Tutti i numeri di Kickstarter: l'Italia fanalino di coda dei successi

Kickstarter è una piattaforma con forti luci e ombre profonde. Un'analisi delle campagne di raccolta fondi svela che in Italia è particolarmente difficile farcela e che i progetti tecnologici faticano ad avere successo
di Riccardo Robecchi pubblicata il 20 Luglio 2018, alle 09:41 nel canale WebKickstarter è notoriamente una piattaforma in cui è difficile essere visti e, di conseguenza, avere successo nel raccogliere i fondi. A quanto pare, però, la situazione è particolarmente disperata in Italia: chi avvia una campagna di raccolta fondi nel nostro Paese infatti ha meno del 20% di possibilità di farcela, stando allo storico dei progetti tra il 2009 e il 2017.
A rivelarlo è una infografica pubblicata su Reddit, che mostra i principali Paesi dove vengono avviate campagne sul sito di crowdfunding e le principali caratteristiche delle campagne che hanno avuto successo. Stando ai dati raccolti, il nostro Paese è quello che ha ottenuto i risultati peggiori in assoluto, con solo il 18% dei progetti approvati; i Paesi migliori, invece, sono gli Stati Uniti (38%), Hong Kong (37%) e Regno Unito (36%). Non si tratta nemmeno di una questione di piccoli numeri: dal nostro Paese sono partite ben 2800 campagne di raccolta fondi.
A giocare particolarmente a favore della raccolta, stando ai dati raccolti, sono alcuni fattori come il tempo a disposizione (le campagne che durano 14 giorni o meno hanno più successo), la tipologia (più del 50% delle campagne ha avuto successo solo nei settori danza, teatro e fumetti), e la quantità di denaro richiesto. Le campagne che richiedono poco denaro hanno infatti statisticamente più successo, com'è logico aspettarsi: ciò che appare meno evidente è però il fatto che anche richiedendo meno di 100$ si abbia un tasso di successo di poco superiore al 50%, con un picco negativo inferiore al 5% quando vengono richiesti più di 250.000$.
Le campagne che riguardano la tecnologia e il giornalismo hanno i risultati peggiori, rispettivamente con il 20% e 21% di successi.
Il tasso di progetti che hanno poi reale successo, nel senso che riescono a concludere positivamente il progetto proposto, è probabilmente ancora minore. Sono innumerevoli infatti le storie di progetti finiti male, in cui non sono stati consegnati i beni proposti e non è stato possibile alcun rimborso per gli utenti. Il crowdfunding rimane ancora oggi un mezzo rischioso per ottenere prodotti, anche se sono comunque molte le storie importanti di successo.
15 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoGeneralmente invece si lavora nel classico modo: si crea una pagina con niente di concreto, tante belle parole e si spera che funzioni -_-". Non mi riferisco neanche solo all'Italia...
Anche per 1000$ lo sbattimento mi pare troppo: fai un lavoretto serale/chiedi aiuto ad amici e parenti e li tiri su.
A meno che non vivi in posti dove 100$ equivalgono a 10000$ da noi...
Esattamente, con buona pace degli analisti di turno "l'italia è pronta per il futuro campagne anche per comprare lo shampoo sulle piattaforme crowdfunding"
I risultati erano prevedibili, quando si affrontano problematiche serie in maniera infantile, anche se poi uno passa sempre per gufo e sfigato.
Sono piattaforme per finanziare progetti, non negozi. L'utente deve scegliere con cura i progetti solo ed esclusivamente se gli interessano e se credono nello sviluppatore.
Dal punto di vista fumettistico è di fatto una fantastica piattaforma per chi viene scansato dai publisher ma è convinto di avere tra le mani un prodotto appetibile, cosa che di fatto qui in Italia è abbastanza comune.
Mi dispiace che tu abbia avuto pessime esperienze, ma augurare la chiusura di queste piattaforme e chiamare tutti falliti è eccessivo oltre che strano: mica sono i gestori di kickstarter/indiegogo ad aprire le campagne -_-"
Chiaro, però non ci sono tutele e i soldini non tornano indietro.
Appunto paghi un'idea, un progetto, e però neanche quello viene rispettata.
Per i fumetti ovviamente è un altro discorso
A volte non basta neanche quello, c'è stata gente rispettabilissima e con esperienza nel settore che prende i soldi e scappa o non rispetta gli accordi nonostante raggiungano gli obiettivi preposti.
Per il resto ok finanziare i progetti e vederla più come una donazione che un acquisto, ma se prometti qualcosa e vieni effettivamente finanziato poi mi sembra il minimo consegnare quello che hai proposto o almeno tirare fuori i soldi di tasca tua per rimborsare i finanziatori. Altrimenti sono tutti bravi a fare gli imprenditori a fondo perduto.
Certo che li fanno. Sono progettini del cazzo magari messi lì come scuse per farsi qualche soldo veloce che per fortuna spesso falliscono.
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