NVIDIA ha ingannato gli investitori sulle criptovalute? La Corte Suprema se ne lava le mani

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha respinto la richiesta di NVIDIA di terminare una class action che la vede accusata di aver tratto in inganno i propri azionisti sull'impatto del fenomeno del mining di criptovalute con le GPU sul proprio business gaming nel biennio 2017-2018.
di Manolo De Agostini pubblicata il 12 Dicembre 2024, alle 09:00 nel canale Schede VideoNVIDIA
NVIDIA ha ingannato gli azionisti sull'impatto del mining di criptovalute sul business delle GPU gaming? È a questa domanda che dovranno rispondere i giudici, dopo che la Corte Suprema ha respinto la richiesta della società statunitense di annullare un procedimento legale destinato a diventare una class action.
La Corte ha dichiarato di aver accolto "impropriamente" la richiesta di revisione da parte di NVIDIA, ovvero non avrebbe dovuto prenderla in considerazione sin dall'inizio. Non è stato chiarito il motivo di questa decisione, ma ciò significa che la causa legale potrà continuare presso le corti di grado inferiore.
Secondo il New York Times, i membri della corte non avevano accolto da subito positivamente la chiamata in causa da parte di NVIDIA. "Questo è un argomento altamente tecnico", avrebbe detto a un certo punto il giudice Samuel Alito. "Mi sembra solo che ci stiate chiedendo di impegnarci in un tipo di analisi in cui non siamo molto bravi e che non ci aspettavamo di fare quando abbiamo preso questo caso", aggiunse la giudice Elena Kagan.
NVIDIA è stata portata in tribunale da una società di investimento di Stoccolma, E. Ohman J:or Fonder AB, secondo la quale il colosso dei chip ha tratto in inganno gli investitori in merito alla sua dipendenza dal settore del mining di criptovalute nel biennio 2017-2018.
La causa sostiene che NVIDIA ha nascosto la sua dipendenza da quel fenomeno, poi scemato con un conseguente impatto sul business e il valore azionario. Chiaramente, gli investitori avrebbero voluto sapere la dipendenza della società dal mining di criptovalute, per cui erano usate ingenti quantità di GPU, in modo da caratterizzare meglio l'attività di NVIDIA e decidere se investire o no.
La SEC (Securities and Exchange Commission) ha già multato NVIDIA per 5,5 milioni di dollari nel 2022 per non aver comunicato adeguatamente l'impatto del mining di criptovalute sui ricavi del business gaming. L'azienda ha pagato la multa, senza ammettere o negare quanto rilevato dalla SEC, assicurando una maggiore trasparenza nelle future comunicazioni di mercato.
NVIDIA: le criptovalute non portano nulla di utile alla società
"Avremmo preferito una decisione nel merito che affermasse l'archiviazione del caso da parte del tribunale, ma siamo pienamente pronti a continuare la nostra difesa", ha dichiarato John Rizzo, portavoce di NVIDIA, in un comunicato. "Standard coerenti e prevedibili nelle controversie sui titoli sono essenziali per proteggere gli azionisti e garantire un'economia forte, e noi continuiamo ad impegnarci a sostenerli".
9 Commenti
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Spesso sono guidati da atti di fede nell'affidabilità di analisi di mercato e di proiezioni di mercato fatte non si sa da da chi o come e da una mentalità da pecoroni che seguono il mercato.
Figurati, quando devono tirarli fuori di tasca loro magicamente vengono le braccine e corte
Queste sono sconfitte per la giustizia.
Spesso sono guidati da atti di fede nell'affidabilità di analisi di mercato
Se fosse veramente così non dovrebbero potersi lamentare di nulla, nel senso che non dovrebbero proprio averne diritto.
Ma dubito che chi costruisce grandi imperi sugli investimenti compia semplicemente numerosi atti di fede.
Ma in entrambi i casi chi è causa del proprio male dovrebbe piangere solo se stesso.
Spesso sono guidati da atti di fede nell'affidabilità di analisi di mercato e di proiezioni di mercato fatte non si sa da da chi o come e da una mentalità da pecoroni che seguono il mercato.
Esatto. Inoltre, (quasi) tutta la tecnologia non è più un'applicazione della scienza, ma una vera e propria fede in qualcosa che non c'è, ma che arriverà con la prossima iterazione/aggiornamento.
In questo modo le promesse mirabolanti, attirano investimenti e poi non vengono mai mantenute, la memoria da pesce rosso delle masse permette di ripetere ogni volta il ciclo.
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