Guardian: Android non è né gratis né open-source, ecco perché

Un articolo del Guardian ha analizzato i costi di produzione di uno smartphone Android, fra questi abbiamo l'acquisizione delle licenze "Google Mobile Services"
di Nino Grasso pubblicata il 24 Gennaio 2014, alle 13:26 nel canale TelefoniaAndroidGoogle
"L'idea che Google Android sia gratis o open-source viene ripetuta così tante volte che è praticamente un dogma di fede su internet. C'è un solo problema: nessuna delle due affermazioni è propriamente vera". Inizia così un articolo del Guardian volto ad identificare i costi di produzione di uno smartphone Android, fra questi abbiamo le licenze GMS, ovvero i "Google Mobile Services", vediamo insieme di cosa si tratta.
Se da una parte è vero che il software operativo, nella sua essenza più pura, venga proposto gratuitamente da Google, e può essere scaricato, compilato e modificato da chiunque ne abbia le competenze necessarie (concetto emblematico per un software open-source) dall'altra le applicazioni native che rendono completo lo stesso Android, e di cui dispone quasi ogni smartphone venduto in commercio, necessitano del pagamento della licenza "Google Mobile Services" (GSM).
Per disporre delle cosiddette Google Apps (fra cui lo store virtuale di applicazioni), quindi, i produttori devono pagare un "dazio" ipotizzato di circa 75 centesimi di dollaro. La cifra può variare sulla base dei dispositivi piazzati in commercio, stando a quanto riportato da fonti interne alla community Android al popolare quotidiano britannico.
"Installare Google Play senza aver pagato la licenza GMS è illegale", ha dichiarato la fonte, ammettendo però che la stessa Google non dispone della forza di sorveglianza necessaria per far sì che tutti i produttori rispettino la regola. In sostanza, i grossi OEM pagano regolarmente, mentre quelli più piccoli tendono a scappare dal campo d'azione dei radar di Google, e la stessa società tende a chiudere un occhio sull'argomento. Sono gli stessi OEM, secondo la fonte, a fare pressioni sui rivenditori perché accettino solamente dispositivi con tutte le licenze pagate.
Storicamente, Google non ha mai "perseguito" produttori terzi colpevoli di aver messo in vendita dispositivi dotati dei servizi proprietari senza aver pagato le licenze. Del resto, i proventi garantiti dal pagamento delle GMS su Android non rappresentano che una minima parte del fatturato della società. Il Guardian ha valutato l'intero affare come un guadagno percepito di circa 100 milioni per ogni trimestre, a fronte del fatturato complessivo di circa 14 miliardi di dollari ufficializzato nel terzo trimestre del 2013.
La somma richiesta da Google per ogni dispositivo venduto, inoltre, scompare se paragonata a quanto necessario per ricevere le licenze per Windows Phone, circa 15$ ogni unità venduta. Tuttavia il Guardian precisa: "L'idea che Android sia open-source è solo parzialmente vera: il codice sorgente è disponibile online, attraverso i server di Google, e chiunque può scaricarlo ed effettuare delle modifiche", scrive il quotidiano online. "Amazon, ad esempio, ha creato la sua versione proprietaria per la famiglia di tablet Kindle."
Tuttavia, precisa il quotidiano britannico, diversamente dalle politiche utilizzate da progetti "veramente open-source" come Linux, MySQL, PHP o Python, solo il personale interno di Google può effettuare delle modifiche che rifletteranno l'evoluzione futura del sistema operativo.
87 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoMa cosa 1/20 di quello che pagano per i presunti brevetti detenuti da MS che Android infrangerebbe!
E anche l'ultima questione riguardo ai "veri SW open Source" cosa cambia con Android rispetto a Linux? Forse che tutti quelli che si alzano la mattina e pigiano 3 tasti a caso sul loro PC vedono le proprie modifiche inserite le Kernel di Linux?
Ogni distribuzione Open Source ha un mantainer della release principale. E decide cosa mettere e cosa no. E mi sembra logico, altrimenti diventa un'anarchia che non produce nulla.
E, come per ogni progetto OS, a tutti è data la possibilità di fare le proprie modifiche, chiamare il nuovo prodotto ZioPino OS e installarlo là dove più gli aggarada, tostapane inclusi.
Questo è il significato di OpenSource (sorgente aperto).
I servizi Google non sono nemmeno OS, per cui non si capisce cosa c'entrino con la questione. Un conto è fare un ecosistema intorno ad Android, un conto è parlare del sistema operativo in sè che è utilizzabile liberamente senza nessun servizio Google allegato, come Amazon ben insegna.
E non credo che i 75 centesimi siano stati il problema di Amazono a non volere l'ecosistema Goggle nei suoi dispositivi. E' semplice scelta di marketing di fare uno strumento diverso. E chiunque può farlo.
Open Source, questo sconosciuto a cui tutti danno una sfumatura diversa a seconda del caso e della convenienza.
e allora sono 3 anni che non ci stai capendo nulla, rinunciaci
Le obiezioni sono
1- L'accesso allo store si paga, 0.75 cent.
Puoi fare il tuo store parallelo. Si paga anche l'accesso allo store di Ubuntu, solo che non e' "per device" ma lo paghi con la pubblicita' delle applicazioni e collaterali consigliati (tipo i link amazon). Cio' non toglie che Ubuntu, o peggio ancora Linux, sia opensource.
2- Fanno dei test compatibilita' per dare accesso allo store
Anche qua nulla di non visto nel mondo dei Linux nudi e puri, dove alcuni repo sono accessibili solo previa autorizzazione.
3- Solo le persone che lavorano all'interno di Google possono fare cambiamenti.
Prova a fare un cambiamento alla sintassi Pyton e vedere se la community Pyton lo approva al volo. I Bug Fixes sono sempre i benvenuti, in ogni progetto Opensource. La direzione del progetto e' SEMPRE decisa dalla community "Core" che comprende i membri piu' anziani/attivi/chi ci mette i soldi.
Canonical decide la direzione di Ubuntu, non e' che se ti iscrivi sul Forum e tiri fuori la stronzata del momento te la implementano nella prossima Release.
e cosi' via.
Quindi piu' che altro mi sembra che si discosti dall'idea che un bambino che non ha mai installato Linux e non ha mai contribuito a un progetto ha dell'opensource.
Ma anche lo richiedessero, è per le Google Apps/Store - non per Android...
Abbiamo scoperto che nel mondo non lavora gratis nessuno, tranne i casi di volontariato, hobby, passatempo.. con motivazioni ben diverse di una SPA.
Alla fine si scopre che Android non è stato concepito dalla vergine Maria...ma da una azienda con fatturati superiori a molti stati ...dietro l'aureola dell'Open source... come in una tela apostolica...
Non ho nulla contro l'open source, anzi, ammiro molta gente che si dedica per passione o per qualsiasi motivo allo sviluppo di strumenti di cui noi possiamo usufruire in modo gratuito, tanto di cappello, ma questo con google centra come i cavoli a merenda.
esattamente! Ognuno può prendere android e farci quello che vuole, anche un sistema diverso con un proprio store (vedi Amazon con il kindle fire). Non sono gratuiti i servizi di google e infatti nessuno può prendere ad esempio youtube e portarlo su altri sistemi senza accordi con google (vedi questione con microsoft e windows phone)
Abbiamo scoperto che nel mondo non lavora gratis nessuno, tranne i casi di volontariato, hobby, passatempo.. con motivazioni ben diverse di una SPA.
Alla fine si scopre che Android non è stato concepito dalla vergine Maria...ma da una azienda con fatturati superiori a molti stati ...dietro l'aureola dell'Open source... come in una tela apostolica...
Non ho nulla contro l'open source, anzi, ammiro molta gente che si dedica per passione o per qualsiasi motivo allo sviluppo di strumenti di cui noi possiamo usufruire in modo gratuito, tanto di cappello, ma questo con google centra come i cavoli a merenda.
e dailà
Ma perché è un concetto così difficile da capire! Eppure so benissimo che tu questa cosa la capisci molto bene!
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