Facebook: entro il 2070 ci saranno più morti che vivi. La ricerca inglese mette in guardia

Secondo un recente studio dell'Università di Cambridge già entro il 2070 su Facebook ci potrebbero essere più morti che vivi. Ecco tutti i dati della ricerca
di Nino Grasso pubblicata il 03 Maggio 2019, alle 19:21 nel canale WebIn un futuro non così lontano Facebook potrebbe avere più utenti morti che vivi. Se verranno confermati i tassi di crescita attuali, infatti, il social network di Zuckerberg potrebbe avere 4,9 miliardi di membri deceduti prima della fine del secolo, e a dirlo è un nuovo studio dell'Università di Oxford. Se la crescita si arrestasse a quella del 2018, i membri morti sarebbero invece 1,4 miliardi entro il 2100 e nel 2070 ci sarebbero più morti che vivi.
Ovviamente in questo caso la parola "utente" rappresenta una forzatura, ma non troppo, visto che se da una parte i membri deceduti non potranno più usare il sito, dall'altra i loro dati continueranno ad essere presenti sulla piattaforma. Le foto, gli aggiornamenti degli stati e tutto quello che è stato pubblicato sul servizio rimangono quindi un argomento spinoso, secondo i ricercatori che hanno condotto la ricerca, un problema che deve essere risolto.
Lo studio si basa sui dati degli utenti dell'Unione Europea e sulle informazioni dello strumento Audience Insights di Facebook, e - come indicato da Carl Öhman sulla nota ufficiale - punta a creare un dibattito su "chi ha il diritto di proprietà di tutte queste informazioni", su "come dovrebbe essere gestito nell'interesse delle famiglie e degli amici del defunto" e, da non sottovalutare, sull'uso da parte "degli storici per meglio comprendere il passato".
Uno dei co-autori dello studio ha commentato, inoltre: "Mai prima d'ora nella storia abbiamo avuto un archivio così vasto sui comportamenti e sulle culture umani racchiuso in un unico posto. Controllare questo archivio sarà in un certo senso come controllare la nostra storia". Si tratta di un database dal valore culturalmente inestimabile che, secondo gli autori, non può appartenere ad una "singola azienda con fini di lucro".
Al momento, comunque, gli utenti di Facebook possono scegliere un contatto erede, il quale avrà la possibilità di accedere a gran parte dei dati dell'account in caso di morte. A quel punto l'account diventerà commemorativo. Se l'utente deceduto non avrà designato però nessun erede, a quel punto nessuno potrà collegarsi all'account senza conoscerne la password. In questo caso neanche i servizi d'assistenza di Facebook possono aiutare, visto che lederebbero il diritto alla privacy del defunto se rivelassero la loro password.
Un responsabile di Facebook ha già dichiarato di essere in disaccordo con alcuni dei punti dello studio dell'Università di Oxford, sottolineando il suo "profondo rispetto per la posizione dell'azienda nelle vite delle persone" e di "gestire con serietà il suo ruolo nella costruzione dell'eredità degli utenti nell'epoca digitale". Lo studio però evidenzia la necessità di un profondo cambiamento, con storici, archivisti e archeologi che dovrebbero prendere parte al dibattito insieme a esperti di etica, in modo da capire come curare tutti i dati che ogni singolo utente delle piattaforme social si lascia alle spalle una volta deceduto.
37 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAlso, non c'era bisogno di nessun studio, Xkcd ha già risposto anni fa al quesito https://what-if.xkcd.com/69/, peraltro ponendosi le stesse domande dell'articolo.
Mi sa che anche ora quelli cerebralmente "piatti" sono la maggioranza....
Tenuto conto che a molti manco interessa dove vanno a finire i beni materiali, non oso immaginare l'interesse proprio e men che meno altrui su miliardi di foto di "buongiornissimo Kaffe!1!!!"
quindi le minchiate e i selfie inutili che le persone postano ogni giorno rappresentano un valore inestimabile.
Inestimabile cioè che non valgono nemmeno 1 centesimo?
Anche se Facebook avesse ritmi di crescita più elevati degli odierni sarebbe solo una questione di tempo perché gli utenti morti siano più dei vivi.
Also, non c'era bisogno di nessun studio, Xkcd ha già risposto anni fa al quesito https://what-if.xkcd.com/69/, peraltro ponendosi le stesse domande dell'articolo.
non c'è niente da fare, xkcd è sempre avanti
discorso articolo, che serva una "regolamentazione" per dire a FB quando può cancellare i dati di persone decedute ci può stare, che sia un problema di caratura mondiale che coinvolga etica, archeologia e perché no religione, mi sembra un po esagerato, anche perché, appunto, non è che ci siano chissà che opere di ingegno e, solitamente, artisti (nel senso più ampio del termine) mettono su fb contenuti o paralleli o che comunque arrivano in altre forme dopo poco
quindi le minchiate e i selfie inutili che le persone postano ogni giorno rappresentano un valore inestimabile.
Inestimabile cioè che non valgono nemmeno 1 centesimo?
...D'altra parte, una cosa non deve necessariamente trovare spazio in un museo per avere una rilevanza storico/culturale, ahimè, anche i cinepanettoni fanno parte della nostra cultura, tutto ciò che accade ha un qualche valore culturale... Dopotutto anche le foto che si facevano i soldati al fronte o i manifestanti negli anni 60 volendo possono essere visti solo come dei "selfie"
Per non parlare del valore antropologico e quello commerciale...
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