Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, resta sulle sue posizioni: "cancellatevi da Facebook"

Stanno facendo discutere le esternazioni di Brian Acton, co-fondatore di WhatsApp, secondo il quale Facebook era e resta troppo invasivo a livello di pubblicità, nonché in ritardo su questioni di privacy e crittografia
di Alessandro Bordin pubblicata il 10 Novembre 2019, alle 11:17 nel canale WebIl nome non è noto come quello di altri, ma Brian Action è, insieme a Jan Koum, la persona che ha creato WhatsApp nel lontano 2009. In occasione di una conferenza ha ribadito un concetto chiaro, invitando a cancellarsi da Facebook. I suoi diverbi con l'entourage del più diffuso dei social network sono ben documentati, nonché causa del suo allontanamento volontario nel 2017 da WhatsApp stressa. Dopo l'acquisizione da parte di Facebook nel 2014, sono nati diversi screzi circa le modalità di guadagnare denaro dalla nota app di messaggistica, culminati appunto con le sue dimissioni.
In seguito ha fondato la Signal Fundation, una app di messaggistica no profit fortemente cifrata utilizzata da giornalisti e attivisti per i diritti umani in tutto il mondo. Brian ritiene che Facebook necessiti di una maggiore sicurezza, nella forma di una cifratura dati più massiccia specie con i servizi di terze parti, ma lamenta anche una eccessiva presenza di pubblicità mirata. Facebook ha profilato oltre un miliardo di utenti, cosa senza precedenti e che a Brian Acton fa nascere qualche apprensione.
Fu lui, in seguito al caso Cambridge Analytica, a lanciare l'hashtag #DeleteFacebook, quindi le sue apprensioni non nascono certo oggi. Questi i fatti, a cui possiamo fare seguire qualche considerazione. Resta il dubbio se a far nascere questo disappunto siano i diverbi del passato o qualcosa di molto più fondato. Potrebbe anche essere una mossa per "spronare" Mark Zuckerberg a fare in fretta ad integrare sistemi di cifratura più sicuri, sebbene Facebook sia stata caldamente consigliata di aspettare da parte del procuratore generale USA William Barr "per questioni di sicurezza nazionale".
The Verge non manca di sottolineare come Brian Acton descriva Mark Zuckerberg come una persona che cambia idea spesso, quindi è difficile capire cosa succederà nel breve e nel medio periodo. Quello che sappiamo per certo è che Brian Acton è uno "fissato" con la sicurezza. Troppo fissato? Ha ragione? Sono dubbi che nascono quando si prende una posizione così forte ed è difficile capire, con gli elementi di cui disponiamo, se la sua sia una forma leggera di paranoia oppure qualcosa di molto più serio e collegato fortemente alla realtà.
14 Commenti
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Ma siete seri? Come si può scrivere una cosa del genere?
Non esiste alcuna "fissa" sulla sicurezza, e le attenzioni sulla sicurezza non sono mai abbastanza, proprio perchè la sicurezza assoluta è una utopia non esiste mai una meta da raggiungere, ma a cui tendere costantemente migliorando e rendendo più robusti i sistemi e i servizi.
Espressioni del genere ricordano molto le affermazioni assurde e pericolose di chi afferma che non esiste privacy e che "comunque hanno già tutti i nostri dati".
Proprio perchè c'è gente che stupidamente pensa questo è importante che chi ha responsabilità, anche di comunicazione, non diffonda queste idee malsane e questi atteggiamenti.
Ma siete seri? Come si può scrivere una cosa del genere?
Non esiste alcuna "fissa" sulla sicurezza, e le attenzioni sulla sicurezza non sono mai abbastanza, proprio perchè la sicurezza assoluta è una utopia non esiste mai una meta da raggiungere, ma a cui tendere costantemente migliorando e rendendo più robusti i sistemi e i servizi.
Espressioni del genere ricordano molto le affermazioni assurde e pericolose di chi afferma che non esiste privacy e che "comunque hanno già tutti i nostri dati".
Proprio perchè c'è gente che stupidamente pensa questo è importante che chi ha responsabilità, anche di comunicazione, non diffonda queste idee malsane e questi atteggiamenti.
Tutto dipende.
In generale la sicurezza e la privacy sono importanti, ma non possono diventare una sorta di psicosi.
Io non sono iscritto a Facebook perchè non ho mai sentito l'esigenza di condividere tutta la mia vita con gli amici (ci posso anche parlare) o con perfetti sconosciuti.
Nonostante ciò non mi faccio dei drammi se google o whataspp leggano eventuali mie mail o conservazioni.
Non credo di avere questi segreti così importanti da carpire e se anche dovessero usare queste informazioni per fare della pubblicità "mirata", me ne farò una ragione.
In generale la sicurezza e la privacy sono importanti, ma non possono diventare una sorta di psicosi.
Io non sono iscritto a Facebook perchè non ho mai sentito l'esigenza di condividere tutta la mia vita con gli amici (ci posso anche parlare) o con perfetti sconosciuti.
Nonostante ciò non mi faccio dei drammi se google o whataspp leggano eventuali mie mail o conservazioni.
Non credo di avere questi segreti così importanti da carpire e se anche dovessero usare queste informazioni per fare della pubblicità "mirata", me ne farò una ragione.
Analizziamo un po' quello che hai scritto.
Tu sei iscritto ad un piattaforma [B][U]SOCIAL[/U][/B].
Decidi di mettere 150 restrizioni (quindi in parte diminuendo il "valore" della condivisione) e poi ti lamenti se quello che hai messo online, potrebbe essere violato o utilizzato in maniera non aderente al concetto di privacy (peraltro molto fluido e interpretabile).
Dal mio punto di vista se non vuoi che nessuno (direttamente o indirettamente) possa venire a conoscenza delle tue informazioni personali, semplicemente non dovresti mai renderle più o meno disponibili su alcuna piattaforma o sito.
E' totalmente irrazionale pensare di farsi vedere nel mondo e poi ricercare una sorta di anonimato.
E' un po' come dire che metti il tuo nome e cognome sul citofono e poi ti lamenti se qualcuno riesce a sapere che tu abiti proprio in quel palazzo e in quella città semplicemente passandoci davanti.
In generale la sicurezza e la privacy sono importanti, ma non possono diventare una sorta di psicosi.
Io non sono iscritto a Facebook perchè non ho mai sentito l'esigenza di condividere tutta la mia vita con gli amici (ci posso anche parlare) o con perfetti sconosciuti.
Nonostante ciò non mi faccio dei drammi se google o whataspp leggano eventuali mie mail o conservazioni.
Non credo di avere questi segreti così importanti da carpire e se anche dovessero usare queste informazioni per fare della pubblicità "mirata", me ne farò una ragione.
ecco perchè nessuno teme cortana e la telemetria, o i buchi di what'sapp e fb
"tanto io non ciò segreti!"
Tu sei iscritto ad un piattaforma [B][U]SOCIAL[/U][/B].
Decidi di mettere 150 restrizioni (quindi in parte diminuendo il "valore" della condivisione) e poi ti lamenti se quello che hai messo online, potrebbe essere violato o utilizzato in maniera non aderente al concetto di privacy (peraltro molto fluido e interpretabile).
Dal mio punto di vista se non vuoi che nessuno (direttamente o indirettamente) possa venire a conoscenza delle tue informazioni personali, semplicemente non dovresti mai renderle più o meno disponibili su alcuna piattaforma o sito.
E' totalmente irrazionale pensare di farsi vedere nel mondo e poi ricercare una sorta di anonimato.
E' un po' come dire che metti il tuo nome e cognome sul citofono e poi ti lamenti se qualcuno riesce a sapere che tu abiti proprio in quel palazzo e in quella città semplicemente passandoci davanti.
ah ok quindi il tuo ragionamento di prima era relativo al contesto dell'utente che vuole la privacy pur essendo iscritto ai social
siamo d'accordo ma mi sembrava che stessi facendo un discorso di principio col post di prima
"tanto io non ciò segreti!"
Quando scelgo il servizio di una società [B][U]GRATUITAMENTE[/U][/B] sono consapevole che in qualche modo debba guadagnare su di me.
Altrimenti viviamo in un mondo di enti di beneficenza che spendono miliardi di euro solo perchè vogliono migliorare la nostra vita e sono tanto buoni...
Sai cosa succederebbe se tutti fossero anonimi o non condividessero volontariamente o involontariamente le proprie informazioni?
Che ti troveresti SOLO servizi a pagamento perchè non viviamo in un mondo utopico nel quale la gente lavora e produce ricchezza per la gloria personale e non per un ritorno economico di qualche tipo.
Tu sei iscritto ad un piattaforma [B][U]SOCIAL[/U][/B].
Decidi di mettere 150 restrizioni (quindi in parte diminuendo il "valore" della condivisione) e poi ti lamenti se quello che hai messo online, potrebbe essere violato o utilizzato in maniera non aderente al concetto di privacy (peraltro molto fluido e interpretabile).
Dal mio punto di vista se non vuoi che nessuno (direttamente o indirettamente) possa venire a conoscenza delle tue informazioni personali, semplicemente non dovresti mai renderle più o meno disponibili su alcuna piattaforma o sito.
E' totalmente irrazionale pensare di farsi vedere nel mondo e poi ricercare una sorta di anonimato.
E' un po' come dire che metti il tuo nome e cognome sul citofono e poi ti lamenti se qualcuno riesce a sapere che tu abiti proprio in quel palazzo e in quella città semplicemente passandoci davanti.
E ci andrei ben piano con la parte dei citofoni, è assolutamente indiscutibile che uno possa avere l'aspettativa di permettere a chi viene a trovarti di farti sapere che è alla porta e che gli devi aprire, SENZA che questo si traduca in un paio di imbecilli patentati che vanno a divulgare questa informazione su social media, dato che la cosa costituisce illecito trattamento di dati personali. Quindi sì, mi aspetto che NON ci siano persone che vanno a fare pesca a strascico ad ogni portone per poter catalogare chi abiti in quel palazzo, dato che è una aspettativa ragionevole e infatti la legge la garantisce.
siamo d'accordo ma mi sembrava che stessi facendo un discorso di principio col post di prima
Ho fatto un discorso generale e poi ho ricondotto la mia visione all'esperienza del singolo.
L'importante è cercare di essere coerente nei ragionamenti (anche qualora si sbagli).
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