Rimborsi per la fatturazione a 28 giorni non arriveranno entro il 2018 (e chissà quando)

Il Consiglio di Stato accoglie la richiesta degli operatori di TIM, Vodafone, Wind, Tre Italia e Fastweb. Secondo gli addetti ai lavori non vi è l'obbligo di risarcire i clienti entro il 31 dicembre.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 21 Dicembre 2018, alle 13:00 nel canale TelefoniaTIMVodafone3 ItaliaWINDFastweb
L'obbligo per i rimborsi dovuti ai cittadini da parte degli operatori entro il prossimo 31 dicembre 2018 non vi è più. Il Consiglio di Stato ha deciso di accogliere la richiesta delle società di telecomunicazioni congelando almeno fino a data da destinarsi i rimborsi che TIM, Vodafone, Tre Italia, Fastweb e Wind avrebbero dovuto elargire agli utenti entro tale data per quanto riguardava la fatturazione a 28 giorni.
“Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale – si legge nell’ordinanza firmata dal presidente della VI sezione Sergio Santoro – accoglie l’istanza cautelare e, per l’effetto, sospende l’esecutivita’ del dispositivo impugnato”.
Secondo i giudici amministrativi hanno ritenuto, in attesa della deposizione della sentenza del Tar del Lazio che aveva deciso il risarcimento ai consumatori proprio entro la fine di questo anno, che "il prospettato danno, discendente dall’obbligo di storno degli importi corrispondenti al numero dei giorni di disallineamento tra i due metodi cronologici di fatturazione" non sarebbe compromesso da un allungamento dei tempi al 31 marzo 2019, data di deposito.
Rimborsi: cosa dicono le associazioni dei consumatori
L'Unione Nazionale Consumatori (UNC) ha subito replicato alla decisione del Consiglio di Stato definendo la vicenda una "vergogna nazionale" e dichiarando ancora tramite Massimo Dona:
“Non c’è limite al peggio! Dopo il Tar ora ci si mette anche il Consiglio di Stato a sospendere un sacrosanto diritto dei consumatori: riavere quello che le compagnie telefoniche hanno indebitamente percepito violando le delibere dell’Authority. Ancora una volta le compagnie senza alcun pudore si arrampicano sugli specchi cercando di rinviare i rimborsi dovuti agli utenti”
Secondo l'Adiconsum il vero problema della questione è l'art. 70 del Codice delle Comunicazioni Elettroniche che permette agli operatori di modificare il contenuto dei contratti in modo unilaterale e soprattutto senza alcun limite. Questo a discapito chiaramente degli utenti che non avranno mai così delle garanzie sulla certezza del contratto firmato. Proprio su questo l'associazione punterà nei prossimi mesi affinché vi sia una revisione del Codice delle Comunicazione Elettroniche a vantaggio dei consumatori.
Anche Altroconsumo ha voluto dire la sua esprimendo una totale insoddisfazione per la questione del blocco dei rimborsi. L'associazione punta il dito sul numero davvero importante di utenti che sono coinvolti nella questione: si parla di ben 12 milioni di utenti di rete fissa e di almeno 60 milioni di rete mobile. Tutti hanno pagato con tariffazione a 28 giorni ossia un mese in più all'anno per un valore di ben 13 miliardi di euro che devono essere rimborsati in qualche modo.
7 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoaggiungiamo che magari da maggio 2017 ad oggi, in moltissimi abbiano cambiato operatore (sia fisso che mobile) anche più di 1 volta e si finirà per non avere nulla o un rimborso simbolico ...
non nutro nessuna speranza concreta in questi rimborsi..
Ahia, mò guarda che sono capaci di combinare...
alla fine era lui che gli doveva dei soldi
Mi accontenterei che aderisse un 30% del popolo italiano...vediamo dopo cosa ne pensano di non erogare i rimborsi.
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