Asus ROG Theta Electret, cuffie gaming hi-fi con driver al neodimio e a elettrete

Le nuove cuffie della linea Asus ROG presentano un microfono ad asta che utilizza la tecnologia della deviazione del segnale per ridurre le interferenze e cuscinetti ROG Hybrid, in grado di garantire maggiore freschezza e comodità. Queste cuffie sono dotate di driver a elettrete, oltre ai classici al neodimio
di Rosario Grasso pubblicata il 30 Giugno 2020, alle 09:01 nel canale PerifericheASUSROG
La particolarità di queste cuffie consiste nel fatto di abbinare a ciascun driver ad elettrete un driver indipendente al neodimio ASUS Essence a camera stagna per l’ottimizzazione dei bassi. Il filo di rame placcato in argento inoltre garantisce un segnale audio di alta qualità e, abbinato al driver a elettrete, un materiale dielettrico che ha una carica elettrica quasi permanente, offre un suono ad alta risoluzione, fedele specialmente nelle alte frequenze.
Le ROG Theta Electret dispongono anche di un microfono ad asta appositamente calibrato che utilizza la tecnologia della deviazione del segnale per ridurre le interferenze e garantire un audio più pulito e chiaro. Le cuffie ROG Theta Electret sono certificate per la comunicazione in diverse app, tra cui TeamSpeak e Discord.
Le cuffie sono inoltre compatibili con numerose piattaforme tra cui PC, Mac, console, Nintendo Switch e smartphone e possono anche essere collegate ad amplificatori e DAC.
Inoltre, le ROG Theta Electret sono fornite di cuscinetti ROG Hybrid in pelle 100% proteica, in modo da consentire una totale personalizzazione del comfort in base alle proprie preferenze. I cuscinetti ROG Hybrid permettono di ridurre il calore fino al 25% e si caratterizzano per un particolare design a forma di “D inversa” che le mantiene comodamente in posizione. Inoltre, la struttura metallica dissipa meglio la temperatura e migliora la resistenza all'uso intensivo.
Le cuffie ROG Theta Electret sono perfette anche per chi indossa gli occhiali. Una precisa area del cuscinetto è infatti più morbida rispetto al resto della superficie, creando un canale che riduce la pressione sulle aste degli occhiali.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoProgetto per diletto (e in passato per lavoro) HiFi da 30 anni, ma, raga, meta' di quello che avete scritto non ha molto senso: o mi sono azzerato il cervello o non avete nessuna idea di quello che scrivete (chiusa non e' stagna, per dirne una).
Il problema e' che il giornalista avrebbe proprio il compito di spiegare la complessita' al popolo, essendo questo ignorante per definizione vita la vastita' del sapere.
Il problema e' che i giornalisti vengono selezionati, non so se e' questo il caso, per esperienza in materie UNANISTICHE, peccato pero' che oggi viviamo in un mondo tecnologico e complesso. Quello che negli anni 70 sarebbe stato FANTASCIENZA.
Purtroppo la sQuola non ha seguito il suo corso e vi e' un sempre piu' grande scollamento fra il popolo e gli oggetti che funzionano per qualche magia (apple lo ha capito,no?).
I giornalisti, in questo contesto, sono quindi un ulteriore freno alla comprensione, basti vedere le castronerie dette sul MES, sul CETA o sulle banche.
Quando anticipai sul mio B-log di medda la raffica di fallimenti bancari che continua ancora oggi mi beccai del folle: "dopotutto nessun giornale dice niente di una cosa cosi' grossa, tu sei l'unico intellligante?".
No, era una cosa ovvia per gli economisti e le kattive agenzie di rating che, per i giornalisti, volevano affossare l'italia. Dopo aver ascoltat un paio di economisti che facevano quadrare i numeri era tutto divenuto cosi' ovvio.
i numeri, caxxo!
Oltre ad un ignoranza crassa, nata con i piani di studi filosofico comunicativi, i giornalisti avevano un'altro bau bau: gli inserzionisti.
Non si puo' parlar male delle aziende piu' ricche, quelle che vendono l'ampli da 5W spacciandolo per 1650W, quelle che vendono la cosa da poco a tanto (es una citycar suvvizzata al triplo del prezzo come la tarocc-q2?)... per investire a manella in pubblicita'.
Alla fine abbiamo giornalisti che non sanno di cosa stiano parlando ma sanno che lo devono fare con molta attenzione e per non sbagliare copiano pedestremente le cartelle stampa passandole per notizie (es gli aggiornamenti dei firmware?), non e' un caso che la stessa notizia con le stesse foto e le stesse frasi la trovi su piu' media. NON e' una notizia, e' una cartella stampa.
Sentite cosa dice un pezzo da 90:
Gli Uffici marketing sono i nemici del giornalismo.
Parlando a proposito di quello che e' una forzatura dei pezzi o addirittura al bustarellaggio del giornalista per indirizzare un "pezzo" nella direzione della pubblicita':
Il sindacato dei giornalisti....... divaga....... non ci segnalano nulla..
Franco Aruzzo: giornalista professionista dal 3 febbraio 1963 presso “ Il Tempo ” e il “ Giornale d'Italia ” "Il Giorno" "Il Sole 24 Ore" “la Repubblica” “ Stampa democratica ” tra il 1975 e il 1982 ha fatto più volte parte del CdR de “Il Giorno”, della Giunta dell'Associazione lombarda dei Giornalisti e del Consiglio nazionale della Fnsi.E' stato consigliere dell'Ordine dei Giornalisti della Lombardia dal giugno 1986 al maggio 2007 presidente dal 1989 al 2007.
http://allarovescia.blogspot.it/201...lismo-oggi.html
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