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Old 12-07-2008, 12:25   #1
IpseDixit
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Nuova vittima dei mutui subprime e la crisi si aggrava

Le autorità americane sono state costrette a rilevare la IndyMac Bank, una delle principali casse di risparmio americane specializzate in mutui.
Il collasso dell'istituto, consumatosi nella notte, e' uno dei piu' grandi fallimenti bancari nella storia degli Stati Uniti: IndyMac ha asset per 32 miliardi di dollari. L'istituto riaprira' i battenti lunedi' mattina sotto la gestione dell'agenzia federale Federal Deposit Insurance Corp. (Fdic).
Il fallimento costera' alla Fdic, e quindi ai contribuenti, tra i 4 e gli otto miliardi di dollari, prelevati dal suo fondo che assicura i depositi bancari e che oggi dispone di 53 miliardi di dollari. Il collasso piu' grave tra le banche americane e' stato, nel 1984, quello della Continental Illinois National Bank & Trust con asset per 40 miliardi di dollari.
Il fallimento di IndyMac e l'intervento governativo sono diventati il segno piu' evidente del continuo aggravarsi della crisi dei mutui e del credito. Le autorita' temono che il crack nel settore finanziario non sara' l'ultimo. Negli ultimi giorni anche la crisi dei colossi dei mutui Fannie Mae e Freddie Mac ha scatenato voci di possibili e colossali salvataggi pubblici in arrivo.
Nella vicenda di IndyMac una delle agenzie di regolamentazione bancaria, l'Office of Thrift Supervision, ha accusato l'influente senatore democratico Charles Schumer di essere responsabile del fallimento: avrebbe seminato il panico inviando a fine giugno una lettera alle autorita' che metteva in dubbio la solidita' finanziaria della banca. Negli undici giorni successivi i risparmiatori hanno ritirato ben 1,3 miliardi in depositi. Ma Schumer ha risposto che la responsabilita' e' invece tutta dell'inadeguata supervisione: le autorita' federali avrebbero dovuto svolgere il loro compito di controllo, impedendo alla banca di utilizzare irresponsabili pratiche nei prestiti immobiliari.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero
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Old 12-07-2008, 12:30   #2
IpseDixit
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Le due istituzioni servono indirettamente circa 55 milioni di americani, garantiscono mutui sul mercato secondario per 5.000 miliardi di dollari e sono la vera cinghia di trasmissione dell'intero mercato secondario. Per questo banche che hanno investito su strumenti garantiti dalle due istituzioni, ad esempio Lehman Brothers, molto esposta, subiscono a loro volta perdite colossali; per questo economisti e analisti chiedono un sostegno del governo e per questo lo stesso Henry Paulson, segretario al Tesoro americano, pur escludendo ieri "bail out", ha già immaginato la creazione di nuovi covered bonds per dare liquidità al mercato. Sembra impossibile però, che in questa situazione di caduta libera ci siano oggi investitori pronti ad entrare senza, quanto meno, la creazione di strumenti di garanzia dello stato.
Comunque sia, l'atmosfera di oggi ci riporta a 70 anni fa, al 1938, quando il Presidente Franklin Delano Roosevelt, nel mezzo della grande depressione e nel mezzo della violentissima crisi immobiliare e finanziaria di allora, invocò di nuovo l'intervento dello stato e lanciò la Federal National Mortgage Association. L'acrinomo FNMA fu presto trasformato nel nome e cognome rappresentativo di una figura materna e rassicurante, Fannie Mae. Nel giro di pochi anni i muscoli dello stato fecero leva contro la psicologia negativa degli investitori. La situazione si normalizzò e fino al 1968, Fannie Mae (ormai è da decenni il suo nome ufficiale) restò statale: rilevava da banche e istituzioni portafogli di mutui, li garantiva e li ricollocava presso altri investitori. Divenne così la cinghia di trasmissione principale per la creazione di un mercato secondario, consentiva alle banche di scaricare vecchi mutui e di emetterne di nuovi; non aveva mai rapporti diretti con il consumatore, ma lo agevolava lo stesso, mantenendo, con il suo intervento, i tassi di interesse su livelli accessibili. Il suo reddito era determinato da un premio di garanzia sull'ammontare ricollocato. Nel 1970, con un mercato forte, il Congresso decretò la nascita di un'altra istituzione simile, la Federal Home Loan Mortgage Corporation. L'acronimo FHLMC divenne subito Freddie Mac, il compagno paterno a benevolo della signora Fannie Mae, di nuovo istituzione privata, di nuovo attiva sul mercato secondario.
Le cose andarono bene per molto tempo, le istituzioni si reggevano bene da sole, lo stato guardava da lontano e autorizzava di fatto un monopolio del mercato. I massimi, negli ultimi otto anni, in borsa li abbiamo visti per Fannie Mae nel 2000 a quota 87,8 dollari per azione e per Freddie Mac nel 2004 a quota 73,7 dollari per azione. Poi ci furono alcune difficoltà contabili, qualche tempesta politica, dimissioni di un paio di amministratori delegati. Ma la vera crisi è dei nostri giorni: Fannie Mae ha perso il 13% mercoledì, il 13,7% giovedì e ieri il 22,4%. Ha chiuso a quota 10,25 con una perdita dell'87,9% sui massimi. Freddie Mac ha perso il 23,7% mercoledì, il 22,03% giovedì e ieri, dopo essere sprofondata nell'intraday, ha recuperato chiudendo in ribasso del 3,1%. Ha archiviato la seduta a quota 7,65, con una perdita dell'89,5% sui massimi. E se si andrà avanti così? L'intervento dello Stato, al di là del "moral hazard" diventerà, in una forma o nell'altra, inevitabile. Anche perché la crisi avanza: in California, sempre all'avanguardia, molti comuni hanno creato dei parcheggi speciali dove chi ha perso la casa potrà recarsi la notte per dormire in macchina. A motori spenti, perché il carburante ha già costi inaccessibili.

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero
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Old 12-07-2008, 13:02   #3
marcolinuz
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Gli americani (ma non solo) non hanno ancora capito che il mercato finanziario va pesantemente controllato e reso trasparente al massimo, queste crisi e i successivi fallimenti sono sempre dietro l'angolo.
E' incredibile che possano accadere e sopratutto ripetersi.

Fannie Mae e Freddie Mac sono praticamente insolventi, dovranno essere salvate, facendo ricadere i costi pesantissimi su tutti gli americani (ma non solo).
Misure "straordinarie" dovevano essere prese già da tempo.

Sta arrivando la piena.
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Old 12-07-2008, 13:27   #4
Scalor
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mi sembra che si agisca in modo sbagliato, le finanziarie sono una impresa libera, e per questo ha un RISCHIO D'IMPRESA se fallisce, se le casse sono vuote significa che i mutui subprime li ha dati a persone prive di garanzia, quindi è giusto che fallisca. nessun aiuto di stato, perchè alla fine se no l'incapacità di operare nel mercato ricade su tutti i cittadini.

viceversa bisogna assicurarsi che le banche che fanno da " cassaforte " dei dpositi dei cittadini siano svincolate dalle società finanziarie. ma dovrebbe gia essere così.
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Old 12-07-2008, 14:01   #5
Cfranco
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Gli americani (ma non solo) non hanno ancora capito che il mercato finanziario va pesantemente controllato e reso trasparente al massimo, queste crisi e i successivi fallimenti sono sempre dietro l'angolo.
E' incredibile che possano accadere e sopratutto ripetersi.
Al confronto del nostro mercato quello americano è acqua di fonte ...
__________________
Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn
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Old 12-07-2008, 15:03   #6
marcolinuz
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mi sembra che si agisca in modo sbagliato, le finanziarie sono una impresa libera, e per questo ha un RISCHIO D'IMPRESA se fallisce, se le casse sono vuote significa che i mutui subprime li ha dati a persone prive di garanzia, quindi è giusto che fallisca. nessun aiuto di stato, perchè alla fine se no l'incapacità di operare nel mercato ricade su tutti i cittadini.
L'aiuto di stato non è per quelle imprese lì (ne sono già fallite due o tre se non erro) è per quelle che fanno da garanzia e che sono già semi-pubbliche. In questa situazione è inevitabile. Il mercato a questo punto, da solo non ce la fa.
Qui stiamo parlando di una crisi che è arrivata a coinvolgere due istituti che dovrebbero fare da argine a che i rischi di impresa non coinvolgano l'intero sistema. Capisci è un po' più drammatico.
Dovranno per forza mettere ricorrere al debito federale da ripianare con il tempo a forza di tasse e tagli alle spese.

Le distorsioni del mercato dei mutui si conosceva da parecchio tempo, si poteva evitare benissimo di arrivare a questi livelli.
Articolo del 2002
http://archiviostorico.corriere.it/2...09021958.shtml

A questo livello ci sono arrivati colpevolmente senza prendere misure per controllare a fondo il mercato e prevenire il disastro.

Quote:
viceversa bisogna assicurarsi che le banche che fanno da " cassaforte " dei dpositi dei cittadini siano svincolate dalle società finanziarie. ma dovrebbe gia essere così.
E' leggermente diverso, non solo non sono svincolate, ma non sono neanche delle cassaforti. Ed è tutto globalizzato.
Quello che tiene in piedi tutto è trasparenza, controllo e di conseguenza fiducia.
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Old 12-07-2008, 16:04   #7
Scalor
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Originariamente inviato da marcolinuz Guarda i messaggi
L'aiuto di stato non è per quelle imprese lì (ne sono già fallite due o tre se non erro) è per quelle che fanno da garanzia e che sono già semi-pubbliche. In questa situazione è inevitabile. Il mercato a questo punto, da solo non ce la fa.
Qui stiamo parlando di una crisi che è arrivata a coinvolgere due istituti che dovrebbero fare da argine a che i rischi di impresa non coinvolgano l'intero sistema. Capisci è un po' più drammatico.
Dovranno per forza mettere ricorrere al debito federale da ripianare con il tempo a forza di tasse e tagli alle spese.


......
se fanno da garanzia, non sono obbligate a farlo, fanno delle scelte sia aziendali che finanziarie e accettano un rischio. se queste aziende, finanziarie enti banche vengono salvate da finanziamenti o crediti pubblici viene meno il rischio di impresa.

se il ho una banca e gli deposito i miei soldi, vorrei che non entrasse in partecipazione in settori a rischio, e\o ne faccia da garante o fideiussioni ecc. viceversa se faccio con i miei denari investimenti speculativi, ad alto interesse, allora implicitamente accetto il rischio corrrelato.
il settore dei mutui subprime, cioè al consumo e " quasi senza garanzia, serve solo a mantenere alto il livello delle vendite. non serve a nientealtro, indebita persone gli unici che ci guadagnano è il sistema, chi ci lavora dentro, e chi vende, i benefici, tipo il mantenimento dell'occupazione guadagnano solo marginalmente.
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