Nuove immagini della regione intorno al buco nero Sagittarius A* al centro della Via Lattea

L'ESO ha annunciato in questi minuti due nuovi studi basati sui dati di VLTI che prendono in considerazione la regione più interna della Via Lattea, vicino al buco nero supermassiccio Sagittarius A* con una nitidezza senza precedenti.
di Mattia Speroni pubblicata il 14 Dicembre 2021, alle 16:01 nel canale Scienza e tecnologiaESO
L'ESO (Osservatorio Europeo Australe) ha annunciato in questi minuti una nuova serie di immagini della regione intorno al buco nero Sagittarius A* che si trova al centro della Via Lattea, la nostra galassia. Si tratta di un lavoro parallelo rispetto a quello in corso di svolgimento da parte dell'EHT che in passato ha mostrato nuove immagini di M87*.
Recentemente sempre l'ESO aveva annunciato la scoperta di un altro buco nero (di massa gran lunga inferiore rispetto a Sagittarius A*) nell'ammasso stellare NGC 1850 e chiamato NGC 1850 BH1. Questi oggetti particolarmente sfuggenti sono al centro di una serie di studi e ricerche per cercare di carpirne i segreti. Utilizzando il VLTI (Very Large Telescope Interferometer) è stato possibile cercare di rispondere ad alcune domande fondamentali per conoscere questi oggetti, come spiegato da Reinhard Genzel (direttore al Max Planck Institute for Extraterrestrial Physics) "vogliamo saperne di più sul buco nero al centro della Via Lattea, Sagittarius A*: quanto è massiccio esattamente? Ruota? Le stelle intorno al buco nero si comportano esattamente come ci aspettiamo dalla teoria della relatività generale di Einstein? Il modo migliore per rispondere a queste domande è seguire le stelle su orbite vicine al buco nero supermassiccio. E qui dimostriamo che possiamo farlo con una precisione mai vista prima".
Come scritto poco sopra, grazie all'utilizzo del Very Large Telescope Interferometer sono stati raccolti dati per la realizzazione di due distinti studi con titoli Deep Images of the Galactic Center with GRAVITY e The mass distribution in the Galactic Centre from interferometric astrometry of multiple stellar orbits. Lo scopo era quello di studiare la regione più vicina a Sagittarius A* che viene influenzata dall'enorme gravità di questo oggetto celeste.
La regione vicina al buco nero Sagittarius A* nelle nuove immagini
Secondo l'ESO si tratta delle immagini di quella regione "più profonde e più nitide finora". Con le nuove analisi si è riusciti ad arrivare a un ingrandimento venti volte superiore rispetto a prima grazie anche alla tecnica dell'interferometria che sfrutta i dati raccolti da quattro telescopi con specchi da 8,2 metri di diametro di VLT. Le informazioni sono state poi analizzate utilizzando la teoria dei campi di informazione creando prima un modello teorico, poi lo hanno simulato come visto da GRAVITY e infine hanno confrontato simulazione e immagini reali. Questo ha consentito, per esempio, di confermare la presenza di una stella (chiamata S300 e visibile nell'immagine qui sotto).
Come già accaduto in passato, il movimento delle stelle intorno al buco nero supermassiccio Sagittarius A* è stato impiegato per cercare di stimare la sua massa. Le osservazioni sono state condotte tra Marzo e Luglio di quest'anno catalogando le stelle della regione oltre che i loro movimenti.
Per esempio la stella chiamata S29 è quella che si è avvicinata di più a Sagittarius A* (a Maggio 2021) arrivando "a soli" 13 miliardi di chilometri (90 AU) con una velocità di 8740 km/s e con un periodo orbitale di 90 anni circa. Anche se può sembrare una distanza elevata, anche le dimensioni in gioco lo sono.
Sempre grazie a questi studi è stato possibile anche confermare ancora una volta la Relatività Generale visto che le stelle seguono le traiettorie previste teoricamente confermando la struttura del campo gravitazionale del grande buco nero al centro della Via Lattea. I dati hanno anche permesso di fare una nuova stima della massa del buco nero Sagittarius A* che ora è stimata in 4,297 (± 0,012) milioni masse solari con una distanza dalla Terra di 27 mila anni luce (anche questa frutto di nuovi calcoli).
Nei prossimi anni ci sarà l'aggiornamento dei sistemi da GRAVITY a GRAVITY+. Questo permetterà di migliorare la sensibilità permettendo di rivelare nuove stelle con orbite più vicine al buco nero Sagittarius A* rispetto a quanto visibile attualmente. Prima arriverà ELT che consentirà di calcolare la velocità radiale di quelle nuove stelle, mentre GRAVITY+ aumenterà la risoluzione angolare di tre volte. Nei prossimi mesi o anni anche l'Event Horizon Telescope (EHT) potrebbe fare ulteriore luce su Sagittarius A*.
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