Vittorio Colao, chi è il nuovo ministro all'Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale

Vittorio Colao è il nuovo ministro all'Innovazione tecnologica e alla Transizione digitale nella squadra del Presidente Draghi. Scopriamo chi è, il suo curriculum e quali sono le sue idee per rilanciare la digitalizzazione del Paese.
di Manolo De Agostini pubblicata il 13 Febbraio 2021, alle 10:31 nel canale WebIl Presidente del Consiglio Mario Draghi ha comunicato la squadra di governo affidando a Vittorio Colao il ruolo di ministro all'Innovazione Tecnologica e la Transizione Digitale. Colao avrà il compito non certo semplice di traghettare la Pubblica Amministrazione verso una vera svolta digitale, in un'Italia dove il cittadino fatica ancora a interfacciarsi con i vari enti e soprattutto vi sono ampie differenze tra regione e regione, sia nel tasso di innovazione digitale sia negli strumenti usati, che spesso impediscono alle banche dati d'interfacciarsi tra loro, sia a vantaggio del cittadino stesso che dell'apparato statale. Da non dimenticare inoltre il ruolo della copertura in fibra ottica e della nuova rete 5G.
Chi è Vittorio Colao
Nato a Brescia nel 1961, Vittorio Colao è definito da molti un "supermanager" visti i tanti ruoli di peso ricoperti nella sua carriera imprenditoriale. Di origini calabresi, Colao si è laureato all'Università Bocconi di Milano e ha conseguito presso l'Università di Harvard un master in Business Administration. La sua carriera lavorativa parte nelle fila della banca d'affari Morgan Stanley a Londra e in seguito ha fatto parte di McKinsey & Company, una multinazionale attiva nell'ambito della consulenza strategica. Molti di voi però iniziano a conoscerlo dal 1996, quando diventa direttore generale di Omnitel (Omnitel Pronto Italia S.p.A.) e poi CEO di Vodafone Omnitel, la divisione italiana del colosso delle telecomunicazioni.
Nel 2001 assume il ruolo di CEO regionale di Vodafone per l'Europa meridionale, entrando un anno dopo nel consiglio di amministrazione della società. Nel 2003 assume ancora più peso diventando il CEO regionale anche per Medio Oriente e Africa. Dal 2004 al 2006 ha vissuto una parentesi fuori da Vodafone, assumendo il ruolo di amministratore delegato di RCS MediaGroup, per poi tornare in Vodafone come vice amministratore delegato a capo della divisione Europa. La sua scalata ai vertici dell'azienda si conclude il 29 luglio 2008, quando diventa CEO di Vodafone, un incarico che ha ricoperto per quasi 10 anni.
Oltre a essere stato nominato Cavaliere del lavoro nel 2014, Colao ha guidato la task force voluta dall'ex Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per redigere un piano di rilancio per l'Italia nella fase post-pandemia. Divergenze e attriti hanno però portato a riporre il piano in qualche cassetto di Palazzo Chigi.
Molti vedono nella nomina a ministro una sorta di rivincita di Colao verso Conte, ma probabilmente non ci sarà tempo per perdersi in chiacchiere visto che il digitale rappresenta una fetta importante del piano che l'Italia deve portare in Europa per ottenere i soldi del Recovery Fund (Next Generation EU). Un piano che Colao dovrà aiutare a scrivere, forte della sua esperienza nel mondo del digitale e conscio dei benefici che l'innovazione tecnologica può portare al paese. Il Corriere della Sera lo tratteggia come "un sostenitore della carriera delle donne sul posto di lavoro" e "dello smart working", che adottò in Vodafone.
Dal Piano Colao redatto per l'ex Governo Conte emergono alcuni dei punti su cui potrebbe lavorare il nuovo ministro, a partire da un rafforzamento della copertura in fibra ottica - con il conseguente cablaggio della PA (scuole, strutture socio-sanitarie e amministrazioni locali) - e della rete 5G. "Adeguare i livelli di emissione elettromagnetica in Italia ai valori europei, oggi circa 3 volte più alti e radicalmente inferiori ai livelli di soglia di rischio, per accelerare lo sviluppo delle reti 5G. Escludere opponibilità locale se protocolli nazionali sono rispettati", si legge nel documento.
Nel piano si suggerisce inoltre di "concedere voucher per sostenere l’accesso alla banda larga delle fasce meno abbienti della popolazione, focalizzato sulla migliore tecnologia disponibile localmente e differenziato tra fibra e altre tecnologie", ma anche di "lanciare una piattaforma di formazione al lavoro digitale education-to-employment per colmare il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, e il rafforzamento della formazione continua per gli ordini professionali".
Nella squadra di Mario Draghi c'è però spazio anche per un altro "tecnologo" se così vogliamo definirlo, il fisico Roberto Cingolani, che gestirà il ministero della Transizione ecologica (il tema green è un altro pilastro del Recovery). Cingolani arriva da Leonardo, azienda di punta italiana nei settori Aerospazio, Difesa e Sicurezza, dove ha ricoperto il ruolo di Chief Technology & Innovation Officer dal settembre 2019. La sua carriera nel mondo della didattica (sia in Italia che all'estero) e dell'innovazione (ha depositato più di 100 brevetti) è sconfinata, e oltre ad aver fondato e diretto il National Nanotechnology Laboratory (NNL) dell'Infm a Lecce ha dato vita nel 2005 all'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, dove ha ricoperto il ruolo di direttore scientifico ponendo grande accento sulla robotica e l'intelligenza artificiale.
89 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoA mio avviso... con tutti i soldi che dovrebbero arrivare... ho paura che verranno utilizzati per scopi non tanto meritori... il famoso digital divide... lo sistemeranno? o continueremo ad avere metropoli iper-connesse, mentre interi paesi saranno miracolati ad avere una misera adsl 7 Mbit???
Ma brutta assai...
C,mls,òls,òls,òls,òls
un liberalista economico che avrebbe privatizzato anche i letti dentro gli ospedali
non mi ricordo come andò a finire dopo un giro di tavolate di esperti/figure tenniche, oltre i compensi tipo deus ex machina...
compensi che inghiottirono ma non fecero nulla... si dimisero volontariamente, i tempi non erano maturi
e non so in campo tenno-diggitale quali siano i campi sensibili, ed emergenti
C'erano anche i massoni e i rosacroce?
Devi effettuare il login per poter commentare
Se non sei ancora registrato, puoi farlo attraverso questo form.
Se sei già registrato e loggato nel sito, puoi inserire il tuo commento.
Si tenga presente quanto letto nel regolamento, nel rispetto del "quieto vivere".