Luca Parmitano fotografa gli incendi in Amazzonia dalla ISS

NASA ed ESA hanno pubblicato le loro fotografie satellitari del grosso incendio in Amazzonia che ha suscitato il clamore dell'opinione pubblica
di Rosario Grasso pubblicata il 28 Agosto 2019, alle 19:21 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
L'astronauta italiano dell'ESA Luca Parmitano ha scattato le fotografie dal suo suggestivo punto di osservazione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale a 400 km dalla Terra. Ha scritto: "Il fumo, visibile per migliaia di chilometri, proveniente da decine di incendi causati dall'uomo nella foresta dell'Amazzonia".
Gli incendi in Amazzonia sono comuni nella stagione secca, che va da luglio a ottobre, ma quest'anno si è registrato un aumento notevole, che abbiamo già esaminato in questo approfondimento. Gli incendi sono stati inizialmente rilevati dall'Agenzia Spaziale Brasiliana (Inpe), ma anche l'European Space Agency sta dando un grosso contributo per mezzo dei suoi satelliti per l'osservazione terrestre Sentinel, facenti parte del Programma Copernicus. Solo ad agosto 2019, secondo dati ESA, Sentinel-3 ha contribuito a rilevare quasi 4 mila incendi, contro i poco più di mille incendi segnalati nel corrispondente periodo dello scorso anno. Altri dettagli si trovano sul sito dell'ESA.
ESA ha pubblicato anche un'animazione basata su tre immagini provenienti dal satellite Sentinel-2 e riguardanti gli incendi divampati al confine tra Bolivia, Paraguay e Brasile. L'area blu evidenzia il fumo, le nuvole sono rappresentate in bianco, mentre le zone arancioni corrispondono alla porzione di terra bruciata. La fotografia che si riferisce al 23 agosto, purtroppo, è molto chiara riguardo alle dimensioni dell'area colpita.
Nella stagione secca, il ridursi dei livelli di umidità in questo ecosistema dal clima equatoriale provoca un aumento degli incendi spontanei, legati alla deforestazione. Secondo gli esperti, la principale causa sarebbe legata all'operato di allevatori e coltivatori, i quali sono soliti bruciare porzioni di foresta per fare spazio a nuovi pascoli o a nuovi appezzamenti agricoli. A causa dell'alto rischio di incendi, appiccare fuochi nella stagione secca è illegale in Brasile. È un problema notorio, che si ripete tutti gli anni, ma nel 2019 ha acquisito dei connotati molto preoccupanti.
Anche la NASA ha pubblicato le immagini catturate dai suoi satelliti. In particolare, lo strumento AIRS della NASA evidenzia il monossido di carbonio (CO) generato dagli incendi. Questa serie temporale traccia il monossido di carbonio a un'altitudine di 5.500 metri nel periodo di tempo che va dall'8 al 22 agosto. Come si può vedere nell'illustrazione, inizialmente il pennacchio di monossido di carbonio si è concentrato nella regione nord-occidentale dell'Amazzonia per poi spostarsi in maniera diffusa nella parte sud-est del paese.
Il monossido di carbonio non solo può percorrere grandi distanze, ma può persistere nell'atmosfera per circa un mese, come viene spiegato sul sito della NASA. In questo caso si trova a una quota sufficientemente alta per non compromettere la qualità dell'aria respirata dalle persone, ma i forti venti possono portarlo verso il basso dove può influire in modo significativo sulla qualità dell'aria. Il monossido di carbonio svolge un ruolo determinante sia nell'inquinamento atmosferico che nei cambiamenti climatici.
32 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info1) Non si tratta affatto di un record.
Le rilevazioni degli incendi partono ben prima del 2013, e mostrano dati molto diversi da come la raccontate.
https://www.globalfiredata.org/forecast.html#totals
In particolare, abbiamo molte annate, in questo secolo, con più incendi del 2019.
Lo stesso 2016 mostra dimensioni del tutto simili al 2019.
Ci sono stati più incendi durante la presidenza Lula.
2) La foresta amazzonica non produce affatto il 20% dell'ossigeno presente in atmosfera.
La questione è molto diversa - anche perchè molto ossigeno viene prodotto da organismi marini, contrariamente a quanto si credeva fino a pochi decenni fa - in sostanza perchè la foresta stessa riconsuma gran parte dell'ossigeno che produce.
Sia attraverso la respirazione notturna delle piante, sia attraverso le innumerevoli altre forme di vita che la abitano.
Ad esempio: https://www.nytimes.com/2014/09/20/opinion/to-save-the-planet-dont-plant-trees.html
3) La deforestazione sarà anche aumentata rispetto agli anni precedenti, ma rimane ben inferiore a quella di 15/20 anni fa.
Quindi è fuorviante parlarne in quei termini.
Molte di questi dati sono stati forniti già da giorni a livello mondiale.
Ad esempio queste sono un paio di infografiche del New York Times relative ai punti 1 e 3 (per il punto 3 considerare anche questo articolo, dove si parla di +15% max 30% a spanne nell'ultimo anno: https://www.euronews.com/2019/07/04/sharp-rise-in-amazon-deforestation-in-brazil-under-bolsonaro
https://twitter.com/nytgraphics/status/1166035276608811009
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https://twitter.com/nytgraphics/status/1166035678548889607
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1) Non si tratta affatto di un record.
Le rilevazioni degli incendi partono ben prima del 2013, e mostrano dati molto diversi da come la raccontate.
https://www.globalfiredata.org/forecast.html#totals
In particolare, abbiamo molte annate, in questo secolo, con più incendi del 2019.
Lo stesso 2016 mostra dimensioni del tutto simili al 2019.
Ci sono stati più incendi durante la presidenza Lula.
2) La foresta amazzonica non produce affatto il 20% dell'ossigeno presente in atmosfera.
La questione è molto diversa - anche perchè molto ossigeno viene prodotto da organismi marini, contrariamente a quanto si credeva fino a pochi decenni fa - in sostanza perchè la foresta stessa riconsuma gran parte dell'ossigeno che produce.
Sia attraverso la respirazione notturna delle piante, sia attraverso le innumerevoli altre forme di vita che la abitano.
Ad esempio: https://www.nytimes.com/2014/09/20/opinion/to-save-the-planet-dont-plant-trees.html
3) La deforestazione sarà anche aumentata rispetto agli anni precedenti, ma rimane ben inferiore a quella di 15/20 anni fa.
Quindi è fuorviante parlarne in quei termini.
Molte di questi dati sono stati forniti già da giorni a livello mondiale.
Ad esempio queste sono un paio di infografiche del New York Times relative ai punti 1 e 3 (per il punto 3 considerare anche questo articolo, dove si parla di +15% max 30% a spanne nell'ultimo anno: https://www.euronews.com/2019/07/04/sharp-rise-in-amazon-deforestation-in-brazil-under-bolsonaro
https://twitter.com/nytgraphics/status/1166035276608811009
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https://twitter.com/nytgraphics/status/1166035678548889607
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stai citando il NYT che è molto vicino alle grandi aziende americane che stanno sfruttando l'amazzonia quindi è normale che dicano che non c'è niente di male a bruciare foreste intere per estrarre risorse
Risposta da un amico brasiliano:
Tudo bem por aquiE por ai?
Aqui estão exagerando na questão da Amazônia, todo ano nesta época do ano ocorre incêndios, inclusive este ano foi menor que anos anteriores. O problema que o trocou o governo e os que perderam a eleição não se conformam, e ficam fazendo barulho desnecessário. E depois que o Brasil fechou acordo de comercio com a União Européia a França não gostou muito e aproveitou para usar isso para tentar acabar com o acordo, inclusive o presidente da França usou uma foto de um incêndio ocorrido em 1989 para sujar a imagem do Brasil no exterior.
Abraços
Il NYT è molto lontano da Bolsonaro, quindi è abbastanza contento della strumentalizzazione di questa vicenda.
I dati sugli incendi sono di fonti terze, non li hanno inventati loro.
Anche l'Ansa è appena uscita sulla questione dell'ossigeno, ad esempio:
http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2019/08/28/amazzonia-falso-che-produca-il-20-dellossigeno-del-mondo_0ff05ee4-453f-453f-bdef-1d55cf287230.html
Comunque non è questione di affermare che vada bene bruciare tutto.
Io personalmente sono peraltro molto amante della natura, delle foreste, e sono addolorato quando vengono distrutte ed eccessivamente antropizzate.
Si tratta però di avere una corretta percezione dei fenomeni.
Capisci che l'allarmismo derivante dal pensare che l'ossigeno scarseggerà è molto diverso da altre conseguenze negative, come la perdita di molte specie viventi e di un habitat unico.
Inoltre, ad esempio, l'Africa sta bruciando anche di più, ma frega niente a nessuno.
Ho pochi dubbi che buona parte della discussione odierna celi posizioni politiche che hanno molto più di preconcetto che di obbiettivo.
Per questo vorrei solo proporvi uno spunto che mi sembra mancare dalla discussione fino a qui: alcuni scienziati sostengono che c’è la possibilità che al di sopra di una certa soglia di deforestazione si inneschi un processo irreversibile di distruzione della foresta.
La mia fonte è questa: https://www.economist.com/briefing/...e-tipping-point
Ripeto, non sono in condizione di difendere questa posizione, ma il fatto che venga supportata da studi scientifici me la fa preferire rispetto ad altre basate su argomenti politici (lo so, sono fuori moda ...).
http://www.drroyspencer.com/2019/08/selective-and-misplaced-outrage-at-brazils-president-bolsonaro-over-amazonian-fires/
Io invece penso che gli studi pseudo scientifici allarmisti siano uno dei principali strumenti di propaganda politica.
Convertitevi e pentitevi o morirete tutti!
Lo dicono sacerdoti e profeti (prima), gli "scienziati" e gli "esperti" (ora).
Old story.
E siccome un'immagine vale più di mille parole
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Non ritengo si possa parlare di allarmismo in senso stretto, cioè non si stanno pubblicizzando gli incendi boschivi come "mai visti prima" per far si che la gente si spaventi, abbandoni l'uso della macchina, delle cannucce di plastica, ecc...
Credo invece che si voglia spingere la gente a pensare "Guarda che incendi! Dove stanno accadendo? In Brasile! E' colpa di Bolsonaro!".
Come ben si sa (spero!), Bolsonaro è un conservatore e di conseguenza deve farsi carico della colpa di qualsiasi cosa. Un po' come Trump o Salvini.
Clmslmlmnsòmsmòslòlms
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