Emergenza COVID-19: qualche informazione in più sulla maschera da snorkeling, fra retroscena e opportunità

Emergenza COVID-19: qualche informazione in più sulla maschera da snorkeling, fra retroscena e opportunità

Una piacevole chiacchierata al telefono con il Dott. Renato Favero ci ha permesso di meglio comprendere l'iter che ha portato alla realizzazione dell'apparecchio di ventilazione partendo da una maschera da snorkeling. Ecco come è andata

di pubblicata il , alle 14:01 nel canale Scienza e tecnologia
 

Ricordo che, da piccolo, vedevo nei locali dei parrucchieri alcuni apparecchi che sembravano grossi caschi. Scoprii dopo che erano come dei grossi phon asciugacapelli, evidentemente con vantaggi che ancora oggi non conosco. Ma sono certo che anche il parrucchiere, vedendo un casco da motocicletta nel suo tempo libero, corra con la mente al suo casco asciugacapelli, perché ha passato una vita intera ad utilizzarlo.

Questa premessa, apparentemente nata da un vaneggiamento, serve a contestualizzare un po' quello che è successo al Dottor Renato Favero alla vista di una maschera da snorkeling, alquanto bizzarra (probabilmente anche poco pratica in acqua, visto che solitamente son fatte quasi sempre in modo diverso e un motivo ci sarà, ma è un'ipotesi di chi scrive). In realtà il tarlo di poterla trasformare in qualcosa di diverso è nato tempo fa, quando l'emergenza COVID-19 non esisteva nemmeno. Assomigliava troppo a qualcosa con cui il l'ex primario anestesista, ora in pensione, aveva a che fare giornalmente.

Il tutto è emerso da una piacevole telefonata fra chi scrive e il dottore, che gentilmente ci ha fornito qualche indicazione in più sulla bella storia di ingegno italiano (Emergenza COVID-19: maschere da sub Decathlon da 19 Euro diventano C-PAP per la ventilazione respiratoria) emersa pochi giorni fa. Trattandosi di un mondo sconosciuto ai non addetti ai lavori, mi è stato detto che esistono diversi macchinari e/o pratiche nell'ambito intensivistico, che possono essere di tipo non invasivo o protrarsi ad un livello superiore, quando i casi lo richiedono. I casi più severi richiedono l'intubazione, a cui consegue anche una sedazione: oltre ad essere una pratica dolorosa e fastidiosa, il paziente potrebbe anche reagire se non fosse sedato, a danno suo e della cura a cui è sottoposto.

Ci sono però casi in cui tutto questo non è necessario, poiché bastano interventi che ricadono sotto il nome di NIV, Non Invasive Ventilation, in cui un macchinario esterno e una maschera provvedono a ventilare il paziente, facendolo respirare decisamente meglio di quanto farebbe da solo. Ed è qui che la maschera da snorkeling (erroneamente definita da sub nel precedente articolo, me ne scuso) entra in scena, laddove non siano disponibili in questi giorni le normali attrezzature.


Patrizia Dente, Renato Favero e la maschera modificata

Spesso però un'idea rimane tale se non entrano in scena altre persone che stimolano, invogliano, consigliano, ed infatti è andata proprio così. La compagna del Dottor Renato Favero, Patrizia Dente, gioca in questo un doppio ruolo: è di suo figlio la maschera da snorkeling più volte passata sotto il naso del dottore, ma è sempre lei a conoscere il medico in forze all'ospedale di Chiari, già in contatto con alcuni ingegneri della Isinnova proprio per la fornitura di componentistica personalizzata per altri macchinari.

Si tratta del Dottor Paolo Gnesin, terzo personaggio che fa il suo ingresso nella nostra storia, se omettiamo il ruolo di comparsa del figlio con maschera. Prende contatti con la Isinnova, stabilisce una collaborazione, ed è sempre lui ad aver provato con successo, sul campo, il frutto dell'intuizione corredata dalla valvola Charlotte. Una fase di progettazione meno semplice del previsto, in cui anche il Dott. Renato Favero ha contribuito per sistemare alcune problematiche emerse in fase di sviluppo.

Il progetto, maschera più valvola, sta ora seguendo un iter di brevetto/licenza, sebbene di un tipo molto particolare: chiunque potrà realizzare la stessa cosa nello stesso modo, a patto di non farci soldi. Un brevetto usato al contrario di quello che si fa di solito, insomma: l'unico paletto messo dal Dott. Renato Favero è infatti che questa apparecchiatura non venga usata per lucrarci, considerando che si tratta di qualcosa da utilizzare in emergenze e situazioni critiche, per salvare vite. Ancora grazie.

3 Commenti
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mghisolfi25 Marzo 2020, 00:39 #1
Ma sono solo gli italiani che mettono il profitto in secondo piano??? Spero di no.

Grazie dottor Favero e a tutti coloro che sono implicati nel progetto per aver pensato al bene degli ammalati davanti a tutto.
Ultravincent28 Marzo 2020, 17:56 #2
Non tutti... ci sono degli sciacalli gestori di supermarket locali che hanno raddoppiato i prezzi...
Eress28 Marzo 2020, 18:24 #3
Originariamente inviato da: Ultravincent
Non tutti... ci sono degli sciacalli gestori di supermarket locali che hanno raddoppiato i prezzi...

Prevedibile, ma presto arriveranno i saccheggi.

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