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21-01-2009, 15:58 | #1 |
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Rai e Mediaset: alleanza sul satellite
Strategie Non c'è solo la caccia ai volti noti: Viale Mazzini potrebbe togliere a Murdoch i propri canali
Rai e Mediaset: alleanza sul satellite Nuova piattaforma (gratuita) alternativa a quella di Sky. E nuovo decoder MILANO — Tempi di strategie televisive. Mentre Sky cerca di portare Fiorello sul satellite, Rai e Mediaset non stanno a guardare e lanciano una nuova piattaforma satellitare alternativa. E gratuita. A giugno parte Tivù Sat che di fatto porterà anche sul satellite tutta l'offerta televisiva digitale terrestre free (ossia quella non a pagamento). Rai e Mediaset (entrambe al 48%) e Telecom Italia Media (al 4%), l'editore di La7, hanno creato una società, Tivù srl, che opererà con due marchi, Tivù e Tivù Sat. Il primo ha il compito di promuovere il digitale terrestre. L'altro di replicare l'offerta digitale in chiaro via satellite. Tra i motivi che spingono Rai e Mediaset a questa scelta, il fatto che il digitale terrestre (che sarà il sistema di trasmissione televisiva in tutta Italia a partire dal 2012) non garantisce una copertura sul 100% del territorio nazionale. Problema che scompare grazie al satellite, che riesce a penetrare anche nelle zone non digitalizzate. Ma non solo. Tivù si propone, in prospettiva, anche come alternativa a Sky. Ieri alla conferenza sulla tv digitale terrestre il presidente della società Luca Balestrieri (che è anche responsabile per il digitale della Rai) ha spiegato: «La competizione del futuro è tra piattaforme e la tv gratuita ha bisogno di un proprio spazio per competere anche sul satellite». C'è un dato interessante. Oltre il 40 per cento degli abbonati Sky usano il satellite per vedere la tv generalista. Ora alla Rai, ma evidentemente anche a Mediaset, il fatto che Sky abbia gratuitamente i sei canali della tv generalista (da Raiuno a Retequattro, per intendersi) non va giù. Nel caso non arrivasse un riconoscimento economico sui tre canali da parte della pay di Murdoch, la Rai potrebbe anche decidere di scendere dal satellite di Sky per trasmettere solo dal proprio Tivù Sat. Scenari futuri. Quel che è certo è che il decoder della nuova piattaforma sarà diverso da quello di Sky. Ufficialmente non è una lotta alla pay tv. Giancarlo Leone, vicedirettore generale Rai, spiega che per Viale Mazzini ci sono due priorità: «La centralità del digitale terrestre e la diffusione satellitare di un'offerta generalista, semitematica, non a pagamento. La Rai crede in una politica di canali free», tanto che ora ne arriveranno di nuovi (Rai Storia e Rai 5). Alberto Sigismondi, dirigente Mediaset, che è amministratore delegato di Tivù srl, spiega la strategia della nuova piattaforma: «Sentiamo la necessità di garantire accesso universale a tutti gli utenti italiani. Per ragioni orografiche in molte zone d'Italia il digitale terrestre non ha una copertura completa». Non dica che è solo per questo, ci sarà anche una ragione economica? Sigismondi insiste: «Il costo del raggiungimento capillare del digitale terrestre sarebbe iperbolico. Noi, come Rai e Telecom, pensiamo che esiste una ragione sensata di non lasciare scoperte queste famiglie». Per ora l'offerta satellitare sarà gratuita. Arriverà anche quella pay? «Non è nei piani. L'obiettivo è valorizzare l'offerta free. Non è una piattaforma anti-Sky». Del resto, come ha detto Balestrieri, «la tv a pagamento è importante, ma non potrà mai essere per tutti». Da Sky nessun commento ufficiale, per ora stanno a guardare. Spiegano che non hanno nessun dettaglio sul progetto della nuova piattaforma e valuteranno le cose quando il quadro sarà più chiaro. La partita è appena iniziata.
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21-01-2009, 17:55 | #2 |
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ci crederò solo quando avrò la mia scheda dentro al decoder... però è un ottimo inizio
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21-01-2009, 19:16 | #3 |
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Da possessore di decoder Sky posso sinceramente dire che se tolgono i canali in chiaro di rai e merdaset (rai123 e can5, ita1 e rete4) nn mi cambia una ceppa, dato che nn li vedo mai, visto che, appunto, fanno veramente cacare rispetto a Sky.
O Silvio ci piazza l'inghippo sennò mi sa che se la prendono in quel posto a sfidare Sky........
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21-01-2009, 22:32 | #4 |
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ma non bastava il DTT?
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21-01-2009, 22:59 | #5 |
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nei posti sfigati il DTT non si vede e attualmente i canali RAI e Mediaset via sat vengono criptati in occasione di trasmissioni per le quali hanno i diritti solo per l'italia (Film, telefilm, F1, Calcio).
Una piattaforma della Free tv via sat è una cosa giusta (calcolando che con un prezzo abbastanza basso rai e mediaset coprono da subito e in digitale il 100% della popolazione e del territorio italiano). |
23-01-2009, 13:59 | #6 |
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Fonte: digital-sat
Tivù si presenta: il discorso di Luca Balestrieri alla Conferenza DGTVI Si è tanto parlato in questi due giorni di Conferenza DGTVi di tivù, la nuova piattaforma digitale gratuita, costituita nei mesi scorsi per volontà di Rai, Mediaset (che partecipano con una quota del 48% a testa) e di Telecom Italia Media (4%), avente l'obiettivo di razionalizzare l'approccio alla televisione digitale terrestre con un'offerta di canali gratuiti, simile a quella inglese della Freeview. Affianco a questo c'è anche tivù sat, la versione satellitare (paragonabile ancora all'inglese Freesat): per raggiungere il 100% della popolazione italiana è necessario integrare il segnale terrestre con quello digitale satellitare. Per questo motivo tutti i canali digitali italiani saranno visibili anche su Hotbird (13° Est), codificati - in tutto o in parte - con tecnologia Nagra. Sarà quindi sufficiente acquistare un decoder satellitare compatibile e una smart card tivù sat per accedere all'offerta digitale gratuita. Tivù partirà in occasione dei primi switch-over del 2009, mentre Tivù Sat si accenderà dal prossimo giugno. ... Tivù farà molta promozione del DTT italiano attraverso la sua piattaforma, intendendo il digitale come un'offerta complessa ma semplice al tempo stesso: la televisione di sempre, ma rinnovata nella tecnologia. Si cercherà di dare un vantaggio a tutto il settore della tv gratuita. Saranno così preparate delle campagne pubblicitarie principalmente per le aree di switch-off, affiancandosi alla comunicazione istituzionale e a quelle dei broadcaster delle proprie offerte: il DTT non è soltanto la somma dei vari editori, ma è un sistema di offerta, un mondo nuovo tutto da esplorare. Tivù sarà presente nei punti vendita, iniziando dalle aree di switch-off, in termini di informazione sulla tecnologia e sull'offerta. In Sardegna c'è stata una debolezza di informazione nel momento decisivo, noi dovremo spiegare che esiste il digitale in chiaro e orientare l'utente in questo preciso momento. Tivù fornirà l'EPG a tutti le emittenti. Tivù coopererà con i produttori per l'evoluzione tecnologica degli apparati. Dobbiamo imparare dalle esperienze in Sardegna: si pensi ai problemi con gli zapper incapaci di sintonizzarsi sulla banda VHF. Problemi facilmente risolvibili anche nelle altre aree. Tivù è pronta a collaborare con DGTVi, anche oltre la politica del bollino (grande successo nei mesi scorsi). La standardizzazione tecnologica è essenziale per il successo di questa tecnologica: collaboreremo anche con HD Forum per l'Alta Definizione su DTT e SAT. Anche per lo standard MHP unico e condiviso da tutti gli operatori. Ci sarà anche Tivù Sat, sui 13° Est, su qualunque impianto già adeguato a ricevere la tv satellitare (anche Sky). E impiegherà il sistema di codifica NAGRA: sarà necessario per la politica dei diritti. GIà oggi le emittenti codificano alcuni programmi per proteggere i diritti per il solo territorio di appartenenza. Tivù fornirà alle emittenti le chiavi per criptare e ciascuna emittente cripterà quanto riterrà opportuno in virtù della sua strategia editoriale: deciderà ogni singolo canale, anche se è auspicabile un comportamento omogeneo degli editori, per aiutare in primo luogo gli utenti ad orientarsi. Tivù sat avrà partnership con i produttori dei decoder per vendite in bundle, ma anche per l'MHP omogeo e l'EPG. Saranno decoder aperti, con la possibilità di condividere altre codifiche. Sarà quindi applicato un bollino Tivù sat su questi decoder. Le card saranno reperibili anche esternamente al bundle del decoder. La Rai potrà cedere ai suoi abbonati (chi paga il canone Rai) le card con rimborso del costo della card, per gli obblighi di neutralità tecnologica.
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23-01-2009, 14:07 | #7 |
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A chi interessa ecco il calendario dello switch-off avanzato dal sottosegretario l'altro ieri ....
Suddivisione del territorio Calendario
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23-01-2009, 14:33 | #8 |
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mi tocca nel 2012
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23-01-2009, 14:45 | #9 |
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23-01-2009, 18:15 | #10 |
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2° semestre di quest'anno
Se penso che il segnale del DTT va via appena scende un minimo di pioggia (bastano due gocce ), e che l'analogico si vede da schifo, ed abito a Roma, mica in uno sperduto paesino di montagna, direi che posso anche dire addio a rai e mediaset
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30-01-2009, 14:25 | #11 |
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Riportiamo sù ....
Per mantenere molti trasmettitori attivi ci vuole l'energia che illuminerebbe una città Digitale terrestre, prime sconfitte Gli esperti tv: «Tecnologia costosa, limitata, obsoleta» Esperienza difficile in Sardegna. E si guarda al satellite Un dubbio, un forte dubbio, sta serpeggiando fra gli operatori del settore: a Mediaset qualcuno non ci dorme la notte; in Rai dicono che non è colpa loro, che se non ci fosse stata di mezzo l'imposizione dell'Unione europea…; al ministero rassicurano, non potendo fare altro. Il dubbio nasce dal fatto che, dopo infiniti rimandi, il digitale terrestre incontra più difficoltà del previsto e che, alla fine, rischia di rivelarsi per quello che è: una tecnologia obsoleta, costosa, limitata. Quello che l'ex ministro Gasparri presentava come il Paradiso terrestre delle comunicazioni pare ogni giorno di più un inferno. La messa in opera del Dtt è in sofferenza, come testimonia la Sardegna, dopo lo switch off di ottobre, lo spegnimento della tradizionale tv analogica e il passaggio coatto alla nuova tecnologia. In molte zone ci sono seri problemi di ricezione: non si vede ancora il nuovo ma non si vede più neanche il vecchio. Della nuova situazione ha approfittato Sky, aumentando il normale trend dei propri abbonamenti sull'isola. Che il passaggio da una tecnologia di vecchio tipo a una nuova comportasse una serie di problemi lo si sapeva, succede in tutti i campi. C'è molta confusione sui decoder (quelli comprati a minor prezzo non danno garanzie di affidabilità, alcuni non hanno nemmeno gli standard europei e quindi non riescono a captare le frequenze Vhf, su cui trasmette la Rai), la sintonizzazione dei canali non è impresa facile, molte antenne vanno sostituite o ripuntate e comunque liberate dei vecchi filtri. Nei centri urbani i risultati cominciano a dare i loro frutti e dove prima si vedevano 20 o 25 canali adesso se ne possono vedere 80, con una migliore qualità dell'immagine. Ma i veri problemi di fondo sono altri, due in particolare. La tecnologia del Dtt è una tecnologia pesante, ha bisogno di molti trasmettitori, più potenti e più capaci dei mille e mille vecchi tralicci con cui, in cinquant'anni di storia, la Rai è riuscita a «illuminare» l'intero Paese. È vero, come sostiene qualcuno, che anche altri Paesi europei hanno avuto problemi nel passaggio dall'analogico al digitale ma nessun Paese europeo ha la struttura orografica dell'Italia. C'è tutto un fiorire di aneddoti e di leggende sulla straordinaria bravura dei tecnici Rai nel portare il segnale nelle più sperdute e inaccessibili zone delle valli alpine e della dorsale appenninica. Adesso il problema si ripropone, più grande ancora. Come dimostra appunto il caso dell'esperimento Sardegna. E quando, fra poco, toccherà alla Valle d'Aosta, al Piemonte, al Trentino, alla Campania cosa succederà? A fronte di questi intoppi, per altro prevedibili, c'è da registrare un'aggiunta importante: per mantenere attivi i trasmettitori ci vuole un enorme impiego di energia in un paese dove l'energia si compra a caro prezzo. Se si spegnessero tutti i trasmettitori si potrebbe tranquillamente alimentare una città, contribuendo a diminuire l'inquinamento elettromagnetico. Senza contare, al contrario, che il segnale via satellite ha bisogno di minore energia. Il secondo grande problema è questo: il Dtt è la conseguente evoluzione del segnale analogico; si pensava quindi, ragionevolmente, che il passaggio fosse più naturale, meno traumatico, specie in regioni pianeggianti. Con un semplice decoder l'utente trasforma il vecchio televisore in una macchina delle meraviglie. Il che è vero, ma solo in parte. Senza entrare troppo nello specifico, il Dtt è una tecnologia limitata, perché riesce a fornire un numero alto ma pur sempre contenuto di frequenze. Un esempio: in questo momento va in onda il Grande Fratello, un programma la cui caratteristica principale è che le telecamere nella casa romana sono accese 24 ore su 24. Su Sky c'è un canale apposito (Sky Show, 116) per vivere in diretta questa discussa esperienza. Il Dtt ne propone addirittura due, di canali: Extra1- Premium ed Extra 2-Premium. Il Dtt è più ricco del satellite? No, per niente. Su Sky Show c'è un tasto verde con cui si possono scegliere, senza cambiare canale, ben quattro inquadrature differenti, con i rispettivi sonori. Il Dtt, per fornire due inquadrature differenti, deve impiegare non uno ma due canali. Il Grande Fratello può apparire un esempio poco significativo («E chissenefrega di vedere il GF!») ma se noi ragioniamo sul futuro della tv le cose si complicano non poco. La tendenza in tutto il mondo, a partire dagli Stati Uniti, è quella di offrire anche programmi in Alta Definizione. Che è uno strabiliante modo di vedere la tv in grado di cambiare radicalmente le nostre abitudini, non solo per lo sport o per il cinema. Ma se, per ipotesi, si cercasse di portare l'HD sul Dtt i canali si ridurrebbero drasticamente, perché l'Alta Definizione occupa molto spazio. E poi non si era detto che l'etere bisognava riservarlo alla telefonia? L'Italia non è un paese cablato come gli Stati Uniti, o lo è solo parzialmente. A New York, con circa cento dollari al mese, ci si può collegare al cavo ed avere, contemporaneamente, i servizi televisivi (un'infinità di canali, a secondo del tipo di abbonamento) e quelli telefonici, compreso Internet. L'ideale per l'Italia sarebbe l'introduzione del WiFi, per poter usufruire dei vantaggi della Rete in ogni situazione, per facilitare l'integrazione fra televisore, pc e palmare. O la banda larga via satellite. C'è infine un problema di investimenti: impiantare il Dtt terrestre costa. Bisogna comprare nuove frequenze, bisogna alimentare i trasmettitori, bisogna programmare nuovi decoder interattivi, bisogna… ma in Rai non c'è una lira. Non a caso lo sviluppo del Dtt è asimmetrico, sia dal punto di vista tecnologico che da quello della programmazione. A parte il piccolo miracolo di Rai4, Mediaset è molto più avanti, è come se, paradossalmente, si dovesse tirare dietro il suo competitor (o presunto tale, visto che nel frattempo il posto è stato occupato da Sky). Mediaset sul Dtt ha tre ottimi canali (Mya, Joy e Steel) ma fatica a dare loro la visibilità che meritano. Quanto tempo ci vorrà ancora perché questi tre canali entrino nelle nostre abitudini visive? Per questo, l'invito a pranzo di Fiorello da parte del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi va letto in maniera meno folcloristica di come è stato fatto. Per questo, Mediaset sta pensando di coinvolgere la Rai in una nuova avventura satellitare, Tivù Sat (48% Mediaset, 48% Rai, 4% La7). Eutelsat ha già pronto un satellite con nuovi trasponder, non bisognerà nemmeno spostare la parabola di Sky. A quel punto che fine farà il «vecchio» e costoso digitale terrestre?
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30-01-2009, 14:35 | #12 |
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in effetti finora il dtt per me e' stata una grandissima delusione...
mancano tutte le reti rai , ci sono molti meno canali che in analogico , non vedo differenze di qualita' sempre con l'analogico... C'a'.z'.a
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30-01-2009, 17:36 | #13 |
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fatto sta che la situazione è ridicola, ancora nessun canale in 16.9 e hd manco a pagarlo, solo in rarissime occasioni vedi europei... non che sky sia messa molto meglio su qesto aspetto. ma che lo compro a fare un tv lcd se poi devo vedere la tv male e pure deformata?
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26-05-2009, 13:30 | #14 |
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Salve a tutti,
scusate se riuppo un topic di qualche mese fa, ma in prossimità dello switch over di rai2 e rete4 nel Lazio mi sono reso conto di essere un pochettino disinformato Ho già cercato informazioni ma è rimasto qualche dubbio. In pratica, Tivù è un modo alternativo per vedere i canali gratuiti in chiaro utilizzando satellite + decoder satellitare + card tivù anziché antenna "classica" + decoder digitale terrestre (o tv con dt integrato)? Inoltre, cosa si intende con "il decoder della nuova piattaforma sarà diverso da quello di Sky"? Che sono in commercio decoder che hanno una tecnologia tutta nuova o semplicemente che quelli "marchiati Sky" (che quindi presumo abbiano un firmware bloccato con limitazioni, o qualcosa del genere...) non andranno bene ma tutti gli altri sì? In poche parole Lo Humax ci5100x che già ho andrà bene? Grazie a chi saprà togliermi questi dubbi; mi resta solo un dubbio sulla scelta del dtt per mia nonna, ma non è questo il topic per parlarne
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26-05-2009, 14:16 | #15 | ||
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Gli altri decoder .... quelli liberi dovrebbero non avere problemi .... bisognerebbe capire con quali specifiche trasmetterà la nuova piattaforma ....
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26-05-2009, 14:25 | #16 |
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Mi correggo ....
Il CAS scelto per Tivù Sat è il Nagravision, quindi, salvo accordi di simulcrypt tra SKY Italia e Tivù, di cui al momento non si ha notizia, o aggiornamenti dello SKYBOX da parte di SKY Italia volti a renderlo multicrypt, non sarà possibile fruire della programmazione criptata di Tivù Sat mediante SKYBOX, in quanto la piattaforma SKY usa il CAS VideoGuard. In commercio comunque saranno disponibili set-top box per la ricezione della televisione digitale satellitare in grado di decriptare il Nagravision e quindi in grado di fruire della programmazione criptata FTV di Tivù Sat. Alcuni di questi saranno anche in grado di ricevere i servizi interattivi in standard MHP analogamente a quanto succede per il digitale terrestre italiano. Molto probabilmente sui set-top box in grado di ricevere la programmazione criptata di Tivù Sat sarà presente il bollino DGTVi che segnalerà tale caratteristica in modo simile a quanto succede per l'offerta a pagamento del digitale terrestre italiano. I programmi criptati di Tivù Sat saranno fruibili anche attraverso normali set-top box per la ricezione della televisione digitale satellitare dotati di Common Interface in abbinamento ad un modulo di accesso condizionato, che verrà messo in vendita dal 2010. Tali CAM permetterebbero di fruire della programmazione criptata di Tivù Sat anche con i televisori in grado di ricevere la televisione digitale satellitare autonomamente (cioè senza l'utilizzo di un set-top box) e in cui è stato implementato il Common Interface. Resterebbe però il problema legato ai servizi interattivi, non disponibili per i decoder non indicati dal consorzio. In merito ai canali Rai Sat comunque se ne saprà di più il 28 maggio 2009 giorno in cui il consiglio di amministrazione della RAI ridiscuterà gli attuali contratti tra Rai Sat e SKY Italia in scadenza il 30 giugno 2009
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26-05-2009, 14:30 | #17 |
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Rispondo a questo visto che al resto è già arrivata risposta.
Al 99% lo humax andrà bene, basta aggiungere una cam apposita al decoder. Lascio l'1% di possibilità perchè potrebbe anche esserci incompatibilità tra cam e decoder, ma son casi rari (soprattutto sugli humax che di solito son ben fatti e compatibili con tutto). Cmq bisogna aspettare che ste benedette schede tivù vengano distribuite |
26-05-2009, 15:08 | #18 |
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Grazie ad entrambi per i chiarimenti!
Quindi anziché equipaggiare la tv che ho in salone con il digitale terrestre mi conviene aspettare la scheda tivù e verificare la compatibilità col decoder, anche perché se ho capito bene non costerà nulla essendo rimborsata dal canone tv
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