La sonda spaziale NASA Parker Solar Probe ha ripreso i contatti dopo il passaggio ravvicinato al Sole

La sonda spaziale NASA Parker Solar Probe ha ripreso i contatti dopo il passaggio ravvicinato al Sole

Gli ingegneri del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) hanno ricevuto il tanto atteso segnale dalla sonda spaziale NASA Parker Solar Probe, dopo il passaggio ravvicinato al Sole a una distanza di 6,1 milioni di km.

di pubblicata il , alle 11:29 nel canale Scienza e tecnologia
NASA
 

Alla vigilia di Natale la sonda spaziale NASA Parker Solar Probe ha effettuato un passaggio ravvicinato al Sole raggiungendo una distanza di solamente 6,1 milioni di km dalla superficie a una velocità superiore ai 692 mila km/h. Nonostante non sia il primo flyby per questa missione, è stata quella che è riuscita ad avvicinarsi maggiormente alla superficie della nostra stella, passando all'interno della corona solare.

deep space network

Gli ingegneri avevano contattato NASA Parker Solar Probe pochi giorni prima per assicurarsi che tutti i sistemi fossero operativi e che le ultime impostazioni fossero corrette. Durante il passaggio ravvicinato invece le comunicazioni non erano possibili e quindi, per sapere se la sonda fosse sopravvissuta, è stato necessario attendere alcuni giorni.

Nella mattinata di oggi, ora italiana, l'antenna Deep Space Station 34 o DSS34 del Deep Space Network di Canberra ha ricevuto un segnale chiaro da parte di NASA Parker Solar Probe indicando come fosse in buona salute. Questo è solo la prima parte delle comunicazioni che gli ingegneri e gli scienziati stanno aspettando.

nasa parker solar probe

I dati ingegneristici completi saranno inviati l'1 gennaio 2025 mentre per i dati scientifici bisognerà aspettare fino alla fine di gennaio quando la sonda spaziale si troverà in una posizione idonea per inviare tutte le informazioni utili. Ci vorrà poi ancora del tempo, probabilmente qualche mese, per avere le prime conclusioni degli scienziati basate su questo passaggio ravvicinato al Sole. La sonda permetterà di capire meglio come la corona possa raggiungere una temperatura di milioni di gradi centigradi mentre la superficie sia più fredda, verrà studiata l'origine del vento solare e comprendere come particelle energetiche possano accelerare a grandi velocità.

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