Signal mette in imbarazzo Cellebrite: gli strumenti che recuperano dati dagli smartphone hanno gravi problemi di sicurezza

Gli strumenti più utilizzati dalle forze dell'ordine per recuperare dati e prove dagli smartphone, hanno gravi vulnerabilità che possono mettere a rischio l'attendibilità delle informazioni ricavate
di Andrea Bai pubblicata il 22 Aprile 2021, alle 11:41 nel canale SicurezzaSignal
Cellebrite è una società israeliana che realizza dispositivi per l'estrazione di dati da smartphone e che vengono spesso utilizzati dalle forze dell'ordine nel caso in cui debbano accedere ad informazioni utili per lo svolgimento di indagini. La società si trova ora al centro di una vicenda piuttosto imbarazzante: i suoi dispositivi sarebbero zeppi di vulnerabilità che possono essere sfruttate per compromettere non solo i report generati nell'analisi di uno smartphone, ma anche il PC a cui il sistema è collegato.
E' Moxie Marlinspike, CEO di Signal, a svelare il problema: "Includendo un file appositamente formattato, ma altrimento innocuo, in un'app su un dispositivo che viene analizzato da Cellebrite, è possibile eseguire codice che modifica non solo il report di Cellebrite creato per quell'analisi, ma anche tutti i report passati e futuri per tutti i dispositivi analizzati e in maniera arbitraria (inserendo o rimuovendo testo, e-mail, foto, contatti, file o qualsiasi altro dato), senza modifiche rilevabili del timestamp o errori di checksum".
Le vulnerabilità scoperte permetterebbero non solo di modificare i report prodotti dalle analisi dei dispositivi Cellebrite (minandone quindi l'attendibilità), ma anche di compromettere il sistema a cui il dispositivo è collegato con la possibilità di eseguire codice da remoto. "Non c'è limite" al codice che potrebbe essere eseguito, secondo quanto afferma il CEO di Signal che sottolinea come manchino le contromisure ai più comuni malware in circolazione.
Our latest blog post explores vulnerabilities and possible Apple copyright violations in Cellebrite's software:
— Signal (@signalapp) April 21, 2021
"Exploiting vulnerabilities in Cellebrite UFED and Physical Analyzer from an app's perspective"https://t.co/DKgGejPu62 pic.twitter.com/X3ghXrgdfo
Emerge quindi un approccio alla sicurezza decisamente lacunoso, laddove dovrebbe essere la priorità per strumenti di questo tipo proprio per evitare che possano essere sfruttati da hacker/malintenzionati/criminali per compiere le loro malefatte. Marlinspike cita, ad esempio, uno strumento software di conversione audio/video utilizzato nei sistemi Cellebrite rilasciato nel 2012. Da allora il software è stato oggetto di oltre 100 aggiornamenti di sicurezza, nessuno dei quali incluso nei prodotti di Cellebrite.
Secondo il CEO di Signal i problemi non sarebbero solo inerenti alla sicurezza, ma potrebbero essere anche legali: egli evidenzia infatti la presenza nei sistemi Cellebrite di due pacchetti firmati digitalmente da Apple e che paiono essere ricavati dall'installer di iTunes per Windows, nella versione 12.9.0.167 e che è improbabile che la Mela abbia concesso in licenza.
E' bene osservare che normalmente problemi di sicurezza di questo tipo, una volta scoperti, vengono rivelati privatamente alla parte interessata così che li possa risolvere, e solo successivamente viene fatta divulgazione pubblica. Signal ha forzato un po' la mano, e Marlinspike ha dichiarato: "Siamo ovviamente disposti a rivelare responsabilmente le vulnerabilità specifiche di cui siamo a conoscenza a Cellebrite, se loro fanno lo stesso per tutte le vulnerabilità che usano per l'estrazione di dati e per i servizi che rendono a terzi, ora e in futuro".
Oltre alla gravità della situazione, c'è un secondo aspetto meno immediato ma ugualmente sconcertante: fino ad ora, almeno secondo le informazioni ad oggi disponibili, nessuno si è mai preoccupato di verificare la sicurezza di un dispositivo che viene usato per recuperare prove chiave nel contesto di un'indagine.
13 Commenti
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Vengo a conoscenza solo ieri, grazie al servizio delle Iene, di questa società (Cellebrite), e fa un certo effetto sentire Stefano Fratepietro, sicuramente non uno sprovveduto nel campo della sicurezza informatica, sentir dire "Cellebrite è l'unica società in grado di sbloccare dispositivi Apple..."
Premesso che è inquietante anche il solo fatto che un dispositivo con alle spalle un'azienda seria e che si rispetti (in questo caso come Apple), bloccato/crittografato attraverso un id e una password possa in qualche modo essere sbloccato da un team tecnico dedicato, è altrettanto inquietante anche questa affermazione presa dall'articolo:
Il dubbio è ben insinuato ora, uno magari si affida a Signal pensando di trovare un alto livello di privacy/sicurezza e poi scopre che è come tutte le altre...
Cadono le braccia anche sulla società Emme Team, presentata dalle Iene, mesi fa, come una risorsa importante e preziosa per la lotta al revenge porn, e poi smontata completamente sempre dalle stesse iene nel servizio di ieri. Ma qui si andrebbe OT.
Vengo a conoscenza solo ieri, grazie al servizio delle Iene, di questa società (Cellebrite), e fa un certo effetto sentire Stefano Fratepietro, sicuramente non uno sprovveduto nel campo della sicurezza informatica, sentir dire "Cellebrite è l'unica società in grado di sbloccare dispositivi Apple..."
Premesso che è inquietante anche il solo fatto che un dispositivo con alle spalle un'azienda seria e che si rispetti (in questo caso come Apple), bloccato/crittografato attraverso un id e una password possa in qualche modo essere sbloccato da un team tecnico dedicato, è altrettanto inquietante anche questa affermazione presa dall'articolo:
Ogni dispositivo ha insiti problemi di sicurezza. Ma quelli Apple sono probabilmente tra i più sicuri. A quanto pare è forse possibile accedere ai dati di un iPhone, ma non è certo alla portata di chiunque. Se non ricordo male avevano calcolato che costasse parecchie decine (se non centinaia) di migliaia di dollari...
Questo è abbastanza improbabile, perché Signal è open source:
https://github.com/signalapp
Se facessero carognate verrebbero scoperti in tempo zero.
Non ho visto il servizio delle Iene, perché vedere i servizi delle Iene è il male. Metà delle volte i servizi sono costruiti ad arte per portare una certa narrazione utile a suscitare indignazione.
L'altra metà dicono quelle che io reputo stronzate.
By(t)e
L'altra metà dicono quelle che io reputo stronzate.
Rispetto la tua opinione anche se non la condivido. Non esiste il giornalismo perfetto come non esiste la sicurezza informatica assoluta, ecc.. ecc.. Ma da qui a dire che i servizi delle Iene sono il male non direi proprio. Come tutti possono sbagliare e talvolta sbagliano anche loro, quando ne prendono atto mi pare che sono anche pronte ad ammetterlo pubblicamente (cosa non da tutti).. In ogni caso è anche grazie a loro, con le loro inchieste, se molti drammatici fatti di cronaca irrisolti (e soprattutto insabbiati) sono stati riaperti. Poi quando fanno i servizi che mettono in risalto l'assurdo mondo dei complottisti e dei terrapiattisti non fanno certo disinformazione, anzi rimarcano solo da quanta pazzia siamo attorniati.
Aperto e chiuso OT.
Aperto e chiuso OT.
Il problema con un certo tipo di giornalismo, soprattutto televisivo (ma non solo) che fanno approfondimento, è che alla fine devono portare a casa il servizio. Quasi sempre sono già consapevoli di dove andranno a parare e la tesi da sostenere. Se poi le prove non concordano con il fine, si ignorano.
Sentire che le Iene siano "paladini" contro bufale e complottisti fa abbastanza pena, visto che fino a ieri erano dall'altra parte dello steccato (Stamina, per dirne una, ma potremmo citare il veleno di scorpione, l'aria tossica degli aerei, il Blue Whale, il pericolosissimo esperimento nucleare sotto il Gran Sasso, ecc...).
Metà dei servizi delle Iene dice cose inesatte o del tutto errate. Se sei abbastanza esperto di un dato argomento la cosa è lampante. A quel punto l'attendibilità della fonte "Iene" decade e non puoi fidarti di ciò che dicono, perché se di un altro argomento non sei ferrato non puoi coglierne le criticità.
Anche Report (per dire) soffre di questa problematica, anche se in misura nettamente inferiore. Non che dicano falsità, questo è raro (e di solito si correggono) ma capita che la narrazione spinga ad interpretare una certa situazione in un dato modo, ma che non è detto sia quello corretto.
Non avendo tempo ne voglia di verificare ogni cosa che dicono, preferisco fidarmi di altre fonti. Tanto se una cosa è davvero così grave o allarmante, stai sicuro che verrà fuori anche da altre parti.
By(t)e
Così a sentore senza averlo mai visto, punterei tutto sul film Hackers
Ci mancherebbe, ognuno è libero di informarsi dalle fonti che ritiene più attendibili, ma se non si conosce bene l'argomento, né i servizi, non si può sparare a 0 dicendo che almeno la metà di ciò che dicono sono fregnacce. Mia opinione eh.
No, il giornalismo corretto non insinua dubbi, cerca di chiarirli. Sennò non è tanto differente dai complottisti. Se non hai fonti attendibili di gravi affermazioni che fai, stai zitto.
Non sto qui a linkarti gli sbufalamenti di molti dei "servizi" delle Iene, ti basta Google per questo, ma sta di fatto che il modo in cui fanno "giornalismo" li qualifica come fonte non affidabile e, per questo, vanno evitati.
By(t)e
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