Facebook cambia regole sui 'nomi reali': ecco cosa si potrà fare da dicembre

Dopo le critiche presentate a Facebook, la società di Zuckerberg si espone sulla questione dei "nomi reali" annunciando alcune piccole novità sulla sua gestione
di Nino Grasso pubblicata il 02 Novembre 2015, alle 14:31 nel canale WebFacebook ha annunciato una serie di migliorie al fine di rendere più intuitive le procedure di rettifica nei casi di eliminazione ingiusta dal servizio. Nello specifico si parla delle politiche sui "nomi reali", le stesse che obbligano i nuovi utenti ad inserire il loro vero nome sul social network, e non solo un nickname come spesso si usava fare precedentemente online. I cambiamenti permettono agli utenti che riportano eventuali errori di dare maggiori informazioni agli addetti del social network.
La politica sui nomi di Facebook è stata aspramente criticata da utenti ed associazioni
Si tratta di una politica che è stata aspramente criticata da varie associazioni in una recente lettera aperta. Parecchi utenti, soprattutto transgender o professionisti, preferirebbero inoltre evitare di divulgare il proprio nome pubblicamente. Facebook risponde quindi alle critiche: "Vogliamo ridurre il numero di persone a cui viene chiesto di verificare il proprio nome su Facebook quando queste utilizzano già il nome con cui sono conosciute", ha scritto Alex Schultz di Facebook in una lettera aperta rilasciata dalla società.
Aggiungendo: "Vogliamo rendere più semplice per la gente confermare il proprio nome se necessario". A tal fine, differentemente da quanto avviene adesso, gli utenti a cui viene richiesta la conferma del nome potranno aggiungere un contesto o eventuali dettagli per giustificarlo. Questo serve ad aiutare il team addetto a "capire meglio la situazione": "Ci aiuterà anche a capire meglio le ragioni per cui le persone non possono confermare il loro vero nome".
Allo stesso modo, Facebook chiederà di fornire ulteriori dettagli agli utenti che segnalano gli altri per la violazione della politica sui nomi reali. Aggiungendo un passaggio all'intero processo, la società riceverà probabilmente un numero inferiore di richieste e impedirà agli utenti di utilizzare le politiche sui nomi come arma potenziale sul servizio social. Entrambe le modifiche verranno distribuite nel servizio a partire dal mese di dicembre.
Non cambia tuttavia la base. Le politiche sui nomi resteranno infatti invariate per rendere Facebook un posto più sicuro, almeno a detta di Schultz: "Quando la gente utilizza il nome con cui è conosciuta è molto più responsabile di quello che dice, rendendo molto più difficile nascondersi dietro l'anonimato per molestare o truffare qualcun altro". Di seguito trovate la lettera per intero pubblicata da Facebook.
75 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTutte le proteste mi sembrano scuse un po' campate in aria.
Se non ti va bene la politica del nome reale non ti iscrivi al social e tanti saluti, non mi risulta sia un bisogno primario.
Intanto così andiamo ad appiattire tutta una bella fetta di delinquenti che usano i social per trollare e fomentare odio, razzismo gratuito, bufale, gettare fango eccetera.
Anzi, io metterei l'obbligo di individuazione UNIVOCA dell'individuo con tanto di codice fiscale e verifica tramite codice SMS.
Eliminando anche il problema legato all'uso dei social da parte dei minori e la possibilità di aprie diversi account per scopi ovviamente poco chiari.
Capisco il discorso. Però, facendo una provocazione, se io e te ci incontriamo ad una festa mica mi dici "piacere cm0s"
Quella dei nick è un'usanza tutta di internet.. che poi ammetto che non mi dispiace.. ma è vero che i tempi stanno cambiando e non siamo più un gruppetto di nerd dentro una chat.
Adesso i social sono parte integrante della vita reale, ospitano personaggi pubblici di politica e spettacolo e sono in grado di influenzare le masse.
E' necessario tracciare regole per prevenire usi distorti.
Tutte le proteste mi sembrano scuse un po' campate in aria.
Se non ti va bene la politica del nome reale non ti iscrivi al social e tanti saluti, non mi risulta sia un bisogno primario.
Intanto così andiamo ad appiattire tutta una bella fetta di delinquenti che usano i social per trollare e fomentare odio, razzismo gratuito, bufale, gettare fango eccetera.
Anzi, io metterei l'obbligo di individuazione UNIVOCA dell'individuo con tanto di codice fiscale e verifica tramite codice SMS.
Eliminando anche il problema legato all'uso dei social da parte dei minori e la possibilità di aprie diversi account per scopi ovviamente poco chiari.
ma perchè? LOL è gia così alla fin fine per il 99% degli utenti
1- mi pare che la gente se ne sbatte altamente, il 99% dei cretini che incitano alla violenza razziale non si nascondono sotto mentite spoglie e ce ne sono milioni di esempi nei social, li trovi proprio facili
anzi, ti dirò di piu, ci son casi in cui qualcuno ha denunciato a FB gruppi "out of law" e son stati banditi a loro volta da FB denunciati da appartenenti a quel gruppo*
2- se non ne sei al corrente esistono gia sistemi per rintracciare un utente, il piu facile è l'IP, foss'anche celato (con vpn/tor o altro), fidati che rimanere in ombra in internet è ormai un impresa (ci sono gia centinaia di plugin dei siti che ti monitorano e creano un profilo...)
3- semplicemente non c'è la volontà di andare a tirare le orecchie ai delinquenti da 4 soldi perché comporterebbe un caos a livello legale (tribunali zeppi in 30 minuti) nonché una spesa non indifferente nel perseguire questi reati spesso minori:
semplificando, il numero di reati è talmente alto che è impossibile fermarli (non so, tipo youtube vengono caricati 40minuti di video ogni singolo minuto... come fai a controllarli?)
al limite metterei l'obbligo di carta di credito (no ricaricabili) per i social, dici una cazzata e se un tutore dell'ordina ti becca, multazza senza se e senza ma (d'altronde per una multa di ecceso di velocità non c'è contradditorio), oltre certi livelli di insulto si finisce dal giudice
è come se uno chiedesse alla polizia di aprire un indagine se gli rubano la bicicletta...è umanamente impossibile indagare per ogni furto e furtarello
semplicemente la polizia annota e se fermano qualcuno con materiale denunciato, hanno un motivo in piu per pelarlo... tutto qui
ma lo sbarramento è una soluzione ridicola perchè gia oggi non mi pare un problema per molti mettere il proprio nome e insultare a morte una ragazzina quindicenne*
ben detto
*fatti realmente accaduti e finiti su giornale
con il senno di poi (e se fossi stato potente) avrei fatto questa cosa dall'inizio di internet:
Ogni persona poteva accedere ad internet ed avere un indirizzo univoco si ip che mail certificata solo con presentazione di certificazione certa.
In italia CF in america codice di previdenza ecc
Se societa' Piva
sicuramente non ci sarabbe stato spamming, furti, pirataggio, schifezze, terrorismo ecc ecc.
Rispondendo per FACEBOOK:
facebook all'inzio era nato come annuario scolastico e quindi con nomi certi.
poi e' diventanto un lungo tra amici e familiari adesso e' un forum mondiale.
Quindi se devo scrivere a SKY o Alitalia o alla mia banca per qualche cosa, non mi va di usare il mio nome, perché non mi va che altri sanno che uso quella banca che vado in quell'aereo o vedo quella tv.
O, esagerando, se fossi sposato, e vorrei frequentare un gruppo che inneggia al tradimento coniugale, la mia ipotetica moglie vedrebbe che ho quei gusti....
D'altra parte i scocciatori con gli alias imperversano.
L'untenza dovrebbe essere certificata, ma con la possibilità di usare degli alias, in caso di disturbo dell'alias, si potrebbe chiedere a FB di bloccare quella persone, la quale conosce che l'alias appartiene a Tizio e se non modera dovrebbe essere escluso.
Comunque tutti gli aggiustamenti si possono fare all'inizio, ma la liberta' fa crescere il servizio.
Non ci sarebbero un miliardo di utenti se si doveva spedire copia di CF e carta identita'.
Ritengo che sia giusto presentarsi con uno speudonimo , ma in un social dove molti usano il nome reale almeno chi gestisce il social dovrebbe essere a conoscenza dell'identità reale di chi pubblica fesserie.
Imho.
1- mi pare che la gente se ne sbatte altamente, il 99% dei cretini che incitano alla violenza razziale non si nascondono sotto mentite spoglie e ce ne sono milioni di esempi nei social, li trovi proprio facili
anzi, ti dirò di piu, ci son casi in cui qualcuno ha denunciato a FB gruppi "out of law" e son stati banditi a loro volta da appartenenti a quel gruppo*
2- se non ne sei al corrente esistono gia sistemi per rintracciare un utente, il piu facile è l'IP, foss'anche celato (con vpn/tor o altro), fidati che rimanere in ombra in internet è ormai un impresa (ci sono gia centinaia di plugin dei siti che ti monitorano e creano un profilo...)
3- semplicemente non c'è la volontà di andare a tirare le orecchie ai delinquenti da 4 soldi perché comporterebbe un caos a livello legale (tribunali zeppi in 30 minuti) nonché una spesa non indifferente nel perseguire questi reati spesso minori:
semplificando, il numero di reati è talmente alto che è impossibile fermarli (non so, tipo youtube vengono caricati 40minuti di video ogni singolo minuto... come fai a controllarli?)
è come se uno chiedesse alla polizia di aprire un indagine se gli rubano la bicicletta...è umanamente impossibile indagare per ogni furto e furtarello
semplicemente la polizia annota e se fermano qualcuno con materiale denunciato, hanno un motivo in piu per pelarlo... tutto qui
ma lo sbarramento è una soluzione ridicola perchè gia oggi non mi pare un problema per molti mettere il proprio nome e insultare a morte una ragazzina quindicenne*
ben detto
*fatti realmente accaduti e finiti su giornale
Lo so che si può tracciare l'IP, ma non è certo cosa immediata e accessibile a tutti. L'identià verificata tramite nome e cognome invece si.
So anche che è impensabile andare a tirare le orecchie a tutti. Ma intanto quello che posti lo fai con la tua faccia, non con un nick.. e se non sei cretino ci pensi un attimo prima di postare. In primis per ciò che pensa di te la gente che ti sta attorno (come nella vita reale) e in secondo luogo perchè se vai a gettare fango gratuitamente contro qualcuno rischi una querela o una denuncia di altro genere. (torno a dire, come nella vita reale)
Eliminando anche il problema legato all'uso dei social da parte dei minori e la possibilità di aprie diversi account per scopi ovviamente poco chiari.
Propongo anche di obbligare ad inviare una fotocopia di un documento di identità certificata da un notaio e di obbligare a mettere una bella telecamera sul computer che registra tutto quello che fai mentre navighi su FB. Magari anche una nelle mutande. Tanto "se uno non ha niente da nascondere, non ha niente da temere" (cit.).
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