Razer Blade 16 e Blade 18 non acquistabili negli USA: effetto dazi

Razer ha sospeso le vendite dei laptop Blade 16 e Blade 18 negli Stati Uniti. Seppur l'azienda non si sia ancora espressa, la decisione sembra coincidere con l'entrata in vigore dei dazi maggiorati decisi dall'amministrazione Trump.
di Manolo De Agostini pubblicata il 09 Aprile 2025, alle 06:48 nel canale PortatiliRazer
I fan statunitensi di Razer non saranno certo felici per la politica dei dazi di Trump: il nuovo laptop Blade 16 non è più disponibile per l'acquisto né per il preordine sul sito ufficiale americano. Lo stesso vale per il Blade 18. Fino al primo aprile, secondo quanto visibile tramite Internet Archive, il configuratore del prodotto era accessibile.
Nonostante il PR Andy Johnston abbia dichiarato a The Verge che l'azienda non ha commenti da fare in questa fase sui dazi, il timing appare più che sospetto e allineerebbe Razer al novero sempre maggiore di società hi-tech che stanno interrompendo la vendita di alcuni prodotti sul mercato USA. Ieri abbiamo visto come Framework abbia annunciato lo stop temporaneo alla vendita di alcuni modelli base. Ancora più importante il caso di Nintendo, che ha interrotto i preordini di Switch 2 negli USA per valutare il da farsi.
Anche altri prodotti sul sito americano di Razer, come accessori e supporti per laptop, sono acquistabili solo in minima parte: perfino un nuovo supporto per portatile, annunciato come "già disponibile" in un comunicato stampa, non riporta alcun prezzo ed è accompagnato solo da un pulsante di notifica.
Bloccare la vendita di alcuni prodotti o alzare i listini? È questo il dilemma di piccole e grandi società. Esportare negli Stati Uniti da determinati Paesi potrebbe essere insostenibile per tantissime aziende, che si ritroverebbero con prodotti troppo cari e quindi non competitivi sul mercato. Da oggi, infatti, sono scattati i dazi maggiorati, dopo quelli generalizzati del 10% del 5 aprile.
Secondo il quotidiano taiwanese Commercial Times, i grandi brand come HP, Dell, Acer, ASUS e Lenovo avrebbero reagito rapidamente, ordinando lo stop di tutte le spedizioni verso gli Stati Uniti, indipendentemente dal luogo di produzione. La decisione, che riguarderebbe notebook e una vasta gamma di componenti elettronici, dovrebbe durare almeno due settimane.
Nel frattempo, la dogana statunitense non ha ancora aggiornato il proprio sistema per gestire i nuovi dazi, spingendo le aziende ad adottare un approccio prudente. Secondo TrendForce, il boom delle spedizioni di laptop, smartphone e server nel primo trimestre del 2025 è stato guidato proprio dalla corsa ad anticipare l'imposizione dei dazi. Ma ora, l'incertezza regna sovrana: il nodo principale resta capire se il valore delle merci verrà valutato in base alla nazionalità del brand o al luogo di produzione.
6 Commenti
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Hanno mangiato a ufo e sprecato soldi a destra e a manca, specialmente gli americani e adesso il conto glielo dobbiamo pagare noi?
In confronto,l'Italia è la casalinga risparmina che guarda anche il centesimo.
Per adesso c è l impressione che solo alcune categorie di prodotti aumenteranno di prezzo, ma quando, soprattutto gli americani, si accorgeranno che TUTTO avrà un costo maggiore inizieranno i casini
Hanno mangiato a ufo e sprecato soldi a destra e a manca, specialmente gli americani e adesso il conto glielo dobbiamo pagare noi?
In confronto,l'Italia è la casalinga risparmina che guarda anche il centesimo.
Condivido tutto
Per adesso c è l impressione che solo alcune categorie di prodotti aumenteranno di prezzo, ma quando, soprattutto gli americani, si accorgeranno che TUTTO avrà un costo maggiore inizieranno i casini
si infatti però ai caprari fuori dalle city che ne sanno? Leggono il post del MAGA e sono tranquilli.
si infatti però ai caprari fuori dalle city che ne sanno? Leggono il post del MAGA e sono tranquilli.
Lo capiranno quando si ritroveranno i costi delle assicurazioni aumentati, i costi dei macchinari aumentati, dei veicoli, dell'elettronica di consumo, degli alimentari. Lo capiranno quando vedranno scomparire alcuni beni dagli scaffali perchè troppo cari da importare ( i giocattoli per natale per esempio... ); lo capiranno i contadini MAGA, già pentiti, quando non esporteranno più le loro derrate e cominceranno a fallire miseramente!!
E non solo coi dazi, si sente di arresti e deportazioni arbitrarie, ed insieme alla miriade di "amenità" stavo programmando un viaggio di piacere in usa, ma sinceramente il mondo è grande ed aspetterò il prossimo presidente.
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