Benchmark, smartphone e ottimizzazioni software sempre più presenti

Smartphone Huawei e Honor integrano una particolare modalità Performance che interviene in presenza di benchmark, spingendo i SoC Kirin al massimo delle potenzialità. Benchmark ottimi, ma a fronte di consumi elevati
di Paolo Corsini pubblicata il 07 Settembre 2018, alle 13:01 nel canale TelefoniaHuaweihonorKirinAndroid
Grazie ad una analisi condotta dal sito Anandtech è emerso come la vecchia abitudine di forzare il funzionamento dei componenti alla massima velocità possibile quando è mandato in esecuzione un benchmark non sembra sia stata abbandonata del tutto dai produttori di smartphone.
Anni fa è stato scoperto come vari produttori impegnati nell'ecosistema Android avessero implementato nei propri prodotti delle tecniche di verifica del tipo di applicazione utilizzata. Se si trattava di un benchmark, semplicemente dall'analisi del nome dell'eseguibile dell'applicazione, i parametri di funzionamento del SOC venivano spinti al massimo anche se questo implicava un incremento nei consumi e in generale una temperatura più elevata.
Questo tipo di comportamento sembra ritornato in auge, scoperto dall'analisi condotta da Anandtech su vari terminali Huawei e Honor. Del software installato su questi terminali interviene quando vengono eseguiti alcuni benchmark molto utilizzati, spingendo le frequenze di funzionamento della CPU e della GPU a quelle massime consensite dalle specifiche del SOC. A questi valori corrispondono livelli di consumo molto elevati, superiori a quelli che tipicamente ci si attende da un dispositivo mobile. Tali valori non vengono invece selezionati con applicazioni non benchmark: in questo caso le frequenze di GPU e CPU rimangono su valori più bassi rispetto a quelli massimi, adeguandosi in funzione del carico e mantenendo il consumo complessivo entro una soglia che è ritenuta adeguata nel funzionamento per lungo periodo del terminale.
La risultante sono quindi prestazioni superiori, a fronte di un consumo complessivamente più elevato. Il SoC non viene overcloccato tecnicamente, in quanto è spinto entro le massime frequenze di funzionamento di specifica, ma viene forzato ad operare con un andamento termico più spinto rispetto a quello che tipicamente sarebbe con applicazioni che non rientrano nella lista di quelle verificate come benchmark.
Secondo Huawei questo comportamento è una vera e propria funzionalità implementata nei propri prodotti: della logica di intelligenza artificiale interviene abilitando la "Performance Mode" nel momento in cui alcune applicazioni vengono rilevate, portando il SoC ad operare al proprio picco di efficienza. L'azienda ha scelto di operare in questo modo anche perché spinta dal simile comportamento di molti competitor presenti nel mercato cinese, abituati a utilizzare pratiche di questo tipo per poter mostrare prestazioni più elevate con i propri prodotti. Per Huawei questo tipo di approccio peermette quindi di livellare il campo competitivo, rimuovendo un vantaggio portato avanti dai propri concorrenti.
Viene però da pensare che sarebbe preferibile fare in modo che ottimizzazioni di questo tipo siano del tutto assenti e i SoC dei terminali mobile operino secondo il profilo predefinito a prescindere dal tipo di applicazione utilizzata. A fronte di prestazioni più elevate con i benchmark si ottiene infatti un consumo superiore alla media, con il rischio che intervengano modalità di thermal throttling nel momento in cui l'applicazione benchmark venga utilizzata per lungo periodo.
C'è una prima conseguenza pratica di questo: UL, l'azienda che sviluppa e distribuisce la popolare serie di benchmark 3DMark, ha comunicato di aver rimosso dai propri benchmark pubblici alcuni prodotti Huawei che utilizzano questo tipo di ottimizzazioni prestazionali in quanto violano le norme fornite ai produttori. UL è al lavoro con Huawei a riguardo e si prevede che verrà implementata una modalità che permetta di disabilitare la funzione di thermal throttle che permette di spingere le prestazioni, a scapito dei consumi e della temperatura, quando viene eseguito un benchmark.
Questo comportamento è particolarmente evidente con i dispositivi basati sui SOC Kirin 960 e Kirin 970: il nuovo Mate 20 Pro, atteso al debutto alla metà del mese di ottobre 2018, sarà dotato del SoC Kirin 980 che dovrebbe permettere di assicurare un comportamento termico ben differente rispetto ai predecessori e non creare quindi discrepanze nette tra modalità d'uso tipica e un Performance Mode sviluppato dall'azienda per ottenere le massime prestazioni.
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