Fusione nucleare, risultato storico: una reazione ha prodotto più energia di quella necessaria a innescarla

In un laboratorio statunitense è stata prodotta per la prima volta una reazione di fusione nucleare che ha generato più energia di quella richiesta per innescarla. Un risultato storico, ma per la costruzione di una centrale commerciale serviranno decenni.
di Manolo De Agostini pubblicata il 13 Dicembre 2022, alle 20:01 nel canale Scienza e tecnologiaLe indiscrezioni circolavano già da ieri, ma è da poco che abbiamo tutti i dettagli. Di cosa stiamo parlando? Della notizia scientifica del giorno, ovvero della prima volta in cui una fusione nucleare controllata ha restituito un guadagno netto di energia. In estrema sintesi, presso i laboratori del Lawrence Livermore National Laboratory (LLNL), in California, si è riusciti a ottenere per la prima volta più energia di quella necessaria a innescare una reazione di fusione.
Laddove le attuali centrali nucleari rilasciano energia dalla scissione degli atomi nelle reazioni di fissione, i reattori a fusione puntano a produrre energia nello stesso modo in cui lo fa il Sole, avvicinando i nuclei affinché si uniscano tra loro formando il nucleo di un nuovo elemento chimico più pesante. In questo modo è possibile ottenere energia pulita (senza scorie significative) che, in futuro, potrebbe consentirci di dire addio ai combustibili fossili.
L'esperimento condotto il 5 dicembre presso la National Ignition Facility (NIF) dell'LLNL è basato sulla tecnologia del "confinamento laser", diversa da quello magnetico usato in altri esperimenti di fusione controllata come l'europeo ITER. "Abbiamo una comprensione teorica della fusione da oltre un secolo, ma il viaggio dal sapere al fare può essere lungo e arduo. La pietra miliare di oggi mostra cosa possiamo fare con la perseveranza", ha affermato il dottor Arati Prabhakar, consigliere capo del presidente per la scienza e la tecnologia e direttore dell'ufficio della Casa Bianca per la politica scientifica e tecnologica.
Sono serviti 192 raggi laser puntati su un minuscolo pellet di combustibile (composto da trizio e deuterio) e 2,05 megajoule (MJ) di energia per innescare la reazione di fusione, ottenendo in uscita un valore di 3,15 megajoule.
Più precisamente, i laser hanno colpito un piccolo cilindro d'oro noto come hohlraum, che converte i raggi UV in raggi X. All'interno, sospesa, una capsula rivestita di diamante delle dimensioni di un granello di pepe, contenente due isotopi di idrogeno, deuterio e trizio, che i raggi X hanno fatto implodere, creando un plasma ad alta temperatura e pressione che ha compresso il combustibile all'interno fino al punto in cui i suoi nuclei si sono fusi e hanno rilasciato un'enorme quantità di energia. Solo il 4% del combustibile deuterio-trizio è bruciato nella reazione di fusione, il che suggerisce ampi margini di miglioramento.
Un risultato storico, che innescherà nuovi investimenti nel settore – anche privati - e ci avvicinerà all'addio ai combustibili fossili. Quando? Difficile dirlo, ad essere cauti si parla di una prima centrale commerciale in circa 30-40 anni. Al Lawrence Livermore National Laboratory professano cautela: "Sono ancora necessari molti sviluppi scientifici e tecnologici per ottenere una IFE (energia di fusione inerziale) semplice ed economica per alimentare case e aziende".
Già, perché se il risultato dimostra che quanto teorizzato è davvero possibile, e quindi è di rilevanza davvero senza precedenti, ci sono molti aspetti che bisognerà affrontare e risolvere prima di rendere la fusione nucleare l'energia del mondo. Ad esempio, è utile sapere che per far arrivare i laser alla potenza necessaria per produrre l'energia di innesco è stato necessario prelevare dalla rete elettrica 300 megajoule di potenza.
38 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infofin qui tutto bene, poi però
c'è qualcosa che mi sfugge, dove sta il guadagno?
Sono serviti 192 raggi laser puntati su un minuscolo pellet di combustibile (composto da trizio e deuterio) e 2,05 megajoules (MJ) di energia per innescare la reazione di fusione, ottenendo in uscita un valore di 3,15 megajoules.
fin qui tutto bene, poi però
Qui spiegano che sono riusciti a creare un sistema dove immettendo 2 quote di energia ne producono 3
Originariamente inviato da Redazione di Hardware Upgrade Guarda i messaggi
è utile sapere che per far arrivare i laser alla potenza necessaria per produrre l'energia di innesco è stato necessario prelevare dalla rete elettrica 300 megajoule di potenza.
c'è qualcosa che mi sfugge, dove sta il guadagno?
Qui ti dicono che le 2 quote di energia immesse sono prodotte con una centrale a carbone con lo 0,6% di rendimento.
È una estremizzazione molto semplificata ma è il nocciolo del discorso.
il confinamento magnetico sembra essere molto più efficiente ma infinitamente più complicato rispetto a comprimere gli atomi con un superlaserdellamorte
c'è qualcosa che mi sfugge, dove sta il guadagno?
I principi della termodinamica per ora sono ancora inviolati.
Di energia, semmai.
Correggete l'articolo, prego.
Qui ti dicono che le 2 quote di energia immesse sono prodotte con una centrale a carbone con lo 0,6% di rendimento.
È una estremizzazione molto semplificata ma è il nocciolo del discorso.
il confinamento magnetico sembra essere molto più efficiente ma infinitamente più complicato rispetto a comprimere gli atomi con un superlaserdellamorte
ok, l'evento in sé ha prodotto un guadagno energetico ma per far avvenire l'evento è stata spesa molta più energia. Siamo ancora ben lontani dall'uso commerciale..
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la resa è scadente.. le domande però a cui non ho trovato risposta sono:
1. sono necessari 300 MJ per accendere il giocattolo.. ma una volta spesi per "decenni" non servono più ? .. tipo.. uso il fiammifero per accendere la carta ma poi il caminetto è ok e amen per il costo del fiammifero ? o quei 300 MJ li devo usare con una certa frequenza ?.. io credo di aver capito che sono "una tantum" e quindi irrilevanti in un uso continuativo
2. l'energia prodotta è di 3 MJ a fronte di 2MJ spesi per il contenimento.. e fin qui hip hip hurrà.. ma quei 3 MJ di energia in quanta energia elettrica sono convertibili ?.. 1,8 MJ ? .. perchè se non erro si alimenta un sistema classico di turbina a vapore con quel gioiellino e quindi si perde un 40% (50% probabile) di energia nella conversione e quindi anche se la macchina interna è a "vantaggio" l'intero sistema, anche al netto dell'accensione, è ancora in perdita..
queste erano le due domande che avrei voluto sentirmi rispondere ma ne l'articolo dell'Ansa ne questo mi hanno tolto il dubbio..
ho però capito che ci vorranno "40 anni" (si traduce in 60 qua nel mondo reale ?) e quindi più di quello che è la mia aspettativa di vita per cui amen..
In realtà il confinamento inerziale è molto più complicato, infatti è una tecnologia che hanno scartato quasi tutti ed è ormai su un binario morto, questo annuncio è solo un tentativo di riconquistare qualche fondo in mezzo a una serie di risultati positivi per i vari reattori a confinamento magnetico.
I problemi sono numerosi, per primis riuscire a costruire laser potenti, efficienti e tutti perfettamente uguali, poi coordinarli in maniera da riuscire a colpire il bersaglio con simmetria sferica perfetta.
E li avete visti i locali dei laser ?
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E non dimentichiamoci il costo del carburante, le sferette che vengono bruciate devono essere perfettamente sferiche e hanno un costo astronomico.
Per ridurre questi problemi sono passati al modo "indiretto" in cui il combustibile viene incapsulato in un contenitore che agisce da concentratore dell'energia, con l'effetto collaterale però di ridurre l'energia trasferita e quindi i laser devono essere ancora più potenti, il contenitore inoltre è fatto d'oro e viene disintegrato a ogni esplosione e anche questo è un costo non indifferente.
Ricordo che il risultato oggi sbandierato come "storico" le macchine a confinamento magnetico l'hanno già raggiunto nel 1997.
Se quelli del LLNL sono rimasti gli ultimi mohicani a puntare a questo sistema mentre tutto il resto del mondo punta in un'altra direzione c'è un motivo, e anche più di uno.
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