Scoperta la "batteria al diamante" che non si scarica mai

Un team di scienziati britannici ha sviluppato una batteria innovativa al carbonio-14 capace di alimentare dispositivi medici e tecnologici per migliaia di anni, promettendo una soluzione sostenibile e sicura per l'energia continua.
di Lorenzo Tirotta pubblicata il 09 Dicembre 2024, alle 15:45 nel canale Scienza e tecnologiaLa batteria in questione ha il potenziale di alimentare dispositivi per migliaia di anni, rendendola particolarmente adatta per applicazioni in ambito medico, come impianti oculari, apparecchi acustici e pacemaker.
Sarah Clark, direttrice del ciclo del combustibile al trizio presso l'UKAEA, ha descritto questa tecnologia come un "modo sicuro e sostenibile" per fornire energia continua. La batteria utilizza un diamante artificiale per racchiudere piccole quantità di carbonio-14, un isotopo radioattivo con un'emivita di circa 5.700 anni. Ciò significa che la batteria conserverà metà della sua energia anche dopo millenni.
Come Funziona la Batteria al Carbonio-14
La batteria sfrutta il decadimento radioattivo del carbonio-14, che emette elettroni attraverso un processo noto come effetto betavoltaico. A differenza delle batterie tradizionali che si basano su reazioni chimiche, questa tecnologia cattura gli elettroni in rapido movimento all'interno della struttura del diamante, simile a come i pannelli solari convertono la luce in elettricità.
Le dimensioni dei prototipi attuali sono contenute, misurando 10 mm x 10 mm e con uno spessore fino a 0,5 mm. Essendo il materiale più duro conosciuto dall'uomo, il diamante garantisce che le radiazioni emesse dal carbonio-14 non possano fuoriuscire, rendendo la batteria sicura per l'uso umano e ambientale.
Oltre ai dispositivi medici, le batterie al diamante potrebbero essere utilizzate in ambienti estremi dove la sostituzione delle batterie convenzionali è impraticabile, come nello spazio o in situazioni di emergenza.
Il professor Tom Scott dell'Università di Bristol ha dichiarato: "La nostra tecnologia micropower può supportare un'ampia gamma di applicazioni importanti, dalle tecnologie spaziali ai dispositivi di sicurezza".
Inoltre, la produzione di queste batterie rappresenta anche una soluzione per lo smaltimento dei rifiuti nucleari. Il carbonio-14 è generato in blocchi di grafite in alcune centrali nucleari a fissione. Estraendo il carbonio-14 da questi materiali, si riduce la loro radioattività e si semplifica lo stoccaggio sicuro dei rifiuti.
Neil Fox della School of Chemistry dell'Università di Bristol ha sottolineato che sebbene il carbonio-14 possa essere pericoloso se ingerito o toccato direttamente, il suo confinamento all'interno del diamante garantisce che non ci sia rischio per gli esseri umani. Le batterie al diamante non solo offrono una fonte di energia duratura ma contribuiscono anche a ridurre l'impatto ambientale associato alla produzione e allo smaltimento delle batterie tradizionali.
22 Commenti
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É da un po' che ne parlano (qualche anno). L'idea é molto interessante in certi contesti anche se è a verificare il rapporto tra peso, volume ed energia prodotta.Il costo trattandosi comunque di diamanti artificiali non sarà basso e sicuramente non adatto all'uso consumer... ma su satelliti da esplorazione profonda potrebbero essere interessanti.
Come batterie nucleari esistono da tempo quelle allo stronzio-90 (che produce calore e non direttamente energia elettrica ) e piú recentemente quelle al Nickel-63.
Uno che ha problemi di cuore e necessita di un pacemaker con queste batterie che gli offra la garanzia di non fermarsi mai, solo a sentire il prezzo del pacaemaker gli verrà un'infarto ...
No, l'energia emessa è bassissima. Vanno bene magari per microsensori ecc.
Almeno al momento, salvo qualche breakthrough.
Eh ma la Panda BASE costa già tanto, aggiungi qualche optional Fiat Luxury come potrebbe essere i finestrini elettrici, poi magari vuoi fare lo sceicco e ci vuoi pure il ruotino VERO di scorta ed ecco che in un attimo arrivi a spendere quelle cifre
Come batterie nucleari esistono da tempo quelle allo stronzio-90 (che produce calore e non direttamente energia elettrica ) e piú recentemente quelle al Nickel-63.
tipo quelle che i russi hanno utilizzato nei boschi in ucraina per alimentare i loro ponti radio? (e poi tranquillamente abbandonate dopo la caduta del muro)
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