Brave è il primo browser a supportare IPFS, il protocollo per un web decentralizzato

Brave è il primo browser con supporto nativo al protocollo IPFS, un progetto che punta a rendere il web decentralizzato, un po' come la rete BitTorrent. I vantaggi? Accesso ai contenuti più veloce e possibilità di superare problemi tecnici o censura.
di Manolo De Agostini pubblicata il 20 Gennaio 2021, alle 09:01 nel canale SoftwareBrave
Brave è il primo browser a supportare nativamente IPFS (InterPlanetary File System), un protocollo di comunicazione P2P (peer to peer) che vuole rappresentare la base di un web decentralizzato, modificando il modo in cui Internet ha funzionato fino a questo momento. Il protocollo si presenta come un miglioramento rispetto allo standard HTTP, in grado di offrire un accesso più rapido ai contenuti e una maggiore resilienza in caso di problemi o di controllo dei contenuti da parte di aziende e nazioni (censura).
Detta in parole molto povere, mentre il protocollo HTTP consente ai browser di accedere alle informazioni su un server centrale, IPFS sfrutta una rete distribuita di nodi. Un po' come scaricare contenuti tramite BitTorrent. Il funzionamento, per l'utente, non cambia: quando scriverete un sito web nella barra degli indirizzi, la rete pesca in modo automatico tra i nodi che ospitano il contenuto che desiderate consultare.
Il protocollo nato nel 2015 può velocizzare l'accesso ai contenuti perché i dati possono essere distribuiti e archiviati più vicini al sistema che li ha richiesti, ma l'aspetto più importante di IPFS è che aumenta la possibilità che i contenuti rimangano visibili anche in presenza di un problema tecnico o in caso di censura.
Brave è il browser basato su Chromium ideato dal cofondatore di Mozilla, Brendan Eich, che punta su velocità e privacy, e oggi conta circa 24 milioni di utenti attivi mensili. La società lavora su IPFS dal 2018, ma con l'ultima versione 1.9 del browser gli utenti possono accedere a contenuti IPFS direttamente risolvendo URI (Uniform Resource Identifier) ipfs:// mediante un gateway o installare un nodo IPFS con un click, in modo da ospitare una parte dei contenuti e servirla ad altri utenti. "Installare un nodo consente agli utenti di Brave di caricare i contenuti sulla rete P2P di IPFS, ospitata sul proprio nodo", si legge sul blog della società.
"IPFS è una tecnologia entusiasmante che può aiutare i creatori di contenuti a distribuirli senza costi di larghezza di banda elevati, sfruttando al contempo la deduplicazione e la replica dei dati. Ci sono vantaggi in termini di prestazioni per il caricamento di contenuti su IPFS sfruttando la sua rete swarm geograficamente distribuita. Con IPFS è possibile accedere ai contenuti visualizzati in precedenza anche offline. La rete IPFS dà accesso ai contenuti anche se sono stati censurati da aziende e stati-nazione, come ad esempio parti di Wikipedia".
L'aggiunta di IPFS è solo una delle tante soluzioni di Brave votate alla privacy, non va infatti dimenticato che il browser supporta la rete Tor e il protocollo Onion dal giugno 2018.
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoforse aiuterà i creatori a non avere bisogno di molta banda ma ogni volta che il sito aggiorna una cosa questa cosa deve andare in giro per internet ad aggiornare tutti i mirror sparpagliati e questo occupa banda anche senza servire..
boh.. carino la persistenza del dato ma non ho capito come gestiscono l'aggiornamento in tempo reale delle info per evitare che io legga il sito di 5 secondi fa e il mio vicino di casa quello di 30 secondi fa e non aggiornato..
Molto interessante
Grazie per la news, ci saranno maggiori responsabilità che ricadranno sul comportamento di tutti e ci sarà comunque sempre bisogno di un ente in cui noi poniamo la nostra fiducia per controllare questa realtà.Nel momento in cui su questa rete uno organizza l'uccisione di una persona o una rapina o una rivolta... sarà necessario che qualcuno intervenga, ovviamente lo stesso accadrà contro cose buone come il lavoro di una ONG che magari recupera perosne in mare o aiuta le persone che vengono sfruttate nei campi che ci portano frutta e mangiare ai fruttivendoli dove poi noi compriamo (lo ricordo a tutti visto che molti dimenticano).
QUindi alla fine la situazione è peggiore perché bisogna essere sufficientemente maturi e responsabili e trovare altri meccanismi di fiducia.. .il problema è che questi meccanismi di fiducia non funzionano.
Oggi un esempio in negativo è Reddit ma anche qualsiasi altro forum bacato (ce ne sono una marea: vedi Steam).
Se non piace una cosa che dici, basta anche che hai un nome o un avatar che per qualche motivo non piace, vieni coperto di insulti e l'ente corrotto avvalla l'ostracisimo e l'assassinio dell'utente virtuale con la sua eliminazione sistematica.
Quindi di cosa stiamo parlando? Il punto è che gli umani devono saper usare questi strumenti ... il problema rimane la testa, non lo strumento.
Superfluo e quasi controproducente per tutto il resto direi.
Si perde il controllo del contenuto praticamente.
spero nel ritorno dell'internet 1.0
Speriamo che questa tecnologia riporti un po' di libertà come nell'internet 1.0 , contro la crescente censura fatta in tutti gli stati paternalistici tipo il nostrooggi ritorna parlando clamorosamente dell'importanza degli insegnanti nelle zone periferiche della cina... giusto giusto per far comodo alle borse cinesi a segnare l'andamento positivo rispetto al resto del mondo.
stiamo parlando di uno della portata di bezoff e musk, non ti un pirla come voi eh
stiamo parlando di uno della portata di bezoff e musk, non ti un pirla come voi eh
Tu, invece, genius indiscussum supremae
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