Coronavirus: con la quarantena, ridotto l'inquinamento in Cina

Quarantena, isolamento e una riduzione degli spostamenti e dei consumi legati all'emergenza Coronavirus hanno portato anche qualche beneficio in termini ambientali in Cina, secondo quanto riportato da CarbonBrief.
di Mattia Speroni pubblicata il 03 Marzo 2020, alle 12:01 nel canale Scienza e tecnologiaL'epidemia di Coronavirus SARS-CoV-2 ha creato sicuramente molti problemi in Cina e nel resto del Mondo (anche tecnologico), ma potrebbe aver anche portato a qualche beneficio indiretto. Infatti, grazie alle misure di quarantena e isolamento per fermare la diffusione del virus, i consumi e l'inquinamento ambientale sono stati notevolmente ridimensionati.
Grazie al Coronavirus, tagliate di un quarto le emissioni
Il periodo preso come riferimento è quello del capodanno cinese e in particolare i giorni precedenti e quelli successivi. Secondo CarbonBrief, rispetto ai cinque anni precedenti, sarebbero state emesse circa 100 tonnellate in meno di anidride carbonica. Un valore complessivo di 300 tonnellate del 2020 rispetto alle 400 tonnellate del 2019.
Si tratta di numeri importanti se si considera che sono quanto una nazione come il Cile emette in un anno o il 6% a livello globale. Limitazioni sui viaggi, gli spostamenti interni e i consumi dovuti all'emergenza Coronavirus SARS-CoV-2 hanno quindi avuto un impatto non solo economico, ma anche sull'inquinamento.
Anche il biossido di azoto (NO2), un inquinante, si sono ridotte del 36% rispetto agli scorsi anni e riconducibile alla combustione di combustibili fossili. Il consumo di carbone è diminuito per via delle ridotte necessità energetiche di questo periodo toccando il minimo storico dal 2014 e passando dalle 65 mila tonnellate del 2019 alle 41 mila tonnellate del 2020.
Gli ultimi dati analizzati, risalenti al 23 Febbraio 2020, non avrebbero mostrato segni di una ripresa. Raffinerie e porti cinesi (dove arriva parte del carbone) avrebbero quindi ridotto la propria operatività con picchi negativi vicini a quelli del 2016.
Diversamente dagli altri trend, la produzione di acciaio primario non ha visto cali interessanti durante il periodo analizzato. Proprio questi sarebbero i responsabili di molto dell'inquinamento prodotto, tanto da generare il secondo allarme per eccessivo smog nell'area di Pechino. L'effetto dovuto alla ridotta produzione invece è stato avvertito nella produzione secondaria con una riduzione di un quarto.
Tra capodanno cinese ed epidemia
Come ricordato però da CarbonBrief, il capodanno cinese è di per sé un periodo dove si possono evidenziare ridotti consumi a livello industriale. Il beneficio a livello ambientale e di inquinamento potrebbe quindi terminare o essere meno rilevante nel corso dei prossimi mesi.
Quando le problematiche legate all'epidemia di Coronavirus SARS-CoV-2 saranno superate o ridimensionate in futuro, una ripresa della domanda potrebbe far tornare i livelli di consumo e inquinamento come negli anni precedenti. O addirittura recuperare quanto perso in questi giorni. Non resta dunque che aspettare l'esaurirsi dell'emergenza sanitaria per capire se il Coronavirus avrà anche portato qualcosa di buono (anche a livello globale).
17 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoma che cazz....
Che schifo
ma che cazz....
io ho quello della peste nera, quello del mal de panza e quello del cagot... ehm dissenteria !
Clmsmòòmsòmsòms
ho visto anche se bisogna dire che c'è stato un po' di vento l'altro giorno e questo di solito aiuta, quindi il traffico ridotto ha inciso ma non al 100%
sicuramente in giro c'è molta meno gente, io sui mezzi settimana scorsa ho provato ad essere con 5-6 persone in una carrozza, roba mai vista... sta settimana gira un po' più di gente ma decisamente meno del solito
ho visto proprio pochi minuti fa il parcheggio dove lavoro io e c'erano a occhio almeno una trentina di posti vuoti mentre di solito è strapieno e c'è gente che parcheggia sui marciapiedi
la mia speranza è che le aziende ora che stanno sperimentando il lavoro da remoto lo prendano in seria considerazione anche finita l'emergenza
Sarà la Natura che ogni tanto decide di pareggiare i conti.
sicuramente in giro c'è molta meno gente, io sui mezzi settimana scorsa ho provato ad essere con 5-6 persone in una carrozza, roba mai vista... sta settimana gira un po' più di gente ma decisamente meno del solito
ho visto proprio pochi minuti fa il parcheggio dove lavoro io e c'erano a occhio almeno una trentina di posti vuoti mentre di solito è strapieno e c'è gente che parcheggia sui marciapiedi
la mia speranza è che le aziende ora che stanno sperimentando il lavoro da remoto lo prendano in seria considerazione anche finita l'emergenza
Tutto dipende da come i dipendenti decideranno di sfruttare questa occasione.
Se saranno corretti e non si perderà di produttività, non vedo motivi validi per le società di non proseguire una tale scelta (salvo pensieri da fine ottocento).
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