Spotify contro i cambiamenti all'App Store europeo di Apple: "è estorsione pura e semplice"

Il CEO di Spotify esprime senza filtri la sua contrarietà alle nuove regole dell'App Store europeo di Apple: non offrono una reale alternativa costringendo gli sviluppatori a restare nello status quo
di Andrea Bai pubblicata il 29 Gennaio 2024, alle 09:31 nel canale WebSpotify
Le modifiche all'App Store europeo che Apple ha apportato per poter risultare in regola con il Digital Markets Act dell'Unione Europea non sono piaciute a Spotify, con il CEO Daniel Ek che ha bollato i cambiamenti come una "chiara e semplice estorsione".
Ek ha espresso le sue opinioni tramite il blog della società, affermando che Apple sta portando "l'arroganza ad un livello completamente nuovo": per il CEO del servizio di streaming musicale, il nuovo piano di Apple per consentire il sideloading tramite app store alternativi sarebbe un "falso pretesto di conformità e concessioni" e "una farsa completa e totale".
Nel mirino c'è in particolare la "Core Technology Fee" di 50 centesimi di euro per download (dopo il primo milione) annuale, applicata indistintamente a tutte le app che siano scaricate dall'App Store ufficiale o da negozi alternativi: Ek si chiede infatti che genere di conseguenze avrà questa misura sugli sviluppatori di app gratuite, specie nel caso in cui un'app viene scaricata e poi non utilizzata senza che venga eliminata dal dispositivo. Il CEO di Spotify si chiede inoltre come potrà uno sviluppatore corrispondere la tariffa ad Apple se un'app gratuita dovesse diventare virale e scaricata milioni di volte.

Secondo Ek, l'elaborato piano commissionale concepito da Apple potrebbe portare gli sviluppatori, specie nel caso di app popolari, a dover pagare di più rispetto alle regole precedenti (anche se su questo punto la Mela afferma il contrario). Secondo Ek "Apple sta rendendo il DMA ancor più dannoso per gli sviluppatori, offrendo un'alternativa non percorribile che soffocherà le loro attività".
Ek spiega inoltre come le nuove regole danneggerebbero la stessa Spotify: se la società decidesse di distribuire la propria app tramite un app store alternativo, dovrebbe comunque corrispondere la Core Technology Fee alla Mela. Considerando l'installato base di Spotify in Unione Europea di circa 100 milioni di utente, si tratterebbe di un aggravio dei costi di acquisizione dei clienti di circa 10 volte. Il CEO di Spotify ritiene che il piano di Apple sia in realtà un modo per costringere gli sviluppatori a restare nello status quo attuale, perché le nuove regole non offrirebbero alcuna reale alternativa, negando l'obiettivo del DMA.
Daniel Ek si accoda al parere espresso nei giorni scorsi da Tim Sweeney, CEO di Epic Games, che aveva definito "hot garbage" le nuove tariffe di Apple, promettendo però che Fortnite sarebbe tornato su iOS nel corso dell'anno.
Aggiornamneto del 31/1/2024 - 10:30 - Apple ha rilasciato un commento ufficiale in risposta alle dichiarazioni di Daniel Ek: “Siamo felici di supportare il successo di tutti gli sviluppatori, incluso Spotify, che ha l’app di streaming musicale di maggior successo al mondo. Le modifiche che condividiamo per le app nell’Unione Europea offrono agli sviluppatori la scelta, con nuove opzioni per distribuire app iOS ed elaborare i pagamenti. Ogni sviluppatore può scegliere di mantenere le stesse condizioni in vigore oggi. E secondo i nuovi termini, oltre il 99% degli sviluppatori pagherebbe lo stesso o meno ad Apple”.
13 Commenti
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Non è esattamente così....
La storia della sicurezza è solo uno dei mezzi attraverso il quale vuole raggiungerlo, e si fa pochi scrupoli a rinnegarlo quando più gli conviene.
Tradotto: con buona pace di chi crede che la sicurezza è il motivo per cui Apple era contraria a store terzi, questo sta a dimostrare che (come era ovvio) ad Apple interessa il profitto.
La storia della sicurezza è solo uno dei mezzi attraverso il quale vuole raggiungerlo, e si fa pochi scrupoli a rinnegarlo quando più gli conviene.
In pratica Apple vuole il pizzo per il semplice fatto che un'app gira sul suo SO.
Come se Microsoft pretendesse soldi da tutti gli sviluppatori di programmi per Windows.
Follia pura
Se il territorio è dell'UE, le regole le decide l'UE
in base al tuo assurdo ragionamento se lo strumento apple lo compro io le regole le decido io allora
Quando è un azienda in posizione dominante si chiama "Estorsione"
a leggere certe idiozie si ha la riprova che gli ultimi trent'anni di brain washing berlusconiano hanno raggiunto il loro obiettivo.
Windows non ha bisogno di un certificato rilasciato da Microsoft (certificazione, controllo qualità ecc ecc) ma se entri in territorio xbox allora cambia anche per microsoft la cosa.
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