"Common People": abbonati per vivere, paga per amare. L'episodio di Black Mirror che fa discutere

"Common People": abbonati per vivere, paga per amare. L'episodio di Black Mirror che fa discutere

Nel primo episodio della settima stagione, "Common People", Black Mirror ci trascina in un incubo di abbonamenti, pubblicità invasive, sanità precaria e disperazione di coppia. Un episodio che fa riflettere, molto vicino alla realtà dei giorni nostri.

di pubblicata il , alle 10:31 nel canale Web
Netflix
 

Avendo uno stomaco forte e una sensibilità spesso limitata, non mi capita spesso che un episodio di Black Mirror riesca a lasciarmi svuotato, inquieto e, soprattutto, arrabbiato. Dopo aver parlato dell'episodio "Hotel Reviere", è proprio "Gente Comune" (Common People), che apre la settima stagione della celebre serie distopica, a riuscire nell’impresa. Non solo per la sua trama – che, come spesso accade, sembra un passo appena più in là rispetto alla nostra realtà – ma per la sua capacità di colpire al cuore alcune delle ansie più profonde della società contemporanea: il costo della salute, la precarietà della classe media, la mercificazione della vita stessa.

Una trama che fa male perché è vera

La storia di Amanda (Rashida Jones) e Mike (Chris O’Dowd) è, almeno all’inizio, quella di una coppia qualunque. Lei insegnante, lui operaio, vivono una vita semplice, fatta di piccoli piaceri e di sogni modesti – come mettere da parte qualcosa per un figlio che forse non arriverà mai. Tutto cambia quando Amanda viene colpita da un malore improvviso che poi si scopre essere un tumore cerebrale che, senza un intervento straordinario, la condannerebbe a una morte certa.

È qui che entra in scena Rivermind, una start-up della Silicon Valley che promette un miracolo: sostituire la parte malata del cervello con un impianto sintetico collegato a una copia digitale della mente di Amanda. L’operazione è gratuita, ma c’è un prezzo: per continuare a vivere, Amanda dovrà sottoscrivere un abbonamento mensile da 300 dollari. Un costo che, ovviamente, col passare del tempo aumenterà in modo esponenziale col passare del tempo e con l’introduzione di nuovi “piani” e “funzionalità”.

La parabola che segue è una discesa agli inferi scandita da bollette, pubblicità invasive (Amanda, a un certo punto, si ritrova a recitare spot in automatico, senza rendersene conto), notti insonni e umiliazioni. Mike, pur di racimolare i soldi necessari, arriva a compiere atti indegni in diretta su una piattaforma streaming per pochi dollari. Ma non basta mai: ogni nuovo upgrade di Rivermind, ogni “booster” di felicità o lucidità, costa sempre di più. E la qualità della vita di Amanda, invece di migliorare, si deteriora rapidamente.

Quando anche la vita è un abbonamento: satira o profezia? (SPOILER)

Quello che mi ha colpito di “Common People” non è solo la sua crudeltà narrativa, ma la lucidità con cui il regista dell'episodio mette a nudo i meccanismi del capitalismo contemporaneo. Il mini film è una satira nerissima dei modelli di business basati su abbonamenti e microtransazioni, ma anche una feroce critica al sistema sanitario (soprattutto americano), dove la sopravvivenza è spesso legata alla capacità di pagare.

Non è un caso che molti spettatori abbiano visto in Rivermind una metafora delle grandi piattaforme digitali - Netflix stessa in primis - che aumentano costantemente i prezzi senza offrire reali miglioramenti, e che hanno ormai abituato gli utenti a una logica di “pay to play” anche per i bisogni più essenziali. Ma qui la posta in gioco è la vita stessa: Amanda non può semplicemente “disdire l’abbonamento”, perché significherebbe morire.

Altro colpo di genio è stato la scelta di inserire pubblicità invasive direttamente nella coscienza della protagonista. Non siamo poi così lontani da un mondo in cui la nostra attenzione, la nostra memoria, persino la nostra identità, sono costantemente interrotte da messaggi commerciali. Ho trovato questa puntata la più vicina alla realtà "dei giorni nostri", la più reale in tutti i sensi.

Al centro della storia c’è il rapporto tra Amanda e Mike, reso con una delicatezza e una disperazione che fanno male. I due si amano, ma sono schiacciati da un sistema che li costringe a sacrificare tutto – dignità, salute mentale, futuro – pur di restare insieme. Come detto, Mike è disposto a tutto, anche a umiliarsi pubblicamente, pur di pagare l’ennesima rata. Amanda, invece, si spegne lentamente, privata della sua autonomia e della sua umanità, fino a chiedere al marito di porre fine alla sua sofferenza mentre è “assente”, cioè durante una delle sue crisi pubblicitarie, girando personalmente una delle più disturbanti e commoventi scene dell’intera storia di Black Mirror.

Ma non finisce qui. Il finale dell’episodio è altrettanto ambiguo. Infatti, dopo aver ucciso Amanda, Mike si chiude nella sua stanza dove girava i video per la piattaforma "Dum Dummies", portando con sé un taglierino. Prima di chiudere la porta, guarda dritto in camera: uno sguardo che ci interroga, ci mette a disagio, ci costringe a riflettere sul nostro ruolo di spettatori.

Charlie Brooker, creatore della serie, ha spiegato che questa scena è pensata come una “exit strategy”: Mike potrebbe essere sul punto di togliersi la vita davanti a una platea di sconosciuti, oppure semplicemente continuare a vendere la propria sofferenza per pagare le bollette.

L’episodio affronta temi enormi: la privatizzazione della salute, la precarietà della classe media, la pervasività della pubblicità, la solitudine delle famiglie di fronte a un sistema che non perdona i deboli. Ma lo fa senza moralismi, lasciando che siano le scelte dei protagonisti a parlare. Amanda e Mike non sono eroi, né vittime: sono, appunto, “gente comune”, costretta a destreggiarsi in un mondo che non lascia alternative.

“Common People” è un pugno nello stomaco, un episodio che non fa sconti e che costringe lo spettatore a guardare in faccia alcune delle contraddizioni più dolorose del nostro tempo. Non offre soluzioni, né consolazioni: solo una domanda, che risuona anche dopo i titoli di coda. Quanto siamo disposti a pagare – in termini economici, emotivi, morali – per restare vivi in un mondo che sembra volerci consumare fino all’ultimo respiro?

11 Commenti
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euscar19 Aprile 2025, 11:01 #1
un incubo di abbonamenti, pubblicità invasive, sanità precaria e disperazione di coppia. Un episodio che fa riflettere, molto vicino alla realtà dei giorni nostri.


La cosa importante è che la gente si abitui piano piano, anche attraverso la visione di queste serie TV ... come nel "principio della rana bollita".
Mo4219 Aprile 2025, 16:33 #2
Originariamente inviato da: euscar
La cosa importante è che la gente si abitui piano piano, anche attraverso la visione di queste serie TV ... come nel "principio della rana bollita".


"Guarda, potrebbe andare peggio!" - intanto le cose sono appena l'1% meglio.
gd350turbo19 Aprile 2025, 16:56 #3
Visto...
Si molto realistico sotto un certo punto di vista...
Gli episodi più belli per me sono 1 2 6
alexfri19 Aprile 2025, 19:15 #4
Da NON comunista mi viene da dire che il comunismo, anche nelle sue peggiore declinazioni, probabilmente é meno disumano del capitalismo portato all'estremo. Certo in condizioni "normali" il capitalismo é migliore, ma quando si arrivi agli estremi forse il comunismo (o qualcosa dele genere) é auspicabile per il genere umano.
Nui_Mg19 Aprile 2025, 22:59 #5
L. Tirotta wrote:
[I]Non è un caso che molti spettatori abbiano visto in Rivermind una metafora delle grandi piattaforme digitali - Netflix stessa in primis - che aumentano costantemente i prezzi senza offrire reali miglioramenti, e che hanno ormai abituato gli utenti a una logica di “pay to play” anche per i bisogni più essenziali.[/I]

Comprensibile la critica, ma se la cosa spaventa tanto basterebbe semplicemente svegliarsi e mandarli a quel paese definitivamente, non dandogli più alcun dinero finché faranno i furboni. Siamo solo agli inizi e quindi ci sarebbe ancora tempo per evitare un certo futuro distopico ma, se la gente continuerà a non capire, allora si meriterà tutto il luamàr ipotizzato.
agonauta7819 Aprile 2025, 23:48 #6
La privatizzazione della sanità..in Italia, dove funziona, quanto pensate che durerà ancora gratis ? Per ogni lavoratore precario proveniente dall'estero che lavora in Italia c'è dietro una famiglia che usa la nostra sanità senza contribuire . La moglie non lavora e sappiamo perché (la religione ) i figli 2 o 3 sono piccoli e lui guadagna a stento per mantenerla . La privatizzazione della sanità è un argomento che dovrà presto essere affrontato . Non si scappa .
Gnubbolo20 Aprile 2025, 15:03 #7
un piccolo imprenditore lascia almeno il 60% del suo capitale allo Stato e questo salasso non basta mai.
eeWee7221 Aprile 2025, 18:53 #8
Molto interessante. Ma io trovo che il confronto con Netflix non regge nemmeno un po'. Netflix non è affatto una cosa "necessaria", nemmeno un po'.
alien32121 Aprile 2025, 22:14 #9
Originariamente inviato da: alexfri
Da NON comunista mi viene da dire che il comunismo, anche nelle sue peggiore declinazioni, probabilmente é meno disumano del capitalismo portato all'estremo. Certo in condizioni "normali" il capitalismo é migliore, ma quando si arrivi agli estremi forse il comunismo (o qualcosa dele genere) é auspicabile per il genere umano.


Cazzata, ti ricordo che il comunismo ha fatto decine di MILIONI di morti, peggio del nazifascismo.

Poi la sere Black Mirror, come serie di fantascienza è PATETICA, sempre stata, con evidenti buchi di trama o peggio logici.

È strutturata appositamente per dipingere un futuro pessimistico e impossibile solo per dipingere TUTTE le tecnologie in modo negativo.
alien32121 Aprile 2025, 22:16 #10
Originariamente inviato da: alexfri
Da NON comunista mi viene da dire che il comunismo, anche nelle sue peggiore declinazioni, probabilmente é meno disumano del capitalismo portato all'estremo. Certo in condizioni "normali" il capitalismo é migliore, ma quando si arrivi agli estremi forse il comunismo (o qualcosa dele genere) é auspicabile per il genere umano.


Cazzata, ti ricordo che il comunismo ha fatto decine di MILIONI di morti, peggio del nazifascismo.

Poi la sere Black Mirror, come serie di fantascienza è PATETICA, sempre stata, con evidenti buchi di trama o peggio logici.

È strutturata appositamente per dipingere un futuro pessimistico e impossibile solo per rappresentare TUTTE le tecnologie in modo negativo.

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