Display OLED flessibile interamente stampato in 3D: si può fare! Anche in casa?

Display OLED flessibile interamente stampato in 3D: si può fare! Anche in casa?

Per ora è solo un prototipo che dimostra la fattibilità di un concetto, ma nel futuro prossimo potrebbe essere possibile realizzare display in maniera facile anche in ambienti non industriali

di pubblicata il , alle 12:01 nel canale Scienza e tecnologia
 

Un gruppo di ricercatori dell'University of Minnesota Twin Cities ha sviluppato ciò che descrivono come il primo display OLED flessibile stampato in 3D che potrebbe in un futuro essere realizzato anche con dispositivi di stampa non necessariamente industriali, semplificando quindi l'eventuale sostituzione di parti danneggiate o la costruzione ex-novo di dispositivi amatoriali.

I ricercatori hanno adottato un nuovo approccio che combina due metodi di stampa 3D per stampare sei strati che sono necessari per ottenere un display funzionante. Gli elettrodi sono stati realizzati impiegando tecniche di stampa per estrusione, che hanno permesso inoltre di fabbricare interconnessioni e parti di incapsulamento ed isolamento. Gli strati attivi sono invece stati verniciati a spruzzo a temperatura ambiente.

In precedenza altri ricercatori avevano provato a battere una strada molto simile, incontrando però problemi sul fronte dell'uniformità dell'emissione luminosa sull'intero pannello oppure affidandosi anche ad altre tecniche estranee alla stampa 3D (per esempio lo spin-coating o l'evaporazione termica) per poter realizzare alcuni componenti.

Il prototipo realizzato dai ricercatori è di fatto un concept, che dimostra la possibilità di usare la tecnica: si è infatti trattato di un piccolo array di 8x8 punti luce, un elemento da 1,5 pollici con appena 64 pixel. E' chiaro che qualsiasi tipo di uso reale richieda definizioni di diversi ordini di grandezza più elevate (per un normale smartphone, ad esempio, si parla di 4-5-6 pollici e più di due milioni di pixel per una risoluzione FullHD).

Quindi siamo davanti ad una sorta di esperimento che dimostra la fattibilità di un concetto, anche se sarà necessario percorrere ancora diversa strada prima di poter pensare ad una qualsiasi possibile applicazione pratica. I ricercatori hanno utilizzato una stampante 3D con apposite personalizzazioni e che ha un costo di qualche decina di migliaia di dollari, quindi nulla alla portata di un utilizzatore amatoriale con strumentazione "domestica".

Ma i ricercatori sono ottimisti. Michael McAlpine, University of Minnesota Kuhrmeyer Family Chair Professor per il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e principale autore del progetto, ha dichiarato: "La parte bella della nostra ricerca è che la produzione è tutta integrata, quindi non stiamo parlando di 20 anni con una pia illusione. Si tratta di qualcosa che abbiamo effettivamente prodotto in laboratorio, e non è difficile immaginare chesi possa tradurlo nella stampa di tutti i tipi di display da soli a casa o in viaggio in pochi anni, su una piccola stampante portatile".

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