Il telescopio spaziale James Webb e la nuova immagine della stella Wolf-Rayet WR 140

All'inizio del mese di settembre era stata resa pubblica un'immagine catturata dal telescopio spaziale James Webb che mostrava la particolare struttura della stella Wolf-Rayet WR 140, ora sono arrivati nuovi dettagli e uno studio.
di Mattia Speroni pubblicata il 13 Ottobre 2022, alle 07:01 nel canale Scienza e tecnologiaESANASA
Recentemente abbiamo scritto dell'osservazione del sistema proto-planetario Orion 294-606 da parte del telescopio spaziale James Webb che segue la pubblicazione delle immagini delle galassie VV 191 e di altre parti dell'Universo in accoppiata rispettivamente con Hubble e Chandra. Nelle ultime ore è stata mostrata anche una nuova fotografia della stella Wolf-Rayet WR 140 che era già stata oggetto di una nostra notizia all'inizio di settembre.
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Le nuove immagini elaborate catturate da JWST mostrano ancora meglio la particolare struttura di WR 140 e sono servite come base per realizzare un nuovo studio pubblicato su Nature su questo affascinante oggetto celeste. In particolare a colpire gli scienziati (ma anche i semplici appassionati) sono quelle strutture che ricordano delle "impronte digitali" che si perdono nello Spazio e che erano già note da tempo (ma che grazie alla risoluzione del nuovo telescopio possono essere osservate al meglio). Ecco quello che sappiamo.
Il telescopio spaziale James Webb e l'immagine della stella WR 140
Come sottolineato dalle agenzie, osservando WR 140 si possono vedere almeno 17 anelli di polvere concentrici (ma in passato avrebbero potuti essere di più) che sono formati da una coppia di stelle che si trovano a poco più di 5000 anni luce dal nostro Pianeta. La motivazione della formazione di queste particolari forme è legata proprio all'interazione tra le due stelle e ai gas e polveri che vengono dispersi nello Spazio. Bisogna poi ricordare che anche se nelle immagini appaiono come anelli, in realtà sono considerabili come "gusci" tridimensionali.
Grazie al telescopio spaziale James Webb si possono vedere chiaramente nella metà di destra-inferiore gli anelli che vengono creati quando le orbite, leggermente allungate, delle due stelle si avvicinano (a circa un'unità astronomica) ed è stato calcolato che questo avviene circa una volta ogni otto anni e quindi si possono vedere circa 136 anni di evoluzione. Questo quindi può aiutare i ricercatori a scandire il passare del tempo di questo sistema doppio.
Per l'osservazione in particolare è stato impiegato lo strumento MIRI (Mid-Infrared Instrument) che permette di rilevare con facilità la polvere generata dalla stella Wolf-Rayet di questo tipo che è fredda e quindi emette nel medio-infrarosso. I filtri impiegati per l'osservazione sono stati quelli a 7,7 µm (blu), 15 µm (verde) e 21 µm (rosso) chiamati F770W, F1500W, F2100W. Questa categoria stellare ha massa iniziale superiore a quella del Sole (di almeno 25 volte) e quando si avvicina alle fasi finali della vita può diventare un buco nero oppure una supernova.
Una delle caratteristiche è che le stelle Wolf-Rayet (come WR 140) generano potenti venti stellari che disperdono gas tanto da arrivare a dimezzare la propria massa in questo modo. Le polveri sono generate dagli elementi pesanti (come il carbonio) che vengono rilasciati e che si possono unire a quelli più leggeri, come l'idrogeno. Con la modalità Medium-Resolution Spectroscopy e i filtri da 6,4 µm e 7,7 µm è stato possibile sapere che all'interno degli anelli troviamo elementi come idrocarburi policiclici aromatici e altri composti ricchi di carbonio.
Perché sono importanti le stelle Wolf-Rayet? Disperdendo nello Spazio polveri e gas possono portare alla creazione di pianeti e stelle. Pur non essendoci ancora una solida certezza, anche il Sole potrebbe essersi formato grazie a una stella WR. Per capire meglio le dimensioni del fenomeno bisogna considerare che l'anello più distante ha percorso 70 mila au dalla sua formazione, muovendosi a circa 9,6 milioni di km/h.
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