Recuperare terre rare da hard disk e SSD dismessi: il riciclo secondo Western Digital

Western Digital, insieme a Microsoft e altri partner, ha avviato un programma su larga scala per il riciclo di HDD e SSD, recuperando terre rare e metalli preziosi con un processo sostenibile. L'iniziativa mira a ridurre l'e-waste, le emissioni e la dipendenza dagli approvvigionamenti esteri, promuovendo una filiera circolare interamente statunitense.
di Manolo De Agostini pubblicata il 19 Aprile 2025, alle 13:01 nel canale StorageWestern Digital
Western Digital, in collaborazione con Microsoft, PedalPoint Recycling e Critical Materials Recycling (CMR), ha avviato un programma su larga scala per il recupero di materiali critici dai dischi rigidi (HDD) a fine vita. Il progetto, denominato Advanced Recycling and Rare Earth Material Capture Program, ha già permesso di trasformare circa 21.000 chilogrammi di HDD, SSD e adattatori in materiali riutilizzabili, sottraendoli a discariche o processi di riciclo meno efficaci.
Gli HDD, ancora oggi fondamentali per l'infrastruttura dei datacenter nonostante la diffusione degli SSD nei PC, vengono generalmente distrutti alla fine del loro ciclo di vita. I materiali preziosi che li compongono - tra cui terre rare come disprosio, neodimio e praseodimio - finiscono spesso per diventare e-waste, rifiuti elettronici.
Allo stesso tempo, l'estrazione primaria di queste terre rare produce elevate emissioni di gas serra e crea dipendenza da fornitori esteri. Recenti restrizioni all'export imposte dalla Cina, principale fornitore globale di terre rare, hanno posto nuove pressioni sulle catene di approvvigionamento degli Stati Uniti, in particolare per il disprosio, utilizzato in dischi rigidi, motori e generatori.
Il programma di Western Digital mira a ridurre tale dipendenza, creando una filiera circolare completamente interna agli Stati Uniti. I dispositivi dismessi, provenienti dai datacenter statunitensi di Microsoft, vengono inviati e triturati a PedalPoint per la separazione dei materiali. Magneti e acciaio sono poi inviati a CMR, che utilizza la propria tecnologia ADR (acid-free dissolution recycling) a base di sali di rame per estrarre ossidi di terre rare (REO) con purezza del 99,5%, senza l'uso di acidi forti o alte temperature. I pezzi di PCB vengono inviati a una fonderia in Corea del Sud per estrarre oro, argento, palladio e rame.
Il processo consente un tasso di recupero superiore al 90% per le terre rare e dell'80% per il materiale complessivo triturato, riducendo del 95% le emissioni di gas serra rispetto all'estrazione da miniere vergini. Oltre alle terre rare, il programma permette anche il recupero di alluminio, acciaio, rame, oro e palladio, tutti reimmessi nel mercato statunitense.
Il progetto è il frutto di 18 mesi di test, iniziati nel 2023 e conclusi a dicembre 2024. Alla luce dei risultati, Western Digital sta ora ampliando il programma coinvolgendo altri clienti hyperscale, con l'obiettivo di estendere il modello a tutto il settore.
Secondo i dati del Financial Times, nel 2022 esistevano oltre 23.000 data center nel mondo con 70 milioni di server. Ogni server contiene più HDD, che generalmente raggiungono la fine del ciclo di vita in tre-cinque anni. L'ammontare globale di rifiuti elettronici potrebbe raggiungere i 75 milioni di tonnellate entro il 2030.
14 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoNell'articolo si parla solo di impatto ambientale in termini di gas serra; ma questo nel sistema capitalista non conta niente. Quello che conta non viene minimamente argomentato: quanto costa riciclare in quel modo? Di più o di meno rispetto ad estrarre materia prima?
Quanto costano i materiali ottenuti col riciclo ?
Se il costo è superiore all'estrazione , allora tutto il processo non ha senso .
Ok l'ecologia , ma il costo determina se il processo è sostenibile o no
Sarebbe stato interessante saperlo.
Però se stanno pensando di estendere questo processo è probabile che i costi non siano tanto maggiori. Se poi aggiungiamo i reciproci dazi (USA-Cina) potrebbe diventare anche conveniente.
Proprio perché siamo in un sistema capitalista avranno fatto bene i loro conti, soprattutto se c'è di mezzo la M$.
Nell'articolo si parla solo di impatto ambientale in termini di gas serra; ma questo nel sistema capitalista non conta niente. Quello che conta non viene minimamente argomentato: quanto costa riciclare in quel modo? Di più o di meno rispetto ad estrarre materia prima?
Discorso importante per noi ma non per le aziende coinvolte. Lo scopo non è risparmiare, ma liberarsi dall'incubo della stretta delle esportazioni delle terre rare dalla Cina.
A parte che ne Microsoft ne Western Digital mi risultino siano aziende europee ma poi nell'articolo è evidenziato in grassetto " creando una filiera circolare completamente interna agli Stati Uniti."
Insomma si parla di USA non di UE.
Si parla di unita a fine vita, dubito che sia roba funzionante e comunque stando all'articolo nel circuito dell'usato non ci sarebbe mai arrivata comunque "sottraendoli a discariche o processi di riciclo meno efficaci"
Che poi tu ti fideresti davvero a comprare un hard disk che ha lavorato in un datacenter notte e giorno per 3 anni?
Che poi tu ti fideresti davvero a comprare un hard disk che ha lavorato in un datacenter notte e giorno per 3 anni?
Io si. Fermo restando che i dati importanti in meno di due copie non li conservo, qual che siano le condizioni dei dischi, una unità perfetta secondo SMART ma con molto lavoro alle spalle, che nelle mie mani è utilizzata esclusivamente per archiviazione personale un centinaio di ore all'anno, cosa avrebbe che non va ? Diverso è destinarla ad uno stress quotidiano, o attività aziendali. In questi casi prenderei un disco nuovo.
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