Facebook e Google sanno tutto quello che guardi. Anche i siti porno e anche in modalità incognito

Una ricerca sottolinea come la maggior parte dei siti porno tenda ad inviare a Facebook e Google informazioni sensibili anche se la navigazione avviene in modalità "incognita". Ecco i dati.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 22 Luglio 2019, alle 13:21 nel canale WebGoogleFacebook
La navigazione in incognita sul web dovrebbe tenere gli utenti lontani dai pericoli di invio dei propri dati sensibili ad aziende o anche ai social. Eppure non sembra essere proprio così visto che secondo un recente studio gli utenti non sarebbe poi così troppo protetti dagli occhi indiscreti anche navigando "nascosti", soprattutto sui siti a luci rosse. L'affidamento alla modalità incognito dunque non sembrerebbe portare effettivamente ad una protezione totale per gli utenti.
Google e Facebook ci spiano anche in "incognito"
Secondo tre ricercatori di Microsoft Research, Carnegie Mellon University e University of Pennsylvania il 93% dei siti a carattere pornografico invia ad altre aziende i dati relativi alle visite dei propri utenti. Informazioni queste che potrebbero servire a tracciare gli utenti anche una volta usciti dalla modalità in incognito. Seguendo le indicazioni della ricerca si scopre come tra i siti con maggiore presenza di dati risultino Google con il 74% ma anche Facebook con il 10%.
La ricerca ha realizzato l'analisi sul comportamento di oltre 22.000 siti a luci rosse che utilizza chiaramente cookie e tracker per la tracciatura degli utenti che nella maggior parte delle situazioni non è neppure a conoscenza di tutto ciò. I sistemi, integrati già nel codice, permettono di realizzare un profilo dei visitatori un po' come avviene con gli utenti che realizzano interesse per un determinato prodotto su internet e che poi si vedono recapitare pubblicità proprio su di esso nel momento in cui navigano su altre pagine.
Chiaramente la visita di un sito a luci rosse espone l'utente ad una diversa situazione decisamente più personale rispetto ad un semplice acquisto sul web. Sulla questione, Google e Facebook, hanno immediatamente negato sul fatto di utilizzare questo tipo di informazione per rendere poi attivo un profilo pubblicitario ad hoc per l'utente. Di fatto i portali identificati hanno permesso di inviare dati ad una media di 7 domini differenti verso oltre 230 società diverse tra cui, oltre a Facebook e Google, anche Oracle.
"Il fatto che il meccanismo per il tracciamento dei siti per adulti sia così simile, ad esempio, alla vendita online dovrebbe essere considerato come un'enorme bandiera rossa di avvertimento", affermano i ricercatori "Tutto questo non è scegliere un maglione e vederlo sempre attraverso il web. Tutto ciò è molto più specifico e profondamente personale. "
35 Commenti
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Cò,sò,àò,às,às,às,às
Io visitavo siti porno di un certo genere con la modalità standard, mentre usavo la modalitá incognito per spassarmela con ben altri generi...
mi sono fatto incu.... quindi
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