Sono 20 milioni i pirati in Italia fra streaming e P2P: 669 milioni di volte nel 2016

Fapav ha commissionato un'indagine di mercato per meglio comprendere la diffusione e l'evoluzione della pirateria in Italia. I numeri non sono molto confortanti
di Nino Grasso pubblicata il 07 Giugno 2017, alle 16:41 nel canale WebSono oltre 20 milioni gli italiani che nel 2016 hanno visto almeno un "contenuto piratato". È il dato stimato da Ipsos che ha realizzato un'indagine per la Federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali (Fapav): il 39% degli intervistati ha risposto di aver illecitamente fruito di contenuti pirata l'anno scorso, per un totale di circa 669 milioni di atti di pirateria compiuti nei 12 mesi. Dall'ultima ricerca sono passati circa 6 anni, e da allora il quadro della pirateria è cambiato radicalmente: sono quasi scomparsi i DVD e tutto si fa principalmente online.
La fascia di età del campione utilizzato dalla società di analisi è dai 15 anni in su, ma quest'anno si è posta particolare attenzione anche nei confronti degli utenti dai 10 ai 14 anni, ormai anch'essi capaci di fruire di contenuti illegali pubblicati online. La pirateria, secondo Federico Bagnoli Rossi di Fapav, si sta evolvendo insieme alle nuove tecnologie di streaming audio-video, così come il livello di competenze di cui propone i contenuti contraffatti sul web o sugli altri vettori di diffusione. Nella presentazione dell'indagine si fa riferimento anche all'impianto normativo vigente in Italia.
"È ancora valido", sottolinea il dirigente della Fapav, "va solo applicato e implementato con forza da tutti quanti: Autorità, Forze dell'Ordine, Magistratura e Operatori". Mario Catania, Presidente della Commissione d'inchiesta sulla contraffazione e la pirateria commerciale della Camera dei Deputati, ha aggiunto: "La ricerca conferma che contraffazione e pirateria sono in crescita nel lungo periodo. Siamo passati dai prodotti materiali (abiti, VHS), a quelli immateriali, digitali, offerti in rete". Secondo Catania non è sufficiente la semplice azione penale.
Questo perché l'opinione pubblica più diffusa non considera reato il fruire di contenuti divulgati illecitamente online: "Sarebbe utile avere un sistema sanzionatorio non penale per contrastare il fenomeno, magari tramite un sistema di illeciti amministrativi", è stata la proposta di Catania, che comunque ammette che l'iter amministrativo in passato si è verificato poco efficace. Sulla stessa lunghezza d'onda Nicola Borrelli, Direttore generale Cinema del Ministero dei Beni e le Attività Culturali: "La scarsa comprensione del danno della pirateria all'intera industria audiovisiva, culturale e creativa, va gestita da una parte con la sanzione amministrativa potenziata, dall'altra promuovendo offerta legale", ha dichiarato.
La strategia dei pirati che diffondono il materiale online si è evoluta drasticamente nel corso degli anni in termini di catena distributiva illecita organizzata con server transfrontalieri e conti off-shore che consentono ai criminali di realizzare strategie inattaccabili e aumentare i profitti. Da una parte Fapav vuole stanare i criminali (è stato il primo ente per numero di istanze anti-pirateria presentate all'Agcom, promuovendo il blocco di 94 siti in tre anni), dall'altra sensibilizzare i giovani circa i danni commessi con la fruizione di contenuti illeciti all'industria artistica e creativa.
Se da una parte la pirateria sembra ancora in crescita, dall'altra lo sono anche le piattaforme di streaming perfettamente legali con musica, giochi, film e serie TV. In Italia sono tre le principali tipologie di pirateria: digitale, fra cui download, condivisione via peer-to-peer e streaming; e indiretta, possibile ottenendo le copie fisiche dei DVD o Bluray contraffatti. I prodotti piratati più ricercati nel nostro paese sono i film (il 33% della popolazione adulta ne ha almeno visto uno nel 2016), anche se dal 2010 la pirateria cinematografica è in calo del 4%.
Sono invece aumentate drasticamente le altre tipologie di pirateria, fra cui in prima posizione quella ai danni di serie TV e programmi, passati dal 13 e 11% al 22 e 19%. Le tecniche dirette e fisiche sono in netta diminuzione, tutto a vantaggio degli atti di pirateria digitale che crescono del 78% negli ultimi anni, così come la qualità dei contenuti sparsi online. Fra le fonti preferite per il download di Serie TV e film troviamo BitTorrent e siti Cyberlocker. Chi scarica, inoltre, non è per forza chi non può permettersi di acquistare o noleggiare legalmente i contenuti.
Il profilo emerso del pirata medio è quello di un uomo (nel 55% dei casi) con un titolo di studio mediamente elevato e che lavora, spesso in posizioni dirigenziali o autonome. Al tempo stesso rispetto a 6 anni fa i pirati sembrano più inclini ad utilizzare anche alternative a pagamento, fra cui visione al cinema o acquisto o noleggio di copie fisiche delle opere artistiche. Il danno all'industria cinematografica italiana è quindi di circa 107 milioni di fruizioni legali perse, per un impatto finanziario stimato in circa 518 milioni di euro.
Nel complesso le ripercussioni per l'economia italiana sono di circa 1,2 miliardi in termini di fatturato per le aziende, con una perdita per il PIL di circa 427 milioni di euro e 6.540 posti di lavoro.
29 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoVHS?
https://www.youtube.com/watch?v=031vKBPk5eA
e che io sappia, non c'era neanche un film italiano del 2016 che valesse la pena di essere visto e quindi piratato o comprato
quindi non vedo tutto questo danno al pil
poi dire che 20 milioni di italiani piratano i film, mi sembra una assudità
il danno al pil sono le schifezze che fanno e che nessuno è disposto a comprare
a) gli utenti che scaricano
b) quelli che applicano bollini SIAE qua e la
c) quelli che inseriscono l'equo compenso sui supporti vergini
?
"lo chiamavano jeeg robot"
se non lo hai visto te lo consiglio, davvero un gran bel film!
a parte questo:
"La strategia dei pirati che diffondono il materiale online si è evoluta drasticamente nel corso degli anni in termini di catena distributiva illecita organizzata con server transfrontalieri e conti off-shore che consentono ai criminali di realizzare strategie inattaccabili e aumentare i profitti."
[B][U]con il peer to peer non si arricchisce proprio nessuno pirata.[/U][/B]
E' chiaro come la nostra classe politica non sa nemmeno di che parla.
Peccato nessuno parli nell'articolo dell'aumento delle tasse sui supporti di memoria per compensare le perdite di guadagno...questa è l'ennesima manovra per foraggiare che in Italia non lavora, ma vive sulel spalle degli altri, altro che posti di lavoro persi porca pupazza...
Per forza.. altrimenti come fanno a giustificare/chiedere l'ennesimo aumento per equo compenso ?!?!
"La realtà non è come ci appare", dice Carlo Rovelli, ma si riferiva a cose più serie e concrete.
http://www.fapav.it/2/osservatorio/...stantiquot.html
riporto solo una chicca
Come pensa la FAPAV di combattere il download illegale di cinema?
dopo quella mi sono fermato
(come alibi potrebbe essere la frase qui sopra, per chi scarica assiduamente)
un pò un cane che si morde la coda...
cmq seriamente, se non si 'sfossilizzano' altro che 'danni potenziali', passa tutto su flixzon e simili e arrivano anche quelli veri
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