Generazioni a confronto: i Boomer sono i più attenti nella gestione digitale rispetto alle nuove Gen
Boomer più prudenti di GenZ e Millennial nella gestione di password e dati sensibili online, secondo un nuovo studio sulla sicurezza informatica.
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 21 Ottobre 2023, alle 09:01 nel canale WebSecondo un nuovo studio condotto dall'azienda svedese Yubico, specializzato in dispositivi di autenticazione, i baby boomer hanno abitudini di sicurezza informatica migliori rispetto ai millennial e alla Generazione Z. Il sondaggio, che ha coinvolto 2.000 consumatori negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ha rilevato che i boomer sono meno inclini a riutilizzare le password tra account diversi ea salvare i dati delle proprie carte di credito online.
Solo il 20% dei baby boomer intervistati ha ammesso di riutilizzare frequentemente le password, rispetto al 47% dei millennial. Anche Generazione Z (39%) e Generazione X (38%) percentuali hanno molto più alte di riutilizzo password. Per quanto riguarda i dati delle carte di credito, appena il 19% dei boomer li salva negli account online, mentre le percentuali salgono al 33% per la Gen Z, 37% per i millennials e 34% per la Gen X.
Secondo gli esperti di Yubico, un fattore chiave di questa divergenza sta nell'insicurezza: i boomer hanno quasi il doppio delle probabilità di sentirsi insicuri nel riconoscere un rivenditore online fraudolento. Ciò porta questa generazione ad avere atteggiamenti più prudenti rispetto ai nativi digitali.
Tuttavia, quando si tratta di autenticazione a più fattori, sono i più giovani ad utilizzarla di più, con il 59% della Gen Z e il 55% della Gen X che dichiara di averla attivata. I boomer sono comunque propensi in maggioranza ad utilizzare questo sistema (53%), più dei millennial (48%). In tutto ciò, sembra emergere un paradosso. La Generazione Z ha più preoccupazioni sulla sicurezza informatica ma meno buone pratiche, mentre i boomer, nonostante la minore dimestichezza con la tecnologia, hanno approcci più accorti e consapevoli nella gestione di password e dati sensibili online.
44 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl riutilizzo o no della stessa password non è indice assoluto di sicurezza. Uno può utilizzare la stessa pass per 2-3 account, e conservarla bene, mentre un altro può usare differenti password, ma tutte essere il suo nickname con aggiunto 1, 2, 3: quale tra i due è più sicuro?
Uno può anche avere tutte password diverse, ma appena una campagna di phishing gliele chiede, abboccare subito e consegnargliele...
Cioè, ricordiamoci che un "boomer" è una persona che ha dai 60 agli 80 anni, mi risulta difficile credere (eccetto alcuni casi, naturalmente) che, in massa, siano più "cybersicuri" dei millennial, che sono cresciuti con computer, internet e truffe online...
Più insicuri, più prudenti, certamente, ma questo non si traduce automaticamente in più efficaci nella gestione della sicurezza...
è sempre stata cosi
I "millennials" non sono i giovanissimi... hanno 40 anni...
Concordo! Oltre a ciò, bisogna anche considerare a che età si è assistito alla nascita di internet. Chi l'ha vista durante l'adolescenza, cioè in un periodo in cui si è sia abbastanza intelligenti sia abbastanza entusiasti per applicarsi su qualcosa, la nascita e l'evoluzione di internet l'ha più facilmente capita. I giovani di adesso saranno anche digitali ma secondo me concepiscono meno ciò che sta dietro alle cose, c'è la app, c'è il tablet/smartphone, ecc...tutti strumenti ed interfacce molto semplificate. Gente della nostra generazione invece è nata e cresciuta con i desktop che si è assemblata, che giravano con i software che ci siamo installati, insomma, sappiamo cosa fa cosa. Forse abbiamo anche meglio l'idea di cosa comporta inserire i propri dati da qualche parte, ci insospettiamo se la app della calcolatrice ci chiede l'autorizzazione per accedere ai contatti, ecc...
RIPETO, lo studio dice proprio il contrario! Che chi ha conosciuto la nascita di internet durante l'adolescenza, chi si è applicato con più entusiasmo all'evoluzione del mondo digitale, è messo peggio degli 80enni e dei 20enni...
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