Il telescopio spaziale James Webb mostra un'immagine dei ''pilastri della creazione'' nella Nebulosa dell'Aquila

In questi minuti è stata diffusa l'ultima immagine catturata dal telescopio spaziale James Webb! Il soggetto sono gli iconici ''pilastri della creazione'' nella Nebulosa dell'Aquila che erano stati osservati in precedenza da Hubble.
di Mattia Speroni pubblicata il 19 Ottobre 2022, alle 16:47 nel canale Scienza e tecnologiaNASAESA
Dopo la sorprendente immagine della stella Wolf-Rayet WR 140 mostrata dal telescopio spaziale James Webb solamente qualche giorno fa, ora arriva una nuova immagine che riprende uno dei soggetti più noti anche a chi non segue il mondo dell'osservazione astronomica. Si tratta dei cosiddetti "pilastri della creazione" che si trovano nella Nebulosa dell'Aquila e resi noti dalle precedenti immagini catturate da Hubble. Come anticipato in precedenza, anche il JWST avrebbe osservato quella zona di cielo mostrandoci qualcosa di diversi da HST grazie alle potenzialità dell'osservazione negli infrarossi (in particolare il vicino infrarosso).
I "pilastri della creazione" sono chiamati in questo modo perché ritraggono una zona di formazione stellare attorniata da gas e polvere. Queste strutture, molto particolari non solo dal punto di vista scientifico ma anche visivo, hanno rappresentato una delle immagini più iconiche raccolte da Hubble e che ora è stata riproposta anche per il JWST superando, in parte, il problema della polvere che blocca l'osservazione nel visibile. Ecco quello che c'è da sapere.
I ''pilastri della creazione'' visti dal telescopio spaziale James Webb
Secondo quanto riportato dalle agenzie spaziali che stanno collaborando alle osservazioni di JWST, in questo caso è stato impiegato lo strumento conosciuto come NIRCam (Near-Infrared Camera) e in particolare i filtri F090W, F187N, F200W, F335M, F444W e F470N che riguardano le lunghezze d'onda 0,9 µm, 1,87 µm, 2 µm, 3,35 µm, 4,44 µm e 4,7 µm. A queste sono state assegnate dei colori da chi ha elaborato l'immagine, nel caso dell'immagine magenta, blu, ciano, giallo, arancione e rosso. Ricordiamo infatti che l'occhio umano non vede l'infrarosso e questo significa che per rendere "visibili" le immagini di JWST è necessario trasporre le frequenze catturate in qualcosa che l'occhio umano può vedere.
A sinistra l'immagine di HST, a destra quella di JWST
Il telescopio spaziale James Webb ha osservato i "pilastri della creazione" nella zona della Nebulosa dell'Aquila che si trova a 6500 anni luce dalla Terra. Si possono vedere nell'immagine alcune proto-stelle che risplendono in un colore rosso acceso. Le strutture che invece ricordano la lava sono emissioni di stelle in formazione con i getti che modificano la struttura della polvere e dei gas circostanti.
In questa immagine si può vedere anche il "bagliore" del mezzo interstellare, un insieme di gas e polveri che fa da sfondo ai pilastri veri e propri e blocca la vista delle zone più lontane dell'Universo. Quelle che brillano nelle zone retrostanti non sono galassie ma stelle, relativamente vicine alle strutture.
Click sull'immagine per ingrandire
Non si tratta comunque "solo" di bellezza estetica. Grazie alla nuova immagine dei "pilastri della creazione" del telescopio spaziale James Webb, i ricercatori avranno nuovi dati per migliorare i modelli di formazione stellare così da avere popolazioni stellari più precise e una migliore comprensione delle quantità di gas e polvere che si trovano in questa zona. Grazie a NASA, ESA e CSA abbiamo anche a disposizione immagini ad altissima risoluzione, tanto che sui siti Web è possibile scaricare anche i file da ben 169 MB.
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5 Commenti
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Le agenzie rilasciano sempre anche in formato PNG-24.
Per il TIFF, beh, è più standardizzato per tutti i metadati a corredo dell’immagine, supporta profili colore “esotici”, profondità del colore maggiore ecc.
In realtà sono tutte cose che esistono anche per il PNG, ma oltre al PNG-24 la situazione si fa fumosa con tante varianti e dialetti dello stesso formato.
Mi sa che preferiscono semplicemente evitare casini e scelgono un formato che contiene TUTTO senza potenziali problemi di compatibilità.
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