Chiusi 43 negozi Trony e DPS in fallimento. È l'inizio della fine?

Trony potrebbe essere la prima grande catena italiana a soffrire la digitalizzazione delle vendite. Sempre più utenti acquistano su internet, e gli scaffali rimangono pieni di roba invenduta
di Nino Grasso pubblicata il 19 Marzo 2018, alle 10:41 nel canale MultimediaChe non fosse un bel periodo per Trony lo sapevamo già, da quando decine di manifestanti nella città di Milano denunciavano una certa instabilità e salari decurtati sotto le soglie della decenza. Una nuova bomba arriva da Il Sole 24 Ore, che ha denunciato la chiusura di 43 negozi della catena sparsi lungo tutto il territorio nazionale e un complessivo di circa 500 dipendenti rimasti senza lavoro. Il tutto come risultato del fallimento di DPS Group, annnunciato anche dai sindacati.
Il gruppo DPS è uno dei soci di Grossisti Riuniti Elettrodomestici, che possiede Trony dal 1997 con circa 200 punti vendita sparsi lungo il territorio nazionale. Gre aveva annunciato un piano di sviluppo da attuare nel 2018, ma la chiusura di buona parte dei negozi Trony e la difficile situazione degli impiegati non fanno presagire nulla di buono. Sono stati già avviati i colloqui tra sindacati e la società, al fine di trovare una soluzione alternativa alla chiusura dei negozi e ai licenziamenti.
Diverse le regioni colpite dalla notizia, fra cui in gran misura Lombardia e Puglia in cui sono rispettivamente a rischio 140 e 120 dipendenti. In Puglia, nello specifico, solo uno dei tredici negozi Trony è rimasto aperto, stando ai comunicati diramati in questi giorni, grazie al fatto che la sua proprietà è rimasta a Vertex. Secondo la fonte DPS aveva chiesto un concordato preventivo per evitare il fallimento, ma è stato rifiutato e il prossimo passo sarà trovare "uno o più soggetti interessati a rilevare i 43 punti vendita".
Il gruppo DPS è fallito ufficialmente il 15 marzo, mentre i dipendenti affrontano la situazione già da dicembre quando hanno ricevuto solo una parte dei loro salari. Nel mese di febbraio, secondo le informazioni divulgate in questi giorni, non hanno ricevuto nessuno stipendio. Il motivo delle difficoltà DPS Group è da ricercare sugli scaffali dei punti vendita Trony, pieni di roba invenduta o vuoti perché non si riescono a riempire. Sempre più utenti, insomma, si affidano alle vendite online abbandonando i canali fisici.
L'ombra del fallimento insegue il gruppo ormai da mesi e sembrava inevitabile dopo che una possibile acquisizione da parte di terzi ignoti era sfumata durante gli scorsi mesi. Sindacati e vertici aziendali cercano adesso disperatamente l'ultimo appiglio per una salvezza che sembra ormai molto difficile, cercando un acquirente per i punti vendita in difficoltà.
289 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoUn po' me l'aspettavo, sinceramente.
a me sorprende che tu non sappia che tutte le altre catene soffra di problemi simili quindi è normale che una alla volta muoia in base a come è messa rispetto agli altri, ma ti assicuro che la prima in classifica quella cioè che sta meglio delle altre comunque è in crisi rispetto al mercato pre e-commerce e una filiale di mediaword che prima aveva mediamente 60-80 dipendenti ora fa lo stesso lavoro con 40 persone per sopravvivere e pure pagandole meno.
Mi spiace per i dipendenti, ma chi non si adegua ai cambiamenti del mercato è destinato a questa fine, fine che è tutt'altro che imprevista.
Con il tempo non potrà che andare peggio, i dipendenti, per quanto difficile sia in questo momento storico, non possono far altro che cercare di lasciare la barca prima che affondi.
ma anche no.
Expert non sta andando male, e nemmeno Unieuro.
Trony è andata in merda perchè evidentemente è stata gestita male... sono arrivati tardi con l'e-Commerce, la gestione di molti negozi era ridicola, quello accanto a me faceva orari senza senso, chiudendo durante la pausa pranzo.... par acquistare un monitorino da 24" ho dovuto prima pagare in cassa poi spostarmi fuori dal negozio nel cortile interno e andare io al magazzino dove non si è visto nessuno per 10 minuti, senza campanello e con altra gente in fila ad aspettare...
cioè, facevo prima con Amazon Prime Now...
- Scarsissimo assortimento.
- Prezzi, in alcuni casi, fuori dal comune.
Prendiamo qualche esempio:
Dovevo comprare una lavastoviglie da incasso e farmela consegnare a casa, acquistando anche l'estensione di garanzia.
Presso le due catene visitate, con il mio budget riuscivo a prendere un modello base, consegna in settimana. Sul web con la stessa cifra sono riuscito a prendere il top di gamma Bosch con la consegna in 2 giorni.
Per non parlare poi degli oggetti piccoli (cover per telefoni, caricabatterie, schede SD o MicroSD), e del fatto che come si cerca qualcosa con un minimo di particolarità non c'è.
Per andare in negozio e sentirmi dire, nel migliore dei casi, "lo dobbiamo ordinare" tanto vale che me lo ordini io
C'e' da dire che I tempi sono cambiati da parecchio: la gente compra molto piu' online per diversi motivi:
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[*] C'e' molta piu' scelta. Quando cercavo il frigorifero ero andato da trony con un'idea chiara in testa, perche' avevo visto quello che mi piaceva online, andando a spulciare recensioni e caratteristiche. Loro semplicemente non avevano quello che volevo, ed invece di accontentarmi ho comprato online;
[*] Sta prendendo piede la generazione dell'online. La gente 'matura' che e' la fetta piu' grossa di questo mercato adesso e' formata da quelli che sono cresciuti a PC e smartphone, avendo molta piu' confidenza con acquisti online rispetto a qualche anno fa, e questo comporta che se mio padre preferiva comprare in negozio, io preferisco fare le cose comodamente da casa (per quei prodotti per il quale si puo' fare, ovviamente);
[*] Mancanza di adattamento. Catene molto piu' grosse, come Blockbuster, sono fallite perche' semplicemente non sono riuscite a stare dietro all'evoluzione del mercato degli ultimi anni. E' una cosa brutta, ma d'altronde non e' la prima volta, e non sara' l'ultima. E' sempre successo cosi. Dalla scomparsa delle videoteche, a quella dei calzolai, ai piccoli negozianti. Ogni volta c'e' una fetta di aziende che fallisce per fare spazio ad altra aziende che lavorano in ambiti piu' moderni.
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Trony, Mediaworld ed affini purtroppo pagano lo scotto di vendere tecnologia senza stare al passo con essa. Paradossalmente hanno come utente tipo la persona amante di tecnologia, e che per questo motivo comincia a preferire l'acquisto online.
Dispiace per chi ci lavora, ma il mondo andra' avanti...
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