World Emoji Day: oggi è la giornata mondiale delle faccine. Ecco come sono nate e cosa significano

Si festeggia oggi, 17 luglio, la Giornata Mondiale delle Emoji, le ormai famose faccine gialle che ogni utente utilizza quotidianamente nei sistemi di messaggistica. Come sono nate e quali evoluzioni hanno avuto? Ve lo spieghiamo.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 17 Luglio 2019, alle 10:01 nel canale WebSi chiama World Emoji Day che tradotto non è altro che la Giornata Mondiale delle Emoji. Esatto le ormai famose faccine gialle che ogni giorno da anni inseriamo nei nostri messaggi da inviare agli amici o ai parenti e che ci permettono in qualche modo di migliorare la comprensione del nostro stato d'animo o la nostra espressione ad un determinato messaggio. Oggi, 17 Luglio, si festeggia la loro giornata e non è una data casuale questa anzi è proprio il giorno che ricorda la loro nascita.
Emoji: come sono nate e perché
La data del 17 luglio è stata istituita come Giornata Mondiale delle Emoji perché effettivamente nella faccina raffigurante il calendario viene proprio rappresentato il giorno 17 luglio. Le orgini sembrano ricondurre al Giappone a fine anni ’90 quando la prima emoji fu creata da Shigetaka Kurita tra il 1998 e il 1999. Il primo set aveva circa 172 simboli pittografici, da 12 pixel per lato, utilizzato nel sistema nipponico i-mode, primordiale piattaforma web che collegava i telefoni cellulari a internet. Ispirandosi ai manga, ai caratteri cinesi e ai segnali stradali per creare icone di 12×12 pixel. La parola emoji nasce dall’incastro delle parole giapponesi che significano "immagine" e "carattere scritto".
Nel 1997 Nicolas Loufrani nota l’uso crescente di queste “faccine” (o “smiley”) sul web e inizia a creare delle emoticon colorate che corrispondessero in qualche modo ai caratteri ASCII già esistenti, attraverso una combinazione di simboli preesistenti della punteggiatura. I disegni vengono registrati nello stesso anno, e pubblicati come gif su internet.
Le Emoji si sono poi evolute nel tempo e questo grazie anche agli smartphone e alla tecnologia. L'introduzione delle tastiere composte da immagini sui dispositivi come quelli Apple o Android hanno decretato il vero successo delle Emoji che oggi vengono usate dagli utenti addirittura per l'83% in modo continuativo in ogni occasione di interazione virtuale, anche di lavoro. Addirittura per il 50% degli intervistati in Italia, le emoji sono essenziali nel porre le basi per una connessione tra due utenti, indipendentemente dal fatto che sia emotiva o intellettuale.
Pur non considerate da alcuni (un quarto dei sondaggiati) spontanee come il linguaggio non verbale del corpo, gli emoji vi vengono accostate (29%) come mezzo per esprimere (in modo parziale, per il 33%) elementi di tono (di fatti, il 22% se ne avvale per far ironia o scherzare) che, altrimenti, non troverebbero ospitalità nella sola comunicazione testuale. Più radicalmente, l’11% li usa addirittura per sintetizzare in toto interi concetti, all’interno di una comunicazione universalmente comprensibile, anche dai più piccoli.
Ma quante ce ne sono? Ad oggi si contano oltre 1800 immagini che possono variare tra il colore della pelle, il sesso ma anche oggetti, animali, bevande, cibi e negli ultimi tempi anche personaggi trend del momento o anche simboli nuovi. L'Oxford Dictonary nel 2015 ha addirittura eletto la faccina che ride come parola dell'anno. L'evoluzione tecnologica ha portato a realizzare delle faccine animate che oggi, Apple e i suoi concorrenti, pongono di default negli smartphone di ultima generazione.
Non tutti però le utilizzano: secondo alcuni infatti l'uso massiccio delle Emoji porta ad una riduzione delle parole scritte e dunque ad un impoverimento del livello linguistico. E chissà se si dovrà raggiungere un limite anche in questo prima che l'immagine possa sostituire la parola scritta? Ai posteri l'ardua sentenza.
13 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTra un po dovranno aggiungere i giorni al calendario per poter avere altri "Day" di una qualunque cosa esistente sulla terra (e non)
Cò,ò,sòsò,sò,sò,sò,s
#vivalefaccine
Tra un po dovranno aggiungere i giorni al calendario per poter avere altri "Day" di una qualunque cosa esistente sulla terra (e non)
Quando mancheranno i giorni basterà riassumere tutto ne "la giornata internazionale della miglior stronzata" o per gli anglofili il "best shit day"
Umh, a dire il vero wikipedia da ragione a Mucciarelli:
Emojis (Japanese: 絵文字えもじ, English: /ɪˈmoʊdʒi/; Japanese: [emodʑi]; singular emoji, plural emoji or emojis[4]) are ideograms and smileys used in electronic messages and web pages. Emoji exist in various genres, including facial expressions, common objects, places and types of weather, and animals. They are much like emoticons, but emoji are actual pictures instead of typographics.[5[B][SIZE="3"]] Originally meaning pictograph, the word emoji comes from Japanese e (絵, "picture"
Non fraintendermi, io stesso dico spesso che wikipedia "non è la bibbia" per quanto, credo che sopratutto quella inglese, a cui possono contribuire utenti da tutto il mondo, Giappone compreso abbia una certa autorevolezza, mi pareva comunque giusto far notare che la definizione data nell'articolo non è campata in aria, poi può anche essere come dici tu, e d'altronde trovo la tua spiegazione dettagliata coerente e sensata.... Ah, giusto mettiamoci una faccina
A dire il vero i giapponesi per i neologismi usano praticamente sempre la parola inglese (o di qualunque sia la lingua di origine) e la traslitterano in katakana (che è un alfabeto differente, per esempio usato nella parola イタリア, Italia), mentre usano i kanji (caratteri cinesi, come appunto in 絵文字, emoji) per parole giapponesi. Nella stragrande maggioranza dei casi i kanji sono scelti per il loro significato e non per la loro pronuncia, salvo rarissime eccezioni. Quindi è alquanto improbabile che Wikipedia si sbagli in questo caso. Tali eccezioni sono chiamare 当て字, ateji, che vuol dire ‘carattere assegnato’, nei quali il carattere è scelto per il suono e non l’erba il significato. Un esempio famoso è ‘sushi’ 寿司, che ha caratteri il cui significato non ha nulla a che vedere con ciò che il sushi è.
sicuro sarebbe meno inutile
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