Zuckerberg difende Meta in aula: Instagram e WhatsApp nel mirino dell'antitrust

Mark Zuckerberg ha testimoniato davanti alla corte federale di Washington per difendere Meta dalle accuse di concorrenza sleale legate alle acquisizioni di Instagram e WhatsApp
di Rosario Grasso pubblicata il 15 Aprile 2025, alle 13:31 nel canale WebMeta
Mark Zuckerberg ha testimoniato presso la corte federale di Washington DC nel processo intentato dalla Federal Trade Commission, che accusa Meta di abuso di posizione dominante nel mercato dei social media. Il procedimento è stato avviato nel 2020, nelle fasi conclusive del primo mandato presidenziale di Donald Trump, e mira a ottenere lo scorporo di Instagram e WhatsApp, che ovviamente modificherebbe sensibilmente la fisionomia di Meta.
La FTC sostiene che le due acquisizioni - Instagram nel 2012 per un miliardo di dollari e WhatsApp nel 2014 per 19 miliardi - siano state mosse da un intento di eliminare potenziali rivali, piuttosto che da logiche di crescita. A supporto della tesi, la FTC ha citato messaggi interni in cui Zuckerberg esprimeva preoccupazione per il rapido sviluppo di Instagram e la distanza che separava Facebook dai suoi nuovi rivali.
Sul banco dei testimoni, il CEO di Meta ha minimizzato il peso di quelle comunicazioni, definendole riflessioni preliminari. Ha inoltre spiegato che l’interesse per Instagram era legato soprattutto alla tecnologia fotografica dell’app e non alla sua natura di rete sociale. Riguardo a WhatsApp, la difesa ha sostenuto che l’obiettivo era quello di far crescere un’app di messaggistica con potenzialità globali.
Durante il procedimento, il legale della FTC Daniel Matheson ha descritto le acquisizioni come un tentativo deliberato di evitare la competizione: "Hanno scelto di comprare i rivali anziché affrontarli sul mercato", ha dichiarato. Meta, per contro, ha ricordato che sia Instagram che WhatsApp sono stati esaminati e approvati all’epoca delle operazioni, e che nessuna normativa vieta acquisizioni finalizzate a migliorare prodotti e servizi.
Nel frattempo, le relazioni tra Meta e l’ambiente politico statunitense sono sotto osservazione. La società ha ripreso contatti con Donald Trump e ha introdotto nella governance figure a lui vicine, come Dina Powell McCormick e Dana White. È stato anche raggiunto un accordo da 25 milioni di dollari per risolvere la controversia legata alla sospensione dei profili dell’ex presidente dopo l’assalto al Campidoglio.
Secondo il Wall Street Journal (via BBC), Zuckerberg avrebbe incontrato Trump alla Casa Bianca per sollecitare il ritiro del procedimento. Meta non ha smentito, ribadendo ancora una volta che secondo il suo punto di vista la causa è “scollegata dalla realtà”.
La durata stimata del processo è di circa due mesi. Nel frattempo, il governo federale continua a portare avanti altri casi simili contro giganti come Google, Apple e Amazon. Ma la partita con Meta si prospetta più complessa: il panorama dei social media, a differenza della ricerca online, presenta una concorrenza più variegata, con attori come TikTok, YouTube e X.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoellamado'...non mi risulti zuck abbia ammazzato qualcuno...che poi qualcuno soffra psicologicamente di questo costante bombardamento di stimoli è probabile ma vogliamo dare tutta la colpa a facebook and co?
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