ESA: una navicella ipersonica per lanciare razzi nello Spazio

ESA: una navicella ipersonica per lanciare razzi nello Spazio

ESA, insieme a una società partner nel Regno Unito, sta progettando una nuova navicella ipersonica che permetterà di portare piccoli satelliti in orbita bassa con costi bassi e puntando sulla massima riutilizzabilità. Si guarda però al 2030.

di pubblicata il , alle 14:21 nel canale Scienza e tecnologia
ESA
 

Oltre al nuovo razzo riutilizzabile Themis, l'ESA sta sviluppando altri progetti dedicati alla riduzione dei costi per l'accessibilità allo Spazio. Uno di questi è una nuova navicella ipersonica che permetterà di raggiungere altezze elevate e a quel punto lanciare razzi di piccole dimensioni. Non si tratta di un approccio nuovo in senso assoluto, ma un'alternativa quando il carico utile è di ridotte dimensioni e peso.

esa navicella sabre

Oliver Nailard (Reaction Engines) ha dichiarato "stiamo assistendo a uno sviluppo a ritmo incredibile e a un cambiamento all'interno dell'industria spaziale. È importante che comprendiamo come la propulsione SABRE può essere utilizzata per ottimizzare i vantaggi operativi, prestazionali ed economici di questo concetto".

La navicella ipersonica di ESA con i motori SABRE

Come per Themis, anche in questo caso si punta alla riutilizzabilità dei sistemi di lancio (e alla riduzione dei costi). A differenza del razzo riutilizzabile, che potrebbe vedere il primo volo suborbitale già nel 2023, questo sistema di ESA punta a essere completato e a funzionare oltre il 2030 anche se il progetto ha avuto inizio solo a Luglio 2020 con un'ulteriore analisi a Novembre 2020. Un progetto pensato per una visione ancora più a lunga durata con i primi risultati che dovrebbero essere mostrati tra il 2022 e il 2025.

esa razzo

Se la navicella ipersonica è ancora decisamente indietro nello sviluppo, una delle componenti più importanti è un po' più avanti. Stiamo parlando dei motori SABRE, acronimo di Synergetic Air-Breathing Rocket Engine, sviluppato dall'inglese Reaction Engines (società che era già stata finanziata proprio dall'ESA).

L'idea è quella di avere una partenza come un classico aereo (senza quindi bisogno di rampe ad hoc) per poi avere un sistema a uno o due stati. In tutti i casi si potrebbero utilizzare i motori SABRE che sarebbero anche riutilizzabili, riducendo così i costi complessivi. Quando la navicella si troverà nell'atmosfera terrestre potrà volare a velocità ipersonica mentre arrivando più in alto si passerà a una modalità razzo, il tutto sfruttando lo stesso motore.

esa razzo sabre

I dati parlano di una velocità di Mach 5 (6154 km/h) bruciando l'aria atmosferica mentre sopra i 25 km di quota si passerebbe alla modalità razzo sfruttando invece un ossidante presente nei serbatoi di bordo. Questo significherà non doversi portare tutto l'ossidante necessario per il volo, ma solamente quello per la parte più ad alta quota.

Il secondo stadio, con il carico utile (pensato per l'orbita bassa), si staccherebbe intorno ai 150 km di quota per raggiungere poi l'orbita terrestre con il primo stadio (la navicella) che tornerebbe a terra e potrebbe essere riutilizzata. La strategia è simile a quella dell'Aevum Ravn X del quale abbiamo scritto recentemente.

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