Social media e adolescenti: la battaglia invisibile per la salute mentale

Social media e adolescenti: la battaglia invisibile per la salute mentale

Secondo un nuovo studio Pew, quasi la metà degli adolescenti americani considera i social media dannosi per la salute mentale dei coetanei. Ragazze più colpite, ma i social restano anche uno spazio di connessione e creatività.

di pubblicata il , alle 14:57 nel canale Web
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Il rapporto tra adolescenti e social media è sempre più al centro dell’attenzione di genitori, educatori e legislatori. Probabilmente nel Vecchio Continente è meno a fuoco come argomento rispetto agli USA, anche se negli ultimi tempi l'Unione Europea si è accorta di questo fenomeno.

Nel dettaglio, oggi parliamo di un nuovo studio del Pew Research Center, pubblicato il 22 aprile 2025, che fotografa una generazione divisa tra benefici e rischi del vivere costantemente connessi. I dati parlano chiaro: quasi la metà degli adolescenti (48%) ritiene che i social abbiano un effetto prevalentemente negativo sulla salute mentale dei loro coetanei, una percentuale in netto aumento rispetto al 32% del 2022.

Un impatto percepito più sugli altri che su sé stessi

Nonostante la percezione diffusa di un’influenza negativa, solo il 14% degli adolescenti intervistati pensa che i social abbiano un impatto negativo sulla propria salute mentale. La maggioranza tende a considerare neutro il proprio rapporto con le piattaforme, mentre il 28% le giudica addirittura positive per sé stessi. Insomma. c'è uno scarto tra la percezione del danno sui coetanei e su sé stessi suggerisce una possibile sottovalutazione degli effetti indiretti, come spiega la psicologa Alexandra Hamlet: molti giovani non si rendono conto di come contenuti e interazioni online possano influenzare aspetti come il bullismo, le pressioni sociali e la vita scolastica.

Secondo l'indagine, le ragazze adolescenti sono più propense dei ragazzi a segnalare effetti negativi sulla salute mentale (25% contro 14%), sulla fiducia in sé (20% contro 10%) e sul sonno (50% contro 40%) . Inoltre, le ragazze riferiscono più spesso di sentirsi escluse, sopraffatte dal “drama” online o di provare pressione a pubblicare contenuti popolari. D'altro canto, sono anche più inclini a trovare nei social uno spazio di supporto e di espressione creativa: il 68% delle ragazze, contro il 58% dei ragazzi, considera le piattaforme un luogo dove mostrare il proprio lato creativo.

Ansia, sonno e produttività: le ombre dei social

Il tempo trascorso sui social è in crescita: il 45% degli adolescenti ammette di passarci troppo tempo, in aumento rispetto al 36% del 2022, e il 44% dichiara di aver cercato di ridurne l’uso, soprattutto tra le ragazze. Tra le principali conseguenze negative segnalate ci sono la perdita di sonno (45%), il calo della produttività (40%) e, per il 19%, un impatto diretto sulla salute mentale. Solo una minoranza (circa il 10%) vede nei social un aiuto per questi aspetti.

Connessione, creatività e informazione: il lato positivo dei social

Nonostante le criticità, la maggioranza degli adolescenti riconosce anche i vantaggi dei social media. Il 74% afferma che le piattaforme li aiutano a sentirsi più connessi agli amici, mentre il 63% le considera uno spazio dove esprimere la propria creatività. Più della metà si sente accettata e supportata grazie alle interazioni online, anche se questa quota è in calo rispetto al passato. Inoltre, un terzo degli adolescenti (34%) utilizza i social per informarsi sulla salute mentale, seguendo influencer o terapeuti che condividono esperienze e consigli.

Parliamo di un argomento molto delicato che abbiamo già trattato diverse volte in diversi articoli. Eccoli tutti per chi vuole approfondire il tema:

Genitori più preoccupati dei figli? Verso una maggiore regolamentazione

Il divario generazionale è evidente anche sul fronte delle preoccupazioni: il 55% dei genitori si dichiara estremamente o molto preoccupato per la salute mentale dei ragazzi, contro il 35% degli adolescenti stessi. I genitori poi tendono a vedere nei social la principale causa dei problemi psicologici dei giovani (44%), mentre i ragazzi citano anche altri fattori come il bullismo (17%) e le pressioni sociali (16%). Le madri risultano più preoccupate dei padri, e i genitori di figlie femmine più di quelli di figli maschi.

La crescente consapevolezza dei rischi ha già portato a richieste di regolamentazione: negli Stati Uniti si discute di introdurre avvisi sui rischi dei social, simili a quelli su alcol e tabacco, mentre in Australia è stata approvata una legge che vieta l’accesso ai social ai minori di 16 anni. Anche negli USA, alcuni stati stanno sperimentando sistemi di verifica dell’età per limitare l’accesso dei più giovani ai contenuti inappropriati.

Insomma, il quadro che emerge è quello di una generazione consapevole delle ambivalenze dei social media: strumenti che possono essere fonte di ansia, insicurezza e isolamento, ma anche di connessione, creatività e supporto. Ma dove pende la bilancia?

1 Commenti
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AlPaBo23 Aprile 2025, 17:27 #1
Fuffa, indipendentemente da eventuali posizioni politiche.

Davvero chiedono agli adolescenti la loro posizione su possibili problemi di salute mentale? La salute mentale va studiata dai professionisti, non dagli adolescenti.

Purtroppo molti non hanno l'idea di cosa significhino i problemi mentali e parlano a vanvera usando il loro presunto "buon senso". Una ricerca fatta nel modo descritto serve solo a eccitare gli animi in maniera ingiustificata. Vale esattamente come tutte le ricerche che criminalizzano i videogiochi sulla base di pregiudizi.

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