Blue Origin prosegue l'assemblaggio del grande razzo spaziale New Glenn

La società statunitense Blue Origin sta proseguendo l'assemblaggio del grande razzo spaziale New Glenn il cui primo lancio è ancora previsto entro il 2024. Attualmente sono in fase di integrazione il primo e il secondo stadio.
di Mattia Speroni pubblicata il 13 Novembre 2024, alle 19:33 nel canale Scienza e tecnologiaBlue Origin
Alla fine di ottobre la società statunitense aveva completato la missione suborbitale NS-27 facendo debuttare un nuovo booster e una capsula per il turismo spaziale e per la ricerca scientifica. Gli occhi sono però puntati sul debutto del nuovo grande razzo spaziale riutilizzabile New Glenn da parte di Blue Origin che non lancerà più la missione ESCAPADE verso Marte ma un OTV (Orbital Transfer Vehicle) chiamato Blue Ring realizzato dalla stesa società.
Il razzo spaziale New Glenn prevede attualmente l'impiego di un primo stadio riutilizzabile, che potrà atterrare sulla droneship Jacklyn per un futuro riutilizzo così da ridurre i costi e aumentare la cadenza di lancio. Nelle scorse settimane è stato eseguito lo static fire del secondo stadio GS-2 mentre si attende ancora quello del primo stadio GS-1 che è alimentato da sette motori BE-4 (con i tre centrali che sono mobili per permettere una corretta gestione dell'ascesa ma anche, e soprattutto, della fase di atterraggio).
Questo segnerà un punto importante per lo sviluppo di Blue Origin New Glenn che attualmente è in fase di assemblaggio negli hangar di vicini al pad LC-36. Nelle scorse ore l'account ufficiale della società ha mostrato l'integrazione tra GS-1 e GS-2 mentre i fairing dovrebbero essere già stati realizzati e mancherebbe l'assemblaggio del carico utile.
Anche Dave Limp (CEO di Blue Origin) ha mostrato una foto del secondo stadio con i due motori BE-3U di New Glenn appena prima dell'integrazione. Gli ugelli dei due propulsori BE-3U sono ottimizzati per il vuoto e come visto per altri motori similari, sono decisamente grandi arrivando a quasi tre metri di lunghezza. Pur essendo in ritardo rispetto a SpaceX, considerando l'espansione del mercato spaziale, anche Blue Origin potrà ritagliarsi il proprio spazio con clienti da tutto il Mondo insieme alle missioni NASA e quelle del programma Artemis.
Attualmente non c'è una data certa né per lo static fire del primo stadio (che avverrà dopo il completo assemblaggio con il secondo stadio) né per il lancio. Con lo scorrere dei giorni la possibilità di un lancio entro il 2024 diventa sempre più difficile, ma non impossibile. A Blue Origin serviranno due missioni di successo per poter ottenere la certificazione al lancio di carichi utili dedicati al Dipartimento della Difesa (Space Force e altre agenzie).
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