Ricostruita la superficie della stella polare (Polaris) mostrando interessanti novità

Ricostruita la superficie della stella polare (Polaris) mostrando interessanti novità

In uno studio pubblicato negli scorsi giorni è stata ricostruita la superficie della stella polare (Polaris o α Ursae Minoris) mostrando interessanti novità riguardanti la presenza di macchie più chiare e scure e un aumento della massa stimata.

di pubblicata il , alle 01:01 nel canale Scienza e tecnologia
 

Lo studio della superficie del Sole si può effettuare da Terra grazie a telescopi (anche in maniera amatoriale, con le giuste precauzioni e attenzioni) ma anche con telescopi spaziali e sonde, come la Parker Solar Probe della NASA. Questo consente di conoscere meglio la stella al centro del nostro sistema, scoprirne i segreti e cercare di prevederne le emissioni che possono avere un grande impatto anche sulla vita di tutti i giorni. Gli scienziati non si sono però limitati al Sole e in un articolo pubblicato recentemente è stato possibile ricostruire la superficie della stella polare (conosciuta anche come Polaris o α Ursae Minoris).

stella polare

Ricostruzione della superficie utilizzando SURFING

Nello studio dal titolo The Orbit and Dynamical Mass of Polaris: Observations with the CHARA Array sono stati utilizzati i dati raccolti tra il 2016 e il 2021 dal Center for High Angular Resolution
Astronomy (CHARA) Array. Lo scopo principale era quello di mappare l'orbita della compagna più vicina e debole di Polaris (che le orbita intorno ogni 30 anni). Questo ha permesso però di avere nuove informazioni sulla superficie della stella polare oltre una stima migliore della dimensione.

polaris

Ricostruzione della superficie utilizzando ROTIR

Ricordiamo che la stella polare si trova nella costellazione dell'Orsa Minore (all'estremità del manico del "piccolo carro") a circa 434 anni luce dalla Terra. La sua importanza è legata alla navigazione in quanto è quasi allineata con l'asse di rotazione terrestre e quindi, apparentemente, quasi immobile nel cielo notturno indicando il Nord.

Polaris è una variabile cefeide (con un ciclo di quattro giorni) ed è la più brillante di un sistema triplo. Le variabili cefeidi sono importanti per i ricercatori in quanto la sua luminosità si modifica nel tempo "pulsando" ed esiste una relazione diretta tra il periodo di pulsazione e la luminosità assoluta della stella. Più lungo è il periodo, più luminosa è la stella.

polaris stella polare

La variabilità delle macchie con il passare dei giorni

Il CHARA Array ha sfruttato sei telescopi che hanno inviato la luce raccolta a un rilevatore centrale MIRC-X. Questo permette di simulare un telescopio di 330 metri di diametro permettendo di aumentarne la risoluzione. Secondo i nuovi dati, la stella polare (Polaris) ha una massa che è pari a 5,13 (± 0,28) masse solari mentre il suo diametro è pari a 46 volte quello della nostra stella. Rispetto alle precedenti misurazioni, la massa sembrerebbe essere lievemente superiore oltre a essere un po' più luminosa.

Le osservazioni hanno mostrato come la superficie della stella presenta delle grandi zone più luminose e altre meno luminose. Queste macchie cambiano con il passare del tempo e potrebbero ricordare le macchie solari (anche se quelle di Polaris sarebbero ben più grandi). Queste zone con differente luminosità sarebbero anche responsabili delle difficoltà nel calcolo del periodo di rotazione. Nel 2008 venne pubblicato uno studio che indicava un periodo di 120 giorni mentre nel 2019 il periodo era di 40 e 60 giorni.

Il perché ci siano queste macchie sulla superficie della stella polare non è ancora chiaro. Una delle ipotesi è la presenza di supergranuli convettivi, ma saranno necessari altre informazioni. Per questo gli scienziati hanno intenzione di proseguire le osservazioni anche nei prossimi anni accumulando sempre più dati e permettendo quindi di sviluppare modelli migliori.

7 Commenti
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aled197425 Agosto 2024, 09:47 #1
per i più esperti in materia: potrebbero le altre due stelle gemelle di polaris generare su essa una sorta di "effetto mareale" irregolare sulla formazione e disposizione di questi granuli?

o le due gemelle sono troppo piccole e distanti, o comunque non c'entra nulla?

grazie

ciao ciao
baruk25 Agosto 2024, 14:26 #2
Originariamente inviato da: aled1974
per i più esperti in materia: potrebbero le altre due stelle gemelle di polaris generare su essa una sorta di "effetto mareale" irregolare sulla formazione e disposizione di questi granuli?

o le due gemelle sono troppo piccole e distanti, o comunque non c'entra nulla?

grazie

ciao ciao


Se ci sono saranno veramente trascurabili. Polaris B è distante 2400 UA (unità astronomiche, 1 UA è pari alla distanza tra il Sole e la Terra), e forse non è direttamente legata all'influsso gravitazionele di Polaris A. Polaris Ab è relativamente più vicina, a 18,5 UA da Polaris A, per intenderci una distanza leggermente minore di Urano dal Sole, ma è decisamente più piccola e le forze mareali verso la sua compagna principale, che è una supergigante rossa, devono essere minime.
raxas25 Agosto 2024, 15:37 #3
Sinceramente rimango molto stranito che si possa mappare la superficie di una stella, per quanto supergigante, situata a oltre 440 anni luce,
magari si tratta di uno studio sui pixel

Nota: ah ok, immagini da interferometria ottica
e non potrei aggiungere altro, ma sicuramente studiare la superficie di una stella a 434 anni luce rimane alquanto difficile
fukka7525 Agosto 2024, 17:44 #4
Ti basta leggere l'articolo originale linkato nel corpo dell'articolo di hwu per capire come hanno fatto
aled197425 Agosto 2024, 18:49 #5
Originariamente inviato da: baruk
Se ci sono saranno veramente trascurabili. Polaris B è distante 2400 UA (unità astronomiche, 1 UA è pari alla distanza tra il Sole e la Terra), e forse non è direttamente legata all'influsso gravitazionele di Polaris A. Polaris Ab è relativamente più vicina, a 18,5 UA da Polaris A, per intenderci una distanza leggermente minore di Urano dal Sole, ma è decisamente più piccola e le forze mareali verso la sua compagna principale, che è una supergigante rossa, devono essere minime.


ah ecco grazie, non avevo cercato le distanze in essere, quindi escludiamo l'effetto mareale

ciao ciao
cronos199026 Agosto 2024, 07:05 #6
Originariamente inviato da: raxas
Sinceramente rimango molto stranito che si possa mappare la superficie di una stella, per quanto supergigante, situata a oltre 440 anni luce,
magari si tratta di uno studio sui pixel

Nota: ah ok, immagini da interferometria ottica
e non potrei aggiungere altro, ma sicuramente studiare la superficie di una stella a 434 anni luce rimane alquanto difficile
La Polaris non è una supergigante.
mail9000it26 Agosto 2024, 10:42 #7
Originariamente inviato da: cronos1990
La Polaris non è una supergigante.


Su wikipedia viene descritta come "supergigante gialla variabile cefeide".

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