IronLev, la levitazione magnetica che funziona sui binari esistenti è made in Italy
Si è svolta in Veneto la prima prova della tecnologia di levitazione magnetica per il trasporto di persone e merci su binari esistenti. L'italiana IronLev promette di rivoluzionare gli spostamenti sfruttando i campo magnetici.
di Manolo De Agostini pubblicata il 13 Marzo 2024, alle 06:11 nel canale Scienza e tecnologiaIronLev
IronLev, azienda di Treviso nata dalla collaborazione tra Ales Tech - startup spin-off della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa - e la Girotto Brevetti di Treviso, ha mostrato per la prima volta la sua tecnologia di levitazione magnetica per il trasporto di persone e merci su binari esistenti.
La tecnologia maglev sviluppata da IronLev è diversa da quella che muove i treni in Giappone o Cina, dove un'infrastruttura ad hoc sulle rotaie genera un campo magnetico che interagisce con elementi presenti a bordo del mezzo per consentirne il movimento grazie alla levitazione magnetica.
Per prima cosa, la soluzione italiana non richiede corrente elettrica perché sfrutta alcune proprietà fisiche della materia, ovvero la tendenza di ogni materiale a generare autonomamente un campo magnetico.
Si parla di "permeabilità magnetica", in grado generare un sistema di levitazione ferromagnetica passiva. Zero consumo di energia, ma non solo: non è infatti necessario modificare i binari, ma basta programmare in modo adeguato il pattino dei vagoni per consentire un movimento senza attrito. Insomma, notevoli vantaggi in termini di costi, sia d'infrastruttura che energetici, efficienza, riduzione del rumore e delle vibrazioni.
"Siamo IronLev. Il nostro sogno è cambiare il modo in cui le persone e le cose si muovono. E oggi abbiamo fatto un passo avanti", si legge in un post sui principali social. "Il primo test è stato effettuato sulla tratta Adria-Mestre ed è stato presentato oggi a LetExpo2024 alla presenza del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia".
Il filmato mostra un prototipo da una tonnellata che viaggia a una velocità di 70 km/h su un tratto di linea di due chilometri.
"Il test effettuato da IronLev rappresenta il primo e unico caso di levitazione magnetica applicata a un binario ferroviario esistente senza richiedere la modifica o l'integrazione di elementi accessori", ha affermato Massimo Bergamasco, direttore dell'Istituto di Intelligenza Meccanica della Scuola Superiore Sant' Anna a Pisa, a Reuters.
Adriano Girotto, fondatore e presidente di IronLev, ha spiegato che il prossimo passo per testare la tecnologia è creare un ulteriore carrello motorizzato in un paio d'anni per testare un veicolo con un peso fino a 20 tonnellate e una velocità fino a 200 km/h.
L'azienda sta anche implementando la propria tecnologia in applicazioni pratiche, usando per spostare finestre pesanti, ascensori e per trasportare carichi in ambienti industriali.
"Ancora una volta il Veneto, con il suo tessuto produttivo, si dimostra un territorio fertile per innovazioni che, sebbene ancora in forma prototipale, potranno diventare uno standard applicato anche a un utilizzo più ampio", ha dichiarato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
"Siamo davanti a una ricerca assolutamente innovativa, che apre prospettive anche nel segno dell'ecologia e del rispetto dell'ambiente. Favorendo una mobilità di qualità, con minore impatto e maggior rapidità. L'ambito ferroviario è un settore dove nei prossimi anni sicuramente potremmo assistere a un ulteriore sviluppo di tecnologie: il Veneto, sono certo, avrà un ruolo importante a livello globale".
50 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoOrmai la parola intelligenza è come il prezzemolo, peccato non abbia gli stessi effetti.
la sfida sarà scoprire quanto è affidabile la permeabilità magnetica dei materiali utilizzati per il "carrello".
Se son rose fioriranno!
Magari ci avranno anche pensato, ma senza riuscire a realizzarlo. Pensarlo e realizzarlo sono due cose differenti.
L'importante è che questa startup venga finanziata a dovere e " protetta " fino a quando non riesca a brevettare questa tecnologia.
Le motivazioni possono essere tante
- poca inventiva
- scoperte di nuovi materiali
- scarsa fattibilità economica in passato
- scarso interesse nell'innovazione dal trasporto merci
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