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Old 30-08-2008, 21:29   #701
naitsirhC
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Colpe bipartisan

Copio incollo da un mio altro intervento per chi non ricorda come sono evoluti i problemi in Alitalia:
…Nel 96 Cempella stima a 3mila miliardi di lire la quota necessaria per la ricapitalizzazione. Ma poiché viene da un soggetto pubblico, la legge prevede che passi l’esame da parte della Comunità Europea. Per poter avere l’ok occorre che i risultati del piano, e cioè la redditività dell’intervento dell’azionista pubblico, sia uguale alla redditività attesa da un finanziatore privato. Ovvero, lo Stato può ricapitalizzare, ridare energie economiche al proprio vettore, ma come un qualunque investitore privato che dal finanziamento si aspetta un utile in linea con il mercato. Non può fare quindi finanziamenti a fondo perduto.
Secondo Cempella il suo piano risponde alla normativa, eppure alla fine del processo di esame, la Comunità decide di assegnare a questa operazione il titolo di “Stato compatibile”, questo significa mettere l’azienda per quattro o cinque anni sotto tutela impossibilitandolo ad aprire nuove rotte, acquistare nuovi arerei e applicare la migliore tariffa sulla stessa rotta.
Per l’AD, il Governo non aveva fatto abbastanza per evitare questa decisione: «Lo Stato italiano, l’azionista, accettò questa “imposizione”, quando un’azione molto più incisiva del Governo avrebbe probabilmente determinato una fine diversa».
E infatti in quegli anni Air France e Iberia chiedono e ottengono dalla Comunità Europea di poter ricapitalizzare come finanziamento di mercato, nonostante il loro piano industriale presenti degli indici di premio (cioè guadagni) inferiori a quelli del piano di Cempella che quindi fa approvare dal Consiglio di Amministrazione un ricorso “perché fermamente convinto che la decisione fosse iniqua e ingiusta”.
Il ricorso viene vinto il 12 dicembre del 2000, ma per l’azienda ormai è troppo tardi.
Se quindi come ammesso dalla stessa Comunità Europea, le ragioni della bocciatura non erano nel piano industriale, dove si trovavano? L’unica risposta che Fausto Cereti si dà è legata agli interessi che l’Europa stessa aveva in Italia, soprattutto in relazione al progetto “Malpensa 2000”.
Il 21 ottobre del ‘98 cade il Governo Prodi, a governare l’Italia ora è Massimo D’Alema, mentre il nuovo Ministro dei trasporti è Tiziano Treu.
Nel frattempo i rapporti con l’Europa si complicano: viene accolto il ricorso delle compagnie europee riguardo Malpensa e viene chiesto al Governo di modificare l’assetto dei voli. Il 12 ottobre ‘99 il Ministro Treu ribadisce al Commissario europeo Lodola de Palacio che il trasferimento avverrà secondo le date previste: il 15 dicembre ’99 e il 15 dicembre 2000.
Ma a complicare le cose si aggiunge il Ministro dell’ambiente Edoardo Ronchi che il 25 novembre, di concerto a quello dei beni culturali, esprime una valutazione di impatto ambientale negativa di Malpensa in quanto si trova nel parco del Ticino. Chiede dunque un nuovo esame del programma sul trasferimento dei voli.
Un mese dopo Lodola de Palacio in una lettera al Ministro Tiziano Treu ribadisce i dubbi su Malpensa 2000 e chiede di rimandare il trasferimento dei voli per effettuare una precisa analisi dell’impatto e delle misure ambientali.
Questa decisione non convince il Presidente Alitalia Fausto Cereti: «Noi chiamiamo sempre l’Europa ad arbitrare i nostri affari interni, ma evidentemente se l’arbitro ha anche degli interessi propri cerca di difenderli! Ha approfittato di una situazione in cui l’agnello gli veniva portato dal pastore…».
Il 14 dicembre ’99, un solo giorno prima della data prevista per il trasferimento, in un’agenzia dell’Ansa si legge: “Domani non ci sarà il previsto trasferimento di voli da Linate a Malpensa: lo ha deciso il Ministro Treu d’intesa con il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema”.
La KLM decide quindi di rompere l’alleanza il 20 aprile del 2000 con questa motivazione: mancato sviluppo di Malpensa e mancato sviluppo del vettore italiano. La società olandese preferisce pagare la penale prevista di 250 milioni di euro che la porta vicina al fallimento, piuttosto che rimanere legata ad Alitalia…
Ed i sindacati di categoria, per anni, hanno usato l’arma degli scioperi a go-gò per stoppare ogni tentativo di snellimento del baraccone Alitalia…
E non mi dimentico neanche di citare i voli cancellati a migliaia, i disguidi tecnici creati ad hoc, le centinaia di certificati di malattia fasulli che han bloccato a terra molti aerei ed il menefreghismo verso i passeggeri che ovviamente con il tempo han cambiato, giustamente, vettore.
L'Alitalia, rappresenta uno dei punti focali del fallimento di un'intera classe politica e sindacale.
Cari signori e care comari, se questa azienda, come le ferrovie dello stato, la telecom ed altre ancora, sono ad un passo dal fallimento.... è inutile che vi arrampichiate sugli specchi scaricando la colpa su un singolo individuo, perchè è l'intero sistema politico-economico di questo povera Italia che ha prodotto tali disastri.
naitsirhC è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 30-08-2008, 21:54   #702
claudioborghi
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Strano non abbia ancora scritto un """"articolo""" sul grosso successo del capo.
Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo"
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere.
claudioborghi è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 30-08-2008, 22:00   #703
naitsirhC
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Originariamente inviato da claudioborghi Guarda i messaggi
Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo"
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere.
Vista la "caratura" degli """""imprenditori""""" scesi in campo... io non sono tanto convinto che sia un grosso successo...
Ovvio che spero di sbagliarmi.
naitsirhC è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 30-08-2008, 22:17   #704
LUVІ
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Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo"
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere.
Era impossibile che lisciassi l'occasione di fare l'ennesima figura di cacca sul rotolo

LuVi
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Old 30-08-2008, 22:30   #705
Cfranco
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Sbagli... infatti c'e' sul "giornale" di venerdi', in prima con rimando in penultima.
Penso anche di aver usato proprio le parole "grosso successo"
E quello stesso giorno mi sono beccato pure i complimenti da quel noto berlusconiano di Dario Di Vico (ex sindacalista) nella sua rubrica su "style" del corriere.
Regalare un' azienda a una gang di pregiudicati facendo pagare i debiti ai cittadini ...
E' un "grosso successo" indubbiamente , ma per chi ?
1 - Per il contribuente che pagherà i debiti Alitalia ?
2 - Per il risparmiatore derubato ?
3 - Per il finanziere abituato a farsi pagare per le sue amicizie politiche affondando aziende e accollando debiti ai cittadini ?
__________________
Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn
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Old 30-08-2008, 23:12   #706
claudioborghi
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Regalare un' azienda a una gang di pregiudicati facendo pagare i debiti ai cittadini ...
E' un "grosso successo" indubbiamente , ma per chi ?
Vedremo... tanto per cominciare questi ci mettono un miliardo e devono farla funzionare almeno per cinque anni... ah, inoltre dopo cinque anni deve funzionare cosi' bene da far si' che valga di piu' in modo che loro possano ottenerci un profitto, altrimenti perdono tutto. Mica facile, fino ad ora nessuno e' mai riuscito a creare valore da Alitalia, nemmeno quando i debiti venivano ripianati schioccando le dita. L'ultimo che consegno' un bilancio in nero venne licenziato da Prodi presidente IRI una ventina d'anni fa perche' la cosa era evidentemente disdicevole.

Vale la pena comunque ricordare come siamo arrivati qui:

http://css.ilgiornale.it/index.php?P=a.htm&ID=266101
claudioborghi è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 30-08-2008, 23:52   #707
^TiGeRShArK^
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Vedremo... tanto per cominciare questi ci mettono un miliardo e devono farla funzionare almeno per cinque anni... ah, inoltre dopo cinque anni deve funzionare cosi' bene da far si' che valga di piu' in modo che loro possano ottenerci un profitto, altrimenti perdono tutto. Mica facile, fino ad ora nessuno e' mai riuscito a creare valore da Alitalia, nemmeno quando i debiti venivano ripianati schioccando le dita. L'ultimo che consegno' un bilancio in nero venne licenziato da Prodi presidente IRI una ventina d'anni fa perche' la cosa era evidentemente disdicevole.

Vale la pena comunque ricordare come siamo arrivati qui:

http://css.ilgiornale.it/index.php?P=a.htm&ID=266101
nel senso che la risaneranno come hanno risanato telecom italia?
credo che sia l'unico caso MONDIALE di un'azienda di telecomunicazioni monopolista con il possesso dell'ultimo miglio che è riuscita ad arrivare con i conti in rosso grazie alla "capace" gestione dei nostri "imprenditori".
O c'è qualche altra azienda del genere che abbia fatto come telecom italia?
che io ricordi la AT&T fu smembrata dall'antitrust americano perchè aveva raggiunto dimensioni spropositate (cosa che non hanno imposto nemmeno ala Microsoft).
__________________
^TiGeRShArK^ è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 30-08-2008, 23:54   #708
Brakon
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Grosso successo? Per quelle persone che mangeranno da Alitalia, sicuro. Come per Telecom, come per Parmalat.
Stessa cosa.

"vedremo" una bella mazza, tanto tra 5 anni il popolo bue sarà tanto rincoglionito e/o preso da altri problemi da essersi dimenticato di Alitalia, mentre questi "imprenditori" avranno dalla loro ricchezze tipo signorotti feudali. E noi paghiamo DA SUBITO mentre lor signori hanno 5 anni per pararsi il culo e riempire il sacco del dollaro.

Ma non è un mistero che per metà degli Italiani questo è il modo giusto di fare le cose e vorrebbero tutti essere imprenditori rampanti alla colanino... solo che non c'è abbastanza soldi per tutti, a spartirsi le torte più ricche sono solo quei quattro gatti e allora che si fa?
__________________
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Old 30-08-2008, 23:59   #709
Pucceddu
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Vedremo... tanto per cominciare questi ci mettono un miliardo e devono farla funzionare almeno per cinque anni... ah, inoltre dopo cinque anni deve funzionare cosi' bene da far si' che valga di piu' in modo che loro possano ottenerci un profitto, altrimenti perdono tutto. Mica facile, fino ad ora nessuno e' mai riuscito a creare valore da Alitalia, nemmeno quando i debiti venivano ripianati schioccando le dita. L'ultimo che consegno' un bilancio in nero venne licenziato da Prodi presidente IRI una ventina d'anni fa perche' la cosa era evidentemente disdicevole.

Vale la pena comunque ricordare come siamo arrivati qui:

http://css.ilgiornale.it/index.php?P=a.htm&ID=266101
Cosa ti sei perso della semplice proporzione perdite alitalia = esuberi

Dove se esuberi = 0, guadagno alitalia è praticamente automatico?

(credo, è l'1 e potrei aver sbagliato qualcosa )

Facile andare in guadagno così, ennessimo tentativo di dar valore positivo ad una cosa disgustosa.
__________________
Ho concluso con millemila utenti
Pucceddu è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 31-08-2008, 07:27   #710
claudioborghi
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Vedremo
Aggiungo anche questo di oggi alla discussione.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=286940
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Old 31-08-2008, 07:51   #711
LUVІ
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Originariamente inviato da Brakon Guarda i messaggi
Grosso successo? Per quelle persone che mangeranno da Alitalia, sicuro. Come per Telecom, come per Parmalat.
Stessa cosa.

"vedremo" una bella mazza, tanto tra 5 anni il popolo bue sarà tanto rincoglionito e/o preso da altri problemi da essersi dimenticato di Alitalia, mentre questi "imprenditori" avranno dalla loro ricchezze tipo signorotti feudali. E noi paghiamo DA SUBITO mentre lor signori hanno 5 anni per pararsi il culo e riempire il sacco del dollaro.

Ma non è un mistero che per metà degli Italiani questo è il modo giusto di fare le cose e vorrebbero tutti essere imprenditori rampanti alla colanino... solo che non c'è abbastanza soldi per tutti, a spartirsi le torte più ricche sono solo quei quattro gatti e allora che si fa?
Quoto, sommerso dallo spam.
LUVІ è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 31-08-2008, 08:02   #712
luxorl
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Old 31-08-2008, 08:08   #713
luxorl
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Mai criticare il padrone.
Il padrone ha sempre ragione.
Ogni scelta del padrone è legge.
Anche quando l'evidenza mi schiaccia io continuerò a difendere il mio padrone fino alla morte

(chissà come potrà ricompensarmi questa volta)


L'Italia va a rotoli principalmente anche per gli italiani intelligenti che si vendono. E sono quelli che mi creano più rabbia e disappunto per non dire di peggio....

NB: Questo è un post generico. Se qualcuno si ci rispecchia dentro mi dispiace per la sua coda di paglia.
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Old 31-08-2008, 08:11   #714
luxorl
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E' uscita la conferma di chi si accollerà la Bad Company?
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Old 31-08-2008, 09:19   #715
John Cage
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Aggiungo anche questo di oggi alla discussione.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=286940
Visto il tuo riferimento al problema dei rifiuti mi veddebbe da dire che è stata trovata una solizione "alla napoletana".
Ma a beneficio di chi?

Imprenditori monopolisti e lavoratori liberisti.

Sempre più chiaro: ha ragione Tremonti quando dice che il sistema del libero mercato ha fallito e deve tornare a prevalere la presenza dello stato.

Si monopolizza il mercato interno con la fusione tra alitalia e air one e si vietano le rotte su alcuni aeroporti privilegiando i monopolisti ed impedendo la libera concorrenza.

Alla faccia del libero mercato.
Un giorno si svegliano "liberisti" e un giorno monopolisti, a seconda della convenienza.

Ovviamente però solo quando la questione riguarda gli "imprenditori", perchè nel campo del mercato del lavoro bisogna continuare ad essere ultraliberisti.

Un sistema che definire schizofrenico è poco.




.
John Cage è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 31-08-2008, 09:29   #716
danny2005
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Le sorti magnifiche della cordata tricolore
di EUGENIO SCALFARI

Ha detto Giulio Tremonti: "Il governo Prodi ci ha lasciato due disastri: l'immondizia di Napoli e l'Alitalia, oltre ad una situazione economica e finanziaria spaventosa. Il presidente Berlusconi ha risolto in 58 giorni il problema dei rifiuti e in 120 giorni ha salvato l'Alitalia. Noi abbiamo rimesso i conti a posto con la Finanziaria di luglio".

Giovedì è stato il giorno del trionfo e le celebrazioni sono continuate nei giorni successivi insieme a una pioggia di nuovi annunci sul federalismo, sulla sicurezza, sulla sanità, sulla scuola.

Ha parlato Berlusconi in tivù. Ha parlato Cicchitto. Hanno parlato Bossi, Calderoli, Maroni. Ha parlato Gelmini. Ha parlato Bombassei della Confindustria, anche lui magnificando la politica del fare rispetto a quella del dire e bruciando il suo chicco di incenso al culto berlusconiano. Qualcuno non ha mancato di indicare alla gogna i giornali "radical-chic" che si ostinano a non unirsi al coro e che comunque "non contano niente di fronte ai trionfali sondaggi di questo scorcio agostano".

Infine ha parlato anche Roberto Colaninno, presidente "in pectore" della nuova Alitalia, con un'intervista rilasciata al nostro direttore Ezio Mauro e pubblicata venerdì scorso. Un'intervista di grande interesse perché Colaninno spiega la filosofia imprenditoriale che ha indotto lui e altri quindici imprenditori italiani a impegnare oltre un miliardo di euro per salvare dal fallimento la compagnia di bandiera indipendentemente dalle opinioni politiche di ciascuno di loro.

Colaninno si è sempre proclamato di sinistra ed ha ribadito in quell'intervista la sua collocazione ma le sue opinioni politiche - ha detto - non hanno niente a che vedere con la sua visione imprenditoriale. L'Alitalia era un'occasione per mettere quella vocazione alla prova rischiando anche un po' di soldi (nel suo caso 200 milioni che non è poca cosa).

Questo ha fatto insieme ad altri suoi compagni di cordata. Chiede di esser giudicato sui risultati.

Alle domande criticamente incalzanti di Ezio Mauro ha risposto che non stava a lui di distribuire torti e responsabilità sul disastro Alitalia e neppure sui provvedimenti che il governo avrebbe preso per render possibile la nuova avventura della compagnia di bandiera. "Una cosa è certa" ha detto "l'Alitalia è fallita. Per farla rinascere bisognava liberarla dai pesi del fallimento. Ora si riparte da qui".

"Incipit nova historia".

La filosofia imprenditoriale è sempre stata questa, non è una scoperta di Colaninno e non ci stupisce. Neppure stupisce che quella filosofia si sia richiamata nel tempo con eguale vigore al libero mercato, al protezionismo, perfino all'autarchia, operando per salvaguardare il profitto d'impresa nelle condizioni storicamente date.

Il profitto (l'ho scritto più volte) è la sola variabile indipendente che l'impresa prende in considerazione ed è la sua unica modalità. In un sistema capitalistico le cose stanno così. La democrazia, cioè la sovranità popolare, può correggere questa filosofia capitalistica introducendovi dosi più o meno forti di socialità, di pari opportunità, di visione generale del bene comune.

Non è accettabile invece che la legittima vocazione imprenditoriale al profitto sia fatta passare per dedizione alla salvezza del Paese e alle sue "magnifiche sorti e progressive". Colaninno nella suddetta intervista ha battuto ripetutamente su questo tasto senza forse rendersi conto che, se si rivendica anche un ruolo di salvatori della patria ci si espone inevitabilmente all'esame delle "condizioni date" entro le quali l'operazione specifica avviene, chi ci guadagnerà e chi ne pagherà il conto.

Se ci si veste da salvatori bisogna rispondere alle critiche e non liberarsene con la frase "che altro può fare un imprenditore?".

L'imprenditore può fare tante cose tra le quali anche astenersi dal partecipare ad operazioni che hanno un contenuto eminentemente politico assai più che di vantaggio economico per la collettività.

L'imprenditore non è necessariamente un maniaco del fare. Se vuole anche la patente di salvatore, allora si rassegni ad ascoltare qualche opinione difforme dalla sua.

* * *

Francesco Giavazzi ha scritto sul Corriere della Sera di mercoledì un articolo sull'Alitalia nello stesso giorno in cui anch'io mi cimentavo con quell'argomento. La coincidenza e l'ispirazione sostanzialmente comune mi ha fatto piacere se non altro perché sarebbe difficile accusare Giavazzi, come pure Deaglio e Boeri, di bolscevismo e di radicalismo scicchettone.

Su un punto tuttavia le mie opinioni non coincidono con quelle di Giavazzi. Egli teme che la cordata di Colaninno si sia imbarcata in un'iniziativa troppo rischiosa. Io penso invece, come Deaglio e Boeri, che quei sedici "capitani coraggiosi" abbiano giocato sul velluto avendo ricevuto la staffetta nelle migliori delle condizioni possibili da un governo che sarà comunque (e forse per alcuni di loro è già stato) concretamente riconoscente.

Basta scorrere il decreto legge uscito dal Consiglio dei ministri di giovedì: divisione della vecchia Alitalia in due società, una "cattiva" con tutte le passività in testa allo Stato, l'altra libera come un uccello in volo e affidata ai privati; sospesi i poteri dell'Antitrust per sei mesi al fine di render possibile la concentrazione Alitalia-AirOne e instaurare il monopolio della tratta Linate-Fiumicino; salvaguardare la nuova Alitalia da ogni rivalsa dei creditori e dei dipendenti; consentirle di acquistare da una società fallita tutta la polpa (aerei, slot, diritti di volo, personale dipendente necessario); aprire un negoziato con i sindacati per portarli, già domati, a stipulare contratti nuovi col nuovo vettore.

Un caso tipico di socializzazione delle perdite e privatizzazione dei profitti, che sarà probabilmente esteso anche ad Air France o a Lufthansa se entreranno per una quota nell'Alitalia nascente.

Chi voglia confrontare l'accordo offerto dai francesi nel marzo scorso vedrà che le differenze sono macroscopiche. Allora non si parlava né di fallimento né di legge Marzano né di divisione in due società, ma dell'acquisto di Alitalia in blocco con i suoi debiti, i suoi dipendenti, la sua flotta. I francesi avrebbero anche pagato allo Stato un prezzo per le azioni e lanciato un'Opa per gli azionisti di minoranza. Avrebbero stanziato 2,600 miliardi per il primo rilancio e incluso Alitalia nel "network" Air France-Klm.

Berlusconi (ma anche Colaninno) hanno definito quell'operazione una svendita. Ma l'operazione attuale come si può definire? Tutti gli oneri allo Stato, tutta la polpa ai privati, Air France compresa se entrerà come azionista. Io direi che un'operazione così si definisce politica di immagine e imbroglio economico.

Sergio Romano, sul Corriere della Sera di ieri ha scritto che l'opposizione dovrebbe collaborare. Non riesco a capire per molti ed egregi opinionisti il ruolo dell'opposizione. Deve collaborare sulla sicurezza, sul federalismo, sulla giustizia, sulla legge elettorale, sulle riforme costituzionali, sulla scuola, sulla sanità. Ed anche su questo pasticcio dell'Alitalia.

Quello che non capisco è dove si può fare opposizione. Sulle fontanelle di quartiere, sindaci di destra permettendolo? Sarebbe interessante saperlo. In realtà si vorrebbe un'opposizione al guinzaglio, un'opposizione addomesticata. Non mi pare sia questo il suo ruolo in una democrazia liberal-democratica. Gli Usa insegnano.

* * *

Forse la parola imbroglio può sembrare eccessiva. Vediamo dunque da vicino alcuni lineamenti dell'operazione.

1. Gli esuberi previsti vanno da un minimo di cinquemila ad un massimo di settemila. Il ministro del "welfare", Sacconi (e prima di lui Berlusconi e Tremonti) assicura che nessun dipendente sarà lasciato per strada. Esistono infatti da quarant'anni alcuni ammortizzatori sociali, la cassa integrazione a zero ore e la mobilità permanente, per un totale di sette anni. Sacconi non inventa nulla che già non vi sia. Ma la cassa integrazione ha un suo plafond e non può estendersi all'infinito. Se si va oltre il limite bisognerà rifinanziarla o inventare nuovi ammortizzatori e nuovi finanziamenti. La questione va considerata con attenzione in tempi di crescita zero del Pil e di incombente disoccupazione.

2. Il governo prevede incentivi e detassazioni per le imprese private che assumano i licenziandi Alitalia. È evidente (Fassino l'ha ricordato ieri) che non si può limitare un provvedimento così anomalo al solo caso dell'Alitalia. Non si possono fare leggi speciali che valgano per un solo soggetto e non per altri. Perciò, se un provvedimento del genere sarà preso, bisognerà estenderlo a tutti gli esuberi che si verificheranno in futuro. Quanto costa una copertura di queste dimensioni?

3. Il governo prevede anche che i piccoli azionisti Alitalia siano indennizzati. Come e in che misura? Attingendo al fondo di garanzia creato per indennizzare i risparmiatori truffati dall'emissione di "bond" fasulli, tipo Parmalat, Cirio, "bond" argentini. Credo che quel fondo sia insufficiente a indennizzare gli azionisti Alitalia. Comunque la fattispecie è completamente diversa. Ma anche qui: se si adotta una strategia di questo genere bisognerà poi estenderla a tutti i piccoli azionisti travolti da crisi societarie. Lo Stato è in grado di assumersi una responsabilità di queste dimensioni? Intervenendo in questo modo mai visto prima sulla Borsa italiana? A me sembra una favola. Anzi l'ennesimo imbroglio.

4. È stato stabilito che gli azionisti della cordata Colaninno non potranno vendere le loro azioni nei prossimi cinque anni, passati i quali saranno liberi di fare quello che più gli sembrerà opportuno. Vedi caso: la scadenza è nel 2013 e coincide con la fine della legislatura. È molto probabile che il grosso dei soci della cordata, che niente hanno a che vedere col trasporto aereo, escano dalla società. Tanto più che avranno come consocio un vettore aereo internazionale, Air France o Lufthansa che sia. In questa vicenda il socio internazionale è destinato ad avere la stessa posizione della spagnola Telefonica in Telecom. È il solo che ne capisce ed è il solo che alla lunga resterà al timone. Ho già scritto che tutta questa vicenda mi ricorda il gioco dell'oca, quando si torna indietro alla casella di partenza. Alla fine avremo una compagnia guidata da un vettore internazionale perché non c'è più spazio in Europa e nel mondo per vettori locali nel mercato globale. La sola differenza sarà che il vettore internazionale avrà speso molto meno di quanto sarebbe avvenuto cinque anni prima.

Questa sì, sarà una svendita preceduta da un imbroglio. Le perdite allo Stato (cioè a tutti noi) i profitti ai privati, nazionali e stranieri. Un imbroglio che camuffa una svendita. La Frankfurter Allgemeine ha scritto ieri: "Un'operazione insolente contro il mercato e contro l'Europa". Ambasciatore Romano, l'opposizione deve collaborare?
(31 agosto 2008)
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Old 31-08-2008, 10:07   #717
John Cage
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Copio incollo da un mio altro intervento per chi non ricorda come sono evoluti i problemi in Alitalia:
…Nel 96 Cempella stima a 3mila miliardi di lire la quota necessaria per la ricapitalizzazione. Ma poiché viene da un soggetto pubblico, la legge prevede che passi l’esame da parte della Comunità Europea. Per poter avere l’ok occorre che i risultati del piano, e cioè la redditività dell’intervento dell’azionista pubblico, sia uguale alla redditività attesa da un finanziatore privato. Ovvero, lo Stato può ricapitalizzare, ridare energie economiche al proprio vettore, ma come un qualunque investitore privato che dal finanziamento si aspetta un utile in linea con il mercato. Non può fare quindi finanziamenti a fondo perduto.
Secondo Cempella il suo piano risponde alla normativa, eppure alla fine del processo di esame, la Comunità decide di assegnare a questa operazione il titolo di “Stato compatibile”, questo significa mettere l’azienda per quattro o cinque anni sotto tutela impossibilitandolo ad aprire nuove rotte, acquistare nuovi arerei e applicare la migliore tariffa sulla stessa rotta.
Per l’AD, il Governo non aveva fatto abbastanza per evitare questa decisione: «Lo Stato italiano, l’azionista, accettò questa “imposizione”, quando un’azione molto più incisiva del Governo avrebbe probabilmente determinato una fine diversa».
E infatti in quegli anni Air France e Iberia chiedono e ottengono dalla Comunità Europea di poter ricapitalizzare come finanziamento di mercato, nonostante il loro piano industriale presenti degli indici di premio (cioè guadagni) inferiori a quelli del piano di Cempella che quindi fa approvare dal Consiglio di Amministrazione un ricorso “perché fermamente convinto che la decisione fosse iniqua e ingiusta”.
Il ricorso viene vinto il 12 dicembre del 2000, ma per l’azienda ormai è troppo tardi.
Se quindi come ammesso dalla stessa Comunità Europea, le ragioni della bocciatura non erano nel piano industriale, dove si trovavano? L’unica risposta che Fausto Cereti si dà è legata agli interessi che l’Europa stessa aveva in Italia, soprattutto in relazione al progetto “Malpensa 2000”.
Il 21 ottobre del ‘98 cade il Governo Prodi, a governare l’Italia ora è Massimo D’Alema, mentre il nuovo Ministro dei trasporti è Tiziano Treu.
Nel frattempo i rapporti con l’Europa si complicano: viene accolto il ricorso delle compagnie europee riguardo Malpensa e viene chiesto al Governo di modificare l’assetto dei voli. Il 12 ottobre ‘99 il Ministro Treu ribadisce al Commissario europeo Lodola de Palacio che il trasferimento avverrà secondo le date previste: il 15 dicembre ’99 e il 15 dicembre 2000.
Ma a complicare le cose si aggiunge il Ministro dell’ambiente Edoardo Ronchi che il 25 novembre, di concerto a quello dei beni culturali, esprime una valutazione di impatto ambientale negativa di Malpensa in quanto si trova nel parco del Ticino. Chiede dunque un nuovo esame del programma sul trasferimento dei voli.
Un mese dopo Lodola de Palacio in una lettera al Ministro Tiziano Treu ribadisce i dubbi su Malpensa 2000 e chiede di rimandare il trasferimento dei voli per effettuare una precisa analisi dell’impatto e delle misure ambientali.
Questa decisione non convince il Presidente Alitalia Fausto Cereti: «Noi chiamiamo sempre l’Europa ad arbitrare i nostri affari interni, ma evidentemente se l’arbitro ha anche degli interessi propri cerca di difenderli! Ha approfittato di una situazione in cui l’agnello gli veniva portato dal pastore…».
Il 14 dicembre ’99, un solo giorno prima della data prevista per il trasferimento, in un’agenzia dell’Ansa si legge: “Domani non ci sarà il previsto trasferimento di voli da Linate a Malpensa: lo ha deciso il Ministro Treu d’intesa con il Presidente del Consiglio Massimo D’Alema”.
La KLM decide quindi di rompere l’alleanza il 20 aprile del 2000 con questa motivazione: mancato sviluppo di Malpensa e mancato sviluppo del vettore italiano. La società olandese preferisce pagare la penale prevista di 250 milioni di euro che la porta vicina al fallimento, piuttosto che rimanere legata ad Alitalia…
Ed i sindacati di categoria, per anni, hanno usato l’arma degli scioperi a go-gò per stoppare ogni tentativo di snellimento del baraccone Alitalia…
E non mi dimentico neanche di citare i voli cancellati a migliaia, i disguidi tecnici creati ad hoc, le centinaia di certificati di malattia fasulli che han bloccato a terra molti aerei ed il menefreghismo verso i passeggeri che ovviamente con il tempo han cambiato, giustamente, vettore.
L'Alitalia, rappresenta uno dei punti focali del fallimento di un'intera classe politica e sindacale.
Cari signori e care comari, se questa azienda, come le ferrovie dello stato, la telecom ed altre ancora, sono ad un passo dal fallimento.... è inutile che vi arrampichiate sugli specchi scaricando la colpa su un singolo individuo, perchè è l'intero sistema politico-economico di questo povera Italia che ha prodotto tali disastri.
Ok, ma manca la storia di Alitalia dal 2001 in poi. Una dimenticanza?
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Old 31-08-2008, 10:08   #718
das
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ma chi te ledice queste cose? Malpensa 2000 è un progetto che è stato presentato dalla Sea nel 1991. L'inaugurazione risale al '98.

Appena c'è qualcosa che sembra fatto male allora scatta subito il "è colpa della sinistra"di default? ILVIO DOCET.
Vabbè, dai, non è grave. Al massimo ci dirai che sei stato frainteso.
No, in realtà ti dico questo:

http://archiviostorico.corriere.it/1...07316953.shtml

Prodi: priorita' assoluta, e' un delitto che il Nord non abbia un grande aeroporto

leggi e medita.

Il progetto risale al '91 ma i lavori erano stati bloccati per via di tangentopoli, l'Europa mise una sacco di bastoni fra le ruote a Malpensa 2000, ma i governi di quegli anni (tutti di sinistra eccetto il B. 1 che è durato 8 mesi) fecero di tutto per andare avanti anche a costo di grandi screzi con l'Europa.

Faccio notare che Air France nell'accordo di acquisto di Alitalia imponeva che gli slot rimasti inutilizzati a Malpensa non potessero essere usati da nessun altro----> Fallimento di Malpensa----> Cattedrale nel deserto ossia la specialità della sinistra.

Senza contare poi i licenziamenti.
das è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 31-08-2008, 10:09   #719
naitsirhC
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Ok, ma manca la storia di Alitalia dal 2001 in poi. Una dimenticanza?
Di quella parte ne hanno parlato in molti.

Ho voluto far presente ciò che invece a molti è sfuggito.
naitsirhC è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
Old 31-08-2008, 10:11   #720
das
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Originariamente inviato da luxorl Guarda i messaggi
Mai criticare il padrone.
Il padrone ha sempre ragione.
Ogni scelta del padrone è legge.
Anche quando l'evidenza mi schiaccia io continuerò a difendere il mio padrone fino alla morte

(chissà come potrà ricompensarmi questa volta)
Essere posseduto da Veltroni mi pare proprio triste. Mi dispiace per te.
das è offline   Rispondi citando il messaggio o parte di esso
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