Costi dell'elettricità per minare un Bitcoin: l'Italia è il paese al mondo dove il mining è meno conveniente

Un interessante studio realizzato da CoinGecko ha cercato di stimare la convenienza nel mining dei Bitcoin tenendo in considerazione i costi dell'elettricità domestica
di Rosario Grasso pubblicata il 21 Agosto 2023, alle 13:31 nel canale WebBitcoin
Secondo un nuovo studio, per minare un singolo Bitcoin (BTC) sono necessari in media 266 mila kWh (considerando che l'elettricità ha un costo che varia di paese in paese). Parliamo di un processo che richiede 7 anni per poter essere completato e che comporta un consumo mensile di elettricità di circa 143 kWh. Si tratta di un sesto della quantità di elettricità che una famiglia mediamente consuma in un mese.
Sulla base di questi parametri di base, CoinGecko ha cercato di stabilire quali sono i paesi in cui il mining è più conveniente, tenendo in considerazione le differenze nei costi dell'elettricità. Mentre alcuni minatori scelgono di far parte di "mining pool" per aumentare le loro possibilità, questo studio si concentra sui minatori che agiscono in solitaria. Inoltre, tiene conto di altri fattori, come l'"hash rate" legato al modello di mining utilizzato e alla potenza dell'hardware a disposizione.
Quanto costa minare un Bitcoin?
Mentre all'alba dei Bitcoin nel 2009 il processo di mining era piuttosto semplice, ora si è arrivati a un livello di complessità non indifferente con configurazioni hardware specifiche ma anche con costi dell'energia elettrica crescenti. Secondo lo studio, negli Stati Uniti oggi minare un Bitcoin ha un costo di circa 42 mila euro (mentre un Bitcoin vale poco meno di 24 mila euro). Naturalmente ci sono differenze nei costi dell'energia elettrica in base alla parte del mondo in cui ci si trova, con l'Europa che oggi vede i maggiori rincari in seguito all'impennata globale dei costi emersa durante la pandemia di COVID-19 e alla domanda sempre maggiore. Un ruolo, inoltre, viene giocato dalla guerra in Ucraina, che ha portato alla sospensione delle consegne di gas ad alcuni stati membri dell'UE, e all'ondata di caldo che abbiamo avuto nel 2022, la quale ha avuto un impatto non trascurabile sulla produzione di elettricità.
Il risultato di tutto questo è che, secondo le stime dello studio che stiamo prendendo in esame, l'Italia è il paese al mondo in cui l'elettricità costa di più e, pertanto, dove è meno conveniente il mining. Parliamo di più di 190 mila euro per poter estrarre un Bitcoin, con il Bel Paese che è seguito in questa "speciale" classifica da Australia (169 mila euro) e Belgio (158 mila).
Al contrario, la regione asiatica vanta il costo medio più basso per i minatori solisti, di circa 18 mila euro per il mining di un Bitcoin. Questa regione rappresenta l'unico territorio in cui i costi medi dell'elettricità domestica rendono l'attività mineraria redditizia per un minatore solitario, anche se ovviamente andrebbero presi in considerazione i singoli paesi e non la media generale.
In Libano minare un Bitcoin costa 244 euro (ed è il paese al mondo dove è più conveniente farlo), mentre la stessa operazione in Giappone costa quasi 60 mila euro. In tutto il mondo, sono 65 i paesi conviene minare Bitcoin, dei quali 34 si trovano in Asia, 18 in Africa, 8 in Nord o Sud America e solamente 5 in Europa.
Naturalmente questo ragionamento comporta alcune precisazioni: innanzitutto, gran parte di questi paesi sono sprovvisti di attrezzatura hardware specializzata all'estrazione, per cui bisognerebbe considerare i costi di trasporto e installazione del materiale. Inoltre, il mining di Bitcoin in queste realtà può sovraccaricare la rete e portare a blackout. Iran e Islanda, ad esempio, sono due paesi in cui la produzione di Bitcoin è stata momentaneamente sospesa per volere dei rispettivi governi proprio per evitare sovraccarichi alle reti elettriche nazionali.
Nell'articolo che abbiamo linkato si può leggere la metodologia che ha portato a questi risultati, che ha tenuto conto di 8 diversi modelli di mining con vari valori di "hash rate" e del tempo medio impiegato per estrarre un singolo Bitcoin per ciascun modello. L'articolo sottolinea anche come la quantità di elettricità necessaria per il mining di un Bitcoin non sia molto diversa da quella necessaria a far funzionare la maggior parte degli elettrodomestici, come sottolinea l'illustrazione che riportiamo in questa pagina.
46 Commenti
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fixed
C'è il sole per asciugare e il vento! La "roba" si asciuga anche d'inverno, basta che non ci sia nebbia.
Anche secondo me è insopportabile sentire i giornalisti (tutti) dare la colpa ad altro che non siano le sanzioni che hanno portato ai costi dell'energia attuale con la successiva impennata dell'inflazione e del costo del denaro che è stata un'altra conseguenza. Ipocrisia allo stato puro ma viviamo nel mondo della propaganda e quindi occorre sorbirci anche questo.
C'è il sole per asciugare e il vento! La "roba" si asciuga anche d'inverno, basta che non ci sia nebbia.
Non farti ingannare dall'ultima slide. Quante ore al giorno usi per asciugare i panni? Una? E quante ore per minare i bitcoin? ventiquattro?
In altri termini, trasformalo in un confronto giornaliero, e scoprirai che per minare bitcoin hai un consumo maggiore di tutti gli elettrodomestici messi insieme.
essendo limitato è teoricamente destinato a aumentare, come teoricamente prendendo gli NFT per la loro unicità dovevano aumentare. poi sappiamo com'è finita
E un bollitore da 3.5???
Anche un soffiatore da 2.5kW è bello grosso.
Secondo me sono valori messi lì perché altrimenti il lato sinistro del grafico sarebbe abitato solo da quello schifo di Bitcoin.
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