E-waste, finiremo sotto tonnellate di spazzatura elettronica? I dati sono allarmanti

E-waste, finiremo sotto tonnellate di spazzatura elettronica? I dati sono allarmanti

Il rapporto Global E-waste Monitor 2020 delle Nazioni Unite ci mette di fronte a dati sconfortanti: la spazzatura elettronica prodotta nel 2019 ha raggiunto il record di 53,6 milioni di tonnellate, aumentando di 9,2 milioni di tonnellate nel giro di 5 anni. Il riciclo è fermo al palo.

di pubblicata il , alle 13:41 nel canale Scienza e tecnologia
 

Secondo il Global E-waste Monitor 2020, un rapporto delle Nazioni Unite, la spazzatura elettronica (e-waste) prodotta nel 2019 ha raggiunto il record di 53,6 milioni di tonnellate, aumentando di 9,2 milioni di tonnellate nel giro di 5 anni. Con e-waste di intende qualsiasi prodotto dotato di una presa o batteria e che, al suo interno, ha sostanze tossiche e pericolose come il mercurio.

L'Asia è l'area geografica in cui si è prodotto più e-waste nel 2019, con quasi 25 milioni di tonnellate, seguita dall'area americana (13 Mt) e dall'Europa (12 Mt), mentre Africa e Oceania hanno generato rispettivamente 2,9 e 0,7 milioni di tonnellate. Se si guarda però al dato pro capite, la situazione cambia con Europa e Oceania davanti a tutti con poco più di oltre 16 chilogrammi a testa, l'area americana con circa 13 chili, l'Asia con 5,6 chili e l'Africa con 2,5 chili. L'Europa è però anche il paese più virtuoso nel riciclo, con il 42,5% dell'e-waste recuperato (5 milioni di tonnellate). In base a questi numeri, si deduce con una persona media ha generato e-waste nel 2019 per (mediamente) 7,3 chilogrammi.


Credits© Photos UNU/UNITAR SCYCLE -Yassyn Sidki

Cosa buttiamo nella stragrande maggioranza dei casi? Si parla per il 32% del totale di apparecchi di piccole dimensioni come videocamere, tostapane, giocattoli e rasoi. Seguono poi gli elettrodomestici da cucina e le fotocopiatrici con il 24%, tallonati da TV, monitor, smartphone e pannelli fotovoltaici. Quest'ultima voce è forse quella da tenere maggiormente sottocchio visto l'incremento del settore, il progresso tecnologico e la necessità di molti di cambiare i pannelli già presenti sul proprio tetto.

La situazione italiana vede la generazione di 1,06 milioni di tonnellate di spazzatura elettronica (17,5 chili a testa), con un tasso di raccolta del 34%. Tra gli oggetti che "buttiamo" di più troviamo condizionatori e frigoriferi con 242.000 tonnellate e soprattutto lavatrici, forni e lavastoviglie con 366.000 tonnellate.

Il dato più allarmante però riguarda il recupero e il riciclo: nonostante il numero di paesi che ha adottato leggi in materia negli ultimi 5 anni sia cresciuto da 61 a 78, solo il 17,4% della spazzatura elettronica è stato recuperato e riciclato nel 2019. Secondo le Nazioni Unite questo significa che circa 57 miliardi di valore in oro, argento, rame e altri componenti recuperabili sono stati gettati senza finire nella catena del riciclo o, peggio ancora, bruciati. Nel rapporto si afferma che tra il 7 e il 20% di tutto l'e-waste è smaltito illegalmente e che in un anno finiscono nell'ambiente 50 tonnellate di mercurio (usato in monitor, PCB, luci fluorescenti), un materiale molto pericoloso per la salute dell'uomo e dell'ecosistema.


Credits© Illustrations UNU/UNITAR SCYCLE - Nienke Haccoû

L'e-waste non è solo inquinamento fisico, ma anche atmosferico e contribuisce al cambiamento climatico, infatti nel rapporto si stima che 98 milioni di tonnellate equivalenti di CO2 siano finite in atmosfera a causa di frigoriferi e condizionatori abbandonati.

Sulla base dei numeri raccolti nel 2030 l'e-waste potrebbe raggiungere 74,7 milioni di tonnellate, alimentato da cicli di vita più brevi, possibilità di riparazione limitate e un maggior consumo dei dispositivi elettronici. Se non si farà qualcosa il dato potrebbe raddoppiare in soli 6 anni: secondo alcune stime l'e-waste sta crescendo tre volte più rapidamente dalla popolazione mondiale e il 13% più velocemente del prodotto interno lordo - PIL - mondiale negli ultimi 5 anni.

"Questo brusco aumento crea notevoli pressioni ambientali e sanitarie e dimostra l'urgenza di combinare la quarta rivoluzione industriale con l'economia circolare. La quarta rivoluzione industriale potrebbe far avanzare un nuovo approccio all'economia circolare per le nostre economie o stimolare l'esaurimento delle risorse e nuove ondate di inquinamento", ha dichiarato il presidente della International Solid Waste Association, Antonis Mavropoulos.


Credits© Photos UNU/UNITAR SCYCLE -Yassyn Sidki

Colossi come Microsoft, Apple, Amazon, Intel e tanti altri stanno cercando di fare la loro parte in termini di uso di materiali riciclati per i loro prodotti e iniziative correlate per il corretto approvvigionamento delle risorse e un minore spreco. È davvero una cosa stupida lasciar bruciare o buttare 57 miliardi di dollari di materiali preziosi, e sappiamo anche che la malavita ha da tempo messo gli occhi (e le mani) sul business dello smaltimento dei rifiuti, hi-tech compreso. Chiaramente tutte le aziende del comparto dell'elettronica devono e possono fare di più, così come i singoli stati: creare una filiera del riciclo vuol dire anche dare vita a posti di lavoro in più, oggi più che mai fondamentali.

C'è però anche la responsabilità personale di ognuno di noi da tenere in considerazione, sia per la velocità con cui cambiamo i nostri dispositivi elettronici - magari senza un'evidente necessità - sia sul fronte del corretto smaltimento, ma anche nelle scelte: bisognerebbe cercare di premiare quelle aziende che favoriscono la riparazione dei propri prodotti e che in generale provano a lavorare nel modo più "green" possibile. Insomma, è necessario fare tutti la propria parte, altrimenti - e già lo stiamo vedendo - il problema dell'e-waste diventerà ancora più grande di quanto non lo sia già.

15 Commenti
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JuneFlower03 Luglio 2020, 17:21 #1
Pazzesco, una pistola carica puntata alla tempia abbiamo e non facciamo nulla,credo che ci sia paura di cambiare,questo è vero più la cultura è limitata e più c'è comfort.
Gringo [ITF]03 Luglio 2020, 18:41 #2
Basterebbe imporrere degli step intanto, del tipo puoi produrre un prodotto ogni 3 anni, non avremmo una Samsung / Apple che vende un smartphone ogni 6 mesi con il 2% di migliorie....ed il 28% di FUFFA.
E intel che non se ne uscirebbe con un socket ogni 3 mesi.
Ma tanto si risolverà tutto al prossimo giro.... PESTE NERA 2.0 .... 98% di morti ed il prossimo processore sarà un 8086 valvolare....
zappy03 Luglio 2020, 19:02 #3
va disincentivato il continuo cambio di apparecchi, obbligando ad aggiornarli per almeno 5 anni dall'ultimo esemplare venduto (e non dalla messa in commercio)
garanzia di almeno 10 anni su lavatrici/frigo elettrodomestici.
Mparlav03 Luglio 2020, 19:14 #4
Non ne usciremo da questa situazione, ci sono troppi interessi a mantenere i consumi elevati ed il riciclaggio può solo alleviare un po' il problema.
19giorgio8703 Luglio 2020, 20:03 #5
in Perù dove vivo, riparano l'impossibile. non si butta via niente. il consumismo qui è a livelli bassissimi.

a differenza del resto del mondo, riparare costa molto meno che comprare nuovo. per una riparazione elettronica non paghi più di 10-15€
tony35903 Luglio 2020, 21:34 #6
Bello quello che accade in peru!!

Cominciamo con qualche passo basilare.

1. Produci apparecchi incollati, non riparabili? Tassa aggiuntiva e obbligo di smaltimento 100% al termine della vita. Per ogni percentuale di apparecchio non riciclabile sono dolori di multe
2. Produci un apparecchio che e' inutilmente "nuovo"? Tassa e obbligo di smaltimento 100%.

Ecc.
Erotavlas_turbo04 Luglio 2020, 08:27 #7
Da circa 10 anni esiste il progetto fairphone che produce smartphone in modo etico rispettando i diritti dei lavoratori (minatori, assemblatori, etc.) e i diritti dell'ambiente.
I fairphone sono progettati per durare almeno 5 anni. Per esempio il fairphone 2, nato con android 5, adesso supporta android 9. La colpa è nostra che ci siamo abituati a utilizzare terminali con una vita inferiore ai 2 anni.
Il fairphone 3 è un ottimo terminale il cui intervallo di vita sarà oltre 5 anni...costa più di un'alternativa standard se non si considerano la sua durata e il rispetto dei lavoratori e dell'ambiente, altrimenti è anche più economico.
Le alternative ci sono, dipende molto da noi consumatori decidere chi deve o non deve andare avanti.
Qarboz04 Luglio 2020, 08:57 #8
Originariamente inviato da: Erotavlas_turbo
Da circa 10 anni esiste il progetto fairphone che produce smartphone in modo etico rispettando i diritti dei lavoratori (minatori, assemblatori, etc.) e i diritti dell'ambiente.
I fairphone sono progettati per durare almeno 5 anni. Per esempio il fairphone 2, nato con android 5, adesso supporta android 9. La colpa è nostra che ci siamo abituati a utilizzare terminali con una vita inferiore ai 2 anni.
Il fairphone 3 è un ottimo terminale il cui intervallo di vita sarà oltre 5 anni...costa più di un'alternativa standard se non si considerano la sua durata e il rispetto dei lavoratori e dell'ambiente, altrimenti è anche più economico.
Le alternative ci sono, dipende molto da noi consumatori decidere chi deve o non deve andare avanti.


Fossero solo gli smartphone il problema...
P.es. i grandi elettrodomestici; se è vero che difficilmente si cambiano ogni due anni per moda, prestazioni, ecc., quando si guastano fuori garanzia raramente conviene ripararli, in quanto fra manodopera e ricambi vengono a costare quasi come un nuovo esemplare se non di più. E quindi se ne acquista uno nuovo e si producono parecchi kg di rifiuti in luogo dei pochi etti di un telefonino.
canislupus04 Luglio 2020, 09:26 #9
E' il consumismo (e non ne faccio un discorso ideologico).
Le nostre economie si basano sul concetto di produzione continua.
Ci vorrebbe un totale cambio di mentalità, ma questo significherebbe anche rinunciare ad avere persone estremamente ricche e limitare la popolazione mondiale (altrimenti le risorse scarseggerebbero ugualmente).
Burke04 Luglio 2020, 09:54 #10
Originariamente inviato da: Erotavlas_turbo
Il fairphone 3 è un ottimo terminale il cui intervallo di vita sarà oltre 5 anni...


Il problema oltre a quello che hanno già detto sugli elettrodomestici, è che l'obsolescenza programmata è sostenuta da tutte le aziende produttrici, anche quelle software.Il tuo fairphone può essere un ottimo prodotto e durare in eterno come hardware, ma se decidono che non possa essere più aggiornato e quindi far girare le varie app che usiamo tutti i giorni lo butti lo stesso.

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