Dimenticatevi gli smartwatch: è arrivato il 'tablet per il polso'

Rufus Cuff è un nuovo dispositivo da polso che vuole eliminare tutti i difetti della categoria dei wearable, e sostituire in futuro anche lo smartphone
di Nino Grasso pubblicata il 03 Novembre 2015, alle 13:31 nel canale WearablesRaggiunge finalmente la fase di pre-order Rufus Cuff, un dispositivo che si pone l'arduo compito di rivoluzionare l'esperienza dei wearable. Come molti fra i prodotti più innovativi e, se vogliamo, bizzarri, Rufus Cuff è il frutto di una campagna in crowdfunding effettuata su Indiegogo. Si tratta di un "tablet da polso" ben più grande dei comuni smartwatch ed è basato su Android, con il team di progettazione che è riuscito a raccogliere complessivamente oltre 450 mila dollari nella campagna conclusasi a maggio 2014.
Lo strano dispositivo adotta un display da 3,2 pollici e si pone l'obiettivo di introdurre una nuova categoria di prodotto, quella del "comunicatore da polso". Oltre al display di importanti dimensioni, almeno per i canoni degli indossabili, Rufus Cuff adotta un processore TI Cortex-A9, una fotocamera frontale per videochiamate, selfie e foto in genere e un modulo wireless con supporto a Wi-Fi, Bluetooth e GPS. Il tutto viene alimentato da una batteria da 1.175mAh.
Non c'è il supporto per la SIM, elemento che rende di certo più pesante l'imbarazzo dovuto ad indossare un prodotto simile al polso: le chiamate possono essere comunque effettuate via internet o attraverso uno smartphone abbinato. Con Android KitKat preinstallato, non delude la compatibilità con le applicazioni di terze parti. Rufus Cuff può essere utilizzato anche come fitness tracker grazie alla sua leggerezza: pesa, infatti, poco più di 100 grammi, alla stregua di uno smartphone tradizionale.
È chiaro che Rufus Cuff sia un prototipo di un concetto di dispositivo che per certi versi appare molto interessante. Di fatto vuole abbattere i limiti attuali della categoria smartwatch, incremementando considerevolmente quelli che possono essere gli scenari d'uso di un prodotto indossabile al polso. Si è espresso a riguardo Gabe Grifoni, CEO di Rufus Labs e co-fondatore della start-up: "Non è solamente un centro notifiche glorificato, Rufus Cuff potrebbe consentire a chiunque di abbandonare il proprio cellulare".
Ma non solo, il dirigente ha infatti specificato, non rinunciando a facili iperboli, che "sostituirà la necessità di avere smartphone, portafogli, orologi, fitness tracker, qualsiasi cosa". Al momento sono troppe le mancanze e non crediamo che Rufus Cuff possa impensierire l'iPhone o il Galaxy S di turno. Certo è che il concetto di base è molto interessante, con un indossabile che, anche se un po' goffamente, si pone il fine ultimo di eliminare molti problemi della categoria.
42 Commenti
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No ma adesso.. ma chi sono quegli sciroccati che hanno investito soldi in sta vaccata?!?!
Ce ne vuole di coraggio a finanziare una roba del genere.
questo fa pure un discreto botto
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