; viene rivoluzionato il ruolo degli strumenti ed il modo in cui interagiscono tra loro, e nessun strumento di per sè è più essenziale.
Il free jazz è lo stile jazzistico più eterogeneo che ci sia; dal punto di vista dell'organico si va da dischi e concerti di un unico strumento in solitudine (solo sax, solo piano, solo trombone, solo chitarra ecc) a trii o quartetti insoliti senza piano (pianoless), o senza basso, senza batteria ecc a organici più allargati come settetti, ottetti o anche a big band; negli anni settanta si sono molto diffusi i gruppi composti da più strumenti dello stessa famiglia (gruppi di soli sassofoni, o batterie, o tromboni ecc.)
Proprio a causa della diversità di organico proposte differenti di free jazz possono essere tra loro musicalmente agli antipodi e non avere nulla in comune.
Il free jazz fu osteggiato molto a lungo negli Stati Uniti e venne accettato molto più in Europa da parte di buona parte di quel pubblico che era già abituato alle sperimentazioni avanguardistiche della musica classica contemporanea.
I tre maggiori esponenti del free jazz (Ornette Coleman, e i gia citati John Coltrane ed Archie Shepp) sono tutti sassofonisti.
Il manifesto sonoro della 'New Thing' o avanguardia è contenuto nei 36:23 di improvvisazione totale di 'Free Jazz' del sassofonista contralto Ornette Coleman, che finì per dare anche il nome all'allora nascente corrente musicale. Un disco così radicale, rivoluzionario, controverso, tuttora ostico da digerire (anche per me) dopo oltre 45 anni dalla sua uscita. Registrato con due diversi quartetti, uno sul canale sinistro e l'altro sul canale destro.
Ornette Coleman: Free Jazz (1960)
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Forse l'espressione più ambiziosa e infuocata di tutto il free jazz, in un incontro irripetibile. Coltrane insieme agli altri sax tenori Archie Shepp e Pharoah Sanders, ai sax alti John Tchicai e Marion Brown e al trombettista Freddie Hubbard.
John Coltrane: Ascension (1965)
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Col suo stile percussivo caratterizzato da grappoli di accordi (cluster) eseguiti sinultaneamente con entrambe le mani, Cecil Taylor è considerato unaninamente il maggiore pianista di tutto il free jazz; anche se, a mio giudizio, Sun Ra e' ancora piu' importante, almeno a livello compositivo, e come bandleader. Alcuni musicisti considerano invece Taylor come influenza nel free jazz superiore a quella di Ornette Coleman.
Il seguente doppio disco (uscito con diverse copertine) è un concerto a Copenhagen col suo trio, con l'eccellente Jimmy Lyons al sax alto e Sunny Murray alla batteria.
Cecil Taylor: Nefertiti, the Beautiful One Has Come (1962)
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Da Fletcher Henderson negli anni 30 ai tanti anni di free jazz con i suoi numerosi e pittoreschi gruppi, con escursioni funky negli anni 70, ma anche attraverso la riscoperta della tradizione nera: un lunghissimo percorso musicale. Diceva di venire dallo spazio, ma adorava l'Egitto. Sterminata e complicata la sua discografia: ha inciso oltre 200 album a suo nome. Fu il primo nel jazz ad impiegare tastiere elettriche e sintetizzatori. I suoi concerti erano dei veri e propri happening definititi "sfilate di carnevale dell'era spaziale".
Sun Ra: Space is the Place (1972)
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Il trombettista Bill Dixon è tra gli esponenti seminali del free jazz, molto più però come organizzatore e insegnante che come carriera solistica. Organizzò nel 1964 a Manhattan il primo rilevante festival di free jazz (October Revolution in Jazz)
Bill Dixon: Intents & Purposes (1966)
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Sono pochi i bianchi americani a fare parte degli innovatori nel free jazz storico. Due su tutti: Steve Lacy e Roswell Rudd.
Entrambi passarono gradualmente dal tradizionale al free senza troppi traumi,
Lacy portò l'influenza di Thelonious Monk (col quale suonò per quattro mesi) nel free jazz e collaborò con moltissimi musicisti. Fu il primo sassofonista del jazz moderno ad essere specializzato al soprano.
Rudd, tra i trombonisti più orginali, è tra i maggiori promotori della musica del pianista Herbie Nichols.
Lacy e Rudd ebbero un quartetto insieme durato tre anni in vui suonarono eclusivamente la musica di Monk.
Steve Lacy - Roswell Rudd Quartet: School Days (1963)
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Il trombettista Don Cherry si mise in evidenza negli anni più importanti del quartetto di Ornette Coleman per poi lasciare il gruppo e fondare formazioni proprie.
Fu il più cosmopolita tra i jazzisti: si stabilì in Svezia per quattro anni, girò l'Europa e l'Asia, si interessò ai ritmi africani e sudamericani.
Don Cherry: Symphony for Improvisers (1966)
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L'intensita' del sax tenore Albert Ayler in uno dei dischi fondamentali di tutto il free jazz. Uno dei musicisti più misteriosi, ed avvolte nel mistero rimangono le circostanze della sua morte, mai del tutto chiarite.
Albert Ayler: Spiritual Unity (1964)
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Il tenorsassofonista Pharoah Sanders, che collaborò sia con Coltrane che con la sua vedova Alice, venne indicato come il suo successore, ma era più cerebrale e meditativo.
In questo disco si mise in evidenza il chitarrista Sonny Sharrock, uno dei maggiori di tutto il free jazz. In altri dischi Sanders si avvalse di musicisti come il pianista John Hicks ed il cantante Leon Thomas, alla cui carriera diede un impulso determinante.
Pharoah Sanders: Tauhid (1966)
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AACM (Association for the Advancement of Creative Musicians)
L'AACM è l'importante associazione di musicisti afroamericani di area free, tuttora esistente (http://aacmchicago.org/), creata nel maggio 1965 nel South Side di Chicago dal pianista Muhal Richard Abrams.
Si deve all'AACM l'introduzione di nuovi strumenti nel jazz quali il flauto contralto, il clarinetto contrabasso e la tuba di Wagner.
Tutti i musicisti di questa corrente sono pluristrumentisti, e peraltro quasi tutti finirono per sperimentare in solitudine.
(Muhal) Richard Abrams fu uno dei primi a creare (nel 1961) un collettivo free, la Experimental Band, non documentato su dischi. Il pianista è riconosciuto come il padre spirituale e l'animatore della scena di Chicago della seconda metà degli anni 60.
Muhal Richard Abrams: Levels And Degrees Of Light (1967)
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Quello che può essere considerato Il primo disco di un esponente dell'AACM è però del sassofonista Roscoe Mitchell. E' dal Roscoe Mitchell Art Ensemble che nacque il primo nucleo dell'Art Ensemble of Chicago.
Roscoe Mitchell: Sound (1966)
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Anthony Braxton (il cui strumento principale è il sax contralto) è famoso per i pezzi che hanno diagrammi matematici come titolo. Sebbene sia nero, è il musicista del free più vicino alla musica classica europea; le sue influenze extra jazzistiche hanno suscitato e continuano a suscitare un ampio dibattito tra i critici (e tra i musicisti).
Inizialmente membro dell'AACM finì per distaccarsene compiendo un percorso unico nell'avanguardia degli anni 70. Dopo Ornette Coleman è stato il primo jazzista dell'area free a raggiungere un successo sia di critica che commerciale, sebbene la sua musica sia non di facile fruizione e sia stata spesso vista come troppo fredda e cerebrale, troppo poco 'afroamericana'.
Questo fu il primo album di solo sassofono (e in generale di strumento a fiato) inciso:
Anthony Braxton: For Alto (1969)
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L'AACM in effetti non è stata solo un'associazione di musicisti, ma un collettivo afroamericano con interessi allargati anche a poesia, teatro, danza e arti visive, elementi questi che risaltano maggiormente nei concerti dal vivo dell'Art Ensemble of Chicago, il maggior gruppo stabile non solo dell'AACM ma di tutto il free jazz; ha inciso molti dischi in Europa, tra cui questo album destinato a colonna sonora di un film francese che ebbe poca fortuna.
Art Ensemble of Chicago: Les Stances A Sophie (1970)
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Altri esponenti importanti dell'AACM sono il violinista Leroy Jenkins, il contrabassista Malachi Favors, i sassofonisti Joseph Jarman, Fred Anderson e Henry Threadgill, il trombettista Leo Smith.
BAG (Black Artist Group)
Nel 1968 a St. Louis sulla falsariga dell'AACM di Chicago viene fondato l'associazione BAG alla quale aderirono una cinquantina di musicisti.
Gli esponenti principali del BAG sono i sassofonisti Julius Hemphill, Oliver Lake e Hamiett Bluiett, i trombettisti Baikida Carroll e Floyd LeFlore , il trombonista Joseph Bowie (fratello di Lester), il batterista Charles Bobo Shaw e il pianista John Hicks.
Oliver Lake: Heavy Spirits (1975)
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Hamiet Bluiett: Im/possible to Keep (1979) (2 CD)
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A differenza dell'AACM, il BAG durò pochi anni e poi si sciolse.
Anello di congiunzione tra AACM e BAG fu il trombettista Lester Bowie, membro fondatore dell'Art Ensemble of Chicago, ma cresciuto in gioventù a St. Louis e coinvolto in vari progetti del BAG. Bowie sposò la nota cantante soul Fontella Bass, che occasionalmente apparve anche sui dischi e sui concerti dell'Art Ensemble of Chicago.
Lester Bowie: The 5th Power (1978)
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Altre associazioni di musicisti analoghe ad AACM e BAG che raccolsero diverse adesioni:
Jazz Composers Guild (New York), Detroit Arts Workshop (Detroit), Union of God's Musicians and Artists Acension (UGMA/A, Los Angeles)
Altri esponenti importanti del free jazz al di fuori di AACM e BAG sono: il pianista canadese Paul Bley, il sassofonista David S.Ware, i batteristi Andrew Cyrille e Sonny Murray, il bassista Gary Peacock e i chitarristi Sonny Sharrock e James Blood Ulmer.
Perchè non apri un bel sito viste le tue conoscenze? Niente di eccezionale, ma dato che i post in un forum prima o poi si perdono nel web questo non succede ;) Consiglio spassionato....dato che non sono un grande appassionato di jazz
sgsdfsdfsdfsdfsdfsdsdf
10-08-2003, 10:46
Originariamente inviato da BadMirror
Ecco il Jazz:
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;)
Concordo!
Anche se mi piace di più "someday my prince will come", forse perchè l'ho sentito per primo.
I LOFT
Già dalla metà degli anni 60, i jazzisti dell'area free avevano cercato di proporsi in spazi alternativi come le gallerie d'arte e le sale comunitarie.
Nella prima metà degli anni 70 una nuova tendenza a New York dei jazzisti d'avanguardia ha successo al punto di diffondersi in seguito anche tra musicisti rock, pittori e artisti vari.
I loft newyorkesi sono fabbriche abbandonate, capannoni o magazzini riadattati ad abitazione, studio o sale prova o di concerto, per lo più concentrati nelle zone di Soho e del Lower East Side. I loft nascono per risolvere sia il problema del caro affitti, che quello della mancanza di serate nei club.
L'esponente più significativo di questa scena è il polistrumentista Sam Rivers (il cui strumento principale è il sassofono tenore); insieme alla moglie Beatrice gestì il loft RivBea, che divenne un luogo di riferimento dove si suonò e registrò parecchio.
In questo disco Rivers guida una big band.
Sam Rivers: Crystals (1974)
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Altri due loft molto in voga in quegli anni furono i vicini Environ ed Ali's Alley, sempre nella zona di SoHo.
L'Ali's Alley era di proprietà del batterista Rashied Ali (nome originario Robert Patterson) il cui nome deriva dalla sua conversione all'Islam. Ali fu il batterista stabile degli ultimi due anni di carriera di Coltrane; gestì anche una propria etichetta discografica, la Survival e sperimentò anche al di fuori del jazz, specie a partire dagli anni 80.
Suo fratello Raymond, altro batterista anch'egli convertito all'Islam, ebbe una carriera prettamente europea negli anni 70.
Questo disco è inciso in duo col sax tenore Frank Lowe.
Rashied Ali & Frank Lowe - Duo Exchange (1972)
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Il successo dei loft sancisce il ruolo della città di New York di centro propulsivo della musica free nella seconda metà degli anni 70
Il sax tenore David Murray ha inciso decine di album, prevalentemente con larghi organici (ottetti e big band) con notevole successo di critica, ma meno di pubblico, specie negli USA. E' stato uno dei cofondatori del World Saxophone Quartet.
Dagli anni 90 in poi ha incorporato influenze africane e latinoamericane nella sua musica.
David Murray: Ming (1980)
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JAZZ INDIPENDENTE DEGLI ANNI 70
Alcuni dei musicisti che non vollero o non poterono trasferirsi in Europa cercarono di promuovere la loro musica creando delle etichette discografiche indipendenti con caratteristiche comunitarie e di autogestione, fortemente radicate in un determinato territorio, oscillanti stilisticamente tra free jazz, hard bop, soul-jazz & funky.
Le più significative furono la Strata East del pianista Stanley Cowell e del trombettista Charles Tolliver, la Black Jazz di Oakland del pianista Gene Russell, la Tribe di Detroit del sassofonista Wendell Harrison e del trombonista Phil Ranelin.
L'etichetta servi a Tolliver e Cowell come base di lancio di una delle big band più esplosive degli anni 70, i Music Inc, da loro guidata.
Music Inc & Big Band (1970)
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Il pianista Doug Carn incise quattro eccellenti album avvalendosi al canto della moglie Jean, che nella seconda metà degli anni 70 divorziò e passò alla soul music
Doug Carn: infant Eyes (1971)
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Wendell Harrison: An Evening with the devil (1972)
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Joe McPhee è tra i pochi polistrumentisti capaci di suonare sia il sassofono che la tromba. Tra il 1969 e il 74 incise quattro album intrisi di rabbia, spiritualità e militanza politica.
Successivamente, influenzato sia dalle teorie che dai concetti di pensiero laterale (Edward de Bono) che di ascolto profondo (di Pauline Oliveros) teorizzò un metodo di improvvisazione creativa che chiamò “Po Music”
Joe McPhee: Nation Time (1970)
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Steve Reid rifiutò di arruolarsi in Vietnam, e come obiettore di coscienza, venne condannato a 4 anni di carcere. Insegnò musica ai carcerati e venne rilasciato con due anni di anticipo.
Steve Reid: Rhythmatism (1975)
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Il californiano Horace Tapscott era politicamente molto vicino alle Pantere Nere, suonò pure per una dei suoi esponenti di punta, la cantante soul Elaine Brown. Ciò gli provocò un ostracismo ultradecennale da parte dell'industria discografica, spezzato da Tom Albach, che creò un'etichetta discografica appositamente per poterlo registrare.
Nel 1961 creò un sindacato musicisti ed un orchestra che in un trentennio, oltre a calmare le acque nei disordini razziali del 65 a Watts e del 92, a raccogliere fondi per la comunità neroamericana, lanciò la carriera ad alcuni musicisti poi divenuti celebri (Arthur Blythe, David Murray, Butch Morris, Azar Lawrence) e comunque ne salvò dalla strada tanti altri.
Horace Tapscott with the Pan-Afrikan Peoples Arkestra; Live at I.U.C.C. (1979)
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La maggior parte dei jazzisti dell'area free che non riuscivano ad andare avanti con i soldi dei dischi o degli ingaggi, si mantennero attraverso l'insegnamento.
L'AVANGUARDIA NEGLI USA NELLA SECONDA META' DEGLI ANNI 70
Ornette Coleman è l'iniziatore del free funk, fusione di free jazz con le ritmiche del funky
Ornette Coleman: Dancing in Your Head (1977)
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Alcune majors si accorsero del free jazz, e la Columbia mise sotto contratto il sax alto Arthur Blythe facendogli incidere una serie di dischi che incontrarono un ottimo successo di critica ma nessun riscontro commerciale.
Il più riuscito tra questi è Lennox Avenue Breakdown.
Arthur Blythe: Lenox Avenue Breakdown (1978)
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Nel 1979 fece grande impressione il Trio Air guidato dal sassofonista Henry Threadgill, per la fusione di free jazz col repertorio ragtime e dello dello stile di New Orleans di inizio 900
Air Lore (1979)
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Ed a ribadire il concetto, lo stesso Arthur Blythe l'anno seguente incise un album chiamato In the Tradition.
Negli anni 80 Threadgill sciolse gli Air e guidò un originale sestetto che continuò a godere dell'apprezzamento della critica, proseguendo il connubbio tra avanguardia e tradizione.
ALTRE TENDENZE DEGLI ANNI 70
Gli anni 70 sono quelli del maggior sviluppo e successo di sempre del jazz in Europa. Già alla fine degli anni 60 nascono e si affermano importanti etichette discografiche in Francia e in Germania, poi qualche anno dopo anche in Danimarca, Olanda ed Italia. ll free jazz è sempre più ignorato dalla critica e dal pubblico nordamericani; agli esponenti neri dell'avanguardia non rimane che trasferirsi in Europa per poter continuare ad incidere dischi e a tenere concerti; molti dei principali esponenti del free jazz avevano già compiuto importanti tournèè in Europa già nella prima metà degli anni 60.
Altri esponenti del free jazz tentarono invece la via dell'autogestione discografica fondando negli USA proprie etichette discografiche indipendenti anche dal punto di vista distributivo, spesso con ottimi risultati dal punto di vista artistico ma con pessimi esiti commerciali, nonostante l'incorporazione di influenze soul, gospel e funky.
Sono anche gli anni del maggiore sviluppo dei festival jazz estivi (di solito più in località turistiche emergenti che nelle città più grandi), a cui spesso si contrappone il vuoto delle altre stagioni dell'anno: Antibes Juan-Le-Pins (Francia), Montreux (Svizzera), Moers (Germania) e Umbria Jazz attirano su di sè l'attenzione come fenomeno di costume anche dei media non jazzistici e del pubblico giovanissimo.
A Montreux in Svizzera si tennero indimenticabili concerti negli anni 70, molti dei quali registrati su disco. Questo del pianista McCoy Tyner è uno dei più rappresentativi
McCoy Tyner: Enlightenment (1973)
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Tyner rappresenta più di qualunque altro musicista l'eredità di John Coltrane negli anni 70.
Il decennio vede anche il definitivo consolidamento del jazz in Giappone dopo l'affermazione nella decade precedente (anche grazie a jazzisti locali ma dal respiro internazionale come Toshiko Akiyoshi, Sadao Watanabe e Terumasa Hino), dove si recheranno sia per concerti che per incidere dischi molti jazzisti nordamericani.
In questo concerto dal vivo a Tokyo il tenorsassofonista Joe Henderson è coadiuvato da un eccellente gruppo di musicisti giapponesi
Joe Henderson in Japan (1971)
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Keith Jarrett è oggi il pianista più di successo presso pubblico e critica; ha un carattere capriccioso ed egocentrico, ma il suo genio è innegabile.
Gary Burton è il vibrafonista bianco più innovativo, emerso quasi contemporaneamente a Bobby Hutcherson
Gary Burton & Keith Jarrett (1970)
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Dal jazz modale al soul-jazz, poi all'elettronica e al funky con gli HeadHunters, Il tastierista e pianista più influente degli ultimi 35 anni qui in uno dei suoi album più sperimentali
Herbie Hancock: Mwandishi (1970-71)
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Il canadese Gil Evans (non è parente dello statunitense Bill), artefice della nascita del cool jazz nel gruppo di Claude Thornhill e di lì a poco nel nonetto di Davis di fine anni 40 (col quale avrebbe lavorato anche nei decenni successivi), guidò strepitose big band negli anni 70 e 80, coniugando tra loro jazz e rock, tradizione ed avanguardia. Nei suoi gruppi si misero in luce tanti musicisti poi divenuti famosi: David Sanborn, Billy Harper ecc
Gil Evans: Svengali (1973)
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Negli anni settanta e nel decennio successivo prima di morire prematuramente il trombettista Woody Shaw incise albums di gran pregio. E' considerato all'unanimità l'unico innovatore della tromba degli anni 70 dai suoi precedessori.
Woody Shaw: The Moontrane (1974)
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I quattro componenti dei futuri Oregon debuttarono nel gruppo Consort di Paul Winter, in seguito se ne staccarono.
Sono stati i primi a proporre una fusione tra jazz e folk, la loro musica avrebbe influenzato di lì a qualche anno sia la nascente new age che la world music.
Oregon: Winter Light (1974)
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IL JAZZ-ROCK
Gli anni 70 sono il decennio per antonomasia del jazz-rock (anche se nacque in Gran Bretagna intorno alla metà degli anni 60), poi gradualmente divenuto fusion. Tra i gruppi principali, le formazioni guidate dai pianisti-tastieristi Chick Corea (Return to Forever), Herbie Hancock (Headhunters) e Joe Zawinul (Weather Report) dal batterista Tony Williams (Lifetime) e dal chitarrista John McLaughlin (Mahavishnu Orchestra).
Il batterista Tony Williams, componente del quintetto di Miles Davis, formò gruppi propri, coinvolgendo altri musicisti di spicco come John McLaughlin e Larry Young.
Tony Williams Lifetime: Emergency (1969)
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A sua volta il chitarrista scozzese John Mc Laughlin guidò il gruppo di maggiore spicco di jazz-rock della prima metà degli anni 70, la Mahavishnu Orchestra, molto influenzata dalla musica dell'India.
Mahavishnu Orchestra with John McLaughlin: The Inner Mounting Flame (1971)
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Dal 1966 fino alla metà degli anni 70 il pianista Chick Corea ha inciso capolavori a ripetizione sia da solo che con i suoi gruppi. Qui è nel secondo album con i Return to Forever.
Corea venne criticato per la sua affiliazione con Scientology.
Chick Corea and Return to Forever: Light as a Feather (1972)
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Colui che ha rivoluzionato e umanizzato il linguaggio del basso elettrico, protagonista anche del jazz-rock e della nascente fusion al fianco dei gia' affermati Wayne Shorter e Joe Zawinul nei Weather Report.
Jaco Pastorius (1976)
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I Weather Report si costituirono nel 1971, ma sono i loro album della seconda metà degli anni 70 (Black Market, Heavy Weather e Mr.Gone) ad avere grande rilevanza.
Proseguirono il cammino tracciato dal gruppo elettrico di Miles Davis aggiungendo elementi sia latineggianti, che funky, africani e mediorientali.
A Differenza di quasi tutti gli altri gruppi di jazz rock prima e di fusion poi, non avevano il chitarrista.
Weather Report: Black Market (1976)
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GLI ANNI 80
Negli anni 80 il jazz assume caratteristiche molto simili a quelle dei tre decenni successivi fino ad oggi. Nessuno stile è più predominante sull'altro, i confini tra stili diventano più sfumati, e del resto molti jazzisti padroneggiano allo stesso modo più stili, unito al gusto della citazione, si parla di postmodernismo, ed in questo senso il postmoderno per antonomasia è John Zorn.
Epurtuttavia tra chi invece osteggia i postmodernisti ed il freejazz c'è un ritorno al passato, il jazz degli anni 80 è anche quello del neoclassicismo, neobop, straight-ahead, o neoconservatori, su tutti si impone Wynton Marsalis.
Tom Harrell è il migliore trombettista tuttora in piena attività, ha militato a lungo nei gruppi di Horace Silver negli anni 70 e di Phil Woods negli anni 80. Stimatissimo dai colleghi musicisti, impressiona per il suo lirismo e la forza di volontà a dispetto della malattia con cui lotta da decenni.
Tom Harrell: Moon Alley (1985)
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Il trombettista e bandleader Wynton Marsalis, figlio del pianista Ellis Marsalis, sicuramente il jazzman di maggiore impatto di questi ultimi trent'anni, ed anche uno degli afroamericani più influenti a livello politico ed istituzionale insieme a Quincy Jones nel settore dello spettacolo, ma anche molto discusso (assai di più negli USA che in Europa) per le sue posizioni neotradizionaliste (al contrario del fratello Bradford), anti freejazz e anti jazz-rock. Si affermò prendendo il posto del russo Valery Ponomarev nei Jazz Messengers di Art Blakey. Nella prima metà degli anni 80 ha inciso anche dei dischi di musica classica dimostrando una tecnica strumentale notevole ed ottenendo un grande successo, prima di diventare il direttore artistico del Jazz al Lincoln Center di New York.
Wynton Marsalis: Black Codes From the Underground (1985)
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Altri neobopper ad emergere sono i sassofonisti Bradford Marsalis, Joshua Redman e
James Carter, i trombettisti Terence Blanchard e Roy Hargrove, il pianista Marcus Roberts.
Uno dei migliori dischi di sempre incisi per un'etichetta italiana di jazz è questo album dell'altosassofonista Bobby Watson, destinato a diventare un classico.
Bobby Watson: Love Remains (1986)
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Tra il 1989 e il 1995, la casa discografica Concord fece incidere una cinquantina di album presso la sala di concerto Maybeck Recital Hall situata a Berkeley, dei quali quarantadue di solo piano incisi ciascuno da un pianista differente.
Questo è il primo volume della serie, di Joanne Brackeen, l'unica strumentista donna a militare nei Jazz Messengers di Art Blakey.
Il suo vero cognome è Grogan, sposò il sassofonista nero Charles Brackeen del quale ha mantenuto il cognome anche dopo il divorzio.
Joanne Brackeen: Live at Maybeck Recital Hall, Volume 1 (1989)
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GLI ANNI 90
Il decennio vide l'esplosione delle scuole di jazz, con oltre 100.000 allievi e più di 100 istituti solo negli USA.
Il jazz più che ogni altro decennio precedente è una musica globalizzata, transculturale, aumentò l'influenza e la popolarità dei musicisti immigrati e di origine non occidentale di America Latina, Africa ed Asia.
Le decade ha visto tante influenze contrapposte, tra cui il successo iniziato negli anni 80 dei neoboppers, il grande ritorno del jazz cantato, la scena postmoderna downtown di New York, il folklore del jazz europeo, l'affermazione della nuova corrente M-Base, l'aggiunta di mixaggi e sampler alle registrazioni.
Steve Coleman, chicagoano poi trasferitosi a New York, fondò a Brooklyn l'M-Base nel 1984, un collettivo di artisti neri, che è finito per diventare anche una nuova corrente, caratterizzata dalla fusione di funky, hip-hop e altri stili afroamericani col jazz e le nuove sonorità di oggi.
Successivamente Steve Coleman ha anche incorporato nella sua produzione anche influenze cubane e africane.
Steve Coleman & Five Elements: Def Trance Beat (Modalities of Rhythm) (1994)
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Tra gli altri maggiori esponenti drll'M-Base: i sassofonisti Greg Osby e Gary Thomas, il trombonista Robin Eubanks (fratello del chitarrista fusion Kevin Eubanks), il trombettista Graham Haynes, il batterista Marvin' Smitty' Smith e due donne come la pianista Geri Allen e la cantante Cassandra Wilson.
L'altista John Zorn, protagonista di diverse serie di progetti musicali tra loro diversissimi (Masada, Naked City, Game Pieces, Filmworks), spazia dall'hard bop al free, ma anche all'ebraismo dell'Europa orientale (klezmer), ed a generi come musica da camera, giapponese, minimalismo, avanguardia colta, elettronica, colonne sonore, noise e country.
La sua importanza per la parte della sua produzione attinente al jazz è di essere riuscito per primo ad unire in modo convincente e originale proprio la musica ebraica col jazz (negli anni 60 un tentativo lo fece Terry Gibbs); questo nonostante siano numerosi i jazzisti bianchi di origine ebraica, sia del passato che del presente.
John Zorn: Bar Kokhba (1996)
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Intorno a Zorn, spesso da lui prodotti o registrati con la sua etichetta Tzadik, ruotano tanti altri musicisti, tra i quali sono prepotentemente emersi Dave Douglas, Tim Berne,
Bill Frisell, Wayne Horvitz, Bobby Previte, Marty Ehrlich ed Uri Caine.
Anello di congiunzione tra John Zorn e Steve Coleman è Don Byron, che ha avuto il merito di riportare il clarinetto al centro dell'attenzione jazzistica dopo diversi anni di declino. Anche Byron, del giro Knitting Facory newyorkese come Zorn, spazia tra i generi (klezmer ebraico, free, hip hop, latinoamericana).
Questo suo ambizioso album d'esordio già nel titolo denota una precisa consapevolezza anche sociale e politica (nel 1932 il Tuskegee Institute condusse un esperimento durato decenni su 400 afroamericani portatori di sifillide; successivamente dei neri dovettero subire angherie morali per l'ingresso nell'aviazione militare).
Don Byron: Tuskegee Experiments (1991)
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Infine non posso non citare in ordine sparso tra i miei jazzisti preferiti in assoluto: Yusef Lateef, Booker Ervin, Harold Land, Billy Harper, George Cables, Joe Bonner, Jack Wilson, John Taylor, Marvin 'Hannibal' Peterson, Kenny Wheeler, Gary Bartz, Chico Freeman, Sonny Simmons, Bobby Few, Roy Brooks, Jessica Williams e David S.Ware.
Tra i jazzisti più di successo in questi ultimi trenta anni vanno citati i chitarristi Pat Metheny e John Scofield, i batteristi Jack Dejohnette e Paul Motian, le vocaliste Dee Dee Bridgewater, Cassandra Wilson e Dianne Reeves, il sassofonista Joe Lovano, i fratelli Michael (sassofonista) e Randy (trombettista) Brecker, il pianista Brad Meldhau.
dreadzone
16-08-2003, 13:04
Anche io sono un cultore di musica jazz....e fusion...
Ti consiglio:
JIM HALL & PAT METHENY " OMONIMO"
JOHN PATITUCCI "NOW"
MILES DAVIS & JOHN COLTRANE "DAVIS & COLTRANE"
SPYRO GYRA "THE COLLECTION"
DAVE WECKL "HEADS UP"
WEATHER REPORT "HEAVY WEATHER" (ASCOLTA "BIRDLAND")
THE MANHATTAN TRANSFER "THE COLLECTION" (RHINO RECORDS)
PAT METHENY GROUP "WE LIVE HERE"
PAT METHENY GROUP "SECRET STORY"
JACO PASTORIUS "INVITATION"
UZEB "WORLD TOUR '90"
CASIOPEA "WOLD LIVE '88 (SE RIESCI A TROVARLO)
STANLEY CLARKE "IF THIS BASS COUL ONLY TALK"
Fammi sapere cosa ne pensi....
Ciauz!
dreadzone
Originariamente inviato da Adric
Si, ma Antonio Faraò e Stefano Battaglia come pianisti non sono inferiori all'ottimo Bollani. Senza poi dimenticare i tre riconosciuti come i piu' grandi di sempre; Enrico Pieranunzi, Giorgio Gaslini e Franco D'Andrea. E comunque ci sono decine di pianisti ben piu' importanti degli anni 50, 60 e 70 da ascoltare (italoamericani compresi; Tristano, Marmarosa o Wellington per esempio) prima di qualsiasi pianista italiano o del francese Michel Petrucciani tanto di moda da quando e' morto.
C'era un thread in questa sezione da me aperto proprio sul jazz, andato perso con la cancellazione delle discussioni precedenti al 4-7.
A giorni lo avrei aperto io un thread similare :D
Con Gaslini ci ho suonato... è un grande... pianista e persona ma se parliamo di jazz oggi...
parliamo seriamente uno che inizia a sentire jazz nel 2003 è il caso che ascolti i moderni andando a ritroso e nn come fanno tutti partendo dalle origini ai giorni nostri.. atteggiamento che porta a nn arrivare mai ai nostri tempi e ti costringe ad una visione antica e limitata del campo d'indagine....
in secondo luogo se posso permettermi una valangata di nomi la si puo' ammirare in qualunque enciclopedia del Jazz nn credo personalmente che possa essere un aiuto meglio un nome con qualche commento(!)...
e ripeto senza nulla togliere al grande Gaslini ci sono pianisti giovani, geniali e nostri contemporanei da andare a sentire e ad applaudire... prima che abbiano l'età di Gaslini!!!
Con Gaslini ci ho suonato... è un grande... pianista e persona ma se parliamo di jazz oggi...
Non l'ho conosciuto di persona; condivido la tua valutazione artistica (innovatore qui in Italia, vedi disco Nuovi Sentimenti del 1966, anche se Sam Rivers sostenne che copia la sua musica:sofico: ) anche se non mi e' molto simpatico quando si fa fotografare raffigurato sul trono ;)
parliamo seriamente uno che inizia a sentire jazz nel 2003 è il caso che ascolti i moderni andando a ritroso e nn come fanno tutti partendo dalle origini ai giorni nostri..
Qui in parte sono d'accordo, in parte no; quello che rimprovero a gente come Lino Patruno e' di considerare solo il jazz tradizionale per proprio tornaconto, ignorando il jazz moderno. Infatti ho citato quelli che secondo me sono i 60 dischi essenziali di jazz moderno, non sono partito dalle origini, che sono troppo lontane nel tempo.
E personalmente amo molto il free jazz degli anni 60 e 70, quello piu' spirituale ed intenso.
Pero' gente come i fratelli Brecker, Petrucciani o Diana Krall sono piu' importanti come vendite e popolarita' che come reale innovativita'. A chi non conosce niente di jazz cosa faresti ascoltare per prima, uno Stefano Bollani oppure un Bill Evans (quest'ultimo ha profondamente influenzato quasi tutti i pianisti italiani di oggi), un Joshua Redman oppure un Wayne Shorter del periodo Blue Note ?
Penso che per capire le connessioni e le influenze tra i vari musicisti e le varie correnti si debba iniziare dai grandi del jazz moderno, che e' nato comunque quasi mezzo secolo dopo il jazz tradizionale.
atteggiamento che porta a nn arrivare mai ai nostri tempi e ti costringe ad una visione antica e limitata del campo d'indagine....
I nostri tempi (almeno da una ventina di anni a questa parte) sono molto piu' poveri di novita' significative; come nuove correnti abbiamo avuto l'esplosione del jazz etnico (Asia, Africa) , il No Wave degli anni 80 e l'M-Base nei primi anni 90. Come musicisti non c'e' stato un ricambio artistico adeguato (molti grandi sono morti :cry: ) e di personalita' artistiche forti emerse in questi anni ce ne sono veramente poche, non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Comunque ho 36 anni e non 63 :D , e ascolto anche molti dischi jazz registrati anche in questi ultimi anni (anche elettronici tipo Bugge Wesseltoft) come anche altri generi musicali come fusion, drum n bass, altre correnti elettroniche e di musica afroamericana come soul, funky & gospel.
Ho messo tutti quei nomi a scopo divulgativo e per completezza (personalmente non amo molto il jazz tradizionale, per il quale comunque nutro il massimo rispetto ed interesse); oltre ai 60 dischi con foto (ho cercato di farmi influenzare meno possibile dai miei gusti personali, altrimenti non avrei inserito Sonny Rollins, Ornette Coleman, Cecil Taylor e Joe Henderson), ho citato una ventina di liste differenti anche per dimostrare che c'e' una pluralita' di pareri e di gusti anche tra esperti e addetti ai lavori. E ho indicato anche due buoni libri introduttivi in italiano, visto che non tutti padroneggiano bene l'inglese.
in secondo luogo se posso permettermi una valangata di nomi la si puo' ammirare in qualunque enciclopedia del Jazz nn credo personalmente che possa essere un aiuto meglio un nome con qualche commento(!)...
Commenti su dischi e musicisti ne ho espressi, e del resto la materia e' vastissima; spero comunque che anche altri postino i loro; grazie per la tua testimonianza :)
[QUOTE]anche se non mi e' molto simpatico quando si fa fotografare raffigurato sul trono
alle volte esagera ma è parte del personaggio... dal vivo nn stanca e nn da fastidio:cool:
aristippo
07-09-2003, 23:12
A me è piaciuto molto un disco di Art Pepper & Warne Marsh e un paio di Hank Mobley. Poi Wynton Kelly.Sonny Rollins.
Poi tanti altri ma sono già anche quelli nella lista di Adric....ci ha fregato il lavoro:D
Ciao:)
scorpionkkk
17-09-2003, 16:23
A me piacerebbe inquadrare storicamente la nascita del fusion se è possibile..online la cosa è molto confusa e poco chiara...soprattutto tanti pareri discordanti.
Personalmente da bassista elettrico ho iniziato ascoltando weather report e compagnia bella (jaco pastorius compreso ovviamente),passando per la discografia di zawinul,alfonso johnson,chick corea e i romantic warrior (fantastico!!!)...fino ad approdare poi a gruppi come i tribal tech o progetti come gli "screaming headless torsos"..il punto è che non riesco ad inquadrare il passaggio dagli uni agli altri causa naturalmente la non completa conoscenza del fenomeno
grazie a chi vorrà iluminarmi
Parlo da semi-ignorante del genere, ma uno come Stanley Jordan è solo un fenomeno da baraccone o è anche un valido chitarrista? A me non dispiace!
Originariamente inviato da scorpionkkk
A me piacerebbe inquadrare storicamente la nascita del fusion se è possibile..online la cosa è molto confusa e poco chiara...soprattutto tanti pareri discordanti.
Intanto va fatta una distinzione tra jazz-rock e fusion. Spesso vengono usati per denominare lo stesso genere ma in realtà non e' la stessa cosa.
Il jazz-rock e' una fusione di jazz e di rock, come lascia chiaramente intendere la parola. Nella fusion vera e propria, nata un decennio dopo il jazz-rock, oltre al jazz e al rock, confluiscono altre influenze musicali assenti nel jazz-rock degli anni 60, in particolare la bossanova brasiliana (Pat Metheny e' chiaramente influenzato dai chitarristi brasiliani degli anni 60 e 70) gli altri stili latini (esempio gli Spyro gyra), il pop, la soul music (ed anche il soul-jazz; fondamentali sono stati i Crusaders, ma pur se non fusion anche gruppi funky di radice jazzistiche come Earth Wind & Fire, Kool & The Gang, War, gli Ubiquity di Roy Ayers ecc; ricordiamoci che il leader degli EW&F Maurice White negli anni 60 suonava nel trio jazz di Ramsey Lewis, e che Michael Ray dei Kool & The Gang ha fatto parte dell'Arkestra di Sun Ra).
Da "Il nuovo libro del jazz" di J.E. Berendt cito testualmente:
"La fusione ebbe inizio a partire dalla seconda metà degli anni 60 - in gruppi come il quartetto di Gary Burton, il Jeremy and the Satyrs del flautista Jeremy Steig, il quintetto di John Handy, il Fourth Way del pianista Mike Nock, il quartetto di Charles Lloyd, il Free Spirits del chitarrista Larry Coryell, il primo Lifetime di Tony Williams e le varie "compact big bands" che seguivano il modello del complesso Blood, Sweat & Tears. Sorprende che il processo di fusione abbia avuto in Inghilterra un inizio (nel 1963) e una fine (nel 1969) ancora piu' rapida che non negli Stati Uniti. Esagerando un po' si potrebbe dire: in Inghilterra gli anni Sessanta erano gia' gli anni del jazz-rock - in gruppi come la Graham Bond Organization, delll'organista Graham Bond, i Colosseum, i Dreams e i Soft Machine, in musicisti come il chitarrista John McLaughlin, il bassista Jack Bruce, i batteristi Ginger Baker e John Hiseman, il sassofonista Dick Heckstall-Smith.
Conunque non c'è dubbio: fu Miles Davis a portare in primo piano il jazz-rock nel 1970 con il suo disco Bitches Brew. Fu lui a compiere la prima intergrazione di jazz e rock equilibrata e musicalmente valida
(nota di Adric; non sono d'accordo sul valore artistico). Fu insomma l'elemento catalizzatore del jazz-rock - e non solo per via dei suoi dischi, ma anche perche' i musicsti piu' importanti del decennio uscirono tutti dai suoi gruppi."
Pero' nei primi anni 70 oltre ai Weather Report e ai Return To Forever sono altrettanto fondamentali anche il sestetto elettrico di Herbie Hancock (poi ribattezzato HeadHunters) e la Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin, oltre che i gia citati Crusaders. Sono questi cinque gruppi, oltre ai dischi dei jazzisti dell'etichetta discografica CTI di Creed Taylor (George Benson, Freddie Hubbard, Milt Jackson, Eumir Deodato), ad aver trasformato il jazz-rock in fusion. Difficile datare l'istante di nascita preciso della fusion. Io direi tra il 1974 e il 1976 con l'esplosione sul mercato di musicisti (in maggioranza bianchi) di varia provenienza musicale, ma per lo piu' jazz: Dave Grusin, Ramsey Lewis, Ahmad Jamal, Lonnie Liston Smith, Chuck Mangione, Jeff Lorber, Bob James, George Duke, Patrice Rushen, Jean Luc Ponty, Lee Ritenour, Larry Carlton, Steve Khan, Pat Metheny, AlDiMeola, Dave Sanborn, Stanley Clarke, Billy Cobham, Eddie Henderson, Tom Scott, Grover Washington Junior, John Klemmer, Bobbi Humphrey, Victor Feldman e tanti altri.
Nella seconda metà degli anni 70 si costituiscono gruppi di grande successo come Steps (Ahead), Yellow Jackets, Azymuth e Spyrogyra che dominarono gli anni 80.
Oltre alla fusion strumentale c'è anche quella vocale, in cui spiccano celebri sessionmen come Steve Gadd, Harvey Mason, Lenny White, Paulinho Da Costa, i fratelli Brecker, Ernie Watts, Jay Graydon, David Foster, Abe Laboriel, i Toto e molti altri: sono stati protagonisti spesso piu' sui dischi di altri artisti di gran pregio usciti tra il 77 e l'83 di Steely Dan, Gino Vannelli, Al Jarreau, George Benson, Marc Jordan, Pages, Bill Champlin e giri collaterali ecc, con produttori come Tommy Lipuma, gli stessi Graydon e Foster e, per gli artisti neri piu' sul versante soul music, anche Quincy Jones, che sui dischi incisi a loro nome.
drum-machine
22-10-2003, 23:31
Alla fine degli anni 70 si costituiscono gruppi di grande successo come Steps (Ahead), Yellow Jackets e Spyrogyra che dominarono gli anni 80.
Oltre alla fusion strumentale c'è anche quella vocale, in cui spiccano celebri sessionmen come Steve Gadd, Harvey Mason, Lenny White, Paulinho Da Costa, i fratelli Brecker, Ernie Watts, Jay Graydon, David Foster, Abe Laboriel, i Toto e molti altri: sono stati protagonisti spesso piu' sui dischi di altri artisti di gran pregio usciti tra il 77 e l'83 di Steely Dan, Gino Vannelli, Al Jarreau, George Benson, Marc Jordan, Pages, Bill Champlin e giri collaterali ecc, con produttori come Tommy Lipuma, gli stessi Graydon e Foster e, per gli artisti neri piu' sul versante soul music, anche Quincy Jones, che sui dischi incisi a loro nome.
Il Jazz puro non e' il mio forte....ma quando si parla di Gino Vannelli,Toto, Steely Dan,Al Jarreau, Steve Gadd , Benson etc etc e tutta musica che ascolto e suono da una vita......cmq complimenti x la tua preparazione in materia, l'idea di farne un sito x appassionati non la scarterei
;) :D
arturo bandini
24-10-2003, 13:58
belle paginette Adric, me le sono lette di gusto;)
arturo bandini
26-10-2003, 14:28
è uno degli off-topic più ben fatti degli ultimi tempi, uppo volentieri
serbring
10-11-2003, 10:49
Vorrei iniziare ad ascoltare un qualcosina di musica jazz, solo che non so come orientarmi. Tenete conto che mi piace molto la chitarra e poco la tastiera, quindi ci vorrebbe un jazz un po' chitarrato dove la chitarra la fa da padrone.
se non sai cos'è, allora è jazz. (da il pianista sull'oceano)
prova a sentire qualcosa di McLaughlin, tipo "the Inner Mounting Flame" della Mahavishnu Orchestra :)
la giusta via di mezzo tra cazzutismo rockettaro e impestamento improvvisato jazz. ;)
che genere preferisci? cmq puoi cominciare da questi
Wes Montgomery - So much guitar
Grant Green - Matador
" - Idle moments
Jim Hall - concierto
se vuoi fare il percorso tosto e giusto, segui il messia adric:
se vuoi iniziare da qualcosa di abbordabile senza demoralizzarti prima,
Chick Corea & The Origin - change
John Mc Laughlin - Que alegria
Stefano di Battista - a prima vista
Keith Jarreth - the concert in Kohn (indispensabile imho)
Ho unificato i due thread.
Dopo aver visto il mese scorso Dave Brubeck :ave: e Allan Holdsworth
(gia' che ci siamo, chitarrista) stasera andro' a vedere all'Auditorium gli Heath Bros (Albert, Jimmy e Percy Heath) :) Il figlio di Jimmy, James e' il noto Mtume.
http://www.xyberweb.com/freestyle/mtume.htm la cui carriera e' andata da Miles Davis al free jazz, a Madonna ed altre produzioni dance.
aristippo
10-11-2003, 12:22
Originariamente inviato da serbring
Vorrei iniziare ad ascoltare un qualcosina di musica jazz, solo che non so come orientarmi. Tenete conto che mi piace molto la chitarra e poco la tastiera, quindi ci vorrebbe un jazz un po' chitarrato dove la chitarra la fa da padrone.
Acid Jazz+chitarra non male Ronny Jordan.
Ciao:)
spoonman
10-11-2003, 12:37
a me piacciono molto john zorn e lawrence butch morris
di morris ho sentito per radio il suo concerto alla biennale qualche mese fa. veramente interessante
giovane acero
10-11-2003, 14:16
Complimenti ad Adric per l'ottimo thread!
<aldo mode on>
miii la bibbia del jazz vivente! Non ci posso credere! Che giornata! Che giornata!
<aldo mode off>
Originariamente inviato da spoonman
a me piacciono molto john zorn e lawrence butch morris
di morris ho sentito per radio il suo concerto alla biennale qualche mese fa. veramente interessante
AAAAAAAAAAAAAAAAARGH Jorn Zorn!!
l'hai mai sentito "Naked City"????!!??!? :D :D :D
Originariamente inviato da Arësius
AAAAAAAAAAAAAAAAARGH Jorn Zorn!!
l'hai mai sentito "Naked City"????!!??!? :D :D :D
siii!malaaaaatoooo...
ho preso time out di dave brubeck quartet (contiene "take five")
...ahhhhhh....:burp:
arturo bandini
17-11-2003, 12:21
a cadenza settimanale 'sto thread merita sempre un up;)
hardskin1
08-12-2003, 10:49
Ho visto adesso questo 3d.
:ave: :ave: :ave: :ave:
up up up
bellissimo 3D
complimenti:)
JarreFan
09-12-2003, 07:20
http://images.amazon.com/images/P/B00004VWA7.01.LZZZZZZZ.jpg
http://www.redbrick.dcu.ie/~shano/pics/jaco.jpg
:ave::ave::ave::ave::ave::ave::ave::ave:
palanzana
11-12-2003, 11:05
sentitevi OScar Peterson TRIO!!!e ascolterete solo quel genere di jazz poi....:O
arturo bandini
13-12-2003, 14:52
up di rito
BadMirror
13-12-2003, 14:55
Originariamente inviato da palanzana
sentitevi OScar Peterson TRIO!!!e ascolterete solo quel genere di jazz poi....:O
Bello, mi hai fatto venire voglia, devo averlo da qualche parte (non sono molto ordinato :D ).
:)
A proposito; e' uscito un Libro su Kind of Blue.
Kind of Blue: The Making of the Miles Davis Masterpiece
di Ashley Kahn.
Guardate su Amazon per la recensione e i dettagli.
BadMirror
13-12-2003, 15:55
Originariamente inviato da Adric
A proposito; e' uscito un Libro su Kind of Blue.
Kind of Blue: The Making of the Miles Davis Masterpiece
di Ashley Kahn.
Guardate su Amazon per la recensione e i dettagli.
L'hanno tradotto in ita?
Tempo fa lessi l' autobiografia di Miles (quella mitica scritta con Quincy Troupe) e volevo non finisse mai, bellissima ;)
palanzana
13-12-2003, 16:57
x ki è interessato posso uplodarvi circa una decina di REAL BOOK con tutte le + belle canzoni JAZZ:p :sofico:
se hai vicino casa una biblioteca comunale vai a vedere quanti cd jazz potrebbero avere ... :D
BadMirror
16-12-2003, 10:54
Originariamente inviato da palanzana
x ki è interessato posso uplodarvi circa una decina di REAL BOOK con tutte le + belle canzoni JAZZ:p :sofico:
Quante canzoni in totale (più o meno)? :)
adric u make me fear! :eek: :ave:
anche io ESIGO che la tua conoscenza venga trasferita su un sito web.
io il jazz ci provo ad ascoltarlo ma davvero non mi attizza! mi sembra troppo "sconclusionato" e improvvisato! hai presente quando una musica non ti comunica niente e sembra fatta solo come "esercizio tecnico"? bhe questa è la sensazione che sento.
vorrei riparare perchè sicuramente è data dal fatto che c'è qualcosa (diciamo molto) che mi sfugge.
cosa mi consigli per iniziare?
tieni conto che il suono della tromba non mi piace e che preferisco il piano ad esempio.
ps: l' oscar peterson trio l' ho ascoltato ma mi è piaciuto a momenti.... :boh:
ascolta Michael Camilo luca :)
vedrai che t'arrapa.
se poi preferisci la struttura all'iimprovvisazione, spulcia nella fusion più moderna. è più facile che ti ritrovi anche come sonorità.
BadMirror
16-12-2003, 11:40
Originariamente inviato da eriol
adric u make me fear! :eek: :ave:
anche io ESIGO che la tua conoscenza venga trasferita su un sito web.
io il jazz ci provo ad ascoltarlo ma davvero non mi attizza! mi sembra troppo "sconclusionato" e improvvisato! hai presente quando una musica non ti comunica niente e sembra fatta solo come "esercizio tecnico"? bhe questa è la sensazione che sento.
vorrei riparare perchè sicuramente è data dal fatto che c'è qualcosa (diciamo molto) che mi sfugge.
cosa mi consigli per iniziare?
tieni conto che il suono della tromba non mi piace e che preferisco il piano ad esempio.
ps: l' oscar peterson trio l' ho ascoltato ma mi è piaciuto a momenti.... :boh:
Sembra di ascoltare me stesso un paio di anni fa ;)
Se ti piace il piano prova Dave Brubek magari il disco Time out. Se vuoi sound più moderni (ma imho il jazz classico rimane il migliore) puoi indirizzarti verso artisti come Mike Stern che sto ascoltando molto in questo periodo, il genere è fusion, prova il disco Time in place.
:)
o se cerchi qualcosa ben fatta e orecchiabile, ascolta i Doctor 3, giusto per farsi uun po' l'orecchio senza impegnarsi troppo
Originariamente inviato da BadMirror
Sembra di ascoltare me stesso un paio di anni fa ;)
Se ti piace il piano prova Dave Brubek magari il disco Time out. Se vuoi sound più moderni (ma imho il jazz classico rimane il migliore) puoi indirizzarti verso artisti come Mike Stern che sto ascoltando molto in questo periodo, il genere è fusion, prova il disco Time in place.
:)
"time out" di dave brubek?
are che disco mi consigli di questo camilo? (e cosa suona?)
bene, ora...."prendo" ( :asd: ).... e ci butto un orecchio :)
ominiverdi
02-01-2004, 19:20
di mark boling trio che ne pensate?
ho ascoltato 2 mp3 di questo sito e mi sembrano niente male!! (per quanto ne capisco di jazz)
http://www.epitonic.com/artists/markbolingtrio.html l
BadMirror
08-01-2004, 23:28
-------continuo dal 3d chiuso all'utente sospeso Kenny--------
Copio/incollo quello che stavo per scrivere:
Non conosci Jimmy Smith??? Devi ascoltarlo assolutamente, procurati "Incredible" disco live di Joey de Francesco + Jimmy Smith, oppure Verve o il recente Dot Com Blues.
Va un pò a pelle, a me l'ultimo (dot com blues) piace un sacco.
:)
ho appena sentito summertime nell album bam bam bam di ray brown trio con gene harris e jeff hamilton....notevoli!di summertime cha ben poco...ma èuna improvvisazione veramente da paura!
arturo bandini
11-01-2004, 16:00
uppete
palanzana
15-01-2004, 18:11
sapete se esistono dei video di oscar peterson?sono riuscito a trovarne solo uno.dove si possono acquistare?:cry:
ominiverdi
15-01-2004, 19:45
Originariamente inviato da ominiverdi
di mark boling trio che ne pensate?
ho ascoltato 2 mp3 di questo sito e mi sembrano niente male!! (per quanto ne capisco di jazz)
http://www.epitonic.com/artists/markbolingtrio.html l
mi autoquoto
c'e' qualcuno che mi consiglia qualche buon pezzo di "latin jazz" non so se latin jazz e' una definizione corretta, ma questo termine l'ho sentito su alcune radio, mi pare anche alla trasmissione farhenait di radio3 rai, e cmq quel tipo di jazz mi piaceva era particolarmente orecchiabile :)
up!!
mas que nada .samba de orfeu:)
ominiverdi
16-01-2004, 02:21
grazie, provero' a vedere se da qualche parte si trovano cd del genere :)
Originariamente inviato da ominiverdi
mi autoquoto
c'e' qualcuno che mi consiglia qualche buon pezzo di "latin jazz" non so se latin jazz e' una definizione corretta, ma questo termine l'ho sentito su alcune radio, mi pare anche alla trasmissione farhenait di radio3 rai, e cmq quel tipo di jazz mi piaceva era particolarmente orecchiabile :)
up!!
Latin...Chick Corea, direi "Change".
X Eriol, se hai modo di sentire "take five" dall'album Time out di d. brubeck verrai illuminato d'immenso sulla qualità dell'lp!!!
Eriol, prova a sentire "The Noonward Race" dei Mahavishnu Orchestra
scommetto una birra che a metà brano starai saltellando per la stanza tirando testate agli spigoli vivi in segno di giubilo :D
Originariamente inviato da Arësius
Eriol, prova a sentire "The Noonward Race" dei Mahavishnu Orchestra
scommetto una birra che a metà brano starai saltellando per la stanza tirando testate agli spigoli vivi in segno di giubilo :D
:rotfl:
Originariamente inviato da Arësius
Eriol, prova a sentire "The Noonward Race" dei Mahavishnu Orchestra
scommetto una birra che a metà brano starai saltellando per la stanza tirando testate agli spigoli vivi in segno di giubilo :D
vada per la scommessa!
sto cercando di trovare una via che mi aiuti ad apprezzare il genere! :p
se stasera mi vedi con la faccia scassata vuol dire che mi è piaciuto! :asd: ;)
Originariamente inviato da BadMirror
L'hanno tradotto in ita?
Si, anche in italiano. Non e' un libro economico; 29 Euro..
mi è capitato tra le mani "sketches of spain" di miles davis, è stata la prima volta che ho ascoltato un disco di jazz e l'ho trovato carino, secondo voi è valido?
ciao!
palanzana
12-02-2004, 12:06
ho visto uno strumento a forma di pentolona ke viene suonato all interno con delle bacchette...qualcuno sa di cosa si tratti?:confused:
G0r3f3s7
22-02-2004, 19:26
.....io mi sto avvicinando ora al jazz... ma non come ascoltatore, ma come pianista..... suono il piano da 19 anni... non da quando avevo 19.... ma proprio da 19.... è la mia vita e riscoprirmi nel suonare del buon jazz o del blues, mi vivifica.... sono un conoscitore molto superficiale, ma un buon ascoltatore penso... devo scrollarmi una po della "polvere classica" di dosso e pensare un po come un jazzista....
...cmq per quelli di voi che hanno SKY, ci sono dei buoni canali di musica 24/7 tra cui jazz classico, festival, moderno.
Può essere un buon modo di tenere accesa la tv per passare due minuti con gli occhi chiusi rilassati in poltona....
io sono molto più per il jazz easy..... tranquillo senza troppi sperimentalismi e senza troppi assoli assurdi....
Sto scoltando in questo periodo anche Nora Jones che viene definita jazz... non so quanto.... ma ha davvero una bella voce.... mi vibra dentro e mi piace....
P.S.: X Ominiverdi.... se la ragazza nell'avatar sei tu non posso esimermi dal farti i complimenti.... se la tipa nella foto invece è la tua ragazza, beh allora sei un ragazzo fortunato.
Bye.
palanzana
22-02-2004, 19:28
Originariamente inviato da G0r3f3s7
.....io mi sto avvicinando ora al jazz... ma non come ascoltatore, ma come pianista..... suono il piano da 19 anni... non da quando avevo 19.... ma proprio da 19.... è la mia vita e riscoprirmi nel suonare del buon jazz o del blues, mi vivifica.... sono un conoscitore molto superficiale, ma un buon ascoltatore penso... devo scrollarmi una po della classe "polvere classica" di dosso e pensare un po come un jazzista....
...cmq per quelli di voi che hanno SKY, ci sono dei buoni canali di musica 24/7 tra cui jazz classico, festival, moderno.
Può essere un buon modo di tenere accesa la tv per passare due minuti con gli occhi chiusi rilassati in poltona....
io sono molto più per il jazz easy..... tranquillo senza troppi sperimentalismi e senza troppi assoli assurdi....
Sto scoltando in questo periodo anche Nora Jones che viene definita jazz... non so quanto.... ma ha davvero una bella voce.... mi vibra dentro e mi piace....
P.S.: X Ominiverdi.... se la ragazza nell'avatar sei tu non posso esimermi dal farti i complimenti.... se la tipa nella foto invece è la tua ragazza, beh allora sei un ragazzo fortunato.
Bye.
,ma suonavi classica da 19 anni e sei passato al jazz?
G0r3f3s7
22-02-2004, 19:37
continuo a suonare classica, ma mi sto avvicinando al jazz... e devo dire... sarà la novità, ma mi mette addosso più voglia di suonare...
palanzana
22-02-2004, 19:54
Originariamente inviato da G0r3f3s7
continuo a suonare classica, ma mi sto avvicinando al jazz... e devo dire... sarà la novità, ma mi mette addosso più voglia di suonare...
ti capisco
parafrasando Albanese, mi stò appena costruendo un impianto hi fi intorno ai miei (pochi) dischi jazz. :D
altri consigli (...!!!) Chet baker che canta in Baby Breeze
John Coltrane in Giant Steps (già suggerito da Adric, summo officiante del sacro ordine del jazzaro), Bill Evans in "You must believe in spring" (non per chi si commuove facilmente).
Disco veramente notevole, recente, è angel song di Kenny wheeler, Lee Konitz, Dave Holland e Sua Maestà Bill Frisell.
ominiverdi
22-02-2004, 23:02
ieri a gorizia jazz si e' tenuto il concerto di MICHAEL BRECKER e il suo quartetto
http://www.controtempo.org/DsConcerto.asp?co=154
ma costano cosi' tanto i biglietti dei concerti jazz? :eek:
G0r3f3s7
22-02-2004, 23:26
omini, come da post precedente....
sei tu la tipa nell'avatar o è la tua tipa?
(per condizioni di utilizzo post leggere i miei post alla pagina precedente)
ominiverdi
22-02-2004, 23:34
[B]
P.S.: X Ominiverdi.... se la ragazza nell'avatar sei tu non posso esimermi dal farti i complimenti.... se la tipa nella foto invece è la tua ragazza, beh allora sei un ragazzo fortunato.
Bye.
loll
sorry ma non sono io
la tipa in questione e' Giovanna Mezzogiorno, non mi dispiacerebbe affatto fosse la mia ragazza...
se un giorno per caso dovessi incontrarla, la faro' cadere ai miei piedi :D
:oink:
G0r3f3s7
23-02-2004, 00:25
merda mica l'avevo riconosciuta... ora che me l'hai detto.... che gran gnocca...e anche pbrava attrice.... cazzo non mi riesco a battere nessuno sto periodo....
palanzana
23-02-2004, 10:12
Originariamente inviato da G0r3f3s7
merda mica l'avevo riconosciuta... ora che me l'hai detto.... che gran gnocca...e anche pbrava attrice.... cazzo non mi riesco a battere nessuno sto periodo....
stessa situazione ...:muro: :muro: :muro:
G0r3f3s7 , se ti interessano dei dischi di classica fatti da musicisti jazz, prova a sentire Bobby McFerrin & Chic Corea (direzione orchestra e piano) che suonano Mozart ("the mozart session") oppure "Play Bach" del gruppo di Jacques Loussier.
Ma non farli sentire ai tuoi prof!:D
G0r3f3s7
23-02-2004, 17:52
già sto scaricando....
dello stesso genere anche dei must di Jarrett
Goldberg Variations ( al clavicembalo)
Das Wohltemperierte Klavier
24 Preludes and Fugues ( Shostakovich)
Originariamente inviato da kikki2
dello stesso genere anche dei must di Jarrett
Goldberg Variations ( al clavicembalo)
Das Wohltemperierte Klavier
24 Preludes and Fugues ( Shostakovich)
ansima anche lì? :D :eek:
a volte sembra un telefono erotico più che un concerto registrato...
ma non ci scordiamo il nostro Paolone Fresu!!!
Checchè ne dica Adric!!:p
Sentitevi la sua versione di "Porgy & Bess" con l'orchestra jazz della sardegna, :cool: oppure i dischi col quartetto Angel...
Originariamente inviato da ominiverdi
ieri a gorizia jazz si e' tenuto il concerto di MICHAEL BRECKER e il suo quartetto
A proposito, una settimana fa ho visto il concerto di Eliane Elias, moglie brasiliana di Randy Brecker, fratello di Michael, ex componente anche lei in passato degli Steps Ahead :) :oink:
Lei suona il piano....
http://www.pianobar.owns1.com/images/Eliane_Elias_2.jpg
e lui la tromba
http://home.nestor.minsk.by/jazz/news/3051007a.jpg
e non è solo una battuta :O :rotfl:
Brava, ma mi è piaciuto (musicalmente, come fisico Eliane è in formissima) ancora di piu' il pianista George Cables che ho visto il 9 febbraio :) :)
ominiverdi
24-02-2004, 17:25
Originariamente inviato da Adric
A proposito, una settimana fa ho visto il concerto di Eliane Elias, moglie brasiliana di Randy Brecker, fratello di Michael, ex componente anche lei in passato degli Steps Ahead :) :oink:
Lei suona il piano....
http://www.pianobar.owns1.com/images/Eliane_Elias_2.jpg
e lui la tromba http://home.nestor.minsk.by/jazz/news/3051007a.jpg
e non è solo una battuta :O :rotfl:
Brava, ma mi è piaciuto (musicalmente, come fisico Eliane è in formissima) ancora di piu' il pianista George Cables che ho visto il 9 febbraio :) :)
:rotfl:
Eliane Elias cmq e' davvero informissima :p
paolotennisweb
24-02-2004, 17:44
Ornette Coleman e Archie Sheep, con il loro free jazz
oggi ho accattato (offerta fnac)
Bill Evans Trio "Sunday at the Vanguard"
(cioè non è che li ho presi solo perchè erano in offerta: questo è tra i migliori dischi jazz di sempre, l'altro...beh per noveuroeottanta guardate che roba...) :eek:
e "The Blues & the astraction"
con Bill Evans, piano
Roy Haynes, drums
Eric Dolphy, alto sax and flute
Oliver Nelson, alto & tenor sax
Paul Chambers, bass
Freddie Hubbard, trumpet
quest'ultimo per la bellezza di 9 euro, 80 cent.
contiene "stolen moments" e "teenie's Blues"
abbidubbi
09-03-2004, 17:06
Originariamente inviato da JarreFan
http://images.amazon.com/images/P/B00004VWA7.01.LZZZZZZZ.jpg
http://www.redbrick.dcu.ie/~shano/pics/jaco.jpg
:ave::ave::ave::ave::ave::ave::ave::ave:
mi unisco commosso al tributo di JarreFan per questo genio purtroppo scomparso anzitempo.
Da piccolo pensavo che questo signore, quando suonava, non stava mai sulla tonica (sì insomma non suonava mai la nota che dà il nome all'accordo, scusate non sono un musicista), sembrava suonasse sempre "per fatti suoi" e immaginavo zawinul incazzato come un'ape cercando di arginare la piena di quel fiume di "nuovo" che usciva da quel basso... coi tasti limati... le triadi glissate... gli armonici impossibili... beh... alle mie maleducate orecchie questo signore suonava musica porno...
Un giorno un mio amico bassista mi disse di non voler più ascoltare musica moderna:" d'ora in poi, solo classica!" e io gli feci: " e jaco?" e lui: " mbè, quella è musica classica!"
che genere suona Pastorius ?
ho ascoltato un pezzo di Pastorius, è confrontabile secondo voi con Stanley Clarke ?
Originariamente inviato da misterx
ho ascoltato un pezzo di Pastorius, è confrontabile secondo voi con Stanley Clarke ?
Come epoca (sono praticamente coetanei) e importanza da bassisti si, ma sono molto diversi. Clarke più percussivo, Pastorius più lirico e personale. Il primo più turnista, regolare e di scuola jazzistica, il secondo più improvvisatore ed estroso, ma anche più discontinuo. Stanley Clarke è anche importante come produttore per altri artisti e come compositore di colonne sonore. Entrambi protagonisti non da leader in due supergruppi straordinari degli anni 70 come Return to Forever e Weather Report.
Comunque entrambi si sono spenti artisticamente nella seconda metà degli anni 80. Scientology per Clarke, droga e alcool per Pastorius fino al suo tragico e mortale pestaggio :cry:
Rimasi deluso a un concerto romano del 1989 di Clarke con l'amico George Duke (delusione per me doppia perche' adoro il Duke degli anni 70 e dei primi anni 80). Pastorius mi sarebbe piaciuto tanto vederlo (del resto il mio avatar attuale in un certo senso ha a che fare con Pastorius).
Originariamente inviato da Adric
Come epoca (sono praticamente coetanei) e importanza da bassisti si, ma sono molto diversi. Clarke più percussivo, Pastorius più lirico e personale. Il primo più turnista, regolare e di scuola jazzistica, il secondo più improvvisatore ed estroso, ma anche più discontinuo. Stanley Clarke è anche importante come produttore per altri artisti e come compositore di colonne sonore. Entrambi protagonisti non da leader in due supergruppi straordinari degli anni 70 come Return to Forever e Weather Report.
Comunque entrambi si sono spenti artisticamente nella seconda metà degli anni 80. Scientology per Clarke, droga e alcool per Pastorius fino al suo tragico e mortale pestaggio :cry:
Rimasi deluso a un concerto romano del 1989 di Clarke con l'amico George Duke (delusione per me doppia perche' adoro il Duke degli anni 70 e dei primi anni 80). Pastorius mi sarebbe piaciuto tanto vederlo (del resto il mio avatar attuale in un certo senso ha a che fare con Pastorius).
bellissima spiegazione :)
passami la battuta ma mi ricordavo di un "pirla", di parte, quella di Pastorius, che alla medesima domanda alla quale tu hai risposto mi disse: "non confondiamo il cacao con la m....."
ora capisco quanto era ignorante
io li ho ascoltati entrambi e momentaneamente ciò che ricavo è una gran tecnica, che roba ragazzi.....
Ma sono sicuro che insistendo avvertirò pure io la melodia e l'improvvisazione che avvertono tutti quelli più maturi di me per questo genere musicale
:)
Lungometraggi/documentari da vedere sul jazz
A Great Day in Harlem/The Spitball Story
Jazz on a Summer's Day
Straight, No Chaser (Thelonious Monk)
The Miles Davis Story
The World According to John Coltrane
Charles Mingus: Triumph of Underdog
Let's Get Lost (Chet Baker)
Film:
Round Midnight (A mezzanotte Circa)
Bird
Bix
Mo Better Blues
Kansas City
Venere e il professore
Paris Blues
New York, New York
SSLazio83
19-07-2004, 15:10
x Adric
mi consiglieresti qualche lettura estiva sulla storia del jazz?Vorrei un libro che parta dalle origini fino ai giorni nostri:)
http://www.cinzia.altervista.org/jazz2.htm
Ma di libri sul jazz in italiano, specie fuori produzione, ce ne sono molti altri non compresi in quella lista. A tal proposito per una bibliografia sul jazz in italiano consiglio l'economico volumetto:
Mi ricordo il jazz. Guida bibliografica per «Sfogliare» la musica afroamericana (Marcos y Marcos)
Comunque oltre ai due libri che ho citato nel mio post in prima pagina di questa discussione (Polillo facile da trovare, ma il Berendt purtroppo no) sono molto carini:
Il jazz dagli anni 20 agli anni 50
il jazz dagli anni 60 a oggi
due volumi della Fabbri Editori, illustrati ed adatti per un introduzione al jazz. L'ottimo libro del Polillo (a differenza del Berendt) non è molto adatto come prima lettura sul jazz e puo' risultare un po' ostico.
Sconsiglio l'acquisto di libri sui '100 migliori dischi jazz' et similia, redatti in base a criteri quasi sempre discutibili e comunque sul gusto dell'autore del libro.
io sto facendo patetici tentativi per comprendere e apprezzare il jazz....
nulla. :(
mi sento quasi colpevole....:stordita:
SSLazio83
22-07-2004, 13:40
Originariamente inviato da Adric
http://www.cinzia.altervista.org/jazz2.htm
Ma di libri sul jazz in italiano, specie fuori produzione, ce ne sono molti altri non compresi in quella lista. A tal proposito per una bibliografia sul jazz in italiano consiglio l'economico volumetto:
Mi ricordo il jazz. Guida bibliografica per «Sfogliare» la musica afroamericana (Marcos y Marcos)
Comunque oltre ai due libri che ho citato nel mio post in prima pagina di questa discussione (Polillo facile da trovare, ma il Berendt purtroppo no) sono molto carini:
Il jazz dagli anni 20 agli anni 50
il jazz dagli anni 60 a oggi
due volumi della Fabbri Editori, illustrati ed adatti per un introduzione al jazz. L'ottimo libro del Polillo (a differenza del Berendt) non è molto adatto come prima lettura sul jazz e puo' risultare un po' ostico.
Sconsiglio l'acquisto di libri sui '100 migliori dischi jazz' et similia, redatti in base a criteri quasi sempre discutibili e comunque sul gusto dell'autore del libro.
ma questo polillo parla de jazz dalle origini afro o solo italiane?
Originariamente inviato da eriol
io sto facendo patetici tentativi per comprendere e apprezzare il jazz....
nulla. :(
mi sento quasi colpevole....:stordita:
secondo me è più facile se parti dalla fusion, soprattutto chitarristica.
cmq devi far caso a cose diverse rispetto alla musica rock o di astrazione smaccatamente tonale.
Originariamente inviato da SSLazio83
ma questo polillo parla de jazz dalle origini afro o solo italiane?
il suo libro è strutturato in due parti: la prima di 300 pagine è suddivisa in 13 capitoli sulla storia del jazz, con molta enfasi sulle origini e il contesto del jazz (culturale, sociale, economico ecc); la seconda di 450 pagine sono 35 capitoli, ciascuno sui trentacinque musicisti jazz più importanti (l'ultimo dei quali è Ornette Coleman; quindi non ci sono capitoli specifici su Corea, Jarrett, Hancock, Shorter e Pastorius)
Di Europa e dell'Italia se ne parla assai poco in quel libro; e per lo piu' con riferimento al free jazz e agli anni 70.
Il libro risale al 1982; Polillo poi morì. Jazz - La vicenda e i protagonisti della musica afroamericana - è considerata la migliore storia del jazz scritta da un italiano. Anche se ci mancano gli ultimi 20 anni di jazz (anni peraltro in cui non è successo molto, soprattutto più decessi di grandi musicisti che dischi memorabili :rolleyes: ) è un libro essenziale.
Everyman
22-07-2004, 14:25
Ragazzi, ho ascoltato quello che molti esperti del Jazz (io non lo sono:( ) ritengono, in generale, il miglior album jazz della storia:
Miles Davis - Kind of Blue
Semplicemente meraviglioso:)
Senza spaziare nei vari generi, mi consigliate lo stesso tipo di musica, magari con un po' piu' di piano???
Ho ascoltato anche Ellington, eccezionale pure lui :ave:, ma al momento preferirei ascoltare di piu' il jazz solo con gli strumenti e non con la voce:)
Che mi consigliate quindi???
Ciaoooooooooooooooooooooooooo:)
Everyman
22-07-2004, 14:33
Up
Teniamo in vita questo interessantissimo Topic:)
BadMirror
22-07-2004, 14:34
Originariamente inviato da Arësius
cmq devi far caso a cose diverse rispetto alla musica rock o di astrazione smaccatamente tonale.
Questo è un argomento interessante.
C'è chi dice, secondo me non a torto, che in fondo parlare di "modi" (in ambito chitarristico soprattutto) non è lecito, dal momento che siamo cmq sempre in regime tonale, in parole molto povere non cambia il modo ma l'accordo. Forse così si capisce poco, diciamo che dal momento in cui svariati secoli fa si è passati al regime tonale non si può più parlare di modi e non basta dire che cambiano un paio di note che risultano "stonate", dissonanti, per dire che si improvvisa in maniera modale. non si è infatti in regime modale, quindi inutile parlarne. Se c'è un Solm (ad es.) già sai che sei nella tonalità. I primi jazzisti suonavano al di là di stabilire sulla carta i modi e tutto ciò è stato recepito invece erroneamente (accademicamente) da i musicisti odierni.
Tutto ciò parlando in generale, di parte del jazz moderno.
Oh, non sono parole mie, sono cose che ho sentito in giro a volte e il discorso probabilmente fatto da chi di dovere si riempirebbe molto di più delle mie 4 parole in croce malmesse. Però il senso di fondo credo si possa capire.
:)
SSLazio83
22-07-2004, 14:34
Originariamente inviato da Adric
Di Europa e dell'Italia se ne parla assai poco in quel libro; e per lo piu' con riferimento al free jazz e agli anni 70.
Il libro risale al 1982; Polillo poi morì. Jazz - La vicenda e i protagonisti della musica afroamericana - è considerata la migliore storia del jazz scritta da un italiano. Anche se ci mancano gli ultimi 20 anni di jazz (anni peraltro in cui non è successo molto, soprattutto più decessi di grandi musicisti che dischi memorabili :rolleyes: ) è un libro essenziale.
ma parte dalle origini o si ferma ad analizzare solo anni60/70? a me interesserebbe + l inizio del jazz
Originariamente inviato da BadMirror
Questo è un argomento interessante.
C'è chi dice, secondo me non a torto, che in fondo parlare di "modi" (in ambito chitarristico soprattutto) non è lecito, dal momento che siamo cmq sempre in regime tonale, in parole molto povere non cambia il modo ma l'accordo. Forse così si capisce poco, diciamo che dal momento in cui svariati secoli fa si è passati al regime tonale non si può più parlare di modi e non basta dire che cambiano un paio di note che risultano "stonate", dissonanti, per dire che si improvvisa in maniera modale. non si è infatti in regime modale, quindi inutile parlarne. Se c'è un Solm (ad es.) già sai che sei nella tonalità. I primi jazzisti suonavano al di là di stabilire sulla carta i modi e tutto ciò è stato recepito invece erroneamente (accademicamente) da i musicisti odierni.
Tutto ciò parlando in generale, di parte del jazz moderno.
Oh, non sono parole mie, sono cose che ho sentito in giro a volte e il discorso probabilmente fatto da chi di dovere si riempirebbe molto di più delle mie 4 parole in croce malmesse. Però il senso di fondo credo si possa capire.
:)
l'argomento è lungo, complesso e PERVERSO
a monte di tutto, però, sicuramente una delle virtù e delle peculiarità del jazz è che si possa fare un uso più generoso di cadenze, armonizzazioni particolari, cromatismi e "dissonanze".
anche se nel rock contemporaneo si trovano molti esempi, secondo è me il nostro orecchio occidentale è molto più assuefatto alle armonie classiche e smaccatamente tonali. quindi anche le poche note fuori contesto e i "modi non modi", di fatto suonano come una novità per un novizio ed è l'origine della diffidenza.
BadMirror
22-07-2004, 14:47
Originariamente inviato da Arësius
l'argomento è lungo, complesso e PERVERSO
a monte di tutto, però, sicuramente una delle virtù e delle peculiarità del jazz è che si possa fare un uso più generoso di cadenze, armonizzazioni particolari, cromatismi e "dissonanze".
anche se nel rock contemporaneo si trovano molti esempi, secondo è me il nostro orecchio occidentale è molto più assuefatto alle armonie classiche e smaccatamente tonali. quindi anche le poche note fuori contesto e i "modi non modi", di fatto suonano come una novità per un novizio ed è l'origine della diffidenza.
Si si, su questo concordo :)
Nonostante alcuni tipi di rock siano nati con presupposti molto complicati chiaramente il genere più semplice è quello che ha trovato il consenso delle masse. In effetti se ci pensiamo la persona media ha bisogno che una melodia si risolva sempre e che non resti mai in bilico, in tensione per tutta la canzone, oltre al fatto che essa deve essere finita e ripetitiva in modo da essere recepita maggiormente. Insomma la classica domanda "ma come fa quella canzone" per riconoscerla, domanda che puoi fare relativamente al pezzo rock, meno ad alcuni pezzi jazz, fusion etc... che certo non si definiscono orecchiabili. Già meglio se si presuppone un tema (mi viene in mente Take Five ad es. o Summertime) da ricordare, ma impossibile se si prende un pezzo senza appigli o addirittura freejazz.
E' chiaro che se già la "tonalità" è complicata nel jazz figuriamoci quando si inseriscono modi etc...., il fatto è che il dibattito è ancora largamente in corso. Siamo sempre e cmq in un regime tonale? Hai detto bene, il discorso è perverso.
p.s. e indirettamente hai ragione su un altro punto, noi parliamo con la mentalità occidentale, altrove il discorso è estremamente diverso.
Originariamente inviato da SSLazio83
ma parte dalle origini o si ferma ad analizzare solo anni60/70? a me interesserebbe + l inizio del jazz
parte dalle origini; anzi si sofferma molto sul jazz tradizionale e non è adatto per gli appassionati di fusion
Everyman
22-07-2004, 14:59
qualcuno puo' rispondere alla mia domanda fatta poco sopra?
:(
Io sono un neofita:(
giovane acero
22-07-2004, 15:00
Originariamente inviato da misterx
bellissima spiegazione :)
passami la battuta ma mi ricordavo di un "pirla", di parte, quella di Pastorius, che alla medesima domanda alla quale tu hai risposto mi disse: "non confondiamo il cacao con la m....."
ora capisco quanto era ignorante
io li ho ascoltati entrambi e momentaneamente ciò che ricavo è una gran tecnica, che roba ragazzi.....
Ma sono sicuro che insistendo avvertirò pure io la melodia e l'improvvisazione che avvertono tutti quelli più maturi di me per questo genere musicale
:)
Francamente, resta da vedere il perchè quel tipo ha detto quella frase, purtroppo anch'io sono malato di Pastorite e guarda ammetto pure di essere di parte e assolutamente ignorante in materia di musica... non mi faccio problemi ad ammetterlo. Nel mondo del basso elettrico c'è Pastorius poi vengono gli altri... vuoi sentire roba da Gran Tecnica? Ascoltati Victor Wooten, Billy Sheehan, Stu Hamm... etc,etc... Pastorius come già dissi in un altro 3d è semplicemente un altro pianeta*.
* con tutto il rispetto per i bassisti citati
Originariamente inviato da Everyman
ho ascoltato quello che molti esperti del Jazz (io non lo sono:( ) ritengono, in generale, il miglior album jazz della storia:
Miles Davis - Kind of Blue
http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=709554
Senza spaziare nei vari generi, mi consigliate lo stesso tipo di musica, magari con un po' piu' di piano???Dave Brubeck, Bud Powell, Wynton Kelly, Horace Silver; ci sono foto delle copertine e titoli nelle pagine precedenti di questa stessa discussione.
SSLazio83
22-07-2004, 15:12
Originariamente inviato da Adric
parte dalle origini; anzi si sofferma molto sul jazz tradizionale e non è adatto per gli appassionati di fusion
bene allora...quello ke cercavo..il prezzo?
BadMirror
05-08-2004, 22:56
UP
telespalla
06-08-2004, 10:29
davvero Adric -come dicevano altri- dovresti aprire un piccolo
sito(blog?) per raccogliere tutte le informazioni e un po'
della passione che hai per il jazz... visto che conosci
il sito di scaruffi ...scaruffizzati anche tu...
Sei quasi al livelli di conoscenza di un Pino saulo di rai3
Per tutti quelli che vorrebbero ascoltare jazz consiglio
di ascoltare battiti su radio3 dalla mezzanotte in poi...
Ogni tanto il mercoledi' danno concerti anche verso le 21
www.radio.rai.it/radio3/battiti/index.cfm
telespalla
08-08-2004, 14:09
a proposito di Pastorius e di bassisti creativi...
Per il basso elettrico mi vengono in mente Steve swallow e
eberhard weber : come timbrica sono differenti ma altrettanto
geniali...
Poi Miroslav Vitous che e' il bassista (suona double bass
non il basso elettrico) che mi ha entusiasmato di piu' dal vivo...
il collegamento con Pastorious e' chiaro perche' e'
stato anche lui bassista dei wether report...
powerslave
10-08-2004, 23:10
UP
Mi sono accorto di ascoltare quasi esclusivamente un genere di jazz molto bianco: chet baker, bill evans, dave holland, brubeck, konitz chick corea...anche le musiche più 'nere' che 'ho' sono di Miles Davis, e.hancock e Coltrane... ma i primi due non sono poi così 'neri'...non ho mai capito il free jazz nè gli hard boopers: forse perchè è una musica che fatta per orecchie incazzate e stanche, assolutamente non riciclabile per il sollazzo ballabile dei bianchi?
Coltrane a parte il free mi corrode le orecchie, mi ferisce e mi confonde.
A volte penso sia solo una questione di allenamento d'orecchi, ma il sospetto è che sia esattamente quello il suo scopo...:wtf:
megamello
05-10-2004, 22:36
quest'estate sono stato al Malta Jazz Festival (pagando una cifra ridicola, circa 21€ per 3 ore e 30 di musica effettive) ed ho visto il Deborah Carter Quartet (gran voce), Toby Foyeh con Orchestra Africa (grande spettacolo di percussioni e musica afro-jazz-fusion-tribale) ma soprattutto sono rimasto 1 ora a bocca aperta davanti a John Scofield, Steve Swallow e Bill Stewart...che gente ragazzi, veramente eccezionali!!!!
SSLazio83
05-10-2004, 22:43
Originariamente inviato da megamello
quest'estate sono stato al Malta Jazz Festival (pagando una cifra ridicola, circa 21€ per 3 ore e 30 di musica effettive) ed ho visto il Deborah Carter Quartet (gran voce), Toby Foyeh con Orchestra Africa (grande spettacolo di percussioni e musica afro-jazz-fusion-tribale) ma soprattutto sono rimasto 1 ora a bocca aperta davanti a John Scofield, Steve Swallow e Bill Stewart...che gente ragazzi, veramente eccezionali!!!!
:sofico: :sofico: :sofico: :sofico: eccolo!!!!!!!!
c'è una rivoluzione beepoppara in corso tra le sign :huh: :asd:
Dopo un'attenta lettura di questo fantastico 3d (ma quanto ne sapete? :eek: ) ho iniziato a prepararmi al grande salto verso il jazz... sono partito con un po' di fusion. L'artista che finora mi è piaciuto di più è stato David Benoit, in particolare gli album:
If I Could Reach The Rainbows
Urban Daydreams
The Benoit-Freeman Project
Mi consigliereste qualche artista simile? Ormai i suoi cd li ho consumati :sofico: :D
ho preso 'Tutu' di Miles davis...dopo aver ascoltato Doo Bop...quest'eresia mi costerà quel poco di benevolenza da parte di Adric ma ...mi piacciono!!!:ops:
prossimo acquisto 'the complete birth of the cool' sempre Miles e qualcosa di Young 'Bird' Parker...magari assieme a Dizzy Gillespie (effetti collaterali di "bird" di C. EastWood") dove il personaggio di Dizzy è fantastico.
Consigli su un disco di Bird e Dizzy?
@bizzu:
non mi intendo molto di nulla- ma siccome sono un divoratore qualche nome posso fartelo: di David Benoit mi dicono gran bene di "The Benoit/Freeman Project".
Di similare mi pare ci sia Dave Grusin e Lee Ritenour, che puoi beccare con una sola fava quì:
http://www.kksf.com/i/photoLeeRitenourCD.JPG
poi Larry Carlton e i già citati Spyro Gyra (imho "Carnival" che ho in vinile e "Morning Dance").
Tassadar
02-12-2004, 09:59
Originariamente inviato da ominiverdi
ultimamente apprezzo questo tipo di musica (oltre che chillout)
a chi piace?
chi mi consiglia su artisti che meritano ?
thanx
A me!
Dischi assolutamente da avere:
Gaddabout - Steve Gadd
Masterplan - Dave Weckl
bello vedere nel forum appassionati di jazz.. fino ad ora non me ne ero accorto che esistesse questo 3d...
ne approfitto per trovare un bassista e un batterista per formare trio...
;)
ominiverdi
03-12-2004, 17:59
Originariamente inviato da Tassadar
A me!
Dischi assolutamente da avere:
Gaddabout - Steve Gadd
Masterplan - Dave Weckl
prendo nota thnx
:)
DjSolidSnake86
12-12-2004, 20:39
ragazzi avete presente la musica di quando si aspetta al telefono dopo aver chiamato a tiscali?
sarebbe la tiscali radio jazz, avete per caso i nomi di tutte quelle musiche jazz bellissime e famosissime?
vi prego ne ho bisogno!!!
SSLazio83
12-12-2004, 20:41
conoscete Gene Harris?è un pianista fantastico!!
ZigoZago
15-12-2004, 21:47
Ragazzi mi inserisco in questo mitico thread! :cool:
Omniverdi anche a me piace la chillout e il jazz!
Puoi consigliarmi qualcosa di chillout?
ORa sto ascoltando l'ultimo album di Nicola Conte genre jazz ovviamente, molto bello!
Essendo un altro genere musicale (dove la componente jazz è assai ridotta, per non dire quasi inesistente), anzi un miscuglio di generi tra loro diversi, il chillout è completamente fuori argomento in questa discussione. Tanto più poi che hai aperto un apposito thread:
http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=741761
Meglio rispondere là.
ZigoZago
16-12-2004, 11:19
Adric :eek: Ma quante ne sai!?
:ave:
ORa mi leggo tutto con calma :p :cool:
gobbetto
03-01-2005, 21:10
un thread sul jazz su Hardware upgrade...
L'ho scoperto solo ora.... Contento di fare il primo post del 2005.
Alcuni consigli su jazz (più o meno) recente:
C'è uno splendido disco di Richard Galliano e Michel Portal, di due o tre anni fa: Blow up. Capolavoro assoluto, uno dei migliori dischi della storia del jazz.
Da fervente ammiratore di Keith Jarrett mi sento 'perseguitato' da questo Koln Concert. Splendido concerto, per carità, a suo modo storico.
Ma secondo me non è il miglior Jarrett.
Preferisco il Jarrett jazzista tradizionale.
Da ascoltare il live at the blue note (6 cd): Smentisce l'assunto (vero, in linea di massima) per cui il miglior jazz è quello registrato in studio. L'arte del piano trio ai massimi livelli.
Eccezionali anche album come "Tribute", "Standards" (specie il vol.2), "Standards in Norway", "Still live".
Da conoscere i misconosciuti " Sun Bear Concerts", sulla stessa linea del Concerto di Colonia, ma con un più elevato tasso di megalomania.
Tra i nuovi pianisti, oltre a Mehldau, Esbjorn Svensson. Meno noto ma con altrettanto talento.
Per me quello che manca veramente al jazz di oggi è una nuova classe di grandi sassofonisti. Bergonzi, Redman, Lovano sono buoni, ma non li definirei dei "grandi" dello strumento.
Poi c'è meno innovazione, è vero, ma non è detto che questo sia necessariamente un male. Non so come la pensiate, ma credo che il mediocre jazz degli anni 70 nasca principalmente da forme di sperimentazione eccessivamente votate alla commistione tra generi.
DjSolidSnake86
03-01-2005, 21:57
ciao gobbetto nn so se hai mai chiamato a tiscali, le musiche di attesa sono dei pezzi jazz e sono i più famosi
perfavore potresti controllare se ne conosci qualcuno e dirmi i titoli ?
qui nessuno mi ha voluto aiutare finora...
gobbetto
03-01-2005, 22:05
Originariamente inviato da DjSolidSnake86
ciao gobbetto nn so se hai mai chiamato a tiscali, le musiche di attesa sono dei pezzi jazz e sono i più famosi
perfavore potresti controllare se ne conosci qualcuno e dirmi i titoli ?
qui nessuno mi ha voluto aiutare finora...
cose da pazzi :D
intendi il 130? Niente musichetta se (come me) non sei abbonato :)
prova un po' a canticchiarla :D
DjSolidSnake86
03-01-2005, 23:01
sei sicuro? basta che ti metti in attesa per parlare con un operatore... magari poi gli chiudi il telefono se lo prende oppure gli dici che avevi chiamato solo per ascoltare le musiche :D
(terza via: gli dici: sa quali sono le musiche dell'attesa? :D :D :D )
ciao e grazie per risposto!
Originariamente inviato da gobbetto
un thread sul jazz su Hardware upgrade...
L'ho scoperto solo ora.... Contento di fare il primo post del 2005.
Alcuni consigli su jazz (più o meno) recente:
C'è uno splendido disco di Richard Galliano e Michel Portal, di due o tre anni fa: Blow up. Capolavoro assoluto, uno dei migliori dischi della storia del jazz.
Da fervente ammiratore di Keith Jarrett mi sento 'perseguitato' da questo Koln Concert. Splendido concerto, per carità, a suo modo storico.
Ma secondo me non è il miglior Jarrett.
Preferisco il Jarrett jazzista tradizionale.
Da ascoltare il live at the blue note (6 cd): Smentisce l'assunto (vero, in linea di massima) per cui il miglior jazz è quello registrato in studio. L'arte del piano trio ai massimi livelli.
Eccezionali anche album come "Tribute", "Standards" (specie il vol.2), "Standards in Norway", "Still live".
Da conoscere i misconosciuti " Sun Bear Concerts", sulla stessa linea del Concerto di Colonia, ma con un più elevato tasso di megalomania.
Tra i nuovi pianisti, oltre a Mehldau, Esbjorn Svensson. Meno noto ma con altrettanto talento.
Per me quello che manca veramente al jazz di oggi è una nuova classe di grandi sassofonisti. Bergonzi, Redman, Lovano sono buoni, ma non li definirei dei "grandi" dello strumento.
Poi c'è meno innovazione, è vero, ma non è detto che questo sia necessariamente un male. Non so come la pensiate, ma credo che il mediocre jazz degli anni 70 nasca principalmente da forme di sperimentazione eccessivamente votate alla commistione tra generi.
Di Galliano è bello anche Piazzolla Forever e il live con l'orchestra della Toscana, "Passatori"...
Grazie per i suggerimenti su Jarrett: per questioni affettive non credo esisterà nulla di simile a quel disco, ma è da tempo che intendo aggiungere un altro lp di jarrett: pensavo a "standars vol.2", ma mi piacerebbe qualcosa di meno noto: mi descrivi se hai voglia "Standards in Norway" e "Still live"?
(soprattutto...è così 'presente' coi suoi ansimi???
:cry: :D )
Girando in rete ho visto che è uscito "The Benoit Freeman Project 2"... a me il primo era piaciuto molto. Qualcuno l'ha sentito?
gobbetto
06-01-2005, 14:15
Originariamente inviato da ni.jo
Di Galliano è bello anche Piazzolla Forever e il live con l'orchestra della Toscana, "Passatori"...
Mi manca ;)
Però ho visto Galliano eseguire in concerto musiche di Piazzolla.
Formidabile, come sempre...
Se ti capita, sono bellissimi anche i "Concert Inedits"...
Grazie per i suggerimenti su Jarrett: per questioni affettive non credo esisterà nulla di simile a quel disco, ma è da tempo che intendo aggiungere un altro lp di jarrett: pensavo a "standars vol.2", ma mi piacerebbe qualcosa di meno noto: mi descrivi se hai voglia "Standards in Norway" e "Still live"?
(soprattutto...è così 'presente' coi suoi ansimi???
:cry: :D )
Purtroppo sì. Non saprei dirti dove 'grugnisce' meno... in generale sulle ballads e sui tempi rilassati: ormai ho dovuto rassegnarmi al fatto che se vuoi ascoltare il piano di Jarrett devi sorbirti anche le sue ansimazioni....
Tutti gli album citati sono in trio con Gary Peacock e Jack DeJohnette. 'Tribute' e 'Standards vol.2' sono i due che personalmente preferisco. Ascolta l'introduzione di 'Lover man', primo brano del primo cd di Tribute: ti convincerai che Jarrett è uno dei più grandi interpreti di ballads in piano trio della storia del jazz.
Naturalmente bisogna conoscere Bill Evans, per capire da dove proviene una ballad di Keith Jarrett. Ma se possibile Jarrett è l'allievo che supera il maestro.
Non perderti anche "When I fall in love": ne esiste una buona interpretazione in "Still Live" ed un'altra (forse migliore) nel Live at the blue note.
"Still Live" contiene anche ottime versioni di "Someday my prince will come" ed "I remember Clifford".
"Standards in Norway": altra carrellata di standard, con Jarrett in gran forma.
Originariamente inviato da gobbetto
Mi manca ;)
Però ho visto Galliano eseguire in concerto musiche di Piazzolla.
Formidabile, come sempre...
Se ti capita, sono bellissimi anche i "Concert Inedits"...
Purtroppo sì. Non saprei dirti dove 'grugnisce' meno... in generale sulle ballads e sui tempi rilassati: ormai ho dovuto rassegnarmi al fatto che se vuoi ascoltare il piano di Jarrett devi sorbirti anche le sue ansimazioni....
Tutti gli album citati sono in trio con Gary Peacock e Jack DeJohnette. 'Tribute' e 'Standards vol.2' sono i due che personalmente preferisco. Ascolta l'introduzione di 'Lover man', primo brano del primo cd di Tribute: ti convincerai che Jarrett è uno dei più grandi interpreti di ballads in piano trio della storia del jazz.
Naturalmente bisogna conoscere Bill Evans, per capire da dove proviene una ballad di Keith Jarrett. Ma se possibile Jarrett è l'allievo che supera il maestro.
Non perderti anche "When I fall in love": ne esiste una buona interpretazione in "Still Live" ed un'altra (forse migliore) nel Live at the blue note.
"Still Live" contiene anche ottime versioni di "Someday my prince will come" ed "I remember Clifford".
"Standards in Norway": altra carrellata di standard, con Jarrett in gran forma.
in effetti se c'è un altro disco capace di smuovermi le viscere come the concert in koln è proprio 'you must believe in spring' di Bill Evans...eppure, tornando al concert, discutendone con un pianista mi sono sentito rispondere che è un disco 'troppo tecnico'...:uh: sospetto che le birre che ci siamo scolati abbiano influenzato un pò il giudizio, ma mi sembra di aver capito che secondo lui le parti più 'coinvolgenti' sono sistemate esattamente dove serviva che fossero per ottenere quell'effetto. Bah.
Comunque ha ammesso che Jarrett sia un campione nello scovare delle armionie anche in situazioni armoniche ingarbugliate...forse è da quì che deriva il paragone con Meldhau...o per il fatto che predilige il trio come formazione...sai che ne continuano a parlare come del nuovo jarrett?A me pare una vaccata...lo è già in genere paragonare degli artisti ma in questo caso non capisco bene su cosa si basi il paragone...certo si capisce che ne è stato ispirato, ma decidere dai giornali che jarrett è superato... sentire comunque il live di Brad a Tokyo: per adesso ho potuto sentire solo il disco 'largo' dove c'è una interessante versione di paranoid android dei radiohead...non mi dispiace affatto, anche se forza un pò le gite fuori dalla melodia...
gobbetto
06-01-2005, 14:53
Originariamente inviato da ni.jo
in effetti se c'è un altro disco capace di smuovermi le viscere come the concert in koln è proprio 'you must believe in spring' di Bill Evans...
Hai ragione, è meraviglioso. Uno dei miei favoriti, assieme a "Portrait in jazz" ed il "Sunday at the Village Vanguard".
eppure, tornando al concert, discutendone con un pianista mi sono sentito rispondere che è un disco 'troppo tecnico'... sospetto che le birre che ci siamo scolati abbiano influenzato un pò il giudizio, ma mi sembra di aver capito che secondo lui le parti più 'coinvolgenti' sono sistemate esattamente dove serviva che fossero per ottenere quell'effetto. Bah.
Più che altro direi che è molto (troppo?) 'intellettualistico': Ci sono chiari riferimenti alla musica colta contemporanea e (soprattutto) a Bach. Poi, se una frase o un pattern sono mesi al punto giusto, secondo me vuol dire che il disco è fatto bene ;)
La difficoltà tecnica del Koln Concert e di album similari sta nel tenere alto il livello della performance per una durata prolungata: Si tratta di musica scritta solo in piccola parte, ed improvvisata per la maggior parte del tempo. Un brano è composto da uno o più 'pattern', e ciascuno di essi viene svolto (e stravolto) anche per diversi minuti.
Non è facile improvvisare a lungo su pattern ripetitivi.
Miles Davis era convinto che i jazzisti si dimostrassero veramente bravi quando riuscivano in un'impresa simile, senza annoiare.
"Kind of blue" è il capostipite dell jazz modale, non a caso.
Sai che di Meldhau continuano a parlare come del nuovo jarrett? A me pare una vaccata...lo è già in genere paragonare degli artisti ma in questo caso non capisco su cosa si basi il paragone...certo si capisce che ne è stato ispirato, ma decidere dai giornali che jarrett è superato... sentire comunque il live di Brad a Tokyo: per adesso ho potuto sentire solo il disco 'largo' dove c'è una interessante versione di paranoid android dei radiohead...non mi dispiace affatto, anche se forza un pò le gite fuori dalla melodia...
Mehldau è un grande pianista. In comune con Jarrett ha la derivazione da Bill Evans e (quindi) l'inclinazione verso la musica "colta". Ha un fraseggio simile, non c'è dubbio. Però ha una personalità tutta sua, altrimenti non sarebbe un grande pianista. E tecnicamente è ferratissimo, anche se non sempre si riesce a capire dai suoi album.
Conosco i dischi che hai citato, ma ti consiglio "Elegiac Cycle", "Introducing" ed i vari "Art of the trio".
Originariamente inviato da gobbetto
...E tecnicamente è ferratissimo, anche se non sempre si riesce a capire dai suoi album.
Conosco i dischi che hai citato, ma ti consiglio "Elegiac Cycle", "Introducing" ed i vari "Art of the trio".
eppure non mi pare che tenti di nasconderla...:D a tratti (anche se come riferimento ho solo 'largo' ) la sensazione è che il titolo della traccia sia 'sono bravo sono bravo'...mi spiego, a me Meldahu piace abbastanza, ma quando ascolto musica non mi piace pensare che il cambio di sensazioni che ti dà una musica sia un appropriato spostamento di toni e semitoni...e in quel disco a volte la sensazione c'è, ed essendo un profanissimo che non ha mai studiato musica non dovrebbe essere così difficile ingannarmi eppure mi capita spesso di sentire delle musiche risuonare un po' fredde e convenzionali, edit: proprio come in 'free willy'... )... in questo momento 'stò riascoltando proprio sabbath...però devo ammettere che in quanto a 'citazioni' oltre che alla musica colta, peschi un pò da tutta la musica, dal jazz al blues al rock ...sul suo sito (http://www.bradmehldau.com/mehldau/ ) puoi sentire un pezzo delle mie preferite di largo, alvarado, eseguita live...
a proposito di jazz modale, ho adocchiato “Maiden Voyage” di Hancock, che è in offerta.... Dolphin Dance (ma mi dicono tutto l'album) è fantastica: domani lo metto in saccoccia.
gobbetto
06-01-2005, 16:10
Originariamente inviato da ni.jo
eppure non mi pare che tenti di nasconderla...:D a tratti (anche se come riferimento ho solo 'largo' ) la sensazione è che il titolo della traccia sia 'sono bravo sono bravo'...mi spiego, a me Meldahu piace abbastanza, ma quando ascolto musica non mi piace pensare che il cambio di sensazioni che ti dà una musica sia un appropriato spostamento di toni e semitoni...e in quel disco a volte la sensazione c'è
La tecnica è sempre importante, nel jazz: non bisogna abusarne, certo, ma non mi pare proprio che Mehldau sia uno di quei pianisti 'tutta tecnica'.
Se vuoi sentire delle vere 'macchinette' ascolta Hiromi Uehara, Michel Camilo o Makoto Ozone: grandi maestri, certo, ma assolutamente freddi e tecnici.
E poi non bisogna valutare la tecnica pianistica per le veloci sfuriate degli "a solo": tecnicamente "Elegiac Cycle" è più complesso di "Largo", ma lo è soprattutto per l'ottimo coordinamento delle due mani.
Mehldau è un pianista "lirico" e riflessivo, come Lennie Tristano, Bill Evans, Jarrett... ma il jazz non è "easy listening" nè (fortunatamente) rilassante musica "new age". E' fatta di scale veloci, dissonanze, cromatismi, armonizzazioni complesse: ondeggia tra la tecnica e l'ispirazione, e chi è carente dell'una deve avere l'altra in gran quantità...
I pianisti più freddi sono forse quelli che derivano da Tatum e Peterson, che restano comunque due dei più grandi pianisti della storia del jazz.
Originariamente inviato da gobbetto
La tecnica è sempre importante, nel jazz: non bisogna abusarne, certo, ma non mi pare proprio che Mehldau sia uno di quei pianisti 'tutta tecnica'.
Se vuoi sentire delle vere 'macchinette' ascolta Hiromi Uehara, Michel Camilo o Makoto Ozone: grandi maestri, certo, ma assolutamente freddi e tecnici.
E poi non bisogna valutare la tecnica pianistica per le veloci sfuriate degli "a solo": tecnicamente "Elegiac Cycle" è più complesso di "Largo", ma lo è soprattutto per l'ottimo coordinamento delle due mani.
Mehldau è un pianista "lirico" e riflessivo, come Lennie Tristano, Bill Evans, Jarrett... ma il jazz non è "easy listening" nè (fortunatamente) rilassante musica "new age". E' fatta di scale veloci, dissonanze, cromatismi, armonizzazioni complesse: ondeggia tra la tecnica e l'ispirazione, e chi è carente dell'una deve avere l'altra in gran quantità...
I pianisti più freddi sono forse quelli che derivano da Tatum e Peterson, che restano comunque due dei più grandi pianisti della storia del jazz. attenzione,
non dico che Meldhau sia un 'tutto tecnica'...anche perchè con un solo riferimento sarebbe azzardato...nè che la sensazione sia data dalla velocità o dalle dissonanze ricercate...forse il nocciolo è avere la tecnica e 'dimenticarla' nel seguire l'ispirazione, e -ma parliamo di un album realizzato in studio, quindi...- mi pare che alcune canzoni del disco suonino a tratti un pò artefatte.
Per il resto mi piace abbastanza... è moderatamente tormentato. :)
Comunque mi hai incuriosito abbastanza da farmi cambiare obbiettivo: al posto del live (che continua ad intrigarmi) ascolterò "Elegiac Cycle" ...;)
vado, ascolto un pò di musica...log out:)
gobbetto
06-01-2005, 16:30
Originariamente inviato da ni.jo
attenzione,
non dico che Meldhau sia un 'tutto tecnica'...anche perchè con un solo riferimento sarebbe azzardato...nè che la sensazione sia data dalla velocità o dalle dissonanze ricercate...forse il nocciolo è avere la tecnica e 'dimenticarla' nel seguire l'ispirazione, e -ma parliamo di un album realizzato in studio, quindi...- mi pare che alcune canzoni del disco suonino a tratti un pò artefatte.
Sì, chiaro...
D'altro canto realizzare un disco 'puramente ispirato' al 100% e per tutta la sua durata mi pare cosa molto rara. E certamente non è il caso di 'Largo'...
Comunque mi hai incuriosito abbastanza da farmi cambiare obbiettivo: al posto del live (che continua ad intrigarmi) ascolterò "Elegiac Cycle" ...;)
vado, ascolto un pò di musica...log out:)
Buon ascolto ;)
Cosa ne pensi del Chic Corea...il Chic degli Origin, del trio con Vitous e Haynes (now he sings, now he sobs) o del Chic di Converge (Laws,shaws, maupin, Holland de jonhette horace harnold) ?
E' uno che divide abbastanza il pubblico in due schieramenti (a me garba...anche quando si diletta con l'amico Bobby mc Ferrin...nella musica classica o nel imho fantastico beyond words in cui il piano e la voce si amalgano in modo stupendo.
p.s.
in effetti, sull'accusa di essere 'studiato', è la stessa cosa che diceva l'amico pianista del Koln Concert: che non possa essere improvvisato in quanto il richiamo melodico sia troppo omogeneo per essere frutto dell'estro.
MA anche se avesse inseguito quelle melodie prima di allora (il chè è anche plausibile e normale nè toglierebbe nulla all'opera, imho) c'è in quel disco una ricerca (in alcuni punti molto percepile) di qualcosa che si perde, che dimentichi e che poi ti viene ripresentata di nuovo al momento giusto...che ti devo dire, quel disco mi manda fuori di testa, è uno di quei pezzi che non potrei ascoltare che a casa mia a intervalli di tempo molto lunghi e solo con persone care vicino...e un bel whiskyno scozzese magari ...:p
gobbetto
06-01-2005, 17:46
Originariamente inviato da ni.jo
Cosa ne pensi del Chic Corea...
Molto tecnico, per l'appunto...
Mi attirava molto i primi tempi, quando ho cominciato ad ascoltare (e suonicchiare) jazz. Adesso non mi dispiace, ma non è tra i miei favoriti.
... fantastico beyond words in cui il piano e la voce si amalgano in modo stupendo.
Non lo conosco, grazie per il 'tip'. Conosco le Mozart Sessions: buon risultato, se si considera quello che viene fuori di solito da un jazzista che fa classica (e viceversa, beninteso).
gobbetto
06-01-2005, 17:53
Originariamente inviato da ni.jo
p.s.
in effetti, sull'accusa di essere 'studiato', è la stessa cosa che diceva l'amico pianista del Koln Concert: che non possa essere improvvisato in quanto il richiamo melodico sia troppo omogeneo per essere frutto dell'estro.
Certo... come tidicevo il Koln Concert, e così anche i Sun Bear, Vienna, Bregenz, Paris Concerts... si basano su nuclei melodici non improvvisati che vengono poi sviluppati attraverso l'improvvisazione: stesso meccanismo del jazz tradizionale, con la differenza che uno stesso brano ha di solito più di un 'tema'.
MA anche se avesse inseguito quelle melodie prima di allora (il chè è anche plausibile e normale nè toglierebbe nulla all'opera, imho) c'è in quel disco una ricerca (in alcuni punti molto percepile) di qualcosa che si perde, che dimentichi e che poi ti viene ripresentata di nuovo al momento giusto...che ti devo dire, quel disco mi manda fuori di testa, è uno di quei pezzi che non potrei ascoltare che a casa mia a intervalli di tempo molto lunghi e solo con persone care vicino...e un bel whiskyno scozzese magari ...:p
Quoto, anche se preferisco l'amaro :D
Ascolta anche i Sun Bear Concerts: non c'è una "ispirazione perenne", ma ci sono momenti anche più belli del Koln Concert.
Originariamente inviato da gobbetto
Molto tecnico, per l'appunto...
Mi attirava molto i primi tempi, quando ho cominciato ad ascoltare (e suonicchiare) jazz. Adesso non mi dispiace, ma non è tra i miei favoriti.
si, è un pò il suo destino tra i cultori...all'inizio pensavo dipendesse dalle sue 'sporcature' fusion ...diciamo un pò di razzismo...ma una chiacchierata con Guido (Canavese, è un pianista abbastanza famoso a Torino) mi ha instillato qualche dubbio...
Originariamente inviato da gobbetto
Non lo conosco, grazie per il 'tip'. Conosco le Mozart Sessions: buon risultato, se si considera quello che viene fuori di solito da un jazzista che fa classica (e viceversa, beninteso).
:)
p.s. per chi non le avesse sentite, nelle Mozart Sessions il direttore d'orchestra (nonchè 'introduttore' vocale nei preludi ) è proprio Bobby Mc Ferrin...
gobbetto
06-01-2005, 18:02
Originariamente inviato da ni.jo
si, è un pò il suo destino tra i cultori...all'inizio pensavo dipendesse dalle sue 'sporcature' fusion ...diciamo un pò di razzismo...ma una chiacchierata con Guido (Canavese, è un pianista abbastanza famoso a Torino) mi ha instillato qualche dubbio...
No, non è questo: non sono un integralista :)
Ammiro molto Pat Metheny, ad esempio: si allontana molto dal jazz tradizionale, quanto e più di Corea, e persino in favore della musica pop americana, ma ha una invenzione melodica eccezionale (che a Corea manca) ed una tecnica invidiabile (che non guasta mai).
Originariamente inviato da gobbetto
No, non è questo: non sono un integralista :)
Ammiro molto Pat Metheny, ad esempio: si allontana molto dal jazz tradizionale, quanto e più di Corea, e persino in favore della musica pop americana, ma ha una invenzione melodica eccezionale (che a Corea manca) ed una tecnica invidiabile (che non guasta mai).
anche a me piace molto, a parte we live here che ho ascoltato tantissimo a cui ora preferisco imaginary day sempre col p.m.gruop o i lavori con jim hall...anche metheny mi sembra uno in grado di scovare una melodia bellissima nei 'posti' armonici più inpensati...(a parte 'zero tollerance for silence' :eek: anzi...ma sai che non forse è proprio lì che si capisce? A parte che doveva essere fatto come un dromedario... :D ) cmq Pat è praticamente un cercatore d'oro....
conosci 'change' di corea? C'è qualche invenzione melodica davvero niente male....
gobbetto
06-01-2005, 18:18
Originariamente inviato da ni.jo
anche a me piace molto, a parte we live here che ho ascoltato tantissimo a cui ora preferisco imaginary day sempre col p.m.gruop o i lavori con jim hall...anche metheny mi sembra uno in grado di scovare una melodia bellissima nei 'posti' armonici più inpensati...(a parte zero tollerance for silence :eek: )
Già :p
Tipico album "sperimentale" di cui ti vien voglia di dire: ma perchè non fai a casa le tue sperimentazioni ed a me vendi poi il prodotto finito?
Io sono 'sentimentalmente' legato a " Still life talking " ed a "Travels", ma Metheny ha fatto un sacco di buoni album...
conosci 'change' di corea? C'è qualche invenzione melodica davvero niente male....
No, se è il titolo di un album...
Originariamente inviato da gobbetto
Già :p
Tipico album "sperimentale" di cui ti vien voglia di dire: ma perchè non fai a casa le tue sperimentazioni ed a me vendi poi il prodotto finito?
Io sono 'sentimentalmente' legato a " Still life talking " ed a "Travels", ma Metheny ha fatto un sacco di buoni album...
No, se è il titolo di un album...
zi, 'change' chic corea & the origin
http://www.jpc.de/image/cover/front/0/9799781.jpg
gobbetto
06-01-2005, 18:36
Lo ascolterò senz'altro.
Visto che ti piace Corea, ti consiglio ( se per caso non lo conosci) "Inside out". E' stato il mio album 'fusion' preferito per molto tempo...
potrebbe essere interessante, non ho nulla di suo con la Electric Band...
sempre di Metheny c'è lo splendido lavoro assieme al bassista Charlie Haden; "beyond the Missoury Sky", che contiene anche il tema di "Cinema Paradiso" scritta da Morricone...
http://www.metarev.com/client/beyondthemissourisky/missouri.gif
come chitarrista jazz ho recentemente ri-scoperto wolfgang mutsphiel che conoscevo grazie al pregevolissimo 'loaded, llike new' e che ho ritrovato in un precedente lavoro assieme a bob berg, r. beirach , john patitucci e peter erskine (c'è una versione molto bella di my funny valentine)
Tra l'altro con un paragone molto tirato, la seconda traccia di loaded like new è una cover dei beatles, 'with a little help from my friends', che avrebbe potuto benissimo passare per un pezzo originale, tant'è stravolto (con classe) il tema originale...che mi ricorda il lavoro di Meldhau sul pezzo dei radiohead, anche se Wolfgang interviene molto più radicalmente sul pezzo...
gobbetto
06-01-2005, 19:05
Originariamente inviato da ni.jo
sempre di Metheny c'è lo splendido lavoro assieme al bassista Charlie Haden; "beyond the Missoury Sky", che contiene anche il tema di "Cinema Paradiso" scritta da Morricone...
Ottimo album. Ho notato che piace molto anche ai non appassionati di jazz.
come chitarrista jazz ho recentemente ri-scoperto wolfgang mutsphiel
Mai sentito :eek:
provvederò...
Un buon chitarrista giovane è anche Nguyen Le. Ma in generale mi sembra che i chitarristi siano i più inclini alle fusioni con generi musicali diversi... Del resto è naturale, vista l'importanza della chitarra elettrica nel rock.
Tra l'altro con un paragone molto tirato, la seconda traccia di loaded like new è una cover dei beatles, 'with a little help from my friends', che avrebbe potuto benissimo passare per un pezzo originale, tant'è stravolto (con classe) il tema originale...che mi ricorda il lavoro di Meldhau sul pezzo dei radiohead, anche se Wolfgang interviene molto più radicalmente sul pezzo...
capita spesso, nel jazz...
Originariamente inviato da gobbetto
Ottimo album. Ho notato che piace molto anche ai non appassionati di jazz.
bello, si, come il disco con jim hall...
Originariamente inviato da gobbetto Mai sentito :eek:
provvederò...
non sò se consigliarti il primo o il secondo...a me personalmente il secondo piace da morire, ma all'amico che me lo ha fatto conoscere piace più il primo...de gustibus...ma di certo è molto bravo ed è molto espressivo...nel loaded like new si cimenta con sonorità brasiliane e nonostante ami poco il genere (a parte quando viene influenzato dal jazz come fanno irio de paula, joe henderson, sakamoto & morellenbaum, toots thielemans...) è oltremodo gradevole...
Originariamente inviato da gobbetto
Un buon chitarrista giovane è anche Nguyen Le. Ma in generale mi sembra che i chitarristi siano i più inclini alle fusioni con generi musicali diversi... Del resto è naturale, vista l'importanza della chitarra elettrica nel rock.
non per nulla è il chitarrista di Paolo Fresu :sofico:
...vero,mi viene in mente l'ultimo concerto a cui ho assistito ...molto interessante all'hiroshima mon amour (Art Studio, con Carlo Actis Dato (sax tenore e baritono), Claudio Lodati (chitarra elettrica ed acustica), Enrico Fazio (contrabbasso ), Fiorenzo Sordini (batteria) con una bella interpretazione vocale di Silvia Pellegrino (che ho sentito in prestazioni migliori, ma contando che sarebbe dovuta stare all'ospedale e non sul palco...) e Lodati ha più che sconfinato nel rock...sarà stato l'ambiente....
p.s ho preso standards, vol.2....azzo se si lamenta jarrett...in effetti dopo un pò non ci fai più molto caso, ma devo dire che senza i suoi grugniti sarebbe molto più gradevole -imho-
Certo, dirai, sarebbe come togliere la muffa al brie...:D ma de gustibus...
La cosa che mi ha più impressionato oltre all'affiatamento del trio è gary peacock...un pò per la registrazione che lo esalta, ma soprattutto per la sua bravura...è un gigante...:ave:
gobbetto
08-01-2005, 14:20
Originariamente inviato da ni.jo
bello, si, come il disco con jim hall...
non sò se consigliarti il primo o il secondo...a me personalmente il secondo piace da morire, ma all'amico che me lo ha fatto conoscere piace più il primo...de gustibus...ma di certo è molto bravo ed è molto espressivo...nel loaded like new si cimenta con sonorità brasiliane e nonostante ami poco il genere (a parte quando viene influenzato dal jazz come fanno irio de paula, joe henderson, sakamoto & morellenbaum, toots thielemans...) è oltremodo gradevole...
Io adoro la bossa nova... Di per sè è già una fusione del samba brasiliano con il jazz; ci sono artisti immortali come Joao Gilberto ed Antonio Carlos Jobim (uno che ha contribuito a definire la musica "leggera" moderna; ma "leggera" non è esattamente l'attributo che associerei alla sua musica immensa) che sono grandi anche nei dischi meno "jazzy". Poi, anche io, ma è una questione di gusti, preferisco la bossa nova sbilanciata verso il jazz...
Sakamoto e Morelenbaum hanno fatto due album semplicemente perfetti. Un esempio assoluto di stile...
Thielemans ha fatto le sue cose migliori proprio nei due "Brasil Project".
Un consiglio per chi non è 'addentro' nella materia: Ascoltare Getz/Gilberto, uno degli album che hanno contribuito a definire lo stile del jazz/samba, e al tempo stesso uno dei raggiungimenti più alti.
p.s ho preso standards, vol.2....azzo se si lamenta jarrett...in effetti dopo un pò non ci fai più molto caso, ma devo dire che senza i suoi grugniti sarebbe molto più gradevole -imho-
Certo, dirai, sarebbe come togliere la muffa al brie...:D ma de gustibus...
La cosa che mi ha più impressionato oltre all'affiatamento del trio è gary peacock...un pò per la registrazione che lo esalta, ma soprattutto per la sua bravura...è un gigante...:ave:
La muffa al brie la toglierei volentieri... ma per i grugniti c'è poco da fare. Un album dove probabilmente mancano del tutto è "The melody at night with you", album rilassato e molto gradevole, con poco jazz...
Peacock è un grande: in questi album, in trio con Jarrett e DeJohnette, dà il meglio di sè. Un trio tra i più affiatati e consolidati della storia, accanto a quello di Bill Evans con Scott La Faro e Paul Motian, ed a quelli di Peterson: Ray Brown è un maestro assoluto, secondo me mai troppo lodato.
mmm... :cool:
mi fermo, mi sà che il thread sta scivolando verso la recensione... :D
SSLazio83
08-01-2005, 14:28
ma qualc suona jazz?
gobbetto
08-01-2005, 14:39
Originariamente inviato da SSLazio83
ma qualc suona jazz?
un po', ma a livello dilettantistico e per puro svago ;)
SSLazio83
08-01-2005, 14:40
Originariamente inviato da gobbetto
un po', ma a livello dilettantistico e per puro svago ;)
e ke strumento suoni?
gobbetto
08-01-2005, 14:45
Originariamente inviato da SSLazio83
e ke strumento suoni?
piano
SSLazio83
08-01-2005, 16:51
Originariamente inviato da gobbetto
piano
idem..da quanto suoni?:sofico:
gobbetto
08-01-2005, 16:55
Originariamente inviato da SSLazio83
idem..da quanto suoni?:sofico:
mah... saranno almeno 20 anni, ma sempre ad orecchio e per diletto :)
Il jazz mi è piaciuto quasi subito...
SSLazio83
08-01-2005, 16:57
Originariamente inviato da gobbetto
mah... saranno almeno 20 anni, ma sempre ad orecchio e per diletto :)
Il jazz mi è piaciuto quasi subito...
wow...allora sei vekkiotto:p
gobbetto
08-01-2005, 17:00
Originariamente inviato da SSLazio83
wow...allora sei vekkiotto:p
Eh, già :p
10 anni in più....
Originariamente inviato da gobbetto
Io adoro la bossa nova... Di per sè è già una fusione del samba brasiliano con il jazz; ci sono artisti immortali come Joao Gilberto ed Antonio Carlos Jobim (uno che ha contribuito a definire la musica "leggera" moderna; ma "leggera" non è esattamente l'attributo che associerei alla sua musica immensa) che sono grandi anche nei dischi meno "jazzy". Poi, anche io, ma è una questione di gusti, preferisco la bossa nova sbilanciata verso il jazz...
Sakamoto e Morelenbaum hanno fatto due album semplicemente perfetti. Un esempio assoluto di stile...
Thielemans ha fatto le sue cose migliori proprio nei due "Brasil Project".
Un consiglio per chi non è 'addentro' nella materia: Ascoltare Getz/Gilberto, uno degli album che hanno contribuito a definire lo stile del jazz/samba, e al tempo stesso uno dei raggiungimenti più alti.
La muffa al brie la toglierei volentieri... ma per i grugniti c'è poco da fare. Un album dove probabilmente mancano del tutto è "The melody at night with you", album rilassato e molto gradevole, con poco jazz...
Peacock è un grande: in questi album, in trio con Jarrett e DeJohnette, dà il meglio di sè. Un trio tra i più affiatati e consolidati della storia, accanto a quello di Bill Evans con Scott La Faro e Paul Motian, ed a quelli di Peterson: Ray Brown è un maestro assoluto, secondo me mai troppo lodato.
mmm... :cool:
mi fermo, mi sà che il thread sta scivolando verso la recensione... :D
:mano: inoltre Sakamoto ha accompagnato la coppia con una delicatezza e un tocco davvero da gran signore...
"The melody at night with you" è uno dei prossimi che prenderò, lo tengo d'occhio da tempo in attesa di un calo di prezzo...:sbav:
piccola protresta per le scelte editoriali...
oltre Eddie Gomez ed Eliot Zigmund qualcuno sà chi altro ha partecipato a You Must Believe in Spring? Nel cd non ci sono neanche i nomi di quei due...inoltre nel SUNDAY AT VILLAGE VANGUARD la ripetizione dei brani di seguito, nel II take, dà un pò fastidio...magari era meglio metterli in coda....
gobbetto
09-01-2005, 20:48
Originariamente inviato da ni.jo
piccola protresta per le scelte editoriali...
oltre Eddie Gomez ed Eliot Zigmund qualcuno sà chi altro ha partecipato a You Must Believe in Spring? Nel cd non ci sono neanche i nomi di quei due...
Nessun altro, che io sappia. E nel cd i nomi ci sono: all'interno trovi pure le foto.
inoltre nel SUNDAY AT VILLAGE VANGUARD la ripetizione dei brani di seguito, nel II take, dà un pò fastidio...magari era meglio metterli in coda....
vero ;) . Concordo.
In generale noto una tendenza crescente in questi ultimi anni a parlare troppo di Bill Evans e Keith Jarrett a scapito dei grandi compositori pianistici bop quali Bud Powell, Thelonious Monk, Horace Silver, troppo sottovalutati e spesso poco conosciuti dal grosso pubblico.
Corea e Hancock sono molti noti al grosso pubblico più per la loro vasta produzione fusion e funky degli anni 70
Anche McCoy Tyner è poco considerato, a dispetto della sua regolarità nella presenza in Italia dal vivo.
Hancock è chiaramente influenzato da Silver, cosi' come Evans e Jarrett da Powell.
E' cosi si parla anche molto più di Meldhau o Petrucciani piuttosto di Andrew Hill, Wynton Kelly, Mal Waldron o Randy Weston (ben più importanti e innovatori, assai precedenti dal punto di vista cronologico).
Curiosamente qua in Italia perfino i pianisti italoamericani sono poco conosciuti; lo stesso Tristano, ma anche Dado Marmarosa e George Wallington.
Anche pianisti come Gene Harris, Les McCann, Bobby Timmons e Ahmad Jamal (molto amato quest'ultimo da Miles Davis) nel filone soul-jazz degli anni 60 meritano più considerazione.
Qualche mese fa ho assistito a un concerto di Steve Kuhn, che fu il primo pianista del quartetto di Coltrane; simpaticissimo, col quale ci siamo intrattenuti a parlare nel dopo concerto.
gobbetto
09-01-2005, 22:52
Ciao ;)
Originariamente inviato da Adric
In generale noto una tendenza crescente in questi ultimi anni a parlare troppo di Bill Evans e Keith Jarrett a scapito dei grandi compositori pianistici bop quali Bud Powell, Thelonious Monk, Horace Silver, troppo sottovalutati e spesso poco conosciuti dal grosso pubblico.
Vero. Il motivo principale risiede, secondo me, nel linguaggio utilizzato: più puramente jazzistico per Powell, Silver e Monk, più propenso a cedere alle influenze della la musica "colta" e della musica popolare occidentale, nel caso di Evans e Jarrett.
Non sottovaluterei l'influsso che la critica musicale "colta" (ripeto le virgolette) ha nel determinare i gusti, le preferenze e le mode musicali del pubblico del jazz. Roman Vlad, per cultura e preferenze personali, può sbilanciarsi in una recensione di un lavoro di Jarrett, certo non su Monk o Powell. Altro linguaggio.
Powell e Monk sono meno noti, e meno apprezzati dal grande pubblico, semplicemente perchè il "grande pubblico" non ama il jazz, anche quando dice di farlo.
Non so se hai presente: "Ah, anche a te piace il jazz? Bene... e che ascolti?" "Mah... Kenny-G, Patti Austin...".
E sarà capitato un po' a tutti gli amanti del jazz di andare a casa di qualche dandy modaiolo che ha Jarrett come unico "fiore jazzistico" della sua collezione. Magari "La Scala".
Così, perchè è di moda.
Non vorrei, però, che la fama di Jarrett portasse i puristi del jazz a snobbarlo e svalutarlo, come "pianista per le masse", "buono per chi di jazz non ne capisce".
Jarrett è un grande pianista: per me ha portato a maturazione il discorso musicale di Evans e Tristano, in maniera assolutamente originale.
E soprattutto "mi piace". Non c'è, ad oggi, alcun altro pianista di Jazz che ascolti con altrettanto piacere. Gould, per la classica, ma nessun altro per il jazz.
Corea e Hancock sono molti noti al grosso pubblico più per la loro vasta produzione fusion e funky degli anni 70
Quella di Hancock, se posso dare un parere spassionato, fa particolarmente schifo. :D
Anche McCoy Tyner è poco considerato, a dispetto della sua regolarità nella presenza in Italia dal vivo.
Indubbiamente. Del resto è ancora meno "fruibile" di Monk. Naturale che non sia apprezzato quanto meriterebbe.
Hancock è chiaramente influenzato da Silver, cosi' come Evans e Jarrett da Powell.
Hancock è influenzato da Silver, ma anche da Peterson e da Art Tatum. Evans e Jarrett li 'sento' molto più influenzati da Tristano che da Powell.
E' cosi si parla anche molto più di Meldhau o Petrucciani piuttosto di Andrew Hill, Wynton Kelly, Mal Waldron o Randy Weston (ben più importanti e innovatori, assai precedenti dal punto di vista cronologico).
Curiosamente qua in Italia perfino i pianisti italoamericani sono poco conosciuti; lo stesso Tristano, ma anche Dado Marmarosa e George Wallington.
Che si parli dell'ultimo arrivato è naturale, e non solo in ambito musicale o specificamente jazzistico.
Non è bello però che se ne parli senza avere coscienza delle influenze che quell'artista ha ricevuto dal passato. Mehldau, per un amante del jazz, è l'ultima novità, non l'unico pianista conosciuto...
Tra i pianisti che hai citato, Tristano è davvero uno che non si può fare a meno di conoscere: Sentendo uno qualunque dei suoi dischi degli anni cinquanta si ha l'impressione che un pianista jazz moderno si sia divertito ad incidere con tecniche di registrazione un po' datate.
Anche pianisti come Gene Harris, Les McCann, Bobby Timmons e Ahmad Jamal (molto amato quest'ultimo da Miles Davis) nel filone soul-jazz degli anni 60 meritano più considerazione.
Qualche mese fa ho assistito a un concerto di Steve Kuhn, che fu il primo pianista del quartetto di Coltrane; simpaticissimo, col quale ci siamo intrattenuti a parlare nel dopo concerto.
Steve Kuhn è _veramente_ sottovalutato. E' un pianista di gran classe, non ci si stacherebbe mai di ascoltarlo. Eppure, mentre ancora oggi, a distanza di quaranta o cinquant'anni, si parla di tanto in tanto di Peterson e Monk, questo pianista (ancora in attività) è spesso sconosciuto anche all' appassionato medio.
SSLazio83
09-01-2005, 23:00
Nn concordo sul fatto che hancock faccia skifo..secondo me ha un ritmo fantastico..anke se oscar lo è di +...:sofico:
gobbetto
09-01-2005, 23:10
Originariamente inviato da SSLazio83
Nn concordo sul fatto che hancock faccia skifo..secondo me ha un ritmo fantastico..anke se oscar lo è di +...:sofico:
Ma no, figuriamoci... Parlavo della sua produzione anni 70/80.
Hancock ha spaziato tra i più vari stili musicali. Alcuni dei suoi album (e dei suoi concerti) non appartengono al jazz, e, oltre questo, sono (a mio parere) tra le sue cose peggio riuscite.
Hancock, un po' come Jarrett ma in modo molto più marcato, dà il meglio di sè quando fa jazz. Semplicemente jazz.
Headhunters di Hancock, che diede inizio al gruppo ononimo non è jazz, ma è il disco funky più influente di tutti gli anni 70; quell'assolo di synth di 4 minuti di Hancock in Chameleon, a 30 anni di distanza influenza ancora profondamente la musica funky e soul.
A proposito:
http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=650086
Un pianista tra i miei preferiti in assoluto è Danny Zeitlin, molto vicino a Bill Evans. 'Cathexis' è meraviglioso.
Un altro che a me piace è Herbie Nichols, vicino per certi versi a Monk; ed anche Dick Twardzik, partner di Chet Baker e ahimè scomparso troppo presto. :(
Anche George Shearing potrebbe essere una piacevolissima scoperta per molti.
E non dimentichiamo i dischi prettamente pianistici dello stesso Duke Ellington (Piano in the Background e Piano in the Foreground).
Sempre sul bop anche John Hicks e Cedar Walton meritano un approfondimento.
Negli anni 70 viene spesso troppo sottovalutato il ruolo di innovatore alle tastiere di Joe Zawinul, partner negli anni 60 di Cannonball Adderley.
Si esaltano spesso i chitarristi Pat Metheny e Allan Holdsworth e spesso si dimentica l'importanza dei loro pianisti Lyle Mays e Gordon Beck.
Vale anche per John Taylor spesso partner del trombettista-filicornista Kenny Wheeler.
Tra i più bei concerti che ho visto l'anno scorso quelli dei pianisti George Cables e Kenny Barron :)
gobbetto
10-01-2005, 01:06
Originariamente inviato da Adric
Headhunters di Hancock, che diede inizio al gruppo ononimo non è jazz, ma è il disco funky più influente di tutti gli anni 70; quell'assolo di synth di 4 minuti di Hancock in Chameleon, a 30 anni di distanza influenza ancora profondamente la musica funky e soul.
A proposito:
http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=650086
Un pianista tra i miei preferiti in assoluto è Danny Zeitlin, molto vicino a Bill Evans. 'Cathexis' è meraviglioso.
Un altro che a me piace è Herbie Nichols, vicino per certi versi a Monk; ed anche Dick Twardzik, partner di Chet Baker e ahimè scomparso troppo presto. :(
Anche George Shearing potrebbe essere una piacevolissima scoperta per molti.
E non dimentichiamo i dischi prettamente pianistici dello stesso Duke Ellington (Piano in the Background e Piano in the Foreground).
Sempre sul bop anche John Hicks e Cedar Walton meritano un approfondimento.
Negli anni 70 viene spesso troppo sottovalutato il ruolo di innovatore alle tastiere di Joe Zawinul, partner per molti anni di Cannonball Adderley.
Si esaltano spesso Pat Metheny e Allan Holdsworth e spesso si dimentica l'importanza dei loro pianisti Lyle Mays e Gordon Beck.
Vale anche per John Taylor spesso partner del trombettista-filicornista Kenny Wheleer.
Tra i più bei concerti che ho visto l'anno scorso quelli dei pianisti George Cables e Kenny Barron :)
Conosco Headhunters. Certamente tra gli album più influenti di Hancock, ed una delle cose migliori che abbia fatto in quegli anni. Ma non amo il genere. Non riesco a giudicare un artista o un album alla maniera di un critico musicale, giudicando esclusivamente l'influenza esercitata sui musicisti a seguire. Il funky non mi attira. Armonicamente e, soprattutto, emozionalmente, lo reputo un fratello povero del jazz.
Povero di emozioni, intendo.
Ellington pianista e Shearing non li amo particolarmente, ma, per carità, tanto di cappello.
Lyle Mays, John Taylor: Assolutamente. Mays contribuisce al "sound" del metheny group quanto e più di Pat Metheny stesso. Herbie Nichols l'ho scoperto da poco, ed è stata una piacevole scoperta.
Non conosco per nulla Danny Zeitlin, mai neppure sentito nominare. Ma visto il pulpito da cui viene la predica, mi documenterò ;)
Un pianista che è cresciuto moltissimo è Kenny Barron: Non so dire se sia stato io a sottovalutarlo o se gli ultimi album siano oggettivamente migliori, ma oggi mi sento di dire che Barron è un grande pianista.
Tanto per aggiungere dei nomi a questa carrellata: Tra i giovani è notevolissimo Esbjorn Svensson, ed ottimi sono anche Gonzalo Rubalcaba, Faraò, Terrasson.
Tra i vecchi, giacchè non è stato mai nominato: Erroll Garner, un altro con il talento di piacere anche ai non iniziati. Pianista fondamentale.
SSLazio83
10-01-2005, 11:53
dove si possono trovare biglietti per concerti jazz?anche info sui tour?
Originariamente inviato da gobbetto
Nessun altro, che io sappia. E nel cd i nomi ci sono: all'interno trovi pure le foto.
non nella versione warner bros , masters..
c'è in effetti, dopo un accurato esame microscopico, un 'featuring eddie gomez & eliot zigmund' in carattere 1,5 sotto il titolo...:muro:
...c’è un motivo se il "grande pubblico" a cui appartengo non ama il 'vero' jazz: al 'vero' jazz non interessa affatto essere amato…:D
p.s. che ne pensdate di mike kanan?
p.s. sslazio: anche quì http://forum.hwupgrade.it/showthread.php?s=&threadid=790293
gobbetto
11-01-2005, 22:09
Originariamente inviato da ni.jo
...c’è un motivo se il "grande pubblico" a cui appartengo non ama il 'vero' jazz: al 'vero' jazz non interessa affatto essere amato…:D
Beh, forse c'è qualcosa di vero per le forme più estreme del free jazz 'di protesta' degli anni sessanta. Ma anche lì, non lo direi in senso assoluto...
p.s. che ne pensate di mike kanan?
Lo conosco troppo poco per dare un giudizio. Sembra uno in gamba...
Originariamente inviato da gobbetto
Beh, forse c'è qualcosa di vero per le forme più estreme del free jazz 'di protesta' degli anni sessanta. Ma anche lì, non lo direi in senso assoluto...
adesso che sei allenato il be bop ti pare orecchiabie, ma imho lo stesso coltrane che suona naima, nel resto del cd, un pò ti stà prendendo a calci in culo... :D
Poi comunque non a tutti piace di primo acchito il senso di inquietudine di alcune musiche (mi viene in mente Thelonius Monk...) o la progressione 'matematica' di alcune scale...col 'non voler essere amato' intendo dire che alcune musiche jazz sono volutamente tutt'altro che orecchiabili, senza entrare nel giudizio artistico, per la maggior parte delle persone, compresi alcuni che si sorbiscono session di free jazz o sperimentale tiratissimo perchè fà ancora più figo che la scala di keith jarrett sulla mensola ("jarrett?quel fighetto?una volta ci ha messo un ora a riprendere la concentrazione dopo che uno ha starnutito") ( a proposito: the melody at night with you è stato un ottimissimissimo consiglio...thanks :) )
N'zomma, imho a tanto jazz non interessa affatto essere amato... non è il suo scopo...anche se a volte capita.
gobbetto
11-01-2005, 23:13
Originariamente inviato da ni.jo
adesso che sei allenato il be bop ti pare orecchiabie, ma imho lo stesso coltrane che suona naima, nel resto del cd, un pò ti stà prendendo a calci in culo... :D
Poi comunque non a tutti piace di primo acchito il senso di inquietudine di alcune musiche (mi viene in mente Thelonius Monk...) o la progressione 'matematica' di alcune scale...col 'non voler essere amato' intendo dire che alcune musiche jazz sono volutamente tutt'altro che orecchiabili, senza entrare nel giudizio artistico, per la maggior parte delle persone, compresi alcuni che si sorbiscono session di free jazz o sperimentale tiratissimo perchè fà ancora più figo che la scala di keith jarrett sulla mensola ("jarrett?quel fighetto?una volta ci ha messo un ora a riprendere la concentrazione dopo che uno ha starnutito") ( a proposito: the melody at night with you è stato un ottimissimissimo consiglio...thanks :) )
N'zomma, imho a tanto jazz non interessa affatto essere amato... non è il suo scopo...anche se a volte capita.
Io credo che Coltrane volesse soprattutto sperimentare, e non si può dire che non ci sia riuscito. In una intervista dice (in modo sincero, sembra) che gli dispiace molto che la gente trovi difficile o sgradevole il suo sound (il suono di un "novellino che si esercita", parole sue), e che avrebbe voluto 'smussare' le asprezze della sua musica. Coltrane è uno che suona col cuore, ed è un innovatore, uno che nel jazz ha cercato strade nuove. Ma non aveva intenzione di allontanare il suo pubblico (potenziale).
Certamente alcuni degli artisti neri del free jazz degli anni '60 hanno avuto un rapporto diverso con il pubblico ed un approccio al jazz molto più duro ed 'integralista', ma il motivo fondamentale di questo atteggiamento era legato alla protesta politica e sociale per la segregazione razziale dei neri d'america.
I grandi del free jazz volevano imporre ai bianchi il loro "essere artisti". Io non sono qui per farti ballare con la mia musica, io sono un artista: Tu seguimi, se sei capace.
Chi ascolta il free jazz perchè 'fa figo', e non comprende quali siano state le motivazioni politiche e sociali che lo hanno fatto nascere, nè lo percepisce come evoluzione estrema e storicamente necessaria di un genere di per sè non elitario, è soltanto ridicolo...
Originariamente inviato da gobbetto
Io credo che Coltrane volesse soprattutto sperimentare, e non si può dire che non ci sia riuscito. In una intervista dice (in modo sincero, sembra) che gli dispiace molto che la gente trovi difficile o sgradevole il suo sound (il suono di un "novellino che si esercita", parole sue), e che avrebbe voluto 'smussare' le asprezze della sua musica. Coltrane è uno che suona col cuore, ed è un innovatore, uno che nel jazz ha cercato strade nuove. Ma non aveva intenzione di allontanare il suo pubblico (potenziale).
Certamente alcuni degli artisti neri del free jazz degli anni '60 hanno avuto un rapporto diverso con il pubblico ed un approccio al jazz molto più duro ed 'integralista', ma il motivo fondamentale di questo atteggiamento era legato alla protesta politica e sociale per la segregazione razziale dei neri d'america.
I grandi del free jazz volevano imporre ai bianchi il loro "essere artisti". Io non sono qui per farti ballare con la mia musica, io sono un artista: Tu seguimi, se sei capace.
Chi ascolta il free jazz perchè 'fa figo', e non comprende quali siano state le motivazioni politiche e sociali che lo hanno fatto nascere, nè lo percepisce come evoluzione estrema e storicamente necessaria di un genere di per sè non elitario, è soltanto ridicolo...
sai, pensavo che forse, più che sperimentare -non mi riferisco a coltrane in particolare- si tratta di comunicare qualcosa, e di farlo in modo 'soddisfacente' semplicemente forse quell'improvvisare sul riff guida lavorando di fantasia è soddisfacente, che lo sia o meno per chi ascolta: di sicuro uscire dai canoni dello swing ('caldo pesante e rumoroso' come lo definì Tristano ) lo era...
...è che non sempre quello che viene fuori è immediatamente fruibile: anzi, come il mio amico Beppe alcuni si chiedono 'ma si sono messi daccordo prima di iniziare?' :D e inoltre nel comunicare qualcosa (e quì ritorno a Coltrane) capita che vengano fuori oltre alle cose piacevoli, cose poco piacevoli. Non credo che Coltrane volesse tener lontana la gente dalla sua musica, tutt'altro, ma la velocità di esecuzione, le note al limite, e la sperimentazione -quali fossero le sue intenzioni- può avere l'effetto di renderla senz'altro più difficile di quella di un joshua redman qualsiasi....ma d'altronde joshua redman ha i suoi pregi, e se ascoltandolo l'orecchio ci prende gusto, prima o poi arriveranno anche Bird e Monk....
gobbetto
12-01-2005, 00:14
Originariamente inviato da ni.jo
sai, pensavo che forse, più che sperimentare -non mi riferisco a coltrane in particolare- si tratta di comunicare qualcosa, e di farlo in modo 'soddisfacente' semplicemente forse quell'improvvisare sul riff guida lavorando di fantasia è soddisfacente, che lo sia o meno per chi ascolta: di sicuro uscire dai canoni dello swing ('caldo pesante e rumoroso' come lo definì Tristano ) lo era...
...è che non sempre quello che viene fuori è immediatamente fruibile: anzi, come il mio amico Beppe alcuni si chiedono 'ma si sono messi daccordo prima di iniziare?' :D e inoltre nel comunicare qualcosa (e quì ritorno a Coltrane) capita che vengano fuori oltre alle cose piacevoli, cose poco piacevoli. Non credo che Coltrane volesse tener lontana la gente dalla sua musica, tutt'altro, ma la velocità di esecuzione, le note al limite, e la sperimentazione -quali fossero le sue intenzioni- può avere l'effetto di renderla senz'altro più difficile di quella di un joshua redman qualsiasi....ma d'altronde joshua redman ha i suoi pregi, e se ascoltandolo l'orecchio ci prende gusto, prima o poi arriveranno anche Bird e Monk....
Sì, capisco il punto di vista: A volte per un jazzista può essere più importante creare qualcosa di innovativo e di musicalmente soddisfacente, piuttosto che suonare in modo gradevole per chi ascolta. E' probabile che talvolta sia così. Per jazzisti come Bill Evans non c'era alcuna discrepanza tra le due cose: non amava il modo free e dissonante del jazz, e suonava in modo naturalmente 'piacevole'.
Ma il 'pugno allo stomaco' di musicisti come Coltrane (ma anche Ayler, Dolphy, Ra, Sheep...) è il loro "cuore": Insomma, personalmente sono contento che non tutti suonino come Bill Evans; alcuni artisti si sono espressi in un modo meno immediatamente gradevole, un modo che non risulta istantaneamente 'bello' e perfetto ma che si comincia ad apprezzare veramente (dal punto di vista dell'ascoltatore) quando lo si riconosce come punto di arrivo (o di passaggio) di un percorso musicale già noto ed assimilato.
Diciamo che puoi 'capire' Coltrane anche se non lo apprezzi.
Così come puoi 'apprezzare' Bill Evans e Joshua Redman (per cui non vado matto) senza conoscere granchè il jazz...
Comunque, non so cosa conosci di Coltrane, ma ti consiglio "night train" tra gli album più tradizionali in stile hard bop, e "Crescent" tra quelli 'sperimentali', registrati per la impulse.
Anche Dolphy è un grandissimo. Da ascoltare.
Originariamente inviato da gobbetto
Sì, capisco il punto di vista: A volte per un jazzista può essere più importante creare qualcosa di innovativo e di musicalmente soddisfacente, piuttosto che suonare in modo gradevole per chi ascolta. E' probabile che talvolta sia così. Per jazzisti come Bill Evans non c'era alcuna discrepanza tra le due cose: non amava il modo free e dissonante del jazz, e suonava in modo naturalmente 'piacevole'.
Ma il 'pugno allo stomaco' di musicisti come Coltrane (ma anche Ayler, Dolphy, Ra, Sheep...) è il loro "cuore": Insomma, personalmente sono contento che non tutti suonino come Bill Evans; alcuni artisti si sono espressi in un modo meno immediatamente gradevole, un modo che non risulta istantaneamente 'bello' e perfetto ma che si comincia ad apprezzare veramente (dal punto di vista dell'ascoltatore) quando lo si riconosce come punto di arrivo (o di passaggio) di un percorso musicale già noto ed assimilato.
Diciamo che puoi 'capire' Coltrane anche se non lo apprezzi.
Così come puoi 'apprezzare' Bill Evans e Joshua Redman (per cui non vado matto) senza conoscere granchè il jazz...
Comunque, non so cosa conosci di Coltrane, ma ti consiglio "night train" tra gli album più tradizionali in stile hard bop, e "Crescent" tra quelli 'sperimentali', registrati per la impulse.
Anche Dolphy è un grandissimo. Da ascoltare.
Per carità, neanch'io desidererei un mondo di Evans...alla lunga sarebbe noiosetto...:D
Coltrane è un grande, mi piace molto...alcune cose mi hanno folgorato subito altre ho imparato ad apprezzarle col tempo: adesso è tra i miei dischi preferiti, Giant Steps, quelli da ascoltare con parsimonia,zeppo di 'aperture' e di carica...
prima stavo mettendomi nei panni di chi se lo sente consigliare per iniziare...e che magari conosce my favourite things o naima...:eek: n'zomma, è vero, coltrane, come parker, duke ellington, miles, monk è fondamentale conoscerlo, ma se ci si arriva per gradi si può non solo conoscerlo ma amarlo...
:)
"night train" conosco solo la canzone, non sò cos'altro contiene, magari tra le varie raccolte
es: 'spiritual'
1 Blue Train
2 spiritual
3 Naima
4 My favourite Things
5 Impression
6 Traneing In
ho qualcos'altro, mi suggerisci la lista delle canzoni?
no figurati io amo coltrane e giant step è uno dei miei dischi preferiti...dicevo che non lo consiglierei per iniziare, nè ho mai sgridato nessuno perchè non ha un suo disco in casa...pazienza, dico, i gusti sono gusti....
Questa cosa di 'farsi l'orecchio' è una bella avventura, non sarebbe nè bello che non ci fosse(se tutti suonassero come Evans) nè bello essere 'costretti' a iniziare da Coltrane...
p.s. mi suggerisci la lista dela canzoni di Bight Train? magari c'è 'Blue Train' ?
gobbetto
12-01-2005, 21:27
Perdonami... volevo dire "Blue Train". "Night train" è un album di Oscar Peterson (tra l'altro uno dei miei preferiti).
L'album (di Coltrane) contiene:
-Blue train
-Moment's notice
-Locomotion
-I'm old fashioned
-Lazy bird
SSLazio83
12-01-2005, 21:35
Originariamente inviato da gobbetto
"Night train" è un album di Oscar P
Ascolti Oscar?è il mio pianista preferito ho + di 200 album suoi
:cry: xò vorrei tanto vederlo dal vivo
gobbetto
12-01-2005, 21:54
Originariamente inviato da SSLazio83
Ascolti Oscar?è il mio pianista preferito ho + di 200 album suoi
:cry: xò vorrei tanto vederlo dal vivo
Sì, certo... E' stato a lungo il mio pianista preferito. Ormai è l'ombra di se stesso... . Peterson è uno che non si è mai rinnovato: non credo che sia un male di per sè, ha sempre mantenuto uno stile coerente; però ormai non è più lo stesso...
SSLazio83
13-01-2005, 01:49
Originariamente inviato da gobbetto
Sì, certo... E' stato a lungo il mio pianista preferito. Ormai è l'ombra di se stesso... . Peterson è uno che non si è mai rinnovato: non credo che sia un male di per sè, ha sempre mantenuto uno stile coerente; però ormai non è più lo stesso...
già...ho l'ultimo dvd a vienna....:cry: :cry: :cry: :cry:
conosco oscar peterson solo per nome e per qualche pezzo...ad esempio assieme a dizzie gillespie in 'auntumn leaves' o in 'echos of harlem' ...
altri due take standard per 'curiosi':
coltrane e duke ellinghton in 'in a sentimental mood'
coltrane in 'soul eyes'
cosa ne pensate delle cantanti jazz?
Argomento caldo...nuove e storiche.
Siete dei puristi dello strumentale o gradite il jazz cantato? E i tanti standard vocalizzati vi aggradano o infastidiscono?
Personalmente,ho una propensione per il jazz strumentale... ma alcune voci come Billie Holiday o Nina Simone o rachel ferrell le ascolto molto molto volentieri.
evidentemente non era così caldo :rotfl:
gobbetto
15-01-2005, 20:09
Originariamente inviato da ni.jo
evidentemente non era così caldo :rotfl:
:D
Anch'io propendo per il jazz strumentale ma non disdegno affatto quello vocale. E poi ascoltando il vocalese di Jon Hendricks o lo scat di Ella Fitzgerald (vd. Live in Rome e Live in Berlin) ti accorgi che a volte il limite è molto sottile...
E poi c'è Billie Holiday, che è un caso a parte. Una cantante di una intensità irripetibile.
Purtroppo mi sembra che le grandi vocalist del jazz appartengano quasi tutte al passato: prendi la Fitzgerald, Billie Holiday, Sarah Vaughan, Dinah Washington, Shirley Horn, Helen Merrill... oggi non c'è quasi nessuna cantante che possa stare al passo.
Jane Monheit tenta di imitare la Fitzgerald (peggio per lei)
Diana Krall è esageratamente conosciuta.
Cassandra Wilson... brava...
La vocalist che preferisco, oggi, è Aziza Mustafa Zadeh: Bravissima, un vero talento, ed è anche un'ottima pianista.
Eliane Elias è un'ottima pianista ma come vocalist lascia un po' a desiderare: va bene per il genere 'confidenziale' e per la bossa nova, ma solo per gli obbiettivi limiti vocali.
Una cosa che non ho mai capito, invece, è perchè mi sono sempre tenuto lontano mille miglia dai vocalist di sesso maschile (con pochissime eccezioni). Di molti riconosco la bravura... ma poi non li ascolto mai.
In linea di massima la voce maschile mi piace fuori dal jazz in senso stretto, oppure nei complessi vocali 'a capella' (splendidi i "Take 6" e i meno noti "New York Voices").
Basta, non parlo più :D
Sul jazz vocale (anche quello maschile) ho molta identità di vedute e di gusti con gobbetto ma non posso non citare Al Jarreau, Leon Thomas, Andy Bey e Joe Lee Wilson. A mio avviso gli anni 70 sono stati la decade migliore per il jazz vocale maschile, che dagli anni 80 in poi è tornato in decadenza. Mark Murphy però non mi è mai piaciuto, così come non mi sono mai piaciute Carmen McRae, Betty Carter e Nancy Wilson, indubbiamente tra le vocalist più influenti
A me piacciono anche Mildred Bailey e Abbey Lincoln degli anni d'oro, Shirley Horn, Mavis Rivers e, negli anni 70, Norma Winstone (che ha influenzato molte vocalist europee), Urszula Dudziak e Flora Purim (originalissime), Jean Carn e la stessa Dee Dee Bridgewater quando partecipava su molti dischi di hard bop e free jazz degli anni 70,
Per le vocalist di oggi mi sembra che molte delle più note siano sopravvalutate, specialmente le bianche che tendono ingiustamente a essere molto più pubblicizzate delle nere. E in generale per i discografici conta di più oggi l'avvenenza fisica che la bravura interpretativa, a me Diana Krall sembra una fotomodella ;) :oink:
Segnalo tra le bianche Judy Niemack e Dianne Schuur e tra le nere Dianne Reeves, Deborah Brown, Rane Lee e Carmen Lundy.
Ma non ci sono dubbi: nel soul e nel gospel la scena della voci è oggi qualitativamente e quantitamente più ricca che nel jazz.
Molte vocaliste interpretano lacunosamente brani jazz sia perchè hanno una chiara formazione, influenza e impostazione soul sia perchè hanno una padronanza e uno studio insufficiente del canto jazz.
Rachelle Ferrell ormai incide dischi soul.
Take 6: peccato che l'elemento migliore, Mervyn Warren, abbia lasciato il gruppo nel 1991.. :rolleyes:
sono daccordo in tutto tranne che rachell ferrell possa avere qualche carenza nel canto...:eek: seppur jazz
mi pare che padroneggi lo strumento come poche, anche se tende a strafare...
imho diana krall è più bella in foto che live: è una bella manzona, dall'aria spesso sfatta...ma mi pare che il successo sia dovuto oltre che dall'essere una discreta interprete, anche dagli ottimi arrangiamenti. (e un tot di e.costello...)
ma le sue incisioni oltre che perfette dal lato tecnico e sonoro, sono molto gradevoli: nulla di impegnativo ma molto godibili...
ieri ho visto delle registrazioni d'epoca con le grandi orchestre dell'era swing, benny goodman, duke ellinghton, billie eckstine, count basie...dizzy gillespie che canticchia salt peanuts, un giovanissimo armstrong che strabuzza gli occhi mentre una donnona nera si esibisce in un balletto improbabile...mi è un pò più chiara la ribellione dei boopers...:D
Venerdì sera a Settimo, alla Suoneria, c'è Dario Lombardo, a gratis.
E' blues, la prendiamo un pò alla lontana, ma un up jazz ora come ora non l'ho....:D
gobbetto
19-01-2005, 20:05
In questo periodo nella mia città (Palermo) ci sono ottimi spettacoli jazz al Cine Metropolitan. Verranno Salvatore Bonafede ed Enrico Rava, Joe Zawinul, Uri Caine ed un gran trio di chitarre: John Abercrombie/Larry Coryell/Badi Assad .
Purtroppo mi sono perso, ad ottobre, Avishai Cohen, un polistrumentista che non ho mai avuto occasione di ascoltare e di cui si dicono ottime cose...
Adric, complimenti.
Non vedo l ora di avere un attimo di tempo libero per leggermi questo topic, munito di carta e penna.
interessantissimo.
Se devo essere sincero il mondo del jazz mi ha sempre tanto affascinato, quanto spaventato.Vastissimo, mille definizioni, e di non facilissimo ascolto/comprensione.
Mi hai dato linfa per riprendere la strada che avevo abbandonato per pigrizia.
Niente paura ... let's play !
MariahLive
29-01-2005, 20:28
Originariamente inviato da elhefe
Adric, complimenti.
Non vedo l ora di avere un attimo di tempo libero per leggermi questo topic, munito di carta e penna.
interessantissimo.
Se devo essere sincero il mondo del jazz mi ha sempre tanto affascinato, quanto spaventato.Vastissimo, mille definizioni, e di non facilissimo ascolto/comprensione.
Mi hai dato linfa per riprendere la strada che avevo abbandonato per pigrizia.
Quoto anche io adoro il Jazz :D
Originariamente inviato da ni.jo
sono daccordo in tutto tranne che rachell ferrell possa avere qualche carenza nel canto...:eek: seppur jazz
mi pare che padroneggi lo strumento come poche, anche se tende a strafare...
sottoscrivo ..
comunque tende a strafare perchè vocalmente è di un altro pianeta,
semplicemente impressionante
:eek:
SSLazio83
05-02-2005, 14:27
mi consigliare qualke musicista (piano) che suoni il Boogie Woogie
Jezzetto
22-03-2005, 02:46
Ciao a tutti complimenti per il topic, stavo pensando una cosa perchè non fare un topic a capitoli sulla storia dell jazz?
Con l'ausilio di noti libri di storia e la conoscenza di tutti noi verrebbe fuori una bella storia, appunto, non credete?
[Quote] SSLazio83: mi consigliare qualke musicista (piano) che suoni il Boogie Woogie ]
Fats Waller se non erro iniziò a definire alcuni suoi brani con quel termine.
correggetemi se sbaglio ;)
Ieri a Roma Veltroni ha inaugurato la Casa del Jazz, io c'ero, il posto è fantastico, un complesso di 3 edifici con un enorme parco in Via di porta ardeatina, sotto le mura latine, si tratta di Villa Osio, complesso sequestrato a Nicoletti il cassiere della banda della magliana, invito tutti ad andarci.
www.casajazz.it
Uno dei più bei posti del mondo dove ascoltare jazz (cosi' come la vicina Villa Celimontana che è aperta ai concerti solo in estate).
Ma anche per chi non avesse alcun interesse per il jazz comunque un magnifico parco pubblico in più da visitare in una delle zone più incantevoli e tranquille di Roma, specie per chi ha bambini o con la propria ragazza.
Mi lascia perplesso l'auditorium interno che ha una capienza troppo ridotta (150 posti). Spero che la programmazione dei concerti sia all'altezza di un posto del genere.
sto scoprendo soltanto adesso questo topic veramente STRAORDINERIO!!!!!
grazie per avere dato alla mia continua ricerca un orientamento ben preciso..ora so cosa devo ascoltare...
cmq kind of blue di miles davis, time out del dave brubeck quartet e mingus ah uhm di charles mingus ce li ho... :D
grazie ancora
marco
Ragazzi,un aiutino..avrei bisogno di sapere un enciclopedia del jazz su dvd..i titoli se ne avete..e dove trovarle..io vivo a milano..
grazie
SSLazio83
07-07-2005, 13:11
ke figata...oggi ho conosciuto kenny barron (sta facendo un corso)...somiglia molto a count basie :D http://www.kennybarron.com/
BadMirror
07-09-2005, 00:59
Ho una domanda da fare : cercavo un Box Cd (2, 3, 4 Cd) con le canzoni Jazz che hanno fatto la storia del genere.
Solitamente tali Box sono di scarsa qualità, quindi io cercherei, o un Box formato da traccie originali rimasterizzate, od uno che riproponga tali cavalli di battaglia suonati da artisti Jazz contemporanei. Esiste una cosa del genere?
Bye! ;)
Io ho un box del genere, ma non ricordo il titolo, domani lo cerco e ti so dire ;)
BadMirror
07-09-2005, 12:55
Ho controllato, il cofanetto è molto bello solo che ci sono più che altro i grandi classici (anche se cmq sono 3cd con una sessantina di pezzi in totale) mentre mancano i jazzisti più moderni. Si chiama "les plus grands moments du jazz", il titolo è in francese perchè proprio dalla francia me l'hanno portato.
Cmq se cerchi un cofanetto di artisti più moderni credo ce ne saranno un bel pò in giro, cerca un pò nei siti maggiori (amazon, play.com, etc...) vedrai che ne trovi di belli ;)
BadMirror
07-09-2005, 13:35
Verissimo, cmq considera che le rimasterizzazioni non fanno miracoli. Però se cerchi cose più moderne non credo che la qualità sia scarsa. :)
Salve a tutti. Innanzitutto complimenti a tutti voi per l'ottima preparazione in campo Jazz. Leggento questo topic nn ho resistito alla voglia di registrarmi... :D
Da pochissimo ho iniziato la mia "esplorazione" nel campo Jazz, anche se i miei preferiti nn sono proprio i grandi "classici". Sono ancora alla ricerca del mio album preferito jazz (e non mi dite Mile Davis perchè mi concilia bene il sonno....) Soprattutto adoro quando il jazz si fonde a radici afro-latine, diventa progressive, irregolarmente geniale, con un bel sax come assoli e il tutto contornato da tappeti di percussioni varie....
Esiste qualcosa del genere? Segnalatemi qualche artista o orchestra.... Grazie
Un vero capolavoro che sto finendo di apprezzare è: Live in Sevilla dei Masada (John Zorn tra cui...) sublime davvero.... :D forse il miglior lavoro mai realizzato da uno "schizofrenico" del jazz
Stereogab
26-09-2005, 19:12
2 dischi molto validi:
http://img230.imageshack.us/img230/2285/l3xz.th.jpg (http://img230.imageshack.us/my.php?image=l3xz.jpg)
http://img337.imageshack.us/img337/3774/app00048nt.th.jpg (http://img337.imageshack.us/my.php?image=app00048nt.jpg)
Stereogab
26-09-2005, 19:23
a mio avviso il piu' grande chitarrista jazz
(ma non in senso classico del termine)
uno dei tantissimi dischi,molto bello:
http://img135.imageshack.us/img135/2361/rt2rs.th.jpg (http://img135.imageshack.us/my.php?image=rt2rs.jpg)
Salve a tutti. Innanzitutto complimenti a tutti voi per l'ottima preparazione in campo Jazz. Leggento questo topic nn ho resistito alla voglia di registrarmi... :D
Da pochissimo ho iniziato la mia "esplorazione" nel campo Jazz, anche se i miei preferiti nn sono proprio i grandi "classici". Sono ancora alla ricerca del mio album preferito jazz (e non mi dite Mile Davis perchè mi concilia bene il sonno....) Soprattutto adoro quando il jazz si fonde a radici afro-latine, diventa progressive, irregolarmente geniale, con un bel sax come assoli e il tutto contornato da tappeti di percussioni varie....
Esiste qualcosa del genere? Segnalatemi qualche artista o orchestra.... Grazie
.
Salve a tutti. Innanzitutto complimenti a tutti voi per l'ottima preparazione in campo Jazz. Leggento questo topic nn ho resistito alla voglia di registrarmi... :D
Da pochissimo ho iniziato la mia "esplorazione" nel campo Jazz, anche se i miei preferiti nn sono proprio i grandi "classici". Sono ancora alla ricerca del mio album preferito jazz (e non mi dite Mile Davis perchè mi concilia bene il sonno....) Soprattutto adoro quando il jazz si fonde a radici afro-latine, diventa progressive, irregolarmente geniale, con un bel sax come assoli e il tutto contornato da tappeti di percussioni varie....
Esiste qualcosa del genere? Segnalatemi qualche artista o orchestra.... Grazie
Taking off di David Sanborn è ciò che fa per te! ;)
qualcuno ha sentito l'ultimo di jarrett?
radiance.. si è tratto dalle improvvisazioni nella turnè gapponese 2002
radiance.. si è tratto dalle improvvisazioni nella turnè gapponese 2002
hi.
ho letto una recensione, pareva entusiasta, tu l'hai sentito?
Logudorian
04-12-2005, 23:31
Salve! Qualcuno di voi é a conoscenza dell'esistenza di un video con Scott LaFaro? Credo che esista un vhs di circa 30', ma é impossibile trovarlo su internet ...
ultimamente apprezzo questo tipo di musica (oltre che chillout)
a chi piace?
chi mi consiglia su artisti che meritano ?
thanx
Un universo incredibile e immenso, quello del jazz, in tutte le sue innumerevoli varianti, tra swing, blues, bossa nova.. c'è veramente da perdersi...
impossibile scegliere tra i protagonisti, sono veramente troppi!!
Però ti consiglio almeno i più noti in assoluto:
Louis Armstrong
Ella Fitzgerald
Billie Holiday
Frank Sinatra
Duke Ellington
Count Basie
Fats Waller
Nat King Cole
Monty Alexander
...
insomma, la lista è veramente infinita!! :)
Un universo incredibile e immenso, quello del jazz, in tutte le sue innumerevoli varianti, tra swing, blues, bossa nova.. c'è veramente da perdersi...
impossibile scegliere tra i protagonisti, sono veramente troppi!!
Però ti consiglio almeno i più noti in assoluto:
Louis Armstrong
Ella Fitzgerald
Billie Holiday
Frank Sinatra
Duke Ellington
Count Basie
Fats Waller
Nat King Cole
Monty Alexander
...
insomma, la lista è veramente infinita!! :)
hai ragione, la lista è davvero infinita...
a me piace molto anche Petrucciani o anche Marcus Miller, dave brubeck...ma volendo potrei stare qui ad elencare artisti (nel vero senso della parola) per ore...
altro aspetto da considerare in questo splendido panorama musicale del jazz è l' "improvvisazione", caratteristica che imho distingue il jazz da tutti gli altri generi musicali ;)
minulina
07-02-2006, 15:02
non ho letto tutti i messggi ma mi pare che non abbiate mai citato un italiano.
Io ritengo Danila Satragno una delle migliori artisti jazz attualmente attive in Italia. Ha oltretutto appena pubblicato un nuovo cd Lupo in Darsena
vale la pena ascoltarla
rastaban
12-04-2006, 23:52
A proposito di Jazz italiano, un disco che mi e' capitato di ascoltare di recente e' Other Directions di Nicola Conte, non impegnativo e godibile.
...come no, in testa si discuteva delle nuove leve da di battista a fresu, da rava a bollani gatto ecc...che a me piacciono assai, ma in effetti come ci faceva notare adrian ci sarebbero prima da sentire gli altri -italo-americani in testa-...
però a questi ultimi, mi sento di dire, sento una vicinanza particolare, visto che molti mi è capitato di sentirli dal vivo, e, il jazz dal vivo...è jazz....
Fabiaccio
15-06-2006, 23:56
uppo interessato.
Volevo aggiungere 2 dischi: Peter Brotzmann Octet - Machine gun (free-jazz tedesco del 1968)
Bill Frisell - Before we were born (jazz fusion, 1989) (Bill Frisell è stato peraltro nei Naked City di John Zorn ;)).
Io stasera consiglio l'album di Joe Sample - And The Soul Committee :cool:
Ultimamente ascolto Miles David e penso che sia un artista veramente eccezionale,almeno per i miei gusti!Cercatevi nelle videoteche "Miles Davis in Paris" ;)
Fabiaccio
21-06-2006, 19:30
Ultimamente ascolto Miles David e penso che sia un artista veramente eccezionale,almeno per i miei gusti!Cercatevi nelle videoteche "Miles Davis in Paris" ;)
Però se non erro è una registrazione dell'89...
Di Miles Davis io preferisco:
In a silent way
Live/Evil
Bitches Brew (e il doppio live another biches brew)
Dak Magus
un gradino sotto: Relaxin' with Miles
un pò meno On the corner.
Però se non erro è una registrazione dell'89...
Di Miles Davis io preferisco:
In a silent way
Live/Evil
Bitches Brew (e il doppio live another biches brew)
Dak Magus
un gradino sotto: Relaxin' with Miles
un pò meno On the corner.
miles...c'è una compilation...lo sò già il suono compilation farebbe scappare un nad dall'androne...però... si chiama the legendary years 1955-1965, un doppio della sony ...l'ho trovata in francia..bel panorama!
imho per miles da ascoltare assolutamente -the complete birth of the cool- e kind of blue (ma cos'è kind of blue????? ma paura... :eek: ) e il megaorecchiabilissimo postumo doo-bop!
invece x sketches of spain rimpiango la decina di euri costatimi...avessi preso piazzolla forever o passatori di galliano... :D
@ Fabiaccio, per bill ascolta se ti capita gone,just like a train e blues dream...poi se ti girano cinque minuti spirituali(ma solo se sai di poter uscirne con sicurezza) angel song.
Consigliabile vasca da bagno tanta schiuma partner di sesso femminile (a mio gusto ma a piacere per gli altri), e se possibile candele random
(con kenny wheeler,leee konitz e dave holland, tanto per dire).
Okkio, preso senza seguire le indicazioni (vasca-partner) risulta noioso.
p.s.
citazione (coltrane?) il jazz è come una scoreggia: piace solo a chi la fà. :D
Fabiaccio
24-06-2006, 12:25
@ Fabiaccio, per bill ascolta se ti capita gone,just like a train e blues dream...poi se ti girano cinque minuti spirituali(ma solo se sai di poter uscirne con sicurezza) angel song.
:mbe: non solo ho i dischi da te citati (che apprezzo assai) ma ho pure:
Nashville (disco country)
Ghost town
Unspeakable (questo mi è piaciuto decisamente poco)
The willies
The intercontinentals
with dave holland and elvin jones
is that you?
This land
East/west
:asd: :asd: :asd:
Comunque la fase che adoro di più è quella nei Naked City e fine anni '80/inizio '90.
Sebbene anche quando fa fusion o blues mi piaccia assai ;).
L'equazione partner l'ho sperimentata con quello con Dave Holland and Elvin Jones... ;) ai tempi (mi ricordo nel 2002 comprai 3 dischi: tutti e 3 di Frisell :mbe: ).
Consigliabile vasca da bagno tanta schiuma partner di sesso femminile (a mio gusto ma a piacere per gli altri), e se possibile candele random
(con kenny wheeler,leee konitz e dave holland, tanto per dire).
Okkio, preso senza seguire le indicazioni (vasca-partner) risulta noioso.
di quale parli? :mbe:
p.s.
citazione (coltrane?) il jazz è come una scoreggia: piace solo a chi la fà. :D
:asd: :asd: :asd:
p.s.: che roba è angel song? :stordita:
p.s.: gone, just like a train mi manca (per adesso) :fagiano:
:mbe: non solo ho i dischi da te citati (che apprezzo assai) ma ho pure:
Nashville (disco country)
Ghost town
Unspeakable (questo mi è piaciuto decisamente poco)
The willies
The intercontinentals
with dave holland and elvin jones
is that you?
This land
East/west
:asd: :asd: :asd:
Comunque la fase che adoro di più è quella nei Naked City e fine anni '80/inizio '90.
Sebbene anche quando fa fusion o blues mi piaccia assai ;).
L'equazione partner l'ho sperimentata con quello con Dave Holland and Elvin Jones... ;) ai tempi (mi ricordo nel 2002 comprai 3 dischi: tutti e 3 di Frisell :mbe: ).
di quale parli? :mbe:
:asd: :asd: :asd:
p.s.: che roba è angel song? :stordita:
p.s.: gone, just like a train mi manca (per adesso) :fagiano:
belli anche blues dream e good dog happy man (con la partecipazione di ry cooder)
anche a me piace un sacco "bill frisell with dave holland and elvin jones" :)
angel song:
http://images.amazon.com/images/P/B000003204.01._SCMZZZZZZZ_.jpg
Ho recuperato i seguenti pezzi di Jazz Moderno, cosa ve ne pare? grazie!
093 Booker Ervin - Speak Low.mp3
002 Archie Shepp - Crepescule With Nellie.mp3
003 Eric Dolphy - 245 (Alternate Take 1).mp3
004 Ken McIntyre - Reflections.mp3
005 Miles Davis - I Thought About You.mp3
006 John Coltrane - The Damned Don't Cry.mp3
007 Charles Mingus - Duke's Choice.mp3
008 Thelonious Monk, John Coltrane, Wilbur Ware & Shad.mp3
009 Prince Lasha Quintet featuring Sonny Simmons - Red.mp3
010 Eric Dolphy - April Fool.mp3
011 Archie Shepp - Mick (Inc- Ezz-Thetic).mp3
012 Pharoah Sanders - Morning Prayer.mp3
013 Ken McIntyre - Arisin'.mp3
014 Jimmy Giuffre - The Lonely Time.mp3
015 Wayne Shorter - Virgo.mp3
016 Charles Mingus - Theme For Lester Young.mp3
017 Wes Montgomery - Baubles, Bangles And Beads.mp3
018 Elvin Jones and Richard Davis - Shiny Stockings.mp3
019 Chico Hamilton Quintet & Eric Dolphy - Lost In The.mp3
020 Cecil Taylor - You'd Be So Nice To Come Home To.mp3
021 Pharoah Sanders - Thembi.mp3
022 Ken McIntyre - Say What.mp3
023 Sonny Rollins - Blessing In Disguise.mp3
024 Eric Dolphy - G-W- (Alternate Take 1).mp3
025 Cecil Taylor - E-B-.mp3
026 Miles Davis - Four.mp3
027 Archie Shepp - Le Matin Des Noire.mp3
028 Bill Dixon & Archie Shepp - Consequences.mp3
029 Horace Silver Quintet - Ah So!.mp3
030 Ken McIntyre - Turbospacey.mp3
031 George Russell Sextet - Honesty.mp3
032 Charles Mingus - Conversation.mp3
033 Miles Davis - All Of You.mp3
034 Cecil Taylor - Wallering.mp3
035 Bill Dixon & Archie Shepp - Winter Song 1964 - Sec.mp3
036 Eric Dolphy - Miss Toni.mp3
037 Horace Silver Quintet - Mo' Joe.mp3
038 Wayne Shorter - Black Nile.mp3
039 John Coltrane - Wise One.mp3
040 Charles Mingus - Nouroog.mp3
041 Ken McIntyre - Permanentity.mp3
042 Pharoah Sanders - Love.mp3
043 Ornette Coleman - Lonely Woman.mp3
044 Don Cherry - Psycho Drama.mp3
045 The Art Ensemble Of Chicago - A Jackson In Your Ho.mp3
046 Cecil Taylor - Air.mp3
047 Miles Davis - Dr- Jekyll.mp3
048 Bill Dixon & Archie Shepp - Like A Blessed Baby La.mp3
049 Eric Dolphy - 245.mp3
050 Elvin Jones and Richard Davis - Raunchy Rita.mp3
051 Don Cherry - Amejelo.mp3
052 Wayne Shorter - El Gaucho.mp3
053 Charles Mingus - Wouldn't You.mp3
054 Hamilton-Dolphy - In A Mellotone.mp3
055 Ken McIntyre - Laura.mp3
056 Cecil Taylor - Sweet And Lovely.mp3
057 Art Blakey & The Jazz Messengers - Lester Left Tow.mp3
058 Miles Davis and John Coltrane - My Funny Valentine.mp3
059 Thelonious Monk - Boo Boo's Birthday.mp3
060 Charles Mingus - Pedal Point Blues.mp3
061 Miles Davis - Iris.mp3
062 John Coltrane - Welcome.mp3
063 Ken McIntyre - Someday.mp3
064 Albert Ayler - Angels.mp3
065 Prince Lasha Quintet featuring Sonny Simmons - A-Y.mp3
066 Charles Mingus - Duet Solo Dancers.mp3
067 Elvin Jones and Richard Davis - M-E-.mp3
068 Miles Davis - Seven Steps To Heaven.mp3
069 Don Cherry - Terrestrial Beings.mp3
070 Booker Ervin - Groovin' At The Jamboree.mp3
071 Pharoah Sanders - Astral Traveling.mp3
072 Charles Mingus - Tijuana Gift Shop (Breakdown).mp3
073 George Russell Sextet - Nardis.mp3
074 Wayne Shorter - Valse Triste.mp3
075 John Coltrane - Equinox.mp3
076 Miles Davis - There Is No Greater Love.mp3
077 Cecil Taylor - Song.mp3
078 Ken McIntyre - Kaijee.mp3
079 Charles Mingus - Mood Indigo.mp3
080 Chico Hamilton Quintet & Eric Dolphy - Pretty Litt.mp3
081 Archie Shepp-Dollar Brand - Fortunato.mp3
082 John Coltrane - After The Rain.mp3
083 Wayne Shorter - 502 Blues (Drinkin' And Drivin').mp3
084 Miles Davis - Bye Bye Blackbird (Live).mp3
085 Elvin Jones and Richard Davis - Here' sThat Rainy .mp3
086 Charles Mingus - Bounce.mp3
087 Miles Davis and John Coltrane - Oleo.mp3
088 Eric Dolphy - The Prophet.mp3
089 Charles Mingus - Open Letter To Duke.mp3
090 Horace Silver Quintet - Bonita.mp3
091 Jimmy Giuffre - The Train And The River.mp3
092 Miles Davis - Go-Go (Theme And Announcement).mp3
001 Thelonious Monk - Functional.mp3
094 Cecil Taylor - Of What.mp3
095 John Coltrane - Up 'Gainst The Wall.mp3
096 Prince Lasha Quintet featuring Sonny Simmons - Los.mp3
097 Sun Ra - Discipline.mp3
098 Max Roach - Tender Warriors.mp3
099 Miles Davis - Miles Runs The Voodoo Down.mp3
100 Evan Parker & Eddie Prevost - Let Us Attend To Pre.mp3
101 Archie Shepp - Basheer.mp3
102 The Art Ensemble Of Chicago - A Brain For The Sein.mp3
103 Sun Ra & His Arkestra - A House Of Beauty.mp3
104 Albert Ayler - Universal Thoughts.mp3
105 Charles Mingus - So Long Eric.mp3
106 Miles Davis - Two Bass Hit.mp3
Ho recuperato i seguenti pezzi di Jazz Moderno, cosa ve ne pare? grazie!
buono ma spesso non cogli il nesso tra i vari pezzi.. non c'entrano una ceppa tra di loro...
gia che ci sei, procurati 'song for my father' di horace silver...
Beh... non immaginavo che cercando un forum sul jazz avrei trovato proprio il fidato hwu lol... incredibile... la guida di questo thread è qualcosa che non sono stato capace di trovare in nessun sito anche specializzato (di solito questi danno per scontato che già si conosca la storia e le basi...)
Da circa un anno mi sono riavvicinato al pianoforte grazie al jazz, ma ancora non ne capisco molto... temo di non essere abbastanza "addestrato" all'ascolto, e poichè sono davvero pochissimi (io non ne conosco nessuno...) i ragazzi della mia età (ho 18 anni) a cui piace il jazz, non ho neanche nessuno (a parte il mio maestro, ovviamente) con cui confrontare pareri, e da cui ricevere consigli, come si fa per la musica più diffusa... Ad ogni modo, grazie per questo thread. Cercherò di procurarmi i libri consigliati, e spero di capire questo straordinario mondo che è il jazz.
Premetto che come già detto sono abbastanza ignorante, quindi è facile che io dica cavolate, comunque, vorrei chiedere una cosa: perchè ce l'avete tutti con Petrucciani? A me piace un sacco... il suo tocco ha un che di particolare, diverso da molti dei pianisti che ascolto e riconoscibissimo... ed io sinceramente non ho avuto modo di attestare la sua diffusione dopo la sua morte (non conosco quasi nessuno a cui piaccia il jazz), mi piace perchè mi piace.
Altra cosa. Trovo che Head Hunters sia un bellissimo disco, se proprio vogliamo parlare di roba inascoltabile, ricordo di un live suo e di chick corea a Tokio, mi pare, che ho visto in video... suonavano delle robe assurde... sembravano quasi suoni senza senso... quello era veramente terribile, perlomeno a mio giudizio. Ma l'importante è che quei due si divertivano come matti quei due... e questo è il bello di una musica dall'ascolto difficile come il jazz: sarà che ci sono persone che non sono in grado di capirlo, ma quelli che lo creano e lo capiscono godono come delle scimmie :D
And remember:
To live is to improvise. To improvise is to live.
Darkel83
27-08-2006, 16:16
Altra cosa. Trovo che Head Hunters sia un bellissimo disco, se proprio vogliamo parlare di roba inascoltabile, ricordo di un live suo e di chick corea a Tokio, mi pare, che ho visto in video... suonavano delle robe assurde... sembravano quasi suoni senza senso... quello era veramente terribile, perlomeno a mio giudizio. Ma l'importante è che quei due si divertivano come matti quei due... e questo è il bello di una musica dall'ascolto difficile come il jazz: sarà che ci sono persone che non sono in grado di capirlo, ma quelli che lo creano e lo capiscono godono come delle scimmie :D
Mi sa che devi studiare ancora molto allora... ad esempio sai cos'è il free jazz?
chick corea e Herbie hancok insieme sono fenomenali, altro che inascoltabili :rolleyes:
Headhunters è un disco molto anni '80, che usa suoni legati al POP ('80) e che ricordano poco il jazz... per gusto personale è troppo "truzzo" e non mi piace.
Herbie Hancock ha spaziato spesso fra POP e Jazz, ad esempio l'ultimo album con le star di MTV è pessimo, molto accademico e poco isprirato.
Future 2 Future invece è un ottimo album (dove sperimenta con l'elettronica d'avanguardia), anche se herbie il meglio lo ha dato con DeJohnette Methenney e Holland.
Beh... sarà che assomiglia al pop (vero, ci sono delle canzoni pessime...) ma come è già stato detto non credo che si possa dire che l'assolo di watermelon man sia pop... perlomeno a me piace. EDIT - si, è vero... l'ultimo album è davvero molto triste...
Poi ammetterai che il simpatico duo (il video era il Live under the sky '86) non è esattamente accessibili a tutti... l'assolo del video (Someday my prince will come) è lunghissimo e criptico, abbastanza ripetitivo, alle lunghe per chi non riesce a capirlo (come me... l'ho ammesso dall'inizio... è facile chiamare ignoranti persone che si definiscono tali... non vedevo proprio il bisongno di inveire) è anche abbastanza noioso... sinceramente ritengo infinitamente migliore la versione di Someday my prince will come che i due suonano in "An evening with Herbie Hancock and Chick Corea", molto più vario ed originale. Comunque, che ho tanto da imparare lo sapevo già. Leggo e scrivo qui appunto per questo...
Una cosa... Una jazzista contemporanea che mi pare non sia stata nominata è Barbara Dennerlain, organista.... a me piace, anche se non saprei definire bene il suo genere di jazz (non ci capisco ancora nulla...)... qui (http://www.myspace.com/barbaradennerlein) (in basso a destra) c'è un filmato. Fatemi sapere che ne pensate :D
Ciao :D
Darkel83
27-08-2006, 22:38
Beh... sarà che assomiglia al pop (vero, ci sono delle canzoni pessime...) ma come è già stato detto non credo che si possa dire che l'assolo di watermelon man sia pop... perlomeno a me piace. EDIT - si, è vero... l'ultimo album è davvero molto triste...
Poi ammetterai che il simpatico duo (il video era il Live under the sky '86) non è esattamente accessibili a tutti... l'assolo del video (Someday my prince will come) è lunghissimo e criptico, abbastanza ripetitivo, alle lunghe per chi non riesce a capirlo (come me... l'ho ammesso dall'inizio... è facile chiamare ignoranti persone che si definiscono tali... non vedevo proprio il bisongno di inveire) è anche abbastanza noioso... sinceramente ritengo infinitamente migliore la versione di Someday my prince will come che i due suonano in "An evening with Herbie Hancock and Chick Corea", molto più vario ed originale. Comunque, che ho tanto da imparare lo sapevo già. Leggo e scrivo qui appunto per questo...
Una cosa... Una jazzista contemporanea che mi pare non sia stata nominata è Barbara Dennerlain, organista.... a me piace, anche se non saprei definire bene il suo genere di jazz (non ci capisco ancora nulla...)... qui (http://www.myspace.com/barbaradennerlein) (in basso a destra) c'è un filmato. Fatemi sapere che ne pensate :D
Ciao :D
Non ti volevo asolutamente offendere, anche io non è che sono un genio del jazz, figurati che a differenza tua io manco lo suono :D
E' solo che corea e hancok in duo sn una delle cose + esaltanti che ho mai sentito nella mia vita e dire che sn inascoltabili mi pareva un eresia :D
Su Headhunter ti consiglio di provare a sentire l'album "You're under Arrest" di Miles Davis, magari il pezzo "human nature" (uno dei miei preferiti di Miles in assoluto)... anche quel disco mischia jazz con la musica pop anni '80, ma a parer mio lo fa molto meglio, e con uno sound + "jazz" che hancok non è riuscito a mantenere in headhunter.
Si potrebbe dire che Davis utilizza un sound + "nero" ispirandosi al pop di quincy jones (il produttore di Micheal Jackson) mentre Hancock usa tastiere con suoni orientati + sul rock elettronico.
Cmq Hancock dopo miles davis e ella fitzgerald è il mio artsita jazz preferito... non è ai livelli di corea per tecnica, però ha un senso compositivo delle melodie fenomenale, inoltre ha messo su degli ensamble della madonna.
E poi è uno che porta avanti al sperimentazione come Davis... se non l'hai sentito ti cosniglio il DVD Future2Future, il primo disco pensato e composto per essere ascoltato in dolby 5.1... ovviamente devi avare l'impatno dolby e il letrtore dvd :p
Inoltre utilizza molti suoni che derivano dall'elettronica inglese degli anni 90 (aphex twin, massive attack etc..) nn so se ti piace, ma a me sn due generi che piacciono un botto :p
Grazie, scusami. :D
Lo so che non c'entra molto con il jazz.... ma qualcuno di voi ha mai sentito Giovanni Allevi? Che ne pensate? A me piace, ma sembra che alcuni rimproverino la sua semplicità compositiva...
P.S.: cercherò di procurarmi quello che hai detto quanto prima :D
Darkel83
28-08-2006, 16:33
Non seguo il jazz contemporaneo, a parte hancock e poco altro... poi ogni tanto un live ci scappa, ma nn chiedermi i nomi.
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