ProtonMail e l'arresto di un attivista francese per il clima: un caso che fa discutere

L'arresto di un attivista francese per il clima grazie alle informazioni condivise con le autorità da ProtonMail, un servizio di posta che punta tutto sulla privacy, fa scoppiare una forte polemica online. L'azienda svizzera spiega perché ha dovuto consegnare alcuni dati.
di Manolo De Agostini pubblicata il 07 Settembre 2021, alle 12:01 nel canale WebProtonMail è finito al centro delle polemiche dopo che si è scoperto che ha fornito informazioni sull'indirizzo IP di un account (jmm18@protonmail[dot]com) legato a un attivista del movimento Youth for Climate alle autorità francesi. Il servizio di posta svizzero si proclama un riferimento per la privacy e la sicurezza delle comunicazioni, ed è per questo che è scoppiato un caso che ha portato il CEO di ProtonMail, Andy Yen, a rispondere con un lungo post sul proprio blog per fare chiarezza.
La vicenda origina lo scorso anno, quando un gruppo di attivisti iniziò a prendere possesso di locali commerciali e appartamenti vicino a Place Sainte Marthe a Parigi, al fine di protestare contro la gentrificazione del quartiere, la speculazione immobiliare, Airbnb e la diffusione dei ristoranti di lusso.
Iniziata come un "conflitto locale", la protesta ottenne rapidamente i titoli dei giornali quando gli attivisti iniziarono a occupare i locali affittati dal ristorante Le Petit Cambodge. Fu da quel momento che le autorità francesi accesero ancora di più i fari sugli attivisti.
Il 1° settembre di quest'anno il gruppo ha pubblicato un articolo su Paris-luttes.info, un sito contro il capitalismo, da cui si è appreso come la polizia francese avesse inviato una richiesta tramite l'Europol a ProtonMail per identificare un attivista che aveva creato un account sul servizio di posta.
La pubblicazione di un estratto di un rapporto della polizia illustrava come ProtonMail avesse condiviso indirizzo IP e il dispositivo usato dall'attivista. Un controsenso per un servizio che dice di avere una "visione condivisa orientata a proteggere le libertà civili online". Ed è scoppiata la polemica online, a cui va detto che ProtonMail non si è sottratta.
L'azienda svizzera ha spiegato che non registra gli indirizzi IP di default, ma che è comunque tenuta a rispettare la normativa locale, ovvero la legge svizzera. ProtonMail non ha collaborato con le autorità francesi ma con la magistratura elvetica, la quale ha recepito la richiesta della polizia francese tramite l'Europol.
"Proton deve rispettare la legge svizzera. Non appena viene commesso un reato, la protezione della privacy può essere sospesa e siamo tenuti dalla legge svizzera a rispondere alle richieste delle autorità svizzere", ha scritto Andy Yen su Twitter.
Non appena le autorità svizzere hanno intimato a ProtonMail di registrare determinate informazioni, il servizio di posta non ha potuto sottrarsi e ha iniziato a registrare le informazioni sull'indirizzo IP dell'account: grazie a questi dati la polizia francese è poi riuscita a identificare e arrestare l'attivista.
Some thoughts on the French "climate activist" incident. It's deplorable that legal tools for serious crimes are being used in this way. But by law, @ProtonMail must comply with Swiss criminal investigations. This is obviously not done by default, but only if legally forced.
— Andy Yen (@andyyen) September 5, 2021
In un post intitolato "Chiarimenti importanti sull'arresto dell'attivista per il clima", il CEO di Proton Technologies Andy Yen ha detto di condividere la preoccupazione per l'uso di questi mezzi legali, sottolineando nuovamente di aver "ricevuto un ordine legalmente vincolante dalle autorità svizzere che siamo obbligati a rispettare. Non c'era la possibilità di appellarsi a questa particolare richiesta".
"Secondo la legge svizzera, Proton può essere costretto a raccogliere informazioni su account appartenenti a utenti sotto indagine penale svizzera. Questo ovviamente non viene fatto per impostazione predefinita, ma solo se Proton ottiene un ordine legale per un account specifico".
"L'accusa in questo caso particolare è stata molto aggressiva. Sfortunatamente, questo è un modello che vediamo sempre più negli ultimi anni in tutto il mondo".
Andy Yen assicura comunque che "in nessun caso la nostra crittografia può essere aggirata, il che significa che e-mail, allegati, calendari, file, ecc. non possono essere compromessi da richieste legali. ProtonMail non fornisce dati a governi stranieri; è illegale ai sensi dell'articolo 271 del codice penale svizzero. Rispettiamo solo gli ordini legalmente vincolanti delle autorità svizzere".
"Secondo l'attuale legge svizzera, l'email e la VPN vengono trattate in modo diverso e ProtonVPN non può essere obbligato a registrare i dati dell'utente", puntualizza il CEO.
"A causa della nostra privacy rigorosa, non conosciamo l'identità dei nostri utenti e non siamo mai stati a conoscenza del fatto che gli utenti presi di mira fossero attivisti per il clima. Sapevamo solo che l'ordine dei dati dal governo svizzero è arrivato attraverso canali tipicamente riservati ai reati gravi. Non c'era alcuna possibilità legale di resistere o combattere questa particolare richiesta. […] Indipendentemente dal servizio usato, a meno che non sia a 15 miglia al largo in acque internazionali, l'azienda dovrà rispettare la legge".
Chiarito il perché e il percome ProtonMail ha dovuto divulgare quelle informazioni, il CEO assicura che l'azienda aggiornerà il proprio sito "per chiarire meglio gli obblighi di ProtonMail in caso di procedimenti penali e ci scusiamo se questo non è stato chiaro. Come azienda svizzera, dobbiamo seguire le leggi svizzere". Inoltre, in futuro ProtonMail promuoverà maggiormente l'uso tramite Tor e VPN come mezzi per chi tiene maggiormente alla privacy.
Nel 2020, Proton Technologies ha ricevuto 3572 ordini dalle autorità svizzere per condividere informazioni sugli utenti, rispetto ai 13 del 2017. Dei 3572 ordini ricevuti, 195 erano richieste provenienti dall'estero. L'azienda ha contestato 750 ordini e soddisfatto 3017 richieste.
32 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMi chiedevo anch'io della sicurezza con cui pubblicizzano il prodotto, e infatti ecco la risposta. Pubblicità!
Mi chiedevo anch'io della sicurezza con cui pubblicizzano il prodotto, e infatti ecco la risposta. Pubblicità!
Ma anche no. La legge in vigore in un dato Stato non serve più a nulla? Se in un paese gli inquirenti hanno l'autorità per farlo, l'azienda non può opporsi, come hanno appunto spiegato. Non è che basta erigersi a paladini della privacy e si bypassano le leggi.
Non poteva usare Tor per collegarsi a Protonmail?
Proton si è sempre pubblicizzata come garante della privacy assoluta e non esiste che appena arriva la polizia si ci abbassano le mutande così.
In secundis non dovrebbero custodire i dati nei loro servers locali, in modo che anche quando gli vengono chiesti non possono adempiere.
Sappiamo tutti benissimo che gran parte di quelli che usano la VPN Proton lo fanno per navigare nel dark web usando anche Tor come browser in abbinamento.
Follia !
Bisognerebbe fargli causa a questi truffatori.
Poi che caxxo vuol dire "deve rispettare la legge svizzera" ? Se un qualsiasi stato estero chiede alla svizzera di fargli da tramite allora è inutile ! Proton sarà sempre tenuta a dare informazioni a cani e porci.
Oh scusa la legge, allora non ti proclami super safe lato privacy.
Se hanno fornito l'ip del mittente vuol dire che TENEVANO LA TRACCIATURA ! ( cosa non di certo necessaria per il funzionamento del servizio ) Contrariamente a quanto dicevano.
Guarda che hai confermato quello che dico.
Pubblicizzano un servizio (e non son gli unici) che non possono garantire... se no violano la legge.
Se hanno fornito l'ip del mittente vuol dire che TENEVANO LA TRACCIATURA ! ( cosa non di certo necessaria per il funzionamento del servizio ) Contrariamente a quanto dicevano.
Leggere l'articolo
e magari anche la Privacy Policy di ProtonMail sarebbe cosa gradita prima di usarlo e/o commentare a caso.
CHe importanza potrà mai avere se sono loro stessi a decrittografare i dati per darli aggratis ai poliziotti svizzeri ed esteri ? ( esteri = qualsiasi stato estero che chiede alla polizia svizzera di far da tramite )
Peccato che l'han appena fatto !
Francia ha chiesto, Svizzera ha risposto e ha fatto da tramite.
Proton costretta a passare i dati agli svizzeri che a loro volta li han passati ai francesi !
Politica perfettamente aggirata !
Il problema è proprio lo stato svizzero che si mette a pecora a qualunque richiesta dall'estero. Non so esattamente di cosa sia stata accusato, ma non mi sembra un reato così grave l'occupazione di una casa. Se basta una cavolatina del genere per una rogatoria e violare la privacy delle comunicazioni allora la "famosa" provaci svizzera orami è solo aria fritta. Una volta venivano esaminate le richieste e rimbalzate se non gravi e fondate.
Se hanno fornito l'ip del mittente vuol dire che TENEVANO LA TRACCIATURA ! ( cosa non di certo necessaria per il funzionamento del servizio ) Contrariamente a quanto dicevano.
Non tenevano traccia prima della richiesta, l'hanno tenuta dopo, suppongo che l'utente si sia collegato anche dopo. Così sembra dire l'articolo.
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