Non è la fine di Trony, ecco la risposta ufficiale alle chiusure: #tronyfachiarezza

Non è la fine di Trony, ecco la risposta ufficiale alle chiusure: #tronyfachiarezza

Secondo Trony la notizia delle chiusure dei negozi Trony è stata ingigantita, e il colosso delle vendite in Italia non è in difficoltà. A riprova di ciò l'apertura di circa 40 nuovi locali entro la fine del 2018

di pubblicata il , alle 11:21 nel canale Multimedia
 

Trony sta diffondendo la sua posizione in merito alle chiusure di alcuni negozi della catena, attraverso un comunicato pubblicato sul sito ufficiale. L'incertezza del futuro di alcuni punti vendita della compagnia si era diffusa nei primi mesi del 2018 per via delle manifestazioni di alcuni dipendenti rimasti senza - o quasi - stipendio. Come abbiamo già segnalato, i problemi nascono dalle difficoltà finanziarie del gruppo DPS che comunque detiene solo una parte della catena di rivendita, e non rappresenta la sua situazione per intero.

È su questi toni che si sviluppa il comunicato diramato da Trony, catena di proprietà di GRE (Grossisti Riuniti Elettrodomestici), di cui DPS è solo uno dei soci. Nella nota si legge che nel gruppo GRE ci sono diversi soci a cui appartengono gli oltre 200 punti vendita Trony sparsi sul territorio per un totale di 3 mila dipendenti e un giro d'affari complessivo superiore al miliardo di euro. La nota conferma la situazione di difficoltà di DPS, ma sottolinea come questa non "influenzi" la rete di punti vendita Trony restante gestita dagli altri soci.

Insomma, è sbagliato generalizzare mettendo sotto accusa l'intera catena, con il gruppo che conferma l'opera di sviluppo in corso sul territorio italiano con l'apertura di 40 nuovi punti vendita Trony entro la fine del 2018. Si tratta di un'espansione messa in dubbio dalle notizie trapelate nelle scorse settimane, ma che la società intende ribadire all'interno della nota. Riportiamo di seguito il comunicato nella sua interezza (potete trovarlo anche sul sito ufficiale Trony):

NOI DI TRONY RITENIAMO NECESSARIO FARE CHIAREZZA

A tutela del marchio Trony, delle nostre aziende e, soprattutto, dei nostri dipendenti e dei nostri clienti, riteniamo necessario fare chiarezza riguardo alle uscite stampa dei giorni scorsi in alcune delle quali si paventava l'imminente chiusura generalizzata dei punti vendita Trony. Anzitutto vorremmo chiarire che il gruppo GRE, titolare del marchio Trony, presente in Italia dal 1972, è composto da più società, tutte italiane, che detengono oltre 200 punti vendita Trony distribuiti su tutto il territorio nazionale e contano oltre 3.000 dipendenti, con un giro d'affari complessivo di oltre un miliardo di euro.

Alcuni organi di stampa hanno riferito delle difficoltà di alcuni punti vendita di proprietà di DPS Group. DPS Group, che è una delle società appartenenti al gruppo GRE, è proprietaria solo di alcuni dei sopracitati oltre 200 punti vendita Trony, distribuiti solo in alcune regioni. La riferita situazione di difficoltà della DPS Group e dei suoi punti vendita in nessun modo può influenzare la restante rete di punti vendita ad insegna Trony, gestita dagli altri soci GRE del tutto autonomi ed estranei alle vicende della DPS Group.

Non è quindi possibile riferire genericamente i fatti in discussione al "marchio Trony" come se le problematiche di uno dei soci riguardassero in qualche misura anche gli altri soci del gruppo o addirittura l'insegna nella sua totalità. Il gruppo GRE ribadisce la propria volontà di proseguire nello sviluppo sul territorio italiano, annunciando un piano che prevede per il 2018 circa 40 nuove aperture a marchio Trony.

14 Commenti
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khuzul23 Marzo 2018, 11:31 #1
"Non è quindi possibile riferire genericamente i fatti in discussione al "marchio Trony" come se le problematiche di uno dei soci riguardassero in qualche misura anche gli altri soci del gruppo o addirittura l'insegna nella sua totalità."

Una dichiarazione assurda: se un socio ha dei problemi, questi riguardano la società e il marchio eccome, se chiudi dei punti vendita di quel marchio non puoi chiudere gli occhi e scaricare sul socio, dai...
Rubberick23 Marzo 2018, 11:32 #2
Ma non riescono a spostare lentamente la vendita sull'online con prezzi aggressivi su alcuni beni ? Chessò i televisori per dire..

E fare accordi con gli spedizionieri mettendo in spedizione gratuita molti prodotti..

Gran parte dei negozi online se riuscissero ad abbattere a zero o quasi le spese di spediz con qualche accordo comune venderebbero il triplo..
Paganetor23 Marzo 2018, 11:49 #3
cos'è allora, un modo per "fare pulizia" e assumere nuovi dipendenti a condizioni vergognose?
29Leonardo23 Marzo 2018, 11:53 #4
Originariamente inviato da: Paganetor
cos'è allora, un modo per "fare pulizia" e assumere nuovi dipendenti a condizioni vergognose?


This
thresher325323 Marzo 2018, 12:15 #5
Originariamente inviato da: Rubberick
Ma non riescono a spostare lentamente la vendita sull'online con prezzi aggressivi su alcuni beni ? Chessò i televisori per dire..

E fare accordi con gli spedizionieri mettendo in spedizione gratuita molti prodotti..

Gran parte dei negozi online se riuscissero ad abbattere a zero o quasi le spese di spediz con qualche accordo comune venderebbero il triplo..


Potrebbero. Ma ciò richiede un investimento e tutto quello che non genera soldi IMMEDIATAMENTE è da bocciare per loro.
Paganetor23 Marzo 2018, 12:32 #6
Tipico approccio di alcuni manager rampanti, che puntano a chiudere il rapporto di lavoro in 12-18 mesi e per ottenere il massimo dei bonus venderebbero pure le pareti dei negozi (chissene se poi dal giorno successivo chiudi, io ti ho portato soldi oggi)

Catan23 Marzo 2018, 13:11 #7
il comunicato forse è anche troppo crudo probabilmente potevano renderlo più elegante dicendo
"la gestione dei punti vendita trony è affidata ai soci partecipanti al gruppo, attualmente uno dei soci è in sofferenza e ha deciso di chiudere alcuni punti vendita da lui gestiti, chiusure che verranno bilanciate dall'apertura di 40 nuovi punti vendita previsti per il 2018".

Questo però ci dice che alcuni marchi come trony non sono marchi monolitici ma dietro hanno una cordata di soci, ogni socio gestisce un numero variabile di punti vendita, quindi se per caso lui va a zampe per aria, al massimo chiude solo i suoi punti vendita senza mandare in sofferenza l'intero gruppo/ marchio".

Come gestione potrebbe avere anche un senso, in modo che se un punto vendita, non genera profitto, possa essere chiuso senza scaricare il non profitto sugli altri.
Mc donalds fa cosi da una vita con i locali "licenziatari", da in licenza i suoi locali a soci esterni (con tanto di licenziamento e riassunzione dei dipendenti, che sono tristemente legati alla sorte del locale), se poi il socio esterno "esplode" e deve chiudere il locale, il locale si chiude, senza che i debiti o il personale di quel locale venga accollati al resto della società.
Certo in genere è la soluzione ultima, prima di chiudere un locale, parte il tam tam per vedere se il locale vuole essere riacquisito dalla società madre o da altri esterni, prima di chiudere ci si pensa sempre 2 volte.
+Benito+23 Marzo 2018, 14:25 #8
A quanto mi risulta anche expert funziona così, non sono molto diversi da venditori in franchising. Il titolare del negozio è tizio, ma il negozio "appartiene" ad un gruppo con un catalogo e accordi quadro condivisi. E' un modello di business che secondo me è molto valido, permette di fare massa critica senza diventare un macello di multinazionale in cui il lavoro è l'ultima delle preoccuazioni. I posti più piccoli sono anche gestiti direttamente dai titolari
secerot23 Marzo 2018, 14:32 #9

ma a NApoli...

Strano che il negozio di NApoli via Cilea ,già Fnac, abbia chiuso lasciando a casa 45 persone... Trony in quel caso non fà chiarezza.!!
shoxblackify23 Marzo 2018, 14:38 #10
Amazon vi ha già divorato e ancora non si sono accorti. E tra un non molto arriverà Alibaba. il The end

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