Da Vibram, la suola che ti ricarica il cellulare

Il progetto Hero si concretizza in una calzatura con un sistema integrato di accumulo e trasformazione dell’energia prodotta dal movimento umano, in questo caso durante la camminata. Questo sistema permette di generare fino ad un max di 3 Watt di potenza
di Roberto Colombo pubblicata il 02 Marzo 2016, alle 16:51 nel canale WearablesVibram
Ogni giorno dissipiamo un grande quantitativo di energia con le nostre attività quotidiane. Camminare, correre, fare le scale: sono tutte attività che producono - sotto forma di compressioni, sfregamenti, torsioni - grandi e piccole dissipazioni di energia attorno al nostro corpo. Essendo l'energia un bene sempre più prezioso è un po' la pietra filosofale dei giorni nostri il trovare il modo per sfruttare questa energia senza che vada persa in semplice calore ed entropia. Pare essere a buon punto in questa direzione Vibram, che ha annunciato il progetto Hero (Harvesting of Energy in Rubber Outsole) in collaborazione con l'azienda statunitense InStep NanoPower, di cui ha preso in licenza la tecnologia.
Come si legge nel comunicato stampa: "Il progetto Hero si concretizza in una calzatura con un sistema integrato di accumulo e trasformazione dell’energia prodotta dal movimento umano, in questo caso durante la camminata. Questo sistema, inserito perfettamente nell’intersuola della calzatura – e sigillato ermeticamente al fine di evitare problemi a contatto con acqua, polvere e sabbia – permette di generare fino ad un max di 3 Watt di potenza, con il solo effetto della normale camminata. Il dispositivo, in grado di generare 1 Watt di potenza continua, consente quindi un accumulo di 8 Wh per una camminata di circa 8 ore. Energia sufficiente a evitare l’esaurimento di carica dello smartphone, ad esempio".
Il sistema è dotato un chip elettronico auto alimentato in grado di comunicare via Bluetooth con un’apposita applicazione Android, consentendo di ottenere in tempo reale informazioni come il livello della batteria del dispositivo, il numero di passi registrati, la geolocalizzazione e la temperatura del piede, rendendo praticamente superfluo indossare un altro wearable per tenere traccia della propria attività quotidiana. Il sistema permette di sfruttare la carica accumulata anche per dispositivi esterni, attraverso una porta micro USB posizionata sulla calzatura ed è allo studio la possibilità di sfruttare l'energia prodotta direttamente all'interno della calzatura per riscaldarla nei climi più rigidi.
Certamente si tratta solo del primo passo verso un reale utilizzo dell'energia dissipata dal nostro movimento: 8 ore di camminata per ricaricare uno smartphone sono un'attività non proprio alla portata di tutti, ma quando oltre alle scarpe saranno in grado di recuperare energia anche gli indumenti ogni piccolo Watt potrà contribuire a non far scaricare il nostro cellulare.
30 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPoi mi piacerebbe sapere se il ricupero dell'energia avviene su una scarpa sola o su entrambe, il che vorrebbe dire che ci sono 2 batterie da cui attingere (quindi 0,5 Wh per scarpa?).
Insomma, bella idea, ma bisognerebbe sapere di piu' per capire se e' anche usabile.
Poi mi piacerebbe sapere se il ricupero dell'energia avviene su una scarpa sola o su entrambe, il che vorrebbe dire che ci sono 2 batterie da cui attingere (quindi 0,5 Wh per scarpa?).
Insomma, bella idea, ma bisognerebbe sapere di piu' per capire se e' anche usabile.
Sarebbe perfetta per gli sportivi, doppia fatica e non piu' conteggi su kcal / km ma solo in watt.
ovvio, nulla si crea e nulla si distrugge
il maggior peso della scarpa e, credo, la maggir fatica alla deformazione della suola generano l'energia per caricare la batteria, a scapito delle calorie bruciate dalla persona
il maggior peso della scarpa e, credo, la maggir fatica alla deformazione della suola generano l'energia per caricare la batteria, a scapito delle calorie bruciate dalla persona
Il punto sono le grandezze in gioco.
A me produrre 10Wh in più non costa molto, ma per un cellulare è tutto quello che serve
Diciamo 5W di dispendio in più per due ore, più le perdite da trasformazione etc.
Tra 100 e 105W di potenza non cambia la vita.
il maggior peso della scarpa e, credo, la maggir fatica alla deformazione della suola generano l'energia per caricare la batteria, a scapito delle calorie bruciate dalla persona
A me produrre 10Wh in più non costa molto, ma per un cellulare è tutto quello che serve
Diciamo 5W di dispendio in più per due ore, più le perdite da trasformazione etc.
Tra 100 e 105W di potenza non cambia la vita.
punto 1: non si fatica di più dato che l'energia di spostamento del corpo è data dalla vincità della gravità, è la stessa gravità a comprimere il meccanismo della suola utilizzando il peso corporeo; forse la questione è che un bestione da 100Kg possa generare più corrente di una ragazza da 50Kg scarsi.
punto 2:facendo 2 conti un cellulare con batteria di 3,7 V e 3200MAh consuma 11,84 W ma non sono all'ora ma come massimo consumo 1 giorno (a me la carica mi dura circa 2 giorni). quindi produrre 1Wh con le scarpe dovrebbe soddisfare il bisogno energetico stesso del cellulare ma anche un normalissimo pannellino solare portatile genera 1,2Wh.
quindi io qui non vedo rivoluzioni ma solo la volontà economica di produrre solo e sempre più batterie (powerback) invece di recuperare energia quando possibile.
io stesso ho allo studio un paio di scarpe che dovrebbe produrre energia, il mio brevetto dovrebbe poter generare circa 2W al minuto...il problema è che non sono come queste a stato solido ma le mie sono meccaniche creando un po' troppo rumore al momento.
punto 2:facendo 2 conti un cellulare con batteria di 3,7 V e 3200MAh consuma 11,84 W ma non sono all'ora ma come massimo consumo 1 giorno (a me la carica mi dura circa 2 giorni).
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V * mAh * 1000 = V * Ah = Wh, non W: uno indica una quantità di energia immagazzinata e l'altro un flusso, come saprai meglio di me.
Io ho sottinteso un tempo di ricarica di due ore (le ricariche troppo lente 1. rischiano di essere più lente della scarica quindi inutili e 2. non sono convinto facciano troppo bene alla batteria), per cui ho bisogno di 5W, 5.9W nel caso che dici te, un po' di più considerando le perdite di energia etc.
Io sbagliero' ma continuo ad essere convinto che una certa energia questa scarpa la assorba anche da chi cammina:
Se il meccanismo ricava energia dal piegarsi della suola (come sembrerebbe dalla foto) la scarpa rimarrebbe piu' dura, e l'energia in piu' per piegarla la mette chi cammina. Se invece l'energia e' ricavata dalla forza di gravita' la suola sara piu' cedevole, e la camminata risulta comunque piu' faticosa, un po' come quando si cammina sulla sabbia, anche se non in modo cosi' pronunciato (per dare l'idea).
Ripeto, magari sbaglio eh, sono solo riflessioni scaturite dalla logica elaborando quanto conosco di fisica, ma i miei ragionamenti mi portano a pensare cosi'.
Per fare un esempio un po' tutti sappiamo che una bicicletta con una dinamo vecchio tipo riesce ad attivare una lampadina da 3 watt ovvero 3 Wh che in otto ore fanno 24 Wh. Diciamo che una dinamo è poco efficiente ma comunque anche queste scarpe avranno la loro efficienza e diciamo anche che si fa molta fatica in più con la dinamo attivata. Riduciamo questo sforzo di un terzo e abbiamo grosso modo lo sforzo in più da fare con queste scarpe.
Se il meccanismo ricava energia dal piegarsi della suola (come sembrerebbe dalla foto) la scarpa rimarrebbe piu' dura, e l'energia in piu' per piegarla la mette chi cammina. Se invece l'energia e' ricavata dalla forza di gravita' la suola sara piu' cedevole, e la camminata risulta comunque piu' faticosa, un po' come quando si cammina sulla sabbia, anche se non in modo cosi' pronunciato (per dare l'idea).
Ripeto, magari sbaglio eh, sono solo riflessioni scaturite dalla logica elaborando quanto conosco di fisica, ma i miei ragionamenti mi portano a pensare cosi'.
Non è richiesta maggiore energia se la rigidezza del sistema di ricarica è pari o inferiore a quello della parte di suola che va a sostituire. L'energia spesa per deformare o piegare la suola viene cioè spesa per azionare il generatore (mentre solitamente viene parzialmente restituita grazie all'elasticità della gomma - quota che immagino abbiano calcolato - e in parte persa per attrito e dunque calore - quota che immagino puntino a trasformare in corrente -). Se non è così, non solo fatichi di più: hai una suola più dura da piegare e dubito che un produttore di suole perda clienti vendendone di dure come assi di legno.
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